Stage2011 orosei-sistema solare

I
IAPSIAPS
Il sistema solare

    A. Coradini
Il Sistema Solare




Il Sistema Solare e' un insieme di corpi celesti in rotazione attorno al Sole.
Ne fanno parte, oltre al Sole stesso, 8 pianeti, 2 pianeti nani, 61 grandi
satelliti, alcune migliaia di asteroidi, ed un numero imprecisato di comete.
Partendo dal Sole, troviamo per primi i pianeti interni, Mercurio e Venere, poi
la Terra e infine i pianeti esterni: Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno.
Tra l'orbita di Marte e quella di Giove c'e' la fascia degli asteroidi.
Il declassato Plutone
Il Sistema Solare: la dinamica
                    Dal punto di vista
                    dinamico, il Sistema
                    Solare e' un insieme
                    ordinato e stabile.
                    Tutti i pianeti
                    ruotano nello stesso
                    verso, cioe' in senso
                    antiorario rispetto ad
                    un ipotetico
                    osservatore posto
                    sul polo nord del
                    Sole
Sistema Solare: le dimensioni
L'estensione totale del Sistema Solare e' di circa 6
miliardi di Km, pari a 39,3 U.A. (Distanza Terra
Sole).
I corpi del Sistema Solare occupano in realta' un
volume molto piccolo rispetto alle dimensioni
complessive.
 Il Sistema Solare e' quindi quasi "vuoto“.
Se il Sole avesse il diametro di 1 m, la Terra sarebbe
di un pisello a 108 metri dal Sole, Giove sarebbe
un'arancia, posta a 550 metri, e Plutone disterebbe 4
km e sarebbe meno di 1 mm di diametro
Pianeti: due
    famiglie
 La densità dei corpi
planetari decresce
sensibilmente ma mano
che ci si allontana dal
Sole, mentre le dimensioni
e le masse aumentano.
Questo andamento
regolare suggerisce di
suddividere i pianeti in due
famiglie.
– i pianeti terrestri (o interni)
– i pianeti giganti (o esterni)
Perché?
Le differenze tra i pianeti terrestri e giganti gassosi possono
trovare una spiegazione nel fatto che nella nebulosa
protoplanetaria (la nube di materia che circondava il Sole
e da cui si formarono i pianeti) la temperatura era
maggiore vicino al Sole e dunque era possibile la
condensazione degli elementi poco volatili(in genere i più
pesanti), mentre gli altri erano spinti verso l'esterno dalla
radiazione solare.
Anche la distribuzione delle distanze mostra una certa
regolarità: ciascun pianeta si trova grosso modo ad una
distanza doppia di quello che lo precede.
L’ipotesi della nebulosa si rafforza  i dischi di gas e
polvere che circondano le stelle giovani hanno temperature
decrescenti verso l’esterno
La Materia Primordiale
              L’angolo
               dell’Universo che
               chiamiamo casa, il
               nostro sistema
               solare, si formò circa
               4.6 miliardi di anni
               fa da materia che
               ruotava lentamente
               attorno al Sole
Il mezzo
            interstellare
 La materia è distribuita
nell'universo in molti modi, nelle
stelle, e come materia diffusa, il
mezzo interstellare.
 Il gas interstellare è composto
principalmente da idrogeno ed elio,
ma sono presenti anche piccole
quantità di carbonio, azoto ed
ossigeno.
 Forgiati nel nucleo di stelle
antiche, questi elementi pesanti si
combinano, se le condizioni lo
permettono, in un'ampia gamma di
molecole.
 Quelle molecole sono forse
ancora presenti nel Sistema Solare,
almeno nelle zone più fredde
 Gli elementi pesanti, un tempo
sotto forma di grani, sono ancora
nascosti nei pianeti terrestri e
..forse nei nuclei ei pianeti gioviani
L’astrochimica




Molecole sono state osservate in tutti gli ambienti astrofisici, dalle
galassie più antiche alle comete, ai satelliti dei pianeti giganti.
Le molecole sono una specie di sonda che ci permette di investigare quali
siano le condizioni termodinamiche delle regioni di formazione.  Spettri
Lo spazio interstellare è un vero e proprio laboratorio in cui agiscono anche
processi che sono stati presenti forse sulla terra primordiale.
Dischi di Accrescimento: una fase
             “calda”
Disco di accrescimento
Sequenze di condensazione




Gli ingredienti del sistema solare cadono nelle seguenti categorie:
Metalli: ferro, nichel, alluminio. Essi condensano a T~1,600 K ed ammontano
a ~ 0.2% del disco
Rocce: minerali ricchi in silice che condensano a T=500-1,300 K (0.4% del disco).
Ghiacci: composti idrogenati, come il metano (CH4), l’ammoniaca
(NH3),l’acqua (H2O) che condensa a T<~150 K ed ammontano a ~ 1.4% del
disco.
 Gas: idrogeno ed elio che non condensano mai nel disco ed ammontano a ~
98% in massa.
La condensazione
I “semi” per il processo di condensazione sono i
grani sopravvissuti alla alte temperature del
disco.
Su di essi, al decrescere della temperatura, si
condensarono ( forse) molecole che formarono sui
grani gocce di materiale, che successivamente
solidificò.
Nelle zone interne solo i composti di temperatura
più alta riuscirono a solidificare
La polvere ebbe un ruolo importante nel processo
di formazione planetaria
Condrule
• Si sono formate 4.55 Milioni di anni fa in un
intervallo di 107 anni
• Sono state scaldate 1500-2000 K e
raffreddate in pooche
•Non si trovano sulla Luna
•Che cosa le ha generate: fusione da
impatto?alte temperature nella nebulosa
solare primordiale?
Dai dischi ai pianeti.. Una lunga
              storia
                          Disco Condrule




                   Instabilità o
                   accrescimento




                    Planetesimi ed Embrioni
Stage2011 orosei-sistema solare
Formazione dei pianeti Terresti: un
         passato cancellato




Le fasi successive del processo di formazione debbono spiegare come da
un insieme di planetesimi, la cui composizione presumibilmente
rispecchiava quella delle condriti carboniose, si passa a corpi di
grandi dimensioni fortemente differenziati, come i pianeti terrestri.
 – crescita gerarchica dei planetesimi;
 – crescita finale attraverso mpatti non completamente distruttivi.
In the beginning there were planetesimals… then
               “embryos”…then planets




< meters




               kilometers




                       Lunar (1 AU)-to-Mars (2 AU) sized
Una Storia Violenta : impatti
 delle dimensioni di Marte
Che accade dopo?
  Il pianeta contiene
  elementi radioattivi che si
  scaldano rilasciando
  calore
  Si forma un oceano di
  magma
  Il materiale più denso
  forma il nucleo  ancora
  calore!
  Il materiale riscaldato,
  più leggero sale
  Formazione di”Plumes”
  Nasce la geologia
Simulazioni delle “Plumes”
La convezione al lavoro!
Per gli altri pianeti vale?
               Per la Luna si!
               .. E con qualche
               difficoltà per Marte!
I giganti




Giove ha un nucleo interno roccioso di 10- 15 masse
terrestri
Saturno ha un nucleo anche maggiore (15-20 ?)
Urano e Nettuno  mondi di ghiaccio
Esiste ancora una materia
primordiale nel Sistema Solare?

Tre riserve
 – Cintura Asteroidale 
        – Materia “solida” ricca in silicati, parzialmente riprocessata
          nell’evoluzione della nebulosa solare primordiale
 – Fascia di Kuiper
                Comete di Corto Periodo: oggetti ricchi in ghiacci,volatili e
                materiale organico, rapprentativi dei planetesimi formatisi
                nelle regioni esterne del Sistema Planetario
 – Nube di Oort
                Comete di Lungo Periodo: oggetti ricchi in ghiacci e
                materiale organico rappresentativi delle zone di formazione
                di Giove ( solo parzialmente),Saturno, Urano e Nettuno
•Rossi Asteroidi con perielio
inferiore a 1.3 AU
•Verdi  astroidi della fascia
principale
•Blu scuro  Troiani
•Blu chiaro  Comete
La Missione Near: “atterrare” su
          un asteroide




•Un denso strato di polvere di 90 metri su di un asteroide di 33 x 13 x 13 Km!
•Un interno completamente fratturato
Allontaniamoci.. Comete dunque!
Le Comete Stele di Rosetta
               Una immagine della stele di
               Rosetta sulla quale era
               presente la stessa iscrizione
               in greco, demiotico e
               geroglifico.
               Il materiale cometario
               dovrebbe permettere di
               interpretare le relazioni tra
               la materia primordiale del
               Sistema Solare ed il mezzo
               interstellare
Le comete:palle di neve sporca?
Le comete sono diverse tra loro in forma e dimensione
cosi’ come nel comportamento, a volte caratterizzato da
intensa attività, altre volte da un andamento
sporadico.
Usualmente esse sviluppano una “nube” di materiale
diffuso- la coma- che cresce in dimensione e luminosità
al loro avvicinarsi al Sole. Più tardi, esse sviluppano
una enorme coda che si estende in direzione antisolare.
Il nucleo cometario e’ piccolo, normalmente di meno di
10 Km di diametro. Lontano dal sole il nucleo
cometario non e’ facilmente osservabile, essendo scuro e
freddo
19P/Borrelly
                                                                              Polvere




•This is a composite of images acquired by NASA's Deep Space 1 spacecraft, showing
some of the features in comet Borrelly's coma, dust jets, and nucleus. The range to the
comet in this view is about 4800 kilometers (3000 miles).
•Borrelly's nucleus is about 8 kilometers (5 miles) end-to-end so the field of view is about 40
kilometers (25 miles) on each side.
Osservare da vicino una cometa e
“catturarne” i segreti  missione star
                 dust
Wild 2




Wild 2 ripresa dalla camera di navigazione della
missione Stardust durante il periodo di massimo
avvicinamento ( 2 Gennaio 2004)
Immagine presa dalla distanza 500 km
(esposizione di 10-millisecondi)
Deep impact: distruggere per
      vedere l’interno!
                •La cometa è stata bombardata
                con un proiettile di rame
                •Si è creato un nuovo cratere
Gli Strumenti Scientifici dell’ Orbiter

                    OSIRIS: Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System (H.U
                    Keller, Germania)

                    ALICE: Ultraviolet Imaging Spectrometer (S.A. Stern, USA)

                    VIRTIS: Visible and Infrared Thermal Imaging
                    Spectrometer (A. Coradini, Italia)

                    MIRO: Microwave Instrument for the Rosetta
                    Orbiter (S. Gulkis, USA)

                    ROSINA: Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis (H.
                    Balsiger, Svizzera)

                    COSIMA: Cometary Secondary Ion Mass
                    Analyser (J. Kissel, Germania)

                    MIDAS: Micro-Imaging Dust Analysis System W. Riedler, Austria)

                    CONSERT: Comet Nucleus Sounding (W. Kofman, Francia)

                    GIADA: Grain Impact Analyser and Dust Accumulator (L. Colangeli, Italia)

                    RPC: Rosetta Plasma Consortium

                    RSI: Radio Science Investigation (M. Pätzold, Germania)
Atterrare su una cometa
             Una volta raggiunta la
             cometa, la navicella
             Rosetta si inserira’ in un’
             orbita polare attorno alla
             cometa.
             Eseguirà dapprima una
             dettagliata mappa della
             superficie e, successivamente,
             rilascerà un lander, che si
             ancorerà alla cometa
             eseguendo misure in situ.
Raggiungere Plutone
Stage2011 orosei-sistema solare
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Stage2011 orosei-sistema solare

  • 1. Il sistema solare A. Coradini
  • 2. Il Sistema Solare Il Sistema Solare e' un insieme di corpi celesti in rotazione attorno al Sole. Ne fanno parte, oltre al Sole stesso, 8 pianeti, 2 pianeti nani, 61 grandi satelliti, alcune migliaia di asteroidi, ed un numero imprecisato di comete. Partendo dal Sole, troviamo per primi i pianeti interni, Mercurio e Venere, poi la Terra e infine i pianeti esterni: Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno. Tra l'orbita di Marte e quella di Giove c'e' la fascia degli asteroidi.
  • 4. Il Sistema Solare: la dinamica Dal punto di vista dinamico, il Sistema Solare e' un insieme ordinato e stabile. Tutti i pianeti ruotano nello stesso verso, cioe' in senso antiorario rispetto ad un ipotetico osservatore posto sul polo nord del Sole
  • 5. Sistema Solare: le dimensioni L'estensione totale del Sistema Solare e' di circa 6 miliardi di Km, pari a 39,3 U.A. (Distanza Terra Sole). I corpi del Sistema Solare occupano in realta' un volume molto piccolo rispetto alle dimensioni complessive. Il Sistema Solare e' quindi quasi "vuoto“. Se il Sole avesse il diametro di 1 m, la Terra sarebbe di un pisello a 108 metri dal Sole, Giove sarebbe un'arancia, posta a 550 metri, e Plutone disterebbe 4 km e sarebbe meno di 1 mm di diametro
  • 6. Pianeti: due famiglie La densità dei corpi planetari decresce sensibilmente ma mano che ci si allontana dal Sole, mentre le dimensioni e le masse aumentano. Questo andamento regolare suggerisce di suddividere i pianeti in due famiglie. – i pianeti terrestri (o interni) – i pianeti giganti (o esterni)
  • 7. Perché? Le differenze tra i pianeti terrestri e giganti gassosi possono trovare una spiegazione nel fatto che nella nebulosa protoplanetaria (la nube di materia che circondava il Sole e da cui si formarono i pianeti) la temperatura era maggiore vicino al Sole e dunque era possibile la condensazione degli elementi poco volatili(in genere i più pesanti), mentre gli altri erano spinti verso l'esterno dalla radiazione solare. Anche la distribuzione delle distanze mostra una certa regolarità: ciascun pianeta si trova grosso modo ad una distanza doppia di quello che lo precede. L’ipotesi della nebulosa si rafforza  i dischi di gas e polvere che circondano le stelle giovani hanno temperature decrescenti verso l’esterno
  • 8. La Materia Primordiale L’angolo dell’Universo che chiamiamo casa, il nostro sistema solare, si formò circa 4.6 miliardi di anni fa da materia che ruotava lentamente attorno al Sole
  • 9. Il mezzo interstellare La materia è distribuita nell'universo in molti modi, nelle stelle, e come materia diffusa, il mezzo interstellare. Il gas interstellare è composto principalmente da idrogeno ed elio, ma sono presenti anche piccole quantità di carbonio, azoto ed ossigeno. Forgiati nel nucleo di stelle antiche, questi elementi pesanti si combinano, se le condizioni lo permettono, in un'ampia gamma di molecole. Quelle molecole sono forse ancora presenti nel Sistema Solare, almeno nelle zone più fredde Gli elementi pesanti, un tempo sotto forma di grani, sono ancora nascosti nei pianeti terrestri e ..forse nei nuclei ei pianeti gioviani
  • 10. L’astrochimica Molecole sono state osservate in tutti gli ambienti astrofisici, dalle galassie più antiche alle comete, ai satelliti dei pianeti giganti. Le molecole sono una specie di sonda che ci permette di investigare quali siano le condizioni termodinamiche delle regioni di formazione.  Spettri Lo spazio interstellare è un vero e proprio laboratorio in cui agiscono anche processi che sono stati presenti forse sulla terra primordiale.
  • 11. Dischi di Accrescimento: una fase “calda”
  • 13. Sequenze di condensazione Gli ingredienti del sistema solare cadono nelle seguenti categorie: Metalli: ferro, nichel, alluminio. Essi condensano a T~1,600 K ed ammontano a ~ 0.2% del disco Rocce: minerali ricchi in silice che condensano a T=500-1,300 K (0.4% del disco). Ghiacci: composti idrogenati, come il metano (CH4), l’ammoniaca (NH3),l’acqua (H2O) che condensa a T<~150 K ed ammontano a ~ 1.4% del disco. Gas: idrogeno ed elio che non condensano mai nel disco ed ammontano a ~ 98% in massa.
  • 14. La condensazione I “semi” per il processo di condensazione sono i grani sopravvissuti alla alte temperature del disco. Su di essi, al decrescere della temperatura, si condensarono ( forse) molecole che formarono sui grani gocce di materiale, che successivamente solidificò. Nelle zone interne solo i composti di temperatura più alta riuscirono a solidificare La polvere ebbe un ruolo importante nel processo di formazione planetaria
  • 15. Condrule • Si sono formate 4.55 Milioni di anni fa in un intervallo di 107 anni • Sono state scaldate 1500-2000 K e raffreddate in pooche •Non si trovano sulla Luna •Che cosa le ha generate: fusione da impatto?alte temperature nella nebulosa solare primordiale?
  • 16. Dai dischi ai pianeti.. Una lunga storia Disco Condrule Instabilità o accrescimento Planetesimi ed Embrioni
  • 18. Formazione dei pianeti Terresti: un passato cancellato Le fasi successive del processo di formazione debbono spiegare come da un insieme di planetesimi, la cui composizione presumibilmente rispecchiava quella delle condriti carboniose, si passa a corpi di grandi dimensioni fortemente differenziati, come i pianeti terrestri. – crescita gerarchica dei planetesimi; – crescita finale attraverso mpatti non completamente distruttivi.
  • 19. In the beginning there were planetesimals… then “embryos”…then planets < meters kilometers Lunar (1 AU)-to-Mars (2 AU) sized
  • 20. Una Storia Violenta : impatti delle dimensioni di Marte
  • 21. Che accade dopo? Il pianeta contiene elementi radioattivi che si scaldano rilasciando calore Si forma un oceano di magma Il materiale più denso forma il nucleo  ancora calore! Il materiale riscaldato, più leggero sale Formazione di”Plumes” Nasce la geologia
  • 23. La convezione al lavoro!
  • 24. Per gli altri pianeti vale? Per la Luna si! .. E con qualche difficoltà per Marte!
  • 25. I giganti Giove ha un nucleo interno roccioso di 10- 15 masse terrestri Saturno ha un nucleo anche maggiore (15-20 ?) Urano e Nettuno  mondi di ghiaccio
  • 26. Esiste ancora una materia primordiale nel Sistema Solare? Tre riserve – Cintura Asteroidale  – Materia “solida” ricca in silicati, parzialmente riprocessata nell’evoluzione della nebulosa solare primordiale – Fascia di Kuiper Comete di Corto Periodo: oggetti ricchi in ghiacci,volatili e materiale organico, rapprentativi dei planetesimi formatisi nelle regioni esterne del Sistema Planetario – Nube di Oort Comete di Lungo Periodo: oggetti ricchi in ghiacci e materiale organico rappresentativi delle zone di formazione di Giove ( solo parzialmente),Saturno, Urano e Nettuno
  • 27. •Rossi Asteroidi con perielio inferiore a 1.3 AU •Verdi  astroidi della fascia principale •Blu scuro  Troiani •Blu chiaro  Comete
  • 28. La Missione Near: “atterrare” su un asteroide •Un denso strato di polvere di 90 metri su di un asteroide di 33 x 13 x 13 Km! •Un interno completamente fratturato
  • 30. Le Comete Stele di Rosetta Una immagine della stele di Rosetta sulla quale era presente la stessa iscrizione in greco, demiotico e geroglifico. Il materiale cometario dovrebbe permettere di interpretare le relazioni tra la materia primordiale del Sistema Solare ed il mezzo interstellare
  • 31. Le comete:palle di neve sporca? Le comete sono diverse tra loro in forma e dimensione cosi’ come nel comportamento, a volte caratterizzato da intensa attività, altre volte da un andamento sporadico. Usualmente esse sviluppano una “nube” di materiale diffuso- la coma- che cresce in dimensione e luminosità al loro avvicinarsi al Sole. Più tardi, esse sviluppano una enorme coda che si estende in direzione antisolare. Il nucleo cometario e’ piccolo, normalmente di meno di 10 Km di diametro. Lontano dal sole il nucleo cometario non e’ facilmente osservabile, essendo scuro e freddo
  • 32. 19P/Borrelly Polvere •This is a composite of images acquired by NASA's Deep Space 1 spacecraft, showing some of the features in comet Borrelly's coma, dust jets, and nucleus. The range to the comet in this view is about 4800 kilometers (3000 miles). •Borrelly's nucleus is about 8 kilometers (5 miles) end-to-end so the field of view is about 40 kilometers (25 miles) on each side.
  • 33. Osservare da vicino una cometa e “catturarne” i segreti  missione star dust
  • 34. Wild 2 Wild 2 ripresa dalla camera di navigazione della missione Stardust durante il periodo di massimo avvicinamento ( 2 Gennaio 2004) Immagine presa dalla distanza 500 km (esposizione di 10-millisecondi)
  • 35. Deep impact: distruggere per vedere l’interno! •La cometa è stata bombardata con un proiettile di rame •Si è creato un nuovo cratere
  • 36. Gli Strumenti Scientifici dell’ Orbiter OSIRIS: Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System (H.U Keller, Germania) ALICE: Ultraviolet Imaging Spectrometer (S.A. Stern, USA) VIRTIS: Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer (A. Coradini, Italia) MIRO: Microwave Instrument for the Rosetta Orbiter (S. Gulkis, USA) ROSINA: Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis (H. Balsiger, Svizzera) COSIMA: Cometary Secondary Ion Mass Analyser (J. Kissel, Germania) MIDAS: Micro-Imaging Dust Analysis System W. Riedler, Austria) CONSERT: Comet Nucleus Sounding (W. Kofman, Francia) GIADA: Grain Impact Analyser and Dust Accumulator (L. Colangeli, Italia) RPC: Rosetta Plasma Consortium RSI: Radio Science Investigation (M. Pätzold, Germania)
  • 37. Atterrare su una cometa Una volta raggiunta la cometa, la navicella Rosetta si inserira’ in un’ orbita polare attorno alla cometa. Eseguirà dapprima una dettagliata mappa della superficie e, successivamente, rilascerà un lander, che si ancorerà alla cometa eseguendo misure in situ.