SlideShare ist ein Scribd-Unternehmen logo
1 von 3
Downloaden Sie, um offline zu lesen
Inadatti al cambiamento
[Capitolo estratto da Dove sono gli uomini? di Simone Perotti, Chiarelettere, Milano 2013]
http://www.chiarelettere.it/libro/reverse/dove-sono-gli-uomini.php

«Mi chiamo Loredana. All’età di 13 anni, studentessa delle scuole medie d’intelligenza vivace e
con una spiccata sensibilità per le materie umanistiche, sono in crisi esistenziale: riesco bene
senza molto sforzo in qualsiasi materia, ma nessuna mi piace più di un’altra. Ho molto
carattere, tanto idealismo e un pizzico di indipendenza.
Insomma, a 13 anni decido che la scuola non fa per me. Il giorno in cui ne compio 14 comincio
a lavorare in una piccola azienda di paese nel settore dell’elettronica: acquisisco capacità
manuali e mi do da fare. Nel giro di un anno il capo mi dice: “Vedo che sei una ragazzina
sveglia, lo vuoi un lavoro di responsabilità?” e mi affida il reparto magazzino. Nessun
subordinato, ma da sola a gestire merce, centralino, vettori. In seguito faccio altri
lavori, nei quali ogni volta mi propongo, ottenendo una qualifica migliore. Oggi sono impiegata
amministrativo contabile con qualche competenza di commerciale estero e ufficio personale,
pur non avendo studiato ragioneria o simili.
«Nel frattempo non manco di coltivare quelli che poi sono diventati i miei interessi: le lingue, la
musica e la letteratura. Parlo correntemente l’inglese, sto imparicchiando il portoghese,
strimpello la chitarra, leggo moltissimo, do ripetizioni. Il mio animo assetato di cultura
viene sistematicamente abbeverato!
«Sposarmi non era nei piani, ma un uomo meraviglioso di qualche anno più grande ha visto
questa ragazzina indipendente e ha deciso che sarebbe stata sua. Anche nel matrimonio il mio
“metodo” è sempre lo stesso: impegnarmi, impegnarmi, impegnarmi. Perché il mio uomo
abbia una casa pulita e in ordine, un sorriso ad accoglierlo, stimoli culturali, del buon sesso. Il
mio sforzo è grandemente ripagato: dire che mi tratta da principessa è poco. È così che mi
divido tra un impiego part-time (per scelta di vita), lavori domestici (che adoro), cucina,
hobby, volontariato, amicizie.
«Ora so bene il rischio che ho corso, che ero solo una bambina presuntuosa, che alcune
possibilità/potenzialità sono andate perdute perché ho abbandonato la scuola troppo presto.
Ma so anche cosa mi ha permesso di farcela, di diventare una persona realizzata: sapere bene
chi
sono, nel bene e nel male. Saper sfruttare le mie doti.
Non gloriarmi di competenze presunte, non gonfiare le mie capacità, ma valorizzare al
massimo quelle reali, e non permettere a nessuno di metterle inutilmente in discussione.
Impegnarmi, dare il meglio.»
Questa storia, come tutte le altre raccolte in queste pagine, è vera, non l’ho neppure corretta.
Loredana è oggi una donna poco più che trentenne, e la sua vita è davvero così come la
descrive, anche se potrebbe sembrare la trama di un romanzo inglese del Settecento. Non è
una
storia comune, lo ammetto, ma trova spazio in queste pagine proprio per la sua emblematica
eccezionalità. La associo a un dato piuttosto interessante: i miei tre saggi sul cambiamento
hanno avuto prevalentemente un pubblico di maschi tra i 35 e i 50 anni. Questo fa molto
riflettere: non è facile entrare nella classifica dei più venduti in Italia se le donne non leggono
in massa il tuo libro.
Sono le lettrici, generalmente, a decretare il successo di una pubblicazione. Anche perché sono
le uniche che ancora comprano e leggono libri.
Eppure nel mio caso sono i maschi a incidere di più. Il dato trova riscontro diretto sia nelle
caratteristiche del pubblico del programma televisivo Un’altra vita, scritto insieme a Nicola
Alvau e trasmesso da Rai5, sia in quelle di chi guarda i miei video su Youtube, frequenta le mie
pagine Facebook e mi scrive. Tantissimi uomini, tutti lacerati dal dubbio, dall’incertezza tra
vivere «come è scritto che sia» e cambiare vita come vorrebbero. Le donne, invece, trovano
più facilmente e rapidamente la strada, hanno meno bisogno di aiuto, sanno come si fa.
Ignoro se questa caratteristica sia una dote specifica del genere femminile. Certo, da quel che
leggo e sento, le donne hanno risolto (o non hanno mai avuto) un problema che pesa molto
sulle scelte individuali: il ruolo sociale. Per un uomo la libertà è quasi sempre l’ambito premio
che si ottiene soltanto dopo aver attraversato una selva oscura e intricata di stereotipi, doveri,
responsabilità.
Basti pensare all’ampio dibattito sul «mammo» e alla diffidenza che suscita un uomo che
decide di restare a casa mentre la sua compagna va a lavorare. Roba che pesa, e che ci
portiamo dietro da un lungo passato. Per le donne, il ruolo sociale di mogli e mamme è stato
già aggredito e sgretolato molto tempo fa attraverso un ventennio di lotte per l’emancipazione.
Oggi nessu-
no più guarda con sospetto o riprovazione una donna di quarant’anni che vive sola, lavora, ha
relazioni sentimentali che mutano nel tempo, non è sposata, non ha figli e non conta di averne.
È libera, può fare quello che crede o desidera; nessuno la giudicherà.
Non accade la stessa cosa per gli uomini, o forse gli uomini pensano che per loro non ci sia
spazio per un’identica libertà. Dico «forse» perché non abbiamo a disposizione molti esempi
interessanti. Che un uomo viva da solo come la donna appena descritta non fa scandalo, ma
solo perché i single incalliti, che «saltano la cavallina» e «tardano a metter su famiglia», sono
sempre esistiti. Per capire la differenza dobbiamo provare a immaginare un uomo di
quarant’anni, sposato, che non lavora, si occupa della casa o dei figli, non ha né la macchina
né un biglietto da visita, va a fare la spesa, sa tutto su sgrassatori e appretti, stira, si lamenta
con la moglie perché gli fa male la schiena a furia di lavare per terra, la rimprovera di
dedicargli poco tempo, di non portarlo mai a cena fuori e ha sempre mal di testa quando lei
vuole fare l’amore. Immagino che questa scena possa ancora suscitare qualche sorrisetto e
apparire come una forzatura. Non dico che una vita così si addica a qualcuno, uomo o
donna che sia, ma certo vale come esempio per capire la precedente. Mentre le donne sono
passate in numero significativo da questo a quello (da mamme, mogli e casalinghe a single,
lavoratrici con o senza figli, autonome sul piano sentimentale e sessuale), gli uomini non
saprebbero fare il percorso inverso, giusto o sbagliato che sia.
Non credo vi siano uomini che aspirano a diventare così. Mi serviva solo un termine di
paragone. Un uomo senza lavoro è semplicemente un disoccupato. Se non ha
un posto fisso e si dedica a varie attività per sbarcare il lunario è semplicemente un precario.
Se poi avesse rinunciato a un lavoro regolare per scelta verrebbe considerato un po’ svitato. «E
come fai? E una famiglia non ce l’hai? E se esci con una donna come fai a portarla al
ristorante?
E se ti chiedono “di cosa ti occupi?” cosa rispondi?» In effetti, quell’uomo chi è? Come si
chiama un essere così? Com’è facile immaginare, alcuni di noi sentono molto
questo problema.
Loredana è certamente una donna speciale, un caterpillar. Capisce, sa, decide, fa, e tutto le va
per il verso giusto. Diventa perfino colta e sensibile, anche senza un percorso ufficiale di studi.
In più alla fine si sposa, e suo marito la ama. Che fortuna! Eppure le donne simili a lei, piene
di iniziativa e coraggio, in grado di imprimere una svolta alla loro esistenza, sono tante. Mi
scrivono lettere come questa: «Ciao Simone, ho cambiato vita prima di te, è stata dura, ma
adesso sono più libera e faccio quello che davvero desidero. Ho letto i tuoi libri solo di recente,
e mi ci riconosco del tutto. Non mollare!».
Le lettere degli uomini sono completamente diverse: «Ciao Simone, nei tuoi libri c’è ciò che
penso da anni, che dico da sempre ai miei amici! Vorrei anch’io trovare il coraggio di cambiare
vita. Non sai quante cose vorrei fare! Non ce la faccio più, il lavoro è diventato un inferno,
non ci credo, non ha più senso. Ma come fai a dire ai tuoi genitori, a tua moglie, alle persone
che hanno creduto in te e ti hanno appoggiato, che vuoi mollare tutto? Penso che non ci
riuscirò mai, ma tu continua con quello che fai, sei una speranza per tantissimi».
Ho ricevuto dagli uomini decine di migliaia di email, lettere, post e messaggi identici a questo.
Per contare le donne che mi hanno scritto cose del genere mi bastano forse le dita delle mani.
Il sistema economico e sociale, e l’organizzazione stessa della nostra vita, stanno cambiando.
Al crollo di un sistema occorre opporre nuove soluzioni, nuove pratiche.
Occorre avere coraggio. Ecco perché sono così poco ottimista sulla sorte degli uomini. Non
siamo preparati, non abbiamo il coraggio delle scelte. Non è strano, del resto: il coraggio viene
dalla salute, dall’equilibrio, dall’armonia con se stessi, gli altri, il mondo. E in questi campi
gli uomini sono da anni in difficoltà. Basta parlare con una donna single che ha appena perso il
lavoro e con un uomo nella stessa condizione. La prima sarà probabilmente su di giri, perfino
euforica, pur nella difficoltà e nella preoccupazione. Il secondo sarà affranto, reticente,
quasi spento. Sbaglio?
Se questo mondo sta davvero cambiando, se dovremo affrontare il futuro senza schemi testati,
costruendo nuove formule di sopravvivenza e di vita, allora le donne sembrano le uniche
pronte a fare il salto. Temo che le sfide di quest’epoca e della prossima imporranno una
selezione
spietata. Non sarà facile vivere nei prossimi dieci o vent’anni.
Se poi non sei una donna, sarà un’impresa titanica.

Weitere ähnliche Inhalte

Ähnlich wie Inadatti al cambiamento simone perotti - dove sono gli uomini

La montaña 9 giugno 2016 il mio angelo
La montaña 9 giugno 2016   il mio angeloLa montaña 9 giugno 2016   il mio angelo
La montaña 9 giugno 2016 il mio angeloMSFitalia
 
La montaña 9 giugno 2016 il mio angelo
La montaña 9 giugno 2016   il mio angeloLa montaña 9 giugno 2016   il mio angelo
La montaña 9 giugno 2016 il mio angeloManos Italia
 
APPROCCIA RAGAZZE OVUNQUE [Ebook] - ANTEPRIMA
APPROCCIA RAGAZZE OVUNQUE [Ebook] - ANTEPRIMAAPPROCCIA RAGAZZE OVUNQUE [Ebook] - ANTEPRIMA
APPROCCIA RAGAZZE OVUNQUE [Ebook] - ANTEPRIMAseduceredotcom
 
La disoccupazione - Sei il numero 50002
La disoccupazione - Sei il numero 50002La disoccupazione - Sei il numero 50002
La disoccupazione - Sei il numero 50002openbadges-ita
 
Bisogni prosociali
Bisogni prosocialiBisogni prosociali
Bisogni prosocialifacc8
 
2009 newsletter Dubbieverità 03
2009 newsletter Dubbieverità 032009 newsletter Dubbieverità 03
2009 newsletter Dubbieverità 03Monica Amici
 
Sembra rum e cola
Sembra rum e colaSembra rum e cola
Sembra rum e colagiangra
 
La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio ...
La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio ...La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio ...
La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio ...Nando Pagnoncelli
 
Maschi E Femmine
Maschi E FemmineMaschi E Femmine
Maschi E Femmineguest5df3af
 
Il Potere della Gratitudine!
Il Potere della Gratitudine!Il Potere della Gratitudine!
Il Potere della Gratitudine!Giancarlo Fornei
 
Anno delle stelle 4 settembre 2013
Anno delle stelle 4 settembre 2013Anno delle stelle 4 settembre 2013
Anno delle stelle 4 settembre 2013Manos Italia
 
Cosa sono le costellazioni Familiari?
Cosa sono le costellazioni Familiari?Cosa sono le costellazioni Familiari?
Cosa sono le costellazioni Familiari?sere94
 

Ähnlich wie Inadatti al cambiamento simone perotti - dove sono gli uomini (20)

Adolescenza 2010
Adolescenza 2010Adolescenza 2010
Adolescenza 2010
 
La montaña 9 giugno 2016 il mio angelo
La montaña 9 giugno 2016   il mio angeloLa montaña 9 giugno 2016   il mio angelo
La montaña 9 giugno 2016 il mio angelo
 
La montaña 9 giugno 2016 il mio angelo
La montaña 9 giugno 2016   il mio angeloLa montaña 9 giugno 2016   il mio angelo
La montaña 9 giugno 2016 il mio angelo
 
APPROCCIA RAGAZZE OVUNQUE [Ebook] - ANTEPRIMA
APPROCCIA RAGAZZE OVUNQUE [Ebook] - ANTEPRIMAAPPROCCIA RAGAZZE OVUNQUE [Ebook] - ANTEPRIMA
APPROCCIA RAGAZZE OVUNQUE [Ebook] - ANTEPRIMA
 
La disoccupazione - Sei il numero 50002
La disoccupazione - Sei il numero 50002La disoccupazione - Sei il numero 50002
La disoccupazione - Sei il numero 50002
 
Bisogni prosociali
Bisogni prosocialiBisogni prosociali
Bisogni prosociali
 
Sorriso telefono giovani Onlus. Presentazione
Sorriso telefono giovani Onlus. PresentazioneSorriso telefono giovani Onlus. Presentazione
Sorriso telefono giovani Onlus. Presentazione
 
Sag 08 2012
Sag 08 2012Sag 08 2012
Sag 08 2012
 
2009 newsletter Dubbieverità 03
2009 newsletter Dubbieverità 032009 newsletter Dubbieverità 03
2009 newsletter Dubbieverità 03
 
Sembra rum e cola
Sembra rum e colaSembra rum e cola
Sembra rum e cola
 
Sembra rum e cola
Sembra rum e colaSembra rum e cola
Sembra rum e cola
 
Credenze personali, beliefs
Credenze personali, beliefsCredenze personali, beliefs
Credenze personali, beliefs
 
Altre Svolte
Altre SvolteAltre Svolte
Altre Svolte
 
La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio ...
La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio ...La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio ...
La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio ...
 
Maschi E Femmine
Maschi E FemmineMaschi E Femmine
Maschi E Femmine
 
Il Potere della Gratitudine!
Il Potere della Gratitudine!Il Potere della Gratitudine!
Il Potere della Gratitudine!
 
Pellai
PellaiPellai
Pellai
 
Nati due volte
Nati due volteNati due volte
Nati due volte
 
Anno delle stelle 4 settembre 2013
Anno delle stelle 4 settembre 2013Anno delle stelle 4 settembre 2013
Anno delle stelle 4 settembre 2013
 
Cosa sono le costellazioni Familiari?
Cosa sono le costellazioni Familiari?Cosa sono le costellazioni Familiari?
Cosa sono le costellazioni Familiari?
 

Inadatti al cambiamento simone perotti - dove sono gli uomini

  • 1. Inadatti al cambiamento [Capitolo estratto da Dove sono gli uomini? di Simone Perotti, Chiarelettere, Milano 2013] http://www.chiarelettere.it/libro/reverse/dove-sono-gli-uomini.php «Mi chiamo Loredana. All’età di 13 anni, studentessa delle scuole medie d’intelligenza vivace e con una spiccata sensibilità per le materie umanistiche, sono in crisi esistenziale: riesco bene senza molto sforzo in qualsiasi materia, ma nessuna mi piace più di un’altra. Ho molto carattere, tanto idealismo e un pizzico di indipendenza. Insomma, a 13 anni decido che la scuola non fa per me. Il giorno in cui ne compio 14 comincio a lavorare in una piccola azienda di paese nel settore dell’elettronica: acquisisco capacità manuali e mi do da fare. Nel giro di un anno il capo mi dice: “Vedo che sei una ragazzina sveglia, lo vuoi un lavoro di responsabilità?” e mi affida il reparto magazzino. Nessun subordinato, ma da sola a gestire merce, centralino, vettori. In seguito faccio altri lavori, nei quali ogni volta mi propongo, ottenendo una qualifica migliore. Oggi sono impiegata amministrativo contabile con qualche competenza di commerciale estero e ufficio personale, pur non avendo studiato ragioneria o simili. «Nel frattempo non manco di coltivare quelli che poi sono diventati i miei interessi: le lingue, la musica e la letteratura. Parlo correntemente l’inglese, sto imparicchiando il portoghese, strimpello la chitarra, leggo moltissimo, do ripetizioni. Il mio animo assetato di cultura viene sistematicamente abbeverato! «Sposarmi non era nei piani, ma un uomo meraviglioso di qualche anno più grande ha visto questa ragazzina indipendente e ha deciso che sarebbe stata sua. Anche nel matrimonio il mio “metodo” è sempre lo stesso: impegnarmi, impegnarmi, impegnarmi. Perché il mio uomo abbia una casa pulita e in ordine, un sorriso ad accoglierlo, stimoli culturali, del buon sesso. Il mio sforzo è grandemente ripagato: dire che mi tratta da principessa è poco. È così che mi divido tra un impiego part-time (per scelta di vita), lavori domestici (che adoro), cucina, hobby, volontariato, amicizie. «Ora so bene il rischio che ho corso, che ero solo una bambina presuntuosa, che alcune possibilità/potenzialità sono andate perdute perché ho abbandonato la scuola troppo presto. Ma so anche cosa mi ha permesso di farcela, di diventare una persona realizzata: sapere bene chi sono, nel bene e nel male. Saper sfruttare le mie doti. Non gloriarmi di competenze presunte, non gonfiare le mie capacità, ma valorizzare al massimo quelle reali, e non permettere a nessuno di metterle inutilmente in discussione. Impegnarmi, dare il meglio.» Questa storia, come tutte le altre raccolte in queste pagine, è vera, non l’ho neppure corretta. Loredana è oggi una donna poco più che trentenne, e la sua vita è davvero così come la descrive, anche se potrebbe sembrare la trama di un romanzo inglese del Settecento. Non è una storia comune, lo ammetto, ma trova spazio in queste pagine proprio per la sua emblematica eccezionalità. La associo a un dato piuttosto interessante: i miei tre saggi sul cambiamento hanno avuto prevalentemente un pubblico di maschi tra i 35 e i 50 anni. Questo fa molto riflettere: non è facile entrare nella classifica dei più venduti in Italia se le donne non leggono in massa il tuo libro. Sono le lettrici, generalmente, a decretare il successo di una pubblicazione. Anche perché sono le uniche che ancora comprano e leggono libri. Eppure nel mio caso sono i maschi a incidere di più. Il dato trova riscontro diretto sia nelle caratteristiche del pubblico del programma televisivo Un’altra vita, scritto insieme a Nicola Alvau e trasmesso da Rai5, sia in quelle di chi guarda i miei video su Youtube, frequenta le mie pagine Facebook e mi scrive. Tantissimi uomini, tutti lacerati dal dubbio, dall’incertezza tra vivere «come è scritto che sia» e cambiare vita come vorrebbero. Le donne, invece, trovano più facilmente e rapidamente la strada, hanno meno bisogno di aiuto, sanno come si fa. Ignoro se questa caratteristica sia una dote specifica del genere femminile. Certo, da quel che leggo e sento, le donne hanno risolto (o non hanno mai avuto) un problema che pesa molto sulle scelte individuali: il ruolo sociale. Per un uomo la libertà è quasi sempre l’ambito premio che si ottiene soltanto dopo aver attraversato una selva oscura e intricata di stereotipi, doveri, responsabilità.
  • 2. Basti pensare all’ampio dibattito sul «mammo» e alla diffidenza che suscita un uomo che decide di restare a casa mentre la sua compagna va a lavorare. Roba che pesa, e che ci portiamo dietro da un lungo passato. Per le donne, il ruolo sociale di mogli e mamme è stato già aggredito e sgretolato molto tempo fa attraverso un ventennio di lotte per l’emancipazione. Oggi nessu- no più guarda con sospetto o riprovazione una donna di quarant’anni che vive sola, lavora, ha relazioni sentimentali che mutano nel tempo, non è sposata, non ha figli e non conta di averne. È libera, può fare quello che crede o desidera; nessuno la giudicherà. Non accade la stessa cosa per gli uomini, o forse gli uomini pensano che per loro non ci sia spazio per un’identica libertà. Dico «forse» perché non abbiamo a disposizione molti esempi interessanti. Che un uomo viva da solo come la donna appena descritta non fa scandalo, ma solo perché i single incalliti, che «saltano la cavallina» e «tardano a metter su famiglia», sono sempre esistiti. Per capire la differenza dobbiamo provare a immaginare un uomo di quarant’anni, sposato, che non lavora, si occupa della casa o dei figli, non ha né la macchina né un biglietto da visita, va a fare la spesa, sa tutto su sgrassatori e appretti, stira, si lamenta con la moglie perché gli fa male la schiena a furia di lavare per terra, la rimprovera di dedicargli poco tempo, di non portarlo mai a cena fuori e ha sempre mal di testa quando lei vuole fare l’amore. Immagino che questa scena possa ancora suscitare qualche sorrisetto e apparire come una forzatura. Non dico che una vita così si addica a qualcuno, uomo o donna che sia, ma certo vale come esempio per capire la precedente. Mentre le donne sono passate in numero significativo da questo a quello (da mamme, mogli e casalinghe a single, lavoratrici con o senza figli, autonome sul piano sentimentale e sessuale), gli uomini non saprebbero fare il percorso inverso, giusto o sbagliato che sia. Non credo vi siano uomini che aspirano a diventare così. Mi serviva solo un termine di paragone. Un uomo senza lavoro è semplicemente un disoccupato. Se non ha un posto fisso e si dedica a varie attività per sbarcare il lunario è semplicemente un precario. Se poi avesse rinunciato a un lavoro regolare per scelta verrebbe considerato un po’ svitato. «E come fai? E una famiglia non ce l’hai? E se esci con una donna come fai a portarla al ristorante? E se ti chiedono “di cosa ti occupi?” cosa rispondi?» In effetti, quell’uomo chi è? Come si chiama un essere così? Com’è facile immaginare, alcuni di noi sentono molto questo problema. Loredana è certamente una donna speciale, un caterpillar. Capisce, sa, decide, fa, e tutto le va per il verso giusto. Diventa perfino colta e sensibile, anche senza un percorso ufficiale di studi. In più alla fine si sposa, e suo marito la ama. Che fortuna! Eppure le donne simili a lei, piene di iniziativa e coraggio, in grado di imprimere una svolta alla loro esistenza, sono tante. Mi scrivono lettere come questa: «Ciao Simone, ho cambiato vita prima di te, è stata dura, ma adesso sono più libera e faccio quello che davvero desidero. Ho letto i tuoi libri solo di recente, e mi ci riconosco del tutto. Non mollare!». Le lettere degli uomini sono completamente diverse: «Ciao Simone, nei tuoi libri c’è ciò che penso da anni, che dico da sempre ai miei amici! Vorrei anch’io trovare il coraggio di cambiare vita. Non sai quante cose vorrei fare! Non ce la faccio più, il lavoro è diventato un inferno, non ci credo, non ha più senso. Ma come fai a dire ai tuoi genitori, a tua moglie, alle persone che hanno creduto in te e ti hanno appoggiato, che vuoi mollare tutto? Penso che non ci riuscirò mai, ma tu continua con quello che fai, sei una speranza per tantissimi». Ho ricevuto dagli uomini decine di migliaia di email, lettere, post e messaggi identici a questo. Per contare le donne che mi hanno scritto cose del genere mi bastano forse le dita delle mani. Il sistema economico e sociale, e l’organizzazione stessa della nostra vita, stanno cambiando. Al crollo di un sistema occorre opporre nuove soluzioni, nuove pratiche. Occorre avere coraggio. Ecco perché sono così poco ottimista sulla sorte degli uomini. Non siamo preparati, non abbiamo il coraggio delle scelte. Non è strano, del resto: il coraggio viene dalla salute, dall’equilibrio, dall’armonia con se stessi, gli altri, il mondo. E in questi campi gli uomini sono da anni in difficoltà. Basta parlare con una donna single che ha appena perso il lavoro e con un uomo nella stessa condizione. La prima sarà probabilmente su di giri, perfino euforica, pur nella difficoltà e nella preoccupazione. Il secondo sarà affranto, reticente, quasi spento. Sbaglio? Se questo mondo sta davvero cambiando, se dovremo affrontare il futuro senza schemi testati, costruendo nuove formule di sopravvivenza e di vita, allora le donne sembrano le uniche
  • 3. pronte a fare il salto. Temo che le sfide di quest’epoca e della prossima imporranno una selezione spietata. Non sarà facile vivere nei prossimi dieci o vent’anni. Se poi non sei una donna, sarà un’impresa titanica.