2. Il 1800 è un secolo di grandissime e importanti invenzioni che
condurranno l'Europa verso una seconda rivoluzione industriale
(1865-1900): si assisterà ad un forte sviluppo della rete
ferroviaria, alla costruzione di grandi navi a vapore, a mezzi di
comunicazione molto più moderni e veloci e alla costruzione di
nuovi macchinari ancora oggi utilizzati.
3. La storia di questo veicolo è
tormentata quanto quella del
suo inventore, Karl Drais.
Nato nel 1785 a Karlsruhe,
una grande città della
Germania sud-occidentale,
Drais aveva studiato
architettura, fisica e
soprattutto agricoltura a
Heidelberg. Finiti gli studi,
infatti, lo avrebbe atteso una
carriera nel corpo forestale.
La bicicletta
4. A 26 anni, però, Drais era già arcistufo del suo destino. La prima
occasione per far emergere la sua vera indole, quella
dell’inventore, gliela diede una crisi dei raccolti di avena nel
1812. Il tempo avverso, infatti, aveva distrutto i campi e nei mesi
successi i cavalli vennero lasciati morire di fame.
5. Era il momento giusto per progettare un mezzo di locomozione
alternativo al quadrupede: al Congresso di Vienna, Drais presentò il
suo prototipo di carrozza senza cavalli. Si trattava di un veicolo con 4
ruote, mosso grazie a una manovella alloggiata nella parte
posteriore. Ma non venne presa in considerazione.
6. Nel 1815, il vulcano
indonesiano Tambora si mise a
fumare, e ci fu un’estate
particolarmente rigida: in
Germania nevicò e i raccolti di
avena andarono nuovamente
perduti. Drais la vide come una
seconda occasione; questa volta
dalla sua testa uscì un veicolo a
due ruote, con un manubrio:
era la guida della moderna
bicicletta. Drais realizzò il suo
cavallo meccanico nel 1816 e la
brevettò, con il nome di
Laufmaschine (macchina da
corsa) il 17 febbraio 1818.
7. Dalla mente di Drais mancavano infatti alcuni particolari non
esattamente irrilevanti: tanto per cominciare i pedali, ma anche
il freno e la trasmissione a catena. Insomma, il funzionamento
era più quello di un monopattino, ma con l’aspetto di un cavallo
e con due ruote e un sellino.
8. La pila
Tra il 1799 e il 1800
Alessandro Volta realizzò e
perfezionò l’invenzione che lo
avrebbe reso famoso in tutto
il mondo: la pila. Non fu una
trovata improvvisa ma derivò
dagli anni di studi e
osservazioni precedenti,
soprattutto sull’elettricità
animale e sulle relative teorie
di un altro italiano, Luigi
Galvani.
9. Semplificando, Galvani
sosteneva che gli animali
fossero attraversati da un
“fluido elettrico” e che
questa elettricità
“intrinseca” fosse
prodotta dal cervello e
poi portata dai nervi ai
muscoli dove veniva
immagazzinata.
10. Volta elaborò diversi esperimenti
per produrre una batteria che
fosse in grado di produrre una
corrente elettrica costante. La
versione definitiva era costituita
da una colonna di dischi di zinco
alternati a dischi di rame, con
uno strato intermedio di cartone
imbevuto di acqua salata (o resa
acida). Collegando i due poli con
un conduttore elettrico si
realizzava un circuito in cui
passava corrente continua.
11. La pila di Alessandro Volta fu il primo sistema per generare
elettricità con una corrente costante nel tempo. Il nome deriva dal
fatto che i dischi metallici che la facevano funzionare erano impilati
uno sull’altro.