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Linguaggio e Comunicazione

Ramona Bongelli
Il linguaggio e la comunicazione: testi di
riferimento slides
Belelli,

G., Di Nuovo, S., Matarazzo O, (2006) (a
cura di) Psicologia Generale, Idelson-Gnocchi,
Napoli.
Cacciari,C. (2001), Psicologia del linguaggio, Il
Mulino, Bologna.
Canestrari, R. (1984), Psicologia generale e
dello sviluppo, Clueb, Bologna.
Di Giovanni, P (2007)
Zuczkowski, A. (1995) Strutture dell’esperienza
e strutture del linguaggio, CLUEB, Bologna.

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Sebbene…
IL LINGUAGGIO sia l’insieme dei fenomeni di
comunicazione e di espressione che si
manifestano sia nel mondo umano sia fuori di
esso (oltre al linguaggio verbale dell’uomo
esistono infatti linguaggi artificiali creati
dall’uomo stesso e linguaggi animali: cfr. la
danza delle api o i messaggi di pericolo lanciati
da un individuo di un gruppo animale agli altri
esemplari della stessa specie)

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Tuttavia…
Il linguaggio costituisce la capacità che più
di altre caratterizza la specie umana (il
linguaggio è tipicamente umano) anche in
virtù del fatto che si è concretamente e
storicamente manifestata nelle lingue.
L’italiano, il francese, l’inglese, tutte le
lingue del mondo, si chiamano lingue
storico-naturali

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Pensiero - linguaggio

1.
2.

3.

Relativamente al complesso rapporto tra lo sviluppo del
pensiero, da un lato, e l’acquisizione del linguaggio,
dall’altro, il dibattito, aperto su numerosi fronti, può essere
ricondotto sostanzialmente a tre posizioni:
da un lato la posizione di chi considera pensiero e
linguaggio come due facoltà – parzialmente- autonome;
dall’altro quanti, invece, sostengono che la struttura del
pensiero sia plasmata dalle strutture del linguaggio (a
far sviluppare la mente è stato il linguaggio);
da ultimo la posizioni di chi ritiene che sia il pensiero a
strutturare il nostro modo di parlare (il linguaggio è un
prodotto della mente)
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Prima posizione
Per Vygotskij (anni trenta):funzionamento pensiero è
indipendente e più complesso di quello del linguaggio.
Per lo psicologo russo tre relazioni pensiero/linguaggio:
a) Pensiero non verbalizzato: il linguaggio interiore
(trasformazione del linguaggio egocentrico dei bambini);
b) Il linguaggio esterno (con funzioni relazionali e
referenziali);
c) Il linguaggio non intellettuale, privo di pensiero
(ripetere una parte senza comprendere il significato).

Psicologia della Comunicazione
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Seconda posizione
Linguaggio dà forma al pensiero
Ipotesi del relativismo e determinismo linguistico di
Sapir(linguista) e Whorf(antropologo)

La forma del linguaggio determina la struttura dei
processi di pensiero, modificando il modo in cui
percepiamo le cose e le ricordiamo(il sistema linguistico
dà forma alle idee)

Psicologia della Comunicazione
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 Relativismo

linguistico = le lingue segmentano il mondo e si
applicano agli oggetti diversamente;

 Determinismo

linguistico = forma e caratteristiche del
linguaggio determinano il modo in cui pensiamo.

 Dopo

l’incontro con Sapir, Whor fsi dedica allo studio della
lingua hopi(lontano parente dell’azteco). La lingua hopi
delinea un tipo di fisica diverso dal nostro imponendo ad essi
di osservare certi fenomeni e non altri e, quindi, di
denominarli e di classificarli in un certo modo, piuttosto, che
in altri possibili.
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
“l’Hopi ha solo un nome per indicare tutto ciò che
vola…In realtà gli hopi chiamano un insetto, un
aereoplano e un aviatore tutti con lo stesso nome e non
trovano in questo nessuna difficoltà...”
(B. L.Whorf, Language, thought, and reality, Wiley,
New York, 1956)

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
 Ad

oggi non esistono prove a sufficienza per determinare se
differenze lessicali strutturino una stessa esperienza in
modo diverso

 Secondo

Job e Rumiati(1988): il linguaggio non determina il
pensiero; a differenze linguistiche non corrispondono
sistematiche differenze percettivo-cognitive
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
 Secondo

Whorf gli hopi, non avendo parole e costruzioni
grammaticali per denotare esplicitamente il tempo, ne
avrebbero una concezione diversa rispetto a chi, come noi, ne
ha una tripartizione in passato, presente, futuro, marcata anche
linguisticamente(cfr. le voci verbali)

 l’antropologo

Malotki smentisce questo fatto: gli hopi hanno
espressioni linguistiche per denotare porzioni di tempo e
impiegherebbero anche metafore sul tempo).

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Secondo Whorf gli individui segmentano e
categorizzano il reale in base alle strutture
linguistiche fornite loro dalle rispettive lingue
madri (esempio degli eschimesi e dei 21
diversi termini per designare il colore bianco
della neve)
Nostro pensiero e percezione della realtà
dipendono dalla lingua in uso nella nostra
cultura
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Terza posizione
Il

linguaggio è un prodotto della mente. I
processi di pensiero influenzano la
struttura del linguaggio

Psicologia della Comunicazione
2009_2010


Sebbene non sia possibile dare soluzione al dilemma
pensiero/linguaggio
(né
filogeneticamente
né
ontogeneticamente) è indubbio che:



gli alti livelli di intenzionalità, di coscienza, di ragionamento,
di astrazione ecc. dell’uomo sono in qualche modo legati
al linguaggio;

(cfr. Di Giovanni 2007, pp. 158-159)

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Numerose

sono le discipline che si
occupano di linguaggio: linguistica, filosofia
del linguaggio, psicologia ecc.

Contributi

allo studio psicologico del
linguaggio anche da discipline diverse dalla
psicologia come, per l’appunto, la linguistica e
la filosofia del linguaggio
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
La linguistica di N.Chomsky
Contributo

di Chomsky(1965/1970) non solo in
ambito linguistico ma anche in ambito
psicolinguistico.
Secondo l’Autore la Linguistica è una
disciplina empirica che si occupa dei giudizi che i
parlanti di una lingua danno sulla correttezza o
meno delle frasi della stessa.
Scopo della linguistica = spiegare quali sono
le regole che un parlante usa per formulare tali
giudizi

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Chomski contro
a)

La teoria comportamentista, secondo cui la
lingua madre è appresa per imitazione (S-R e
rinforzi): l’apprendimento del linguaggio basato
esclusivamente sull’esperienza (nessuna
competenza linguistica innata);

b)

Piaget, per il quale lo sviluppo del linguaggio
è costruttivo e procede parallelamente allo
sviluppo del pensiero
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Per Chomsky
Ambiente

+ esperienza insufficienti a spiegare la
ricchezza e la complessità dello sviluppo
linguistico
Esisterebbe, al contrario, una predisposizione
innata–patrimonio genetico comune alla specie
umana –ad acquisire qualsiasi lingua (Language
acquisition device, LAD):
“L’uomo apprende a parlare come l’uccello a
cantare e a nidificare”
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Innatismo
Non nel senso del
possesso di abilità
innate come se il
soggetto
nascesse
con una
qualche
forma di conoscenza
pregressa

Ma
nel
senso
dell’esistenza
di
vincoli biologici che
guidano lo sviluppo
linguistico

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Oggi ampiamente accettato che il linguaggio non venga
appreso solo sulla base dell’esperienza poiché:
1.

siamo in grado di produrre frasi mai udite prima;

2.

lo sviluppo linguistico avviene in un periodo relativamente
breve (come vedremo);

3.

lo sviluppo linguistico ha caratteristiche universali comuni
a tutte le lingue

Psicologia della Comunicazione
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cfr gli ipercorrettismi comuni a tutte le
lingue: bambini non si limitano a ripetere ed
imitare, bensì acquisiscono regole di cui non
sono in grado di conoscere tutte le
eccezioni: Che facete?

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Un concetto cardine della teoria chomskiana la
differenza tra
Competenza

= insieme di conoscenze
linguistiche che P/A ideale deve possedere per
produrre e comprendere n. potenzialmente
infinito di frasi della sua lingua;

Esecuzione

= manifestazioni linguistiche reali
del soggetto. Esecuzione determinata da
competenza e da fattori extralinguistici
(percezione, attenzione ecc.)
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
La sua linguistica è generativo
trasformazionale perché mira ad
individuare le regole attraverso cui:
a.

le frasi vengono generate;

b.

le frasi vengono trasformate da attive in
passive, interrogative, negative

Psicologia della Comunicazione
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Aspetto creativo del linguaggio
Scopo di Chomsky = individuare le regole linguistiche che permettono
l’uso creativo della lingua, ossia la produzione e la comprensione di n.
potenzialmente infinito di frasi corrette mai prodotte e/o udite prime

La creatività di cui parla Chomsky è, dunque, una creatività governata da
regole
La ricorsività strutturale spiega la creatività della lingua, es.,la struttura:
soggetto + verbo tr.+ compl. (pur con contenuti diversi ) può essere
ripetuta:

Il ragazzo compra un biglietto perché la nonna prende il treno

Psicologia della Comunicazione
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n. finito di regole +
n. finito di parole =
n. infinito di frasi

Psicologia della Comunicazione
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Critiche a Chomsky
Modello

di grammatica astratto;
Non tiene conto degli aspetti contestuali
per focalizzarsi sugli aspetti sintattici del
linguaggio

Psicologia della Comunicazione
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Psicolinguistica (1953)

Disciplina sperimentale che studia i processi che sottostanno alla
comprensione e produzione del linguaggio parlato e scritto.
Alcuni problemi fondamentali affrontati dalla psicolinguistica:


Acquisizione del linguaggio (I) ;



Comprensione del linguaggio (II);



Produzione del linguaggio (III);

Psicologia della Comunicazione
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ACQUISIZIONE (lingua orale)
L’acquisizione

delle competenze linguistiche è
un processo continuo (di cambiamenti e
consolidamenti) sebbene numerosi studi si
siano focalizzati esclusivamente sullo sviluppo di
tali competenza nei primi anni di vita
Successione abbastanza regolare (sebbene
diversità individuali):

Psicologia della Comunicazione
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Tappe sviluppo linguistico
1)

Competenze preverbali: neonati e
predilezione per la voce della mamma. 3-5
settimane piangono e riescono a mettere in
atto gesti per attirare la sua attenzione.

Intenzionalità comunicativa e
protoconversazioni

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2009_2010
Tappe sviluppo linguistico


2) Verso i 5 mesi balbettio (sembra servire per sviluppare il
controllo dei meccanismi del parlato; è universale e caratterizzato
dalla ripetizione di suoni composti da consonate e vocale)



3)Tra 4° e 6° mese compare la lallazione (lallazioni diverse a
seconda della lingua di appartenenza: apprendimento della tonalità)



4)Fine del 1°anno di vita: compaiono le prime parole olofrasi
(parole singole usate come frasi. Inizialmente le parole pronunciate
in presenza dell’oggetto al quale sono riferite. In breve tempo
impara ad utilizzare parole indipendentemente dalla presenza
dell’oggetto a cui si riferisce)

Psicologia della Comunicazione
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Tappe sviluppo linguistico
5)18-24

mesi: linguaggio telegrafico :
combinazione di 2 o 3 parole: fuori mamma
andare; no piace; tutto io Lunghezza, complessità
e correttezza aumentano (aumento rapido e
consistente del vocabolario);
6) 3 anni e fenomeni di ipercorrettismi
7)4-5 anni: padrone di strutture sintattiche
complesse; enorme sviluppo semantico e
lessicale

Psicologia della Comunicazione
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II.COMPRENSIONE (orale)
 Capire

un discorso è complesso e richiede attivazione
di più capacità

Il cane rincorre il gatto
 Per poter comprendere correttamente la frase occorre:
segmentare correttamente il continuum di suoni per
isolare le diverse parole;
 attribuire un significato alle parole;
 analizzare la struttura sintattica al cui interno
compaiono tali parole


Psicologia della Comunicazione
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I 3 STADI DELLA COMPRENSIONE
PERCETTIVO
Riconoscere parole

SEMANTICO
Attribuire significato
alle parole
Analizzare la struttura
sintattica

SINTATTICO

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Stadio percettivo



Problema della segmentazione del continuum discorsivo
Problema della non invarianza : il suono delle
consonanti è spesso influenzato dalle vocali che le
seguono (ca-ce)
Uno dei modi in cui trattiamo i 2 problemi è l’uso delle
informazioni contestuali

(Pollacke Pickett, 1964, solo il 47% delle parole
riconosciute quando erano presentate da sole)

audioregistrate

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Tra le teorie percettive
Teoria della coorte (Marlsen-Wilsone Tyler,
1980): quando si ascolta la prima parte di una
parola, tutte le parole che l’A conosce e che
iniziano con quella sequenza di suoni si attivano
nella memoria (coorte dell’inizio della parola). In
seguito, le parole di questa coorte vengono
eliminate gradualmente. Ad un certo punto
rimane una sola parola possibile

Psicologia della Comunicazione
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Stadio semantico
La

maggior parte delle parole ha un nucleo
centrale di significato; tuttavia gli aspetti precisi
del significato di una parola dipendono dal
contesto della frase.
Il significato preciso attribuito ad una
parola è spesso influenzato dal contesto e
dal co-testo (costituito dalla frase in cui la
parola è inserita)
Psicologia della Comunicazione
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Esercizio n. 1
“è

caduto il caffè, prendi il mocio”
“è caduto il caffè, prendi la scopa”
“è caduto il caffè, riponilo sullo scaffale”
J. P. Gee, 2005.

Psicologia della Comunicazione
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Esercizio n. 2 (T.Magro)
Si provi a pensare ai significati che può avere l’espressione:
“hai del miele a casa?”nei seguenti due contesti:
1.

Sto parlando al telefono con P che vuole invitarmi a
casa sua. Rispondo che sono ammalato e che ho una
tosse molto forte. Mi chiede se ho del miele.

2.

Sto parlano al telefono con un amico che mi dice di far
fatica a dormire perché lo disturba una forte tosse. Poi
mi chiede se ho del miele a casa

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Stadio sintattico

-

L’analisi sintattica prende in considerazione
l’ordine delle parole ed altre informazioni per
definire:
qual è l’oggetto,
qual è il soggetto;
qual è l’azione relativa al soggetto e all’oggetto;
la categoria grammaticale di appartenenza di ogni
parola(nome, verbo, aggettivo, avverbio)

Psicologia della Comunicazione
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I P. forniscono segnali utili a comprendere la struttura sintattica: i
segnali prosodici che si basano su variazioni del tono, dell’accento,
della durata dell’eloquio:

Vecchi uomini e donne passeggiavano nel parco
frase ambigua. Se intende dire che le donne non sono vecchie,
allora le parole Vecchi uomini tenderanno ad avere una durata breve
e saranno seguite da una pausa, mentre la sillaba su cui cade
l’accento in donne sarà enfatizzata

(Belelli, G., Di Nuovo, S., Matarazzo O, 2006, pp. 269-270)
Psicologia della Comunicazione
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Una vecchia porta
degli assi
Inizialmente naturale interpretare porta come
sostantivo, ma il resto della frase indica che si tratta di
un verbo.
Fraziere Rayner(1982): struttura sintattica iniziale no
influenzata dal significato della frase; tuttavia, le decisioni
sintattiche iniziali possono essere riviste in base a fattori
semantici
Psicologia della Comunicazione
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Esercizio n. 3 (T.Magro)
Comprensione di un discorso affidata:
- alla struttura;
- alle conoscenze del contesto fisico-sociale e
culturale in cui si inserisce un discorso
- Si leggano le frasi seguenti e ci si soffermi a
riflettere su ciò che si sa e sulle aspettative
ricavabili dalle conoscenze via via acquisite:

Psicologia della Comunicazione
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• Si accorse di essere in ansia mentre si preparava
per l’imminente esame.
• Non aveva mai preparato un esame prima di allora
e non era certo di averlo costruito in modo idoneo
alla valutazione della conoscenza degli studenti.
• Era un po’ infastidito dal fatto che il preside gli
avesse perfino chiesto di preparare l’esame.
• Non si dovrebbe affidare il compito di preparare
un esame ad un ricercatore, anche se i professori
sono in sciopero.
Psicologia della Comunicazione
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È

evidente che la comprensione del discorso
sia di volta in volta influenzata dalle nuove
conoscenze e dal nuovo contesto che viene
ad essere rappresentato dalla situazione

Psicologia della Comunicazione
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PRAGMATICA
Da quanto detto emerge dunque chiaramente
che le impostazioni sintattiche e semantiche
sono insufficienti per capire come avviene la
comprensione.
A rendere possibile la comprensione entrano in
gioco fattori pragmatici (legati cioè al contesto
d’uso di una lingua)

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Proprio

come per ogni gestalt (struttura,
forma) il tutto procede al di là della semplice
sommatoria delle singole parti che la
compongono, così accade anche per il
significato di una frase che non sarà costituito
dalla semplice somma dei significati delle
singole parole che la costituiscono: sei un
fulmine
Psicologia della Comunicazione
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Che cos’è la pragmatica
C. Morris(1938) distingue all’interno della semiotica (teoria dei segni) :


1.la sintassi: studio delle relazioni formali tra segni (solo disponendo i fonemi
secondo un certo ordine ho una parola; solo disponendo le parole secondo
certi ordini genero frasi di senso compiuto);



2.la semantica: studio delle relazioni tra i segni e gli oggetti a cui si applicano.
La semantica si occupa, infatti, di considerare il rapporto tra le espressioni e le
realtà extralinguistiche a cui le prime si riferiscono (lo studio dei significati);



3.la pragmatica: studio “della lingua dal punto di vista di chi la usa e quindi in
rapporto all’agire del parlante” (M. Dardano, 1996, p. 65). Elemento
caratterizzante della pragmatica è lo studio della lingua all’interno dei contesti
specifici del suo darsi.

Psicologia della Comunicazione
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

1.

2.

3.

Secondo Schank (1976) il cuore della comprensione è la
produzione di inferenze (cfr. le conversazioni tra amici);
Harley(1995) distingue tre tipi di inferenze:
inferenze logiche: dipendono solo dal significato delle parole
(la frase: il chirurgo è nubile consente di fare l’inferenza che
il chirurgo è una donna);
inferenze-ponte: usate per mettere in connessione
informazioni nuove con le precedenti (Per l’espressione: Era il
compleanno di Fred. Una canna da pesca fu il suo
regalo più bello si assume che la canna da pesca fosse un
regalo ricevuto per il compleanno);
inferenze elaborative: implicano aggiunte al testo tratte dalle
nostre conoscenze enciclopediche
Psicologia della Comunicazione
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Si

legga e si cerchi di capire cosa sta succedendo
nella storia (Rumelharte Ortony, 1977)
rappresentata da queste tre frasi:
Giovanna udì il camioncino dei gelati che si
avvicinava;
Si ricordò degli spiccioli;
Corse in casa
Psicologia della Comunicazione
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Per

inferenza si intende un processo deduttivo che, a
partire da certe premesse, consente di derivare
conseguenze logiche (cfr. il sillogismo aristotelico).
Diversamente dal contesto logico “le inferenze di cui si
parla in psicologia sono processi mentali all’opera nei più
svariati compiti cognitivi, come la percezione, la pianificazione
di azioni, o la comprensione. Simili ai ragionamenti logici, sono
tuttavia processi molto informali e spesso eclettici, che si
producono in modo spontaneo, automatico e in larga parte
inconscio. Le implicature griceiane, più che inferenze logiche
vere e proprie, possono essere viste come meccanismi di
formazione e conferma di ipotesi” (Bianchi, 2003, p. 102).

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Relazione inferenze implicature

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O’Brien

et al.(1988)

“Tutto ciò che il rapinatore voleva era
rubare il denaro della donna. Ma quando
questa iniziò ad urlare, egli la assalì con
la sua arma nel tentativo di farla tacere.
Si guardò attorno per assicurarsi che
nessuno lo avesse visto. Gettò il coltello
nella siepe, le prese i soldi e scappò via”
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Dibattito sulla frequenza delle
inferenze
•

Teoria costruttivista: numerose inferenze
per raggiungere la comprensione degli eventi
descritti. Le persone traggono inferenze quando
servono ad incrementare la comprensione;
• Teoria minimalista : inferenze tratte solo
quando sono necessarie

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III. PRODUZIONE
Parlare = atto strumentale compiuto per avere
qualche effetto sull’ascoltatore.
Fasi:
1) Intenzione di P di comunicare;
2) Scelta;
3) Produzione delle espressioni giudicate adatte
ad esprimere le proprie intenzioni

Psicologia della Comunicazione
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Psicologia della Comunicazione
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PIANIFICARE
- Pianificare il discorso (decidere, ad esempio, se
si vuole raccontare una storia o chiedere
perdono a qualcuno);
- Pianificare la frase (decidere: (a) il contenuto
proposizionale, ossia il significato; (b) il
contenuto illocutorio, la forza; (c) la struttura
tema-rema; noto-ignoto);
- Pianificare i costituenti (unità che sono meno di
una frase e più di una parola, ossia costituenti, i
sintagmi);

Psicologia della Comunicazione
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SEGUIRE QUANTO è STATO
PIANIFICATO
-Articolazione
(meccanismi
che
aggiungono sequenzialità e ordine
temporale al programma articolatorio e
coordinano i movimenti dei nostri organi
vocali)

Psicologia della Comunicazione
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La produzione del discorso
Nel linguaggio ordinario è possibile
distinguere tra ciò che:
1) si asserisce:ciò che si dice alla lettera
2) si indica o suggerisce: ciò che con
quello e al di là di quello che si dice si
vuole implicare, suggerire, dare ad
intendere.

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TEORIA dell’ IMPLICITO
Il concetto di implicatura conversazionale,
elaborato dall’Autore negli anni sessanta è quel
concetto che pone in essere, all’interno del
linguaggio ordinario, la distinzione tra:
A)ciò che viene asserito alla lettera
B)ciò che, invece, viene indicato o suggerito
ovvero, ciò che, per mezzo di quello che si dice e
al di là di quello, si vuole implicare

Psicologia della Comunicazione
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Il concetto di implicatura conversazionale si lega, nella
teorizzazione di Grice, al:
1.

Principio di Cooperazione (i nostri scambi sono generalmente
esempi di comportamento cooperativo);

2.

Massime conversazionali:

- di Quantità;
- di Qualità;
- di Relazione;
- di Modo.
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Implicature conversazionali
Possiamo dire che un P che dice p ha implicato
conversazionalmente q posto che:
1.
2.
3.

stia osservando le massime o almeno il
Principio di cooperazione;
la supposizione che q sia necessaria;
pensi che A sia in grado di inferire o afferrare
intuitivamente che la supposizione in (2) sia
necessaria.

Psicologia della Comunicazione
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L’implicatura conversazionale deve essere
argomentabile
«S ha detto che p; non c’è motivo di ritenere che S non
stia osservando le massime o almeno il Principio di
Cooperazione; S non potrebbe aver detto ciò che ha
detto a meno che non creda che q; S sa ( e sa che io so
che egli sa) che sono in grado di rendermi conto che è
necessario supporre che egli creda che q; S non ha fatto
nulla per impedirmi di credere che q; S intende farmi
credere, o almeno mi lascia libero di credere, che q; quindi
S ha implicato che q »”(Grice, 1989/1993, p. 66)
Psicologia della Comunicazione
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Perché parliamo in modo implicito?
La risposta a questo interrogativo ritengo sia almeno di
duplice natura:
 1)innanzitutto

perché, come Levinson (2000) sostiene,
la capacità di produrre e comprendere le implicature
linguistiche si pone in linea con la peculiare economia
del linguaggio, rappresentando la soluzione alla difficoltà
di tradurre i pensieri in fonemi;

 2)secondariamente

perché il dire e il non dire permette
ai parlanti di rimanere ambigui ed avere la possibilità di
negare/cancellare le inferenze compiute dai propri
interlocutori.

Psicologia della Comunicazione
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Uno dei modi maggiormente impiegati dagli
interlocutori
per
generare
implicature
conversazionali è proprio quello di sfruttare
(non rispettare/contravvenire) una o più
massime conversazionali (fermo restando,
però, il rispetto per il Principio di Cooperazione)

Psicologia della Comunicazione
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Massima di quantità:
• Dà un contributo informativo quanto richiesto dallo
scambio in corso
• Non dare un contributo più informativo di quanto sia
richiesto dallo scambio in corso

(Non dire troppo né troppo poco)
Psicologia della Comunicazione
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Massima di qualità:
• Non dire ciò che ritieni falso
• Non dire ciò per cui non hai prove adeguate
Massima di relazione:
• Sii pertinente
Massima di modo:
• Evita oscurità di espressioni
• Evita ambiguità
• Sii coinciso
• Sii ordinato nell’esposizione
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In sintesi

per

conversare in modo efficace, razionale e
cooperativo,
gli
interlocutori
di
una
conversazione dovrebbero, secondo Grice,
parlare sinceramente, con chiarezza e
pertinenza, fornendo una adeguata e sufficiente
quantità di informazioni.

Psicologia della Comunicazione
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Alcuni esempi
Sfruttamento prima sottomassima di
quantità : Non dire meno di quanto
richiesto dallo scambio in corso:
Tautologie:«le donne sono donne»; «la
guerra è guerra»:
a livello di ciò che viene detto sono del tutto
prive di contenuto informativo; sono
informative a livello di ciò che viene implicato.
Ciò che il parlante implica dipende totalmente
dal contesto.

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Alcuni esempi
Sfruttamento prima massima di qualità: Non dire ciò che ritieni
falso
Uso di espressioni ironiche:
(1)

1M: Quando distribuivano le tette [si vede che
era ],
2D
[sì io ero
assente] appunto.
(2)
9P: Pizza!
10A: Oh bravo, ci voleva proprio! C’ho ‘na fame!
11P: Poverina! Sei deperita!(tono ironico)
12A: Sì
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Alcuni esempi
Sfruttamento prima massima di qualità: Non
dire ciò che ritieni falso
Uso di espressioni metaforiche:

Sei un fulmine
Sei una volpe
Sono per Grice esempi di falsità
categoriale.
Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Alcuni esempi
Sfruttamento seconda massima di qualità : Non
dire ciò per cui non hai prove adeguate
F: non passerò sicuramente
M: non gliela fai più a finilla

Sia F che M pronunciano enunciati di natura
chiaramente predittivi senza possedere, al momento
dell’enunciazione, alcuna prova a sostegno delle
rispettive credenze espresse

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Sfruttamento della massima di
relazione : sii pertinente
1S:Fa’, dove andiamo dopo?
2F:Do’voi anda’?

Psicologia della Comunicazione
2009_2010
Sfruttamento della massima di
modo : evita ambiguità di
espressione
(da conversazione telefonica)
1R:Che Elenora è arrabbiata?
2E:Ci vediamo verso le sette e mezzo.
3R:Eleonora sta ‘ncazzata!
4E:Eh!
Psicologia della Comunicazione
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  • 2. Il linguaggio e la comunicazione: testi di riferimento slides Belelli, G., Di Nuovo, S., Matarazzo O, (2006) (a cura di) Psicologia Generale, Idelson-Gnocchi, Napoli. Cacciari,C. (2001), Psicologia del linguaggio, Il Mulino, Bologna. Canestrari, R. (1984), Psicologia generale e dello sviluppo, Clueb, Bologna. Di Giovanni, P (2007) Zuczkowski, A. (1995) Strutture dell’esperienza e strutture del linguaggio, CLUEB, Bologna. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 3. Sebbene… IL LINGUAGGIO sia l’insieme dei fenomeni di comunicazione e di espressione che si manifestano sia nel mondo umano sia fuori di esso (oltre al linguaggio verbale dell’uomo esistono infatti linguaggi artificiali creati dall’uomo stesso e linguaggi animali: cfr. la danza delle api o i messaggi di pericolo lanciati da un individuo di un gruppo animale agli altri esemplari della stessa specie) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 4. Tuttavia… Il linguaggio costituisce la capacità che più di altre caratterizza la specie umana (il linguaggio è tipicamente umano) anche in virtù del fatto che si è concretamente e storicamente manifestata nelle lingue. L’italiano, il francese, l’inglese, tutte le lingue del mondo, si chiamano lingue storico-naturali Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 5. Pensiero - linguaggio 1. 2. 3. Relativamente al complesso rapporto tra lo sviluppo del pensiero, da un lato, e l’acquisizione del linguaggio, dall’altro, il dibattito, aperto su numerosi fronti, può essere ricondotto sostanzialmente a tre posizioni: da un lato la posizione di chi considera pensiero e linguaggio come due facoltà – parzialmente- autonome; dall’altro quanti, invece, sostengono che la struttura del pensiero sia plasmata dalle strutture del linguaggio (a far sviluppare la mente è stato il linguaggio); da ultimo la posizioni di chi ritiene che sia il pensiero a strutturare il nostro modo di parlare (il linguaggio è un prodotto della mente) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 6. Prima posizione Per Vygotskij (anni trenta):funzionamento pensiero è indipendente e più complesso di quello del linguaggio. Per lo psicologo russo tre relazioni pensiero/linguaggio: a) Pensiero non verbalizzato: il linguaggio interiore (trasformazione del linguaggio egocentrico dei bambini); b) Il linguaggio esterno (con funzioni relazionali e referenziali); c) Il linguaggio non intellettuale, privo di pensiero (ripetere una parte senza comprendere il significato). Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 7. Seconda posizione Linguaggio dà forma al pensiero Ipotesi del relativismo e determinismo linguistico di Sapir(linguista) e Whorf(antropologo) La forma del linguaggio determina la struttura dei processi di pensiero, modificando il modo in cui percepiamo le cose e le ricordiamo(il sistema linguistico dà forma alle idee) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 8.  Relativismo linguistico = le lingue segmentano il mondo e si applicano agli oggetti diversamente;  Determinismo linguistico = forma e caratteristiche del linguaggio determinano il modo in cui pensiamo.  Dopo l’incontro con Sapir, Whor fsi dedica allo studio della lingua hopi(lontano parente dell’azteco). La lingua hopi delinea un tipo di fisica diverso dal nostro imponendo ad essi di osservare certi fenomeni e non altri e, quindi, di denominarli e di classificarli in un certo modo, piuttosto, che in altri possibili. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 9. “l’Hopi ha solo un nome per indicare tutto ciò che vola…In realtà gli hopi chiamano un insetto, un aereoplano e un aviatore tutti con lo stesso nome e non trovano in questo nessuna difficoltà...” (B. L.Whorf, Language, thought, and reality, Wiley, New York, 1956) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 10.  Ad oggi non esistono prove a sufficienza per determinare se differenze lessicali strutturino una stessa esperienza in modo diverso  Secondo Job e Rumiati(1988): il linguaggio non determina il pensiero; a differenze linguistiche non corrispondono sistematiche differenze percettivo-cognitive Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 11.  Secondo Whorf gli hopi, non avendo parole e costruzioni grammaticali per denotare esplicitamente il tempo, ne avrebbero una concezione diversa rispetto a chi, come noi, ne ha una tripartizione in passato, presente, futuro, marcata anche linguisticamente(cfr. le voci verbali)  l’antropologo Malotki smentisce questo fatto: gli hopi hanno espressioni linguistiche per denotare porzioni di tempo e impiegherebbero anche metafore sul tempo). Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 12. Secondo Whorf gli individui segmentano e categorizzano il reale in base alle strutture linguistiche fornite loro dalle rispettive lingue madri (esempio degli eschimesi e dei 21 diversi termini per designare il colore bianco della neve) Nostro pensiero e percezione della realtà dipendono dalla lingua in uso nella nostra cultura Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 13. Terza posizione Il linguaggio è un prodotto della mente. I processi di pensiero influenzano la struttura del linguaggio Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 14.  Sebbene non sia possibile dare soluzione al dilemma pensiero/linguaggio (né filogeneticamente né ontogeneticamente) è indubbio che:  gli alti livelli di intenzionalità, di coscienza, di ragionamento, di astrazione ecc. dell’uomo sono in qualche modo legati al linguaggio; (cfr. Di Giovanni 2007, pp. 158-159) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 15. Numerose sono le discipline che si occupano di linguaggio: linguistica, filosofia del linguaggio, psicologia ecc. Contributi allo studio psicologico del linguaggio anche da discipline diverse dalla psicologia come, per l’appunto, la linguistica e la filosofia del linguaggio Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 16. La linguistica di N.Chomsky Contributo di Chomsky(1965/1970) non solo in ambito linguistico ma anche in ambito psicolinguistico. Secondo l’Autore la Linguistica è una disciplina empirica che si occupa dei giudizi che i parlanti di una lingua danno sulla correttezza o meno delle frasi della stessa. Scopo della linguistica = spiegare quali sono le regole che un parlante usa per formulare tali giudizi Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 17. Chomski contro a) La teoria comportamentista, secondo cui la lingua madre è appresa per imitazione (S-R e rinforzi): l’apprendimento del linguaggio basato esclusivamente sull’esperienza (nessuna competenza linguistica innata); b) Piaget, per il quale lo sviluppo del linguaggio è costruttivo e procede parallelamente allo sviluppo del pensiero Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 18. Per Chomsky Ambiente + esperienza insufficienti a spiegare la ricchezza e la complessità dello sviluppo linguistico Esisterebbe, al contrario, una predisposizione innata–patrimonio genetico comune alla specie umana –ad acquisire qualsiasi lingua (Language acquisition device, LAD): “L’uomo apprende a parlare come l’uccello a cantare e a nidificare” Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 19. Innatismo Non nel senso del possesso di abilità innate come se il soggetto nascesse con una qualche forma di conoscenza pregressa Ma nel senso dell’esistenza di vincoli biologici che guidano lo sviluppo linguistico Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 20. Oggi ampiamente accettato che il linguaggio non venga appreso solo sulla base dell’esperienza poiché: 1. siamo in grado di produrre frasi mai udite prima; 2. lo sviluppo linguistico avviene in un periodo relativamente breve (come vedremo); 3. lo sviluppo linguistico ha caratteristiche universali comuni a tutte le lingue Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 21. cfr gli ipercorrettismi comuni a tutte le lingue: bambini non si limitano a ripetere ed imitare, bensì acquisiscono regole di cui non sono in grado di conoscere tutte le eccezioni: Che facete? Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 22. Un concetto cardine della teoria chomskiana la differenza tra Competenza = insieme di conoscenze linguistiche che P/A ideale deve possedere per produrre e comprendere n. potenzialmente infinito di frasi della sua lingua; Esecuzione = manifestazioni linguistiche reali del soggetto. Esecuzione determinata da competenza e da fattori extralinguistici (percezione, attenzione ecc.) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 23. La sua linguistica è generativo trasformazionale perché mira ad individuare le regole attraverso cui: a. le frasi vengono generate; b. le frasi vengono trasformate da attive in passive, interrogative, negative Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 24. Aspetto creativo del linguaggio Scopo di Chomsky = individuare le regole linguistiche che permettono l’uso creativo della lingua, ossia la produzione e la comprensione di n. potenzialmente infinito di frasi corrette mai prodotte e/o udite prime La creatività di cui parla Chomsky è, dunque, una creatività governata da regole La ricorsività strutturale spiega la creatività della lingua, es.,la struttura: soggetto + verbo tr.+ compl. (pur con contenuti diversi ) può essere ripetuta: Il ragazzo compra un biglietto perché la nonna prende il treno Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 25. n. finito di regole + n. finito di parole = n. infinito di frasi Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 26. Critiche a Chomsky Modello di grammatica astratto; Non tiene conto degli aspetti contestuali per focalizzarsi sugli aspetti sintattici del linguaggio Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 27. Psicolinguistica (1953) Disciplina sperimentale che studia i processi che sottostanno alla comprensione e produzione del linguaggio parlato e scritto. Alcuni problemi fondamentali affrontati dalla psicolinguistica:  Acquisizione del linguaggio (I) ;  Comprensione del linguaggio (II);  Produzione del linguaggio (III); Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 28. ACQUISIZIONE (lingua orale) L’acquisizione delle competenze linguistiche è un processo continuo (di cambiamenti e consolidamenti) sebbene numerosi studi si siano focalizzati esclusivamente sullo sviluppo di tali competenza nei primi anni di vita Successione abbastanza regolare (sebbene diversità individuali): Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 29. Tappe sviluppo linguistico 1) Competenze preverbali: neonati e predilezione per la voce della mamma. 3-5 settimane piangono e riescono a mettere in atto gesti per attirare la sua attenzione. Intenzionalità comunicativa e protoconversazioni Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 30. Tappe sviluppo linguistico  2) Verso i 5 mesi balbettio (sembra servire per sviluppare il controllo dei meccanismi del parlato; è universale e caratterizzato dalla ripetizione di suoni composti da consonate e vocale)  3)Tra 4° e 6° mese compare la lallazione (lallazioni diverse a seconda della lingua di appartenenza: apprendimento della tonalità)  4)Fine del 1°anno di vita: compaiono le prime parole olofrasi (parole singole usate come frasi. Inizialmente le parole pronunciate in presenza dell’oggetto al quale sono riferite. In breve tempo impara ad utilizzare parole indipendentemente dalla presenza dell’oggetto a cui si riferisce) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 31. Tappe sviluppo linguistico 5)18-24 mesi: linguaggio telegrafico : combinazione di 2 o 3 parole: fuori mamma andare; no piace; tutto io Lunghezza, complessità e correttezza aumentano (aumento rapido e consistente del vocabolario); 6) 3 anni e fenomeni di ipercorrettismi 7)4-5 anni: padrone di strutture sintattiche complesse; enorme sviluppo semantico e lessicale Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 32. II.COMPRENSIONE (orale)  Capire un discorso è complesso e richiede attivazione di più capacità Il cane rincorre il gatto  Per poter comprendere correttamente la frase occorre: segmentare correttamente il continuum di suoni per isolare le diverse parole;  attribuire un significato alle parole;  analizzare la struttura sintattica al cui interno compaiono tali parole  Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 33. I 3 STADI DELLA COMPRENSIONE PERCETTIVO Riconoscere parole SEMANTICO Attribuire significato alle parole Analizzare la struttura sintattica SINTATTICO Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 34. Stadio percettivo   Problema della segmentazione del continuum discorsivo Problema della non invarianza : il suono delle consonanti è spesso influenzato dalle vocali che le seguono (ca-ce) Uno dei modi in cui trattiamo i 2 problemi è l’uso delle informazioni contestuali (Pollacke Pickett, 1964, solo il 47% delle parole riconosciute quando erano presentate da sole) audioregistrate Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 35. Tra le teorie percettive Teoria della coorte (Marlsen-Wilsone Tyler, 1980): quando si ascolta la prima parte di una parola, tutte le parole che l’A conosce e che iniziano con quella sequenza di suoni si attivano nella memoria (coorte dell’inizio della parola). In seguito, le parole di questa coorte vengono eliminate gradualmente. Ad un certo punto rimane una sola parola possibile Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 36. Stadio semantico La maggior parte delle parole ha un nucleo centrale di significato; tuttavia gli aspetti precisi del significato di una parola dipendono dal contesto della frase. Il significato preciso attribuito ad una parola è spesso influenzato dal contesto e dal co-testo (costituito dalla frase in cui la parola è inserita) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 37. Esercizio n. 1 “è caduto il caffè, prendi il mocio” “è caduto il caffè, prendi la scopa” “è caduto il caffè, riponilo sullo scaffale” J. P. Gee, 2005. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 38. Esercizio n. 2 (T.Magro) Si provi a pensare ai significati che può avere l’espressione: “hai del miele a casa?”nei seguenti due contesti: 1. Sto parlando al telefono con P che vuole invitarmi a casa sua. Rispondo che sono ammalato e che ho una tosse molto forte. Mi chiede se ho del miele. 2. Sto parlano al telefono con un amico che mi dice di far fatica a dormire perché lo disturba una forte tosse. Poi mi chiede se ho del miele a casa Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 39. Stadio sintattico - L’analisi sintattica prende in considerazione l’ordine delle parole ed altre informazioni per definire: qual è l’oggetto, qual è il soggetto; qual è l’azione relativa al soggetto e all’oggetto; la categoria grammaticale di appartenenza di ogni parola(nome, verbo, aggettivo, avverbio) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 40. I P. forniscono segnali utili a comprendere la struttura sintattica: i segnali prosodici che si basano su variazioni del tono, dell’accento, della durata dell’eloquio: Vecchi uomini e donne passeggiavano nel parco frase ambigua. Se intende dire che le donne non sono vecchie, allora le parole Vecchi uomini tenderanno ad avere una durata breve e saranno seguite da una pausa, mentre la sillaba su cui cade l’accento in donne sarà enfatizzata (Belelli, G., Di Nuovo, S., Matarazzo O, 2006, pp. 269-270) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 41. Una vecchia porta degli assi Inizialmente naturale interpretare porta come sostantivo, ma il resto della frase indica che si tratta di un verbo. Fraziere Rayner(1982): struttura sintattica iniziale no influenzata dal significato della frase; tuttavia, le decisioni sintattiche iniziali possono essere riviste in base a fattori semantici Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 42. Esercizio n. 3 (T.Magro) Comprensione di un discorso affidata: - alla struttura; - alle conoscenze del contesto fisico-sociale e culturale in cui si inserisce un discorso - Si leggano le frasi seguenti e ci si soffermi a riflettere su ciò che si sa e sulle aspettative ricavabili dalle conoscenze via via acquisite: Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 43. • Si accorse di essere in ansia mentre si preparava per l’imminente esame. • Non aveva mai preparato un esame prima di allora e non era certo di averlo costruito in modo idoneo alla valutazione della conoscenza degli studenti. • Era un po’ infastidito dal fatto che il preside gli avesse perfino chiesto di preparare l’esame. • Non si dovrebbe affidare il compito di preparare un esame ad un ricercatore, anche se i professori sono in sciopero. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 44. È evidente che la comprensione del discorso sia di volta in volta influenzata dalle nuove conoscenze e dal nuovo contesto che viene ad essere rappresentato dalla situazione Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 45. PRAGMATICA Da quanto detto emerge dunque chiaramente che le impostazioni sintattiche e semantiche sono insufficienti per capire come avviene la comprensione. A rendere possibile la comprensione entrano in gioco fattori pragmatici (legati cioè al contesto d’uso di una lingua) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 46. Proprio come per ogni gestalt (struttura, forma) il tutto procede al di là della semplice sommatoria delle singole parti che la compongono, così accade anche per il significato di una frase che non sarà costituito dalla semplice somma dei significati delle singole parole che la costituiscono: sei un fulmine Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 47. Che cos’è la pragmatica C. Morris(1938) distingue all’interno della semiotica (teoria dei segni) :  1.la sintassi: studio delle relazioni formali tra segni (solo disponendo i fonemi secondo un certo ordine ho una parola; solo disponendo le parole secondo certi ordini genero frasi di senso compiuto);  2.la semantica: studio delle relazioni tra i segni e gli oggetti a cui si applicano. La semantica si occupa, infatti, di considerare il rapporto tra le espressioni e le realtà extralinguistiche a cui le prime si riferiscono (lo studio dei significati);  3.la pragmatica: studio “della lingua dal punto di vista di chi la usa e quindi in rapporto all’agire del parlante” (M. Dardano, 1996, p. 65). Elemento caratterizzante della pragmatica è lo studio della lingua all’interno dei contesti specifici del suo darsi. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 48.   1. 2. 3. Secondo Schank (1976) il cuore della comprensione è la produzione di inferenze (cfr. le conversazioni tra amici); Harley(1995) distingue tre tipi di inferenze: inferenze logiche: dipendono solo dal significato delle parole (la frase: il chirurgo è nubile consente di fare l’inferenza che il chirurgo è una donna); inferenze-ponte: usate per mettere in connessione informazioni nuove con le precedenti (Per l’espressione: Era il compleanno di Fred. Una canna da pesca fu il suo regalo più bello si assume che la canna da pesca fosse un regalo ricevuto per il compleanno); inferenze elaborative: implicano aggiunte al testo tratte dalle nostre conoscenze enciclopediche Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 49. Si legga e si cerchi di capire cosa sta succedendo nella storia (Rumelharte Ortony, 1977) rappresentata da queste tre frasi: Giovanna udì il camioncino dei gelati che si avvicinava; Si ricordò degli spiccioli; Corse in casa Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 50. Per inferenza si intende un processo deduttivo che, a partire da certe premesse, consente di derivare conseguenze logiche (cfr. il sillogismo aristotelico). Diversamente dal contesto logico “le inferenze di cui si parla in psicologia sono processi mentali all’opera nei più svariati compiti cognitivi, come la percezione, la pianificazione di azioni, o la comprensione. Simili ai ragionamenti logici, sono tuttavia processi molto informali e spesso eclettici, che si producono in modo spontaneo, automatico e in larga parte inconscio. Le implicature griceiane, più che inferenze logiche vere e proprie, possono essere viste come meccanismi di formazione e conferma di ipotesi” (Bianchi, 2003, p. 102). Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 51. Relazione inferenze implicature Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 52. O’Brien et al.(1988) “Tutto ciò che il rapinatore voleva era rubare il denaro della donna. Ma quando questa iniziò ad urlare, egli la assalì con la sua arma nel tentativo di farla tacere. Si guardò attorno per assicurarsi che nessuno lo avesse visto. Gettò il coltello nella siepe, le prese i soldi e scappò via” Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 53. Dibattito sulla frequenza delle inferenze • Teoria costruttivista: numerose inferenze per raggiungere la comprensione degli eventi descritti. Le persone traggono inferenze quando servono ad incrementare la comprensione; • Teoria minimalista : inferenze tratte solo quando sono necessarie Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 54. III. PRODUZIONE Parlare = atto strumentale compiuto per avere qualche effetto sull’ascoltatore. Fasi: 1) Intenzione di P di comunicare; 2) Scelta; 3) Produzione delle espressioni giudicate adatte ad esprimere le proprie intenzioni Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 56. PIANIFICARE - Pianificare il discorso (decidere, ad esempio, se si vuole raccontare una storia o chiedere perdono a qualcuno); - Pianificare la frase (decidere: (a) il contenuto proposizionale, ossia il significato; (b) il contenuto illocutorio, la forza; (c) la struttura tema-rema; noto-ignoto); - Pianificare i costituenti (unità che sono meno di una frase e più di una parola, ossia costituenti, i sintagmi); Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 57. SEGUIRE QUANTO è STATO PIANIFICATO -Articolazione (meccanismi che aggiungono sequenzialità e ordine temporale al programma articolatorio e coordinano i movimenti dei nostri organi vocali) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 58. La produzione del discorso Nel linguaggio ordinario è possibile distinguere tra ciò che: 1) si asserisce:ciò che si dice alla lettera 2) si indica o suggerisce: ciò che con quello e al di là di quello che si dice si vuole implicare, suggerire, dare ad intendere. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 62. TEORIA dell’ IMPLICITO Il concetto di implicatura conversazionale, elaborato dall’Autore negli anni sessanta è quel concetto che pone in essere, all’interno del linguaggio ordinario, la distinzione tra: A)ciò che viene asserito alla lettera B)ciò che, invece, viene indicato o suggerito ovvero, ciò che, per mezzo di quello che si dice e al di là di quello, si vuole implicare Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 63. Il concetto di implicatura conversazionale si lega, nella teorizzazione di Grice, al: 1. Principio di Cooperazione (i nostri scambi sono generalmente esempi di comportamento cooperativo); 2. Massime conversazionali: - di Quantità; - di Qualità; - di Relazione; - di Modo. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 64. Implicature conversazionali Possiamo dire che un P che dice p ha implicato conversazionalmente q posto che: 1. 2. 3. stia osservando le massime o almeno il Principio di cooperazione; la supposizione che q sia necessaria; pensi che A sia in grado di inferire o afferrare intuitivamente che la supposizione in (2) sia necessaria. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 65. L’implicatura conversazionale deve essere argomentabile «S ha detto che p; non c’è motivo di ritenere che S non stia osservando le massime o almeno il Principio di Cooperazione; S non potrebbe aver detto ciò che ha detto a meno che non creda che q; S sa ( e sa che io so che egli sa) che sono in grado di rendermi conto che è necessario supporre che egli creda che q; S non ha fatto nulla per impedirmi di credere che q; S intende farmi credere, o almeno mi lascia libero di credere, che q; quindi S ha implicato che q »”(Grice, 1989/1993, p. 66) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 66. Perché parliamo in modo implicito? La risposta a questo interrogativo ritengo sia almeno di duplice natura:  1)innanzitutto perché, come Levinson (2000) sostiene, la capacità di produrre e comprendere le implicature linguistiche si pone in linea con la peculiare economia del linguaggio, rappresentando la soluzione alla difficoltà di tradurre i pensieri in fonemi;  2)secondariamente perché il dire e il non dire permette ai parlanti di rimanere ambigui ed avere la possibilità di negare/cancellare le inferenze compiute dai propri interlocutori. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 67. Uno dei modi maggiormente impiegati dagli interlocutori per generare implicature conversazionali è proprio quello di sfruttare (non rispettare/contravvenire) una o più massime conversazionali (fermo restando, però, il rispetto per il Principio di Cooperazione) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 68. Massima di quantità: • Dà un contributo informativo quanto richiesto dallo scambio in corso • Non dare un contributo più informativo di quanto sia richiesto dallo scambio in corso (Non dire troppo né troppo poco) Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 69. Massima di qualità: • Non dire ciò che ritieni falso • Non dire ciò per cui non hai prove adeguate Massima di relazione: • Sii pertinente Massima di modo: • Evita oscurità di espressioni • Evita ambiguità • Sii coinciso • Sii ordinato nell’esposizione Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 70. In sintesi per conversare in modo efficace, razionale e cooperativo, gli interlocutori di una conversazione dovrebbero, secondo Grice, parlare sinceramente, con chiarezza e pertinenza, fornendo una adeguata e sufficiente quantità di informazioni. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 71. Alcuni esempi Sfruttamento prima sottomassima di quantità : Non dire meno di quanto richiesto dallo scambio in corso: Tautologie:«le donne sono donne»; «la guerra è guerra»: a livello di ciò che viene detto sono del tutto prive di contenuto informativo; sono informative a livello di ciò che viene implicato. Ciò che il parlante implica dipende totalmente dal contesto. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 73. Alcuni esempi Sfruttamento prima massima di qualità: Non dire ciò che ritieni falso Uso di espressioni ironiche: (1) 1M: Quando distribuivano le tette [si vede che era ], 2D [sì io ero assente] appunto. (2) 9P: Pizza! 10A: Oh bravo, ci voleva proprio! C’ho ‘na fame! 11P: Poverina! Sei deperita!(tono ironico) 12A: Sì Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 74. Alcuni esempi Sfruttamento prima massima di qualità: Non dire ciò che ritieni falso Uso di espressioni metaforiche: Sei un fulmine Sei una volpe Sono per Grice esempi di falsità categoriale. Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 75. Alcuni esempi Sfruttamento seconda massima di qualità : Non dire ciò per cui non hai prove adeguate F: non passerò sicuramente M: non gliela fai più a finilla Sia F che M pronunciano enunciati di natura chiaramente predittivi senza possedere, al momento dell’enunciazione, alcuna prova a sostegno delle rispettive credenze espresse Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 76. Sfruttamento della massima di relazione : sii pertinente 1S:Fa’, dove andiamo dopo? 2F:Do’voi anda’? Psicologia della Comunicazione 2009_2010
  • 77. Sfruttamento della massima di modo : evita ambiguità di espressione (da conversazione telefonica) 1R:Che Elenora è arrabbiata? 2E:Ci vediamo verso le sette e mezzo. 3R:Eleonora sta ‘ncazzata! 4E:Eh! Psicologia della Comunicazione 2009_2010