Il dottor Luigi Langella e il suo staff prendono in esame due farmaci di recente sintesi da usare in forme particolari di anovularietà. Ne discutono il meccanismo d'azione e l'uso clinico.
1. BROMOCRIPTINA E METERGOLINA NELLA TERAPIA
DELLA STERILITA' IPERPROLATTINEMICA
S. ANSALDI – A. CORCIONE – V. MIRANDA – A. A. ROMANO – G. VITIELLO – Luigi. Langella
Gli Autori in questo lavoro prendono in esame due farmaci di recente sintesi da usare in forme particolari di
anovularietà. Ne discutono il meccanismo d'azione e l'uso clinico.
La bromocriptina
La bromocriptina (2Br, ergogriptina metilato) è un alcaloide della segala cornuta della serie 8, 10
ergopeptidi.
L'introduzione di un atomo di Br in posizione 2 nella componente lisergica della molecola è
decisiva ai fini dell'azione ipoprolattinemizzante del farmaco.
Quest'azione è stata dimostrata in tutti i vertebrati, inclusa la donna.
Il farmaco riduce sia la secrezione di prolattina basale sia quella stimolata durante la secrezione di
Thyrotropina realising hormone, o dopo somministrazione di farmaci tipo clorpromazina tanto nel
ratto, quanto nell'uomo.
La minima dose, capace di ridurre la prolattinemia basale è di 2,5 mg. per os; tale riduzione è
determinata a partire da 1-2 ore dalla somministrazione e per la durata di 12 ore.
Il farmaco riduce la secrezione di prolattina tramite un'azione diretta a livello delle cellule
mammotrope ipofisarie probabilmente anche a livello ipotalamico, dove attraverso una stimolazione
dei recettori dopaminergici è in grado di attivare la produzione del prolacting inhibitor factor (PIF).
Si ritiene che il meccanismo di azione della bromocriptina consiste principalmente in una
stimolazione dei recettori dopaminergici tanto a livello ipofisario che a livello ipotalamico.
E' infatti noto che la secrezione di prolattina è inibita con meccanismo dopaminergico, capace di
agire sia direttamente sulle cellule mammotrope, sia tramite un'aumentata produzione di prolaction
inhibiting factor.
A)Indicazioni
Insufficienza luteinica ed iperprolattinemia.
L'iperprolattinemia è associata spesso ad insufficienza luteinica.
E' stato confermato che l'eccesso di prolattina è coinvolto nella patogenesi dell'insufficienza
luteinica e che il trattamento con CB 154 che riduce la prolattinemia comporta la ripresa ritmica
della secrezione di gonadotropine ipofisarie, la cui alterata ciclicità sembra essere alla base
dell'insufficiente produzione steroidea del corpo luteo.
E' prematuro speculare circa gli effetti diretti o indiretti esercitati dalla bromocriptina sulla
maturazione del follicolo e sulla funzione del corpo luteo: se dimostrati, tali effetti potrebbero
spiegare la discreta efficacia del CB 154 nel trattamento dell'insufficienza luteinica associata a
normoprolattinemia.
B)Induzione dell'ovulazione con bromocriptina nei microprolattinomi
La bromocriptina si dimostra un farmaco efficace nella induzione dell'ovulazione in donne portatrici
di microprolattinoma; nessuna complicanza neurologica si ha nel corso della gravidanza; unico dato
2. negativo: i livelli di prolattina circolanti risultano aumentati rispetto a quelli pregravidici nelle
pazienti portatrici di microprolattinoma.
Essendo stata stabilita una correlazione tra le dimensioni del microadenoma a livello di prolattina
circolante, si può dedurre che l'episodio gravidico, aumentando i livelli di prolattina circolante,
aumenta il volume del microadenoma.
La dose di bromocriptina da somministrare dipende dai valori della prolattinemia basale.
C)Bromocriptina nella sindrome dell'ovaio policistico
In alcuni casi di sindrome dell'ovaio policistico (PCO) è stata riscontrata la presenza di elevati
livelli di prolattina (PRL), onde l'utilità del trattamento con bromocriptina.
Infatti la terapia eseguita con tale farmaco ha condotto da un lato a una remissione della
sintomatologia periferica proprio della PCO e dall'altro anche all'eventuale regolarizzazione della
funzione ovarica; risultati sicuramente migliori di quelli ottenibili con la terapia con clomifene o
con la terapia chirurgica di resezione cuneiforme dell'ovaio policistico, valide nell'induzione della
gravidanza, ma transitorie nel loro effetto, o ancora con la terapia con antiandrogeni quali il
ciproterone acetato o con cortisonici quali desametazione: questi ultimi validi nel senso di una
riduzione e remissione sintomatologica ma soltanto dei sintomi periferici.
La terapia con bromocriptina sembra essere indicata in quei casi di PCO con iperprolattinemia ove è
stata risolutiva sia sotto l'aspetto dell'induzione dell'ovulazione sia della sintomatologia accessoria
periferica.
D) Effetti collaterali
Questi sono molto rari: essi possono consistere in ipotensione posturale, nausea, vomito, stipsi.
Metergolina
Un farmaco capace di ridurre la secrezione di prolattina similmente alla bromocriptina e per il quale
potranno probabilmente valere le stesse indicazioni terapeutiche , è la metergolina.
Il farmaco è un derivato dell'acido lisergico (8 carbossiammino) (Metil 1,6 – Dimetil ergolina
estere) e la sua azione anti prolattinica è simile a quella della bromocriptina; il suo meccanismo
d'azione è tuttavia differente, agendo esso come antagonista scrotoninergico.
Studi preliminari hanno dimostrato che la metergolina è capace di ridurre la prolattinemia e di
restaurare l'ovulazione e il flusso mestruale in alcune donne affette da amenorrea
iperprolattinemica.
La posologia consigliata è di 4 mg per 3 volte al giorno.
Effetti collaterali: sono molto rari e consistono in vertigini, cefalea, ipotensione posturale.