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Global Powers of Retailers: i giganti della distribuzione moderna
crescono in profitti (+3,8%) e vendite (+5,3%) nonostante il
permanere della crisi economica internazionale
1- Riduzione (da 92 a 88) dei Retailer europei nella classifica top250 (uscita del Gruppo Pam e
Finiper);
2- Redditività in aumento in ogni settore merceologico; stabile nel Retail italiano;
3- Redditività operativa e netta inferiore per i Retailer italiani a seguito di costi operativi superiori
(energia e trasporti)
Milano, 16 gennaio 2012 – Deloitte presenta oggi la quindicesima edizione dello studio “Global Powers of
Retailing”, in cui vengono analizzati i risultati di bilancio resi pubblici dai più grandi retailers del mondo.
Secondo lo studio, realizzato da Deloitte Touche Tohmatsu Limited (DTTL) in collaborazione con STORES Media, i
250 più grandi Retailer al mondo hanno fatto registrare per l’anno fiscale 2010 (che comprende il periodo da
giugno 2010 a giugno 2011) un incremento delle vendite del 5,3%. I dati sono nettamente migliorati rispetto
all’anno fiscale 2009, in cui si era registrato un leggero aumento delle vendite (1,2%), soprattutto tenendo in
considerazione la situazione che sta caratterizzando i mercati, la fine degli incentivi fiscali negli Stati Uniti, la crisi
nell’Eurozona e le rigide politiche monetarie nei paesi emergenti chiave.
Secondo Deloitte, anche la profittabilità è migliorata, con un incremento degli utili netti del 3,8% del fatturato (nel
2009 era pari al 3,1%). Quasi tutti i Retailer analizzati (183 su 195) hanno conseguito profitti nel corso del 2010 e
più di due terzi hanno visto un miglioramento dell’utile netto. Comunque, sebbene le performance delle aziende
analizzate sono state positive, i Retailer dovranno fare i conti con il deterioramento dell’economia globale nel 2012.
Principali dati dei Top 250 Retailers 2010 (US $)
$ 3.94 milioni di miliardi Vendite al dettaglio aggregate
$ 15.763 miliardi Fatturato medio Top250
$ 3.292 miliardi Vendite minime per rientrare nella classifica Top250
5,3% Crescita delle vendite al dettaglio FY10 vs FY09
5,7% Tasso di crescita composto delle vendite al dettaglio per il quinquennio
2005-2010
3,8% Crescita dell’utile netto FY10 vs FY09
5,8% Return on Asset (redditività del capitale investito)
1,5 volte Composite asset turnover
23,4% % vendite Top250 da operazioni estere
2. Ira Kalish, Director of Consumer Business per Deloitte Research, parte di Deloitte Servizi LP negli Stati Uniti,
afferma - “l’economia globale sta subendo rallentamenti, nel 2012 infatti si avrà una crescita inferiore rispetto a
quella registrata nel 2011 in molti dei più importanti mercati. La crisi dell’eurozona continua a far venir meno la
fiducia sia degli investitori che dei consumatori, sebbene la crescita prevista per gli Stati Uniti ridurrà la
disoccupazione. Le economie dei Paesi BRIC sono in leggero calo a causa delle rigide politiche fiscali dei governi
e alla debole crescita globale e, sebbene si preveda una crescita forte del Giappone, ciò sarà semplicemente
conseguenza della ripresa dopo le devastazioni subite dal paese da terremoto e tsunami.”
“Ma non tutto il male viene per nuocere. La debole crescita dell’economia globale, infatti, ha anche lati positivi: la
continua attenuazione dei prezzi delle merci, per esempio, comporta per i Retailer una riduzione dei costi; mentre,
l’inflazione sui prezzi dei Retailer in alcuni mercati può portare al miglioramento dei margini di profitto, anche in un
contesto di bassa crescita.” - continua il Director of Consumer Business per Deloitte Research. “Ma il fattore più
positivo in assoluto è il lungo termine. Anche se la situazione economica del mondo per il 2012 non è rosea, le
previsioni di lungo termine si confermano buone. Malgrado la struttura demografica, la Cina continuerà a crescere
e anche i mercati emergenti di India, Brasile, Turchia, Indonesia e parte dell’area del Sud America e dell’Africa
Sahariana continueranno ad offrire nuove opportunità di crescita per i più grandi Retailer del mondo.”
Crescita dei profitti e delle vendite (%) – Confronto mondiale
Molte opportunità sono già state colte da diverse aziende. I Retailer dell’America Latina, dell’Africa e dei Paesi del
Medio Oriente hanno fatto segnare nell’anno fiscale 2010 la più alta crescita. Sette dei dieci più grandi Retailers
Latino Americani hanno registrato una crescita a due cifre delle vendite, registrando un tasso di crescita annuo del
18% nel 2010, mentre i Retailer Africani e del Medio Oriente hanno generato il più alto tasso di crescita
relativamente al periodo 2005-2010 (+15,4%).
I tassi di crescita dei Retailer europei sono superiori a quelli dell’anno fiscale 2009, nonostante il numero di aziende
nelle top 250 sia in diminuzione (da 92 a 88 Retailer nel 2010). Nel complesso, le vendite dei Retailer europei sono
pari a circa un terzo delle vendite dei top250, pari a US$ 1.13.
Per quanto riguarda i diversi settori in cui operano i Retailer analizzati, secondo lo studio Deloitte, la redditività è
migliorata in ogni settore merceologico, ma tra questi i Retailer della moda continuano a mostrare le performance
migliori, realizzando un margine di profitto pari a 7,7% in linea con la crescita complessiva delle vendite che ha
registrato +7,4%, entrambi dati superiori alla media dei top250. Anche il settore dei Fast Moving Consumer Goods
(beni di largo consumo) solitamente con redditività molto limitate, anche quest’anno ha registrato un miglioramento
nelle vendite del 5,2% rispetto all’anno precedente.
Crescita delle vendite e dei profitti per settore merceologico (%)
3. Dario Righetti, Partner Deloitte e responsabile Consumer Business per l’Italia ha dichiarato: "Questi dati
dimostrano l'impegno dei Retailer di tutto il mondo nell’avviare un’intensa attività di ottimizzazione dei processi
aziendali. Solo due anni fa avevamo rilevato la caduta dei profitti per i Retailer come conseguenza del taglio alle
spese da parte dei consumatori, oltre ai magazzini stracolmi che avevano portato a politiche di forti sconti a scapito
appunto dei profitti. I Retailer avevano reagito velocemente per individuare le aree prioritarie di intervento. D’altra
parte, una volta completato il processo di miglioramento dell’efficienza, ove possibile, sarà difficile continuare ad
incrementare i profitti solo puntando ad un’ottimizzazione dei processi. Diventerà quindi fondamentale anche per i
Retailers una ripresa dell’economia che riporti la crescita reale anche delle vendite.” prosegue Righetti, "Tuttavia,
con l’inizio del 2012, i Retailer sono preoccupati per una domanda insufficiente nei paesi industrializzati e il
surriscaldamento della stessa nei paesi emergenti (rischio di tassi di inflazione elevati). Essi devono anche
affrontare le problematiche inerenti la volatilità dei tassi di cambio, una politica fiscale in fase di cambiamento e la
sostenibilità della ripresa in alcuni mercati”.
La composizione della “Top 10 Retailer” ha visto l’ingresso di Walgreen Co, salito dall’undicesima alla nona
posizione, e l’uscita di Target Co. Per quanto riguarda le performance, tutte le aziende della top10 registrano un
incremento delle vendite rispetto all’anno fiscale precedente.
Top 10 Retailers
Posizione Posizione
Edizione Edizione
Vendite al
2011 2012 % crescita
Paese di dettaglio CAGR
Azienda (giugno (giugno vendite
origine FY10* 2005-2010 (%)
2009 a 2010 a FY10vs FY09
(US$mil)
giugno giugno
2010) 2011)
Wal-Mart US 1 1 418,952 3.4 6.0
Carrefour France 2 2 121,519 4.8 3.9
Tesco UK 4 3 92,171 6.7 9.3
Metro Germany 3 4 88,931 2.8 3.8
The Kroger Co. US 6 5 82,189 7.1 6.3
Schwarz Germany 5 6 79,119 9.4 9.8
Costco US 7 7 76,225 9.1 8.0
Home Depot US 9 8 67,997 2.8 -2,5
Walgreen Co. US 11 9 67,420 6.4 9.8
Aldi Germany 8 10 67,112 5.2 5.9
*FY10 = periodo di riferimento giugno 2010 a giugno 2011
4. La presenza degli italiani tra i TOP250
“Tra gli italiani”, continua Righetti, “si riconfermano leader nazionali Coop, Conad, Esselunga e il gruppo Luxottica,
mentre gruppo Pam e Finiper escono dalla classifica dei top250.
Azienda Posizione ed. 2010 (giugno Posizione ed. 2011 (giugno Posizione ed. 2012 (giugno
2008 a giugno 2009) 2009 a giugno 2010) 2010 a giugno 2011)
Coop 46 47 52
Conad 69 67 74
Esselunga 114 115 125
Gruppo Luxottica 182 179 176
Righetti commenta la situazione italiana - “Salvo Luxottica che ha migliorato la propria posizione grazie alla sua
dinamicità e presenza globale sui mercati, gli altri retailer italiani hanno perso posizioni. Infatti, la crescita del
settore Retail italiano nel triennio 2008-09-10 è stata di poco superiore al tasso di inflazione, ed è avvenuto solo
grazie all’aumento della rete vendita.
Azienda Fatturato del Vendite al dettaglio Utile netto del CAGR
Gruppo (US$ mil) Gruppo 2005-2010 (%)
(US$ mil) (US$ mil)
FY09 (ed. 2011) 16,495e 16.495e n/a 2,6%
Coop FY10 (ed. 2012) 15,845e 15,845e n/a 2,4%
Δ -3,94% -3,94%
FY09 (ed. 2011) 12,969 12,969 n/a 5,6%
Conad FY10 (ed. 2012) 12,170 12,170 n/a 5,8%
Δ -6,16% -6,16%
FY09 (ed. 2011) 7,746e 7,746e 262 7,5%
Esselunga FY10 (ed. 2012) 7,741e 7,741e 283 7,6%
Δ -0,06% -0,06%
FY09 (ed. 2011) 7,105 4,332 456 6,9%
Gruppo
FY10 (ed. 2012) 7,699 4,729 541 1,5%
Luxottica
Δ +8,36% +8,39
FY09 = giugno 2009 a giugno 2010
FY10 = giugno 2010 a giugno 2011
Continua il Partner di Deloitte – “Per quanto riguarda la redditività del settore, in Italia si può affermare che nel
triennio 2008-10 è stata piuttosto stabile, grazie ai contributi promozionali e ai premi di fine anno, con una
marginalità commerciale in linea con i dati internazionali; viceversa, una redditività operativa inferiore di almeno
due punti percentuali rispetto ai Retailer stranieri. Ciò è dovuto a maggiori costi operativi (principalmente energia e
trasporti) i per i Retailer italiani. Le liberalizzazioni in corso non possono che portare benefici in tal senso.
Le Private Label, anche se in modesto incremento, incidono sempre poco (16,5%) sul fatturato, rispetto ai Paesi
esteri a testimonianza della fiducia che i consumatori ripongono nei prodotti di marca e “Made in Italy”.
L’esperienza multicanale è ormai assodata nel comportamento d’acquisito del consumatore
Sebbene le aperture di nuove catene commerciali sono aumentate anche quest’anno, un nuovo modo di dominare
il mercato si sta diffondendo nel mondo dei Retailers con la presenza degli stessi su internet.
Prosegue Righetti: “Molti Retailer si presentano al consumatore attraverso molteplici canali di comunicazione (es.
store, cataloghi, internet, call centers, social network, tecnologie digitali e cellulari), ma pochi hanno capito come i
consumatori stiano utilizzando tali canali per lo shopping e, ancora di più, pochissimi Retailer stanno
implementando una efficacia strategia multicanale.”
Continua l’esperto di Deloitte: “Il consumatore non è più solo attore passivo bensì attore protagonista: è esigente
e spietato, si informa, guarda in internet, confronta e condivide le opinioni prima di prendere una decisione, e
5. successivamente all’acquisto offre il proprio feedback, contribuendo in questo modo al successo e/o insuccesso
dei prodotti in commercio. I Retailer, insieme ai produttori loro fornitori, che saranno capaci di implementare una
strategia multi-canale basata anche sulle nuove tecnologie e soprattutto focalizzata sul consumatore otterranno un
vantaggio competitivo rispetto agli altri Retailer”.
“Su tali basi ritengo che non sia più procrastinabile una maggiore collaborazione fra produttori e Retailer per
strategie e iniziative congiunte che puntino meno sulla guerra dei prezzi e promozioni e di più sulla ricerca del
valore per il consumatore sempre più “value oriented” che “low cost oriented”. Misurare e valorizzare
maggiormente il fatturato per mq rispetto al fatturato/kg o al fatturato/euro.“ conclude Dario Righetti.
“Fra qualche anno, il consumatore farà uso anche della tecnologia mobile per ottenere informazioni in tempo reale
sulla gamma di prodotti disponibili presso il Retailer più vicino a lui o effettuare un ordine di un prodotto mentre è
fisicamente all’interno dello store e riceverlo direttamente a casa. Pertanto, nell’immediato futuro i Retailer devono
continuare sulla strada dell’innovazione di soluzioni multicanali.” Conclude Ira Kalish, Director of Consumer
Business per Deloitte Research.
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