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Progetto di cittadinanza e costituzione
1. PROGETTO DI CITTADINANZA E COSTITUZIONE
Dall’articolo 1 della Costituzione Italiana “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul
lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione”,si evige che nella società italiana e’ il popolo sovrano che, nel rispetto della
Costituzione, ha potere decisionale e ogni essere umano può liberamente esprimere ciò che
crede. Tuttavia al giorno d’oggi la straordinaria evoluzione che ha investito la tecnologia può
influenzare l’individuo e mettere a rischio il controllo che esercita sul mondo in cui vive.
L’innovazione e la tecnologia sono forze incredibili, capaci di migliorare molteplici aspetti
della nostra vita. La cosa fondamentale però e’ indirizzare questa trasformazione nel migliore
dei modi: abbiamo il dovere di far sì che porti dei reali benefici a tutti gli individui, non
dimenticandoci che deve poter esser gestita dall’uomo che ha reso possibile il tutto. Una
disciplina che si inserisce perfettamente in questo ambito e’ l’intelligenza artificiale, definita
come l’abilità di un sistema tecnologico di risolvere problemi o svolgere compiti e attività
tipici della mente e dell’abilità umane. L’espressione “intelligenza artificiale” fu coniata
durante una conferenza promossa da John McCarthy tenutasi nel 1956 nel New Hampshire e
sin da subito emersero pareri contrastanti riguardo la sua natura. Alcuni la considerano una
disciplina scientifica, altri una ricerca tecnologica raggiunta attraverso l’unione di varie
discipline come l’informatica, la psicologia, la logica e altre ancora. Alcuni prediligono una
definizione “forte” dell’intelligenza artificiale (intesa come tentativo di riprodurre, tramite
appositi elaboratori, dei comportamenti identici a quelli umani ), altri una “debole” (ossia il
tentativo di far fare ai computer cose che gli uomini sanno fare meglio). Ancor prima della
conferenza del 1956, il matematico Alan Mathison Turing nel suo scritto “Macchine
calcolatrici e intelligenza” si chiese se i computer fossero in grado di pensare. Egli mise
appunto il cosiddetto “test di Turing” basato su una conversazione di messaggi scritti tenuta
tra un interlocutore ed un esperto. Nel caso in cui l’interlocutore non e’ in grado di
distinguere se la sua comunicazione e’ avvenuta con una persona o con una macchina, allora
si deduce che la macchina “pensa”.
Molteplici sono le innovazioni che, grazie all’intelligenza artificiale, potrebbero portare dei
benefici agli individui e rivoluzionare il futuro. Basti pensare all’efficienza dei servizi pubblici
o alla facilitazione del compito di molti settori, come ad esempio quello giustiziario.
L’intelligenza artificiale potrebbe essere molto utile anche per affrontare problemi di difficile
gestione come il contrasto o la prevenzione contro una minaccia alla salute oppure potrebbe
orientare l’azione dei decisori pubblici, offrendo analisi che permettono di fare scelte sempre
più consapevoli. Pertanto, tutte queste innovazioni potrebbero migliorare le nostre
condizioni di vita e il nostro modo di lavorare. Ma che effetto avrà l'intelligenza artificiale su
molti aspetti importanti delle nostre vite? Lo sviluppo di nuove applicazioni dell’intelligenza
artificiale può essere una minaccia per i diritti umani? La cosa fondamentale e’ non
dimenticare che il significato e il fine di tutte le attività sono nell’uomo stesso e che le
molteplici innovazioni tecnologiche devono essere funzionali alle sue esigenze. Come
sostenne Marvin Misky, l’obbiettivo dell’intelligenza artificiale e’ quello di “far fare alle
macchine delle cose che se fossero state fatte dagli uomini, richiederebbero intelligenza” e
non quello di sostituirsi a gran parte delle azioni umane, fungendo da perfetto doppione del
nostro cervello. In conclusione, l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare per sempre la vita
di ogni individuo ma, per farlo in meglio, l’uomo deve poter controllare ciò che egli stesso ha
creato impedendo tutte violazioni dei diritti umani da parte dell'intelligenza artificiale.