Dove le tecnologie incontrano l’apprendimento marconato
1. Dove le tecnologie incontrano
l’apprendimento
Le responsabilità
della scuola
nel formare
nell’era del digitale
G. Marconato
La scuola nell’era digitale
Trento – Centro Studi Erickson
9 -10 marzo 2012
5. Il mio intervento
• Introduzione
• Conosciamo il nostro «cliente»
• La scuola e il digitale (riflessioni
generali)
• Come usare il digitale a scuola
(modelli concettuali)
• Una questione controversa
• Conclusioni
7. La scuola non è più …
• La scuola non ha più la funzione di
socializzazione delle nuove generazioni
• La scuola non ha più la funzione di
controllo sociale
• La scuola gode sempre meno di
legittimazione culturale e sociale
• La scuola non è più il solo o principale
luogo dove si apprende, anche da
giovani
8. …e, soprattutto …
• La scuola sta dentro la
modernizzazione che esalta
l’individualismo e utilitarismo
(Francois Dubet)
9. A scuola non entrano studenti, ma giovani
(F. Dubet)
• A scuola entrano nuovi giovani
• Si ha la trasformazione delle vecchie regole
scolastiche
• Il giovane rifiuta le costrizioni scolastiche
• Ripiega su una cultura giovanile ostile alla scuola
• Cultura giovanile come difesa verso le frustrazioni
scolastiche
• Distanza tra cultura dei giovani e cultura scolastica
• Tradizionali modelli pedagogici adatti solo ad una
minoranza
10. • Impegno e motivazione non più dati acquisiti
• Per lo studente non più adesione ad un ruolo dato
ma costruzione della propria esperienza
• Individuo artefice della propria educazione
• I giovani si danno un “programma” educativo
loro, in alternativa a quello istituzionale
• I giovani chiedono + scuola ma - lezioni (R. Drago)
11. Cosa vogliono gli
studenti?
• non tollerano più lezioni cattedratiche;
• vogliono essere rispettati, vogliono che si abbia fiducia in loro;
• vogliono che si tenga conto delle loro opinioni e che li si
apprezzi;
• vogliono coltivare le proprie passioni e i propri interessi;
• vogliono creare, utilizzando gli strumenti del loro tempo;
• vogliono lavorare con i loro coetanei, in gruppi di lavoro, per
realizzare progetti;
• vogliono prendere decisioni ed essere coinvolti nel controllo
dell'esecuzione;
• vogliono essere collegati con i loro coetanei per esprimere e
condividere le loro opinioni, in classe e al di fuori della scuola;
• vogliono cooperare e competere con altri;
• vogliono che l'educazione sia anche legata alla realtà.
(Prensky citato da Bottani)
12. Come apprendono i giovani
(da ricerca Università Sud
California)
• imparano con estremo interesse ed
impegno
• fanno tutta la fatica che serve per
imparare
• apprendono in modo auto-diretto
• apprendono per uno scopo
• apprendono in connessione con altri
13. usano strategie che noi tecnici potremo
chiamare di peer-teaching e peer-
tutoring
sono orgogliosi di ciò che hanno appreso
sanno monitorare il proprio
apprendimento
sono riconosciuti all'interno della propria
comunità per ciò che sanno.
19. Homo Zappiens
da Wim Ween, 2006,
Homo Zappiens,
Ashford Colour Press, London
20. L’Homo Zappiens impara
in modo diverso
Homo Zappiens Homo Sapiens
Velocità spasmodica Velocità convenzionale
Multi-tasking Mono-tasking
Approccio non lineare Approccio lineare
Processa informazioni Processo un singolo
discontinue flusso di informazioni
Primariamente abilità Primariamente abilità di
iconiche lettura
Lavora connesso Lavora da solo
Collaborativo Competitivo
21. Homo Zappiens Homo sapiens
• Attivo • Passivo
• Apprende giocando • Separa gioco ed
apprendimento
• Risultato immediato • Paziente
• Fantasia • Realtà
• Tecnologia come • Tecnologie come
amico nemico
22. Implicazioni per
l’educazione
Attuale Futuro?
Basata sul curricolo Just-in-time
Discipline – corsi Interdisciplinarietà
Contenuti Comunità
Apprendimento in Apprendere in gruppi di
classe
interesse
Sessioni di 4 ore
Lezioni di 45 – 50 minuti
“Anno scolastico” Itinerari personali
Esami Portfolio
23. Per l’Homo Zappiens …
• L’apprendimento è ricerca di significato
• La conoscenza è comunicazione sul significato
• I dati digitali e l’informazione diventano strumenti per
la costruzione di conoscenza
• Apprendere con le tecnologie è andare oltre la
comprensione del pensiero degli altri per generare
nuove idee per se stessi
24. Il digitale è un dovere per
la scuola
• il digitale, di per sé, non è una innovazione (forse lo
era 10 anni fa),
• innovazione è l’uso che se ne fa
• con il digitale si fanno cose vecchie in modo
nuovo,
• o cose nuove in modo nuovo.
• Per me “innovazione” è la seconda opzione. Tutto il
resto è ammodernamento, adeguamento al nuovo
25. “innovazione” è usare le
tecnologie per cambiare la
scuola e per migliorare
l’apprendimento
26. Unicità delle tecnologie
digitali
• si innova cogliendo le caratteristiche
proprie di questa tecnologia
• la connessione,
• la condivisione,
• la collaborazione.
• … di idee, di persone, di artefatti.
27. L’uso innovativo della rete e
delle pratiche didattiche
quotidiane
passa, anche, attraverso
l’attivazione di nuove
pratiche, di collaborazione tra
insegnanti per la produzione e
per l’uso di risorse didattiche
28. La rete sta emancipando
l’insegnate dalla tirannia
dei libri di testo e di risorse
didattiche preconfezionate
Una prospettiva interessante
29. La tecnologia (digitale, di rete)
non è un’opzione, ma un dovere
per collegare la scuola al mondo
esterno. Più la scuola (e
l’insegnante) rifiuta la tecnologa,
più si isola dal mondo reale. Non
basta usare la tecnologia, bisogna
usarla producendo valore
aggiunto
30. Partiamo da qui …
• Principale problema degli insegnanti: motivare e
coinvolgere gli studenti
• I giovani chiedono + scuola, meno lezioni
• I giovani hanno un approccio diverso alla loro
istruzione
• Le tecnologie digitali possono aiutare a dare una
risposta
31. Le tecnologie per …
• Attribuzione di significato
• Potenziamento cognitivo
32. UN MODELLO DIDATTICO
PER L’USO DELLE
TECNOLOGIE
• L’apprendimento significativo
• Tecnologie come strumenti cognitivi
• La didattica basata su casi
• I compiti autentici
34. Apprendimento
significativo
• Ancorare la didattica a compiti autentici
• Assegnare un ruolo attivo allo studente
• Rendere possibile la collaborazione tra
studenti
• Connettere la scuola e la società
35. L’apprendimento
significativo
E’ il processo che porta alla costruzione
di conoscenza che può essere usata
per fare qualcosa (conceptual
knowlegde, knowledge in action)
Ciò che, più di ogni altra cosa, guida
l’apprendimento è la comprensione e
lo sforzo fatto nel completare un
compito o una attività
36. Apprendimento
significativo
• Le persone sono in grado di dare un
senso a ciò apprendono
• Apprendimento che può essere
utilizzato dalle persone per risolvere
problemi e per realizzare attività,
successivamente ed in contesti
differenti
• L’apprendimento significativo è
l’opposto della memorizzazione
37. L’apprendimento
significativo…
• è attivo: si interagisce con l’ambiente, si manipolano
gli oggetti presenti in quell’ambiente e si osserva
l’esito dell’azione;
• è costruttivo: si articolare cosa è stato fatto e si
riflettere sulle attività e sulle osservazioni;
• è intenzionale (goal-directed): si fa qualcosa per uno
scopo;
• è’ cooperativo, conversazionale, collaborativo: si
negozia socialmente una comune comprensione;
• è autentico: è complesso e contestuale
38. L’ apprendimento significativo è
caratterizzato da
• investigazione
• esplorazione
• scrittura
• costruzione di modelli
• comunicazione
• progettazione
• visualizzazione
• valutazione
39. Le tecnologie per
• investigare
• esplorare
• scrivere
• costruire modelli
• costruire comunità
• comunicare con altre persone
• progettare e visualizzare
40. Tecnologie come
strumenti
cognitivi
Apprendere con le tecnologie
42. tecnologie come cognitve
tools
“Attrezzi” cognitivi, strumenti che aiutano le
persone a trascendere i limiti della propria
mente come la memoria, il pensiero, la
capacità di risolvere problemi,
Aiutano ad organizzare ed a rappresentare
ciò che le persone sanno amplificando il
modo di pensare
43. • L’esecuzione di attività, o “compiti
d’apprendimento” con questi
strumenti porta lo studente a
sviluppare una comprensione
profonda dell’oggetto dello studio
e, nel contempo, favoriscono lo
sviluppo di abilità di pensiero
44. Secondo Jonassen (1998)
• chi utilizza questi strumenti, è obbligato
a pensare in modo più profondo ai
contenuti che sta apprendendo e
sviluppare, di conseguenza, una sua
maggior comprensione, un
apprendimento più stabile
45. Gli“strumenti cognitivi”
• consentono a chi apprende di creare
una conoscenza che riflette la sua
propria comprensione e concezione
delle informazioni piuttosto che
focalizzarsi nella rappresentazione di
una conoscenza oggettiva
46. Gli “strumenti cognitivi”
• non hanno lo scopo di rendere più facile il
compito di apprendimento ma
• richiedono a chi apprende di pensare in
modo più “duro” ai contenuti oggetto dello
studio
• sono strumenti di riflessione ed amplificazione
cognitiva
47. • aiutano lo studente a costruire la sua
propria realtà
• Migliorano le abilità di pensare in modo
significativo
• ad essere padrone della propria
conoscenza, piuttosto che
• riprodurre quella dell’insegnante
48. Cognitive tools
• Mappe concettuali
• Fogli di calcolo
• Simulazioni
• Constrained forum
• Ambienti di apprendimento orientati al problem
solving
50. Il C-bL in pratica
Gli studenti La letteratura
• Le informazioni risultano
più chiare ed è facile
memorizzarle Le storie richiedono uno
• Ti aiutano tanto a capire sforzo cognitivo inferiore
qual è il modo più per la forma narrativa
adeguato e professionale che esse hanno di dare
per svolgere struttura all’esperienza
• facilita a studiare (Bruner 1990)
• studiare è mettere in
pratica le conoscenze
che apprendiam
52. Basta ridurre gli studenti a caricature
Occorre realmente capire la loro vita
con tutta la sua ricchezza e
complessità
Ciò prende tempo
ed è difficile da fare
N. Bottani
54. Nativo digitale
Immigrato digitale
M. Prensky (2001)
Due coorti che si
differenziano pe le
pratiche e gli
atteggiamenti "digitali"
54
55. Il "Nativo
Digitale" NON
esiste
M. Prensky (2009)
"saggezza digitale"
55
56. Pratiche quotidiane
di insegnamento
Prove
empiriche di
nessuna
differenza
"digitale"; Indagini OCSE
anzi ..... sulla "digital
litteracy"
Indagine Nielsen 2011
56
57. Non hanno
alcuna spiccata
competenza
digitale
La questione
dei giovani Usi limitati ad
"digitali" in alcune funzioni di
pratica comunicazione e
gioco
Separazione tra
uso nella vita e
uso a scuola
57
59. Tranquillizziamoci: il nativo digitale non è mai
esistito e rimbocchiamoci le maniche per
interagire efficacemente con le nuove generazioni
che sono, come è giusto sia e come è sempre
stato, diverse da quelle precedenti
59
60. Linee guida
Per un approccio strategico alla didattica con le tecnologie
61. • non è pensabile un’università ed a scuola moderne
che non facciano uso esteso anche delle
tecnologie (digitali e di internet)
• l’utilizzo delle tecnologie dovrebbe essere
concepito e reso operativo come una pratica
“normale”
• i docenti dovrebbero acquisire una buona
confidenza tecnica con l’uso delle tecnologie
digitali in modo da poter agire come coach, più
che come “esperto” dei loro studenti nell’uso delle
stesse
62. • le tecnologie possono migliorare gli apprendimenti
ma lo possono fare solo se il loro uso è guidato da
una chiara e consapevole intenzionalità didattica
• le tecnologie non possono essere considerate il
“cavallo di Troia” per entrare nei meccanismi del
cambiamento e dell’innovazione; farlo potrebbe
significare adottare una strategia errata
trascurando di intervenire ed incidere sulle criticità
rilevanti
• le tecnologie vanno proposte ed usate nel contesto
di più ampi approcci al miglioramento delle
pratiche didattiche
63. • i progetti di innovazione richiedono un forte
committment da parte della dirigenza e
l’assunzione di una prospettiva di medio – lungo
periodo; al di fuori di queste condizioni si avranno
solo progetti dimostrativi e che non assumeranno
mai la dimensione del mainstreaming
• i processi di innovazione, anche se attivati con
approccio top-down, devono vedere il
coinvolgimento diretto dei docenti che dovrebbero
essere messi nelle condizioni di attivare processi di
peer-teaching e coaching
64. • i processi di innovazione richiedono una
significativa mobilitazione di risorse e, tra queste, il
tempo di lavoro delle persone coinvolte, tempo
che non dovrà essere residuale o marginale (o
volontaristico) ma integrato nei compiti e nel
tempo che caratterizzano la mission
istituzionalmente assegnata agli operatori
• le tecnologie (digitali e di internet) vanno
autenticamente considerate alla stregua di
strumenti a disposizione dei docenti e non un fine
ne un valore in sè