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Truman Show
<<Il nuotatore, rompe la
barriera, la scatola dei
televisori…
oggi si tratta di
partecipazione diretta dello
spettatore nelle installazioni
interattive, gli “ambienti
sensibili” come li abbiamo
chiamati, cioè ambienti
dotati di una sensibilità a
cogliere gli stimoli prodotti
dagli spettatori ma che
richiedono una sensibilità
per essere agiti.>>
Paolo Rosa
Ne Il Giardino delle Cose l’idea era che
<<se volevi vedere un’immagine dovevi conquistarla,
trasformarla in esperienza .
Nasce cosi l’uso degli infrarossi, una macchina
“cieca” che non legge la luce, ma solo le frequenze
del calore, che impone la fatica di scaldare l’oggetto
con il calore delle mani. Finita questa cura, cessata
la manipolazione, l’immagine diventa fredda,
scompare, torna nel suo non essere. >>
Nella prima installazione interattiva,
Tavoli, <<Un primo elemento
caratteristico del progetto era quello di
riuscire a spogliare il più possibile la
scena della nostra opera, del nostro
ambiente, della presenza degli elementi
tecnologici che non dovevano essere
platealmente esibiti; le immagini
dovevano come galleggiare dentro uno
spazio, andavano liberate dalla “corazza
tecnologica” del televisore che da quel
momento infatti non usiamo più,
sostituendolo con le videoproiezioni;
anche l’inquadratura, lo schermo come
cornice, come spazio obbligato viene
meno. >>
In Coro <<Si tratta di camminare su un tappeto su cui sono
proiettate immagini di corpi…>>
In Totale di una battaglia <<Il percorso era articolato in tredici
postazioni interattive, in cui si richiedeva allo spettatore di usare
la voce, non più calpestare o toccare: le immagini andavano
“chiamate” con un suono forte.>>
Jeffrey Shaw, The Legible City, 1989
Jeffrey Shaw, The Distributed Legible City, 1991
Jeffrey Shaw, The Web of Life, 2000
Maurice Benayoun, Tunnel sotto l’Atlantico
“Armati di macchina fotografica, ci
facciamo strada attraverso uno spazio
tridimensionale…
Ma invece di aprire l’obiettivo per
catturare l’immagine, la macchina
manda le coordinate al computer…
Ogni macchina fotografica è
equipaggiata con un tipo di sensore
magnetico che permette la trasmissione
della sua posizione esatta nello spazio e
del suo orientamento secondo tre assi.
Così il computer può calcolare il frame
corrispondente, in relazione alla scena e
al tempo dello scatto.”
Maurice Benayoun, World Skin
Edoardo Kac, Teleporting an Unknown State, 1998
Edoardo Kac, Rara Avis, 1996
“Nella nostra vita quotidiana diamo per scontato di
vivere in un unico mondo reale, con un solo corpo
e una sola coscienza –ma la nostra condizione è
davvero così sicura?”
“Con l’avvento di Internet, vivere virtualmente in un
altra comunità (o un altro spazio) sta diventando
un aspetto ordinario della vita. E’ anche possibile
avere un altro ‘se’ in un altro mondo come avatar.
Ma allora dove viviamo…. Apparteniamo allo
stesso tempo a spazi differenti in un cerchio di
realtà intermittenti?” M. Kusahara
Edoardo Kac, Darker than Night, 1999
“Darker Than Night è una rete di relazioni, un
complesso circuito di segnali che circolano tra
l’essere umano (il visitatore col caschetto),
l’animale (i pipistrelli che trasmettono e ascoltano
gli ultrasuoni come loro “senso della visione”), e la
macchina (il batbot che simula i pipistrelli reali
riproducendone il sistema di orientamento).”
S.Milevska
“Nel diciannovesimo secolo il paragone basato
sulle tre lingue della Stele di Rosetta (greca,
scritto popolare e geroglifica) era la chiave per
comprendere il passato. Oggi il triplice sistema di
Genesis (linguaggio naturale, codice del DNA,
logica binaria) è la chiave per comprendere il
futuro. Genesis esplora la nozione secondo cui i
processi biologici sono oggi scrivibili e
programmabili, così come capaci di conservare
ed elaborare dati in modi non diversi dai
computer digitali. […] I confini tra la vita basata
sul carbonio e I dati digitali stanno diventando
fragili come una membrana cellulare”
Eduardo Kac
Christa Sommerer e Laurent
Mignonneau, A-Volve, 1993
Digital Plancton
Whether this is a new dimension for people, or the birth
of a new digital species, is a matter of opinion. In the
Monod hypothesis, evolution proceeds in large steps.
The most important steps arise with the availability of
new lands, new technology and new environmental
conditions. One of the biggest known steps is often held
to be the movement of living beings from sea to earth.
The development of language technology was another
important step, forming the basis of cultural
development (the possibility of collective memory). In
this sense, we identify computers and the Internet both
as new technology and new territory allowing a further
stage in evolution.
Mauro Annunziato
Mauro Annunziato e Piero Pierucci (Plancton Art Studio), Relazioni Emergenti
Mauro Annunziato e Piero Pierucci (Plancton Art Studio), E-Sparks
David Rokeby, Very Nervous System, 1982
Rania Ho, Free Range Appliances
Daniel Rozin, Wooden
Mirror, 1999
Decoi, Aegis
Decoi, Aegis
Decoi, Aegis
Decoi, Aegis
Ken Rinaldo,
Autopoiesi, 2000
<<My interdisciplinary media art installations look to the
intersection between natural and technological systems.
Integration of the organic and electro-mechanical elements
asserts a confluence and co-evolution between living and
evolving technological material.
Technology Recapitulates Phylogeny is both an observation I've
made and a play on Ernst Haeckel's notion that "ontogeny
recapitulates phylogeny," in which the ontogeny, or growth of
the fetus in the womb recaps certain phylogenetic stages
through which life has evolved. During gestation, humans
progress from a single cell to a time when the fetus has
rudiments of gills and a tail.>>
<<In our time, with human cultural development so inextricably
intertwined and dependent on technology, our existence
surrounded in a strangely comfortable embryonic sack of chips
and wire, it is no wonder that a relationship between technology
and phylogeny seems evident. Strangely, there are now hybrid
forms which one cannot readily identify as being either
technological or biological. (…) Neural nets, micromachines and
cybernetics are a few more contemporary examples of
researchers looking to natural systems for modelling.
While genetics have permitted the passing of biological heredity
from parent to child, what has truly distinguished humans from
our past kin is not our 100,000 year old biological selves (as
indeed we reveal little biological difference to our ancient
forebears), but instead the cultural memory which has followed
humans in the form of cultural memory augmentation devices.>>
<<Structurally, computers continue to develop, and seem to
mimic the successive stages of development that less evolved
forms have gone through, progressing from single transistors
(cell) to very large scale integrated circuits (neuron) to massively
parallel neural networks (brain). Many would say, that what is
still lacking in computers, are the body and sensory elements
that would allow computes to develop a form of consciousness. I
believe we represent that body as a remote sense extension,
which rejoins with the computer as information processor and
integrator. We further act as that body by continually
researching, manufacturing and modelling ever-faster hardware
and software.>> Ken Rinaldo
Naoko Tosa, Unconscious Flow, 1999
Mariko Mori, Birth of a Star, 1995
Mariko Mori, Tea CerimonY III, 1995
Mariko Mori, Nirvana, 1996
Mariko Mori, Wave Ufo, 2005
Golan Levin, Messa di Voce, 2003
<<Messa di Voce (Ital., "placing the voice") is an audiovisual
performance in which the speech, shouts and songs produced
by two abstract vocalists are radically augmented in real-time
by custom interactive visualization software.
While the voice-generated graphics thus become an
instrument which the singers can perform, body-based
manipulations of these graphics additionally replay the sounds
of the singers' voices — thus creating a cycle of interaction
that fully integrates the performers into an ambience consisting
of sound, virtual objects and real-time processing.>>
Golan Levin
Golan Levin, The Manual Imput session, 2004
Golan Levin, Dialtones, 2001
<<Dialtones is a large-scale concert performance whose
sounds are wholly produced through the carefully
choreographed dialing and ringing of the audience's own
mobile phones.
Dialtones inverts our understandings of private sound, public
space, electromagnetic etiquette, and the fabric of the
communications network which connects us.
It is hoped that the experience of Dialtones can permanently
alter the way in which its participants think about the cellular
space we inhabit.
If our global communications network can be thought of as a
single communal organism, then the goal of Dialtones is to
indelibly transform the way we hear and understand the
twittering of this monumental, multicellular being.>>
Golan Levin
Christian Moeller, Light Blaster: Immaterial Membrane , Interactive light and sound
installation, 1993
Christian Moeller, Fuge for Piano, op. 154
Touch-sensitive music installation, Vienna. 1995
Christian Moeller, Audio Grove , 1997
Christian Moeller,
Backbone, 1996
Usman Haque, Sky Ear, 2004
Ma0/emmeazero, Touch Screen, 2003
ma0/emmeazero, Touch Screen, Losanna, 2004
Ma0/emmeazero, Touch Screen, 2005
Interaction Design Institute/ma0, La memoria degli oggetti, Milano, 2005
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  • 2. <<Il nuotatore, rompe la barriera, la scatola dei televisori… oggi si tratta di partecipazione diretta dello spettatore nelle installazioni interattive, gli “ambienti sensibili” come li abbiamo chiamati, cioè ambienti dotati di una sensibilità a cogliere gli stimoli prodotti dagli spettatori ma che richiedono una sensibilità per essere agiti.>> Paolo Rosa
  • 3. Ne Il Giardino delle Cose l’idea era che <<se volevi vedere un’immagine dovevi conquistarla, trasformarla in esperienza . Nasce cosi l’uso degli infrarossi, una macchina “cieca” che non legge la luce, ma solo le frequenze del calore, che impone la fatica di scaldare l’oggetto con il calore delle mani. Finita questa cura, cessata la manipolazione, l’immagine diventa fredda, scompare, torna nel suo non essere. >>
  • 4. Nella prima installazione interattiva, Tavoli, <<Un primo elemento caratteristico del progetto era quello di riuscire a spogliare il più possibile la scena della nostra opera, del nostro ambiente, della presenza degli elementi tecnologici che non dovevano essere platealmente esibiti; le immagini dovevano come galleggiare dentro uno spazio, andavano liberate dalla “corazza tecnologica” del televisore che da quel momento infatti non usiamo più, sostituendolo con le videoproiezioni; anche l’inquadratura, lo schermo come cornice, come spazio obbligato viene meno. >>
  • 5. In Coro <<Si tratta di camminare su un tappeto su cui sono proiettate immagini di corpi…>> In Totale di una battaglia <<Il percorso era articolato in tredici postazioni interattive, in cui si richiedeva allo spettatore di usare la voce, non più calpestare o toccare: le immagini andavano “chiamate” con un suono forte.>>
  • 6. Jeffrey Shaw, The Legible City, 1989
  • 7.
  • 8. Jeffrey Shaw, The Distributed Legible City, 1991
  • 9. Jeffrey Shaw, The Web of Life, 2000
  • 10.
  • 11.
  • 12.
  • 13. Maurice Benayoun, Tunnel sotto l’Atlantico
  • 14. “Armati di macchina fotografica, ci facciamo strada attraverso uno spazio tridimensionale… Ma invece di aprire l’obiettivo per catturare l’immagine, la macchina manda le coordinate al computer… Ogni macchina fotografica è equipaggiata con un tipo di sensore magnetico che permette la trasmissione della sua posizione esatta nello spazio e del suo orientamento secondo tre assi. Così il computer può calcolare il frame corrispondente, in relazione alla scena e al tempo dello scatto.” Maurice Benayoun, World Skin
  • 15. Edoardo Kac, Teleporting an Unknown State, 1998
  • 16. Edoardo Kac, Rara Avis, 1996
  • 17. “Nella nostra vita quotidiana diamo per scontato di vivere in un unico mondo reale, con un solo corpo e una sola coscienza –ma la nostra condizione è davvero così sicura?” “Con l’avvento di Internet, vivere virtualmente in un altra comunità (o un altro spazio) sta diventando un aspetto ordinario della vita. E’ anche possibile avere un altro ‘se’ in un altro mondo come avatar. Ma allora dove viviamo…. Apparteniamo allo stesso tempo a spazi differenti in un cerchio di realtà intermittenti?” M. Kusahara
  • 18. Edoardo Kac, Darker than Night, 1999
  • 19. “Darker Than Night è una rete di relazioni, un complesso circuito di segnali che circolano tra l’essere umano (il visitatore col caschetto), l’animale (i pipistrelli che trasmettono e ascoltano gli ultrasuoni come loro “senso della visione”), e la macchina (il batbot che simula i pipistrelli reali riproducendone il sistema di orientamento).” S.Milevska
  • 20.
  • 21. “Nel diciannovesimo secolo il paragone basato sulle tre lingue della Stele di Rosetta (greca, scritto popolare e geroglifica) era la chiave per comprendere il passato. Oggi il triplice sistema di Genesis (linguaggio naturale, codice del DNA, logica binaria) è la chiave per comprendere il futuro. Genesis esplora la nozione secondo cui i processi biologici sono oggi scrivibili e programmabili, così come capaci di conservare ed elaborare dati in modi non diversi dai computer digitali. […] I confini tra la vita basata sul carbonio e I dati digitali stanno diventando fragili come una membrana cellulare” Eduardo Kac
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  • 25. Christa Sommerer e Laurent Mignonneau, A-Volve, 1993
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  • 29. Digital Plancton Whether this is a new dimension for people, or the birth of a new digital species, is a matter of opinion. In the Monod hypothesis, evolution proceeds in large steps. The most important steps arise with the availability of new lands, new technology and new environmental conditions. One of the biggest known steps is often held to be the movement of living beings from sea to earth. The development of language technology was another important step, forming the basis of cultural development (the possibility of collective memory). In this sense, we identify computers and the Internet both as new technology and new territory allowing a further stage in evolution. Mauro Annunziato
  • 30. Mauro Annunziato e Piero Pierucci (Plancton Art Studio), Relazioni Emergenti
  • 31. Mauro Annunziato e Piero Pierucci (Plancton Art Studio), E-Sparks
  • 32. David Rokeby, Very Nervous System, 1982
  • 33. Rania Ho, Free Range Appliances
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  • 43. <<My interdisciplinary media art installations look to the intersection between natural and technological systems. Integration of the organic and electro-mechanical elements asserts a confluence and co-evolution between living and evolving technological material. Technology Recapitulates Phylogeny is both an observation I've made and a play on Ernst Haeckel's notion that "ontogeny recapitulates phylogeny," in which the ontogeny, or growth of the fetus in the womb recaps certain phylogenetic stages through which life has evolved. During gestation, humans progress from a single cell to a time when the fetus has rudiments of gills and a tail.>>
  • 44. <<In our time, with human cultural development so inextricably intertwined and dependent on technology, our existence surrounded in a strangely comfortable embryonic sack of chips and wire, it is no wonder that a relationship between technology and phylogeny seems evident. Strangely, there are now hybrid forms which one cannot readily identify as being either technological or biological. (…) Neural nets, micromachines and cybernetics are a few more contemporary examples of researchers looking to natural systems for modelling. While genetics have permitted the passing of biological heredity from parent to child, what has truly distinguished humans from our past kin is not our 100,000 year old biological selves (as indeed we reveal little biological difference to our ancient forebears), but instead the cultural memory which has followed humans in the form of cultural memory augmentation devices.>>
  • 45. <<Structurally, computers continue to develop, and seem to mimic the successive stages of development that less evolved forms have gone through, progressing from single transistors (cell) to very large scale integrated circuits (neuron) to massively parallel neural networks (brain). Many would say, that what is still lacking in computers, are the body and sensory elements that would allow computes to develop a form of consciousness. I believe we represent that body as a remote sense extension, which rejoins with the computer as information processor and integrator. We further act as that body by continually researching, manufacturing and modelling ever-faster hardware and software.>> Ken Rinaldo
  • 46.
  • 48.
  • 49.
  • 50. Mariko Mori, Birth of a Star, 1995
  • 51. Mariko Mori, Tea CerimonY III, 1995
  • 53. Mariko Mori, Wave Ufo, 2005
  • 54. Golan Levin, Messa di Voce, 2003
  • 55. <<Messa di Voce (Ital., "placing the voice") is an audiovisual performance in which the speech, shouts and songs produced by two abstract vocalists are radically augmented in real-time by custom interactive visualization software. While the voice-generated graphics thus become an instrument which the singers can perform, body-based manipulations of these graphics additionally replay the sounds of the singers' voices — thus creating a cycle of interaction that fully integrates the performers into an ambience consisting of sound, virtual objects and real-time processing.>> Golan Levin
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  • 57. Golan Levin, The Manual Imput session, 2004
  • 59. <<Dialtones is a large-scale concert performance whose sounds are wholly produced through the carefully choreographed dialing and ringing of the audience's own mobile phones. Dialtones inverts our understandings of private sound, public space, electromagnetic etiquette, and the fabric of the communications network which connects us. It is hoped that the experience of Dialtones can permanently alter the way in which its participants think about the cellular space we inhabit. If our global communications network can be thought of as a single communal organism, then the goal of Dialtones is to indelibly transform the way we hear and understand the twittering of this monumental, multicellular being.>> Golan Levin
  • 60.
  • 61. Christian Moeller, Light Blaster: Immaterial Membrane , Interactive light and sound installation, 1993
  • 62. Christian Moeller, Fuge for Piano, op. 154 Touch-sensitive music installation, Vienna. 1995
  • 63. Christian Moeller, Audio Grove , 1997
  • 65. Usman Haque, Sky Ear, 2004
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  • 78. Interaction Design Institute/ma0, La memoria degli oggetti, Milano, 2005