2. PREMESSE
Nell’attuale quadro economico e
produttivo appare sempre più frequente
il ricorso a processi di esternalizzazione
dei servizi da parte della Pubblica
Amministrazione.
MA COSA VUOL DIRE
ESTERNALIZZARE UN SERVIZIO?
3. DEFINIZIONI
Esternalizzare un servizio vuol dire
ricorrere a un modello organizzativo in
forza del quale la Pubblica
Amministrazione sceglie di affidare
l’intera gestione di un servizio ad un
soggetto esterno traslando in capo allo
stesso le responsabilità connesse al
raggiungimento del risultato e all’utilizzo
della forza-lavoro.
4. PERCHE’ ESTERNALIZZARE
UN SERVIZIO
PERCHE’ SI ASSISTE AD UN RICORSO SEMPRE PIU’
SPINTO VERSO LE ESTERNALIZZAZIONI?
Possibili cause:
Vincoli in materia di spese di personale
Vincoli alle assunzioni
Scarsità di risorse economiche
Scelta di un modello organizzativo di tipo privatistico
per ovviare ad eventuali difficoltà (logistiche, di
mancanza di professionalità e competenze interne,
specialistiche) legate alla gestione di un servizio.
5. COME ESTERNALIZZARE UN
SERVIZIO
Tramite appalto affidato:
direttamente per importi inferiori ad € 40.000,00
secondo le modalità previste dal regolamento
dell’ente per le forniture e i servizi in economia
Tra 40.000 e 193.000,00 euro mediante procedura
negoziata (cd. Cottimo fiduciario)
Per importi oltre 193.000,00 con procedura ad
evidenza pubblica
IN TUTTI I CASI TROVA APPLICAZIONE IL D.LGS. N.
163/2006 (cd. Codice dei Contratti) E IL RELATIVO
REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE (d.p.r. n. 207/2010)
6. COSA SI INTENDE PER
APPALTO
“Nell’appalto l’appaltatore fornisce al committente una
opera o un servizio, da realizzare tramite la propria
organizzazione di uomini e mezzi, assumendosi il
rischio d’impresa” (in tal senso la circolare del
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 5
dell’11 febbraio 2011)
Differenza rispetto alla somministrazione di lavoro
in cui il somministratore si limita a fornire forza-
lavoro da lui assunta affinché il committente la utilizzi
secondo le proprie necessità adattandole al proprio
sistema organizzativo (vedi art.29 del d.lgs. N.
276/2003).
7. “APPALTO GENUINO”
Quando un appalto può definirsi genuino e
quindi lecito?
La giurisprudenza ha elaborato alcuni criteri:
1. Organizzazione imprenditoriale
2. Rischio d’impresa
3. Esercizio del potere direttivo sul personale
impiegato
4. Impiego di capitali, macchine e attrezzature
8. “APPALTO GENUINO”
Elementi di carattere formale per la verifica della genuinità
dell’appalto:
1. L’iscrizione nel registro delle imprese,con particolare riguardo
alla data, all’oggetto sociale nonché al capitale sociale;
2. Il libro giornale e il libro inventari
3. Il libro unico del lavoro per i dati afferenti alla data di
assunzione nonché alle mansioni e alle qualifiche dei
lavoratori impiegati nell’appalto
4. Il Documento unico di regolarità contributiva (cd. D.U.R.C.).
In questo senso la circolare del Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali n. 5/2011
9. IN CONCLUSIONE….
Un appalto può definirsi genuino quando, in
relazione all’attività appaltata, alla durata del
contratto, alle modalità organizzative del
servizio, incomba in capo all’appaltatore
l’organizzazione dei mezzi necessari e il
rischio di impresa connessi alla gestione di un
servizio.
10. APPALTO GENUINO
La gestione di un servizio tramite appalto
comporta, pertanto, il trasferimento in
capo all’impresa di tutti i rischi connessi
alla gestione, con la conseguenza che
l’impresa, nei limiti di quanto stabilito
dalla S.A. nel capitolato d’appalto,
organizza e gestisce quel servizio
mettendo a disposizione mezzi, uomini
e macchinari.
11. VERIFICHE
La verifica circa la genuinità di un appalto
si impone soprattutto quando l’attività
dell’impresa si traduce nel mettere a
disposizione della S.A. competenze e
professionalità specialistiche, a fronte
della non rilevanza di attrezzature o
beni strumentali.
12. CONTROLLI
Occorrerà verificare che l’impresa:
1. Eserciti il proprio potere organizzativo e direttivo sul
personale.
Da un lato:
La ditta non potrà limitarsi solo a fornire personale
ma sarà obbligata a gestirlo, coordinarlo e dirigerlo.
La Pubblica Amministrazione non potrà far ricorso
all’appalto di un servizio per poter disporre di risorse
aggiuntive – in questo caso infatti si farebbe ricorso
ad un’illecita somministrazione di manodopera.
13. CONTROLLI
2. Non faccia ricorso al volontariato - il
ricorso a professionalità esterne
dotate di competenze specialistiche
implica necessariamente che sia
prevista un’adeguata retribuzione. Il
volontariato non può svolgere servizi
per la P.A. se non in forma di
supporto.
14. CONTROLLI
L’impresa risulti in possesso di tutti quei
requisiti di carattere formale e
sostanziale che concorrono a
configurare l’appalto come “genuino” e
quindi lecito.
15. CONTROLLI
Ancora la S.A. è tenuta a verificare che
l’impresa:
Garantisca al personale impiegato livelli
retributivi e contributivi non inferiori a quelli
previsti dai contratti di lavoro della categoria
e della zona adeguata (tale impegno viene
assunto tramite autocertificazione già in sede
di gara ai sensi del d.lgs. N. 163/2006).
Il mancato rispetto di tali obblighi può
costituire motivo di risoluzione del contratto.
16. CONTROLLI
Si faccia carico dei costi per la sicurezza normalmente
esposti nel capitolato d’appalto e non soggetti a
ribasso proprio in quanto costi insopprimibili legati
alla tutela dei lavoratori
Collabori con la S.A. per la redazione del documento
unico di valutazione dei rischi da interferenza (cd.
DUVRI) atto ad eliminare ovvero a ridurre i cd. rischi
da interferenza delle lavorazioni nel caso di
commistione tra lavoratori pubblici e lavoratori
dell’impresa all’interno dello stesso luogo di lavoro. Il
DUVRI deve essere allegato al contratto a pena di
nullità
17. CONCLUSIONI
In conclusione…
Esternalizzare un servizio in biblioteca vuol dire
affidare ad un soggetto esterno che dia
idonee garanzie di affidabilità e serietà la
gestione in toto di quel servizio mettendo a
disposizione personale in possesso dei
requisiti previsti da capitolato e assumendo
su di sé il rischio imprenditoriale di una
gestione più o meno “vincente”.
18. Compito della S.A. è mettere in atto tutte
quelle tutele, prima tramite il capitolato,
poi attraverso una serie accurata di
controlli, affinchè l’attività posta in
essere dall’impresa sia “genuina” e
quindi lecita.