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....................tr@nsontologi@
.......................sublime.........
..................... si         è     in presenza dell'arkè        o transpriorità o
transingolarità della        sublatione sublime . Si delinea una gestell o
struttura sublime della sublatione, o impianto dell'evento o la sublime
ontopologia     sul sentiero di una analitica dell'esserci o                  dasein-
analytik assentemente presente in kant,                 per interpretare l'analitica
della transbellezza e l'analitica del sublime. Si approderà nella
sinuosa    transontologia del sublime o              sublyme quale bellezza-sublime
plotiniana    o sublime-nella-bellezza heideggeriana,               già assentemente
compresenti nella prioritaria ermeneutica del sublime longiniana o
burkeiana. Si offrirà            dispieganza delle contemplanze del sublime
nella classicità, quale sublime della transmathesis o pitagorico o
platonico,    o    svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia
nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del
senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana
quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale evento
sublime della transcendenza, presente solo nell'evidenza                    ideale della
transpurezza sublime, quale sublatione eccelsa e nobile magnanimità o
magnitudine kolossale , sempre al di              là    e sempre al di sopra o
sempre oltre il sensibile e del percepibile,                 quasi    fosse l'alterezza
sublime proustiana o        l'archegete della sublime ontopologia sublime.               Lì
c'è l'archegeta       transvisione       della    sublatione     sublime in
transcendenza,     sia pure solo nell'esserci pensante             che contempli la
transcendenza dei fenomeni         ideali o l'invisibile o l'ideale sublime.
L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile, già per l'archegete
della ontopologia sublime          Schelling c'è sempre un senza fine o
infinitezza, o una infinità d'imago nell'esserci o abissalità senza
fondale ove c'è l'eventuanza o               si dà diafanè la transvedenza del
sublime, quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'eventurarsi
sublime della      sublatione       o      svelatenza o       transingolarità o
transereignis       o    transvedenza della splendenza sublime. A quella
transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del
sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale
sublatione    in    concordanza o dispieganza o enucleanza o coniuganza
kategorica del        dynon o       phyon     eraklitiano,     quale eventuanza dell'
abissale abnegarsi dell'esserci            disubissato o       che si     transpieghi
nell'evidenziarsi      svelatenza       senza fine,       quale risplendenza sublime o
transplendenza sublime o tramontanza o splendenza                   sublime    o
splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi                  o depurarsi      o
abnegarsi, e la sua transfenomenica o transmorfia                     suscita quel
sentimento o quella sublatione o transtensione o quella intermittenza
che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant,                        tanto da
evidenziarsi in diafanè        o transfenomeno del sublime             o     noumeno del
sublime, ovvero il sublime fenomenico                e il sublime noumenico nella
transcendenza quale sublatione dell'esserci.
La sublime aritmetica o geometria o           matematica        innata nelle stelle,      è
inerente nel kosmos         o è       sublime kosmesi       la più bella tra le forme
o varietà       o manifolds attraverso le quali            l'idea, la    transmonade
essenziale di bellezza        può      essere visibile o lì         si colga l'idea di
bellezza, nella sua purezza quale transcendenza della sublatione dell'
essere: lì un attimo di bellezza è             un attimo d'esistenza. In quell' istante
c'è   l'eventuanza che c'è in tutta l'eternità.             L'essenza della bellezza è
l'essenza dell'idea,      o    è      la sua completezza senza dolore o          angoscia:
è la bellezza della forma visibile o percepibile quale Essenza. Ma tale
elevatezza della bellezza,          o    sublatione     è    la trascendenza dell'
essere,    o la     sublazione del dasein quale              sublazione della simmetria
delle forme     della bellezza           o    la sublatione della bellezza della
forma, o     la sublatione della bellezza stessa. Qui              c'è la completa
armonia o transarmonia afenomenica              in sublatione, quale         purezza
dell'immaginarsi       sublatione della bellezza,          o la sua      contemplanza
quale    arte della sublatione nella bellezza. Quella bellezza che si dà
dalla perfetta sublatione        è     il sublime che trascenda se stesso, o che
trascenda la bellezza che così trascenda se stessa, o                  è    l'EREIGNIS del
sublime o     dispieganza dell' Essere eventuanza dell'Ereignis sublime.
Ereignis, o evento della transcendenza della sublatione dell'essere, è il
pensiero sublime che si pensi sublime pensiero dell'essere sublime, o
originale eventuanza dell' essere sublime. Il pensiero sublime             è l'
originale pensiero      dell'essere archegeta perchè è il pensiero dell'evento
sublime    dell'essere abissale o       eventuanza      dall'Abgrund,    o l'eventuarsi
dalla verità abissale      del sublime        ecstatico dell' essere sublime. La
verità dell'essere sublime      è    l' Ereignis      sublime abissale,    quale
sublime Ereignis abissale della verità dell' Essere o sublatione sublime
dell' Essere o Lichtung del sublime, o Essere in cui risplende il sublime.
L'Essere sublime     è dispieganza nello spazio-tempo della sublatione sublime
dell'eventuanza. La verità dell'essere sublime          eventuanza    è l' Ereignis,
ed è    l' Essere sublime che transpieghi          la verità dell' Essere sublime
come evenienza o transpieganza dell' essere. La morte non è un evento che
ponga fine al    Dasein, così il sublime:          è sempre presente nel Dasein-
sublatione,    come possibilità di impossibilità o         transpieganza del suo
essere    sublime.    La morte è sublime nulla, l'altro-che-entità, il non
ente,    il niente o l'abneganza sublime            o    l' Ereignis sublime,      o
transaletheia sublime dell' Ereignis o EREIGNIS             della svelatezza del
sublime, quale eventuanza sublime a fondamento della verità ecstatica. La
perfetta    sublatione     del sublime,        quale eventuanza in elevatezza
transexcelsa della     transpieganza dell'Essere. L'infinito quantico,
infinitamente grande o infinitamente piccolo, è di per sé l'infinita
sublatione dell'eventuanza sublime. L'infinitamente grande e l'infinitamente
piccolo sono l'eventuarsi della sublime sublatione infinita Quantica di per
sé connessa o quantica sublatione,            o quantica infinita      sublatione
sublime della transpieganza. Quell'essere sublatione quantica infinita è
in se stessa    sublime eventuanza in excstasi,           o è l'auto-sublatione
quantica, l'al di là     sublime della sublatione transinfinita: la
transublazione del sublime nell'eventuanza della transverità.              La sua
qualità è il suo     essere-per-sé o il suo eventuarsi sublime o
transublatione della     transinfinitezza        non più al di fuori di essa, ma in sé
quale essersi o transpiegarsi        o   eventuanza in excstasi:         il suo essere
al di là e al di sopra,           o sempre nell'oltre        transpieganza
dell'eventuarsi essere quantica infinita è la sublatione di se stessa, quale
estetica bellezza ideale. Così il suo essere al di là di se stessa o al di
sopra o nell'oltre       transpieganza      è sublime      come oltre-bellezza ideale,
o essere-per-sé sublime eventuanza della transublatione transinfinita.
LONGINUS nel    suo sublime vago e         superlativo     eventuò la filosofia
ecstatica del sublimarsi       o la sublatione estatica sublime           soprannaturale
e sconvolgente, o il mostrarsi asimmetrico della               transpieganza
dell'eventuanza. John Donne transpiegò          Sublimi idee    nella    bellezza
celeste e nobile metafisica subliming,             o sublimation      dell'eventuanza
sublime. Pery-Hypsous o Peri Hupsous transvelò            l' ekstasis dell'essere
sublime    o l'eventuanza dell'ekstasy quale             sublatione    della bellezza
classica,    o al di là della bellezza ideale. Per l'archegete della
ontopologia sublime LONGINUS è la naufraganza, o il Peri Hupsous quale
sublime transpieganza della naufraganza. Peri Hupsous è la sublatione sublime
dell'eventuanza     della transpieganza        transinfinita. LONGINUS , il sublime
archegete LONGINUS transvelò nell'arte            l'eventuarsi     della   transpieganza
della bellezza estetica       che non      doveva essere per coercizione          anche
regolare, razionale, ordinata, misurata e armoniosa,          ma abnegarsi
nell'eventuanza sublime. LONGINUS ispirò la sublatione sublime              che si
transveli    al di là e al di sopra,       o oltre      le regole della bellezza
ideale canonica.      LONGINUS consentì       l'eventuarsi della      sublatione
estatica nella     transpieganza Sublime,         quale    pensiero poetante di
Sappho, l'archegeta Saffo è sempre         là    nella sublatione      estatica
subissata dall'eventuanza       dell'abnegarsi sublime.         LONGINUS l'archegete
del sublime transpiegò      la potenza dinamica sublime          nella    poesia:
l'annichilirsi o l'annullarsi o l'annietarsi o l'abnegarsi                nella
naufraganza diluviana     o nella tempesta oceanica, o per sublime sublatione
essersi    subissati    nelle     tempeste      vulcaniche.    LONGINUS    svelò
l'eventuanza    della luna sublime o la sublatione sublime dei phaenomena
nei cieli astrali o infernali, non solo come una forma superlativa              della
bellezza, ma come una nuova e sublime transpieganza              estetica, o
bellissima     eventuanza del sublime. Sublimity o       Sublimità è la sublime
poesia    dell'archegete Saffo, come bellezza sublime che              transpieghi
l'aldilà    della bellezza, quale estasi          della sublatione sublime         o
Sublime transpoiesis dell'eventuanza.
Profonda solitudine dell'archegete      è l'abnegarsi sublime, ma in modo che
susciti terrore in sè: è         la differenza tra sublimità e bellezza, un
equilibrio instabile o transtabile, è il muoversi transinfinito
dell'essersi in      dispieganza,    o dell'essere dell'ente dinamico           o
l'eventuarsi sublime della sublatione nella transpieganza: il piacere della
bellezza     è    sublimato    nell'eventuanza dell'aldilà o dell'oltre quale
sublime bellezza in estasi sublime, o sublatione estatica                 che attrae e
transpiega,      in compresenza della paura o           timore    o     terrore o
angoscia. Il      sublime    è la più forte emozione,      o la più sublime o
l'excelsa,     che la transmente sia in grado di sentire, la più potente di tutte
le passioni o la potenza dinamica o la volontà di potenza o
l'omnipotenza o la transpotenza, è l'intensità transinfinita              della
sublatione o alterezza       sublime dell'eventuanza.LONGINUS transvelò la
sublimità    e la situò       nella poesia,     inventò l'aldilà della bellezza
quale dispieganza della sublatione sublime estatica, sia pure intrisa
di orrore soprannaturale sublime, quale         Analitica del Sublime      prioritaria
o fondamentale, nel senso del fondersi e transpiegarsi della sublatione
sublime nella bellezza ideale.
La dispieganza      dell'eventuanza sublime quale         Dasein si esprime nel
sentimento dell'angoscia o sublatione diseventuale o            abnegarsi, o
annegarsi o annularsi o annichilirsi. Il Dasein sublime in               excstasi
invece è la sublatione sublime dell'eventuanza, o Ereignis sublime
Ontologico della transpieganza dell' Essere e mostrarsi sublime,                  o è
il transmostrarsi sublime dell'Essere nella sua transverità sublime o Essere
l'eventuarsi     sublime dell' Essere     o    è l'Essere-in-eventuanza, Dasein
sublime, oltre che essere l'eventuarsi        dell' essere sublime quale mistero
dell' essere. Essere sublime in Dasein sublime quale sublatione
dell'eventuanza dell' essere evento e disevento dell' Essere in sé,                  o
dell'Essere che si mostri o si dimostri           nel sublime. Essere transpieganza
del Dasein sublime o sublatione del Dasein della verità dell'essere. La
verità dell'essere     è la transpieganza dell'essere        transinfinito nel
Dasein sublime, o Ereignis sublime della sublatione del Dasein dell' essere
sublime    Ereignis. Dasein è il sublime dell'essere, o è il sublime della
verità dell'essere. Dasein transvede la verità sublime         dell'essere    sublime,
quale aletheia sublime dell' Essere. Essersi          sublimanza nel Dasein che
consenta all'Essere sublime la transpieganza transinfinita nel Dasein, o
Essere EREIGNIS sublime del sublime Dasein dell'Essere transpieganza nel
DASEIN sublime. Nel rivelarsi sublime, Dasein dell'Essere,           c'è l'eventuanza
del Dasein sublime dell' Essere transinfinito, o Essere evento transinfinito
dell' Essere excstasi della verità dell' Essere sublime Dasein. L' Essere
sublime è e sarà per sempre il mistero per il Dasein, giacchè mai
l'eventuarsi dell'essere nel Dasein si transpiegherà             quale    Ideale,      o
transpurezza della katarsi        o   vivenza dei e nei         sensi o nell'
intuizione di forme dell' essere fenomenale, o          nell'idealismo
trascendentale.     La    sublimità   trascende la stessa ragione o il nous o
la noumenica, è sublime sublatione          della    terribile e caotica dispieganza
dell'esserci sublime. Così l'immenso oceano o mare agitati da tempeste sublimi
si svelano quale dynamica sublime della transinfinita matematica sublime
della topologia dell'essere sublime o transmathesis sublime,                o quale
Idea sublime dell' Infinito sublime o tranfinitezza o transapeiron
dell'essere sublime.       Hölderlin è l'archegete sublime dell'ontopologia
sublime    transpoiesis excstatica dell'imago sublime           Kaspar D. Friedrich ,
o Kaspar D. Friedrich è l'archegete dell'Ereignis              Sublime quale evento
della dispieganza dell'esserci        Sublime sublatione del sublime matematico,
al di là dell'idea di infinito, quale transinfinitezza dell'essere
transphysis     sublime o transmathesis sublime. L'inizio del sublime, o
l'eclissi della bellezza ideale,         si eventuò nell' Essere della
transphysis o Physis sublime dell' aletheia della transphysis: l'archegete
dell'ontopologia sublime       Kaspar D.Friedrich transvelò la physis excstatica
dell'essere eventuanza della Physis quale Essere-physis-sublime, o Aletheia
sublime della physis. L' Essere la transphysis è l'eventuarsi dell'essere nel
sublime imago dell'archegete Kaspar D. Friedric, quale Dasein sublime o
Poiesis sublime     dell' essere Physis      sublime,    o    transpoiesis della
sublatione della    physis quale     immensità dell' essere. L' imago sublime
della transphysis dell'archegete Kaspar D. Friedrich è il sublime dinamico,
quale eventuarsi della matematica sublime o sublime transmathesis o
topologia dell'essere sublime. Nel sublime        archegete Kaspar D. Friedrich
si transpiega la profonda e      transfinita libertà       dell'essersi in
sublatione    sublime. Per l'archegete Kaspar D. Friedrich il sublime è
trascendenza ontologica quale sublatione del razionale o del nous o della
noumenica, o    essere    superiore dell'ideale quale transontologia
dell'essere sublime.      Schelling   e    Hölderlin e Kaspar David Friedrich sono
gli archegeta dell'imago sublime o la dispieganza          della sublimità della
transphysis sublime in sublatione         trascendente Sublime. Kaspar D.Friedrich
transvelò l'abissale transvisione del sublime nella transphysis o nella
transmathesis sublime quale topologia sublime dell'esserci,           quale
transinfinitezza    abissale sempre     di    fronte,      gegenstand-imago-sublime,
e sempre aldilà,       oltre   in trascendenza o in sublatione sublime
excstatica. Il sublime archegete      Kaspar D.Friedrich è l'estatica sublatione
dell'essersi    infinito transvisionario che contempli direttamente il
disvelarsi della     transverità sublime, quale       sublime transpurezza
katartika o     rivelazione sublime dell'imago sublime. Nel corso della
transtemporalità sublime È stato fondamentale il mito dell'imago Sublime di
Kaspar D.Friedrich, o la sua iconomorfia sublime quale modello
apocalittico sublime in estetica sublime.        Nella sublime imago
dell'archegete Kaspar D.Friedrich l'annientarsi o l'annichilirsi o
l'abnegarsi    di sé svelò il sublime dinamico, o la sublime transmathesis
sublime della matematica sublime dell'essersi       sempre di fronte con l'imago
sublime transinfinitezza, con la transtabilità in pericolo sublime, simile
al sublime delle imago sublimi delle vestigia, asimmetrie nella simmetria,
decostruite    dalla instabilità della transpazialità        transinfinita in
exkstasis.      L'excstasi della sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich
è instabile, o meglio è transtabile quale stabilirsi dell'evento
dell'imago dell'essere sublime,
quale transinfinita matematica sublime, o transmathesis sublime
dell'essersi transphysis     sintagmatica     sublime. E' l'excstatica sublimità
dell'imago sublime immaginaria di Kaspar D.Friedrich in excstatica
sublatione sublime     transvisiva   della    transpazialità,     o Transvisione
della   transcendenza sublime della sublatione excstatica dell'essersi,              o
estetica della    transcendenza dell'essere sublime o          estensione estetica
della bellezza sublime. La bellezza per Kaspar D.Friedrich è La bellezza
sublime    dell’imago sublime dell'essere senza fine, senza confine e senza
transtelos, è transevidenza In-fondata e imago abissale, excstasi della
bellezza sublime che si dà      nel mondo, c’è nell'essersi sublime bellezza o
estetica excstatica della transinfinitezza. La sublime bellezza è l’estetica
che si svelò in imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich quale bellezza
sublime che si dà in dispieganza della            verità sublime: il sublime       è
l' evento della verità dell'essersi imago sublime. Il luogo transcendenza è
l'imago sublime dell'archegete Kaspar D.Friedrich,           quale sublatione
topologica dell'essere sublime o transpazialità transinfinita sempre
oltre o aldilà      delle ontologie regionali dell’etica, dell’estetica
fenomenica o epistemica, perchè      il Gegenstand si svela sempre        quale
transphysis sublime. La       transpazialità della verità in       Kaspar D.Friedrich
è l' Abgrund dell' imago sublime in sublatione transcendentale, quale
verità della    transcendenza    sublime, la quale precede e rende possibile ogni
altra verità fenomenica      o epistemica o empirica o noumenica. Qui c'è
il mostrarsi della Verità sublime, quale estetica excstatica della sublime
imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich o singolarità          davanti-alla-sguardo,
o   senso dell’essere come evento priorità prima del fenomeno o             Essere
sublime dell'eventuanza. Pareyson disvelò l’intenzionalità estetica del
sublime enigmatico quale       Bellezza sublime    della esteticità nulla,
quasi fosse l'analisi
topologico-transcendentale dell’esteticità sublime         o sublazione superiore
della conoscenza epistemica. È l' esteticità sublime dell'archegete Kaspar
D.Friedrich che si dà      nell'imago fondersi abissale       quale esteticità che
si sottrae    o   si annulla, si nega        o è l'abnegarsi      transpaziale e
transtemporale della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi in
sublime imago dell' essersi eventuale. Kaspar D.Friedrich libera la natura o
la transphysis nell’esteticità della bellezza sublime o È la bellezza che si
rimette in gioco nel sublime,       o è il sublime che si dà quale
sublatione della bellezza ideale al di là della epistemica o              fenomenica
o noumenica.     Hölderlin è l'archegete sublime dell'eventuanza estetica in
excstasi: per Kaspar D.Friedrich, o per l'archegete Hölderlin, non esiste
più la frattura o la differenza ontologica tra poesia e pensiero, o tra
essersi e transphysis sublime o imago sublime e transmathesis sublime.
Hölderlin svelò il Gegenstand       sublime che ci
sta di-fronte quale imago sublime:       il Gegen-stand sublime della
sublatione    che ci sta di-fronte è l'eventuarsi del sublime            Gegen-stand
dell'eventuanza sublime dell'essersi,        sempre al di là del         categorico o
della vivenza o della mondità o mondanità              o della bellezza ideale o
della Fenomenica estetica o noumenica.
Nell’evidenza della bellezza si dà La
fenomenicità del fenomeno della bellezza,      ma il sublime Kaspar D.Friedrich
eccede quella    transevidenza    per essere la transvedenza della sublime
sublatione    excstatica    dell'essersi libertà nella bellezza sublime o
eccedenza della libertà nel sublime, o l’eccedenza          excstatica sublime
dell'imago sublime.      La transpazialità    sublime di Kaspar D.Friedrich è
la struttura ontologica dell'eventuarsi del sublime nelL’esteticità,
o nella razionalità dell’estetico o dell'epistemica o della fenomenica o
noumenica bellezza. La bellezza sublime di Kaspar D.Friedrich è il senso che
si dà in sublatione, è      l’intenzionalità sublime      dell'eventuanza
dell’essere-nel-mondo: la bellezza sublime non è più       solo fenomeno o
noumeno,   ma si dà    quale imago sublime dell'Ereignis         sublime
dell'essersi. Si dà      quale bellezza sublime dell'eventuarsi dell'essere .
L’esteticità dell'imago sublime     dell'archegete Kaspar D. è l’eccedenza
excelsa della Bellezza      quale imago sublime       per eccellenza dell'essersi.
Nietzsche criticò il disinteresse kantiano e difense la bellezza ideale.
L’accusa a Kant è    rivolta al suo quietismo della volontà, o fiacchezza, o
agli ideali della conoscenza fenomenica. Per Heidegger il disinteresse non è
indifferenza o una sospensione della volontà, Schopenhauer, al contrario è il
più alto sforzo dell' essenza: è nel disinteresse che emerge e si dà la
relatività con il gegenstand       sublime.    La    bellezza è l’apparire nella
luce del fenomeno dell' apparenza è l’essere-il-piacere o         l'esserci-del-
piacere o l'essersi-piacere, non l'abnegarsi, non la sua privatezza, non la
sua sussunzione funzionale o subornazione a uno scopo o a una utilità,
nemmeno però l'abnegarsi nella noumenica. Il piacere estetico trova se stesso
solo nell'essersi. Il piacere è se stesso quando non è di nessuno: solo così
può essere di ogni esserci . Nel piacere estetico ogni essersi è libera
singolarità, o singolarità in perenne transcendenza sublime. La singolarità
dell'archegete Kaspar D. Friedrich è l'imago dell'essersi sublime o
singolarità del sublime, o lo stabilirsi          dell'eventuanza del sublime
nell’essere come nella transphysis dynamis o nella transmathesis
transinfinita estetica excstatica.         La dimensione del disinteresse è il
luogo dell' evento sublime, dell' apparenza libera o del mostrarsi dell'
essere sublime.     La bellezza sublime quale non-ente, niente, nulla,         o
evento sublime dell'essere in eccedenza o sublatione sublime sempre                al
di là della natura calcolata, o della sua
matematizzante    fenomenica ideale o noumenica. Il senza-interesse è una
forma dell'icona del lasciar-essere         l'eventuarsi del sublime, o lì         c’è
il mostrarsi o
il manifestarsi dell'abnegarsi     dell’essere sublime. Il “luogo” della bellezza
sublime e la sua     origine    si dà nell'epigenesi dell'archegete Kaspar D.
Friedrich quale evento della bellezza sublime o imago sublime del consenso,
evento del senso dell'Essere sublime o         La    transEVIDENZA o transvedenza
sublime estetica excstatika.       La bellezza sublime      è la forma
dell'eventuarsi dell'essersi      purezza dell’evento sublime, o incompletezza
della bellezza ideale o libertà dell’evento del sublime nella             bellezza
fenomenica, categoriale, noumenica, quale     Gegenstand sublime o singolarità
o transmonade sublime. L’esteticità dell'imago      dell'archegete Kaspar D.
Friedrich é la sublime libertà dell’evento sublime della sublatione
sublime nella bellezza. L’evento sublime nella bellezza è la purezza
dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich: è la vaga erranza e
naufraganza nel mondo, è la singolarità      sublime dell'evento nella bellezza,
è   il nulla     o l'abnegarsi dell'essersi. La potenza dynamis sublime
intensità dell’evento senza fine, senza transtelos, senza translogos, è la
libertà sublime dalla cronotopia e dalla kronologia della mondità o della
mondanità. L’evento sublime è la differenza ontologica dal        fenomeno o
noumeno del sublime. La sublime bellezza dell'imago dell'archegete Kaspar D.
Friedrich è l’al di là del fenomeno      e del noumeno, è l’al di là della
temporalità,   transinstabile equilibrio del nulla sublime     senza    fine e
senza perché, o    solo epigenesi dell'Ereignis sublime Singolarità. La
sublime   bellezza si dà nella singolarità o nella transcordanza, quale
concordanza dell’evidenza del sublime nella bellezza.
La bellezza sublime è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento
del sublime nella bellezza estetica, o        singolarità sublime nella
bellezza quale enigma dell'essersi: esteticità della imago della
singolarità sublime.
La singolarità sublime si dà nella bellezza        quale evento dell'essersi
senza fine,    senza nulla, senza tempo. È fondamento
dell' eterno ritorno del sublime nella bellezza.
La sua singolarità a-temporale non rappresenta più nulla,      è     solo    se
stessa, pura apparenza o evento della singolarità sublime: aldilà del
fenomeno della purezza      o  noumeno. È la singolarità
che eventua se stessa, fonda la sublimità dell'evento dell'essere. Qui è la
singolarità sublime a gettarsi o abnegarsi nella dispieganza dell' eidos,
o evidenziarsi o mostrarsi nella bellezza ideale. L’eidos dell'imago
sublime dell'archegete Kaspar D. Friedrich, o della singolarità iconica
Kaspar D. Friedrich è La sublime bellezza che si eventua aldilà della
purezza fenomenica o noumenica, quale evento sublime di-fronte, o Gegen-
stand-sublime infondatezza. Nella Recherche Proust disvelò il pensiero poetante
della bellezza sublime:
È l’essersi-com-presi dal sublime nella bellezza o dell' essere sublime         che
c'è o si eventua dal nulla, così che è la bellezza sublime a pensarsi e a
farci pensare.
La bellezza ideale Platonica svelò la sua essenza nell’apparire, nell’essere
la più
apparente    o apparenza ideale, evidenza della purezza, invece l'archegete
del sublime Proust dis-velò La verità sublime nella bellezza, aldilà
dell'adeguatezza   ideale. La verità sublime
non è più la Platonica visione ideale, o la fenomenica o           noumenica
purezza
ma la singolarità dell'evento sublime nella bellezza: l’essere è l'evento
sublime nella sua singolarità    o alterezza o sublatione sublime. Kaspar D.
Friedrich E' IL PENSIERO DELl'icona sublime nelLA      BELLEZZA non più
ideale, ma singolarità dell'evento della dissonanza nella consonanza, quale
transonanza sublime,     o discordanza    nella concordanza quale
transcordanza sublime. Rimbaud è l'archegete sublime della singolarità
sublime della transpoiesis
  o Silesius con     la sua   bellezza sublime che si dà    senza    perchè,
quale Gegenstand sublime dell'eventuanza, o Proust        con lo stile come
visione   sublime: l'alterezza o la sublazione sublime Proustiana svelò
l'evidenza dolorosa, quale verità sublime      inedita che dischiude l'evento
sublime dell'esserci: e adesso, guardate! Ed ecco che il mondo, il quale non è
stato creato una volta per tutte, ma lo è ogniqualvolta sorge un nuovo evento
sublime ci appare nella sua differenza ontologica     perfettamente sublime.È
proprio la sublime differenza che crea l’evidenza della verità sublime,
capace di vedere e sentire più profondamente le differenze:la sublime bellezza
dello stile è il segnale che il pensiero si elevi, che abbia scoperto e
stabilito i nessi tra eventi sublimi e fenomeni sublimi e noumeni sublimi
che la contingenza lasciò separati.    Una imago o una icona o un quadro di
Kaspar D. Friedrich è nella sublime bellezza un evento sublime del pensiero
poetante: tra il transvisibile sublime il pensare sublime       c'è l'evento
sublime dell'essere luce del pensiero, la luce si pensa o si eventua nel
pensiero poetante dell'esserci.        L’immagine dell'imago dell'archegete
Kaspar D. Friedrich non è una simulazione del mondo sensibile o simulazione
dell’idea Platonica, è Essa stessa un’idea        sublime o l'idea del sublime
quale estetica excstatica, o meglio il pensiero della sublazione sublime
oltre la categorialità fenomenica o noumenica o epistemica. Nel colore
sublime di Kaspar D. Friedrich c’è il pensiero sublime. La pittura sublime
di    Kaspar D. Friedrich, per l'archegete dell'ontopologia sublime Proust, non
solo pensa, ma è l'eventuanza dell'essere sublime. Nel sublime         gli
infiniti vortici viventi abitano il caos, l' invisibile, l'indicibile. Il
pensiero sublime abita il colore o abita il suono quale translogos estetico
exstatico, i colori pensano, i profumi raccontano mondi e      idee, il colore
pensa da sé. L’esserci sublime      dell'archegete Kaspar D. Friedrich non è
altro che il suo essere evento sublime,      o   della sublatione creata dal
sublime. La sublime imago di Kaspar D. Friedrich si dà         come evento sublime
del sublime. È la singolarità sublime che crea se stessa ed è la verità
della singolarità     sublime, quale estetica estatica dell’evento sublime o
il    rivelarsi o mostrarsi o abnegarsi o manifestarsi dell'Estetica della
Transcendenza sublime. La bellezza sublime ha sempre avuto una relatività
con la verità, Platone ne svelò la visibilità o luminosità o splendezza.
Platone Ideò La bellezza della verità nell’apparenza. L’adaequatio di res e
intellectus, nella bellezza, è un’intuizione eidetica libera della presenza
fenomenica o noumenica. La bellezza sublime è invece sempre eccedente, è
l'excstasi della sublatione nel suo esserci. La bellezza sublime       è nel luogo
in cui non ha luogo nulla, nulla che non sia l’aver-luogo del luogo stesso, una
figura che si configura e si costella, quando sono sospesi significato,
causalità,cronologia e intenzionalità. La bellezza sublime è il Gegen-stand
della transpazialità: un difronte o rivelarsi senza Grund, o senza fondo
o senza fondatezza. Per l'archegete Kaspar D. Friedrich la sublime bellezza
è l’eccedenza excstatica dell'eventuanza. Non è mai una semplice presenza
ideale, o fenomenica o noumenica o epistemica. Kaspar D. Friedrich è
l’evento sublime della singolarità del sublime,        o la    Differenza
ontologica    del pensiero    sublime poetante, è l'Essere sublime. L'essere
Differenza è l'evento dell'ontopologia sublime. Più nel profondo è l’Essere
sublime che si dà, quale eventuanza          sublime. C’è un’apertura, una
fessura, una piega ontologica che      lascia dispiegare l’essere sublime. In
tali eventi sublimi l’essere è la stessa Differenza. L’essere è l’essere
dell'eventuarsi del sublime. Il sublime è l’aldilà ontologico dell’eventuanza
dell'essersi.      Nello spazio sublime dell'archegete dell'ontopologia sublime
Kaspar D. Friedrich La bellezza è il ‘caos’ ed è singolarità: o meglio è
il kaosmos nella transingolarità        o l'indeterminatezza quale transapeiron
nell'archè prioritaria, o caos nell’assenza del fondamento o nella
singolarità della bellezza sublime     della transphysis come l’al di là di ogni
principio del piacere. La singolarità sublime Si dà e si immagina senza alcun
modello, esprime l'evento sublime Kaspar D. Friedrich nelle singolarità e
nelle differenze, dispiega la curvatura della sublatione sublime dell'ab-
Grund excstatico,      ove c'è la dispieganza degli eventi sublimi.         Kaspar
D. Friedrich è la singolarità dell’evento sublime nella bellezza,     la
singolarità della differenza dell'eventuanza. The Sublime Is Kaspar D.
Friedrich. Ma nessuno si è         mai chiesto del perchè esista una musa
della bellezza e non ci sia          una transmusa dell'eventuarsi del
sublime.    Forse il pensiero dell'archegete Plotino        viene in sublata
svelatenza:    già    Sul sublime-nella-bellezza o sublime-in-svelatezza e
sublatione    Plotino iniziò con il rifiutare la tradizionale classicità della
bellezza come armonia e proporzione, e sostenenne che quella pare riferirsi o
situarsi esclusivamente alla simmetria. Al contrario, la bellezza risiede
innanzi    tutto negli oggetti e nelle qualità , in quanto ogni allontanarsi
dalla    transmonade verso la molteplicità     equivale a un perdersi in
perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma o
l'evidenziarsi     dell’idea pervasa da sublazione    spirituale soprasensibile o
sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza.
Plotino ripresentò     la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica,
là ove l'eterno ritorno dell’anima verso la transfera delle idee si evidenzi
con la contemplanza e sublanza,          rivolta a forme di bellezza spirituali e
immateriali o sublazioni ideali. Platone situò la contemplanza della
bellezza in sé, divina e monade quale         forma della bellezza o dell'
evidenziarsi      transvisibile nell'ideale      dalla transmente,       quale
armonia   invisibile      o   armonizzarsi o transonanza     musicale     o musica
della natura stessa      o svelatenza o sublatione della      physis o essere
estatico-nel-mondo dell'essere.       L'evidenziarsi del fenomeno musicale
ontologico,    coniugato alla struttura temporale del suono, o alle specificità
estetiche, e recettive      o al percepirsi      dimensionale dell’ascolto       è il
gettarsi dell'interesse o il mettersi in luce o il costituirsi dei nessi che
coniugano le categorie concettuali tradizionalmente impiegate dalla
fenomenologia della musica in sublationi estetiche del suono sublime.              La
musica o un suono? Cosa c'è in risonanza o ci sia nell'eventuarsi in
transonanza? I possibili eventi          o interpretazioni? All’origine, la musica
pare risolversi tutta nella filosofia, come modello dell’attività del
relazionarsi o      dell' armonizzarsi dei suoni dall'acuto al grave,
all’intonazione del modello scalare:        il filosofo è già musicista, come narrò
Platone Fedone nel sogno fa già musica altissima o          sublatione sublime. Nel
Sofista la filosofia è musica, perché evidenzia       le modalità     dell'accordarsi
e dispiegarsi nella completezza. Musica e filosofia sono l’interpretazione
pitagorica dei paradigmi di relatività del fondarsi, al di là               del
relazionarsi     mondano ma quale sublime sublatione. Filosofo e musicista
sono una destinanza nell’oblio: hanno una vocazione per la musica ma si
dedicano alla filosofia       o viceversa. Sono persi     o presi in una
naufraganza che sfugge: le relazioni fra musica e filosofia          si svelano
nell'eventuarsi della       transpoiesis sublime, o     nel crearsi     della
sublatione estetica estatica.        Lì    la filosofia è musica o la musica è il
mondo che canta, e la musica      è il sublimarsi      nella filosofia,      ma con
profonda asimmetria sublime. Quel situarsi        sublime in sublatione estatica
è   l'eventuarsi di una tragicità immanente, quasi una destinanza            che
ancora è in attesa di una risposta che non si è data              e    non si darà
mai. Problematica o interpretazione che viene in luce           o    è l'eventuarsi
della musica     sublime    all’interno della bellezza estetica       della     musica
stessa,   Quale     transonanza    excstatica    della sublatione musicale o il
sollevarsi sublime       della biforcazione tragica, nella quale il filosofo vede
scissa la    transmonade musicale o dell'INDETERMINAtezza Sublime della
transonanza    o    transvisibilità ideale poetante. Lì c'è l'evento sublime che
si eventua in trascendenza ontologica, o la transontologia sublime dell'
Essere Kaspar D. F. è l'evento che dispiega la verità sublime ed è il
fondamento del sublime o
autosvelamento dell'essere che è senza fine. Kaspar D. Friedrich è la
struttura ontologica della sublatione sublime, è ontologicamente inseparabile
dal sublime perché è l'essere eventuanza del sublime dell'essere.
L'immagine ontologica dell'essere sublime è l'archegete Kaspar D. Friedrich
che si eventua nell'imago sublime ontologicamente, secondo il sublime
dell'essere o l'eventuarsi        dell'essersi.    L'accadere della verità sublime
è l'evento dell'essere sublime, è l'evento che si eventua, è l'increspatura
dell'onda, l'abisso di cui non si può mai trovare il fond-o-amento: c'è
l'archegete Kaspar D. Friedrich Dietro l'immagine del sublime o nell'abisso
del non-fondamento sublime o la         stabilità strutturale dell'archegete
dell'ontopologia sublime René Thom!
L'ì c' è un continuo abnegarsi nell'abisso del non-fondamento, la vertigine
del sublime, Niente sublime, destinanza sublime insensata,             atroce,
inafferrabile, Vuota abissalità della sublatione sublime vertigine
dell'Abisso. Il darsi sublime ed abissale del suono, al di là della bellezza
musicale quale sublazione estatica del sublime nella transonanza sfugge
ad ogni semplificazione logica, ed è irriducibile ad una sistemica formale             o
adeguatezza ideale. Gli aspetti udibili, quali ritmo, forma, densità o
rarefazione di eventi sonori, sono la morfologia del suono estetico-musicale
in evidenza spaziale ideale o        eventuarsi     ontologica,     quale opera
eventuale    transpoietica, mistica e fisica, tattile e riflessiva in evidenza
o    un eventuarsi       sublime dell'indeterminata     sublatione. La fenomenica
è il mostrarsi       del sonoro quale purezza del suono. Un suono non possiede
nulla, nè ha il suo essere nel fenomeno sonoro. La struttura ontologica
della musica è la transonanza sublime dell'eventuarsi dell'essere o la
transarmonia sublime, lì c’è una strutturarsi dell'eventuarsi della
transtemporalità. L’indeterminatezza sublime si eventua nelle consonanza
dell' altezza, durata, timbro, intensità per eventuare dissonanze o
transonanze quale s-fondatezza dell’eventuarsi excstatico dell'estetica
della bellezza musicale, o l’idea della bellezza o la fine dell’estetica o
l’essenza estetica,    o il suo essere-per-i-sensi     o estetica del fenomeno
creativo. La composizione musicale       quale evento    sublime è l'eventuarsi
della decostruzione della transmathesis sublime:
 matematica sublime dell'excstatica estetica
 mistica di eventi della verità. Gli eventi sonori sublimi     o cromodinamici
sublimi
della transtemporalità musicale sono la disvelanza        del sublime nella
bellezza , o è l’eventuarsi del sublime         essere dispieganza della
singolarità. La transtemporalità nella musica sublime        è la transonanza
sublime     dell'eventuarsi o abnegarsi, sistole e diastole, dell'essersi,
è transpazialità o insorgenza di fenomeni o noumeni,        è immanenza di
presenza e assenza, o eventi sublimi assentemente presenti o presentemente
assenti, oltre la simmetrica bellezza ideale; è il vuoto abissale sublime
che accoglie l’eventualità del mostrarsi, o il manifestarsi transpazio-
temporale dell’evento transpoetanza. La bellezza sublime risiede nelle
composizioni timbriche in assenza di strutture di referenza; nell’accadere
discontinuo di suoni e silenzi sublimi; nell’emergenza delle transonorità dalla
risonanza o dissonanza creata dagli eventi transarmonici. Il tempo musicale
della bellezza ideale si disvela così quale           misura vuota, come se fosse
bolla fullerenica o transmonade che scoppia sulla superficie del silenzio: il
centro attorno a cui gravitano tutte le forze, le diramazioni, le infinite
possibilità, è sublime silenzio. Il silenzio è transcentro abissale
immobile, é spinta ad agire, impulso, motore immobile della dynamis sublime,
quale eventuanza della transmathesis sublime: il silenzio sublime è il
fondamento abissale, principio o priorità della musica sublime, il suono
sublime esiste, si manifesta, si espande e si esaurisce è il mostrarsi della
dinamica sublime o cromodinamica sublime.
La dinamica sublime del mostrarsi ed abnegarsi dell'evento musicale, o
manifestarsi del fenomeno o noumeno sonoro è l'eventuarsi dell' essere e non
è altro che il sublime. Il suono sublime ha una eccedenza excstatica        che
non si lascia imbrigliare nelle simmetrie matematiche: l’evento della
transonanza    sublime è la dispieganza degli eventi sonori sublimi
misteriosi, il suono si eventua in latenze cromodinamiche che consentono
all'esserci di ascoltarsi, di scoprirsi, di incontrare se stesso, attraverso le
dispieganze che il suono dell’evento sonoro sublima aldilà della parola, della
semantica di referenza. La musica è Il dispiegarsi della transtemporalità
dell'evento dell'essersi sublime, o        struttura ontologica transarmonica
della temporalità sublime. Il tempo della musica sublime       è la temporalità
musicale dell'eventuarsi ed abnegarsi dell'essersi        sublime: la musica
sublime è la disvelanza della bellezza al di fuori della purezza o
transvisibilità,     quale sublime bellezza che vola lontano dall’ideale
apparenza fenomenica o noumenica per eventuarsi in excstatica catarsi
sublime, o l’idea di un sublime musicale o transfonico.         La sublazione
sublime o transexcelsa     dell'archegete    Leibniz   si svela invece nell'
essere della transmonade o archemonade       quale   intenzionalità ontologica-
metafisica. Leibniz      ideò l'epigenesi: nulla c'è senza il sublime
matematico,    o nulla    c'è senza il sublime nella bellezza o il
sublime nella transmonade.      La     sublatione transexcelsa si     eventua già
nella transmonade      o   archemonade    quali singolarità o punto
métaphysique, o    sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere
delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come
transmonade. Leibniz svelò la sublatione excelsa della transelevatezza del
sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è
sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza.
Il sublime    è già nella bellezza, giacchè la sublatione si eventua nella
transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade,
o transapeiron sublatione nella sigolarità sublime della bellezza, non
dopo o nel futuro nè post, ma sempre nella priorità transinfinitezza
della sua essenza. Il fenomeno della       sublazione    dinamica si transevidenzia,
quale ideale della bellezza sublime,             solo dopo essere già stato
sublatione della transmonade sublime. Leibniz ci dà la svelatenza della
sublatione o    sublazione o essere eventuanza sublata,            quale essere
sublime    o sublimanza     che    si sottrae sublime o      è l'abnegarsi in
transinfinita    sublazione, o transublazione         transexcelsa    o sublanza     o
transublanza o     elevazione o sollevamento o transelevatezza,           che possano
essere più facilmente comprensibili in termini di sublimanza, una          sublime
sublatione della transvisione         estetica:   la sublazione è la sublimanza
della bellezza,     la sublazione leibniziana è          la sublimanza della
transmonade, è     la sublimanza dell'esserci, la sublimanza del dasein, è
la sublimanza dell'intenzionalità sublime nella bellezza estetica, è la
transexcelsa sublimanza dell'eventuanza dell'essere.
L' up-sollevamento o      Aufhebung è solo       la sublation      ideale dell'
entità    o superentità o ontica,         giammai la sublazione exstatica della
sublimanza    ontologica dell'eventuanza dell'essere. Dopo l'idea della natura
attiva, come slancio     della sublazione sublime nella bellezza
transestetica, l'archegete dell'ontopologia sublime Leibniz           svelò anche la
sublatione dinamica       o dynamis sublation del sublime dinamico, lì lo
slancio è la    gettanza della      sublimanza o della sublazione         dell'essere.
Quella è la caratteristica fondamentale della transmonade        in    sublazione,
quale struttura ontologica dello slancio della sublimanza. Se si interpreta
l'essenza della sublatione      quale    transmonade in sublimanza      quale
slancio dell' essere sublime,         quale transperfezione     o transcompletezza
della    transmonade sublime      l'intenzionalità     sarà la sublazione
excstatica o la gettanza della sublatione o lo                slancio    sublation
del sublime. Leibniz pensò       anche la sublatione fenomenica o noumenica o
epistemica o ontica,        ma la sublazione       ontologica      del Dasein, la
costituzione dell'esserci     quale essere sublime       in sublimanza svelò
all'archegete dell'ontopologia Leibniz il modello per la comprensione della
sublation-monadology:     una transmonade sublime      indivisibile e completa,
paragonabile alla     dasein-sublation. Quell' idea di essere una metafisica
sublation in sublatione metafisica o transcendenza quale transublatione
o in transublimanza è la struttura fondamentale della transmonade             sublime,
o   l'idea di essere     transublation     senza limiti    o sublatione
dell'infinito o del transapeiron o del transfinito quale
transinfinitezza    della transublimanza del Dasein sublime, quale             idea
della    sublatione dell' essere o essere inteso come Dasein estatica            del
sublime o      Dasein-sublation-Leibniziana ontologica          del sublime nella
bellezza.           La transmonade ontologica       è    lo slancio della
sublation-dasein    e    non deve essere intesa come una speciale forza dello
spirito, ma in una modalità ontologicamente strutturale:        la monade non è
anima, al contrario l'anima è una possibile morfogenesi della monade. La
dinamica della sublatione       non è un evento occasionale ma è,
essenzialmente,     La struttura ontologica      estatica    della dynamis-
sublation. Anche per l'archegete Plotino la transvisione della bellezza
sensibile è fondamentale     nella katarsi e ascesi e purezza : L’anima
purificata diventa transforma, una ragione, si fa tutta incorporea,
intellettuale ed appartiene interamente al divino, ov’è la fonte della bellezza
e   del    sublime-nella-bellezza, la bellezza-sublime dell’anima consiste nel
rassomigliare al    dio o nella svelatezza della transmorfia divina, poiché
da lì deriva la bellezza-sublime e la natura essenziale dell' essere.
Transvisione di svelatenza      delle     immagini della vera fonte della bellezza-
sublime    in sé, la bellezza-sublime a tutte le        transentità la dà rimanendo
in sé, senza ricevere nulla in sé.
Platone non aveva condannato l’arte mimetica, mimetike techne , ma solo quella
che imiti il sensibile e non il modello intelligibile, o l’idea. Plotino
sostiene che l’ arte si sviluppi da un’idea presente nella transmente           capace
di imprimere o     transformare: l’arte       non è più così    imitatio
dell’ingannevole mondo delle apparenze sensibili, né subordinata alla
contemplanze di un’essenza metafisica e sovraindividuale, bensì è in sè
un’idea di bellezza sublime, o è la svelatenza del sublime-nella-bellezza:
una tesi    Plotiniana destinata alle poetiche della       sublatione    platonica ,
per la transvedenza o svelatenza del transmito di Kalypso la
disvelatezza della       sublatione       sublime-nella-bellezza, quale transbellezza
in transestasy transtabile,           diafanè,    fluttuante sublazione, phyon            o
dynon o transmorfia o transplendenza sublime o                   splendezza sublime in
sublatione transdelirante assentemente presente, o che si sveli solo
nell'infinito o nella transinfinitezza o                 nel senza-fine o nell'abisso
del senza-entità      della transvedenza o che aleggi sempre entousiasta ,
nella sublatione sempre ab-scissa dell'essere-sublyme                 in transublimanza
o transexcelsa         alterezza,       quale svelatenza della bellezza-sublime o
sublime-nella-bellezza,        o    come disvelò       Proklos la sublimanza quale
elevatezza o      sublatione sublime          della bellezza.        Proclo o l'archegete
dell'ontopologia sublime Proklos per             primo ideò la sublimanza quale
sublatione     o     alterezza della bellezza            ideale,    quale excstasi
excelsa    della     bellezza nel sublime o            sublime nella bellezza, in un
sistema ancora     ontotheologico ma che disvelò la                 sublazione sublime.
La   trascendenza       della sublazione transestetica è l' infinito sublime,
o transapeiron       nell'archè,       o trascendenza sublatione del dasein                  o
struttura    ontotheo-logica        del sublime:         Sublazione sublime        dell'
essere Divina     khora o il nulla sublime           al di là dell' essere bellezza
ideale, o      il vuoto abissale        quale nulla       sublazione del nulla, quale
transpazialità in sublatione sublime o                Divinità     che c'è       ma sempre
al di sopra o      come     l'al di là nel mezzo del dasein,             o     essere
sublime    sublatione nella bellezza ideale. La trascendenza della sublation-
dasein transeleva, dà la transelevatezza dell'alterezza dell' essere, quale
Dasein-sublation      sublime       sempre     al di là e al di sopra          della bellezza
ideale platonica o kantiana,             per essere      sempre    una sublatione mistica
che    trascenda     l'estetica       del cielo e della terra,         o     del kosmo
quale armonia kosmetica. Proklos                 ideò     la purezza della sublatione
cosmica      quale     trascendenza del         dasein sublime quale           trascendenza
della sublazione,        o     transublatione       sublime sempre aldilà          dei
modelli ideali della        bellezza Platonica,        o     quale decostruzione della
mistica    Platonica     o     della visione estetica          dionisiaca. Proklos svelò
l'idea     del    sublime quale          trascendenza dell'alterezza o della
sublazione mistica,         per disvelarsi nella           transfera cosmica, e
transformare     anche      la     Divina bellezza, una tesi incredibile           o inaudita
per    un   neo Platonico.         Lì    il    sublime     è    sublatione come un grande
Daimon,    che l'archegete Proklos immagina come una cosmica                    sublatione
dell'universo sublime.
La     Trascendenza     della      sublatione è la transinfinitezza               anche
nella profondità dell'essere abissale, o transinfinito                 sublime del
dasein-sublation ,       in una discendente spirale            per essere l'essere di per
sé sublime sublatione che soggiorni              nella bellezza ideale. Il            Sublime
è in grado di tornare in se stesso,           è sublatione       transinfinitezza        per
l'archegete Proklos,         e     se ritorna in se stesso è perfetto da sé,
soggiorna in sè o nella bellezza ideale, è l'essere in                   sublazione dell'
essere nel non-essere       o nell'essere dell'entità o nel niente o nel
nulla. Essere      la      sublatione       sublime    dell'Essere:      così parlò però
per prima Kalypso. Il            transmito     del sublime iniziò          con     la
transvedenza della sublatione            sublime,      quando tutti fuggirono dalla
distruzione o dalla katastrophè. Solo l'eroe della naufragranza
svoltò altrove, quale prima katastrophè sublime,                  verso il transmito
della Nympha Kalypso, la         dea della bellezza        sublime       diafanè      in
sublatione       o la singolarità           primigenia della transmusa del sublime.
Gli dèi     della bellezza Olimpica o la dea della lucentezza o della
splendezza, desolati, disvelano la destinanza della naufraganza in un
isola boscosa     quale ombelico di tutti i mari. Una dea             sublime        abita       o
soggiorna nella       transradura sublime figlia             di Atlas, il mago        o padre
della magia o dei miraggi sublimi.                E'       la transmusa        della
transvedenza abissale che abita              le profondità      dell'isola di Ogigia,          è
la   Nympha del sublime o la Nympha Kalypso,                  è la dea dell' essere
sublime o Kalypso       distesa       nel mare    sublime, con brezze ariose, oltre
l'oceano sconfinato,        superiore, immersa nel mare e nella transonanza dei
gabbiani, sulle violette increspature dell'oceano.                  Là la Nympha Nello
spazio    della transradura sublime            interna accoglie      l'eroe      della
naufraganza,     lei    stessa      la dea sublime, cantando con una bella voce,
una sublime armonia afenomenica o transonanza                  o transcordanza, alla sua
transvedenza, diafanè,         transvisibile in una navetta dorata. L'ingresso             è
diafanè malvarosa in transvedenza           e     profuma di cipresso,      sotto gli
archi delle cave c'è         una vasta distesa, o sublatione della
transpazialità, di giardini di vite: qui ha avuto inizio la                 vicenda     o il
transmito della        sublatione sublime, come le acque cristalline e violette
in diafanè, lì nella meraviglia per la transvedenza dell'essere                 sublime.
Kalypso la sublime dea si svelò                quale sublatione         faccia a faccia in
nobile alterezza, quasi         estranea all' eroe          della naufraganza, ma dentro
la singolarità        quale sublazione      transinfinita        nell'archè:     seduta
sulla riva o sulla transradura transpaziale abissale in transplendenza                         e
sublatione       e pianse nel suo cuore con lacrime, sospiri, dolori,
doglianze. Kalypso         la sublatione       del    sublime in transonanza e
transcordanza con l'ermeneuta Hermes, seduto in sedia lucente, iniziò a
interrogare o interpretate          la dea      della sublatione       sublime: Quale        è
la    missione qui, Hermes, dio della bacchetta dorata? Lei è             la dea della
sublime accoglienza o coniuganza sublime che consenta alle desideranze
delle sublationi sublimi           con ambrosia, mescolata con         nettare di
malvarosa. Kalypso         la dea     sublime della sublatione         al Dio    ermeneuta
Così si svelò: La dea Kalypso             della     sublatione sublime        transradura
transpaziale abissale         Ogigia, mondità sublime e subliminare e luogo di
vento e onda      che       transconcorda in transonanza. Dea sublime, notte-
tempo, dopo aver          trascorso il giorno seduta sulla spiaggia rocciosa
sublime,     e soggiornato in          transcordanza con uno         spargimento di
lacrime e     angosce e doglianze in contemplanza transvedenza                  così parlò
Kalypso: Ascolti infelice          eroe della naufraganza. Venga qui e            prenda
gli strumenti di bronzo, tagli          e costruisca       in elevatezza, in modo tale
che si possa procedere nel nebbioso oceano. Io stessa              le darò vestiti da
indossare e invierò un giusto vento che le consenta              la sublatione         sano e
salvo la salvezza,          grazie alla       sublime divinità. Le sue parole finì,
così parlò la sublatione sublime               ed    uscì rapida      in volo: Dea      della
sublatione       sublime o      dell'abisso       sublime,    così sconcertante e così
pericolosa. Sublimi parole della sublatione              o così parlò       Kalypso dal
sorriso sublime        e    carezzevole più solenne e più temibile e più beata
degli    dèi, in seno nelle insenature abissali              sublimi    transinfinite
della divinità della sublime            Dea Kalypso, mentre le sue ancelle
transversavano nettare e ambrosia. Kalypso la dea               sublime    della
sublatione     parlò così. Allora, la mente è saldamente fissata              nell'eterna
sublatione del ritorno? Và            eroe della      naufraganza e la gioia sublime
sia    lì,    al di là      nella     sublime     sublatione. Così parlò      Kalypso     la
transmusa della        sublatione      sublime e affondò il sole e le tenebre, quindi
il piacere l'un l'altra           con le      Nymphe in lungo mantello argentato,
grazioso e delicato: un bel giro d'oro             in cingoli sulla sua vita e una
sciarpa scivolò sulla sua testa. Poi transformò la mente               dell'eroe    della
naufraganza      per la partenza. Lei gli donò una grande ascia di bronzo,
facile da esercitare, con doppia lama, bella e lucida, transportò di gran
lunga alberi ad alto fusto in piedi lì,              torreggianti in abete bianco,
pronti per     restare a galla facilmente in transequilibrio transtabile.
Kalypso diafanè sorgeva nella transplendenza, tornata ad essere la dea
dell'eterno ritorno del sublime, iniziò ad abbattere alberi. Quindi la dea
del sublime       attraversò le transtringhe e             li connesse     in
transcordanza o in esattezza, in una armonia invisibile di coniuganze
sublimi     transvisibili. Nel frattempo la dea del sublime transportò
frammenti     di    veli     per le       vele     della navetta dell'eterno ritorno
sublime e la chiamò Lady Kalypso; bagnò e rivestì in dolci indumenti
profumati     l'eroe della naufraganza            e a bordo gettò un' altra e           più
grande     fragranza per un giusto vento caldo e gentile! Che cosa                sarà di
me? Così      parlò      Kalypso:     che cos'è che     si dà      nel    giorno    sublime?
che cos'è che si dà nel tempo            sublime? che cos'è che dà i sogni        sublimi?
che cos'è che dà l'universo sublime? che cos'è che dà la notte                  sublime?
che cos'è che dà le stelle sublimi? che cos'è che dà              alle pupille il
sublime? che cos'è che dà          il    sublime? che cos'è che dà        il mito     del
sublime? che cos'è che dà il silenzio             sublime? che cos'è che dà l'anima
sublime?     l'essere       sublime? essere assentemente presente         nel sublime        o
essere presentemente assente nel sublime? La                transvedenza diafana
dell'essere      sublime dell'essere        o     essere il sublime dell'essere o
essere    sublime in       essere?    Tenera è la         morte    sublime,     tenera è la
morte    quando s'annuncia con le stelle sublimi, quasi fossero                     pupille
volanti del      sublime. Oh quanti giorni ancora e poi il nulla sublime?
Si vedranno le           pupille    sublimi      nella notte sublime,       quando saliranno
al cielo quali stelle, oh le regalo il                 nulla     sublime,    perchè      si
possa colmare d'infiniti baci,           mah      i sogni che aleggiano la morte
sono già giunti in punta di piedi,                 prima della fine dei tempi,
quando la follia approda al mattino,                 prima che la luna sublime eclissi
e   il sole canti le lodi al cielo. Oh arriverò a sognare il vuoto
sublime, pieno di sublime, denso              di    sublime? Ah      essere più
imprevedibile delle onde,           più libera dei sogni, più lontana delle
galassie,    quale essenza errante nell'universo del tempo sublime,                      ah
l'abisso sublime         dei sogni ove ogni luce narra               la transinfinità
sublime,    quale essenza che possiede in sé l'indeterminatezza del
sublime.      Nell'anno della morte e della creatività venne la dea del
sublime per l'ultima volta, nei secoli, tra un secolo, così parlò
Kalypso, avrà un quarto d'ora ancora soltanto e così nei secoli che
seguiranno: saranno transinfiniti quarti lunari                  sublimi    per
transinfiniti secoli         sublimi.     Venne dalla bianca neve per              la
naufraganza nel mare del sublime,                ove è inebriante naufragare,            per
l'ultima volta,        nel secolo di un tempo           sublime     al tramonto,       quale
splendenza sublime         o   quale archè dell'essere           sublime o       quale nuova
inizialità dell'esserci sublime, sì ma con chi? Poiesis                     sublime o
transpoiesis, come la dea            del sublime nel deserto, come la dea nel
nulla    sublime si svelò nella transplendenza,               solo di sé      ma non disse
nulla disvelò la sua misterica bellezza sublime.                    Ah    solo un tempo
sublime ci      dà     la vivenza sublime,          mentre gli universi si giocano
l'esistenza.     Ah      a volte la sera          sublime    viene d'incanto,       senza la
transvedenza       mondana, senza pace, senza terrore, senza volare.                  Si
ascolta    la transonanza del sublime               con il senso dell'attesa delle
parole dell'incanto,         che fu     sublime, in un epochè di dasein e di
morte.     Lì si sogna la dea degli eventi sublimi,                    senza averla mai
vista,    nè udito il fascino della sua transphonè, ma la si                        sogna
così come     è        in transvedenza: sublime,           altera, fin al punto
d'infilzare i cuori con la luce dei suoi occhi e lasciare alla deriva
gli esseri della speranza.           Sublime      l'accolse morente,       dopo la
battaglia e l'incontrò di notte alla luce degli incanti                       sublimi:canti?
Le chiese.      Mai, rispose.       Ah le stelle , non sono mai lì per
rispondere ai sogni          sublimi     dell'essere.        Ah    perchè    c'è la
transvedenza stellare?             Perchè c'è la transvedenza nel mondo?                 Perchè
d'improvviso, d'incanto, senza attendere né preghiere nè desideri? perchè
quando la luce scompare            e le ali della notte paiono avvolgere ogni
orizzonte, ogni evento,          ogni tempesta, solo allora la stella del
creato lancia al mondo la sua seducenza sublime e fa volare i sogni
nella transmente         senza luce nè splendore? perchè l'altera si disvela
verso sera, quando ogni speranza del giorno è nulla e induce a pensieri
disperati e disperanti? perchè la stella è indifferente ai giorni a
alle notti e all'essere e alla morte?                  E appare solo quando la sua
intenzionalità lo desideri? Ah essere accolti nel genio sublime della sua
essenza e con sorpresa,
  quasi fosse una guerra lampo:             alle domande        rispose con un sorriso
sublime e indicibile: chi credi che decida?                   La dea del sublime da
sola, giacchè è inizialità dell'erranza sublime:                  gli eventi sublimi
sono già nella transmente,            perchè transinfinita e sempre oltre gli
altri genii.          Ah     volare     oltre l'orizzonte per assistere all'evento
del sublime,       ma      la notte dissipa le sue ombre e le ali non
spuntano al calar del sole,            forse sarà per un'altra sera, quando
l'atmosfera brillerà di nuovo con la luce sublime e l'incanto svelerà
all'essere i misteri          sublimi del mondo,       solo allora la dea del sublime
accoglierà la desideranza, perchè              solo allora la dea sublime          desidererà
salvarci.    Oh     già l'universo imbruna e aldilà del tempo scelto dagli
eventi    i venti secolari trascorrono,              col senso del sublime nulla:
prima? Chissà? Poi? Ci sarà?          Forse la sua transvedenza diafana lascerà
credere d'essere lì per il nulla ed invece è con la testa nei suoi
pensieri e con la transmente nei pensieri della divinità sublime,                  con
il corpo nei      desideri e con la transmente nei pensieri del nulla
sublime,    del niente     sublime   ma mente sapendo di mentire, senza venire
al mondo, senza essere presente all'essere quale            sublime    transpoiesis
in estasi sublime,       quale splendenza in estasi tra i sentieri che si
biforcano, l'invisibile presenza della divinità sublime s'eleva e
indica la via              della   sublime     destinanza,     aldilà     sublime    o
là nelle colline tra il mare e il cielo,               lì la dea del sublime
offrirà i suoi doni all'essere          che lasciò la sua vita agli inferi,
per svelare il sorriso della seducenza sublime,            che riempì la
transmente, ogni attimo, dal fuggente al mai giunto in prossimità degli
eventi sublimi.      Non c'è più la desideranza:        è la flebile luce          che
s'offre alla assurda essenza del bruciare per esistere.              Ah l'estasi
sublime è svanita nel nulla,          nel niente si vive una sola volta,             la
prossima non ci      sarà: né in cielo, né nel creato dell'evidenza ideale.
Ah l'estasi sublime che si lascia consumare piano,             quasi fosse
prelibata delizia della notte sublime,         la quale arriva in punta di
piedi e mai lascerà l'essere silente, con i             suoi occhi splendendi più
delle stelle vicine o che brillano in lontananza siderale.                Si desidera
allora    aprire la porta ed uscire dall'incubo che assale ogni orizzonte
e lascia solo il nulla,        quale unica consolazione della sera che arriva
prima del brillio stellare e si lascia andare alla deriva: non si gioca
più con la sorte, né si ascolta più la voce delle illusioni, si
ignora l'assenza assoluta, si mitiga il vuoto con il vento dell'evidenza
ideale, si lascia alle lusinghe il tempo necessario per sparire.                  Da
lontano si sogna le estati senza estasi, senza parole per parlare al
cuore più profondo degli universi e si            chiede a chi lì vi abiti, per
quale ragione la luce abbia abbandonato            la sua essenza estatica ed
ora opprima quale ferita della transmente?             Ah come è      sublime amare
quando si pensa al suicidio         al mare,    ah il tempo dell'esserci può
essere letale.       Lì    lunghi anni son trascorsi d'incanto       sublime solo
per attenuare il risveglio: la sera sublime richiama le sue stelle e
la luce      raccoglie le sue ultime transvisioni,          per sparire e
riposare,    ah dove andare? Se chi si vuol raggiungere ama il sublime
errare?    Altrove?     Là   ove la voce non risuona mai nell'udito della
transonanza? E i transensi si perdono tra              transinfinite varietà come
fiori senza profumi        e lumi con la forma delle ombre sublimi? Addio            ai
pensieri che giocano solo con le illusioni e lasciano all'incanto il
sublime: tanti anni luce saranno mitiche immagini sublimi? ah il profumo
della    partenza è      sublime o è     intenso come quello del suo arrivo.
Sublime    giacchè    si sogna     d'essere aldilà dei paradisi perduti per
delirare con il peccato e il senso dell'essere sublime,             in un    mondo
sublime    che parlerà alla sera sublime        e     alla luna? Mai si saprà.
Con i raggi di luce sublime, unico regalo              della dea della desideranza
sublime, la      transmente naufraga     nel tempo sublime: nell'essenza
dell'essere    sublime, quale abisso ob-scuro sublime che scava dentro
l'exsistenza per colmare il niente sublime.            Ah   l'abisso sublime che
s'insinua denso d'oscurità,        abitato dalla     dea del sublime più atroce,
quale assenza assoluta dello s-guardo astrale o della transvedenza,
che male, ora, ma non vale,          presto sarà diverso, lì nell'universo
sublime    che non c'è più, nè mai più ci sarà,             chissà?    Lì    la sera
sublime del dì della transonanza si           ascoltano i     passi    della
transcordanza     sulla catastrofe sublime,       con i pensieri del corpo più
dolce dei sogni: solo lì tra la luna che s'imbruna e la sera sublime
del dì dell'evento sublime della splendezza, lì sorgerà quella luce
sublime che incanta anche la notte più buia e più tersa dell'anno
sublime:    chi sparirà per primo? Forse chi apparirà          tra un mito e un
sogno? O chi lancerà un sussurro più profondo d'un abisso sublime? Oh
la vertigine sublime dell'assenza com-prende i transensi e l'essere
sublime vacilla sull'orlo della         voragine transinfinita      e guarda il
nulla    sublime    abissale attante in deriva dell'universo: là ove è perso
ogni transenso e il sublime regna con l'assoluto.              Ah ci fosse almeno
il tempo per osservare la fine dell'essere nella profondità sublime
abissale dell' essenza sublime         con quella leggerezza che invita al
disincanto sublime , oggi non si sarebbe più qui a tremare per il
niente che s'inabissa nell'essenza dell'essere e lo riempie di sublime,
con la densità che rende estatica anche la bellezza terribile del
sublime: perchè la catastrofe sublime che tutto divora ora dimora nel
nulla sublime abissale.      Lì    là in fondo nell'abissale icona
dell'essenza del sublime        o transvedenza      diafana del sublime, là
nell'abissale catastrofe sublime       in   diafanè    nell'essenza dell'essere
sublime abita sovrana.       Ah l'angoscia sublime       che pervade l'essere
sublime,     quando    il nulla precipita nell'abissalità e            naufraga con
l'estasi sublime.      Là   lì    si    abita nel vuoto sublime       catastrofico
che inabissa il transenso del niente sublime,            il sommerso che inabissa
l'immerso sublime:     è la catastrofe della transmorfia sublime che
capovolge l'essere    e lascia prevalere          il niente sublime.          E'   una
piccola increspatura che       dà l'entusiasmo al nulla sublime, nella
transvedenza in luce diafana       inabissando l'essenza della storia       e il
transenso della storia,      quale storia del transenso del           sublime
nulla.      Lì là ove abitano coloro che son morti per la dea del
sublime.     Lì   non c'è paradiso, né inferno, né limbo, né            purgatorio
si abita     il luogo del sublime in fiore:          non è un luogo sacro
giacchè    la dea del sublime         li ha sacrificati, è una transtopia
d'attesa della divinità      sublime o una transpazialità abissale            sublime:
si    è    abbandonati lì per sempre e non si          desidera l'eterno ritorno
nel mondo , né si aspira ad un altro mondo.              La transvivenza
continua lì tra il colore e i profumi della dea del sublime                 che li
circonda con l'unica consolazione possibile: essere sublimi nella transtopia
sublime    dell'essere sublime o nella transpazialità abissale            sublime?
Perchè la dea del sublime li cura           come se fossero in estasi abissale
sublime? Fiori sublimi tra fiori        sublimi?    Ah lì l'assenza      invade la
transmente e la riempie di presenze simili all'assenza o al nulla
sublime.    A niente giova pensare quale sarà la destinanza, in una
esistenza     ove al nulla succeda il nulla,        senza posa, né timore che al
transenso del niente prevalga         una ipotetica salvezza.      A cosa pensare
quando nulla è possibile       per sedurre l'essere sublime?       E'    meglio
chiudere la transmente per precludere qualsiasi desideranza per placare i
dolori del senso del nulla sublime.            Ancora un attimo e tutto
scomparirà    e i ricordi saranno abitati dalle presenze fantasma parlanti
la lingua dei morti.      Si spera d'accedere subito alle prossime stagioni,
senza attendere eventi che preannuncino già incontri nefasti. Alle volte
è possibile ascoltare la transonanza della voce sublime e lontana, ma
il transenso dei desideri è sempre rivolto verso altre stelle con la
transmente ancora densa di       transcordanza di pensieri inutili e si decide
di lasciare a chi sappia meglio abitare il mondo, la gloria, la
destinanza. Mai più si sognerà l'essenza degli sguardi, mai più
s'ascolterà la transonanza della voce che chiama, perchè da sé non si
sente troppo desiderata, mai più il vuoto denso d'essenze sarà abitato dalla
luce generata dal nulla    sublime abissale:        ah dea del sublime,        ah dee
perchè     avete abbandonato l'esserci? Lì l'incanto c'è quando la
splendenza sublime    si sveli e s'elelevi più bella delle meraviglie del
mondo,    ignari del
   perchè si lascia partire un soffio di desideranza che increspa ed
aleggia, d'improvviso l'immensità vacilla, barcolla, danza all'interno del
sublime transequilibrio ed ancora di più la transonanza incanta,               quasi
ci fosse una transintenzionalità con il soffio della transvivenza: quasi
volesse danzare tra le onde          sublimi in transcordanza.        Ah mai
illusione balenò all'orizzonte più terribile           e sublime: d'incanto così
all'improvviso ci fu la transmorfia sublime            degli eventi: d'impeto
ammainò e riversò la sua essenza sublime nelle acque agitate e
tempestose: un immenso fragore s'udì in tutti i luoghi del globo e                   la
dea del sublime inabissò tracimando con moti ondosi altisonanti mai
visti, né uditi     in transonanza transudita: quel che fu la più
transtabile che si conoscesse s-pro-fondò negli abissi            con la sua
sublime     transvivenza glaciale. Ah la catastrofe sublime: un soffio può
far capovolgere le immensità più eccelse, tanto da generare l'attante
della transmorfia sublime        che farà naufragare l'esserci: è          il soffio
dell'essere sublime che genera la catastrofe           sublime     per mutarsi in
essere abissale sublime.        Ah il soffio di desideranza dell'essere sublime
si dà quale catastrofe sublime, prossimità del naufragare, quale
destinanza dell'essere per la morte sublime. Alla              presenza dell'essenza
sublime    della transonanza      dell'incanto, al balenare        del miraggio
sublime immenso      e transinfinito l'essere       sublime     è    in diafana
transvedenza quale estasi sublime, quale respiro             che sente la
vicinanza del sublime,        ma quel soffio      farà vacillare l'immensa        la
sublime e transinfinita esistenza glaciale.           L'equilibrio fondante la
transtabilità dell'esistenza dell'essere sublime si svelerà oscillante e
transonante.    Una transonanza transinfinitesima genera l'abisso sublime
ove l'essere sublime       naufragherà: dall'incanto sublime         alla morte
sublime: dal miraggio sublime         al naufragio sublime.       Ah l'abisso
sublime    che si disvela nella sua ellittica curvatura              sublime: si vive
solo la superfice del mondo trafitti dal raggio del nulla sublime            ed è
subito morte      sublime,    l'essere sublime     è solo sulla transvarietà
transferica trafitto dal raggio abissale sublime         ed è subito sublime
abissale    in diafana aldilà.           La dea     sublime distese le sue intime
essenze mentre disvelò al transtempo il suo            essere nuda al mondo.
Ahah    essere in       nuce, ah essere in luce: lunghi anni sulle ali
dell'estate sono state le sole volte in cui la vita sorse senza
dinieghi né divieti. Ah le ore grandi come un secolo, ah le cose
piccole come galassie, si svelarono diafane in transvedenza animate come
nuvole d'un giorno assolato e solo, scorto dietro l'angolo della morte
sublime. Lì       la sorte verrà ancora a spiegare la transmente, mentre
le nubi lanciano al mondo ombre colme d'attesa e di tormenti. Si
transente già la gioia che s'avvicina a passi lenti. Ma menti? Ah le
montagne viola o lillà,         la notte     sublime lì là in prossimità della
mondità con la velocità della destinanza,           più rapida d'un uccello da
preda,    prenda,     prenda,    predante la preda fuggitiva lì là, che al
fine si dà, giacchè non ce la fa. Si            farà ancora in tempo a spengere
le luci prima del sonno dell'attesa e del riposo: denso di sogni ed incubi
e vuoti di mente. Lì          è ancora giorno e il sole tarda a tralasciare,
sarà ancora preda della nostalgia della bella estate che si svela alla
sera sublime con l'abito delle stelle fisse, mobili, cangianti ma senza
tanti allori per piangere e per sognare: con la sorte oltre la morte
sublime.    Avrò ancora sogni da vendere e gioie da acquistare, ma non
so più se c'è la diafana tranvedenza           o se la luce segua ancora il
destino dei viventi o la nostalgia dei morti.                  Proverò ad essere
una tranvedenza con la sera dietro le spalle           e la notte sublime e buia
quale transvivenza, ma sarà una nube nera come l'incanto della morte
sublime ad avvisare le ultime speranze con il fascino del nulla sublime.
Ahah udrò ancora il sole cantarmi le melodie dell'armonia afenomenica
della transonanza in       diafana tranvedenza che lascia al mondo il mistero
dell'evento sublime, ma all'ultima ora la destinanza sublime               sorprenderà
con la fantasia dei fiori e la luna da sola apparirà all'orizzonte
degli eventi sublimi: lascerà sognare senza fare del male: con la follia
sublime    negli occhi: ah come è vuota la notte sublime senza i sogni
del transdicibile.       Ora son trascorsi millenni luce          e dell'attimo del
cosmo e dell'universo non c'è traccia: nulla, né del destino, né della
transvivenza così densa, così tersa, così casta, così vicina al nulla
sublime    e senza fasti.       Qui    correrò ancora un'altra volta per
raggiungerla con le ali del       destino sublime      e    l'ultimo raggio che
provenga dall'aldilà sublime        e    insegua senza sosta una luce sublime e
misteriosa e senza transenso,           poi mi volterò ancora una volta per
vedere gli occhi di chi decise la sorte del mondo,                 prima che sia
fuori per sempre e transenta il transaudibile con la musica della
transonanza o la la transcordanza sulle            note del nulla sublime, o con
i sogni sublimi       abitati dagli occhi dell'essere sublime: lei è sublime,
è la risonanza della transonanza in transcordanza, amante del disordine,
in lei c'è la leggerezza ma anche la tristezza d'una nuvola a
primavera, lei è sublime amante della transvedenza,               in lei c'è la luce
ma anche il buio atroce d'una nebbia subliminare, lei è sublime nemica
delle tenebre: è caotica come il sole, ma le piace il perielio sublime
di venere, non saprei bene se le piace la nostalgia della pace o
l'ira della vittima che tace, ma sublime lei è e sarà,                       non mi
sogni    più, ho le labbra grosse da attraversare, la sera o al
mattino: non fa differenza, tanto ci sarà sempre chi avrà gli occhi
per ridere e lo sguardo finto metallo.                 Ogni sera al tramonto alzi
gli occhi al cielo e pensi: quando era sublime la mia giornata,
tant'è che non riuscivo mai a sapere quando il lunedì                  venisse, c'è,
ci    sono?    Sì, sì, ancora un altro poco ed andrò a dormire, sognerò gli
occhi tristi della sera e la luna sublime                  mi farà compagnia, col
raggio blu dell'estate e col raggio             rosa dell'autunno,      ma non mi sogni
più,     non farà bene sostare sulle piazze di notte e cantare come i
grilli dei conventi        e le sere passate ad urlare: dio, dio, non
molestare gli organi e i letti e le strane passioni dei gatti.                        AH
gli occhi di metallo lucido li ho visti una domenica pomeriggio in
vitro,    in vetro, dietro le vetrate virtuali,                ma non mi sogni         mai
più,    o i sogni sublimi non ci lasceranno più.                  Sublime è     il
tramonto dei sogni: è il tramonto sublime dei                   sogni. Fra un poco
verrà la sera ed         uscirai di qui libero come gli             uccelli del mare
che vanno a pescare di notte il sangue blu,                 ma     non ci sarà più.
Adoro ancora la sera restare a guardare la notte sublime e                  più buia,
con le stelle annoiate d'essere fisse e il creato che è lì che attende i
desideri dei nostri sogni sublimi.              Ancora una volta e tutto sarà
scomparso sulla faccia della terra:             non c'è più pioggia, non c'è più
luce, non c'è più un        dio      che     produca un miracolo stanco o appena più
in linea con l'orizzonte e l'universo,           ah     mi sentii     persa tra le
sublimi     transcordanze    come una gru a primavera,             ma c'era il sole e
c'era il mare e a me veniva voglia di cantare le nenie da bambina,
quando l'età incrina e la soglia tra la vita e la morte                       torna a
vacillare.     E' la transonanza sublime. Ancora un solo attimo e poi si
potrà morire: mi guardò         per l'ultima volta con gli occhi più lucenti
della transfera del circolo polare artico , ma non si smosse dalla
destinanza. Subì ancora una volta la sorte avversa: aveva un diadema
con la      veste    più vaporosa della serata, di quelle che quando
ballano fanno vacillare il mondo e il cuore, e si inizia a tremare
come se si fosse sottozero all'equatore. Oh la musica                      era bella sì,
ma si cantava da folli, si suonava la                  transonanza    dell'infanzia
maledetta e le vesti che volavano sublimi                    e senza senso,        ma
quella notte sublime non si lasciò alla sorte il privilegio di fare le
scarpe. Capii all'improvviso che il tempo della giovinezza era pallido
e il tempo del sorriso già dietro le spalle dei vecchi platani d'un
giardino verde e rosa, blu e glicine, sublime lillà,                    lì    là quando
sorgerà ancora il tempo della pazienza fuggitiva e secolare, quando la
sorte guarirà gli incubi che accompagnano la luce del giorno. Quando
verrà? Ora che non ci         sarò più? Oh           spinga, spinga      forte: la
navetta      dovrà tremare con la forza d'urto delle                corazze     e la
bellezza sublime       degli sguardi di fanciulle prima che per loro sia
già sera o notte sublime           e     fonda:      addio, addio, affondi pure
negli abissi sublimi        del tempo,      tanto non ci sarà mai
   più chi le darà la luce sublime                dell'inverno a sole spento,            oh
mare,    mare     non mi lasciare di notte a naufragare, con le stelle
della notte sublime        che guardano le volte del creato tutte le volte
che il loro sorriso si volge al passato, oh non gridi invano, tanto
gli astri      sono tutti folli, oggi ti dicono che potrai trovare i
tuoi sogni nel cassetto, domani nel letto e un altro giorno ancora non
si sa dove o si speri o si spara.                 Oh     attenda pure un altro anno,
tanto dovrà arrivare ancora con lingue piene di vento e la chioma
nera e china e bianca,           come l'alba sublime, ah ci sono giorni in
cui la sera non arrivi mai e il tramonto duri il transtempo
transinfinito che serve per morire, nascere e rivivere in altri luoghi,
in altri mari, in altri mondi          o    in altri universi sublimi, senza
sentirsi persi, né tremanti di gioia o di paura, ma solo vuoti, soli,
come il sole nella transradura abissale               della foresta sublime e
nera, nel cuore del continente più antico d'ansie e di timori sublimi,
come quando pare che non ci sia più niente da fare per restare
ancora in vita.     No,      non mi sogni più     con la gioia sublime       del
cuore e il sorriso perso per strada           mentre si cercavano le viole.
Non è ancora giunto il transtempo in cui la notte sublime             avrà lasciato
le sue spoglie alle stelle e vestirà la corolla con i fiori roridi di
pianto.    No , non mi sento stanca: è solo il soffio della vita che
accompagna la notte sublime con il dolore della morte sublime              e al
mattino fugge via, con la velocità dei           sogni    sublimi.    E' sveglio?
sono le otto del mattino e la sua sorte sta partendo,      non so più dove andare
ed ho una gran voglia di morire, ma fra poco sognerò di entrare in quella luce
che fin allora mi uccise tutti i sogni      a occhi chiusi e a occhi aperti. Ma,
la prego, non apra,      perchè è la morte che attende con l'arma bianca e nera
vicino al mare, oh no, no, non so soffrire,     ma fra poco morirò e mai più la
rivedrò,    la sogno sempre, sempre, oh come è dolce il tempo, oh come è forte il
vento, ma fermare non si può e dove andrà, non lo so,         ma non si volti mai,
non si giri e ri-giri mai,     giammai vorrò che i suoi sogni siano spenti come i
miei,    non si fermi più. Sento già suonare. Quella porta è già aperta e il sole
del    transinfinito già splende in altomare, mi vien voglia di gridare, ma la
mia voce non suona più, le mani e i piedi sono immobili, come il respiro, il
mio povero cuore non mi batte e ri-batte più ed il mitico corpo già si sente
giù,    giù, giù fin nell'abisso, da dove non non si sale più su,        sussù non
lasci,    non lasci, ma non si fermi, continui almeno lei a sognare, ad occhi
chiusi o ad occhi aperti, tanto per sognare il sublime        non serve guardare.
Oh    mi spinge oltre quel tempo della vita mortale, lì       ove le onde
fuggitive e stanche varcano le soglie dei sogni e sostano un istante
transinfinito per contemplare le bellezze sublimi lunari o          lunatiche?       Oh
si lasci guardare, è        bella solo come il sole all'alba,    che non guardo
mai, perchè mi piace di più sognare il sole tramontante, con i suoi
raggi sublimi     ultraviolentiviola che volano da qui a lì senza il timore
delle distanze o degli ostacoli o delle remore o dei dinieghi .                Lei ci
ri-penserà,    si dà? si darà ? si sottrae, si kripta,          si dekrypta,      si
vela    e si disvela, è la verità         bellezza,    la legge dura della
dolcezza del sublime,       un nobile fenomeno della seducenza astrale, le
stelle son lì solo per farsi con-templare,          guai a chi pro-getti la
prossimità,    ikaro-docet? così la finirà di farsi del male da soli? così
parlò    Kalypso prima del diluvio universale, niente male,         aldilà     delle
stelle e non solo quelle,      ma di sola bellezza non si salva il mondo. Oh
non è così?     Oh è dolce come il mare salato,          ma di dolcezza si vive
una sola volta. Oh      si regali un sogno sublime abissale o            vuoto come
la grazia pregnante dell'universo denso d'incubi e di orrorose tragicità. Oh
faccia sognare il sublime della transplendenza per irradiare
l'intermittenza aurorale del miraggio boreale quale brillanza astrale, ma
di luci soffuse e terse si può       anche perire o svenire, o sbranare
dall'eroina versus semidei.Ohh,      oh si lasci affondare:     è sublime come le
stelle, ma quelle non se ne stanno lì         a guardare: son fisse, mai
fesse, ma fissate, replicanti,      in armonia afenomenica transonante la
medesima melodia armoniosa e tediosa mormorante: domani, domani? sì, domani,
potrà    annegare o volare, o morire o soffrire,          ma non lasciare,        non
lasci mai più,      le stelle amano essere viste a distanza siderale,            guai
a toccare il fondale universale, si può           s-pro-fondare nell'abisso
sublime, senza mai più tornare tra l'aurora e l'infinito o
transinfinito: è finito? è già          tutto irreversibile abissale?       Oohh non
lasciare,     anzi si lasci attraversare senza fiatare, come già si
lasciano oltrepassare i suoi occhi dalle intermittenze delle desideranze,
che danze!     E'   finita:    con il sorriso sornione della perfida albione,
appena baciata dalla fortuna bendata, anzi cieca          come la sua anima dis-
animata, che corre e fugge via, per non tornare mai alla deriva, strane
onde fuggenti, saranno le superonde della stranezza         sublimi    che spezzano
e frantumano la transpazialità -transtemporale, ma così difficili da
catturare dai miti sublimi? Quanti quanti ancora? Chissà,              è
l'indeterminatezza sublime      della stranezza,     bellezza, che       spro-
fondatezza.    Ora e mai più       non ha più senso ascoltare le voci degli abissi
sublimi della memoria dei ricordi diafani,      non ha più senso alleviare con il
miele eterno      l'eterno ritorno, sì ma dove? Si è soli con la
desideranza della morte sublime,           ah si inveisce ogni volta , quando appare il
sublime      ed abissale       sguardo,      non ha più senso spendere le lacrime della
noia senza ascoltare la voce dell'aurora: che sale saliente ogni volta che
l'esserci     sublime      muore.      Ora    ho anche io lasciato alle luci della
notte     sublime     il vago sopore dell'anima morente, in mente,       ah verrà la
morte ed avrà gli occhi dell'eternità sublime.             Si    ascolta sempre la
voce dell'anima: in silenzio: senza il clamore dell'eternità           sublime.     No
non    ci sono      più sogni da vendere, nè vendette da sognare, nè ricordi
sublimi     da regalare a chi viene e và soltanto per mostrare il volto del bene o
il volto del male o ambedue anfibologici,          la sapienza    consiglia di
sorridere, sempre, o per lo più ogni tanto: almeno quando la presenza della
transvivenza sfiora il fiore del         tramonto sublime: chi rimpiangerà mai più i
giorni lontani dell'infinito ritorno del sublime? In un giorno di maggio ci fu
l'inizio della fine: una sola volta vidi volare la luce dell'eternità , quando
la sera svelò      lo sguardo della morte sublime, con gli occhi sublimi della
divinità: non c'è più quella sera rischiarata dalla voce luminosa della
tempesta sublime e         perciò    perfetta, non c'è più tempo per sognare una
luce antica e amica che ri-veli il transenso dell'essere e, o, la deriva
dell'infinito transinfinito ritorno che mai, se mai, verrà senza arrivi e senza
partenza, ma solo una vaga presenza, come la luce sublime dei suoi occhi di là
, dall'abysso infinito che mai lascerà,            libero d'essere simile ai sogni
pensati nel buio della notte sublime. Non ha più senso ascoltare il colore dei
suoi occhi, se la sera la noia assale ed invade la memoria sognante, nel vuoto
spazio della notte       sublime    c'è il nulla sublime      che canta con la voce
della seducenza astrale in transonanza: solo la            transcordanza      della morte
ci può salvare,       nel vuoto eterno del nulla sublime, una sola        transonanza
che canti: una canzone       in transcordanza: su, sussù,        non tremi, le stelle
non stanno lì solo a guardare, la dea del sublime non ci ha abbandonato abita
lì là      in un campo di ogigia,        la xhorà del sublime, lillà in un campo di
ogigia la       xhorà    sublime    abita Kalypso la sublime dea della diafanè,
lì là ove la dea si getta in transplendenza in un campo,               in una
transradura fiorita di lillà , di ogigia          la transpazialità abissale del
sublime,     lì    scende in campo insieme all'eroe della naufraganza,           là    in
una transradura luminosa in transplendezza di ogigia, la xhorà lillà.
L'essere     sublime si getta sul campo di ogigia        la xhoràlillà, lì là la
ricamata seducenza della dea del sublime si svela e disvela nella
transcordanza sublime che seduce la dea           Kalypso-lillà , in una transradura
sublime fiorente di ogigia la sublime xhoràlillà,               lì là ove l'essenza
della dea sublime si getta, si dà , sì, sissì, la rugiadosa transradura
sanguigna, ruggiosa, brillosa, luminosa, transplendente, seduce lì la dea              del
sublime in un campo di ogigia la xhoràlillà,           lì là si disvela l'aletheia
sublime, la verità       sublime si svela in una transradura di lillà , l' essenza
della     dea sublime si svela sul campo, si dà in campo lì là,           sì in quella
divina transradura sublime        il padre o la madre sono figli dell'essere
sublime,     o sono figli di se stessi,        la madre è figlia dell'essere sublime,
o la madre è figlia di sè, così come iddio è figlio di se stesso o il dio è
figlio dell'essere o la dea madre è figlia di se stessa o la madredea
madreperlacea è figlia dell'essere          sublime:   la natura della dea sublime        è
figlia dell'essere
    sublime, la physis sublime       della divina è figlia di sè e si dà        da sè ,
sì, si svela da sè , si getta da sè, si pro-getta da sè in un campo di lillà ,
si fonda da sè in una transradura radiosa in transplendenza diafana di ogigia
xhoràlillà lì là.        Ah essere figli della transradura sublime vuota, sgombra,
libera, disertata,annullata, annichilita, svuotata, diradata, diafana in eterna
diradanza e transplendenza,          figli della transpregnanza sublime       della
divina     splendenza,     figli della sua desideranza      sublime,     figli della sua
ontogenesi o dell'essere sublime         transpregnante che si dà     da sè o     dà    sè
o      dà    la transpregnanza all'essere sublime. Ah la fanciulla
transpregnante dell'essere sublime che dà luce e dà alla luce figli dell'essere
sublime pregnante, o dell'essere sublime in estasi sublime            in un campo di
ogigia la       xhoràlillà, lì      là     solo la dea del    sublime    ci può creare.
Ah essere       disvelanza sublime       della transmonade vuota         in    exstasy
sublime, quale deliranza che danza nella diradanza sublime                  dell'aletheia
dell'essere sublime, senza il nulla, senza altri                        dei, né      altri eroi,
né entità o superentità, solo                  il suo evento sublime che si dà:            viene
in sogno l'evento sublime             della dea sublime        che si dà nella diradanza
che danza con l'imago         dell'eternità transvedenza. Viene in sogno con la
luce dell'eterno ritorno              della transvedenza, all'alba di un altro
giorno    sublime        con solo        un ultimo      desiderio nei pensieri,         ma non
viene mai in mente, né oggi né mai.                     Lì i    sogni      si svelano con lo
sguardo      della diafana transplendenza del sublime nella bellezza,                         o
dell'essere sublime nella bellezza dell'ente ideale,                        o    con la
luccicanza sublime          dell'exystenza senza presenza, o solo con l'assenza
sublime, mentre sussurra sempre ai                  transensi di svelare solo l'imago
della diafana transvedenza:               tanto per la ricerca del tempo
dell'eventuale ritorno c'è sempre innanzi l'infinitezza                        o la sublime
transinfinitezza. Ho solo un sogno da raccontare, ma non lo svenderò
per qualche virtù virtuale, ho troppi sensi nascosti e silenti e
inauditi e indicibili: forse un giorno aleggerà nella mondità la sua
eterna presenza,          ma è già sera, è già troppo tardi per credere ancora
alle fabule con o senza dormienti, senza sogni. Una sola volta, se mai
ci sarà, forse verrà la dea del sublime con in seno un sogno senza
senno, insensato, ma non ci sarà più il                      tempo per sognare l'imago
imaginaria degli eventi,            giacchè non c'è più il tempo imaginario
dell'imago eventuale.         A nulla pensa il nulla sublime che sogna o
immagini l'evento sublime             del suo infinito ritorno dall'abisso animato,
ove la luccicanza dell'evento sublime si dà, senza nulla chiedere,
sino al terminale dei nostri sogni insonni salienti abyssali,                              come
una kuspyde sublime         imaginaria che attrae il chiasma eventuale, ahhh
l'evento sublime dell'essere chiasmale, sublime                    interattanza
dell'interagenza kuspydale, ewentuanza sublime,                  l'essere sublime       s'eventua
da sè,      senza la        legge che non c'è, senza               il    translogos     che       non
c'era,    senza       il    dio     che      mai ci sarà.       Ah     l'essere sublime
s'eventua aldilà          del dio che non c'è             più,     ah    l'essere sublime         si
dà   luce da        sé, senza         il dio del bene          e del male che non c'è
mai più,       ah     l'essere sublime          s'eventua     aldilà del bene e del male
che non c'è più.              L'essere della sublimanza si              dà    alla luce da
sé,    aldilà del dio dell'eterno ritorno che non c'è mai più.                             Ah
l'essere sublime si dà luce e si darà alla                      luce aldilà        del tempo
che non c'è,          aldilà      del tempo dell'eterno ritorno che                non ci sarà
mai    più.     Madre sublime della sublymanza,              oh eventuanza sublyme nei
suoi occhi        c'è     l'essenza       della nostra morte eterna, non saprei come
e senza un perchè, né               saprei come mai la notte sublime si nascose
nel letto delle nuvole              e si       rivelò    all'alba con il raggio di luce
sublyme     di un tempo           che     fu e che sarà:         oh quante volte          gli
occhi hanno visto l'invisibile                 sublyme     senza scorgere la disvelanza
sublyme dell'essere?            A     chi si      rivolga il tempo quando pensi alla
destinanza      e giochi        con      le sorti      degli universi?        La    dea sublyme
non gioca mai con la               mondità,      ma soffia le         sue auree sublymi nei
pensieri delle stelle che mai                  guardano a      ieri,     ma    illuminano       i
sentieri della destinanza sublyme dell'essere.                      Madre     della sublymanza
ed eterna      eventuanza che guardi             e contempli senza          parole    e getti
e lanci      i     segni     degli ewenti sublymi della destinanza senza
deklyni,     come      il volgersi dell'eventuarsi astrale                 degli immensi ed
infiniti     universi,       né replicante         o klonante       come le stagioni del
cuore della natura,           o     le     intermittenze      sublymi      della    notte     o
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sublyme.     Ma     solo     lì     la singolarità        sublyme      dell'evento dà       alla
luce la      destinanza       dell'excstasy sublyminare che dagli abyssi sublymi
sorge,    si dà in risplendenza,               si ewentui quali         luci     della vivenza
sublyme delle aurore senza più le scorie                      di ieri e senza più le
pre-visioni del          domani:      oh     madre sublyme della destinanza dia
all'essere      l'ewentuanza o l'invisibile               sogno sublyme,         affinchè
l'esserci possa raggiungere               le    lontananze sublymi delle luci boreali
e   naufraghi nel sublymynare abysso degli ewenti waghi,                          ewanescenti ma
pregnanti di        miraggi       della desideranza sublyme.             AH    ascoltai la
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  • 1. ....................tr@nsontologi@ .......................sublime......... ..................... si è in presenza dell'arkè o transpriorità o transingolarità della sublatione sublime . Si delinea una gestell o struttura sublime della sublatione, o impianto dell'evento o la sublime ontopologia sul sentiero di una analitica dell'esserci o dasein- analytik assentemente presente in kant, per interpretare l'analitica della transbellezza e l'analitica del sublime. Si approderà nella sinuosa transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prioritaria ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. Si offrirà dispieganza delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della transmathesis o pitagorico o platonico, o svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale evento sublime della transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime, quale sublatione eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là e sempre al di sopra o sempre oltre il sensibile e del percepibile, quasi fosse l'alterezza sublime proustiana o l'archegete della sublime ontopologia sublime. Lì c'è l'archegeta transvisione della sublatione sublime in transcendenza, sia pure solo nell'esserci pensante che contempli la transcendenza dei fenomeni ideali o l'invisibile o l'ideale sublime. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile, già per l'archegete della ontopologia sublime Schelling c'è sempre un senza fine o infinitezza, o una infinità d'imago nell'esserci o abissalità senza fondale ove c'è l'eventuanza o si dà diafanè la transvedenza del sublime, quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'eventurarsi sublime della sublatione o svelatenza o transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale sublatione in concordanza o dispieganza o enucleanza o coniuganza kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale eventuanza dell' abissale abnegarsi dell'esserci disubissato o che si transpieghi nell'evidenziarsi svelatenza senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi o depurarsi o abnegarsi, e la sua transfenomenica o transmorfia suscita quel sentimento o quella sublatione o transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant, tanto da evidenziarsi in diafanè o transfenomeno del sublime o noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico nella transcendenza quale sublatione dell'esserci. La sublime aritmetica o geometria o matematica innata nelle stelle, è inerente nel kosmos o è sublime kosmesi la più bella tra le forme o varietà o manifolds attraverso le quali l'idea, la transmonade essenziale di bellezza può essere visibile o lì si colga l'idea di bellezza, nella sua purezza quale transcendenza della sublatione dell' essere: lì un attimo di bellezza è un attimo d'esistenza. In quell' istante c'è l'eventuanza che c'è in tutta l'eternità. L'essenza della bellezza è l'essenza dell'idea, o è la sua completezza senza dolore o angoscia: è la bellezza della forma visibile o percepibile quale Essenza. Ma tale elevatezza della bellezza, o sublatione è la trascendenza dell' essere, o la sublazione del dasein quale sublazione della simmetria delle forme della bellezza o la sublatione della bellezza della forma, o la sublatione della bellezza stessa. Qui c'è la completa armonia o transarmonia afenomenica in sublatione, quale purezza dell'immaginarsi sublatione della bellezza, o la sua contemplanza quale arte della sublatione nella bellezza. Quella bellezza che si dà dalla perfetta sublatione è il sublime che trascenda se stesso, o che trascenda la bellezza che così trascenda se stessa, o è l'EREIGNIS del
  • 2. sublime o dispieganza dell' Essere eventuanza dell'Ereignis sublime. Ereignis, o evento della transcendenza della sublatione dell'essere, è il pensiero sublime che si pensi sublime pensiero dell'essere sublime, o originale eventuanza dell' essere sublime. Il pensiero sublime è l' originale pensiero dell'essere archegeta perchè è il pensiero dell'evento sublime dell'essere abissale o eventuanza dall'Abgrund, o l'eventuarsi dalla verità abissale del sublime ecstatico dell' essere sublime. La verità dell'essere sublime è l' Ereignis sublime abissale, quale sublime Ereignis abissale della verità dell' Essere o sublatione sublime dell' Essere o Lichtung del sublime, o Essere in cui risplende il sublime. L'Essere sublime è dispieganza nello spazio-tempo della sublatione sublime dell'eventuanza. La verità dell'essere sublime eventuanza è l' Ereignis, ed è l' Essere sublime che transpieghi la verità dell' Essere sublime come evenienza o transpieganza dell' essere. La morte non è un evento che ponga fine al Dasein, così il sublime: è sempre presente nel Dasein- sublatione, come possibilità di impossibilità o transpieganza del suo essere sublime. La morte è sublime nulla, l'altro-che-entità, il non ente, il niente o l'abneganza sublime o l' Ereignis sublime, o transaletheia sublime dell' Ereignis o EREIGNIS della svelatezza del sublime, quale eventuanza sublime a fondamento della verità ecstatica. La perfetta sublatione del sublime, quale eventuanza in elevatezza transexcelsa della transpieganza dell'Essere. L'infinito quantico, infinitamente grande o infinitamente piccolo, è di per sé l'infinita sublatione dell'eventuanza sublime. L'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo sono l'eventuarsi della sublime sublatione infinita Quantica di per sé connessa o quantica sublatione, o quantica infinita sublatione sublime della transpieganza. Quell'essere sublatione quantica infinita è in se stessa sublime eventuanza in excstasi, o è l'auto-sublatione quantica, l'al di là sublime della sublatione transinfinita: la transublazione del sublime nell'eventuanza della transverità. La sua qualità è il suo essere-per-sé o il suo eventuarsi sublime o transublatione della transinfinitezza non più al di fuori di essa, ma in sé quale essersi o transpiegarsi o eventuanza in excstasi: il suo essere al di là e al di sopra, o sempre nell'oltre transpieganza dell'eventuarsi essere quantica infinita è la sublatione di se stessa, quale estetica bellezza ideale. Così il suo essere al di là di se stessa o al di sopra o nell'oltre transpieganza è sublime come oltre-bellezza ideale, o essere-per-sé sublime eventuanza della transublatione transinfinita. LONGINUS nel suo sublime vago e superlativo eventuò la filosofia ecstatica del sublimarsi o la sublatione estatica sublime soprannaturale e sconvolgente, o il mostrarsi asimmetrico della transpieganza dell'eventuanza. John Donne transpiegò Sublimi idee nella bellezza celeste e nobile metafisica subliming, o sublimation dell'eventuanza sublime. Pery-Hypsous o Peri Hupsous transvelò l' ekstasis dell'essere sublime o l'eventuanza dell'ekstasy quale sublatione della bellezza classica, o al di là della bellezza ideale. Per l'archegete della ontopologia sublime LONGINUS è la naufraganza, o il Peri Hupsous quale sublime transpieganza della naufraganza. Peri Hupsous è la sublatione sublime dell'eventuanza della transpieganza transinfinita. LONGINUS , il sublime archegete LONGINUS transvelò nell'arte l'eventuarsi della transpieganza della bellezza estetica che non doveva essere per coercizione anche regolare, razionale, ordinata, misurata e armoniosa, ma abnegarsi nell'eventuanza sublime. LONGINUS ispirò la sublatione sublime che si transveli al di là e al di sopra, o oltre le regole della bellezza ideale canonica. LONGINUS consentì l'eventuarsi della sublatione estatica nella transpieganza Sublime, quale pensiero poetante di Sappho, l'archegeta Saffo è sempre là nella sublatione estatica subissata dall'eventuanza dell'abnegarsi sublime. LONGINUS l'archegete del sublime transpiegò la potenza dinamica sublime nella poesia: l'annichilirsi o l'annullarsi o l'annietarsi o l'abnegarsi nella naufraganza diluviana o nella tempesta oceanica, o per sublime sublatione essersi subissati nelle tempeste vulcaniche. LONGINUS svelò l'eventuanza della luna sublime o la sublatione sublime dei phaenomena nei cieli astrali o infernali, non solo come una forma superlativa della
  • 3. bellezza, ma come una nuova e sublime transpieganza estetica, o bellissima eventuanza del sublime. Sublimity o Sublimità è la sublime poesia dell'archegete Saffo, come bellezza sublime che transpieghi l'aldilà della bellezza, quale estasi della sublatione sublime o Sublime transpoiesis dell'eventuanza. Profonda solitudine dell'archegete è l'abnegarsi sublime, ma in modo che susciti terrore in sè: è la differenza tra sublimità e bellezza, un equilibrio instabile o transtabile, è il muoversi transinfinito dell'essersi in dispieganza, o dell'essere dell'ente dinamico o l'eventuarsi sublime della sublatione nella transpieganza: il piacere della bellezza è sublimato nell'eventuanza dell'aldilà o dell'oltre quale sublime bellezza in estasi sublime, o sublatione estatica che attrae e transpiega, in compresenza della paura o timore o terrore o angoscia. Il sublime è la più forte emozione, o la più sublime o l'excelsa, che la transmente sia in grado di sentire, la più potente di tutte le passioni o la potenza dinamica o la volontà di potenza o l'omnipotenza o la transpotenza, è l'intensità transinfinita della sublatione o alterezza sublime dell'eventuanza.LONGINUS transvelò la sublimità e la situò nella poesia, inventò l'aldilà della bellezza quale dispieganza della sublatione sublime estatica, sia pure intrisa di orrore soprannaturale sublime, quale Analitica del Sublime prioritaria o fondamentale, nel senso del fondersi e transpiegarsi della sublatione sublime nella bellezza ideale. La dispieganza dell'eventuanza sublime quale Dasein si esprime nel sentimento dell'angoscia o sublatione diseventuale o abnegarsi, o annegarsi o annularsi o annichilirsi. Il Dasein sublime in excstasi invece è la sublatione sublime dell'eventuanza, o Ereignis sublime Ontologico della transpieganza dell' Essere e mostrarsi sublime, o è il transmostrarsi sublime dell'Essere nella sua transverità sublime o Essere l'eventuarsi sublime dell' Essere o è l'Essere-in-eventuanza, Dasein sublime, oltre che essere l'eventuarsi dell' essere sublime quale mistero dell' essere. Essere sublime in Dasein sublime quale sublatione dell'eventuanza dell' essere evento e disevento dell' Essere in sé, o dell'Essere che si mostri o si dimostri nel sublime. Essere transpieganza del Dasein sublime o sublatione del Dasein della verità dell'essere. La verità dell'essere è la transpieganza dell'essere transinfinito nel Dasein sublime, o Ereignis sublime della sublatione del Dasein dell' essere sublime Ereignis. Dasein è il sublime dell'essere, o è il sublime della verità dell'essere. Dasein transvede la verità sublime dell'essere sublime, quale aletheia sublime dell' Essere. Essersi sublimanza nel Dasein che consenta all'Essere sublime la transpieganza transinfinita nel Dasein, o Essere EREIGNIS sublime del sublime Dasein dell'Essere transpieganza nel DASEIN sublime. Nel rivelarsi sublime, Dasein dell'Essere, c'è l'eventuanza del Dasein sublime dell' Essere transinfinito, o Essere evento transinfinito dell' Essere excstasi della verità dell' Essere sublime Dasein. L' Essere sublime è e sarà per sempre il mistero per il Dasein, giacchè mai l'eventuarsi dell'essere nel Dasein si transpiegherà quale Ideale, o transpurezza della katarsi o vivenza dei e nei sensi o nell' intuizione di forme dell' essere fenomenale, o nell'idealismo trascendentale. La sublimità trascende la stessa ragione o il nous o la noumenica, è sublime sublatione della terribile e caotica dispieganza dell'esserci sublime. Così l'immenso oceano o mare agitati da tempeste sublimi si svelano quale dynamica sublime della transinfinita matematica sublime della topologia dell'essere sublime o transmathesis sublime, o quale Idea sublime dell' Infinito sublime o tranfinitezza o transapeiron dell'essere sublime. Hölderlin è l'archegete sublime dell'ontopologia sublime transpoiesis excstatica dell'imago sublime Kaspar D. Friedrich , o Kaspar D. Friedrich è l'archegete dell'Ereignis Sublime quale evento della dispieganza dell'esserci Sublime sublatione del sublime matematico, al di là dell'idea di infinito, quale transinfinitezza dell'essere transphysis sublime o transmathesis sublime. L'inizio del sublime, o l'eclissi della bellezza ideale, si eventuò nell' Essere della transphysis o Physis sublime dell' aletheia della transphysis: l'archegete dell'ontopologia sublime Kaspar D.Friedrich transvelò la physis excstatica
  • 4. dell'essere eventuanza della Physis quale Essere-physis-sublime, o Aletheia sublime della physis. L' Essere la transphysis è l'eventuarsi dell'essere nel sublime imago dell'archegete Kaspar D. Friedric, quale Dasein sublime o Poiesis sublime dell' essere Physis sublime, o transpoiesis della sublatione della physis quale immensità dell' essere. L' imago sublime della transphysis dell'archegete Kaspar D. Friedrich è il sublime dinamico, quale eventuarsi della matematica sublime o sublime transmathesis o topologia dell'essere sublime. Nel sublime archegete Kaspar D. Friedrich si transpiega la profonda e transfinita libertà dell'essersi in sublatione sublime. Per l'archegete Kaspar D. Friedrich il sublime è trascendenza ontologica quale sublatione del razionale o del nous o della noumenica, o essere superiore dell'ideale quale transontologia dell'essere sublime. Schelling e Hölderlin e Kaspar David Friedrich sono gli archegeta dell'imago sublime o la dispieganza della sublimità della transphysis sublime in sublatione trascendente Sublime. Kaspar D.Friedrich transvelò l'abissale transvisione del sublime nella transphysis o nella transmathesis sublime quale topologia sublime dell'esserci, quale transinfinitezza abissale sempre di fronte, gegenstand-imago-sublime, e sempre aldilà, oltre in trascendenza o in sublatione sublime excstatica. Il sublime archegete Kaspar D.Friedrich è l'estatica sublatione dell'essersi infinito transvisionario che contempli direttamente il disvelarsi della transverità sublime, quale sublime transpurezza katartika o rivelazione sublime dell'imago sublime. Nel corso della transtemporalità sublime È stato fondamentale il mito dell'imago Sublime di Kaspar D.Friedrich, o la sua iconomorfia sublime quale modello apocalittico sublime in estetica sublime. Nella sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich l'annientarsi o l'annichilirsi o l'abnegarsi di sé svelò il sublime dinamico, o la sublime transmathesis sublime della matematica sublime dell'essersi sempre di fronte con l'imago sublime transinfinitezza, con la transtabilità in pericolo sublime, simile al sublime delle imago sublimi delle vestigia, asimmetrie nella simmetria, decostruite dalla instabilità della transpazialità transinfinita in exkstasis. L'excstasi della sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich è instabile, o meglio è transtabile quale stabilirsi dell'evento dell'imago dell'essere sublime, quale transinfinita matematica sublime, o transmathesis sublime dell'essersi transphysis sintagmatica sublime. E' l'excstatica sublimità dell'imago sublime immaginaria di Kaspar D.Friedrich in excstatica sublatione sublime transvisiva della transpazialità, o Transvisione della transcendenza sublime della sublatione excstatica dell'essersi, o estetica della transcendenza dell'essere sublime o estensione estetica della bellezza sublime. La bellezza per Kaspar D.Friedrich è La bellezza sublime dell’imago sublime dell'essere senza fine, senza confine e senza transtelos, è transevidenza In-fondata e imago abissale, excstasi della bellezza sublime che si dà nel mondo, c’è nell'essersi sublime bellezza o estetica excstatica della transinfinitezza. La sublime bellezza è l’estetica che si svelò in imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich quale bellezza sublime che si dà in dispieganza della verità sublime: il sublime è l' evento della verità dell'essersi imago sublime. Il luogo transcendenza è l'imago sublime dell'archegete Kaspar D.Friedrich, quale sublatione topologica dell'essere sublime o transpazialità transinfinita sempre oltre o aldilà delle ontologie regionali dell’etica, dell’estetica fenomenica o epistemica, perchè il Gegenstand si svela sempre quale transphysis sublime. La transpazialità della verità in Kaspar D.Friedrich è l' Abgrund dell' imago sublime in sublatione transcendentale, quale verità della transcendenza sublime, la quale precede e rende possibile ogni altra verità fenomenica o epistemica o empirica o noumenica. Qui c'è il mostrarsi della Verità sublime, quale estetica excstatica della sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich o singolarità davanti-alla-sguardo, o senso dell’essere come evento priorità prima del fenomeno o Essere sublime dell'eventuanza. Pareyson disvelò l’intenzionalità estetica del sublime enigmatico quale Bellezza sublime della esteticità nulla, quasi fosse l'analisi topologico-transcendentale dell’esteticità sublime o sublazione superiore
  • 5. della conoscenza epistemica. È l' esteticità sublime dell'archegete Kaspar D.Friedrich che si dà nell'imago fondersi abissale quale esteticità che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi transpaziale e transtemporale della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi in sublime imago dell' essersi eventuale. Kaspar D.Friedrich libera la natura o la transphysis nell’esteticità della bellezza sublime o È la bellezza che si rimette in gioco nel sublime, o è il sublime che si dà quale sublatione della bellezza ideale al di là della epistemica o fenomenica o noumenica. Hölderlin è l'archegete sublime dell'eventuanza estetica in excstasi: per Kaspar D.Friedrich, o per l'archegete Hölderlin, non esiste più la frattura o la differenza ontologica tra poesia e pensiero, o tra essersi e transphysis sublime o imago sublime e transmathesis sublime. Hölderlin svelò il Gegenstand sublime che ci sta di-fronte quale imago sublime: il Gegen-stand sublime della sublatione che ci sta di-fronte è l'eventuarsi del sublime Gegen-stand dell'eventuanza sublime dell'essersi, sempre al di là del categorico o della vivenza o della mondità o mondanità o della bellezza ideale o della Fenomenica estetica o noumenica. Nell’evidenza della bellezza si dà La fenomenicità del fenomeno della bellezza, ma il sublime Kaspar D.Friedrich eccede quella transevidenza per essere la transvedenza della sublime sublatione excstatica dell'essersi libertà nella bellezza sublime o eccedenza della libertà nel sublime, o l’eccedenza excstatica sublime dell'imago sublime. La transpazialità sublime di Kaspar D.Friedrich è la struttura ontologica dell'eventuarsi del sublime nelL’esteticità, o nella razionalità dell’estetico o dell'epistemica o della fenomenica o noumenica bellezza. La bellezza sublime di Kaspar D.Friedrich è il senso che si dà in sublatione, è l’intenzionalità sublime dell'eventuanza dell’essere-nel-mondo: la bellezza sublime non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago sublime dell'Ereignis sublime dell'essersi. Si dà quale bellezza sublime dell'eventuarsi dell'essere . L’esteticità dell'imago sublime dell'archegete Kaspar D. è l’eccedenza excelsa della Bellezza quale imago sublime per eccellenza dell'essersi. Nietzsche criticò il disinteresse kantiano e difense la bellezza ideale. L’accusa a Kant è rivolta al suo quietismo della volontà, o fiacchezza, o agli ideali della conoscenza fenomenica. Per Heidegger il disinteresse non è indifferenza o una sospensione della volontà, Schopenhauer, al contrario è il più alto sforzo dell' essenza: è nel disinteresse che emerge e si dà la relatività con il gegenstand sublime. La bellezza è l’apparire nella luce del fenomeno dell' apparenza è l’essere-il-piacere o l'esserci-del- piacere o l'essersi-piacere, non l'abnegarsi, non la sua privatezza, non la sua sussunzione funzionale o subornazione a uno scopo o a una utilità, nemmeno però l'abnegarsi nella noumenica. Il piacere estetico trova se stesso solo nell'essersi. Il piacere è se stesso quando non è di nessuno: solo così può essere di ogni esserci . Nel piacere estetico ogni essersi è libera singolarità, o singolarità in perenne transcendenza sublime. La singolarità dell'archegete Kaspar D. Friedrich è l'imago dell'essersi sublime o singolarità del sublime, o lo stabilirsi dell'eventuanza del sublime nell’essere come nella transphysis dynamis o nella transmathesis transinfinita estetica excstatica. La dimensione del disinteresse è il luogo dell' evento sublime, dell' apparenza libera o del mostrarsi dell' essere sublime. La bellezza sublime quale non-ente, niente, nulla, o evento sublime dell'essere in eccedenza o sublatione sublime sempre al di là della natura calcolata, o della sua matematizzante fenomenica ideale o noumenica. Il senza-interesse è una forma dell'icona del lasciar-essere l'eventuarsi del sublime, o lì c’è il mostrarsi o il manifestarsi dell'abnegarsi dell’essere sublime. Il “luogo” della bellezza sublime e la sua origine si dà nell'epigenesi dell'archegete Kaspar D. Friedrich quale evento della bellezza sublime o imago sublime del consenso, evento del senso dell'Essere sublime o La transEVIDENZA o transvedenza sublime estetica excstatika. La bellezza sublime è la forma dell'eventuarsi dell'essersi purezza dell’evento sublime, o incompletezza della bellezza ideale o libertà dell’evento del sublime nella bellezza
  • 6. fenomenica, categoriale, noumenica, quale Gegenstand sublime o singolarità o transmonade sublime. L’esteticità dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich é la sublime libertà dell’evento sublime della sublatione sublime nella bellezza. L’evento sublime nella bellezza è la purezza dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich: è la vaga erranza e naufraganza nel mondo, è la singolarità sublime dell'evento nella bellezza, è il nulla o l'abnegarsi dell'essersi. La potenza dynamis sublime intensità dell’evento senza fine, senza transtelos, senza translogos, è la libertà sublime dalla cronotopia e dalla kronologia della mondità o della mondanità. L’evento sublime è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno del sublime. La sublime bellezza dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich è l’al di là del fenomeno e del noumeno, è l’al di là della temporalità, transinstabile equilibrio del nulla sublime senza fine e senza perché, o solo epigenesi dell'Ereignis sublime Singolarità. La sublime bellezza si dà nella singolarità o nella transcordanza, quale concordanza dell’evidenza del sublime nella bellezza. La bellezza sublime è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento del sublime nella bellezza estetica, o singolarità sublime nella bellezza quale enigma dell'essersi: esteticità della imago della singolarità sublime. La singolarità sublime si dà nella bellezza quale evento dell'essersi senza fine, senza nulla, senza tempo. È fondamento dell' eterno ritorno del sublime nella bellezza. La sua singolarità a-temporale non rappresenta più nulla, è solo se stessa, pura apparenza o evento della singolarità sublime: aldilà del fenomeno della purezza o noumeno. È la singolarità che eventua se stessa, fonda la sublimità dell'evento dell'essere. Qui è la singolarità sublime a gettarsi o abnegarsi nella dispieganza dell' eidos, o evidenziarsi o mostrarsi nella bellezza ideale. L’eidos dell'imago sublime dell'archegete Kaspar D. Friedrich, o della singolarità iconica Kaspar D. Friedrich è La sublime bellezza che si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale evento sublime di-fronte, o Gegen- stand-sublime infondatezza. Nella Recherche Proust disvelò il pensiero poetante della bellezza sublime: È l’essersi-com-presi dal sublime nella bellezza o dell' essere sublime che c'è o si eventua dal nulla, così che è la bellezza sublime a pensarsi e a farci pensare. La bellezza ideale Platonica svelò la sua essenza nell’apparire, nell’essere la più apparente o apparenza ideale, evidenza della purezza, invece l'archegete del sublime Proust dis-velò La verità sublime nella bellezza, aldilà dell'adeguatezza ideale. La verità sublime non è più la Platonica visione ideale, o la fenomenica o noumenica purezza ma la singolarità dell'evento sublime nella bellezza: l’essere è l'evento sublime nella sua singolarità o alterezza o sublatione sublime. Kaspar D. Friedrich E' IL PENSIERO DELl'icona sublime nelLA BELLEZZA non più ideale, ma singolarità dell'evento della dissonanza nella consonanza, quale transonanza sublime, o discordanza nella concordanza quale transcordanza sublime. Rimbaud è l'archegete sublime della singolarità sublime della transpoiesis o Silesius con la sua bellezza sublime che si dà senza perchè, quale Gegenstand sublime dell'eventuanza, o Proust con lo stile come visione sublime: l'alterezza o la sublazione sublime Proustiana svelò l'evidenza dolorosa, quale verità sublime inedita che dischiude l'evento sublime dell'esserci: e adesso, guardate! Ed ecco che il mondo, il quale non è stato creato una volta per tutte, ma lo è ogniqualvolta sorge un nuovo evento sublime ci appare nella sua differenza ontologica perfettamente sublime.È proprio la sublime differenza che crea l’evidenza della verità sublime, capace di vedere e sentire più profondamente le differenze:la sublime bellezza dello stile è il segnale che il pensiero si elevi, che abbia scoperto e stabilito i nessi tra eventi sublimi e fenomeni sublimi e noumeni sublimi che la contingenza lasciò separati. Una imago o una icona o un quadro di Kaspar D. Friedrich è nella sublime bellezza un evento sublime del pensiero
  • 7. poetante: tra il transvisibile sublime il pensare sublime c'è l'evento sublime dell'essere luce del pensiero, la luce si pensa o si eventua nel pensiero poetante dell'esserci. L’immagine dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich non è una simulazione del mondo sensibile o simulazione dell’idea Platonica, è Essa stessa un’idea sublime o l'idea del sublime quale estetica excstatica, o meglio il pensiero della sublazione sublime oltre la categorialità fenomenica o noumenica o epistemica. Nel colore sublime di Kaspar D. Friedrich c’è il pensiero sublime. La pittura sublime di Kaspar D. Friedrich, per l'archegete dell'ontopologia sublime Proust, non solo pensa, ma è l'eventuanza dell'essere sublime. Nel sublime gli infiniti vortici viventi abitano il caos, l' invisibile, l'indicibile. Il pensiero sublime abita il colore o abita il suono quale translogos estetico exstatico, i colori pensano, i profumi raccontano mondi e idee, il colore pensa da sé. L’esserci sublime dell'archegete Kaspar D. Friedrich non è altro che il suo essere evento sublime, o della sublatione creata dal sublime. La sublime imago di Kaspar D. Friedrich si dà come evento sublime del sublime. È la singolarità sublime che crea se stessa ed è la verità della singolarità sublime, quale estetica estatica dell’evento sublime o il rivelarsi o mostrarsi o abnegarsi o manifestarsi dell'Estetica della Transcendenza sublime. La bellezza sublime ha sempre avuto una relatività con la verità, Platone ne svelò la visibilità o luminosità o splendezza. Platone Ideò La bellezza della verità nell’apparenza. L’adaequatio di res e intellectus, nella bellezza, è un’intuizione eidetica libera della presenza fenomenica o noumenica. La bellezza sublime è invece sempre eccedente, è l'excstasi della sublatione nel suo esserci. La bellezza sublime è nel luogo in cui non ha luogo nulla, nulla che non sia l’aver-luogo del luogo stesso, una figura che si configura e si costella, quando sono sospesi significato, causalità,cronologia e intenzionalità. La bellezza sublime è il Gegen-stand della transpazialità: un difronte o rivelarsi senza Grund, o senza fondo o senza fondatezza. Per l'archegete Kaspar D. Friedrich la sublime bellezza è l’eccedenza excstatica dell'eventuanza. Non è mai una semplice presenza ideale, o fenomenica o noumenica o epistemica. Kaspar D. Friedrich è l’evento sublime della singolarità del sublime, o la Differenza ontologica del pensiero sublime poetante, è l'Essere sublime. L'essere Differenza è l'evento dell'ontopologia sublime. Più nel profondo è l’Essere sublime che si dà, quale eventuanza sublime. C’è un’apertura, una fessura, una piega ontologica che lascia dispiegare l’essere sublime. In tali eventi sublimi l’essere è la stessa Differenza. L’essere è l’essere dell'eventuarsi del sublime. Il sublime è l’aldilà ontologico dell’eventuanza dell'essersi. Nello spazio sublime dell'archegete dell'ontopologia sublime Kaspar D. Friedrich La bellezza è il ‘caos’ ed è singolarità: o meglio è il kaosmos nella transingolarità o l'indeterminatezza quale transapeiron nell'archè prioritaria, o caos nell’assenza del fondamento o nella singolarità della bellezza sublime della transphysis come l’al di là di ogni principio del piacere. La singolarità sublime Si dà e si immagina senza alcun modello, esprime l'evento sublime Kaspar D. Friedrich nelle singolarità e nelle differenze, dispiega la curvatura della sublatione sublime dell'ab- Grund excstatico, ove c'è la dispieganza degli eventi sublimi. Kaspar D. Friedrich è la singolarità dell’evento sublime nella bellezza, la singolarità della differenza dell'eventuanza. The Sublime Is Kaspar D. Friedrich. Ma nessuno si è mai chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa dell'eventuarsi del sublime. Forse il pensiero dell'archegete Plotino viene in sublata svelatenza: già Sul sublime-nella-bellezza o sublime-in-svelatezza e sublatione Plotino iniziò con il rifiutare la tradizionale classicità della bellezza come armonia e proporzione, e sostenenne che quella pare riferirsi o situarsi esclusivamente alla simmetria. Al contrario, la bellezza risiede innanzi tutto negli oggetti e nelle qualità , in quanto ogni allontanarsi dalla transmonade verso la molteplicità equivale a un perdersi in perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma o l'evidenziarsi dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza. Plotino ripresentò la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica, là ove l'eterno ritorno dell’anima verso la transfera delle idee si evidenzi
  • 8. con la contemplanza e sublanza, rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali o sublazioni ideali. Platone situò la contemplanza della bellezza in sé, divina e monade quale forma della bellezza o dell' evidenziarsi transvisibile nell'ideale dalla transmente, quale armonia invisibile o armonizzarsi o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. L'evidenziarsi del fenomeno musicale ontologico, coniugato alla struttura temporale del suono, o alle specificità estetiche, e recettive o al percepirsi dimensionale dell’ascolto è il gettarsi dell'interesse o il mettersi in luce o il costituirsi dei nessi che coniugano le categorie concettuali tradizionalmente impiegate dalla fenomenologia della musica in sublationi estetiche del suono sublime. La musica o un suono? Cosa c'è in risonanza o ci sia nell'eventuarsi in transonanza? I possibili eventi o interpretazioni? All’origine, la musica pare risolversi tutta nella filosofia, come modello dell’attività del relazionarsi o dell' armonizzarsi dei suoni dall'acuto al grave, all’intonazione del modello scalare: il filosofo è già musicista, come narrò Platone Fedone nel sogno fa già musica altissima o sublatione sublime. Nel Sofista la filosofia è musica, perché evidenzia le modalità dell'accordarsi e dispiegarsi nella completezza. Musica e filosofia sono l’interpretazione pitagorica dei paradigmi di relatività del fondarsi, al di là del relazionarsi mondano ma quale sublime sublatione. Filosofo e musicista sono una destinanza nell’oblio: hanno una vocazione per la musica ma si dedicano alla filosofia o viceversa. Sono persi o presi in una naufraganza che sfugge: le relazioni fra musica e filosofia si svelano nell'eventuarsi della transpoiesis sublime, o nel crearsi della sublatione estetica estatica. Lì la filosofia è musica o la musica è il mondo che canta, e la musica è il sublimarsi nella filosofia, ma con profonda asimmetria sublime. Quel situarsi sublime in sublatione estatica è l'eventuarsi di una tragicità immanente, quasi una destinanza che ancora è in attesa di una risposta che non si è data e non si darà mai. Problematica o interpretazione che viene in luce o è l'eventuarsi della musica sublime all’interno della bellezza estetica della musica stessa, Quale transonanza excstatica della sublatione musicale o il sollevarsi sublime della biforcazione tragica, nella quale il filosofo vede scissa la transmonade musicale o dell'INDETERMINAtezza Sublime della transonanza o transvisibilità ideale poetante. Lì c'è l'evento sublime che si eventua in trascendenza ontologica, o la transontologia sublime dell' Essere Kaspar D. F. è l'evento che dispiega la verità sublime ed è il fondamento del sublime o autosvelamento dell'essere che è senza fine. Kaspar D. Friedrich è la struttura ontologica della sublatione sublime, è ontologicamente inseparabile dal sublime perché è l'essere eventuanza del sublime dell'essere. L'immagine ontologica dell'essere sublime è l'archegete Kaspar D. Friedrich che si eventua nell'imago sublime ontologicamente, secondo il sublime dell'essere o l'eventuarsi dell'essersi. L'accadere della verità sublime è l'evento dell'essere sublime, è l'evento che si eventua, è l'increspatura dell'onda, l'abisso di cui non si può mai trovare il fond-o-amento: c'è l'archegete Kaspar D. Friedrich Dietro l'immagine del sublime o nell'abisso del non-fondamento sublime o la stabilità strutturale dell'archegete dell'ontopologia sublime René Thom! L'ì c' è un continuo abnegarsi nell'abisso del non-fondamento, la vertigine del sublime, Niente sublime, destinanza sublime insensata, atroce, inafferrabile, Vuota abissalità della sublatione sublime vertigine dell'Abisso. Il darsi sublime ed abissale del suono, al di là della bellezza musicale quale sublazione estatica del sublime nella transonanza sfugge ad ogni semplificazione logica, ed è irriducibile ad una sistemica formale o adeguatezza ideale. Gli aspetti udibili, quali ritmo, forma, densità o rarefazione di eventi sonori, sono la morfologia del suono estetico-musicale in evidenza spaziale ideale o eventuarsi ontologica, quale opera eventuale transpoietica, mistica e fisica, tattile e riflessiva in evidenza o un eventuarsi sublime dell'indeterminata sublatione. La fenomenica è il mostrarsi del sonoro quale purezza del suono. Un suono non possiede nulla, nè ha il suo essere nel fenomeno sonoro. La struttura ontologica
  • 9. della musica è la transonanza sublime dell'eventuarsi dell'essere o la transarmonia sublime, lì c’è una strutturarsi dell'eventuarsi della transtemporalità. L’indeterminatezza sublime si eventua nelle consonanza dell' altezza, durata, timbro, intensità per eventuare dissonanze o transonanze quale s-fondatezza dell’eventuarsi excstatico dell'estetica della bellezza musicale, o l’idea della bellezza o la fine dell’estetica o l’essenza estetica, o il suo essere-per-i-sensi o estetica del fenomeno creativo. La composizione musicale quale evento sublime è l'eventuarsi della decostruzione della transmathesis sublime: matematica sublime dell'excstatica estetica mistica di eventi della verità. Gli eventi sonori sublimi o cromodinamici sublimi della transtemporalità musicale sono la disvelanza del sublime nella bellezza , o è l’eventuarsi del sublime essere dispieganza della singolarità. La transtemporalità nella musica sublime è la transonanza sublime dell'eventuarsi o abnegarsi, sistole e diastole, dell'essersi, è transpazialità o insorgenza di fenomeni o noumeni, è immanenza di presenza e assenza, o eventi sublimi assentemente presenti o presentemente assenti, oltre la simmetrica bellezza ideale; è il vuoto abissale sublime che accoglie l’eventualità del mostrarsi, o il manifestarsi transpazio- temporale dell’evento transpoetanza. La bellezza sublime risiede nelle composizioni timbriche in assenza di strutture di referenza; nell’accadere discontinuo di suoni e silenzi sublimi; nell’emergenza delle transonorità dalla risonanza o dissonanza creata dagli eventi transarmonici. Il tempo musicale della bellezza ideale si disvela così quale misura vuota, come se fosse bolla fullerenica o transmonade che scoppia sulla superficie del silenzio: il centro attorno a cui gravitano tutte le forze, le diramazioni, le infinite possibilità, è sublime silenzio. Il silenzio è transcentro abissale immobile, é spinta ad agire, impulso, motore immobile della dynamis sublime, quale eventuanza della transmathesis sublime: il silenzio sublime è il fondamento abissale, principio o priorità della musica sublime, il suono sublime esiste, si manifesta, si espande e si esaurisce è il mostrarsi della dinamica sublime o cromodinamica sublime. La dinamica sublime del mostrarsi ed abnegarsi dell'evento musicale, o manifestarsi del fenomeno o noumeno sonoro è l'eventuarsi dell' essere e non è altro che il sublime. Il suono sublime ha una eccedenza excstatica che non si lascia imbrigliare nelle simmetrie matematiche: l’evento della transonanza sublime è la dispieganza degli eventi sonori sublimi misteriosi, il suono si eventua in latenze cromodinamiche che consentono all'esserci di ascoltarsi, di scoprirsi, di incontrare se stesso, attraverso le dispieganze che il suono dell’evento sonoro sublima aldilà della parola, della semantica di referenza. La musica è Il dispiegarsi della transtemporalità dell'evento dell'essersi sublime, o struttura ontologica transarmonica della temporalità sublime. Il tempo della musica sublime è la temporalità musicale dell'eventuarsi ed abnegarsi dell'essersi sublime: la musica sublime è la disvelanza della bellezza al di fuori della purezza o transvisibilità, quale sublime bellezza che vola lontano dall’ideale apparenza fenomenica o noumenica per eventuarsi in excstatica catarsi sublime, o l’idea di un sublime musicale o transfonico. La sublazione sublime o transexcelsa dell'archegete Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica- metafisica. Leibniz ideò l'epigenesi: nulla c'è senza il sublime matematico, o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punto métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò la sublatione excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza, giacchè la sublatione si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade, o transapeiron sublatione nella sigolarità sublime della bellezza, non dopo o nel futuro nè post, ma sempre nella priorità transinfinitezza
  • 10. della sua essenza. Il fenomeno della sublazione dinamica si transevidenzia, quale ideale della bellezza sublime, solo dopo essere già stato sublatione della transmonade sublime. Leibniz ci dà la svelatenza della sublatione o sublazione o essere eventuanza sublata, quale essere sublime o sublimanza che si sottrae sublime o è l'abnegarsi in transinfinita sublazione, o transublazione transexcelsa o sublanza o transublanza o elevazione o sollevamento o transelevatezza, che possano essere più facilmente comprensibili in termini di sublimanza, una sublime sublatione della transvisione estetica: la sublazione è la sublimanza della bellezza, la sublazione leibniziana è la sublimanza della transmonade, è la sublimanza dell'esserci, la sublimanza del dasein, è la sublimanza dell'intenzionalità sublime nella bellezza estetica, è la transexcelsa sublimanza dell'eventuanza dell'essere. L' up-sollevamento o Aufhebung è solo la sublation ideale dell' entità o superentità o ontica, giammai la sublazione exstatica della sublimanza ontologica dell'eventuanza dell'essere. Dopo l'idea della natura attiva, come slancio della sublazione sublime nella bellezza transestetica, l'archegete dell'ontopologia sublime Leibniz svelò anche la sublatione dinamica o dynamis sublation del sublime dinamico, lì lo slancio è la gettanza della sublimanza o della sublazione dell'essere. Quella è la caratteristica fondamentale della transmonade in sublazione, quale struttura ontologica dello slancio della sublimanza. Se si interpreta l'essenza della sublatione quale transmonade in sublimanza quale slancio dell' essere sublime, quale transperfezione o transcompletezza della transmonade sublime l'intenzionalità sarà la sublazione excstatica o la gettanza della sublatione o lo slancio sublation del sublime. Leibniz pensò anche la sublatione fenomenica o noumenica o epistemica o ontica, ma la sublazione ontologica del Dasein, la costituzione dell'esserci quale essere sublime in sublimanza svelò all'archegete dell'ontopologia Leibniz il modello per la comprensione della sublation-monadology: una transmonade sublime indivisibile e completa, paragonabile alla dasein-sublation. Quell' idea di essere una metafisica sublation in sublatione metafisica o transcendenza quale transublatione o in transublimanza è la struttura fondamentale della transmonade sublime, o l'idea di essere transublation senza limiti o sublatione dell'infinito o del transapeiron o del transfinito quale transinfinitezza della transublimanza del Dasein sublime, quale idea della sublatione dell' essere o essere inteso come Dasein estatica del sublime o Dasein-sublation-Leibniziana ontologica del sublime nella bellezza. La transmonade ontologica è lo slancio della sublation-dasein e non deve essere intesa come una speciale forza dello spirito, ma in una modalità ontologicamente strutturale: la monade non è anima, al contrario l'anima è una possibile morfogenesi della monade. La dinamica della sublatione non è un evento occasionale ma è, essenzialmente, La struttura ontologica estatica della dynamis- sublation. Anche per l'archegete Plotino la transvisione della bellezza sensibile è fondamentale nella katarsi e ascesi e purezza : L’anima purificata diventa transforma, una ragione, si fa tutta incorporea, intellettuale ed appartiene interamente al divino, ov’è la fonte della bellezza e del sublime-nella-bellezza, la bellezza-sublime dell’anima consiste nel rassomigliare al dio o nella svelatezza della transmorfia divina, poiché da lì deriva la bellezza-sublime e la natura essenziale dell' essere. Transvisione di svelatenza delle immagini della vera fonte della bellezza- sublime in sé, la bellezza-sublime a tutte le transentità la dà rimanendo in sé, senza ricevere nulla in sé. Platone non aveva condannato l’arte mimetica, mimetike techne , ma solo quella che imiti il sensibile e non il modello intelligibile, o l’idea. Plotino sostiene che l’ arte si sviluppi da un’idea presente nella transmente capace di imprimere o transformare: l’arte non è più così imitatio dell’ingannevole mondo delle apparenze sensibili, né subordinata alla contemplanze di un’essenza metafisica e sovraindividuale, bensì è in sè un’idea di bellezza sublime, o è la svelatenza del sublime-nella-bellezza: una tesi Plotiniana destinata alle poetiche della sublatione platonica , per la transvedenza o svelatenza del transmito di Kalypso la
  • 11. disvelatezza della sublatione sublime-nella-bellezza, quale transbellezza in transestasy transtabile, diafanè, fluttuante sublazione, phyon o dynon o transmorfia o transplendenza sublime o splendezza sublime in sublatione transdelirante assentemente presente, o che si sveli solo nell'infinito o nella transinfinitezza o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità della transvedenza o che aleggi sempre entousiasta , nella sublatione sempre ab-scissa dell'essere-sublyme in transublimanza o transexcelsa alterezza, quale svelatenza della bellezza-sublime o sublime-nella-bellezza, o come disvelò Proklos la sublimanza quale elevatezza o sublatione sublime della bellezza. Proclo o l'archegete dell'ontopologia sublime Proklos per primo ideò la sublimanza quale sublatione o alterezza della bellezza ideale, quale excstasi excelsa della bellezza nel sublime o sublime nella bellezza, in un sistema ancora ontotheologico ma che disvelò la sublazione sublime. La trascendenza della sublazione transestetica è l' infinito sublime, o transapeiron nell'archè, o trascendenza sublatione del dasein o struttura ontotheo-logica del sublime: Sublazione sublime dell' essere Divina khora o il nulla sublime al di là dell' essere bellezza ideale, o il vuoto abissale quale nulla sublazione del nulla, quale transpazialità in sublatione sublime o Divinità che c'è ma sempre al di sopra o come l'al di là nel mezzo del dasein, o essere sublime sublatione nella bellezza ideale. La trascendenza della sublation- dasein transeleva, dà la transelevatezza dell'alterezza dell' essere, quale Dasein-sublation sublime sempre al di là e al di sopra della bellezza ideale platonica o kantiana, per essere sempre una sublatione mistica che trascenda l'estetica del cielo e della terra, o del kosmo quale armonia kosmetica. Proklos ideò la purezza della sublatione cosmica quale trascendenza del dasein sublime quale trascendenza della sublazione, o transublatione sublime sempre aldilà dei modelli ideali della bellezza Platonica, o quale decostruzione della mistica Platonica o della visione estetica dionisiaca. Proklos svelò l'idea del sublime quale trascendenza dell'alterezza o della sublazione mistica, per disvelarsi nella transfera cosmica, e transformare anche la Divina bellezza, una tesi incredibile o inaudita per un neo Platonico. Lì il sublime è sublatione come un grande Daimon, che l'archegete Proklos immagina come una cosmica sublatione dell'universo sublime. La Trascendenza della sublatione è la transinfinitezza anche nella profondità dell'essere abissale, o transinfinito sublime del dasein-sublation , in una discendente spirale per essere l'essere di per sé sublime sublatione che soggiorni nella bellezza ideale. Il Sublime è in grado di tornare in se stesso, è sublatione transinfinitezza per l'archegete Proklos, e se ritorna in se stesso è perfetto da sé, soggiorna in sè o nella bellezza ideale, è l'essere in sublazione dell' essere nel non-essere o nell'essere dell'entità o nel niente o nel nulla. Essere la sublatione sublime dell'Essere: così parlò però per prima Kalypso. Il transmito del sublime iniziò con la transvedenza della sublatione sublime, quando tutti fuggirono dalla distruzione o dalla katastrophè. Solo l'eroe della naufragranza svoltò altrove, quale prima katastrophè sublime, verso il transmito della Nympha Kalypso, la dea della bellezza sublime diafanè in sublatione o la singolarità primigenia della transmusa del sublime. Gli dèi della bellezza Olimpica o la dea della lucentezza o della splendezza, desolati, disvelano la destinanza della naufraganza in un isola boscosa quale ombelico di tutti i mari. Una dea sublime abita o soggiorna nella transradura sublime figlia di Atlas, il mago o padre della magia o dei miraggi sublimi. E' la transmusa della transvedenza abissale che abita le profondità dell'isola di Ogigia, è la Nympha del sublime o la Nympha Kalypso, è la dea dell' essere sublime o Kalypso distesa nel mare sublime, con brezze ariose, oltre l'oceano sconfinato, superiore, immersa nel mare e nella transonanza dei gabbiani, sulle violette increspature dell'oceano. Là la Nympha Nello spazio della transradura sublime interna accoglie l'eroe della naufraganza, lei stessa la dea sublime, cantando con una bella voce,
  • 12. una sublime armonia afenomenica o transonanza o transcordanza, alla sua transvedenza, diafanè, transvisibile in una navetta dorata. L'ingresso è diafanè malvarosa in transvedenza e profuma di cipresso, sotto gli archi delle cave c'è una vasta distesa, o sublatione della transpazialità, di giardini di vite: qui ha avuto inizio la vicenda o il transmito della sublatione sublime, come le acque cristalline e violette in diafanè, lì nella meraviglia per la transvedenza dell'essere sublime. Kalypso la sublime dea si svelò quale sublatione faccia a faccia in nobile alterezza, quasi estranea all' eroe della naufraganza, ma dentro la singolarità quale sublazione transinfinita nell'archè: seduta sulla riva o sulla transradura transpaziale abissale in transplendenza e sublatione e pianse nel suo cuore con lacrime, sospiri, dolori, doglianze. Kalypso la sublatione del sublime in transonanza e transcordanza con l'ermeneuta Hermes, seduto in sedia lucente, iniziò a interrogare o interpretate la dea della sublatione sublime: Quale è la missione qui, Hermes, dio della bacchetta dorata? Lei è la dea della sublime accoglienza o coniuganza sublime che consenta alle desideranze delle sublationi sublimi con ambrosia, mescolata con nettare di malvarosa. Kalypso la dea sublime della sublatione al Dio ermeneuta Così si svelò: La dea Kalypso della sublatione sublime transradura transpaziale abissale Ogigia, mondità sublime e subliminare e luogo di vento e onda che transconcorda in transonanza. Dea sublime, notte- tempo, dopo aver trascorso il giorno seduta sulla spiaggia rocciosa sublime, e soggiornato in transcordanza con uno spargimento di lacrime e angosce e doglianze in contemplanza transvedenza così parlò Kalypso: Ascolti infelice eroe della naufraganza. Venga qui e prenda gli strumenti di bronzo, tagli e costruisca in elevatezza, in modo tale che si possa procedere nel nebbioso oceano. Io stessa le darò vestiti da indossare e invierò un giusto vento che le consenta la sublatione sano e salvo la salvezza, grazie alla sublime divinità. Le sue parole finì, così parlò la sublatione sublime ed uscì rapida in volo: Dea della sublatione sublime o dell'abisso sublime, così sconcertante e così pericolosa. Sublimi parole della sublatione o così parlò Kalypso dal sorriso sublime e carezzevole più solenne e più temibile e più beata degli dèi, in seno nelle insenature abissali sublimi transinfinite della divinità della sublime Dea Kalypso, mentre le sue ancelle transversavano nettare e ambrosia. Kalypso la dea sublime della sublatione parlò così. Allora, la mente è saldamente fissata nell'eterna sublatione del ritorno? Và eroe della naufraganza e la gioia sublime sia lì, al di là nella sublime sublatione. Così parlò Kalypso la transmusa della sublatione sublime e affondò il sole e le tenebre, quindi il piacere l'un l'altra con le Nymphe in lungo mantello argentato, grazioso e delicato: un bel giro d'oro in cingoli sulla sua vita e una sciarpa scivolò sulla sua testa. Poi transformò la mente dell'eroe della naufraganza per la partenza. Lei gli donò una grande ascia di bronzo, facile da esercitare, con doppia lama, bella e lucida, transportò di gran lunga alberi ad alto fusto in piedi lì, torreggianti in abete bianco, pronti per restare a galla facilmente in transequilibrio transtabile. Kalypso diafanè sorgeva nella transplendenza, tornata ad essere la dea dell'eterno ritorno del sublime, iniziò ad abbattere alberi. Quindi la dea del sublime attraversò le transtringhe e li connesse in transcordanza o in esattezza, in una armonia invisibile di coniuganze sublimi transvisibili. Nel frattempo la dea del sublime transportò frammenti di veli per le vele della navetta dell'eterno ritorno sublime e la chiamò Lady Kalypso; bagnò e rivestì in dolci indumenti profumati l'eroe della naufraganza e a bordo gettò un' altra e più grande fragranza per un giusto vento caldo e gentile! Che cosa sarà di me? Così parlò Kalypso: che cos'è che si dà nel giorno sublime? che cos'è che si dà nel tempo sublime? che cos'è che dà i sogni sublimi? che cos'è che dà l'universo sublime? che cos'è che dà la notte sublime? che cos'è che dà le stelle sublimi? che cos'è che dà alle pupille il sublime? che cos'è che dà il sublime? che cos'è che dà il mito del sublime? che cos'è che dà il silenzio sublime? che cos'è che dà l'anima sublime? l'essere sublime? essere assentemente presente nel sublime o
  • 13. essere presentemente assente nel sublime? La transvedenza diafana dell'essere sublime dell'essere o essere il sublime dell'essere o essere sublime in essere? Tenera è la morte sublime, tenera è la morte quando s'annuncia con le stelle sublimi, quasi fossero pupille volanti del sublime. Oh quanti giorni ancora e poi il nulla sublime? Si vedranno le pupille sublimi nella notte sublime, quando saliranno al cielo quali stelle, oh le regalo il nulla sublime, perchè si possa colmare d'infiniti baci, mah i sogni che aleggiano la morte sono già giunti in punta di piedi, prima della fine dei tempi, quando la follia approda al mattino, prima che la luna sublime eclissi e il sole canti le lodi al cielo. Oh arriverò a sognare il vuoto sublime, pieno di sublime, denso di sublime? Ah essere più imprevedibile delle onde, più libera dei sogni, più lontana delle galassie, quale essenza errante nell'universo del tempo sublime, ah l'abisso sublime dei sogni ove ogni luce narra la transinfinità sublime, quale essenza che possiede in sé l'indeterminatezza del sublime. Nell'anno della morte e della creatività venne la dea del sublime per l'ultima volta, nei secoli, tra un secolo, così parlò Kalypso, avrà un quarto d'ora ancora soltanto e così nei secoli che seguiranno: saranno transinfiniti quarti lunari sublimi per transinfiniti secoli sublimi. Venne dalla bianca neve per la naufraganza nel mare del sublime, ove è inebriante naufragare, per l'ultima volta, nel secolo di un tempo sublime al tramonto, quale splendenza sublime o quale archè dell'essere sublime o quale nuova inizialità dell'esserci sublime, sì ma con chi? Poiesis sublime o transpoiesis, come la dea del sublime nel deserto, come la dea nel nulla sublime si svelò nella transplendenza, solo di sé ma non disse nulla disvelò la sua misterica bellezza sublime. Ah solo un tempo sublime ci dà la vivenza sublime, mentre gli universi si giocano l'esistenza. Ah a volte la sera sublime viene d'incanto, senza la transvedenza mondana, senza pace, senza terrore, senza volare. Si ascolta la transonanza del sublime con il senso dell'attesa delle parole dell'incanto, che fu sublime, in un epochè di dasein e di morte. Lì si sogna la dea degli eventi sublimi, senza averla mai vista, nè udito il fascino della sua transphonè, ma la si sogna così come è in transvedenza: sublime, altera, fin al punto d'infilzare i cuori con la luce dei suoi occhi e lasciare alla deriva gli esseri della speranza. Sublime l'accolse morente, dopo la battaglia e l'incontrò di notte alla luce degli incanti sublimi:canti? Le chiese. Mai, rispose. Ah le stelle , non sono mai lì per rispondere ai sogni sublimi dell'essere. Ah perchè c'è la transvedenza stellare? Perchè c'è la transvedenza nel mondo? Perchè d'improvviso, d'incanto, senza attendere né preghiere nè desideri? perchè quando la luce scompare e le ali della notte paiono avvolgere ogni orizzonte, ogni evento, ogni tempesta, solo allora la stella del creato lancia al mondo la sua seducenza sublime e fa volare i sogni nella transmente senza luce nè splendore? perchè l'altera si disvela verso sera, quando ogni speranza del giorno è nulla e induce a pensieri disperati e disperanti? perchè la stella è indifferente ai giorni a alle notti e all'essere e alla morte? E appare solo quando la sua intenzionalità lo desideri? Ah essere accolti nel genio sublime della sua essenza e con sorpresa, quasi fosse una guerra lampo: alle domande rispose con un sorriso sublime e indicibile: chi credi che decida? La dea del sublime da sola, giacchè è inizialità dell'erranza sublime: gli eventi sublimi sono già nella transmente, perchè transinfinita e sempre oltre gli altri genii. Ah volare oltre l'orizzonte per assistere all'evento del sublime, ma la notte dissipa le sue ombre e le ali non spuntano al calar del sole, forse sarà per un'altra sera, quando l'atmosfera brillerà di nuovo con la luce sublime e l'incanto svelerà all'essere i misteri sublimi del mondo, solo allora la dea del sublime accoglierà la desideranza, perchè solo allora la dea sublime desidererà salvarci. Oh già l'universo imbruna e aldilà del tempo scelto dagli eventi i venti secolari trascorrono, col senso del sublime nulla:
  • 14. prima? Chissà? Poi? Ci sarà? Forse la sua transvedenza diafana lascerà credere d'essere lì per il nulla ed invece è con la testa nei suoi pensieri e con la transmente nei pensieri della divinità sublime, con il corpo nei desideri e con la transmente nei pensieri del nulla sublime, del niente sublime ma mente sapendo di mentire, senza venire al mondo, senza essere presente all'essere quale sublime transpoiesis in estasi sublime, quale splendenza in estasi tra i sentieri che si biforcano, l'invisibile presenza della divinità sublime s'eleva e indica la via della sublime destinanza, aldilà sublime o là nelle colline tra il mare e il cielo, lì la dea del sublime offrirà i suoi doni all'essere che lasciò la sua vita agli inferi, per svelare il sorriso della seducenza sublime, che riempì la transmente, ogni attimo, dal fuggente al mai giunto in prossimità degli eventi sublimi. Non c'è più la desideranza: è la flebile luce che s'offre alla assurda essenza del bruciare per esistere. Ah l'estasi sublime è svanita nel nulla, nel niente si vive una sola volta, la prossima non ci sarà: né in cielo, né nel creato dell'evidenza ideale. Ah l'estasi sublime che si lascia consumare piano, quasi fosse prelibata delizia della notte sublime, la quale arriva in punta di piedi e mai lascerà l'essere silente, con i suoi occhi splendendi più delle stelle vicine o che brillano in lontananza siderale. Si desidera allora aprire la porta ed uscire dall'incubo che assale ogni orizzonte e lascia solo il nulla, quale unica consolazione della sera che arriva prima del brillio stellare e si lascia andare alla deriva: non si gioca più con la sorte, né si ascolta più la voce delle illusioni, si ignora l'assenza assoluta, si mitiga il vuoto con il vento dell'evidenza ideale, si lascia alle lusinghe il tempo necessario per sparire. Da lontano si sogna le estati senza estasi, senza parole per parlare al cuore più profondo degli universi e si chiede a chi lì vi abiti, per quale ragione la luce abbia abbandonato la sua essenza estatica ed ora opprima quale ferita della transmente? Ah come è sublime amare quando si pensa al suicidio al mare, ah il tempo dell'esserci può essere letale. Lì lunghi anni son trascorsi d'incanto sublime solo per attenuare il risveglio: la sera sublime richiama le sue stelle e la luce raccoglie le sue ultime transvisioni, per sparire e riposare, ah dove andare? Se chi si vuol raggiungere ama il sublime errare? Altrove? Là ove la voce non risuona mai nell'udito della transonanza? E i transensi si perdono tra transinfinite varietà come fiori senza profumi e lumi con la forma delle ombre sublimi? Addio ai pensieri che giocano solo con le illusioni e lasciano all'incanto il sublime: tanti anni luce saranno mitiche immagini sublimi? ah il profumo della partenza è sublime o è intenso come quello del suo arrivo. Sublime giacchè si sogna d'essere aldilà dei paradisi perduti per delirare con il peccato e il senso dell'essere sublime, in un mondo sublime che parlerà alla sera sublime e alla luna? Mai si saprà. Con i raggi di luce sublime, unico regalo della dea della desideranza sublime, la transmente naufraga nel tempo sublime: nell'essenza dell'essere sublime, quale abisso ob-scuro sublime che scava dentro l'exsistenza per colmare il niente sublime. Ah l'abisso sublime che s'insinua denso d'oscurità, abitato dalla dea del sublime più atroce, quale assenza assoluta dello s-guardo astrale o della transvedenza, che male, ora, ma non vale, presto sarà diverso, lì nell'universo sublime che non c'è più, nè mai più ci sarà, chissà? Lì la sera sublime del dì della transonanza si ascoltano i passi della transcordanza sulla catastrofe sublime, con i pensieri del corpo più dolce dei sogni: solo lì tra la luna che s'imbruna e la sera sublime del dì dell'evento sublime della splendezza, lì sorgerà quella luce sublime che incanta anche la notte più buia e più tersa dell'anno sublime: chi sparirà per primo? Forse chi apparirà tra un mito e un sogno? O chi lancerà un sussurro più profondo d'un abisso sublime? Oh la vertigine sublime dell'assenza com-prende i transensi e l'essere sublime vacilla sull'orlo della voragine transinfinita e guarda il nulla sublime abissale attante in deriva dell'universo: là ove è perso ogni transenso e il sublime regna con l'assoluto. Ah ci fosse almeno
  • 15. il tempo per osservare la fine dell'essere nella profondità sublime abissale dell' essenza sublime con quella leggerezza che invita al disincanto sublime , oggi non si sarebbe più qui a tremare per il niente che s'inabissa nell'essenza dell'essere e lo riempie di sublime, con la densità che rende estatica anche la bellezza terribile del sublime: perchè la catastrofe sublime che tutto divora ora dimora nel nulla sublime abissale. Lì là in fondo nell'abissale icona dell'essenza del sublime o transvedenza diafana del sublime, là nell'abissale catastrofe sublime in diafanè nell'essenza dell'essere sublime abita sovrana. Ah l'angoscia sublime che pervade l'essere sublime, quando il nulla precipita nell'abissalità e naufraga con l'estasi sublime. Là lì si abita nel vuoto sublime catastrofico che inabissa il transenso del niente sublime, il sommerso che inabissa l'immerso sublime: è la catastrofe della transmorfia sublime che capovolge l'essere e lascia prevalere il niente sublime. E' una piccola increspatura che dà l'entusiasmo al nulla sublime, nella transvedenza in luce diafana inabissando l'essenza della storia e il transenso della storia, quale storia del transenso del sublime nulla. Lì là ove abitano coloro che son morti per la dea del sublime. Lì non c'è paradiso, né inferno, né limbo, né purgatorio si abita il luogo del sublime in fiore: non è un luogo sacro giacchè la dea del sublime li ha sacrificati, è una transtopia d'attesa della divinità sublime o una transpazialità abissale sublime: si è abbandonati lì per sempre e non si desidera l'eterno ritorno nel mondo , né si aspira ad un altro mondo. La transvivenza continua lì tra il colore e i profumi della dea del sublime che li circonda con l'unica consolazione possibile: essere sublimi nella transtopia sublime dell'essere sublime o nella transpazialità abissale sublime? Perchè la dea del sublime li cura come se fossero in estasi abissale sublime? Fiori sublimi tra fiori sublimi? Ah lì l'assenza invade la transmente e la riempie di presenze simili all'assenza o al nulla sublime. A niente giova pensare quale sarà la destinanza, in una esistenza ove al nulla succeda il nulla, senza posa, né timore che al transenso del niente prevalga una ipotetica salvezza. A cosa pensare quando nulla è possibile per sedurre l'essere sublime? E' meglio chiudere la transmente per precludere qualsiasi desideranza per placare i dolori del senso del nulla sublime. Ancora un attimo e tutto scomparirà e i ricordi saranno abitati dalle presenze fantasma parlanti la lingua dei morti. Si spera d'accedere subito alle prossime stagioni, senza attendere eventi che preannuncino già incontri nefasti. Alle volte è possibile ascoltare la transonanza della voce sublime e lontana, ma il transenso dei desideri è sempre rivolto verso altre stelle con la transmente ancora densa di transcordanza di pensieri inutili e si decide di lasciare a chi sappia meglio abitare il mondo, la gloria, la destinanza. Mai più si sognerà l'essenza degli sguardi, mai più s'ascolterà la transonanza della voce che chiama, perchè da sé non si sente troppo desiderata, mai più il vuoto denso d'essenze sarà abitato dalla luce generata dal nulla sublime abissale: ah dea del sublime, ah dee perchè avete abbandonato l'esserci? Lì l'incanto c'è quando la splendenza sublime si sveli e s'elelevi più bella delle meraviglie del mondo, ignari del perchè si lascia partire un soffio di desideranza che increspa ed aleggia, d'improvviso l'immensità vacilla, barcolla, danza all'interno del sublime transequilibrio ed ancora di più la transonanza incanta, quasi ci fosse una transintenzionalità con il soffio della transvivenza: quasi volesse danzare tra le onde sublimi in transcordanza. Ah mai illusione balenò all'orizzonte più terribile e sublime: d'incanto così all'improvviso ci fu la transmorfia sublime degli eventi: d'impeto ammainò e riversò la sua essenza sublime nelle acque agitate e tempestose: un immenso fragore s'udì in tutti i luoghi del globo e la dea del sublime inabissò tracimando con moti ondosi altisonanti mai visti, né uditi in transonanza transudita: quel che fu la più transtabile che si conoscesse s-pro-fondò negli abissi con la sua sublime transvivenza glaciale. Ah la catastrofe sublime: un soffio può
  • 16. far capovolgere le immensità più eccelse, tanto da generare l'attante della transmorfia sublime che farà naufragare l'esserci: è il soffio dell'essere sublime che genera la catastrofe sublime per mutarsi in essere abissale sublime. Ah il soffio di desideranza dell'essere sublime si dà quale catastrofe sublime, prossimità del naufragare, quale destinanza dell'essere per la morte sublime. Alla presenza dell'essenza sublime della transonanza dell'incanto, al balenare del miraggio sublime immenso e transinfinito l'essere sublime è in diafana transvedenza quale estasi sublime, quale respiro che sente la vicinanza del sublime, ma quel soffio farà vacillare l'immensa la sublime e transinfinita esistenza glaciale. L'equilibrio fondante la transtabilità dell'esistenza dell'essere sublime si svelerà oscillante e transonante. Una transonanza transinfinitesima genera l'abisso sublime ove l'essere sublime naufragherà: dall'incanto sublime alla morte sublime: dal miraggio sublime al naufragio sublime. Ah l'abisso sublime che si disvela nella sua ellittica curvatura sublime: si vive solo la superfice del mondo trafitti dal raggio del nulla sublime ed è subito morte sublime, l'essere sublime è solo sulla transvarietà transferica trafitto dal raggio abissale sublime ed è subito sublime abissale in diafana aldilà. La dea sublime distese le sue intime essenze mentre disvelò al transtempo il suo essere nuda al mondo. Ahah essere in nuce, ah essere in luce: lunghi anni sulle ali dell'estate sono state le sole volte in cui la vita sorse senza dinieghi né divieti. Ah le ore grandi come un secolo, ah le cose piccole come galassie, si svelarono diafane in transvedenza animate come nuvole d'un giorno assolato e solo, scorto dietro l'angolo della morte sublime. Lì la sorte verrà ancora a spiegare la transmente, mentre le nubi lanciano al mondo ombre colme d'attesa e di tormenti. Si transente già la gioia che s'avvicina a passi lenti. Ma menti? Ah le montagne viola o lillà, la notte sublime lì là in prossimità della mondità con la velocità della destinanza, più rapida d'un uccello da preda, prenda, prenda, predante la preda fuggitiva lì là, che al fine si dà, giacchè non ce la fa. Si farà ancora in tempo a spengere le luci prima del sonno dell'attesa e del riposo: denso di sogni ed incubi e vuoti di mente. Lì è ancora giorno e il sole tarda a tralasciare, sarà ancora preda della nostalgia della bella estate che si svela alla sera sublime con l'abito delle stelle fisse, mobili, cangianti ma senza tanti allori per piangere e per sognare: con la sorte oltre la morte sublime. Avrò ancora sogni da vendere e gioie da acquistare, ma non so più se c'è la diafana tranvedenza o se la luce segua ancora il destino dei viventi o la nostalgia dei morti. Proverò ad essere una tranvedenza con la sera dietro le spalle e la notte sublime e buia quale transvivenza, ma sarà una nube nera come l'incanto della morte sublime ad avvisare le ultime speranze con il fascino del nulla sublime. Ahah udrò ancora il sole cantarmi le melodie dell'armonia afenomenica della transonanza in diafana tranvedenza che lascia al mondo il mistero dell'evento sublime, ma all'ultima ora la destinanza sublime sorprenderà con la fantasia dei fiori e la luna da sola apparirà all'orizzonte degli eventi sublimi: lascerà sognare senza fare del male: con la follia sublime negli occhi: ah come è vuota la notte sublime senza i sogni del transdicibile. Ora son trascorsi millenni luce e dell'attimo del cosmo e dell'universo non c'è traccia: nulla, né del destino, né della transvivenza così densa, così tersa, così casta, così vicina al nulla sublime e senza fasti. Qui correrò ancora un'altra volta per raggiungerla con le ali del destino sublime e l'ultimo raggio che provenga dall'aldilà sublime e insegua senza sosta una luce sublime e misteriosa e senza transenso, poi mi volterò ancora una volta per vedere gli occhi di chi decise la sorte del mondo, prima che sia fuori per sempre e transenta il transaudibile con la musica della transonanza o la la transcordanza sulle note del nulla sublime, o con i sogni sublimi abitati dagli occhi dell'essere sublime: lei è sublime, è la risonanza della transonanza in transcordanza, amante del disordine, in lei c'è la leggerezza ma anche la tristezza d'una nuvola a primavera, lei è sublime amante della transvedenza, in lei c'è la luce
  • 17. ma anche il buio atroce d'una nebbia subliminare, lei è sublime nemica delle tenebre: è caotica come il sole, ma le piace il perielio sublime di venere, non saprei bene se le piace la nostalgia della pace o l'ira della vittima che tace, ma sublime lei è e sarà, non mi sogni più, ho le labbra grosse da attraversare, la sera o al mattino: non fa differenza, tanto ci sarà sempre chi avrà gli occhi per ridere e lo sguardo finto metallo. Ogni sera al tramonto alzi gli occhi al cielo e pensi: quando era sublime la mia giornata, tant'è che non riuscivo mai a sapere quando il lunedì venisse, c'è, ci sono? Sì, sì, ancora un altro poco ed andrò a dormire, sognerò gli occhi tristi della sera e la luna sublime mi farà compagnia, col raggio blu dell'estate e col raggio rosa dell'autunno, ma non mi sogni più, non farà bene sostare sulle piazze di notte e cantare come i grilli dei conventi e le sere passate ad urlare: dio, dio, non molestare gli organi e i letti e le strane passioni dei gatti. AH gli occhi di metallo lucido li ho visti una domenica pomeriggio in vitro, in vetro, dietro le vetrate virtuali, ma non mi sogni mai più, o i sogni sublimi non ci lasceranno più. Sublime è il tramonto dei sogni: è il tramonto sublime dei sogni. Fra un poco verrà la sera ed uscirai di qui libero come gli uccelli del mare che vanno a pescare di notte il sangue blu, ma non ci sarà più. Adoro ancora la sera restare a guardare la notte sublime e più buia, con le stelle annoiate d'essere fisse e il creato che è lì che attende i desideri dei nostri sogni sublimi. Ancora una volta e tutto sarà scomparso sulla faccia della terra: non c'è più pioggia, non c'è più luce, non c'è più un dio che produca un miracolo stanco o appena più in linea con l'orizzonte e l'universo, ah mi sentii persa tra le sublimi transcordanze come una gru a primavera, ma c'era il sole e c'era il mare e a me veniva voglia di cantare le nenie da bambina, quando l'età incrina e la soglia tra la vita e la morte torna a vacillare. E' la transonanza sublime. Ancora un solo attimo e poi si potrà morire: mi guardò per l'ultima volta con gli occhi più lucenti della transfera del circolo polare artico , ma non si smosse dalla destinanza. Subì ancora una volta la sorte avversa: aveva un diadema con la veste più vaporosa della serata, di quelle che quando ballano fanno vacillare il mondo e il cuore, e si inizia a tremare come se si fosse sottozero all'equatore. Oh la musica era bella sì, ma si cantava da folli, si suonava la transonanza dell'infanzia maledetta e le vesti che volavano sublimi e senza senso, ma quella notte sublime non si lasciò alla sorte il privilegio di fare le scarpe. Capii all'improvviso che il tempo della giovinezza era pallido e il tempo del sorriso già dietro le spalle dei vecchi platani d'un giardino verde e rosa, blu e glicine, sublime lillà, lì là quando sorgerà ancora il tempo della pazienza fuggitiva e secolare, quando la sorte guarirà gli incubi che accompagnano la luce del giorno. Quando verrà? Ora che non ci sarò più? Oh spinga, spinga forte: la navetta dovrà tremare con la forza d'urto delle corazze e la bellezza sublime degli sguardi di fanciulle prima che per loro sia già sera o notte sublime e fonda: addio, addio, affondi pure negli abissi sublimi del tempo, tanto non ci sarà mai più chi le darà la luce sublime dell'inverno a sole spento, oh mare, mare non mi lasciare di notte a naufragare, con le stelle della notte sublime che guardano le volte del creato tutte le volte che il loro sorriso si volge al passato, oh non gridi invano, tanto gli astri sono tutti folli, oggi ti dicono che potrai trovare i tuoi sogni nel cassetto, domani nel letto e un altro giorno ancora non si sa dove o si speri o si spara. Oh attenda pure un altro anno, tanto dovrà arrivare ancora con lingue piene di vento e la chioma nera e china e bianca, come l'alba sublime, ah ci sono giorni in cui la sera non arrivi mai e il tramonto duri il transtempo transinfinito che serve per morire, nascere e rivivere in altri luoghi, in altri mari, in altri mondi o in altri universi sublimi, senza sentirsi persi, né tremanti di gioia o di paura, ma solo vuoti, soli, come il sole nella transradura abissale della foresta sublime e
  • 18. nera, nel cuore del continente più antico d'ansie e di timori sublimi, come quando pare che non ci sia più niente da fare per restare ancora in vita. No, non mi sogni più con la gioia sublime del cuore e il sorriso perso per strada mentre si cercavano le viole. Non è ancora giunto il transtempo in cui la notte sublime avrà lasciato le sue spoglie alle stelle e vestirà la corolla con i fiori roridi di pianto. No , non mi sento stanca: è solo il soffio della vita che accompagna la notte sublime con il dolore della morte sublime e al mattino fugge via, con la velocità dei sogni sublimi. E' sveglio? sono le otto del mattino e la sua sorte sta partendo, non so più dove andare ed ho una gran voglia di morire, ma fra poco sognerò di entrare in quella luce che fin allora mi uccise tutti i sogni a occhi chiusi e a occhi aperti. Ma, la prego, non apra, perchè è la morte che attende con l'arma bianca e nera vicino al mare, oh no, no, non so soffrire, ma fra poco morirò e mai più la rivedrò, la sogno sempre, sempre, oh come è dolce il tempo, oh come è forte il vento, ma fermare non si può e dove andrà, non lo so, ma non si volti mai, non si giri e ri-giri mai, giammai vorrò che i suoi sogni siano spenti come i miei, non si fermi più. Sento già suonare. Quella porta è già aperta e il sole del transinfinito già splende in altomare, mi vien voglia di gridare, ma la mia voce non suona più, le mani e i piedi sono immobili, come il respiro, il mio povero cuore non mi batte e ri-batte più ed il mitico corpo già si sente giù, giù, giù fin nell'abisso, da dove non non si sale più su, sussù non lasci, non lasci, ma non si fermi, continui almeno lei a sognare, ad occhi chiusi o ad occhi aperti, tanto per sognare il sublime non serve guardare. Oh mi spinge oltre quel tempo della vita mortale, lì ove le onde fuggitive e stanche varcano le soglie dei sogni e sostano un istante transinfinito per contemplare le bellezze sublimi lunari o lunatiche? Oh si lasci guardare, è bella solo come il sole all'alba, che non guardo mai, perchè mi piace di più sognare il sole tramontante, con i suoi raggi sublimi ultraviolentiviola che volano da qui a lì senza il timore delle distanze o degli ostacoli o delle remore o dei dinieghi . Lei ci ri-penserà, si dà? si darà ? si sottrae, si kripta, si dekrypta, si vela e si disvela, è la verità bellezza, la legge dura della dolcezza del sublime, un nobile fenomeno della seducenza astrale, le stelle son lì solo per farsi con-templare, guai a chi pro-getti la prossimità, ikaro-docet? così la finirà di farsi del male da soli? così parlò Kalypso prima del diluvio universale, niente male, aldilà delle stelle e non solo quelle, ma di sola bellezza non si salva il mondo. Oh non è così? Oh è dolce come il mare salato, ma di dolcezza si vive una sola volta. Oh si regali un sogno sublime abissale o vuoto come la grazia pregnante dell'universo denso d'incubi e di orrorose tragicità. Oh faccia sognare il sublime della transplendenza per irradiare l'intermittenza aurorale del miraggio boreale quale brillanza astrale, ma di luci soffuse e terse si può anche perire o svenire, o sbranare dall'eroina versus semidei.Ohh, oh si lasci affondare: è sublime come le stelle, ma quelle non se ne stanno lì a guardare: son fisse, mai fesse, ma fissate, replicanti, in armonia afenomenica transonante la medesima melodia armoniosa e tediosa mormorante: domani, domani? sì, domani, potrà annegare o volare, o morire o soffrire, ma non lasciare, non lasci mai più, le stelle amano essere viste a distanza siderale, guai a toccare il fondale universale, si può s-pro-fondare nell'abisso sublime, senza mai più tornare tra l'aurora e l'infinito o transinfinito: è finito? è già tutto irreversibile abissale? Oohh non lasciare, anzi si lasci attraversare senza fiatare, come già si lasciano oltrepassare i suoi occhi dalle intermittenze delle desideranze, che danze! E' finita: con il sorriso sornione della perfida albione, appena baciata dalla fortuna bendata, anzi cieca come la sua anima dis- animata, che corre e fugge via, per non tornare mai alla deriva, strane onde fuggenti, saranno le superonde della stranezza sublimi che spezzano e frantumano la transpazialità -transtemporale, ma così difficili da catturare dai miti sublimi? Quanti quanti ancora? Chissà, è l'indeterminatezza sublime della stranezza, bellezza, che spro- fondatezza. Ora e mai più non ha più senso ascoltare le voci degli abissi sublimi della memoria dei ricordi diafani, non ha più senso alleviare con il
  • 19. miele eterno l'eterno ritorno, sì ma dove? Si è soli con la desideranza della morte sublime, ah si inveisce ogni volta , quando appare il sublime ed abissale sguardo, non ha più senso spendere le lacrime della noia senza ascoltare la voce dell'aurora: che sale saliente ogni volta che l'esserci sublime muore. Ora ho anche io lasciato alle luci della notte sublime il vago sopore dell'anima morente, in mente, ah verrà la morte ed avrà gli occhi dell'eternità sublime. Si ascolta sempre la voce dell'anima: in silenzio: senza il clamore dell'eternità sublime. No non ci sono più sogni da vendere, nè vendette da sognare, nè ricordi sublimi da regalare a chi viene e và soltanto per mostrare il volto del bene o il volto del male o ambedue anfibologici, la sapienza consiglia di sorridere, sempre, o per lo più ogni tanto: almeno quando la presenza della transvivenza sfiora il fiore del tramonto sublime: chi rimpiangerà mai più i giorni lontani dell'infinito ritorno del sublime? In un giorno di maggio ci fu l'inizio della fine: una sola volta vidi volare la luce dell'eternità , quando la sera svelò lo sguardo della morte sublime, con gli occhi sublimi della divinità: non c'è più quella sera rischiarata dalla voce luminosa della tempesta sublime e perciò perfetta, non c'è più tempo per sognare una luce antica e amica che ri-veli il transenso dell'essere e, o, la deriva dell'infinito transinfinito ritorno che mai, se mai, verrà senza arrivi e senza partenza, ma solo una vaga presenza, come la luce sublime dei suoi occhi di là , dall'abysso infinito che mai lascerà, libero d'essere simile ai sogni pensati nel buio della notte sublime. Non ha più senso ascoltare il colore dei suoi occhi, se la sera la noia assale ed invade la memoria sognante, nel vuoto spazio della notte sublime c'è il nulla sublime che canta con la voce della seducenza astrale in transonanza: solo la transcordanza della morte ci può salvare, nel vuoto eterno del nulla sublime, una sola transonanza che canti: una canzone in transcordanza: su, sussù, non tremi, le stelle non stanno lì solo a guardare, la dea del sublime non ci ha abbandonato abita lì là in un campo di ogigia, la xhorà del sublime, lillà in un campo di ogigia la xhorà sublime abita Kalypso la sublime dea della diafanè, lì là ove la dea si getta in transplendenza in un campo, in una transradura fiorita di lillà , di ogigia la transpazialità abissale del sublime, lì scende in campo insieme all'eroe della naufraganza, là in una transradura luminosa in transplendezza di ogigia, la xhorà lillà. L'essere sublime si getta sul campo di ogigia la xhoràlillà, lì là la ricamata seducenza della dea del sublime si svela e disvela nella transcordanza sublime che seduce la dea Kalypso-lillà , in una transradura sublime fiorente di ogigia la sublime xhoràlillà, lì là ove l'essenza della dea sublime si getta, si dà , sì, sissì, la rugiadosa transradura sanguigna, ruggiosa, brillosa, luminosa, transplendente, seduce lì la dea del sublime in un campo di ogigia la xhoràlillà, lì là si disvela l'aletheia sublime, la verità sublime si svela in una transradura di lillà , l' essenza della dea sublime si svela sul campo, si dà in campo lì là, sì in quella divina transradura sublime il padre o la madre sono figli dell'essere sublime, o sono figli di se stessi, la madre è figlia dell'essere sublime, o la madre è figlia di sè, così come iddio è figlio di se stesso o il dio è figlio dell'essere o la dea madre è figlia di se stessa o la madredea madreperlacea è figlia dell'essere sublime: la natura della dea sublime è figlia dell'essere sublime, la physis sublime della divina è figlia di sè e si dà da sè , sì, si svela da sè , si getta da sè, si pro-getta da sè in un campo di lillà , si fonda da sè in una transradura radiosa in transplendenza diafana di ogigia xhoràlillà lì là. Ah essere figli della transradura sublime vuota, sgombra, libera, disertata,annullata, annichilita, svuotata, diradata, diafana in eterna diradanza e transplendenza, figli della transpregnanza sublime della divina splendenza, figli della sua desideranza sublime, figli della sua ontogenesi o dell'essere sublime transpregnante che si dà da sè o dà sè o dà la transpregnanza all'essere sublime. Ah la fanciulla transpregnante dell'essere sublime che dà luce e dà alla luce figli dell'essere sublime pregnante, o dell'essere sublime in estasi sublime in un campo di ogigia la xhoràlillà, lì là solo la dea del sublime ci può creare. Ah essere disvelanza sublime della transmonade vuota in exstasy sublime, quale deliranza che danza nella diradanza sublime dell'aletheia
  • 20. dell'essere sublime, senza il nulla, senza altri dei, né altri eroi, né entità o superentità, solo il suo evento sublime che si dà: viene in sogno l'evento sublime della dea sublime che si dà nella diradanza che danza con l'imago dell'eternità transvedenza. Viene in sogno con la luce dell'eterno ritorno della transvedenza, all'alba di un altro giorno sublime con solo un ultimo desiderio nei pensieri, ma non viene mai in mente, né oggi né mai. Lì i sogni si svelano con lo sguardo della diafana transplendenza del sublime nella bellezza, o dell'essere sublime nella bellezza dell'ente ideale, o con la luccicanza sublime dell'exystenza senza presenza, o solo con l'assenza sublime, mentre sussurra sempre ai transensi di svelare solo l'imago della diafana transvedenza: tanto per la ricerca del tempo dell'eventuale ritorno c'è sempre innanzi l'infinitezza o la sublime transinfinitezza. Ho solo un sogno da raccontare, ma non lo svenderò per qualche virtù virtuale, ho troppi sensi nascosti e silenti e inauditi e indicibili: forse un giorno aleggerà nella mondità la sua eterna presenza, ma è già sera, è già troppo tardi per credere ancora alle fabule con o senza dormienti, senza sogni. Una sola volta, se mai ci sarà, forse verrà la dea del sublime con in seno un sogno senza senno, insensato, ma non ci sarà più il tempo per sognare l'imago imaginaria degli eventi, giacchè non c'è più il tempo imaginario dell'imago eventuale. A nulla pensa il nulla sublime che sogna o immagini l'evento sublime del suo infinito ritorno dall'abisso animato, ove la luccicanza dell'evento sublime si dà, senza nulla chiedere, sino al terminale dei nostri sogni insonni salienti abyssali, come una kuspyde sublime imaginaria che attrae il chiasma eventuale, ahhh l'evento sublime dell'essere chiasmale, sublime interattanza dell'interagenza kuspydale, ewentuanza sublime, l'essere sublime s'eventua da sè, senza la legge che non c'è, senza il translogos che non c'era, senza il dio che mai ci sarà. Ah l'essere sublime s'eventua aldilà del dio che non c'è più, ah l'essere sublime si dà luce da sé, senza il dio del bene e del male che non c'è mai più, ah l'essere sublime s'eventua aldilà del bene e del male che non c'è più. L'essere della sublimanza si dà alla luce da sé, aldilà del dio dell'eterno ritorno che non c'è mai più. Ah l'essere sublime si dà luce e si darà alla luce aldilà del tempo che non c'è, aldilà del tempo dell'eterno ritorno che non ci sarà mai più. Madre sublime della sublymanza, oh eventuanza sublyme nei suoi occhi c'è l'essenza della nostra morte eterna, non saprei come e senza un perchè, né saprei come mai la notte sublime si nascose nel letto delle nuvole e si rivelò all'alba con il raggio di luce sublyme di un tempo che fu e che sarà: oh quante volte gli occhi hanno visto l'invisibile sublyme senza scorgere la disvelanza sublyme dell'essere? A chi si rivolga il tempo quando pensi alla destinanza e giochi con le sorti degli universi? La dea sublyme non gioca mai con la mondità, ma soffia le sue auree sublymi nei pensieri delle stelle che mai guardano a ieri, ma illuminano i sentieri della destinanza sublyme dell'essere. Madre della sublymanza ed eterna eventuanza che guardi e contempli senza parole e getti e lanci i segni degli ewenti sublymi della destinanza senza deklyni, come il volgersi dell'eventuarsi astrale degli immensi ed infiniti universi, né replicante o klonante come le stagioni del cuore della natura, o le intermittenze sublymi della notte o del giorno in disperanza disanimata della destinanza della sublatione sublyme. Ma solo lì la singolarità sublyme dell'evento dà alla luce la destinanza dell'excstasy sublyminare che dagli abyssi sublymi sorge, si dà in risplendenza, si ewentui quali luci della vivenza sublyme delle aurore senza più le scorie di ieri e senza più le pre-visioni del domani: oh madre sublyme della destinanza dia all'essere l'ewentuanza o l'invisibile sogno sublyme, affinchè l'esserci possa raggiungere le lontananze sublymi delle luci boreali e naufraghi nel sublymynare abysso degli ewenti waghi, ewanescenti ma pregnanti di miraggi della desideranza sublyme. AH ascoltai la sera sublime con i pensieri rivolti verso le veglie ed ora si è qui