1. Semplicità, non banalità
2. Definizione della tua identità
3. Coerenza tra forme e contenuti
4. A prova di fact-checking
5. La verità è strategica
6. Empatia, non ruffianeria
7. Pathos e concretezza
8. Parlare della vita delle persone
9. Politica-pop, un tema delicato
10. Evitare l'autoreferenzialità.
Scrivere (per) la politica - dieci idee per un buon discorso politico
1. Scrivere (per) la politica
Creatività, emozione, dati:
dieci idee per costruire un discorso politico efficace
(i risultati di un’esercitazione)
Creatività, emozione, dati:
dieci idee per costruire un discorso politico efficace
(i risultati di un’esercitazione)
di Giovanni Sasso
e Dino Amenduni
Putignano (Bari)
Scrivoanchio.it - laboratorio
17 Luglio 2013
di Giovanni Sasso
e Dino Amenduni
Putignano (Bari)
Scrivoanchio.it - laboratorio
17 Luglio 2013
2. Proforma / Un blog aziendale: perché?
Chi siamo
Giovanni Sasso
(giovanni.sasso@proformaweb.it) è il direttore
creativo e socio di Proforma, agenzia di
comunicazione di Bari
(www.proformaweb.it). Lavora alle campagne elettorali
dal 2004. (la prima: Emiliano, Amministrative a Bari)
Dino Amenduni (dino.amenduni@proformaweb.it -
http://about.me/dinoamenduni) è il responsabile dei
nuovi media di Proforma, collaboratore e blogger per
Finegil-Gruppo Espresso e formatore. Lavora alle
campagne elettorali dal 2008.
Questa presentazione è disponibile gratuitamente
(sia consultazione che download) all’indirizzo:
www.slideshare.net/doonie
3. Proforma / Un blog aziendale: perché?
Sommario
1. La comunicazione politica dal dopoguerra ai giorni
nostri: dieci stimoli, dieci brainstorming
2. Dalla teoria alla pratica e viceversa: la costruzione
collettiva di un decalogo di buone pratiche per la
scrittura creativa per la politica (esercitazione)
L’esercitazione ha avuto luogo a Putignano (Bari), il 17 luglio
2013, all’interno di un laboratorio del progetto Scrivoanchio.
Hanno partecipato 20 ragazzi tra i 14 e i 18 anni, finalisti di un
concorso nazionale di scrittura, i quali hanno liberamente
commentato le campagne da noi proposte (efficacia, impatto,
attualità, scelte grafiche, testi, musiche…).
Il brainstorming ha offerto gli spunti per la definizione del
decalogo della buona scrittura per la politica
4. Proforma / Un blog aziendale: perché?
Esercitazione: il modello
Fase1: brainstorming e dibattito sui dieci stimoli, presentati
singolarmente
Fase2: stesura e condivisione delle buone pratiche tra i
partecipanti
Fase3: divisione in quattro gruppi, ognuno dei quali aveva il
compito di scrivere un appello al voto di un candidato presidente
del Consiglio di max 3 minuti. Il testo poteva tener conto del
decalogo appena realizzato e doveva essere interpretato da un
candidato scelto dal gruppo davanti a una telecamera.
Durata complessiva dell’esercitazione: circa due ore
Il modello di esercitazione (brainstorming più definizione condivisa di buone pratiche più
eventuale simulazione finale) può essere riprodotto liberamente in altri contesti.
5. Proforma / Un blog aziendale: perché?
Il brainstorming
50 anni di comunicazione politica
in dieci messaggi
6. Proforma / Un blog aziendale: perché?
1. Democrazia Cristiana, 1963
“Mai più dittature”
(campagna DC per la giornata della Liberazione
Tema: la comunicazione identitaria)
7. Proforma / Un blog aziendale: perché?
2. Partito Comunista Italiano, 1976
“Noi abbiamo le mani pulite, chi può dire altrettanto?”
(campagna PCI per le elezioni politiche anticipate
Tema: la comunicazione elettorale)
8. Proforma / Un blog aziendale: perché?
3. Kennedy a Berlino, 1963
(tema: l’emozione in politica)
Duemila anni fa -- Duemila anni fa, il più grande orgoglio era dire
"civis Romanus sum.” Oggi, nel mondo libero, il più grande orgoglio
è dire "Ich bin ein Berliner.” […]
La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta. Ma non
abbiamo mai costruito un muro per tenere dentro i nostri -- per
impedir loro di lasciarci. Voglio dire a nome dei miei compatrioti che
vivono a molte miglia da qua dall'altra parte dell'Atlantico, che sono
distanti da voi, che sono orgogliosi di poter dividere con voi la
storia degli ultimi 18 anni. Non conosco nessun paese, nessuna
città, che è stata assediata per 18 anni e ancora vive con vitalità e
forza, e speranza e determinazione come la città di Berlino Ovest.
9. Proforma / Un blog aziendale: perché?
4. Forza Italia, 1994
“E Forza Italia, per fare per crescere”
(video e inno fondativo del partito
Tema: il video e la musica in politica)
10. Proforma / Un blog aziendale: perché?
5. Il risotto di D’Alema, 1997
Bruno Vespa manda in onda un filmato amatoriale
(video - Tema: la politica pop)
11. Proforma / Un blog aziendale: perché?
6. Nichi Vendola, 2005
“Pericoloso – come tutte le persone oneste”
(campagna per le elezioni regionali
Tema: comunicare gli outsider)
12. Proforma / Un blog aziendale: perché?
7. Barack Obama, 2008
“Yes we can”
(campagna per le elezioni presidenziali americane
Tema: comunicare per “fare la storia”)
13. Proforma / Un blog aziendale: perché?
8. Satira politica, 2001
“Meno tasse per Totti”
(adbusting satirico, campagna elettorale di Berlusconi,
elezioni politiche 2001
Tema: il “purché se ne parli” è un approccio corretto?)
14. Proforma / Un blog aziendale: perché?
9. Licia Ronzulli, 2012
Il primo voto al ritorno in Parlamento Europeo dopo la maternità
(nella foto, Licia Ronzulli con sua figlia Vittoria
Tema: opportunità e rischi dell’umanizzazione)
15. Proforma / Un blog aziendale: perché?
10. Partito Democratico, 2013
“Lo smacchiamo”
(video-spot per il web, elezioni politiche 2013
Tema: la comunicazione autoreferenziale)
16. Proforma / Un blog aziendale: perché?
Il decalogo della buona
scrittura per la politica
I risultati del processo
di brainstorming
17. Proforma / Un blog aziendale: perché?
1. Semplicità (non banalità)
Il messaggio politico deve essere chiaro, non
complesso. Non deve essere di difficile comprensione
né contenere elementi in potenziale contraddizione tra
loro.
Una buona comunicazione può consistere anche in un
solo messaggio forte. Bisogna resistere alla tentazione
di dire tanto (tutto? Troppo?) in un unico manifesto o in
un unico stimolo di comunicazione, perché affatica il
destinatario ed è meno facile da ricordare.
Semplificare, però, non significa banalizzare.
Ridurre un messaggio all’essenziale vuol dire lavorare
duramente (e nel dettaglio) sulla rifinitura, che può
richiedere anche un lungo periodo di studio preliminare.
18. Proforma / Un blog aziendale: perché?
2. Definizione della tua identità
I cittadini devono sapere chi sei, cosa vuoi fare, come
intendi farlo, da dove parti, dove vuoi arrivare. Devono
conoscere la tua storia, i tuoi punti di forza, i tuoi valori.
Serve definire un quadro coerente, e per certi versi
prevedibile, che permetta al cittadino di sapere cosa il
partito o il politico farà senza che debba ripeterlo tutte le
volte. Se questo quadro non c’è, il messaggio politico (e
dunque il mittente) sarà considerato ambiguo,
provvisorio, inaffidabile.
L’identità non si costruisce solo definendo chi o cosa si è,
ma anche definendo chi o cosa non si è, o
determinandosi in modo oppositivo, sulla base delle
caratteristiche dell’avversario.
19. Proforma / Un blog aziendale: perché?
3. Coerenza tra forme e contenuti
Il contenuto del messaggio deve essere confermato,
sottolineato, rinforzato dal suo contenitore.
La manifestazione di una volontà o di un’ideale non è
credibile se le scelte di comunicazione (e le scelte
politiche conseguenti) sono diverse da ciò che si vuole
sostenere.
Questa coerenza va perseguita in tutte le valutazioni
sulla comunicazione della “forma”, anche nelle scelte
grafiche, visive, di testo, di pianificazione dei mezzi,
persino di vissuto biografico di chi sta comunicando.
Il rischio, in caso contrario, è di apparire ipocriti, se
non addirittura falsi.
20. Proforma / Un blog aziendale: perché?
4. A prova di fact-checking
L’autoaffermazione del proprio valore può essere una
scelta di comunicazione vincente solo se ciò che è
sostenuto può essere facilmente dimostrato.
Questo è stato vero sempre ma lo è ancora di più ora, a
causa della diffusione dei social media e della possibilità
(anche individuale) di verificare l’attendibilità delle fonti.
Le promesse (elettorali) oggi rappresentano sempre più
una fonte di rischio e sempre meno un’opportunità per
costruire consenso. Le promesse troppo grandi possono
essere facilmente “smontate” trasformandosi in un
boomerang, specie quando il mancato raggiungimento
degli obiettivi non dipende (solamente) dal mittente.
21. Proforma / Un blog aziendale: perché?
5. La verità è strategica
Nessuna campagna di comunicazione sarà “buona” se il
prodotto è scadente.
Il tema della verità è dunque centrale sia in senso positivo
che in senso negativo.
Dire tutta la verità può non essere sempre utile, soprattutto
se i contesti sono fluidi e complessi. In alcuni casi il bluff
comunicativo può funzionare di più.
Questa riflessione assai pragmatica non deve però essere
considerato un alibi. La comunicazione politica dovrebbe
essere prima di tutto un esercizio di correttezza, sempre e
comunque. Anche perché, comunicare il falso è un’azione
che prima o poi, ti si ritorce contro.
22. Proforma / Un blog aziendale: perché?
6. Empatia, non ruffianeria
La comunicazione emozionale, “di pancia”, non è
necessariamente svincolata da logiche razionali di
decodifica. Anche l’emozione può essere percepita come
vera o falsa, attendibile o inattendibile. Può essere verificata.
Il confine tra empatia (comunico in modo emozionale
perché conosco ciò di cui sto parlando e sono dunque
sinceramente coinvolto) e ruffianeria (comunico in modo
emozionale nel tentativo di portare il pubblico dalla mia
parte, ma senza che il mittente sia coinvolto a sua volta) è
molto labile.
In periodi di profonda sfiducia verso la (comunicazione)
politica, è molto importante abbandonare del tutto ogni
forma di ruffianeria retorica: non funziona più.
23. Proforma / Un blog aziendale: perché?
7. Pathos e concretezza
Puntare su un solo registro di comunicazione (emozionale
vs. razionale) appare oggi insufficiente.
Emozionare, parlare di ideali e valori, raccontare storie,
coinvolgere è una tecnica efficace solo se non si perde di
vista la necessità di rassicurare gli elettori con messaggi
concreti, pratici, che non diano la sensazione che il politico
sia solo un bravo comiziante, e non un amministratore
all’altezza.
Allo stesso modo, è vero il ragionamento contrario: pensare
di poter convincere qualcuno solo snocciolando dati,
statistiche, competenza è sbagliato. I dati devono essere
annunciati in modo non asettico, ma coinvolgente,
inserendoli in una narrazione convincente e calda.
24. Proforma / Un blog aziendale: perché?
8. Parlare della vita delle persone
Qualsiasi ragionamento, dal più semplice al più complesso,
dal più “alto” al più “basso”, deve essere declinato tenendo
in mente un obiettivo comune: il cittadino, il destinatario,
deve poter comprendere i benefici immediati delle
proposte sulla sua vita quotidiana.
L’uso di metafore, comparazioni, paragoni, storie
esemplificative sono certamente utili a facilitare la
comprensione dei messaggi, ma le metafore da sole non
bastano, perché serve studiare il contesto, la situazione
economica e culturale, per poter davvero riuscire a
trasformare il generale in iper-particolare, e dunque
comunicare in modo convincente e interessante per chi
ascolta.
25. Proforma / Un blog aziendale: perché?
9. Politica-pop, un tema delicato
“Umanizzare” i candidati, comunicare gli aspetti extra-
politici della propria attività, è certamente una tecnica utile
a favorire meccanismi di empatia e coinvolgimento tra
politici e cittadini.
Ma l’umanizzazione non è sempre una scelta corretta.
Diventa persino dannosa se il processo narrativo è
visibilmente incoerente con la storia personale del
candidato, o se i tentativi di umanizzazione sono artificiali,
troppo ancorati a modelli teorici, estemporanei (solo in
campagna elettorale).
I cittadini hanno oramai imparato a riconoscere
l’umanizzazione “vera” da quella “falsa” e puniscono la
seconda.
26. Proforma / Un blog aziendale: perché?
10. Evitare l’autoreferenzialità
Spesso i politici e i partiti comunicano se stessi dando per
scontato che il grande pubblico conosca tutto di loro,
segua ogni giorno ciò che dicono e fanno, rinunciando così
a una comunicazione chiara, semplice, descrittiva,
didascalica.
Questo è il modo più semplice per non farsi capire, per
apparire elitari, per arroccarsi nelle proprie posizioni, finendo
per risultare persino antipatici.
Le polemiche nei circoletti della politica e del giornalismo
non fanno guadagnare voti proprio per questo: perché alla
fine, anche se non sembrerebbe, rappresentano una forma
di comunicazione di nicchia, che interessa molto poco al
di fuori degli addetti ai lavori.