2. “Si dovrebbero insegnare i principi di strategia che
permettano di affrontare i rischi, l'inatteso e l'incerto,
e di modificarne l'evoluzione grazie alle informazioni
acquisite nel corso dell'azione.
Bisogna apprendere a navigare in un oceano
d'incertezze attraverso arcipelaghi di certezza.”
E.Morin
3. La PEDAGOGIA così come è io la leverei. …. Poi
forse si scoprirà che ha da dirci una cosa sola.
Che i ragazzi sono tutti diversi, sono diversi
momenti storici e ogni momento dello stesso
ragazzo, son diversi i paesi, gli ambienti, le
famiglie. Allora tutto il libro basterebbe una
paginetta che dicesse questo e il resto si
potrebbe buttare via.
Don Lorenzo Milani
4. "La didattica personalizzata sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel
Decreto legislativo 59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali,
sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano
gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il
profilo qualitativo; si può favorire, così, l’accrescimento dei punti di forza di ciascun
alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento. Nel rispetto
degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si
sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche,
tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno"
La didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di
metodologie e strategie didattiche atte a promuovere le potenzialità e il successo
formativo in ciascun alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe
concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli
interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un
apprendimento significativo, l'approccio multimodale alla conoscenza in fase di
analisi e di produzione creativa"
8. DIFFERENZIAZIONE È DIFFERENZIAZIONE NON È
Un modo di concepire l’insegnamento Un insieme di strategie
Riflessione sulle proprie pratiche
didattiche , sperimentazione, modifica,
adattamento
Compito da delegare alle autorità
Attenzione ai mutamenti degli alunni e
risposta a tali mutamenti
Qualcosa che l’insegnante fa o non fa
(es. io faccio già, io dico…)
Approccio didattico inseparabile da un
ambiente di apprendimento, un
curricolo di qualità, valutazione
autentica, gestione flessibile della
classe
Interessata all’aspetto dell’istruzione
Uso di più linguaggi Uso software per PC/tablet specifici
10. DA giusto = trattamento identico
A giusto = uguali opportunità per
crescere e costruire
11. 1
• Analisi iniziale degli stili di apprendimento preferiti
• Analisi delle modalità di lavoro preferito
• Analisi abilità trasversali e creative
2
• Attivazione routine per sostenere la differenziazione
2.a
• Avvio lavori cooperativi a coppie, autovalutazione per
immagini/emoticon/colori (seconda metà prima – seconda)
• Giochi di promozione delle abilità pro-sociali
12. 2.b
• Lavori cooperativi a gruppi di 4 con 2 o 3 regole al max;
autovalutazione per semplici criteri (terza)
2.c
• Lavori cooperativi con ruoli e modalità di lavoro produttive
obbligatorie e a scelta; autovalutazione e valutazione tra pari con
piccole rubriche di riferimento (quarta)
2.d
• Planning settimanale e gestione autonoma delle
attività individuali, di coppia o di gruppo;
autovalutazione di processo e prodotto con rubrica di
riferimento (quinta)
13. 3
•Definire tempi e modalità di lavoro
4
•Gruppi flessibili
5
•Ideazione compiti autentici
14. 6
• Definizione chiara dei ruoli dei membri del gruppo e
turnazione degli stessi (metodo Cohen)
7
• Accessibilità contenuti (prevedere 3 livelli possibili:
scritto-immagini-mappe-video-semplificazioni-…)
8
• Osservazione in itinere di punti di forza/debolezza,
abilità, capacità che ciascun alunno porta nel gruppo
15. • prioritaria quella di processo (uso rubriche di valutazione)
• autovalutazione (rubrica di riferimento)
• valutazione tra pari (indicatori di riferimento)
• prove di accertamento derivate dalle pratiche e non
determinate per indirizzare le pratiche
• definizione obiettivi chiari e specifici
• voto come comunicazione chiara della situazione
dell’alunno rispetto a un determinato obiettivo
• partire da criteri e non norme
17. • organizzati per funzione
• disposizione flessibile
• bacheche per compiti chiave, istruzioni di lavoro,
composizione gruppi
• bacheca per i suggerimenti/consigli/modelli o esempi di lavoro
• zona lettura/relax
• zona arte
• zona agorà
• zona produzione mediale
• vasche o contenitori per materiali d’uso al gruppo (fogli per
quaderni ad anelli, leggio, righelli, compassi, …)
• ….
18. • anticipazione del “cosa si fa e perché” a inizio lezione
• attività con tempi definiti
• preavviso per l’avvicinarsi dello scadere del tempo per una
attività
• ritorno a casa base (se ci si è divisi in gruppi diversi da quelli
iniziali
• chiusura con condivisione in agorà
19. C.A. Tomlinson – M.B. Imbeau, Condurre e gestire una classe eterogenea, LAS Roma
E. Cohen, Organizzare i gruppi cooperativi, Erickson
A. Cadamuro, Stili cognitivi e stili di apprendimento, Carocci
F. Pedone, Valorizzazione degli stili e promozione dell’apprendimento autoregolato, edizioni Junior
G. Blandino, Quando insegnare non è più un piacere , Raffaello Cortina Editore
E.S. Matta, L’interazione educativa e il clima positivo nel gruppo classe, LAS Roma
M. Castoldi, Progettare per competenze, Carocci
M. De Beni, Educare all’altruismo, Erickson