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La risorsa idrica tra i fattori della questione
                            meridionale: gli invasi in Basilicata
                          Michele Lupo*, Gianfranco Vincenzo Pandiscia**




* geol. ing. Pomarico (MT), michel.lupo@alice.it
** dott. geol. Matera (MT), gpandiscia@libero.it

                                                     AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
INDICE
•   Gli invasi
•   Contestualizzazione storica della risorsa idrica
•   Caratteri territoriali della Basilicata – cenni
•   Il sistema idrico in Basilicata
•   Gli invasi principali in Basilicata:
     –   Invaso di Monte Cotugno
     –   Invaso del Pertusillo
     –   Invaso di San Giuliano
     –   Invaso di Genzano
     –   Invaso di Acerenza
• Le opere, gli impatti e la valorizzazione del territorio
• Conclusioni
• Bibliografia
                                               AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI
• Gli invasi o dighe sono strutture antropiche di sbarramento
  dei corsi d’acqua, di altezza superiore ai 10 m, costruite per
  creare una riserva d’acqua il cui utilizzo può soddisfare varie
  esigenze e necessità di vita:
       1) produrre energia;
       2) irrigare;
       3) regolare le portate fluviali;
       4) trattenere il materiale solido trasportato dal corso d'acqua;
       5) costituire bacini di alimentazione di acquedotti ad uso
  potabile.
• Se l’opera di sbarramento ha un dislivello tra monte e valle
  inferiore ai 10 m si parla di traversa fluviale.



                                                   AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI



• Principali tipologie di
          dighe




                            AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI
• La costruzione di una diga comporta l’acquisizione di una
  serie di conoscenze, di studi e indagini pluridisciplinari qui
  sintetizzati:
   –   Studio Idrologico.
   –   Studio Geomorfologico.
   –   Studio Geologico.
   –   Studio Tettonico.
   –   Studio Idrogeologico.
   –   Indagini Geologico-Tecniche.
   –   Valutazione di Impatto Ambientale.




                                             AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI
•   L’inserimento di una struttura produce una "perturbazione"
    sul territorio circostante, in termini di:
    – stabilità dei versanti;
    – interferenza con l'idrogeologia locale;
    – potenziali variazioni micro-climatiche;
    – sismicità indotta;
    – stabilità dei territori antropizzati;
    – impatto paesaggistico (invaso, canali derivatori, condotte,
      centrali ecc.);
    – cave e discariche.
•   La conoscenza adeguata dell’ambiente di inserimento
    dell’opera favorisce:
    – una progettazione razionale con un’adeguata scelta della
      tipologia da adottare in modo da:
        • ridurre l’impatto ambientale;
        • favorire l’economia del territorio di interesse.
                                                             AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
CONTESTUALIZAZIONE STORICA DELLA
    RISORSA IDRICA
•   La definizione questione meridionale venne usata per la prima volta nel
    1873 da Antonio Billia, intendendo la disastrosa situazione economica del
    Mezzogiorno in confronto alle altre regioni dell‘Italia unificata.
•   Il censimento del 1861 registrò 3 milioni di occupati nell'industria e
    nell'artigianato contro 8 milioni di occupati nell'agricoltura.
•   Il livello di produttività delle regioni italiane si differenziava molto sia per
    cause naturali che per le diverse tecniche praticate.
•   Tra le cause naturali un’influenza fondamentale è stata svolta dai corsi
    d’acqua in relazione al loro andamento sia alle loro caratteristiche
    idrauliche legate:
     – Nel Sud i corsi d’acqua scorrono dagli Appennini, sono alimentati
       essenzialmente dalle piogge invernali e per il loro carattere stagionale
       condizionano le possibilità di coltivazione e lo sviluppo e crescita della
       vegetazione.
     – Nella pianura padana, invece, le acque correnti, alimentate dai
       laghi prealpini, hanno un deflusso più regolare.


                                                         AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
CONTESTUALIZAZIONE STORICA DELLA
RISORSA IDRICA
•   Altro significativo elemento di differenziazione della produttività tra le regioni italiane era il
    loro sistema organizzativo e tecnologico:

     –   Nel regno delle due Sicilie vigeva il sistema feudale: latifondi coltivati da braccianti
         producevano grano per il solo autoconsumo.
     –   Il nordest del paese viveva, al contrario, condizioni nettamente più favorevoli in quanto aveva
         recepito, almeno in parte, le tecniche della rivoluzione agricola del nord Europa, introdotte
         nel corso delle campagne napoleoniche.

•   Nel marzo 2007 la Rivista di Economia Politica ha pubblicato una raccolta di saggi in cui
    sono analizzati i dati regionali noti dal 1871 in poi. I risultati da un lato tendono a
    ridimensionare le differenze economiche tra le varie regioni, dall'altro confermano quanto
    noto sulla minore produttività dell'agricoltura meridionale e mostrano un'inferiorità
    relativa negli indici di sviluppo sociale.

•   Il grado di correlazione fra la questione meridionale e la disponibilità di acqua al Sud Italia,
    con riflessi sulla ridotta possibilità di coltivazione, sulla limitazione della velocità di
    crescita della vegetazione, e su un ecosistema più fragile rispetto all'erosione e al
    secolare disboscamento, può dirsi altissimo.

•   Da qui tutti gli interventi avvenuti negli anni che hanno segnato la
    storia del nostro Paese e nel caso particolare della Regione Basilicata
    oggetto del presente studio.


                                                                    AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
CARATTERI TERRITORIALI DELLA
BASILICATA - CENNI
•   La Basilicata si estende per 9992 kmq , conta solamente 609.596 (dati
    1995) abitanti, è debolmente popolata: 61 abitanti per km2, meno di un
    terzo della media nazionale.
•   Di forma irregolare essa ha una posizione geografica marginale rispetto
    ai centri propulsori della vita peninsulare italiana chiusa com’è dalle
    regioni circostanti.
•   Confina con la Campania ad ovest, la Puglia a nord e ad est, la Calabria a
    sud; solo per brevi tratti si affaccia sui mari Ionio e Tirreno.
•   Se si esclude la stretta pianura costiera che si affaccia sul golfo di Taranto
    il territorio è quasi prevalentemente collinare e montuoso con rilievi
    superiori ai 2000 metri.
•   Essendo una regione tipicamente montana la Basilicata
    presenta le caratteristiche peculiari dei luoghi alti:
          - aria pulita;
          - tranquillità;
          - natura protetta.

                                                      AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
IL SISTEMA IDRICO DELLA BASILICATA
•    La Basilicata è una delle poche regioni dell’Italia Meridionale che dispone di
     una notevole quantità di risorsa idrica.
•    Il sistema idrografico lucano è principalmente incentrato sui sei fiumi:
     Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni, che si sviluppano da est verso ovest e
     sfociano nel mar Jonio, e Noce che sfocia nel mar Tirreno.
•    La restante parte della regione è interessata, a nord, dal bacino del fiume
     Ofanto, che sfocia nel mar Adriatico e a sud dal bacini del fiume Sele che
     sfocia nel Tirreno.
•    Ai fiumi si aggiunge una estesa rete di corsi d’acqua minori, nonché
     numerose sorgenti.
•    La grande quantità idrica prodotta in Basilicata, stimabile in media in un
     miliardo di metri cubi all’anno, è utilizzata mediante grandi opere idrauliche:
     invasi, traverse, opere di captazione di sorgenti e falde, reti di adduzione e
     distribuzione, impianti di sollevamento e potabilizzazione, sistema di
     infrastrutture fu concepito e realizzato in gran parte negli anni ‘50 e ’60, con
     l’obiettivo principale di sviluppare e valorizzare l’agricoltura.
•    Negli anni ’70 il sistema è stato ampliato e integrato mediante la costruzione
     di nuove opere.
•    Il sistema di opere di sbarramento realizzato lungo i principali corsi
    d’acqua ha tuttavia, comportato significative trasformazioni
    delle caratteristiche ambientali del territorio e generato
    alcune rilevanti criticità.
                                                           AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
IL SISTEMA IDRICO DELLA BASILICATA




                        Infrastrutture idriche primarie




                           AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
   Invaso di Monte Cotugno

• La diga di Monte Cotugno, situata
vicino Senise, è la più grande diga
d'Europa costruita in Terra battuta.
• L'entrata in funzione della diga, che
sbarra il corso del fiume Sinni nella
zona in cui vi è un restringimento della
sua valle, è del 1983.
• L'acqua del fiume viene invasata per
poter essere utilizzata a scopo agricolo,
industriale e potabile.
• Il muro che costituisce la diga, la cui
capacità massima è di 530 milioni di
metri cubi, è lungo circa 1850 m., alto
60 m., e largo alla base 260 m.


                                            AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso di Monte Cotugno




                          AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
    Invaso del Pertusillo


• La diga del Pertusillo, posta nel medio
corso del fiume Agri, è stata costruita tra il
1957 ed il 1962.
• La diga, con un’altezza di 95 m, invasa
circa 155 milioni di mc di acqua per
destinarli ad uso irriguo, idroelettrico e
potabile.
• Per la sua capacità di invaso e per le
caratteristiche del suo bacino imbrifero
essa rappresenta uno dei punti di forza
dello schema idrico Jonico-Sinni.




                                                 AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA



                                  Invaso del Pertusillo




                          AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
 Invaso di San Giuliano
• La Diga di San Giuliano nacque
sotto la spinta del programma
economico di aiuti del Piano
Marshall.
• Lo sbarramento sorge alla stretta
di San Giuliano, dove il fiume
Bradano si restringe bruscamente in
una forra rocciosa incisa nelle
formazioni calcaree in cui si svolge il
corso del fiume.
• L'estensione è di 1.000 ettari ed è
compresa nei territori comunali di
Grottole, Matera e Miglionico.
• Dal 1976 è Oasi naturale
regionale, e dal 1989 è Oasi del
WWF.
                                          AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
  Invaso di San Giuliano




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GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
        Invaso di Genzano
• La diga di Genzano sbarra il corso della
Fiumarella che sottende, fino alla zona dello
sbarramento, un bacino imbrifero di circa 37
kmq che si sviluppa fra i 400 e 600 msm.
• La diga è del tipo in terra ed è costituita
dalla stratificazione di diversi materiali terrosi
per un totale di circa 10 milioni di mc; il
coronamento ha lunghezza di circa 1 km e
l'altezza massima supera i 60 m.
• L'invaso alimentato, mediante un sistema
di adduzione sotterraneo, dal surplus della
diga di Acerenza.
• La diga è destinata ad alimentare
prevalentemente i distretti irrigui nella parte
pianeggiante del comune di Genzano.

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GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
  Invaso di Genzano




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GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
      Invaso di Acerenza

• L'invaso di Acerenza, con una
capacità di 47 milioni di mc, fa parte
dello schema idrico Basento-Bradano,
costituito da opere di accumulo
(invasi e traverse) e da opere di
adduzione.

• E' destinato alla irrigazione del
territorio sotteso alla diga dei comuni
di Acerenza, Oppido e Tolve.




                                          AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
  Invaso di Acerenza




                          AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
 TERRITORIO
    Invaso di Monte Cotugno
• L’invaso di Monte Cotugno è compreso all’interno dell’area protetta del
Parco Nazionale del Pollino.
• La tecnica di costruzione e il paesaggio circostante gli conferiscono
l’aspetto di un lago naturale.
•I terreni fertili sono stati invasi dalle acque della diga, e quelli che un tempo
erano calanchi sono stati rimboschiti per mettere in sicurezza le pareti
dell’invaso.
• Quando il livello dell’acqua è molto basso il fondale diventa un irreale
paesaggio desertico.
• Lo spettacolo del lago è dominato dall’alto dall’’ Osservatorio
  Ovifaunistico, c’è un piccolo parco naturale con percorsi guidati,
  area picnic, passeggiata al lago, aree di avvistamento mediante
  capanni in legno. Il lago viene anche utilizzato per manifestazioni
  sportive, come le gare di canottaggio, grazie alla
  realizzazione di un centro polisportivo qui presente.


                                                          AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
    TERRITORIO



Invaso di Monte Cotugno




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OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
  TERRITORIO
    Invaso del Pertusillo

• Nonostante l'opera abbia avuto
un notevole impatto ambientale,
la preservazione ed il rispetto per
l'ambiente ha permesso il
proliferare    nella     zona     di
numerose specie animali anche
non     comuni,      che    spesso
dimorano nel lago.
• Tra gli animali stanziali ci sono
le folaghe, i germani reali, i
moriglioni e una gran parte dei
rapaci presenti in Italia, mentre
nei tratti più isolati del lago è
presente anche l'airone cenerino.


                                       AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
   TERRITORIO
    Invaso di San Giuliano
• L’invaso di San Giuliano ha visto la
costituzione dell’'oasi di San Giuliano che fa
parte del sistema di aree protette del WWF
Italia.
• La flora attorno al lago è molto varia e
alterna una fascia di conifere ed eucalipti a
zone con lembi di macchia mediterranea con
lentisco, perastro, paliuro, ginepro, fillirea,
biancospino, roverella.
• Anche la fauna è molto ricca grazie alla
presenza di aironi bianchi maggiori, aironi
rossi, cormorani, fischioni, alzavole, cicogne,
falchi pescatori, e mammiferi quali volpi,
tassi, istrici, cinghiali, e lontre.



                                                  AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
  TERRITORIO
   Invaso di Genzano

• L’invaso di Genzano è un campo gara
iscritto al circuito delle competizioni FIPSAS
ed ha la caratteristica di essere molto
tecnico.
• Il pesce, negli anni, ha subito una forte
pressione da parte dei pescatori i quali hanno
riversato enormi quantitativi di pastura
durante le competizioni, rendendolo molto
astuto e piuttosto “goloso” di alcuni aromi ed
additivi.
• A tredici metri si pesca benissimo, il fondale
degrada dolcemente, quindi non si incontrano
alte profondità da contrastrare.



                                                   AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
  TERRITORIO
    Invaso di Acerenza
• L’invaso di ripropone un tratto
paesaggistico ricorrente sul territorio
lucano, rappresentato da specchi d'acqua
che colmano tratti oblunghi di strette valli
fluviali.
• Inizialmente gli invasi, elementi intrusivi
nel contesto orografico naturale, hanno
indotto significative alterazioni degli equilibri
eco sistemici con particolare riferimento agli
assetti climatici.
• Tuttavia, naturalizzandosi rapidamente,
hanno generato col tempo veri e propri
ambienti lacustri che, come nel caso
dell'invaso di Acerenza, si fondono con la
vegetazione circostante, contribuendo alla
costruzione di nuovi scenari paesaggistici

                                                    AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
CONCLUSIONI
•Le infrastrutture idriche, nel complesso ben inserite nel contesto territoriale,
hanno prodotto significative trasformazioni ambientali, ma anche qualche criticità.
Ricadute positive si sono avute, soprattutto, nell’agricoltura intensiva, nella
ridefinizione degli assetti antropici del territorio agrario e nello sviluppo di attività
ludico-ricreative con incremento della ricettività dei luoghi.

• L’importanza dell’agricoltura irrigua regionale è sempre più rilevante
nell’economia agricola della Regione Basilicata, incidendo per oltre il 59% di tutta
la produzione agricola vegetale (dati INEA, 2009).

• Nella slide successiva sono riportati:
    • per il territorio lucano, la ripartizione della risorsa idrica tra i tre principali usi
    (irriguo, potabile e industriale) in milioni di mq (fonte INEA, 2009);
    •Dati del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale
      del 2010 indicano per la Regione Basilicata il maggior volume
      totale delle grandi dighe sul Distretto del Territorio Meridionale

                                                              AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
CONCLUSIONI

                  Ripartizione della risorsa idrica tra i
                            tre principali usi




 Volume totale
  delle grandi
   dighe sul
  Distretto del
   Territorio
  Meridionale


                                AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
CONCLUSIONI
•Effetti negativi si sono
ripercossi sul microclima e
sull’arretramento della linea
di costa, problema alquanto
complesso        al      quale
concorrono      in    maniera
significativa anche le correnti
marine.

•Dall’esame dell’andamento
della linea costiera dal 1873
al 2007 (Lupo, Pandiscia
2010), si evincono fasi
intermittenti di protendimento
e    di    arretramento    che
stabiliscono una sorta di
equilibrio naturale su lunghi
periodi .
                                  AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
CONCLUSIONI

 Metaponto, marzo 2010




                         AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
BIBLIOGRAFIA
AUTORITÀ’ DI BACINO DELLA BASILICATA, “Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico,
Relazione” (2010)
BECCIU G. , “Dighe e traverse – Introduzione”.
DE STEFANO A. “Basilicata: la storia, il territorio, l’economia e le tradizioni”.
DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO MERIDIONALE, “Piano di Gestione Acque (Direttiva
Comunitaria 2000/60/CE, D.L.vo 152/06, L. 13/09, D.L. 194/09), Allegato 10, Sistema dei Grandi Invasi e
relative Interconnessioni” (febbraio 2010).
D.M.LL.PP 24/3/82.
FEDERICO G, “Ma l’agricoltura meridionale era davvero arretrata?”. Rivista di Politica Economica. (Marzo-
Aprile 2007).
FELICE E, “I divari regionali in Italia sulla base degli indicatori sociali (1871-2001)”. Rivista di Politica
Economica”. (Marzo-Aprile 2007).
LUPO M, PANDISCIA G. V, , “Evoluzione della fascia costiera jonica fra i fiumi Bradano e Basento
attraverso l'analisi di cartografia e orto immagini storiche e recenti”, Gorizia, Convegno AIC (2010).
ROMANO F. S. , “Storia della questione meridionale”, Edizioni Pantea, 1945.
SCESI L., PAPINI M., GATTINONI P.:, “Geologia applicata [volume 2] Applicazione ai progetti di ingegneria
civile”.
SMITH M., “Storia d'Italia dal 1861 al 1997”, Laterza, 1997.
VITA M,, GERARDI M. , LO VECCHIO G. , “La gestione della risorsa idrica in Basilicata”,
Basilicata Regione Notizie, 121-122.
http://www.aptbasilicata.it/, http://www.atlanteitaliano.it,
ww.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it,
http://www.paysmed.net/upl_punti_interesse/pdf_ita-61.pdf,
http://www.prolocosenise.it/, http://www.rivistapoliticaeconomica.it/2007/mar-apr/.

                                                                            AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.

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  • 1. La risorsa idrica tra i fattori della questione meridionale: gli invasi in Basilicata Michele Lupo*, Gianfranco Vincenzo Pandiscia** * geol. ing. Pomarico (MT), michel.lupo@alice.it ** dott. geol. Matera (MT), gpandiscia@libero.it AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 2. INDICE • Gli invasi • Contestualizzazione storica della risorsa idrica • Caratteri territoriali della Basilicata – cenni • Il sistema idrico in Basilicata • Gli invasi principali in Basilicata: – Invaso di Monte Cotugno – Invaso del Pertusillo – Invaso di San Giuliano – Invaso di Genzano – Invaso di Acerenza • Le opere, gli impatti e la valorizzazione del territorio • Conclusioni • Bibliografia AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 3. GLI INVASI • Gli invasi o dighe sono strutture antropiche di sbarramento dei corsi d’acqua, di altezza superiore ai 10 m, costruite per creare una riserva d’acqua il cui utilizzo può soddisfare varie esigenze e necessità di vita: 1) produrre energia; 2) irrigare; 3) regolare le portate fluviali; 4) trattenere il materiale solido trasportato dal corso d'acqua; 5) costituire bacini di alimentazione di acquedotti ad uso potabile. • Se l’opera di sbarramento ha un dislivello tra monte e valle inferiore ai 10 m si parla di traversa fluviale. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 4. GLI INVASI • Principali tipologie di dighe AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 5. GLI INVASI • La costruzione di una diga comporta l’acquisizione di una serie di conoscenze, di studi e indagini pluridisciplinari qui sintetizzati: – Studio Idrologico. – Studio Geomorfologico. – Studio Geologico. – Studio Tettonico. – Studio Idrogeologico. – Indagini Geologico-Tecniche. – Valutazione di Impatto Ambientale. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 6. GLI INVASI • L’inserimento di una struttura produce una "perturbazione" sul territorio circostante, in termini di: – stabilità dei versanti; – interferenza con l'idrogeologia locale; – potenziali variazioni micro-climatiche; – sismicità indotta; – stabilità dei territori antropizzati; – impatto paesaggistico (invaso, canali derivatori, condotte, centrali ecc.); – cave e discariche. • La conoscenza adeguata dell’ambiente di inserimento dell’opera favorisce: – una progettazione razionale con un’adeguata scelta della tipologia da adottare in modo da: • ridurre l’impatto ambientale; • favorire l’economia del territorio di interesse. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 7. CONTESTUALIZAZIONE STORICA DELLA RISORSA IDRICA • La definizione questione meridionale venne usata per la prima volta nel 1873 da Antonio Billia, intendendo la disastrosa situazione economica del Mezzogiorno in confronto alle altre regioni dell‘Italia unificata. • Il censimento del 1861 registrò 3 milioni di occupati nell'industria e nell'artigianato contro 8 milioni di occupati nell'agricoltura. • Il livello di produttività delle regioni italiane si differenziava molto sia per cause naturali che per le diverse tecniche praticate. • Tra le cause naturali un’influenza fondamentale è stata svolta dai corsi d’acqua in relazione al loro andamento sia alle loro caratteristiche idrauliche legate: – Nel Sud i corsi d’acqua scorrono dagli Appennini, sono alimentati essenzialmente dalle piogge invernali e per il loro carattere stagionale condizionano le possibilità di coltivazione e lo sviluppo e crescita della vegetazione. – Nella pianura padana, invece, le acque correnti, alimentate dai laghi prealpini, hanno un deflusso più regolare. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 8. CONTESTUALIZAZIONE STORICA DELLA RISORSA IDRICA • Altro significativo elemento di differenziazione della produttività tra le regioni italiane era il loro sistema organizzativo e tecnologico: – Nel regno delle due Sicilie vigeva il sistema feudale: latifondi coltivati da braccianti producevano grano per il solo autoconsumo. – Il nordest del paese viveva, al contrario, condizioni nettamente più favorevoli in quanto aveva recepito, almeno in parte, le tecniche della rivoluzione agricola del nord Europa, introdotte nel corso delle campagne napoleoniche. • Nel marzo 2007 la Rivista di Economia Politica ha pubblicato una raccolta di saggi in cui sono analizzati i dati regionali noti dal 1871 in poi. I risultati da un lato tendono a ridimensionare le differenze economiche tra le varie regioni, dall'altro confermano quanto noto sulla minore produttività dell'agricoltura meridionale e mostrano un'inferiorità relativa negli indici di sviluppo sociale. • Il grado di correlazione fra la questione meridionale e la disponibilità di acqua al Sud Italia, con riflessi sulla ridotta possibilità di coltivazione, sulla limitazione della velocità di crescita della vegetazione, e su un ecosistema più fragile rispetto all'erosione e al secolare disboscamento, può dirsi altissimo. • Da qui tutti gli interventi avvenuti negli anni che hanno segnato la storia del nostro Paese e nel caso particolare della Regione Basilicata oggetto del presente studio. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 9. CARATTERI TERRITORIALI DELLA BASILICATA - CENNI • La Basilicata si estende per 9992 kmq , conta solamente 609.596 (dati 1995) abitanti, è debolmente popolata: 61 abitanti per km2, meno di un terzo della media nazionale. • Di forma irregolare essa ha una posizione geografica marginale rispetto ai centri propulsori della vita peninsulare italiana chiusa com’è dalle regioni circostanti. • Confina con la Campania ad ovest, la Puglia a nord e ad est, la Calabria a sud; solo per brevi tratti si affaccia sui mari Ionio e Tirreno. • Se si esclude la stretta pianura costiera che si affaccia sul golfo di Taranto il territorio è quasi prevalentemente collinare e montuoso con rilievi superiori ai 2000 metri. • Essendo una regione tipicamente montana la Basilicata presenta le caratteristiche peculiari dei luoghi alti: - aria pulita; - tranquillità; - natura protetta. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 10. IL SISTEMA IDRICO DELLA BASILICATA • La Basilicata è una delle poche regioni dell’Italia Meridionale che dispone di una notevole quantità di risorsa idrica. • Il sistema idrografico lucano è principalmente incentrato sui sei fiumi: Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni, che si sviluppano da est verso ovest e sfociano nel mar Jonio, e Noce che sfocia nel mar Tirreno. • La restante parte della regione è interessata, a nord, dal bacino del fiume Ofanto, che sfocia nel mar Adriatico e a sud dal bacini del fiume Sele che sfocia nel Tirreno. • Ai fiumi si aggiunge una estesa rete di corsi d’acqua minori, nonché numerose sorgenti. • La grande quantità idrica prodotta in Basilicata, stimabile in media in un miliardo di metri cubi all’anno, è utilizzata mediante grandi opere idrauliche: invasi, traverse, opere di captazione di sorgenti e falde, reti di adduzione e distribuzione, impianti di sollevamento e potabilizzazione, sistema di infrastrutture fu concepito e realizzato in gran parte negli anni ‘50 e ’60, con l’obiettivo principale di sviluppare e valorizzare l’agricoltura. • Negli anni ’70 il sistema è stato ampliato e integrato mediante la costruzione di nuove opere. • Il sistema di opere di sbarramento realizzato lungo i principali corsi d’acqua ha tuttavia, comportato significative trasformazioni delle caratteristiche ambientali del territorio e generato alcune rilevanti criticità. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 11. IL SISTEMA IDRICO DELLA BASILICATA Infrastrutture idriche primarie AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 12. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso di Monte Cotugno • La diga di Monte Cotugno, situata vicino Senise, è la più grande diga d'Europa costruita in Terra battuta. • L'entrata in funzione della diga, che sbarra il corso del fiume Sinni nella zona in cui vi è un restringimento della sua valle, è del 1983. • L'acqua del fiume viene invasata per poter essere utilizzata a scopo agricolo, industriale e potabile. • Il muro che costituisce la diga, la cui capacità massima è di 530 milioni di metri cubi, è lungo circa 1850 m., alto 60 m., e largo alla base 260 m. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 13. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso di Monte Cotugno AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 14. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso del Pertusillo • La diga del Pertusillo, posta nel medio corso del fiume Agri, è stata costruita tra il 1957 ed il 1962. • La diga, con un’altezza di 95 m, invasa circa 155 milioni di mc di acqua per destinarli ad uso irriguo, idroelettrico e potabile. • Per la sua capacità di invaso e per le caratteristiche del suo bacino imbrifero essa rappresenta uno dei punti di forza dello schema idrico Jonico-Sinni. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 15. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso del Pertusillo AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 16. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso di San Giuliano • La Diga di San Giuliano nacque sotto la spinta del programma economico di aiuti del Piano Marshall. • Lo sbarramento sorge alla stretta di San Giuliano, dove il fiume Bradano si restringe bruscamente in una forra rocciosa incisa nelle formazioni calcaree in cui si svolge il corso del fiume. • L'estensione è di 1.000 ettari ed è compresa nei territori comunali di Grottole, Matera e Miglionico. • Dal 1976 è Oasi naturale regionale, e dal 1989 è Oasi del WWF. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 17. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso di San Giuliano AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 18. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso di Genzano • La diga di Genzano sbarra il corso della Fiumarella che sottende, fino alla zona dello sbarramento, un bacino imbrifero di circa 37 kmq che si sviluppa fra i 400 e 600 msm. • La diga è del tipo in terra ed è costituita dalla stratificazione di diversi materiali terrosi per un totale di circa 10 milioni di mc; il coronamento ha lunghezza di circa 1 km e l'altezza massima supera i 60 m. • L'invaso alimentato, mediante un sistema di adduzione sotterraneo, dal surplus della diga di Acerenza. • La diga è destinata ad alimentare prevalentemente i distretti irrigui nella parte pianeggiante del comune di Genzano. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 19. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso di Genzano AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 20. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso di Acerenza • L'invaso di Acerenza, con una capacità di 47 milioni di mc, fa parte dello schema idrico Basento-Bradano, costituito da opere di accumulo (invasi e traverse) e da opere di adduzione. • E' destinato alla irrigazione del territorio sotteso alla diga dei comuni di Acerenza, Oppido e Tolve. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 21. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA Invaso di Acerenza AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 22. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Invaso di Monte Cotugno • L’invaso di Monte Cotugno è compreso all’interno dell’area protetta del Parco Nazionale del Pollino. • La tecnica di costruzione e il paesaggio circostante gli conferiscono l’aspetto di un lago naturale. •I terreni fertili sono stati invasi dalle acque della diga, e quelli che un tempo erano calanchi sono stati rimboschiti per mettere in sicurezza le pareti dell’invaso. • Quando il livello dell’acqua è molto basso il fondale diventa un irreale paesaggio desertico. • Lo spettacolo del lago è dominato dall’alto dall’’ Osservatorio Ovifaunistico, c’è un piccolo parco naturale con percorsi guidati, area picnic, passeggiata al lago, aree di avvistamento mediante capanni in legno. Il lago viene anche utilizzato per manifestazioni sportive, come le gare di canottaggio, grazie alla realizzazione di un centro polisportivo qui presente. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 23. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Invaso di Monte Cotugno AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 24. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Invaso del Pertusillo • Nonostante l'opera abbia avuto un notevole impatto ambientale, la preservazione ed il rispetto per l'ambiente ha permesso il proliferare nella zona di numerose specie animali anche non comuni, che spesso dimorano nel lago. • Tra gli animali stanziali ci sono le folaghe, i germani reali, i moriglioni e una gran parte dei rapaci presenti in Italia, mentre nei tratti più isolati del lago è presente anche l'airone cenerino. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 25. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Invaso di San Giuliano • L’invaso di San Giuliano ha visto la costituzione dell’'oasi di San Giuliano che fa parte del sistema di aree protette del WWF Italia. • La flora attorno al lago è molto varia e alterna una fascia di conifere ed eucalipti a zone con lembi di macchia mediterranea con lentisco, perastro, paliuro, ginepro, fillirea, biancospino, roverella. • Anche la fauna è molto ricca grazie alla presenza di aironi bianchi maggiori, aironi rossi, cormorani, fischioni, alzavole, cicogne, falchi pescatori, e mammiferi quali volpi, tassi, istrici, cinghiali, e lontre. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 26. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Invaso di Genzano • L’invaso di Genzano è un campo gara iscritto al circuito delle competizioni FIPSAS ed ha la caratteristica di essere molto tecnico. • Il pesce, negli anni, ha subito una forte pressione da parte dei pescatori i quali hanno riversato enormi quantitativi di pastura durante le competizioni, rendendolo molto astuto e piuttosto “goloso” di alcuni aromi ed additivi. • A tredici metri si pesca benissimo, il fondale degrada dolcemente, quindi non si incontrano alte profondità da contrastrare. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 27. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO Invaso di Acerenza • L’invaso di ripropone un tratto paesaggistico ricorrente sul territorio lucano, rappresentato da specchi d'acqua che colmano tratti oblunghi di strette valli fluviali. • Inizialmente gli invasi, elementi intrusivi nel contesto orografico naturale, hanno indotto significative alterazioni degli equilibri eco sistemici con particolare riferimento agli assetti climatici. • Tuttavia, naturalizzandosi rapidamente, hanno generato col tempo veri e propri ambienti lacustri che, come nel caso dell'invaso di Acerenza, si fondono con la vegetazione circostante, contribuendo alla costruzione di nuovi scenari paesaggistici AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 28. CONCLUSIONI •Le infrastrutture idriche, nel complesso ben inserite nel contesto territoriale, hanno prodotto significative trasformazioni ambientali, ma anche qualche criticità. Ricadute positive si sono avute, soprattutto, nell’agricoltura intensiva, nella ridefinizione degli assetti antropici del territorio agrario e nello sviluppo di attività ludico-ricreative con incremento della ricettività dei luoghi. • L’importanza dell’agricoltura irrigua regionale è sempre più rilevante nell’economia agricola della Regione Basilicata, incidendo per oltre il 59% di tutta la produzione agricola vegetale (dati INEA, 2009). • Nella slide successiva sono riportati: • per il territorio lucano, la ripartizione della risorsa idrica tra i tre principali usi (irriguo, potabile e industriale) in milioni di mq (fonte INEA, 2009); •Dati del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale del 2010 indicano per la Regione Basilicata il maggior volume totale delle grandi dighe sul Distretto del Territorio Meridionale AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 29. CONCLUSIONI Ripartizione della risorsa idrica tra i tre principali usi Volume totale delle grandi dighe sul Distretto del Territorio Meridionale AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 30. CONCLUSIONI •Effetti negativi si sono ripercossi sul microclima e sull’arretramento della linea di costa, problema alquanto complesso al quale concorrono in maniera significativa anche le correnti marine. •Dall’esame dell’andamento della linea costiera dal 1873 al 2007 (Lupo, Pandiscia 2010), si evincono fasi intermittenti di protendimento e di arretramento che stabiliscono una sorta di equilibrio naturale su lunghi periodi . AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 31. CONCLUSIONI Metaponto, marzo 2010 AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
  • 32. BIBLIOGRAFIA AUTORITÀ’ DI BACINO DELLA BASILICATA, “Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico, Relazione” (2010) BECCIU G. , “Dighe e traverse – Introduzione”. DE STEFANO A. “Basilicata: la storia, il territorio, l’economia e le tradizioni”. DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO MERIDIONALE, “Piano di Gestione Acque (Direttiva Comunitaria 2000/60/CE, D.L.vo 152/06, L. 13/09, D.L. 194/09), Allegato 10, Sistema dei Grandi Invasi e relative Interconnessioni” (febbraio 2010). D.M.LL.PP 24/3/82. FEDERICO G, “Ma l’agricoltura meridionale era davvero arretrata?”. Rivista di Politica Economica. (Marzo- Aprile 2007). FELICE E, “I divari regionali in Italia sulla base degli indicatori sociali (1871-2001)”. Rivista di Politica Economica”. (Marzo-Aprile 2007). LUPO M, PANDISCIA G. V, , “Evoluzione della fascia costiera jonica fra i fiumi Bradano e Basento attraverso l'analisi di cartografia e orto immagini storiche e recenti”, Gorizia, Convegno AIC (2010). ROMANO F. S. , “Storia della questione meridionale”, Edizioni Pantea, 1945. SCESI L., PAPINI M., GATTINONI P.:, “Geologia applicata [volume 2] Applicazione ai progetti di ingegneria civile”. SMITH M., “Storia d'Italia dal 1861 al 1997”, Laterza, 1997. VITA M,, GERARDI M. , LO VECCHIO G. , “La gestione della risorsa idrica in Basilicata”, Basilicata Regione Notizie, 121-122. http://www.aptbasilicata.it/, http://www.atlanteitaliano.it, ww.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it, http://www.paysmed.net/upl_punti_interesse/pdf_ita-61.pdf, http://www.prolocosenise.it/, http://www.rivistapoliticaeconomica.it/2007/mar-apr/. AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.

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