The Italian "Risorgimento" made several different states an united nation during the period 1830 - 1860. This is a brief history of thoughts which inspire the most important actions of this historical process (first part, 1830 - 1849)
Giorgio ScudelettiHigh school teacher um Isis "Romero" Albino (Bg) liceo linguistico e liceo delle scienze umane
2. Bibliografia
• Alberto Mario Banti,
Il Risorgimento italiano,Roma – Bari,
Laterza, 2004
• Giovanni Sabbatucci – Vittorio Vidotto,
Storia contemporanea. “L’Ottocento”,
Roma – Bari, Laterza, 2002/2009
4. Gli inizi di Giuseppe Mazzini
• Dopo l’esito negativo dei moti del
1820-31, la Carboneria entrò in una
una crisi profonda e emersero tutti i
difetti delle iniziative rivoluzionarie
guidate dalle società segrete.
• In questa fase l’ideale dell’unità
italiana come obiettivo da ottenere
Mazzini all’epoca
attraverso una vera lotta di popolo si
dell’arresto diffuse tra gli attivisti italiani di
orientamento democratico.
• Tra di essi emerse con forza la figura
di Giuseppe Mazzini (Genova, 1805)
5. L’esilio in Francia
• Mazzini era stato carbonaro, e per questo
esiliato dalle autorità sabaude a Marsiglia, in
Francia.
• Nella città francese egli maturò il suo ideale
politico a contatto con altri esuli italiani
democratici, come Filippo Buonarroti, e con le
idee più avanzate della cultura politica
francese.
6. • Mazzini aveva un’idea sostanzialmente religiosa
dell’azione politica.
• Dio era un essere non trascendente, ma uno spirito
insito nella storia, e si identificava con l’umanità
• La fede nella libertà e nel progresso dell’umanità era per
lui una fede religiosa.
• Gli individui e le nazioni avevano diritti da conquistare e
doveri da rispettare
• I popoli avevano una missione da compiere, ed erano
strumento di un progetto divino: lo slogan mazziniano
più noto era infatti Dio e popolo.
7. I principi ispiratori del pensiero di Mazzini
• Mazzini riteneva che fosse indispensabile
l’unione tra gli individui per realizzare il bene
di tutti.
• Al di sopra dell’individuo c’era la famiglia, al di
sopra della famiglia si poneva la nazione, al di
sopra della nazione esisteva l’umanità intera.
• il bene comune sarebbe derivato da una
associazione degli individui tra loro →nazione)
e delle nazioni tra loro →umanità
8. La nazione e l’Italia
• La nazione era un’unità culturale e spirituale,in primo
luogo, e di conseguenza, etnica e territoriale.
• L’Italia unita come nazione doveva guidare le nazioni
oppresse
• abbattere i pilastri dell’Antico Regime: Impero Asburgo e
Stato pontificio
• promuovere un moto di liberazione universale
• La prima Roma (degli imperatori) aveva unificato l’Europa
– la seconda Roma (dei papi) aveva assoggettato l’Europa
a un’unica autorità religiosa – la terza Roma avrebbe
promosso un’unità morale e sociale di tutti i popoli della
terra.
9. Il programma politico di Mazzini
Il programma politico di Mazzini era chiaro:
• l’Italia doveva rendersi indipendente, unitaria e
repubblicana.
• L’insurrezione di popolo, di tutto il popolo senza
distinzione di classi, era l’unica via attraverso la
quale l’Italia poteva diventare unita e
indipendente.
• Nessuno spazio per idee come la lotta di classe,
in quanto esse tendevano a dividere l’unità
spirituale del popolo,base indispensabile
dell’azione insurrezionale.
10. La fondazione della “Giovine Italia”
• Un’organizzazione che chiarisse ai suoi
affiliati gli obiettivi da ottenere e
propagandasse chiaramente i suoi principi
era lo strumento per realizzare
l’insurrezione popolare.
• Questa organizzazione doveva così svolgere
un’opera di educazione politica dei suoi
iscritti e del popolo in generale.
Fondazione della
“Giovine Italia”,
• Su questi presupposti nacque la
Marsiglia, Giovine Italia
giugno 1831
in Francia nel 1831
11. Le parole d’ordine della “Giovine Italia”
26 GIUGNO 1831 - MARSIGLIA -
Mazzini nello Statuto e nell’Istruzione generale per gli affratellati
del 1832 stabilisce che i colori della società sono “il bianco, il
rosso, il verde” e propone delle scritte: “libertà, uguaglianza,
umanità” per un lato, e per l’altro “unità e indipendenza”. Altre
sezioni, come quella la cui bandiera è conservata a Genova, usano
“unione, forza e libertà!”. Il movimento aveva anche un periodico.
12. Pensiero e azione
Nella stessa “Istruzione generale” si legge:
• chiunque voglia «chiamare il popolo alle armi deve potergli
dire il perché»
• Ogni iniziativa insurrezionale doveva coinvolgere il popolo
• Ogni insurrezione doveva fondarsi su forze italiane.
• Mazzini riteneva che pensiero e azione fossero inscindibili.
• Nessuna azione rivoluzionaria aveva senso se alla base non ci
fosse stata una fede a ispirarla
• nessuna teoria rivoluzionaria era valida se non trasformandosi
in azione concreta e costante.
• la cospirazione e l’insurrezione, finalizzate a obiettivi giusti,
erano comunque valide in sé come testimonianza e esempio,
anche se non avevano effettive possibilità di successo.
13. Prime iniziative e prime sconfitte (1833-1834)
• Le prime iniziative della Giovine Italia
si conclusero tuttavia malamente.
• Nel 1833 il movimento di Mazzini
organizzò nel Regno di Sardegna una
cospirazione contro il re Carlo
Alberto. Essa fu scoperta e la rete dei
mazziniani nel regno fu smantellata.
• Una seconda azione che doveva
culminare con l’uccisione di Carlo
Alberto, e condotta
Primo incontro tra Giuseppe contemporaneamente in Savoia e a
Mazzini
e Giuseppe Garibaldi
Genova, ebbe di nuovo esito
Secondo alcuni calcoli, negativo. In essa fu coinvolto il
gli affiliati alla “Giovine Italia” marinaio di Nizza Giuseppe
nel 1833 erano circa 50.000 Garibaldi, che condannato a morte,
riuscì a fuggire in Sudamerica: 1834
14. Fine e rinascita della “Giovine Italia” (1840)
• I fallimenti delle prime iniziative
causarono una grave crisi nella “Giovine
Italia” e determinarono contro Mazzini
accuse di leggerezza e corresponsabilità
nella morte di molti giovani patrioti
• Mazzini, espulso da Francia e Svizzera, si
rifugiò in Gran Bretagna (1837) , e
affrontò una profonda crisi di coscienza: la
tempesta del dubbio
Mazzini all’epoca • Dopo aver fondato nel 1834 la “Giovine
del primo esilio Europa”, ricostituì la “Giovine Italia” nel
britannico 1839 e ricostruì i legami con gruppi
clandestini che operavano in Italia
15. Insurrezioni fallite in Emilia-Romagna e Calabria
• L’idea dell’azione insurrezionale di popolo
continuava a mantenersi viva in Italia
• Due tentativi falliti furono organizzati da
patrioti emiliani e romagnoli nelle
Legazioni Pontificie (1843/1845)
Attilio e Emilio Bandiera • Nel giugno/luglio del 1844, i fratelli Attilio
e Emilio Bandiera, veneziani ufficiali della
marina austriaca, organizzarono una
spedizione in Calabria con venti
compagni.
• Volevano suscitare una ribellione dei
contadini contro i Borbone, ma trovarono
La fucilazione dei Bandiera solo indifferenza, e furono arrestati e
Mazzini disapprovò
il progetto di spedizione in fucilati (in otto compresi i Bandiera)
Calabria dei due fratelli
16. L’emergere del moderatismo
• Durante gli anni ‘40,mentre in alcuni stati italiani era in atto
un certo risveglio economico, il dibattito politico si fece più
intenso.
• Cominciarono a affermarsi le posizioni dei moderati, che
rifiutavano sia il legittimismo conservatore della
Restaurazione, sia il radicalismo repubblicano di Mazzini.
• I moderati ritenevano che il problema italiano si potesse
risolvere con un’azione graduale e evitando l’uso della forza,
che suscitava la reazione violenta dell’autorità costituita.
• Intendevano conciliare la causa liberale e patriottica con la
religione cattolica – principale fattore unitario della nazione
italiana – e il magistero della Chiesa
18. La corrente moderata
• I principali esponenti dei
moderati erano don
Antonio Rosmini,
Alessandro Manzoni, il
Rosmini
Manzoni gruppo riunito intorno alla
rivista fiorentina
“Antologia”: G.P.Viesseux,
Bettino Ricasoli, Raffaello
Lambruschini.
Viesseux
Ricasolo
19. Il neoguelfismo
• Si affermò una corrente di pensiero chiamata
neoguelfismo
che rivalutava il ruolo della Chiesa e del papato
nella storia della nazione italiana e le vedeva
come difensori delle “libertà d’Italia”
Vincenzo Gioberti
L’opera principale a cui faceva riferimento questa
corrente
“Del primato morale e civile degli italiani”
fu scritta dell’abate torinese V. Gioberti, ex
membro della “Giovine Italia”, e fu pubblicata a
Bruxelles nel 1843.
20. il “primato morale” dell’Italia – nazione cattolica
• Secondo Gioberti la fede cristiana e la guida del
Papa avrebbe dato alla comunità italiana la sua
identità fondamentale
• Il fatto di essere una comunità cattolica e di
ospitare la sede della cattolicità dava al popolo
italiano un “primato morale” sugli altri popoli.
• La nazione italiana, oppressa dai
barbari«contiene in sé medesima, sovrattutto per
via della religione, tutte le condizioni richieste al
suo nazionale e politico risorgimento».
21. Una guida monarchica e aristocratica
• Gioberti afferma che il popolo italiano non può
agire politicamente perché non è ancora unito.
• Per raggiungere questa unità d’azione esso deve
avere una guida «monarchica e aristocratica»,
che esprime i due elementi fondamentali del
genio italico,
• uno naturale,antico,dorico,etrusco, latino,
romano;
• l’altro sovrannaturale, moderno cristiano,
cattolico e guelfo.
22. Una federazione guidata dal papa
• Gioberti sosteneva che politicamente l’Italia
potesse costituirsi come una federazione degli
stati esistenti, che sarebbe stata guidata dal
papa, in quanto egli era superiore eticamente a
ogni altro sovrano per il magistero del ruolo che
esercitava.
• Questa federazione doveva essere costruita con il
consenso dei principi esistenti,
• doveva essere sostenuta dall’opinione pubblica,
e
• sarebbe stata “protetta” religiosamente dal papa
e militarmente dal Regno di Sardegna.
23. “Le speranze d’Italia” e l’inorientamento dell’Austria
• Punti deboli del discorso politico di Gioberti
erano le idee reazionarie del papa di allora,
Gregorio XVI, e la mancata indicazione del
ruolo dell’Austria in questa ipotetica
federazione.
• Il conte piemontese Cesare Balbo segnalò
questi errori nel suo libro Delle speranze
d’Italia (1844), nel quale proponeva la teoria
dell’inorientamento dell’Austria: gli Asburgo
approfitterebbero della dissoluzione
Cesare
Balbo
dell’impero ottomano e conquisterebbero i
Balcani, concedendo l’indipendenza al
Lombardo – Veneto
• Il Piemonte avrebbe dovuto portare avanti
l’iniziativa diplomatica per realizzare questa
indipendenza, mentre i sovrani degli altri stati
avrebbero potuto concedere riforme
24. La proposta federalistica di Carlo Cattaneo
• Una corrente di pensiero federalistica,
democratica e repubblicana si diffuse in
Lombardia
• Il suo maggiore esponente era Carlo
Cattaneo, che aveva fondato il periodico il
Politecnico (1839)
• Cattaneo rifiutava sia la visione mistica di
Mazzini, sia la prospettiva di assorbimento
Carlo Cattaneo
della Lombardia da parte del Piemonte,
assolutista e clericale.
• Condivideva con i moderati l’idea di una
politica di riforme e sviluppo economico dei
singoli stati
• Egli però aveva l’obiettivo finale di fondare in
Italia una confederazione repubblicana sul
modello degli Usa e della Svizzera.
• Tale confederazione doveva lasciare ampie
autonomie locali e contribuire a creare gli
Stati Uniti d’Europa.
25. “Viva Pio IX”
• Nel giugno del 1846 diventa papa
Giovanni Mastai Ferretti, col nome di
Pio IX
• Egli subito concesse l’amnistia ai
detenuti politici e agli esiliati, e fu
subito considerato “il papa liberale”.
• Nel 1847 Pio IX convocò una “Consulta
di stato” come rappresentanza delle
province dello Stato Pontificio, e
attenuò la censura sulla stampa
Giovanni Mastai
Ferretti,papa Pio IX
• L’entusiasmo e il sostegno per il papa
crebbero in tutta Italia e suscitarono la
reazione dell’Austria.
26. Prova di forza dell’Austria (1847)
• Nel luglio 1847, Metternich, e il
suo generale, feldmaresciallo
Radetzky decidono di dare una
dimostrazione di forza con un
dispiegamento fortissimo di
truppe dentro la città di Ferrara
(città papale) per intimidire il
papa.
• Carlo Alberto, e altri sovrani
italiani, reagiscono duramente e
Il Feldmaressciallo si configura un’unione doganale
Radetzky tra Toscana, regno di Sardegna e
Stato pontificio.
28. Il 1848, anno delle rivoluzioni europee
• Il 1848 fu un anno molto importante in cui
l’Europa fu attraversata da numerosi moti
rivoluzionari di grande ampiezza e intensità.
• I moti si estesero in quasi tutti gli stati e i territori
europei, dall’Italia alla Francia, dall’impero
Asburgo alla Confederazione germanica.
• Le uniche due potenze europee che non furono
coinvolte dall’ondata rivoluzionaria furono Russia
e Gran Bretagna (in cui però si rivoltò l’Irlanda).
30. Dalla Sicilia all’Italia
• In Italia le rivoluzioni del 1848 cominciarono
in Sicilia, dove il 12 gennaio si sollevò la città
di Palermo, che rivendicava l’autonomia
dell’isola dal Regno borbonico.
• Il re Ferdinando II concesse inaspettatamente
una Costituzione del regno delle Due Sicilie.
• Tale concessione non placò il moto siciliano e
provocò in tutta Italia agitazioni per ottenere
la costituzione .
31. Lo Statuto albertino
• Pressati dall’opinione pubblica dei
loro stati, anche Carlo Alberto di
Savoia, Leopoldo II di Toscana e
Pio IX decisero di concedere
costituzioni ai rispettivi sudditi.
• La costituzione di Carlo Alberto, lo
Statuto, prevedeva
– una Camera dei deputati, eletta
su base censitaria ristretta)
– un Senato di nomina regia
Struttura dello Statuto – una stretta dipendenza del
emanato da Carlo Alberto
governo dal sovrano
32. La Repubblica veneta di Daniele Manin
• A Venezia, controllata dagli
austriaci, una grande
manifestazione popolare costrinse
il governatore a liberare i prigionieri
politici, tra cui Daniele Manin (17
marzo 1848)
• Alcuni giorni dopo una rivolta degli
operai dell’Arsenale, sostenuta da
ufficiali e marinai della marina
asburgica, riuscì a avere la meglio
Daniele Manin proclama
sui soldati austriaci.
la Repubblica Veneta in • Il 23 marzo si costituì un governo
Piazza S. Marco a Venezia provvisorio guidato da Manin, che
proclamò la costituzione della
Repubblica veneta.
33. Le «cinque giornate» di Milano
• A Milano la tensione antiaustriaca che
montava da settimane portò
all’insurrezione del 18 marzo, in cui il
palazzo del governo fu assaltato.
• L’insurrezione durò dal 18 al 22 marzo
1848 , che costituiscono le
“cinque giornate di Milano”.
Per la prima volta borghesi e popolani
lottarono insieme innalzando barricate
in tutta la città contro il contingente
austriaco guidato da Radetzky.
Operai e artigiani ebbero un ruolo
decisivo nel sostenere il peso degli
B.Verazzi, scontri, che portarono alla morte di
“Combattimento a
quattrocento persone
Palazzo Litta” (1848)
34. Il governo provvisorio e
il progetto di unione con il Piemonte
• Un “consiglio di guerra” composto
prevalentemente da democratici e guidato
da Carlo Cattaneo si pose alla guida
dell’azione.
• Il 22 marzo fu formato un governo
provvisorio, nel quale entrarono anche
aristocratici moderati, tra cui il conte
Casati. Il governo cominciò a progettare
un’unione con il Piemonte, il che portò
Cattaneo a abbandonarlo
• Radetzky, temendo un intervento del
Piemonte, ritirò le truppe da Milano e
Cattaneo formalizza il rifiuto
decise di spostarle le truppe ai confini tra
dell’armistizio proposto dal
Veneto e Lombardia, nel cosiddetto
governatore austriaco di Milano
quadrilatero formato da quattro fortezze:
Verona, Legnago, Mantova e Peschiera
• Il 23 marzo il Piemonte dichiarò guerra
all’Austria.
35. L’intervento di Carlo Alberto a Milano
Carlo Alberto dichiarò guerra all’Austria per
tre motivi
• La pressione di liberali e democratici che
pensavano di poter liberare l’Italia dagli
Asburgo, che stavano subendo
contemporaneamente analoghi
rivolgimenti in Ungheria, Boemia e nella
stessa Vienna
• L’aspirazione della monarchia sabauda a
allargare il proprio dominio verso la
Carlo Alberto di Lombardia, ricca e evoluta
Savoia – Carignano,
re di Sardegna • il timore che il Lombardo – Veneto
diventasse un centro di azione
repubblicana (governo provvisorio a
Milano unito alla Repubblica Veneta)
36. Carlo Alberto a Milano e guerra contro gli Asburgo
• il 26 marzo 1848 le truppe sabaude
entrarono a Milano tra l’entusiasmo della
popolazione cittadina. Lo stesso Mazzini
giunge a Milano e appoggia Carlo Alberto
in nome dell’indipendenza italiana,
mentre Carlo Cattaneo rompe
definitivamente con il governo lombardo.
• Si apre anche la guerra tra Asburgo e
Savoia, al cui esercito si aggregarono
anche corpi misti (militari e volontari)
provenienti da Toscana, Stato pontificio e
Medaglietta che raffigura Regno delle Due Sicilie, giunti con
i due “eroi” dei liberali l’autorizzazione dei rispettivi sovrani
moderati, Carlo Alberto
e Pio IX, i cui volti pendono (Leopoldo II, Pio IX, Ferdinando II)
da un cordone tricolore
37. Tramontano gli entusiasmi
• Gli entusiasmi iniziali si spengono però nei mesi
successivi.
• Pio IX decise di ritirare le sue truppe dalla guerra
contro l’Austria, in quanto era una potenza
cattolica, seguito poi dal Granduca di Toscana e
da Ferdinando II
• Le operazioni di guerra furono condotte piuttosto
fiaccamente da Carlo Alberto, il cui unico
obiettivo vero era annettersi il Lombardo –
Veneto.
38. I plebisciti di annessione al Piemonte
• I piemontesi erano soprattutto decisi a portare
avanti l’annessione dei territori lombardo - veneti,
che avvenne attraverso plebisciti
• Alla fine di luglio 1848 si formò il primo governo
“italiano” che comprendeva ministri di tutti i
territori appena annessi
• La decisione di procedere all’annessione mentre la
guerra contro gli Asburgo era ancora aperta e
incerta rese contribuì a indebolire l’iniziativa di
Carlo Alberto, contestata da democratici e
repubblicani
39. La I guerra di indipendenza/fase 1
• Le operazioni di guerra procedettero a fasi
alterne.
• Tra aprile e maggio 1848 l’esercito misto
guidato dai piemontesi vinse a Goito,
Monzambano, Valeggio e Pastrengo, nella
zona del mantovano alcune battaglie non
decisive
• La resistenza strenua dei giovani
universitari toscani a Curtatone e
Montanara permise ai piemontesi di
conquistare la fortezza di Peschiera, una
La battaglia di Curtatone ebbe come delle quattro del quadrilatero.
principali protagonisti i volontari
• A quei successi seguirono settimane di
toscani
guidati da Giuseppe Montanelli. stallo, durante le quali gli austriaci fecero
Anche Garibaldi rientrò dal affluire uomini e mezzi in quantità per
Sudamerica e si mise a disposizione riprendere le ostilità
del governo provvisorio lombardo • Carlo Alberto voleva combattere la “sua
guerra”, senza lasciare spazio ai
democratici
40. La I guerra di indipendenza/2: la sconfitta di Custoza
• Il 22 luglio iniziò la controffensiva
austriaca.
• Le incertezze del comando sabaudo
favorirono vittoria degli austriaci a
Custoza, vicino a Verona, il 25 luglio
1848, nell’unica grande battaglia
campale del conflitto sabaudo -
asburgico
• Carlo Alberto in un primo tempo si ritirò
a Milano e decise di non difendere la
La sconfitta piemontese a città.
Custiza
• Rientrò in Piemonte e il 9 agosto il
generale sabaudo Salasco firmò
l’armistizio con l’esercito asburghese.
41. La rivoluzione nella Roma papalina
• La situazione dell’Italia nella seconda metà del 1848
era ancora in divenire.
• Venezia, la Toscana, la Sicilia erano ancora governate
dagli insorti, mentre il Lombardo – Veneto era stato
recuperato dagli Asburgo e il Regno di Sardegna era
rientrato nei suoi confini.
• A Roma le pressioni dei democratici, delusi dopo il
ritiro di Pio IX dall’azione antiasburgica, convinsero il
papa a attuare una politica decisamente più
moderata e meno aperta alle istanze liberali.
• Egli nominò primo ministro Pellegrino Rossi, un
liberale moderato.
• Rossi fu però assassinato in un attentato organizzato
Pellegrino Rossi,
primo ministro dello
da alcuni democratici radicali.
Stato pontificio, fu • Pio IX, intimorito da questo atto, abbandonò Roma e
assassinato nel si rifugiò a Gaeta.
novembre 1848
• La vacanza del potere favorì la presa del potere da
parte dei democratici
42. Nascita della «Repubblica Romana»
• All’inizio del 1849 in tutto lo Stato pontificio
fu eletta a suffragio universale un’Assemblea
costituente, a maggioranza democratica, con
il compito di dare a quei territori una nuova
costituzione (fra gli eletti anche Mazzini e
Garibaldi)
• Il 9 febbraio l’Assemblea dichiarò decaduto il
Proclamazione della papa dal suo potere temporale; annunciò
Repubblica romana il che lo Stato avrebbe assunto il “nome
9 febbraio 1849 glorioso di repubblica romana”; avrebbe
adottato come forma di governo la
“democrazia pura”; avrebbe stabilito con il
resto d’Italia “le relazioni che esige la
nazionalità comune”.
• Il progetto più ampio dei costituenti romani
era di realizzare la “Costituente italiana”, per
realizzare l’unità nazionale su basi
democratiche (e non monarchiche e
dinastiche)
Bandiera della
Repubblica romana
43. Il centro dell’azione democratica italiana
• La Repubblica romana divenne il
centro dell’azione democratica, in
cui giunsero i principali esuli e
cospiratori italiani.
• A Roma si trovarono
contemporaneamente: Mazzini,
Garibaldi, Saffi, Mameli, Pisacane,
Mazzini Cernuschi e Manara (protagonisti
delle “cinque giornate”) Goffredo Mameli
Carlo Pisacane
Garibaldi Enrico Cernuschi
44. Le riforme della Repubblica romana
• La Repubblica romana cercò di realizzare un
progetto di laicizzazione dello Stato e di
rinnovamento politico e sociale.
• Abolì i tribunali ecclesiastici
• Confiscò i beni del clero
• Avviò un progetto di riforma agraria che
prevedeva di affittare alle famiglie più povere
una parte dei fondi confiscati (riforma unica nel
suo genere durante le rivoluzioni ottocentesche
italiane)
45. La “battaglia della Bicocca” e
l’abdicazione di Carlo Alberto
• Nel marzo di quell’anno
Carlo Alberto tentò
un’ultima sortita contro gli
austriaci, ma di nuovo il suo
esercito, pur superiore in
uomini, fu sconfitto,
La “battaglia della Bicocca” (23 marzo 1849) questa volta a Novara,
“battaglia della Bicocca”.
In seguito a questa sconfitta
Carlo Alberto decise di
abdicare in favore del figlio
Vittorio Emanuele II
Vittorio Emanuele II,
Re di Savoia dal 1849
46. La reazione contro la Repubblica romana
• Pio IX da Gaeta chiese aiuto alle
potenze cattoliche perché lo aiutassero
a riprendere i suoi territori.
• Asburgo,Spagna, Regno di Napoli, e la
nuova Repubblica francese presieduta
da Luigi Napoleone Bonaparte,
Pio IX al tempo dell’esilio
a Gaeta risposero alla richiesta.
• I francesi mandarono a Roma un corpo
di spedizione molto nutrito di 35.000
uomini
• Nel giugno 1849 i francesi attaccarono
la città
Luigi Napoleone, nipote di
Napoleone Bonaparte e presidente
della Repubblica francese
47. La resa della Repubblica romana
• I repubblicani guidati da un “triumvirato”
composto da Armellini, Mazzini e Saffi,
resistettero ai francesi per più di un mese.
• Questa difesa a oltranza, a cui partecipò
attivamente Garibaldi, fu una
testimonianza politica e ideale di grande
significato, anche se destinata a
concludersi con la resa.
• I democratici riuscirono approvare la
Costituzione prima di arrendersi: essa
diventò un documento – simbolo della
politica democratica, e un modello
Mazzini, Saffi e Armellini alternativo rispetto agli Statuti monarchici
in una famosa immagine di ispirazione moderata.
dei “triumviri” che • La resa della repubblica avvenne all’inizio
guidarono la Repubblica di luglio del 1849.
romana