2. MARKETING TERRITORIALE
lo studio delle strategie di
attrazione degli
investimenti (imprese) e
delle persone (turisti,
visitatori, nuovi residenti),
al fine di garantire la
soddisfazione esterna ma
soprattutto la
soddisfazione per chi vive
nel territorio
3. MARKETING TERRITORIALE
Una rete di relazioni tra
il soggetto che ha il
compito di gestire
l’offerta di tutte le
componenti che
formano il territorio ed
i potenziali investitori.
4. Sviluppare politiche di Marketing
Territoriale vuole dire:
Connettere efficacemente il mondo
delle imprese e del turismo con le
opportunità presenti sul territorio;
Contribuire alla creazione ed alla
valorizzazione dell’offerta territoriale.
5. Il Marketing Territoriale
è volto a promuovere
l’insediamento delle imprese
in una certa area geografica
poiché questa azione
produce effetti positivi
sull’intero sistema sociale e
sul livello etico di tale area.
6. OBIETTIVI GENERALI DEL
MARKETING TERRITORIALE
L’acquisizione di competenze
manageriali per il coordinamento e lo
sviluppo di programmi di marketing
applicati ad un territorio che si
configuri come un sistema economico
locale;
Lo sviluppo di capacità di costruire reti
tra istituzioni ed imprese operanti sul
territorio per realizzare strategie di
azioni comuni;
Acquisire metodi e strumenti di
marketing applicato ai differenti
potenziali di un sistema economico
locale integrandone le componenti e
valorizzandone le opportunità.
7. L’obiettivo finale
di qualunque azione di Marketing
Territoriale è la valorizzazione
del territorio stesso creando le
condizioni per la migliore
connessione tra l’offerta territoriale
e le diverse tipologie di domanda.
8. una funzione operativa che ha il compito di,
orientare l’offerta territoriale al fine di favorire
lo sviluppo sostenibile dell’area
1. attuare interventi che aumentano il valore che
il territorio è in grado di offrire con l’intento di
attrarre nell’area soggetti ed attività che
favoriscono lo sviluppo delle risorse e la
crescita
2. favorire le migliori condizioni di fruizione del
territorio
3. svolgere azioni in modo da coinvolgere tutti i
soggetti presenti sul territorio
4. far rispettare la coerenza tra gli obiettivi
prefissati e gli obiettivi di compatibilità
ambientale, competitività economica e
coesione sociale
MARKETING TERRITORIALE
9. MARKETING PROFILE
per ognuno dei gruppi di clientela
presi in considerazione.
I profili possono essere divisi in due modelli:
1. i modelli dei comportamenti di consumo,
2. i modelli di ricezione
a. si darà risposta attuando
un’appropriata politica di prodotto
3. di informazione e di decisione che sono
propri di ciascun gruppo
b. si darà risposta mediante l’utilizzo di
politiche di comunicazione e di
promozione.
13. azione di “parternariato a più
livelli” in cui la concertazione
diviene ancor più metodo e
strumento di espressione e di
sintesi degli interessi delle
amministrazioni, degli attori
economici e sociali e dei cittadini;
GOVERNANCE
15. 1. ANALISI DESK E FIELD DI STUDIO E
ANALISI DEL TERRITORIO
RICOGNIZIONE DELLE ANALISI
SVOLTE DA ALTRI STRUMENTI DI
PROGRAMM. LOCALE (PIT, PSU,
PATTO SOCIALE, PATTI
TERRITORIALI, PIAR, ET..) IN MATERIA
DI IDENTIFICAZIONE DEI PRINCIPALI
FATTORI COMPETITIVI DEL
TERRITORIO
16. CONFRONTO TRA ANALISI SWOT E
PRINCIPALI FATTORI COMPETITIVI
DEL TERRITORIO
ANALISI DESK E FIELD DI STUDIO
E ANALISI DEL TERRITORIO
17. ANALISI DESK E FIELD DI STUDIO
E ANALISI DEL TERRITORIO
IDENTIFICAZIONE DEI SISTEMI
RELAZIONALI LOCALI E DEGLI
STAKEHOLDER DI MAGGIORE
SIGNIFICATIVITA’ TERRITORIALE
1) criterio della rappresentatività nel caso di stakeholder istituzionali
2) criterio della dimensione nel caso di stakeholder imprenditoriali
3) criterio della relazionalità nel caso di stakeholder sociali ed associativi
18. CONFRONTO TRA ANALISI SWOT E
PRINCIPALI FATTORI COMPETITIVI
DEL TERRITORIO
ANALISI DESK E FIELD DI STUDIO
E ANALISI DEL TERRITORIO
20. 2. IDENTIFICAZIONE DELLE TRAIETTORIE
(SCENARI DI SVILUPPO)
Costruzione dello scenario tecnologico di
medio-lungo periodo,
Attenzioni sulle infrastrutture immateriali e
sul sistema di in- formazione;
(Information and Communication
Technology)
Definizione della mappa delle “rational
expectations” imprenditoriali e sulle loro
politiche di prodotto.
21. Definizione dei modelli di governance locali
(società multietnica e delle pluriversalità
culturali, modelli di consumo, modelli
urbanistici, etc)
Definizione dei sistemi di alleanza strategica
pubblico-privato
2. IDENTIFICAZIONE DELLE TRAIETTORIE
(SCENARI DI SVILUPPO)
22. 2. IDENTIFICAZIONE DELLE TRAIETTORIE
(SCENARI DI SVILUPPO)
Definizione del modello di sviluppo sociale
ed economico in termini di sostenibilità
ambientale
Realizzazione di attività di scouting nelle
filiere centrali dei sistemi locali d’impresa
Valorizzazione e rafforzamento del sistema
delle competenze presenti sul territorio
(eccellenze artigiane, sistema formativo ed
integrazione con il mondo delle imprese)
23. Promozione di partnership produttive,
scientifiche e gemellaggi dell’Unione Europea
Sostegno alla specializzazione del sistema
bancario locale verso i segmenti e le nicchie di
mercato caratterizzanti i punti di forza del
sistema produttivo locale
Riposizionamento delle strategie turistiche,
all’interno di un modello di valorizzazione dell’
offerta territoriale
Sperimentazione di disciplinari di
collaborazione inter-distrettuali ed inter-filiera
all’interno del sistema produttivo territoriale.
2. IDENTIFICAZIONE DELLE TRAIETTORIE
(SCENARI DI SVILUPPO)
24. “COMMUNITY PLANNING”
La comunicazione allargata, il dialogo
partecipato e la conversazione sociale,
l’ascolto e l’interpretazione positiva dei bisogni
individuali e collettivi caratterizzano questa
nuova fase di attività
25. la metodologia “EASW”
European Awareness Scenario Workshop”,
una tecnica adottata ufficialmente dalla
Commissione Europea, che permette,
stimolando la partecipazione democratica, di
promuovere lo sviluppo sostenibile di un
territorio, adottando soluzioni concrete ai
problemi esistenti.
“COMMUNITY PLANNING”
26. 'European Awareness Scenario
Workshop,
noto anche con l'acronimo EASW, è un
metodo nato in Danimarca finalizzato alla
ricerca di un accordo fra i diversi gruppi di
portatori di interessi in ambito locale con
l'obiettivo del raggiungimento di una
definizione consensuale di città sostenibile.
Il campo d'applicazione originale è quello
dell'urbanistica partecipata ma il metodo è
applicabile anche a: sviluppo locale,
attivazione di percorsi di cambiamento
organizzativo e innovazione e ricerca.