2. «Il rischio esiste, fa parte della vita fin dalla
nascita. La nostra specie è esposta ai pericoli
e la nostra sopravvivenza dipende anche
dalla capacità di imparare a proteggerci daldalla capacità di imparare a proteggerci dal
pericolo. L’intento della società non
dev’essere eliminare il rischio...»
3. Come trasmettere la cultura della sicurezza
domestica attraverso i percorsi curricolari nella
scuola dell’infanzia?
Questo progetto offre agli insegnanti la possibilità di occuparsi di
sicurezza domestica, utilizzando conoscenze, metodi e strumenti
didattici per modificare le abitudini ed incidere sui comportamenti riferiti
alla sicurezza a casa e a scuola.alla sicurezza a casa e a scuola.
La cultura della sicurezza trasmessa a scuola, formerà dei piccoli
cittadini attenti alle loro scelte.
La salute individuale e della comunità comincia da piccoli!
6. Il pensiero di J.Piaget (1896-1980)
Il bambino fin dalla nascita, è fondamentalmente un “esploratore”, un
soggetto attivo di ricerca che si rapporta con l’ambiente.
Piaget ha suddiviso lo sviluppo cognitivo del bambino in cinque livelli
(periodi o fasi), caratterizzando ogni periodo sulla base dell'apprendimento(periodi o fasi), caratterizzando ogni periodo sulla base dell'apprendimento
di modalità specifiche, ben definite.
Stadio senso-motorio (0-2 anni)
Stadio pre-concettuale (2-4 anni)
Stadio pensiero intuitivo (4-7 anni)
Stadio operazioni concrete (7-11 anni)
Stadio operazioni formali (da 11 a 14 anni)
7. Il bambino alla nascita non è in grado di riconoscere il mondo esterno da
quello interno, l’”io” bambino è al centro della realtà.
Per il bambino la percezione esterna è composta da immagini e suoni
che appaiono e scompaiono senza una ragione obiettiva.
Stadio senso-motorio (0-2 anni)
Tra i tre mesi e i due anni il bambino comincia ad afferrare ciò che vede,
ad esplorare il luogo in cui l’oggetto è sparito anche se lontano dal
proprio campo visivo, diventa consapevole della mani e pian piano del
proprio corpo, impara a camminare, ad imitare, comincia ad acquisire il
concetto di causalità
… progressivamente diventa indipendente dall’io.
8. Stadio pre-concettuale (2-4 anni)
Con l’apparire del linguaggio, la vita affettiva del bambino ed il suo
pensiero, si modificano profondamente.
Egli è ora capace di raccontare le azioni passate.
Tra i due e i sei anni, il linguaggio non ha come obiettivo primario la
comunicazione, in quanto è ancora egocentrico.
Non vi è nessun tentativo da parte del bambino di assumere il ruolo di
ascoltatore. Si tratta di conversazioni rudimentali, legate all’ azioneascoltatore. Si tratta di conversazioni rudimentali, legate all’ azione
concreta in se stessa.
Attraverso l’uso del linguaggio il bambino può ora comunicare la sua vita
interiore. Compaiono i primi “perchè”.
Il suo ragionamento non è né deduttivo (dal generale al particolare), né
induttivo (dal particolare al generale), ma transduttivo o analogico (dal
particolare al particolare). Ad es. se un insetto gli fa paura perché l'ha
molestato, è facile che molti altri insetti che non l'hanno molestato gli
facciano ugualmente paura.
9. Aumenta la partecipazione e la socializzazione nella vita di ogni giorno,
in maniera creativa, autonoma, adeguata alle diverse circostanze.
Entrando nella scuola materna, il bambino sperimenta l'esistenza di altre
autorità diverse dai genitori. Questo lo obbliga a rivedere le conoscenze
acquisite nelle fasi precedenti, mediante dei processi cognitivi di
generalizzazione: ovvero, le conoscenze possedute, relative ad
Stadio pensiero intuitivo (4-7 anni)
generalizzazione: ovvero, le conoscenze possedute, relative ad
un'esperienza specifica, vengono trasferite a quelle esperienze che, in
qualche modo, possono essere classificate nella stessa categoria.
Tuttavia la sua capacità di riprodurre mentalmente un avvenimento avviene
nell'unica direzione in cui l'avvenimento si è verificato. Non è capace di
reversibilità.
Molto importante in questa fase è lo studio psicologico dei disegni infantili.
10. “Fin verso ai sei anni, i bambini sanno poco discutere fra loro e si
limitano a lasciar cozzare le loro affermazioni contrastanti: quando
cercano di darsi reciprocamente delle spiegazioni, solo con grande
fatica riescono a vedere le cose dal punto di vista di colui che nonfatica riescono a vedere le cose dal punto di vista di colui che non
conosce ciò di cui si tratta, e parlano come per se stessi; soprattutto
succede che, lavorando nella stessa stanza o alla stessa tavola,
ognuno parli per conto proprio, credendo di ascoltare e capire tutti
gli altri; è una sorta di “monologo collettivo”, che consiste
nell’incitarsi reciprocamente all’azione”.
11. Le caratteristiche di questi due stadi
a) l’egocentrismo
b) la concentrazione (una cosa alla volta)
c) l’irreversibilità
d) il ragionamento primitivo
12. Teoria delle intelligenze Multiple (Howard
Gardner (1943-1990)
Ci sono tante intelligenze diverse che ognuno di noi possiede in
percentuali e combinazioni differenti, a seconda delle proprie attitudini e
avversioni.
Intelligenza spaziale: abilità di percepire e rappresentare con
precisione forme e oggetti, persino in loro assenza. Tra le sueprecisione forme e oggetti, persino in loro assenza. Tra le sue
componenti essenziali ci sono il senso di orientamento, la memoria
fotografica e la capacità di trasformare un'immagine bidimensionale in
un'immagine tridimensionale.
Intelligenza musicale: abilità che si rivela nella composizione e
nell'analisi di brani musicali, oltre che nella capacità di riconoscere con
precisione altezza dei suoni, timbri e ritmi. Sono legati all'intelligenza
musicale il senso del ritmo e la capacità di cantare e di suonare.
13. Le intelligenze multiple
Intelligenza cinestetica: abilità di controllare e coordinare dei
movimenti del corpo e nella manipolazione degli oggetti per fini
funzionali o espressivi.
Intelligenza interpersonale: abilità nell'interpretare le emozioni, leIntelligenza interpersonale: abilità nell'interpretare le emozioni, le
motivazioni e gli stati d'animo delle persone (anche quelli non
manifesti). Permette di comprendere gli altri, di mettersi nei loro
panni e di capire come andare d'accordo con loro.
Intelligenza intrapersonale: strettamente connessa all'intelligenza
interpersonale, è l'abilità di percepire i propri sentimenti e i propri
desideri.
14. Le intelligenze multiple
Intelligenza ecologica o naturalistica: capacità di riconoscere e di
rapportarsi agli elementi naturali.
Vediamo infine le due intelligenze "classiche", quelle individuate dal
quoziente intellettivo.
Intelligenza linguistica: abilità che si esprime nell'uso del linguaggio e
delle parole, nella padronanza dei termini linguistici e nella capacità di
usare quelli appropriati alle varie situazioni. Si esprime soprattutto
attraverso la capacità di riassumere e di comprendere i messaggi scritti
eo verbali.
Intelligenza analitica: abilità implicata nel confronto e nella valutazione
di oggetti concreti o astratti, nell'individuare relazioni e principi.
15. L’intelligenza emotiva (Goleman 1995)
Negli ultimi anni, nella scuola dell’infanzia, il tema dell’intelligenza emotiva
ha assunto un ruolo importante, rendendo centrale la dimensione affettiva
del bambino.
L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere ed esprimere attraverso il
linguaggio i sentimenti, che scorrono fluidi, veloci, spesso messi da parte olinguaggio i sentimenti, che scorrono fluidi, veloci, spesso messi da parte o
sottovalutati. É la capacità di dialogare con le emozioni per controllarle
senza reprimerle e senza far finta che non esistano, per affrontare le
esperienze della vita.
Attraverso gli strumenti della fiaba, del gioco, della canzone è possibile
sviluppare tali competenze fin da piccoli!
16. L’intelligenza emotiva
L’attenzione degli adulti al benessere psicofisico del bambino ha
permesso di integrare la socializzazione prevista nel mondo della
scuola a quella emotiva sempre più convinti del concetto che intelletto
ed emozioni sono aspetti estremamente connessi.
Inoltre, la passione e la competenza degli insegnanti della scuola
dell’infanzia hanno permesso di progettare in varie forme un lavoro
sulle emozioni, anche nel campo della cultura della sicurezza,
consapevoli che questo possa offrire grandi benefici sia al bambino che
al gruppo e in più permetta anche di accorgersi di alcune problematiche
del comportamento che insorgono nel bambino quando le emozioni
non vengono riconosciute e gestite in maniera adeguata.
17. Il ruolo del gioco
Il gioco diventa simbolico, di immaginazione ed imitazione.
“La sua funzione consiste....nel soddisfare l’io con una trasformazione del
reale in funzione dei desideri: il bambino che gioca con la bambola
riproduce la propria vita, ma correggendola a suo piacimento, rivive tutti iriproduce la propria vita, ma correggendola a suo piacimento, rivive tutti i
suoi piaceri e i suoi conflitti...”
Il gioco a quest’ètà è caratterizzato dall’animismo (dar “vita” sia ad oggetti
animati che inanimati) e dal pensiero magico (che risponde ai desideri dei
bambini)
18. La scuola DELL’INFANZIA
La scuola materna rappresenta per il bambino una finestra sul mondo
che gli offre l’opportunità di operare una sorta di passaggio dalla fase
di accudimento totalizzante legato alla famiglia d’origine, verso forme
di interazione sempre più complesse e rapporti sempre più differenziati edi interazione sempre più complesse e rapporti sempre più differenziati e
ricchi di sfumature, che saranno un’occasione di apprendimento
emotivo, sociale e relazionale.
La scuola dell’infanzia mira a valorizzare i diversi patrimoni espressivi
e comunicativi personali di ciascun bambino … chiave per parlare
di sicurezza a scuola con i bambini!
19. Il ruolo dell’insegnate …
Grazie alle sue competenze l’insegnate è uno dei più validi alleati
della cultura della sicurezza domestica.
Per affrontare l’argomento è necessaria una formazione di base che
consenta alle insegnanti di individuare nella propria scuola i pericoliconsenta alle insegnanti di individuare nella propria scuola i pericoli
presenti al fine di ridurne la pericolosità e trovare esempi concreti da
proporre ai bambini.
Inoltre è importante dotarle l’insegnate di strumenti e metodi che
possono essere la base per sviluppare possibili percorsi con i bambini.
20. Incidenti domestici il ruolo dell’insegnante
Essi avvengono in tutti gli ambienti, da quello in cui si mangia a quello
in cui si dorme, dal giardino alla cantina, dagli ingressi alle scale e
coinvolgono soprattutto persone anziane, donne e bambini.
Quali possono essere le cause di questi incidenti?
Quali sono i pericoli che si possono evitare?
Cosa può fare l’insegnante?
21. Come trattare argomento sicurezza
Ogni argomento viene affrontato su tre livelli interdipendenti:
sapere (informazioni necessarie per capire);
saper fare (competenze operative che si devono attivare);
saper essere (atteggiamenti positivi richiesti).
22. Il bambino riconosce comportamenti pericolosi connessi all’ambiente
scolastico.
Il bambino sperimenta elementari norme di sicurezza all’interno
dell’ambiente scolastico (salone, sezione, giardino, mensa).
Obiettivi generali
dell’ambiente scolastico (salone, sezione, giardino, mensa).
Il bambino affronta situazioni di pericolo o simulate con attenzione e
controllo emotivo, individua possibili risoluzioni.
23. Competenze bambino
SAPERE
Le azioni quotidiane a rischio (correre in sezione, salire sui tavoli, non
toccare le prese, ec.).
Riconoscere le persone a cui fare riferimento in caso di pericolo.
Utilizzare correttamente i giochi.
SAPER FARESAPER FARE
Distinguere situazioni pericolose e situazioni normali. Osservare!
Sperimentare le prime norme di sicurezza attraverso drammatizzazioni,
giochi didattici, racconti finalizzati, ec.
Rispettare le elementari norme di sicurezza attraverso la relazione con
gli oggetti, l’ambiente e le persone.
SAPER ESSERE
Assumere comportamenti adeguati nell’ambito scolastico, nei confronti
di persone e cose, trovare nuove soluzioni.
24. La didattica
La didattica deve favorire l’immersione del bambino
nell’esperienza della realtà, nella vita con gli altri, facendolo
parlare ed esprimere nel vivo delle situazioni e degli stati d’animo
che si possono presentare quando si tratta l’argomento sicurezza.
Importante:
partire dall’esperienza dei bambini, gli argomenti devono essere
trattati tenendo conto delle pre-conoscenze e esperienze personali
dei bambini
coinvolgere emotivamente i bambini mettendo in evidenza l’aspetto
di prevenzione e l’approccio nei confronti di situazioni pericolose o
stati di allerta simulati o reali
25. La didattica
trattare un argomento per volta (linearità dei temi!)
ripetere le attività
dedicare tempo alle attività in base alle esigenze dei bambinidedicare tempo alle attività in base alle esigenze dei bambini
spiegare sempre i perché!
ascoltare i bambini
ricordiamoci che i bambini imparano per imitazione, quindi diamo il
buon esempio!
26. La comunicazione
Attenzione ai messaggi, non diventiamo ossessivi o proibitivi.
Dobbiamo trovare un buon equilibrio tra rimprovero e rinforzo positivo:
“guarda bene”“guarda bene”
“fai attenzione”
“ aspetta”
ec…
27. Cosa può agevolare la trasmissione …
Utilizzo di personaggi mediatori (es. burattini, marionette, pupazzi).
Lettura e commento di immagini appositamente predisposte.
Drammatizzazioni con simulazione di situazioni e atteggiamenti
corretti e non.corretti e non.
Racconti, poesie, filastrocche e canzoni.
Osservazione di tutto l’ambiente scuola.
Uscite esplorative in giardino
Commento a fatti accaduti a casa, o a scuola
Utilizzo di tecniche multimediali
Indagini da svolgere in casa propria, dei nonni ec. (per i più grandi)
29. ACQUISIRE
VOCABOLARIO
CATEGORIZZARE
1 2 3 4
CONOSCERE
E APPLICARE
LE REGOLE
GENERALIZZARE
APPLICARE
LE REGOLE AD
APPLICARE
LE REGOLE IN
CONTESTI
COMPLESSI
Gli obbiettivi educativi
CATEGORIZZARE
Riconoscere e
nominare oggetti,
situazioni, ambienti
della casa, parti del
corpo.
SVILUPPARE
RISPOSTE
ADEGUATE
Riconoscere gli
oggetti e le
situazioni
pericolose / Reagire
velocemente
LE REGOLE AD
ALTRI CONTESTI
E SITUAZIONI
Comportarsi in
modo giusto in
ambiti diversi
COMPLESSI
Muoversi in
ambienti che
presentano più
situazioni di
rischio
31. Affy Fiutapericolo, un cagnolino di grande aiuto
Una mascotte vicina al mondo dei bambini.
Usa il fiuto per scovare gli oggetti
e le situazioni pericolose.
Costituisce un modello da seguire riguardo
i comportamenti sicuri.
Stimola i piccoli
a sviluppare il senso del pericolo
e della responsabilità.
33. La fiaba, tre simpatici personaggi
LUIGI
AFFY
CARLOTTA
34. La fiaba, otto episodi
Affy e la colazione
Correre a scuolaCorrere a scuola
La stanza di tutti
La festa delle feste
Le pulizie
In giardino
Cosa bolle in pentola
Puliti per la nanna
35. I racconti introducono i rischi e i pericoli
del quotidiano
Tagli e ferite Soffocamento Cadute
Intossicazioni
Tagli e ferite SoffocamentoUstioni
Folgorazioni Annegamento
Cadute
36. I giochi e le attività
Per ogni fase del percorso educativo e per ogni
argomento sono previsti diversi giochi e attività da
realizzare in aula o all’aperto.
La valigia dei giochi contiene i materiali necessari alloLa valigia dei giochi contiene i materiali necessari allo
sviluppo di almeno un gioco per ogni fase (differenziati
per età).
Nella guida dell’insegnante sono indicati e descritti altri
giochi possibili.
37. Schede giochi
Tutte i giochi e le attività sono presentati a schede:
Età
Tipologia di gioco (motorio, linguistico, cognitivo, teatrale, ec.)
Titolo
Descrizione sinteticaDescrizione sintetica
Obiettivi
Temi sviluppati
Tempo necessario
Materiali occorenti
Svolgimenti
Possibili approfondimenti
…
39. I giochi passepartout
Acquisire vocabolario
Imparare le regole
Tre mazzi di tessere
Gli oggetti pericolosi
I comportamenti rischiosi
Gli oggetti e i
comportamenti innocui
41. I giochi passepartout
Imparare a muoversi in
ambienti complessi
Gli ambienti della casa
La cucina
La camera da letto
Il bagno
Il salotto
Le scale
Il giardino
42.
43.
44.
45. Il quaderno delle maestre
Contiene:
Un quadro riassuntivo del
fenomeno
Indicazioni metodologiche per
affrontare il tema della sicurezza
domestica con i bambinidomestica con i bambini
Descrizione dei giochi presenti
nella valigia di Affy
Descrizione di altri giochi
(collegati al programma didattico
delle scuole materne)
Indicazioni sulle modalità di
coinvolgimento delle famiglie.
46. Il quaderno dei genitori
Contiene:
Un quadro riassuntivo del
fenomeno
Indicazioni e consigli per creare
ambienti sicuri in casa
Piccole attività per ilPiccole attività per il
rafforzamento dei comportamenti
acquisiti.
47. Il Blog, uno spazio di condivisione
Presenta:
I materiali raccolti nella Valigia di Affy
Risorse disponibili su webRisorse disponibili su web
Spazio per interventi e note dei professionisti, maestre e
operatori socio-sanitari
http://www.eclectica.it/affyfiutapericolo/