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"Sviluppo sostenibile del turismo e certificazioni sociali"
A Rimini è nato il "Panel" più famoso e contestato sulle previsioni degli andamenti dei
flussi turistici: il Panel elaborato da Aureliano Bonini di Trademark Italia, in un settore dove
l'attendibilità dei dati è quella tipica di un'economia informale, è uno dei più affidabili perché
si basa anche su dati empirici, dei veri e propri terminali umani (albergatori, ristoratori ecc.)
dislocati in vari settori e aree del paese i quali hanno immediatamente il polso di come sta
andando "la stagione" ,ed essendo gente del mestiere ha anche il fiuto di come andrà.
Un panel simile possono averlo tutti e, ovviamente, lo abbiamo anche noi! Come?
Mantenendo contatti costanti con portieri d'albergo, camerieri di sala, ai piani e di ristorante,
magari stagionali, alcuni anche nomadi e che conoscono in anticipo la direzione dei flussi
turistici …
Poi c'è chi ha la fortuna, come me, di avere un proprio panel nella cerchia di persone
con diverse abilità e competenze delle quali si fida e che interpella per avere un parere da
punti di vista diversi; ho inviato il titolo dell'intervento che mi è stato affidato "Sviluppo
sostenibile del turismo e certificazioni sociali" ad un gruppo di persone e queste sono le
risposte che mi hanno fornito:
L'ambientalista
Un'ulteriore crescita del settore, che tutti ci auguriamo ovviamente, non può che essere
attraverso la moltiplicazione di esperienze tipo l'accoglienza diffusa, il
turismo con singole categorie interessate (es. pescatori), il B&B che
recuperi patrimonio architettonico "minore", l'agriturismo verace, ecc. Come
rendere queste esperienze "sostenibili", inserirlie anzittutto all'interno di
un piano di sviluppo organico del settore turistico che consideri tutti gli
impatti: ambiente, occupazione, società.
Primo economista
I cento Euro spesi dal turista da quando decide di fare il viaggio a quando torna a casa
propria dove finiscono? E in quale percentuale? Quanto resta alla destinazione turistica? E
nella destinazione turistica quanto va a chi lavora in condizione di dipendenza?
L'operatrice impegnata nel progetto del Turismo per tutti
Nel documento della Commissione Europea sullo "Sviluppo sostenibile del turismo"
attualmente in consultazione, viene espressamente precisato che: " l' integrazione delle
persone disabili ( come clienti) può e deve essere uno dei parametri di sostenibilità sociale."
Secondo conomista
Per sviluppo dobbiamo, necessariamente, intendere la crescita economica, e non solo
economica, di un territorio. Di fatto il turismo implica un coinvolgimento diretto di tutti gli attori
che vivono e risiedono in un'area.
L'assioma è: si ha sviluppo quando cresce il welfare di un territorio.
Quando le variabili, o vettori, di crescita subiscono una inclinazione o una
turbativa(dipendente da cause sia esogene che endogene, ma comunque prevedibili) si
verifica il crack di sostenibilità.
per semplificare, un esempio:
il festival Eurochocolate di Perugia … è stato spostato a Roma per poter essere gestito; a
Perugia il sistema turistico che ruotava intorno all'evento è andato in crisi quando, alla
comunicazione fatta dell'evento stesso, non è corrisposto un sistema organizzativo capace di
ricevere i flussi prevedibili
ancora …
Elevazione della qualità del comparto di offerta?
allora dobbiamo intervenire con gli strumenti a disposizione, ovvero con le certificazioni, con
l'inserimento di norme comportamentali atte al miglioramento principalmente dello standard
qualitativo della vita dei residenti e di conseguenza anche dei clienti turisti.
Il consumatore responsabile
"Il settore turistico è incredibilmente in ritardo rispetto alle certificazioni (o auto) di questo
tipo con la scusa dei bassi margini di proffitto. Lamentela che tende ad
aumentare di pari passo con le bombe. Comunque sia, il turismo, soprattutto
nel Sud italia, è uno dei grandi serbatoi del lavoro nero, minorile, e
altro. L'utente ha il diritto di sapere come si comporta chi vende un
pacchetto turistico con i propri lavoratori e con l'ambiente. Questo è
pacifico nel settore alimentare, abbastanza nel settore tessile, ecc. A
quando nel turismo?"
La certificatrice di qualità (ambientale)
Vero che fino ad ora le 'certificazioni/labels' per il turismo hanno prevalentemente incluso solo
la parte ambientale (sotto forma di criteri).
Dal punto di vista delle certificazioni 'ambientali', i punti critici sono sempre
1/la definizione dei criteri (dal punto di vista ambientale e' molto difficile pensare a criteri
credibili con validita' globale)
2/ la verifica delle informazioni (e monitoraggio): spesso le organizzazioni che promuovono le
certificazioni sono anche le stesse che 'verificano' ... e questo ha creato non pochi problemi.
Tuttavia, per le questioni sociali, le cose forse (e soprattutto i 'criteri') possono essere diverse,
essendo possibile fare riferimento a convenzioni/carte internazionali dell'ILO.
… Fine del Panel !
Che a Rimini di turismo "ce ne si occupi sempre e da sempre" è risaputo, ma da molto
meno ci si occupa di sviluppo sostenibile; sicuramente il 1989 , anno oltre che per
l'abbattimento del muro di Berlino, qui è ricordato come l'anno delle mucillagini, ha fatto si che
un po' tutti, anche se con approcci diversi, ci si dovesse misurare con l'ambiente e ripensare il
modello.
Su sviluppo sostenibile e certificazioni il sindacato si misura per tutti gli anni '90 con la
piattaforma per il risanamento del Po' e dell'Adriatico:
- è del marzo 1995 poi il Documento sul Turismo definito a livello unitario regionale
- è del 1996 il convegno sulla certificazione di qualità nel turismo
- e degli anni successivi sono le borse di studio destinate dalla CGIL e dalla Filcams a
studenti del Master in Economia del Turismo dell'Università di Rimini impegnati su progetti di
studio sulla certificazione di qualità nel settore
Nel giugno 2001, la Conferenza internazionale sulla sostenibilità del turismo approva la
Carta di Rimini che affronta anche il tema della certificazione sociale; nel 2002/2003 parte il
Master in Economia e Etica del Turismo, segno di come acutamente ci si stia attrezzando al
nuovo.
Già nel documento del 1995, pur con linguaggio e con concetti ruspanti, un po' alla maniera
del "canto notturno di un pastore errante dell'Asia"; il Sindacato in Emilia Romagna aveva
chiari i concetti della sostenibilità, e aveva individuato i tre pilastri (ambientale, economico e
sociale) proprio partendo dall'analisi fatta sull'impresa:
quando, nel documento del 1995, si afferma:
- che l'impresa deve essere remunerativa e che quelle aperte per un mese non lo sono (
si evidenziava la mancanza di sostenibilità economica di imprese fuori mercato);
- che le stesse imprese, essendo aperte solo per l'alta stagione, non creano reddito ma
aumentano i carichi inquinanti accentuando solamente i picchi (in quel periodo Giuseppe
Chicchi girava con il grafico delle punte di agosto …) con conseguente taratura dei servizi
pubblici a livelli impossibili (mettevamo il dito nella piaga della non sostenibilità ambientale);
- che lo stesso fenomeno provocava un impatto negativo sulla vita della popolazione
residente per di più senza remunerare a sufficienza e regolarizzare il lavoro (era il crack della
sostenibilità sociale)
Sostenibilità e globalizzazione
I tre pilastri dello sviluppo sostenibile: ambientale economico e sociale assumono una
diversa valenza a seconda di dove vengono affrontati; al vertice mondiale di Johannesburg
l'Organizzazione mondiale dei Sindacati si è presentata con le bandiere del miglioramento
della "sostenibilità delle condizioni di lavoro" ma ha dovuto immediatamente fare i conti con il
problema dei problemi "l'acqua"; in intere regioni del mondo la carenza di acqua è
precondizione, in primo luogo per la sopravvivenza, poi per lo sviluppo
(si noti che il G8 appena concluso , dove sono stati invitati come osservatori un numero
elevato di P.V.S. si è tenuto nella capitale francese delle acque minerali: Evian, pare uno
schiaffo della serie …"manca il pane? Dategli brioches!")
Il confronto fra paesi industrializzati e P.V.S. rimane quello che "riceve più sovvenzioni
una mucca del nord del mondo che un contadino (un'azienda quindi) del sud"; e continua così
il braccio di ferro di chi intende elevare i dazi doganali nei confronti dei paesi che non
garantiscono diritti; e di chi intende scambiare un elevamento dei diritti sociali con un
abbassamento dei dazi; il tutto poi si somma a problemi quali il "debito" dei paesi del terzo
mondo. (Tobin tax)
E chi oggi non è per lo sviluppo sostenibile?
Lo è il WTO !
Lo sono gli USA, nonostante la mancata applicazione del protocollo di Kyoto, nonostante la
politica delle mance imposta a Johannesburg e ribadita ad Evian e nonostante i dubbi che si
hanno, per dirla con Lucia Serena Rossi " Quando ... Un paese industrializzato invoca gli
standard sulla tutela delle condizioni di lavoro come pretesto per bloccare le importazioni da
un paese del terzo mondo ove tali standard non sono rispettati, lo fa principalmente per
tutelare non tanto i lavoratori di quel paese, quanto i propri, esposti ai rischi della concorrenza
dei primi".
L'Unione Europea continua a mantenere un atteggiamento responsabile, autonomo, di
mediazione più orientato ad incentivare i paesi del terzo mondo che intendono elevare i
diritti; il tutto in coerenza con con le posizioni assunte con la Carta di Lisbona, quella di Nizza,
con l'Agenda Sociale Europea, con il "Libro verde sulla responsabilità sociale dell'
impresa".
Il Libro Verde affronta anche l'aspetto economico; ad es. pone l'accento sulla
promozione della "trasparenza" nelle e fra le imprese.
La trasparenza è vista come: condizione per lo sviluppo, componente essenziale della
responsabilità sociale, indispensabile per le imprese stesse e per la società al fine di
"misurare e comparare i risultati"
Nel turismo, e a Rimini in particolare, la mancata trasparenza, il grigio, il nero ancora
così tanto diffuso è il freno allo sviluppo.
Ma anche nell'Unione Europea, di fatto, i tre pilastri della sostenibilità vengono trattati in
maniera zoppa; il più delle volte la sostenibilità viene intesa nella sola accezione ambientale.
E ci sono valide motivazioni per averlo fatto: la tutela ambientale era, ed è, la precondizione
per la sopravvivenza; è tema di valenza generale, è quello affrontato per primo e con una
dimensione sociale e politica concreta e che ha assunto grande visibilità grazie ai movimenti
ambientalisti. Nell'Unione Europea la sostenibilità ambientale viene certificata con marchi
"pubblici" es. Eco-label
Questa impostazione sbilanciata appare anche nella realizzazione pratica di Agenda 21
che, partendo dall'ambiente, arriva anche all'aspetto sociale, ma il più delle volte
trasformadolo in socio-culturale (più attento agli usi e costumi che non alle condizioni di chi
lavora); probabilmente questa minore attenzione ai problemi sociali è determinata anche dal
fatto che un po' in tutte le istituzioni, centri di ricerca, associazioni, aziende stesse il tema
della sostenibilità è quasi "appaltato" a coloro che si occupano di ambiente.
La stessa CGIL, almeno dal punto di vista "nominale" ha il dipartimento "Ambiente e
Territorio" e non "Sviluppo sostenibile" e se non è il Sindacato che per primo non ha l'obiettivo
di dare maggiore visibilità all'aspetto sociale dello sviluppo sostenibile, chi dovrebbe farlo?
Prodotto-Processo
Alcuni esempi:
1. lmportazione delle banane dal Costarica: a seguito di azioni di denuncia e di lotta,
siamo riusciti far passare il messaggio che quelle banane potevano anche essere state
coltivate senza pesticidi ma se per farlo erano stati usati bambini-lavoratori ed erano stati
assassinati i sindacalisti delle piantagioni, quelle banane non sarebbero state comunque
sostenibili.
2. Il tribunale del WTO (organo di appello del GATT) ha avuto modo di pronunciarsi su
alcune problematiche relative al libero scambio: ad es. la vicenda gamberetti-tartarughe
dove un paese accusava l'altro di dumping perché utilizzava forme meno costose di pesca-
allevamento dei gamberetti, ma tale pratica comprometteva la vita delle tartarughe; il tribunale
ha respinto l'istanza perché: va presa in considerazione solo la "componente prodotto" e non
quella "processo" , conclusione "la composizione dei gamberetti è la medesima". Ma l'aspetto
ancora più grottesco della vicenda è che, in quella istanza, non si è minimamente accennato
che dietro al consumo di gamberetti (che rappresentano una quota del 20% sul commercio
mondiale di pesce ed i maggiori produttori sono: Thailandia, Cina, Indonesia, Vietnam,
Bangladesh), cito da Repubblica del 9 maggio 2003, "ci sono si tartarughe e cavallucci
marini in pericolo ma anche: VIOLENZA, i pescatori che si oppongono alle acquiculture
vengono minacciati o uccisi, sono stati denunciati omicidi legati all'industria dei gamberi in 11
paesi; le comunità locali di pescatori sono spesso espropriate delle loro terre e devono
emigrare; DIRITTI SINDACALI nelle coltivazioni lavorano donne e bambini, passano 10 ore
al giorno nell'acqua con un salario medio di 35$ al mese; DIRITTI UMANI secondo molte
associazioni i bambini dei pescatori vivono in condizioni di schiavitù".
3. Un ultimo esempio più famoso, la vicenda tonni-delfini: una determinata e,
ovviamente meno costosa, pratica di pesca comportava l'uccisione dei delfini catturati
assieme ai tonni. Due aspetti: questa campagna è divenuta di dominio pubblico e non è
rimasta in sordina come quella dei gamberetti; ma la sentenza ha comunque ribadito che fra
le due scatolette di tonno (il prodotto) non c'era differenza.
Quindi nelle regole del commercio internazionale l'approccio continua a rimanere "sul
prodotto" e non si riesce a spostarlo "sul processo"
L'Unione Europea
L'Unione Europea ha assunto iniziative positive e coerenti per aiutare-stimolare i P.V.S.
e per intervenire sulle "modalità di produzione":
- nel maggio 2001 ha adottato l'Agenda Sociale Europea
- ha riconosciuto l'OIL e ne appoggia l'attività per la promozione dei diritti dei lavoratori e
sostiene l'utilizzo di misure di incoraggiamento
- ha istituito il Sistema di preferenze generalizzate che prevede: un regime di
incentivazione per la promozione dei diritti dei lavoratori, gli Stati interessati possono ottenere
ulteriori riduzioni dei dazi doganali nel caso dimostrino di possedere ed applicare una
legislazione conforme alle convenzioni OIL su libertà sindacale ed età minima di ammissione
al lavoro.E' un'utile fusione di meccanismi incentivanti e punitivi. Per entrambi i meccanismi è
prevista una procedura di indagine, gestita dalla Commissione europea ed aperta allo
Stato interessato, ma anche a privati che ritengano di possedere informazioni utili in
merito
Ma ciònonostante, se c'è difficoltà a controllare ed intervenire sul processo di
produzione di un bene, tanto più difficile è intervenire sulla fonitura di un servizio; e il turismo,
come tutti i servizi da utilizzarsi lì dove vengono erogati, è prevalentemente processo e quasi
totalmente lavoro.
Le peculiarità del turismo
"Se è il tonno che va dal consumatore", nel prodotto turistico ci può essere il rovescio "è il
consumatore, speriamo critico e responsabile, che va alla torre di Pisa"
Il turismo ha proprio questa peculiarità: i servizi erogati nel settore turistico vengono
esporatati importando turisti; è quindi difficile trattare il turismo con i mezzi consueti; e ciò sia
da parte dell'Unione Europea (che val la pena ricordare non prevede alcun canale di
finanziamento dedicato al turismo); ma anche da parte del sindacato; e questa peculiarità ha i
pro e i contro; alcuni esempi di cosa sia possibile fare :
1. Filcams Fisascat Uiltucs e le associazioni degli imprenditori che organizzano viaggi (e
ieri anche l'EBIT), hanno sottoscritto il protocollo ECPAT contro lo sfruttamento sessuale dei
bambini; oggi la normativa italiana mette sullo stesso piano questi reati anche se compiuti
all'estero; lo scopo del protocollo è: una campagna preventiva di sensibilizzazione ma anche
un anello della catena di controllo internazionale per tutelare i diritti umani;
2. abbiamo partecipato alla redazione degli indicatori di sostenibilità sociale elaborati col
patrocinio UNEP-ONU per i Tour Operators; questa iniziativa ha tanti difetti, primo fra tutti la
non verificabilità di parte terza, ma consente comunque di elevare gli standard sociali delle
località di destinazione e serve a implemetare quella rete di controllo internazionale che
dobbiamo costruire assieme agli altri sindacati, alle ONG, alle associazioni dei consumatori
proprio perché: il non rispetto delle regole, anche di quelle sociali, nei paesi di
destinazione venga "punito" sul "mercato" di provenienza.
3. Passi ulteriori possono e debbono essere fatti, specie in direzione della contrattazione.
In Francia il bilancio sociale è previsto per legge; Club Mediterraneè, CAE e sindacato
Europeo del turismo, hanno negoziato l'impegno del Club a garantire il rispetto delle leggi,
delle convezioni OIL anche nei confronti delle catene dei fornitori, con verifica congiunta delle
parti, e ciò da valersi anche per le strutture extra europee; qui si è ben oltre la certificazione
sociale perché la verifica è fatta anche dal Sindacato.
Tutte iniziative, quelle descritte, che già consentono di migliorare le condizioni di lavoro
anche oltre il livello di rappresentattività effettiva e territoriale del sindacato. E queste sono
alcune delle opportunità in più che può offrire un settore "strano" come quello del turismo. Ma
c'è anche l'altra faccia della medaglia: l'Unione Europea potrebbe inserire il villaggio turistico
del Club Med della Thailandia nel sistema di preferenze generalizzate perché di fatto rispetta
la convenzione OIL sul lavoro infantile e potrebbe farlo senza concedere i medesimi incentivi
alla stessa attività svolta all'interno dell'Unione, magari in Calabria, Campania, Sicilia. Il
confronto pare esagerato ma va ricordato che la CGIL ha condotto un'importante campagna
per evidenziare quanto lavoro infantile esiste, non solo in Cina e Pakistan, ma anche in Italia,
specie al sud e nei servizi, sono stati stimati in circa mezzo milione i bambini che lavorano, e
molte nostre aree, specie meridionali hanno dati equivalenti a quelle che in estremo oriente
vengono chiamate Zone Per l'Esportazione cioè i duty free dei diritti.
L'Unione Europea ha svolto numerose iniziative in campo ambientale, ha assunto
direttamente certificazioni ambientali, Ecolabel, ha incentivato le certificazioni volontarie,
EMAS, ma non ha ancora prodotto nulla in termini di certificazioni sociali.
La R.S.I.
Ricordate Bhopal? Il 3 dicembre 1984 in ventimila sono morti e la Union Carbide ancora
si rifiuta di rispondere alla giustizia indiana. Dopo Bophal ha preso maggiore vigore la
richiesta di Responsabilità Sociale delle Imprese.
La RSI non è un concetto magico che risolverà i problemi perché:
la si può interpretare alla Ministro Maroni - McDonald's "Care imprese combinate di
tutto e di più poi pulitevi la coscienza aziendale con un po' di carità";
la si può affrontare però anche con il concetto, come evidenziano gli studi dell'Eurisko e
della CIRM, che "chi consuma VOTA" quindi vuole essere informato per essere messo nella
condizione di scegliere; e oggi il consumo è anche finanziario: e allora che si fa? Si sceglie il
fondo di investimento etico o il fondo purchessia?
come la si può affrontare con lo spirito del Libro Verde
Nel Luglio 2001 la Commissione Europea ha presentato il libro verde "promuovere un
quadro europeo x la responsabilità sociale delle imprese" definita come "l'integrazione su
base volontaria dei problemi sociali ed ambientali delle imprese nelle loro attività commerciali
e nelle loro relazioni con le altre parti"
Nel 2002 ha pubblicato gli esiti della consultazione in merito a quali caratteristiche deve avere
la responsabilità Sociale delle Imprese:
Le imprese
- carattere volontario
- no a soluzioni adatte a tutti
- no a un regolamento dell'Unione Europea sulla responsabilità sociale - le
multinazionali si troverebbero confrontate con priorità contraddittorie
I Sindacati
- le iniziative volontarie sono insufficienti per proteggere i diritti dei lavoratori e dei
cittadini
- serve un quadro diritti minimi e parità di condizioni
- il processo di pratiche di responsabilità sociale va costruito coinvolgendo le parti
interessate
- condizioni affinché le imprese rendano conto degli effetti delle loro azioni in ambito
sociale ed ambientale
Gli Investitori
- maggior trasparenza imprese
I Consumatori
Disponibilità di informazioni affidabili ed esaaurienti su condizioni etiche, sociali ed ambientali
della produzione e vendita di beni e servizi per poter scegliere responsabilmente
Il Comitato economico e sociale
azioni volontarie più accotdi esistenti delle organizzazioni internazionali sono il quadro per
iniziative di sostegno alle imprese verso la responsabilità sociale
Comitato delle regioni
Integrare responsabilità sociale nell'attività di imprese e poteri pubblici in un quadro
favorevole instaurato da UE
Parlamento europeo
- integrare RSI in tutte le sfere di competenza UE
- creare foro multilaterale x RSI
- bilancio imprese renda conto risultati in campo sociale, dell'ambiente, del rispetto dei
diritti dell'uomo
Questo quadro ben rappresenta anche le posizioni in campo e come ogni inziativa ha
dei limiti e offre delle opportunità:
pare più destinata alle grandi imprese, magari multinazionali le quali hanno condizioni
di lavoro mediamente standardizzate e ("compliance") rispettose delle leggi; che si sono già
dotate di codici etici interni con standard più elevati delle convenzioni OIL; che però sono
sottoposte (ad audit interno) a forme di semplice autocontrollo
aspetto interessante è che il libro verde prevede l'estensione della responsabilità
sociale alla filiera, ai fornitori e in questa dimensione il rispetto delle leggi e dei codici etici non
è assolutamente scontato; come va ben valutata la possibilità, pur tutta italiana, della
contrattazione di secondo livello, in particolare aziendale, che apre potenzialità enormi
in questo campo: le imprese vogliono mantenere la responsabilità sociale, come anche
le certificazioni ,nella sfera della volontarietà, ma anche gli aumenti salariali, fissi o
variabili che siano, fanno parte della sfera della volontarietà, ma anche della
contrattazione!
Ma anche limitandoci alla semplice sfera della rendicontazione, ad es. la TUI, la più
grande impresa turistica integrata del mondo, ha aderito al TOI Project e il codice etico che
dovrà far rispettare ai fornitori mica vale solo per i villaggi turistici dei Caraibi, vale anche per i
fornitori italiani, pensioni di Cattolica comprese.
La certificazione sociale
Ma la piccola e media impresa può avere livelli di rendicontazione o certificazione
sociale aggiuntivi a quelli determinati dall'essere parte della filiera di una grande impresa?
Attualmente, a parte alcune certificazioni con valenza locale, ad es. indispensabile per
commerciare con alcuni stati USA, si stanno occupando di certificazioni sociali, anche per la
PMI, alcuni progetti denominati:
- SIGMA
- Business impact
- A1000 (che ha predisposto un manuale fai da te)
Ma nessuno fra questi consente la certificazione sociale.
Dalla Carta di Rimini del 30 giugno 2001
Assicurare e promuovere una buona gestione ambientale e sociale delle destinazioni e
infrastrutture turistiche:
· incoraggiando strumenti per il miglioramento della performance ambientale (quali
dichiarazioni di intenti, accordi volontari, Ecolabel, tecnologie pulite, sistemi di gestione
ambientale, e di acquisti ecologici)
· garantendo il rispetto dei diritti dei lavoratori e promuovendo la Certificazione Etica (SA
8000 o altri modelli riconosciuti)
SA8000 oggi è l'unico sistema di certificazione sociale di parte terza attualmente disponibile,
nasce in USA nel 1997; in Italia è stato utilizzato dalla Coop in aggiunta alla pubblicazione del
bilancio sociale; la Regione Toscana ha stanziato 28 milioni di Euro per incentivare le imprese
a certificarsi SA8000; una simile iniziativa è stata presa dalla Regione Umbria. Le imprese
che nel mondo sono certificate SA8000 non sono molte (poco meno di 250) e,tranne
l'eccezione italiana determinata dalle iniziative di incentivazione descritte, sono concentrate
nei P.V.S.
SA 8000Certificate
China 39
Italia 34
Brasile 28
India 22
Vietnam 17
Pakistan 10
SA8000, mutuando le convenzioni OIL fissa i criteri in merito a:
ƒ{ lavoro infantile
ƒ{ lavoro obbligato
ƒ{ salute e sicurezza
ƒ{ libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva
ƒ{ discriminazione
ƒ{ procedure disciplinari
ƒ{ orario di lavoro
ƒ{ retribuzione
SA8000 è applicabile a prescindere dalla dimensione di impresa, coinvolge la filiera, prevede
il miglioramento continuo.
Alcune annotazioni sul sistema di gestione delle procedure:
Rappresentanti dell'Azienda
9.1 L'azienda deve nominare un rappresentante della direzione che, indipendentemente da
altre eventuali responsabilità, assicuri il rispetto dei requisiti della presente norma.
9.1 L'azienda deve garantire che il personale operativo scelga un rappresentante tra i
propri membri col compito di facilitare le relazioni con la direzione in materie collegate
alla presente norma.
Controllo dei Fornitori
9.1 L'azienda deve stabilire e mantenere attive procedure appropriate per la valutazione e la
selezione dei fornitori sulla base della loro capacità di rispondere ai requisiti della presente
norma;
impegno per iscritto dei fornitori a:
a) conformarsi a tutti i requisiti della presente norma (inclusa questa clausola);
l'azienda deve astenersi dal prendere provvedimenti disciplinari, licenziare o altrimenti
discriminare qualsiasi dipendente che fornisca informazioni riguardanti la conformità
alla presente norma; (pare l'art. 18!!)
Accesso alla Verifica
Dove richiesto contrattualmente, l'azienda deve fornire ragionevoli informazioni e permettere
l'accesso delle parti interessate alla verifica di conformità ai requisiti della presente norma;
qualora ulteriormente richiesto dal contratto, le stesse informazioni e la possibilità di accesso
devono essere ugualmente garantite dai fornitori e dai sub-fornitori dell'azienda, attraverso
l'inserimento di tale requisito nei contratti di acquisto dell'azienda
Domanda: ma quante aziende del turismo diffuso, anche a Rimini, avrebbero i requisiti per
ottenere la certificazione SA8000?
Una proposta operativa
Anche se in occasione dell'indagine che la Commissione Europea ha svolto nel 2001 in
preparazione del Libro Verde su un campione di 7.000 PMI è risultato che l'accesso a
pratiche di certificazione è determinato in primo luogo da problemi di sensibilizzazione e solo
in secondo luogo da problemi economici; le iniziative incentivanti assunte dalle Regioni
dovrebbero essere affiancate da iniziative quali: patnership con associazioni e istituzioni
locali; fare progetti di filera, distretto e sistema turistico locale.
Per predisporre il terreno alla realizzazione di progetti quale la "Crescita eccellente e
responsabile" dell'Istituto per il Lavoro dell'Emilia Romagna, il percorso potrebbe essere:
partendo dall'applicazione della Carta di Rimini:
ƒ{ Costituire un foro a livello locale per lo scambio delle buone pratiche
ƒ{ definire un codice etico sullo sviluppo sostenibile del sistema turistico
sottoscritto dalle Istituzioni, dalle parti sociali, ONG, …
ƒ{ prevedere l'adesione al codice etico da parte delle singole aziende
ƒ{ favorire e incentivare le certificazioni di qualità in essere a partire da quelle
sociali anche attraverso l'inserimento della "clausola sociale" in appalti e bandi
Rimini, 6 giugno 2003
Gabriele Guglielmi
Filcams CGIL Nazionale

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Turismo: Rimini crisi del modello e sviluppo sostenibile, Gabriele Guglielmi

  • 1. "Sviluppo sostenibile del turismo e certificazioni sociali" A Rimini è nato il "Panel" più famoso e contestato sulle previsioni degli andamenti dei flussi turistici: il Panel elaborato da Aureliano Bonini di Trademark Italia, in un settore dove l'attendibilità dei dati è quella tipica di un'economia informale, è uno dei più affidabili perché si basa anche su dati empirici, dei veri e propri terminali umani (albergatori, ristoratori ecc.) dislocati in vari settori e aree del paese i quali hanno immediatamente il polso di come sta andando "la stagione" ,ed essendo gente del mestiere ha anche il fiuto di come andrà. Un panel simile possono averlo tutti e, ovviamente, lo abbiamo anche noi! Come? Mantenendo contatti costanti con portieri d'albergo, camerieri di sala, ai piani e di ristorante, magari stagionali, alcuni anche nomadi e che conoscono in anticipo la direzione dei flussi turistici … Poi c'è chi ha la fortuna, come me, di avere un proprio panel nella cerchia di persone con diverse abilità e competenze delle quali si fida e che interpella per avere un parere da punti di vista diversi; ho inviato il titolo dell'intervento che mi è stato affidato "Sviluppo sostenibile del turismo e certificazioni sociali" ad un gruppo di persone e queste sono le risposte che mi hanno fornito: L'ambientalista Un'ulteriore crescita del settore, che tutti ci auguriamo ovviamente, non può che essere attraverso la moltiplicazione di esperienze tipo l'accoglienza diffusa, il turismo con singole categorie interessate (es. pescatori), il B&B che recuperi patrimonio architettonico "minore", l'agriturismo verace, ecc. Come rendere queste esperienze "sostenibili", inserirlie anzittutto all'interno di un piano di sviluppo organico del settore turistico che consideri tutti gli impatti: ambiente, occupazione, società. Primo economista I cento Euro spesi dal turista da quando decide di fare il viaggio a quando torna a casa propria dove finiscono? E in quale percentuale? Quanto resta alla destinazione turistica? E nella destinazione turistica quanto va a chi lavora in condizione di dipendenza? L'operatrice impegnata nel progetto del Turismo per tutti Nel documento della Commissione Europea sullo "Sviluppo sostenibile del turismo"
  • 2. attualmente in consultazione, viene espressamente precisato che: " l' integrazione delle persone disabili ( come clienti) può e deve essere uno dei parametri di sostenibilità sociale." Secondo conomista Per sviluppo dobbiamo, necessariamente, intendere la crescita economica, e non solo economica, di un territorio. Di fatto il turismo implica un coinvolgimento diretto di tutti gli attori che vivono e risiedono in un'area. L'assioma è: si ha sviluppo quando cresce il welfare di un territorio. Quando le variabili, o vettori, di crescita subiscono una inclinazione o una turbativa(dipendente da cause sia esogene che endogene, ma comunque prevedibili) si verifica il crack di sostenibilità. per semplificare, un esempio: il festival Eurochocolate di Perugia … è stato spostato a Roma per poter essere gestito; a Perugia il sistema turistico che ruotava intorno all'evento è andato in crisi quando, alla comunicazione fatta dell'evento stesso, non è corrisposto un sistema organizzativo capace di ricevere i flussi prevedibili ancora … Elevazione della qualità del comparto di offerta? allora dobbiamo intervenire con gli strumenti a disposizione, ovvero con le certificazioni, con l'inserimento di norme comportamentali atte al miglioramento principalmente dello standard qualitativo della vita dei residenti e di conseguenza anche dei clienti turisti. Il consumatore responsabile
  • 3. "Il settore turistico è incredibilmente in ritardo rispetto alle certificazioni (o auto) di questo tipo con la scusa dei bassi margini di proffitto. Lamentela che tende ad aumentare di pari passo con le bombe. Comunque sia, il turismo, soprattutto nel Sud italia, è uno dei grandi serbatoi del lavoro nero, minorile, e altro. L'utente ha il diritto di sapere come si comporta chi vende un pacchetto turistico con i propri lavoratori e con l'ambiente. Questo è pacifico nel settore alimentare, abbastanza nel settore tessile, ecc. A quando nel turismo?" La certificatrice di qualità (ambientale) Vero che fino ad ora le 'certificazioni/labels' per il turismo hanno prevalentemente incluso solo la parte ambientale (sotto forma di criteri). Dal punto di vista delle certificazioni 'ambientali', i punti critici sono sempre 1/la definizione dei criteri (dal punto di vista ambientale e' molto difficile pensare a criteri credibili con validita' globale) 2/ la verifica delle informazioni (e monitoraggio): spesso le organizzazioni che promuovono le certificazioni sono anche le stesse che 'verificano' ... e questo ha creato non pochi problemi. Tuttavia, per le questioni sociali, le cose forse (e soprattutto i 'criteri') possono essere diverse, essendo possibile fare riferimento a convenzioni/carte internazionali dell'ILO. … Fine del Panel ! Che a Rimini di turismo "ce ne si occupi sempre e da sempre" è risaputo, ma da molto meno ci si occupa di sviluppo sostenibile; sicuramente il 1989 , anno oltre che per l'abbattimento del muro di Berlino, qui è ricordato come l'anno delle mucillagini, ha fatto si che un po' tutti, anche se con approcci diversi, ci si dovesse misurare con l'ambiente e ripensare il modello. Su sviluppo sostenibile e certificazioni il sindacato si misura per tutti gli anni '90 con la piattaforma per il risanamento del Po' e dell'Adriatico: - è del marzo 1995 poi il Documento sul Turismo definito a livello unitario regionale - è del 1996 il convegno sulla certificazione di qualità nel turismo - e degli anni successivi sono le borse di studio destinate dalla CGIL e dalla Filcams a
  • 4. studenti del Master in Economia del Turismo dell'Università di Rimini impegnati su progetti di studio sulla certificazione di qualità nel settore Nel giugno 2001, la Conferenza internazionale sulla sostenibilità del turismo approva la Carta di Rimini che affronta anche il tema della certificazione sociale; nel 2002/2003 parte il Master in Economia e Etica del Turismo, segno di come acutamente ci si stia attrezzando al nuovo. Già nel documento del 1995, pur con linguaggio e con concetti ruspanti, un po' alla maniera del "canto notturno di un pastore errante dell'Asia"; il Sindacato in Emilia Romagna aveva chiari i concetti della sostenibilità, e aveva individuato i tre pilastri (ambientale, economico e sociale) proprio partendo dall'analisi fatta sull'impresa: quando, nel documento del 1995, si afferma: - che l'impresa deve essere remunerativa e che quelle aperte per un mese non lo sono ( si evidenziava la mancanza di sostenibilità economica di imprese fuori mercato); - che le stesse imprese, essendo aperte solo per l'alta stagione, non creano reddito ma aumentano i carichi inquinanti accentuando solamente i picchi (in quel periodo Giuseppe Chicchi girava con il grafico delle punte di agosto …) con conseguente taratura dei servizi pubblici a livelli impossibili (mettevamo il dito nella piaga della non sostenibilità ambientale); - che lo stesso fenomeno provocava un impatto negativo sulla vita della popolazione residente per di più senza remunerare a sufficienza e regolarizzare il lavoro (era il crack della sostenibilità sociale) Sostenibilità e globalizzazione I tre pilastri dello sviluppo sostenibile: ambientale economico e sociale assumono una diversa valenza a seconda di dove vengono affrontati; al vertice mondiale di Johannesburg l'Organizzazione mondiale dei Sindacati si è presentata con le bandiere del miglioramento della "sostenibilità delle condizioni di lavoro" ma ha dovuto immediatamente fare i conti con il problema dei problemi "l'acqua"; in intere regioni del mondo la carenza di acqua è precondizione, in primo luogo per la sopravvivenza, poi per lo sviluppo (si noti che il G8 appena concluso , dove sono stati invitati come osservatori un numero elevato di P.V.S. si è tenuto nella capitale francese delle acque minerali: Evian, pare uno schiaffo della serie …"manca il pane? Dategli brioches!") Il confronto fra paesi industrializzati e P.V.S. rimane quello che "riceve più sovvenzioni
  • 5. una mucca del nord del mondo che un contadino (un'azienda quindi) del sud"; e continua così il braccio di ferro di chi intende elevare i dazi doganali nei confronti dei paesi che non garantiscono diritti; e di chi intende scambiare un elevamento dei diritti sociali con un abbassamento dei dazi; il tutto poi si somma a problemi quali il "debito" dei paesi del terzo mondo. (Tobin tax) E chi oggi non è per lo sviluppo sostenibile? Lo è il WTO ! Lo sono gli USA, nonostante la mancata applicazione del protocollo di Kyoto, nonostante la politica delle mance imposta a Johannesburg e ribadita ad Evian e nonostante i dubbi che si hanno, per dirla con Lucia Serena Rossi " Quando ... Un paese industrializzato invoca gli standard sulla tutela delle condizioni di lavoro come pretesto per bloccare le importazioni da un paese del terzo mondo ove tali standard non sono rispettati, lo fa principalmente per tutelare non tanto i lavoratori di quel paese, quanto i propri, esposti ai rischi della concorrenza dei primi". L'Unione Europea continua a mantenere un atteggiamento responsabile, autonomo, di mediazione più orientato ad incentivare i paesi del terzo mondo che intendono elevare i diritti; il tutto in coerenza con con le posizioni assunte con la Carta di Lisbona, quella di Nizza, con l'Agenda Sociale Europea, con il "Libro verde sulla responsabilità sociale dell' impresa". Il Libro Verde affronta anche l'aspetto economico; ad es. pone l'accento sulla promozione della "trasparenza" nelle e fra le imprese. La trasparenza è vista come: condizione per lo sviluppo, componente essenziale della responsabilità sociale, indispensabile per le imprese stesse e per la società al fine di "misurare e comparare i risultati" Nel turismo, e a Rimini in particolare, la mancata trasparenza, il grigio, il nero ancora così tanto diffuso è il freno allo sviluppo. Ma anche nell'Unione Europea, di fatto, i tre pilastri della sostenibilità vengono trattati in maniera zoppa; il più delle volte la sostenibilità viene intesa nella sola accezione ambientale. E ci sono valide motivazioni per averlo fatto: la tutela ambientale era, ed è, la precondizione per la sopravvivenza; è tema di valenza generale, è quello affrontato per primo e con una dimensione sociale e politica concreta e che ha assunto grande visibilità grazie ai movimenti ambientalisti. Nell'Unione Europea la sostenibilità ambientale viene certificata con marchi "pubblici" es. Eco-label Questa impostazione sbilanciata appare anche nella realizzazione pratica di Agenda 21 che, partendo dall'ambiente, arriva anche all'aspetto sociale, ma il più delle volte trasformadolo in socio-culturale (più attento agli usi e costumi che non alle condizioni di chi lavora); probabilmente questa minore attenzione ai problemi sociali è determinata anche dal fatto che un po' in tutte le istituzioni, centri di ricerca, associazioni, aziende stesse il tema della sostenibilità è quasi "appaltato" a coloro che si occupano di ambiente. La stessa CGIL, almeno dal punto di vista "nominale" ha il dipartimento "Ambiente e Territorio" e non "Sviluppo sostenibile" e se non è il Sindacato che per primo non ha l'obiettivo
  • 6. di dare maggiore visibilità all'aspetto sociale dello sviluppo sostenibile, chi dovrebbe farlo? Prodotto-Processo Alcuni esempi: 1. lmportazione delle banane dal Costarica: a seguito di azioni di denuncia e di lotta, siamo riusciti far passare il messaggio che quelle banane potevano anche essere state coltivate senza pesticidi ma se per farlo erano stati usati bambini-lavoratori ed erano stati assassinati i sindacalisti delle piantagioni, quelle banane non sarebbero state comunque sostenibili. 2. Il tribunale del WTO (organo di appello del GATT) ha avuto modo di pronunciarsi su alcune problematiche relative al libero scambio: ad es. la vicenda gamberetti-tartarughe dove un paese accusava l'altro di dumping perché utilizzava forme meno costose di pesca- allevamento dei gamberetti, ma tale pratica comprometteva la vita delle tartarughe; il tribunale ha respinto l'istanza perché: va presa in considerazione solo la "componente prodotto" e non quella "processo" , conclusione "la composizione dei gamberetti è la medesima". Ma l'aspetto ancora più grottesco della vicenda è che, in quella istanza, non si è minimamente accennato che dietro al consumo di gamberetti (che rappresentano una quota del 20% sul commercio mondiale di pesce ed i maggiori produttori sono: Thailandia, Cina, Indonesia, Vietnam, Bangladesh), cito da Repubblica del 9 maggio 2003, "ci sono si tartarughe e cavallucci marini in pericolo ma anche: VIOLENZA, i pescatori che si oppongono alle acquiculture vengono minacciati o uccisi, sono stati denunciati omicidi legati all'industria dei gamberi in 11 paesi; le comunità locali di pescatori sono spesso espropriate delle loro terre e devono emigrare; DIRITTI SINDACALI nelle coltivazioni lavorano donne e bambini, passano 10 ore al giorno nell'acqua con un salario medio di 35$ al mese; DIRITTI UMANI secondo molte associazioni i bambini dei pescatori vivono in condizioni di schiavitù". 3. Un ultimo esempio più famoso, la vicenda tonni-delfini: una determinata e, ovviamente meno costosa, pratica di pesca comportava l'uccisione dei delfini catturati assieme ai tonni. Due aspetti: questa campagna è divenuta di dominio pubblico e non è rimasta in sordina come quella dei gamberetti; ma la sentenza ha comunque ribadito che fra le due scatolette di tonno (il prodotto) non c'era differenza. Quindi nelle regole del commercio internazionale l'approccio continua a rimanere "sul prodotto" e non si riesce a spostarlo "sul processo" L'Unione Europea L'Unione Europea ha assunto iniziative positive e coerenti per aiutare-stimolare i P.V.S. e per intervenire sulle "modalità di produzione":
  • 7. - nel maggio 2001 ha adottato l'Agenda Sociale Europea - ha riconosciuto l'OIL e ne appoggia l'attività per la promozione dei diritti dei lavoratori e sostiene l'utilizzo di misure di incoraggiamento - ha istituito il Sistema di preferenze generalizzate che prevede: un regime di incentivazione per la promozione dei diritti dei lavoratori, gli Stati interessati possono ottenere ulteriori riduzioni dei dazi doganali nel caso dimostrino di possedere ed applicare una legislazione conforme alle convenzioni OIL su libertà sindacale ed età minima di ammissione al lavoro.E' un'utile fusione di meccanismi incentivanti e punitivi. Per entrambi i meccanismi è prevista una procedura di indagine, gestita dalla Commissione europea ed aperta allo Stato interessato, ma anche a privati che ritengano di possedere informazioni utili in merito Ma ciònonostante, se c'è difficoltà a controllare ed intervenire sul processo di produzione di un bene, tanto più difficile è intervenire sulla fonitura di un servizio; e il turismo, come tutti i servizi da utilizzarsi lì dove vengono erogati, è prevalentemente processo e quasi totalmente lavoro. Le peculiarità del turismo "Se è il tonno che va dal consumatore", nel prodotto turistico ci può essere il rovescio "è il consumatore, speriamo critico e responsabile, che va alla torre di Pisa" Il turismo ha proprio questa peculiarità: i servizi erogati nel settore turistico vengono esporatati importando turisti; è quindi difficile trattare il turismo con i mezzi consueti; e ciò sia da parte dell'Unione Europea (che val la pena ricordare non prevede alcun canale di finanziamento dedicato al turismo); ma anche da parte del sindacato; e questa peculiarità ha i pro e i contro; alcuni esempi di cosa sia possibile fare : 1. Filcams Fisascat Uiltucs e le associazioni degli imprenditori che organizzano viaggi (e ieri anche l'EBIT), hanno sottoscritto il protocollo ECPAT contro lo sfruttamento sessuale dei bambini; oggi la normativa italiana mette sullo stesso piano questi reati anche se compiuti all'estero; lo scopo del protocollo è: una campagna preventiva di sensibilizzazione ma anche un anello della catena di controllo internazionale per tutelare i diritti umani; 2. abbiamo partecipato alla redazione degli indicatori di sostenibilità sociale elaborati col patrocinio UNEP-ONU per i Tour Operators; questa iniziativa ha tanti difetti, primo fra tutti la non verificabilità di parte terza, ma consente comunque di elevare gli standard sociali delle località di destinazione e serve a implemetare quella rete di controllo internazionale che dobbiamo costruire assieme agli altri sindacati, alle ONG, alle associazioni dei consumatori proprio perché: il non rispetto delle regole, anche di quelle sociali, nei paesi di destinazione venga "punito" sul "mercato" di provenienza. 3. Passi ulteriori possono e debbono essere fatti, specie in direzione della contrattazione. In Francia il bilancio sociale è previsto per legge; Club Mediterraneè, CAE e sindacato Europeo del turismo, hanno negoziato l'impegno del Club a garantire il rispetto delle leggi, delle convezioni OIL anche nei confronti delle catene dei fornitori, con verifica congiunta delle parti, e ciò da valersi anche per le strutture extra europee; qui si è ben oltre la certificazione sociale perché la verifica è fatta anche dal Sindacato.
  • 8. Tutte iniziative, quelle descritte, che già consentono di migliorare le condizioni di lavoro anche oltre il livello di rappresentattività effettiva e territoriale del sindacato. E queste sono alcune delle opportunità in più che può offrire un settore "strano" come quello del turismo. Ma c'è anche l'altra faccia della medaglia: l'Unione Europea potrebbe inserire il villaggio turistico del Club Med della Thailandia nel sistema di preferenze generalizzate perché di fatto rispetta la convenzione OIL sul lavoro infantile e potrebbe farlo senza concedere i medesimi incentivi alla stessa attività svolta all'interno dell'Unione, magari in Calabria, Campania, Sicilia. Il confronto pare esagerato ma va ricordato che la CGIL ha condotto un'importante campagna per evidenziare quanto lavoro infantile esiste, non solo in Cina e Pakistan, ma anche in Italia, specie al sud e nei servizi, sono stati stimati in circa mezzo milione i bambini che lavorano, e molte nostre aree, specie meridionali hanno dati equivalenti a quelle che in estremo oriente vengono chiamate Zone Per l'Esportazione cioè i duty free dei diritti. L'Unione Europea ha svolto numerose iniziative in campo ambientale, ha assunto direttamente certificazioni ambientali, Ecolabel, ha incentivato le certificazioni volontarie, EMAS, ma non ha ancora prodotto nulla in termini di certificazioni sociali. La R.S.I. Ricordate Bhopal? Il 3 dicembre 1984 in ventimila sono morti e la Union Carbide ancora si rifiuta di rispondere alla giustizia indiana. Dopo Bophal ha preso maggiore vigore la richiesta di Responsabilità Sociale delle Imprese. La RSI non è un concetto magico che risolverà i problemi perché: la si può interpretare alla Ministro Maroni - McDonald's "Care imprese combinate di tutto e di più poi pulitevi la coscienza aziendale con un po' di carità"; la si può affrontare però anche con il concetto, come evidenziano gli studi dell'Eurisko e della CIRM, che "chi consuma VOTA" quindi vuole essere informato per essere messo nella condizione di scegliere; e oggi il consumo è anche finanziario: e allora che si fa? Si sceglie il fondo di investimento etico o il fondo purchessia? come la si può affrontare con lo spirito del Libro Verde Nel Luglio 2001 la Commissione Europea ha presentato il libro verde "promuovere un quadro europeo x la responsabilità sociale delle imprese" definita come "l'integrazione su base volontaria dei problemi sociali ed ambientali delle imprese nelle loro attività commerciali e nelle loro relazioni con le altre parti" Nel 2002 ha pubblicato gli esiti della consultazione in merito a quali caratteristiche deve avere la responsabilità Sociale delle Imprese: Le imprese - carattere volontario - no a soluzioni adatte a tutti - no a un regolamento dell'Unione Europea sulla responsabilità sociale - le multinazionali si troverebbero confrontate con priorità contraddittorie I Sindacati - le iniziative volontarie sono insufficienti per proteggere i diritti dei lavoratori e dei cittadini - serve un quadro diritti minimi e parità di condizioni
  • 9. - il processo di pratiche di responsabilità sociale va costruito coinvolgendo le parti interessate - condizioni affinché le imprese rendano conto degli effetti delle loro azioni in ambito sociale ed ambientale Gli Investitori - maggior trasparenza imprese I Consumatori Disponibilità di informazioni affidabili ed esaaurienti su condizioni etiche, sociali ed ambientali della produzione e vendita di beni e servizi per poter scegliere responsabilmente Il Comitato economico e sociale azioni volontarie più accotdi esistenti delle organizzazioni internazionali sono il quadro per iniziative di sostegno alle imprese verso la responsabilità sociale Comitato delle regioni Integrare responsabilità sociale nell'attività di imprese e poteri pubblici in un quadro favorevole instaurato da UE Parlamento europeo - integrare RSI in tutte le sfere di competenza UE - creare foro multilaterale x RSI - bilancio imprese renda conto risultati in campo sociale, dell'ambiente, del rispetto dei diritti dell'uomo Questo quadro ben rappresenta anche le posizioni in campo e come ogni inziativa ha dei limiti e offre delle opportunità: pare più destinata alle grandi imprese, magari multinazionali le quali hanno condizioni di lavoro mediamente standardizzate e ("compliance") rispettose delle leggi; che si sono già dotate di codici etici interni con standard più elevati delle convenzioni OIL; che però sono sottoposte (ad audit interno) a forme di semplice autocontrollo aspetto interessante è che il libro verde prevede l'estensione della responsabilità sociale alla filiera, ai fornitori e in questa dimensione il rispetto delle leggi e dei codici etici non è assolutamente scontato; come va ben valutata la possibilità, pur tutta italiana, della contrattazione di secondo livello, in particolare aziendale, che apre potenzialità enormi in questo campo: le imprese vogliono mantenere la responsabilità sociale, come anche le certificazioni ,nella sfera della volontarietà, ma anche gli aumenti salariali, fissi o variabili che siano, fanno parte della sfera della volontarietà, ma anche della contrattazione! Ma anche limitandoci alla semplice sfera della rendicontazione, ad es. la TUI, la più grande impresa turistica integrata del mondo, ha aderito al TOI Project e il codice etico che dovrà far rispettare ai fornitori mica vale solo per i villaggi turistici dei Caraibi, vale anche per i fornitori italiani, pensioni di Cattolica comprese.
  • 10. La certificazione sociale Ma la piccola e media impresa può avere livelli di rendicontazione o certificazione sociale aggiuntivi a quelli determinati dall'essere parte della filiera di una grande impresa? Attualmente, a parte alcune certificazioni con valenza locale, ad es. indispensabile per commerciare con alcuni stati USA, si stanno occupando di certificazioni sociali, anche per la PMI, alcuni progetti denominati: - SIGMA - Business impact - A1000 (che ha predisposto un manuale fai da te) Ma nessuno fra questi consente la certificazione sociale. Dalla Carta di Rimini del 30 giugno 2001 Assicurare e promuovere una buona gestione ambientale e sociale delle destinazioni e infrastrutture turistiche: · incoraggiando strumenti per il miglioramento della performance ambientale (quali dichiarazioni di intenti, accordi volontari, Ecolabel, tecnologie pulite, sistemi di gestione ambientale, e di acquisti ecologici) · garantendo il rispetto dei diritti dei lavoratori e promuovendo la Certificazione Etica (SA 8000 o altri modelli riconosciuti) SA8000 oggi è l'unico sistema di certificazione sociale di parte terza attualmente disponibile, nasce in USA nel 1997; in Italia è stato utilizzato dalla Coop in aggiunta alla pubblicazione del bilancio sociale; la Regione Toscana ha stanziato 28 milioni di Euro per incentivare le imprese a certificarsi SA8000; una simile iniziativa è stata presa dalla Regione Umbria. Le imprese che nel mondo sono certificate SA8000 non sono molte (poco meno di 250) e,tranne l'eccezione italiana determinata dalle iniziative di incentivazione descritte, sono concentrate nei P.V.S. SA 8000Certificate China 39 Italia 34 Brasile 28 India 22 Vietnam 17 Pakistan 10 SA8000, mutuando le convenzioni OIL fissa i criteri in merito a: ƒ{ lavoro infantile ƒ{ lavoro obbligato ƒ{ salute e sicurezza ƒ{ libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva ƒ{ discriminazione
  • 11. ƒ{ procedure disciplinari ƒ{ orario di lavoro ƒ{ retribuzione SA8000 è applicabile a prescindere dalla dimensione di impresa, coinvolge la filiera, prevede il miglioramento continuo. Alcune annotazioni sul sistema di gestione delle procedure: Rappresentanti dell'Azienda 9.1 L'azienda deve nominare un rappresentante della direzione che, indipendentemente da altre eventuali responsabilità, assicuri il rispetto dei requisiti della presente norma. 9.1 L'azienda deve garantire che il personale operativo scelga un rappresentante tra i propri membri col compito di facilitare le relazioni con la direzione in materie collegate alla presente norma. Controllo dei Fornitori 9.1 L'azienda deve stabilire e mantenere attive procedure appropriate per la valutazione e la selezione dei fornitori sulla base della loro capacità di rispondere ai requisiti della presente norma; impegno per iscritto dei fornitori a: a) conformarsi a tutti i requisiti della presente norma (inclusa questa clausola); l'azienda deve astenersi dal prendere provvedimenti disciplinari, licenziare o altrimenti discriminare qualsiasi dipendente che fornisca informazioni riguardanti la conformità alla presente norma; (pare l'art. 18!!) Accesso alla Verifica Dove richiesto contrattualmente, l'azienda deve fornire ragionevoli informazioni e permettere l'accesso delle parti interessate alla verifica di conformità ai requisiti della presente norma; qualora ulteriormente richiesto dal contratto, le stesse informazioni e la possibilità di accesso devono essere ugualmente garantite dai fornitori e dai sub-fornitori dell'azienda, attraverso l'inserimento di tale requisito nei contratti di acquisto dell'azienda Domanda: ma quante aziende del turismo diffuso, anche a Rimini, avrebbero i requisiti per ottenere la certificazione SA8000? Una proposta operativa Anche se in occasione dell'indagine che la Commissione Europea ha svolto nel 2001 in preparazione del Libro Verde su un campione di 7.000 PMI è risultato che l'accesso a pratiche di certificazione è determinato in primo luogo da problemi di sensibilizzazione e solo in secondo luogo da problemi economici; le iniziative incentivanti assunte dalle Regioni dovrebbero essere affiancate da iniziative quali: patnership con associazioni e istituzioni locali; fare progetti di filera, distretto e sistema turistico locale.
  • 12. Per predisporre il terreno alla realizzazione di progetti quale la "Crescita eccellente e responsabile" dell'Istituto per il Lavoro dell'Emilia Romagna, il percorso potrebbe essere: partendo dall'applicazione della Carta di Rimini: ƒ{ Costituire un foro a livello locale per lo scambio delle buone pratiche ƒ{ definire un codice etico sullo sviluppo sostenibile del sistema turistico sottoscritto dalle Istituzioni, dalle parti sociali, ONG, … ƒ{ prevedere l'adesione al codice etico da parte delle singole aziende ƒ{ favorire e incentivare le certificazioni di qualità in essere a partire da quelle sociali anche attraverso l'inserimento della "clausola sociale" in appalti e bandi Rimini, 6 giugno 2003 Gabriele Guglielmi Filcams CGIL Nazionale