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La Grecia classica, il Medioevo,
il Rinascimento, l’età dei Lumi
di Carlo Mariani
Corpo & anatomia
di 1082
Il percorso
3. Ortopedia
e orto-paidèia
2. Lo statuto della
medicina
4. Le teorie dello
Hegemonikon
5. L’antropologia
tripartita di Platone
6. Il corpo nella
medicina araba
7. Il corpo nella
medicina medievale
8. Il Fasciculus
Medicinae
9. L’anatomia di
Leonardo da Vinci
10. Il De Humani
Corporis Fabrica
11. Il “teatro”
dell’anatomia
12. L’anatomia barocca
di Pietro da Cortona
13. L’uomo-macchina
e l’Encyclopédie
1. La medicina delle origini
Corpo &
anatomia
Corpo &
anatomia
di 1083
La medicina delle origini
 La medicina antica nasce in Grecia con Ippocrate di Kos (V-IV sec.
a.C.) nel momento essa in cui riesce a tracciare una linea di
confine tra sé e le altre tecniche, tra sé e la filosofia.
 Nel De nuptiis Philologiae et Mercurii, Marziano Capella (V sec.)
esclude la medicina dalle arti liberali in quanto troppo legate alle
esigenze corporee dell’uomo.
 Ugo di San Vittore, Didascalikon; Giovanni di Salisbury, Policraticus.
 Per secoli quello che è stato chiamato il Corpus Hippocraticum
rappresentò un punto di riferimento di tutta la scienza medica
antica, almeno fino a Galeno (II sec. d.C.).
di 1084
La medicina delle origini
 Nel Medioevo la disputa sulle arti
liberali tra Marziano Capella (V
sec.), Isidoro di Siviglia (VI sec.), e
Ugo di San Vittore (XI sec.) esclude
la medicina dalle sette arti liberali.
 La medicina – in quanto sapere
terapeutico – entra a far parte
delle arti meccaniche.
 È stata soprattutto la Scolastica
che ha emarginato la medicina
riducendola a sapere tecnico.
di 1085
La medicina delle origini
 Scuole di medicina e centri di ricerca tra il V sec. a.C. e il IX d.C.
Corpus
HIppocraticum
GalenoGaleno
Opere di Ippocrate e Galeno
di 1086
La medicina delle origini
 Il Corpus Hippocraticum è una complessa articolazione di trattati e
opere non sistematiche che ha dato luogo ad una antropologia
medica in cui si intrecciano dati clinici, terapeutici, eziologici, ma
anche elementi di carattere climatico, geografico, meteorologico.
 Antica medicina, Prognostico, Arie Acque Luoghi, Regime delle malattie,
Epidemie (è il nucleo più originale e antidogmatico del Corpus)
 Natura dell’uomo, Venti, Settimane (sono le opere ancora in parte
compromesse con l’eleatismo, il pitagorismo)
 Articolazioni, Fratture, Natura delle ossa, Ghiandole, Carni (è la parte
più interessante dal punto di vista anatomico e fisiologico)
 Malattie delle donne, Natura della donna, Malattie I-IV, Epidemie I-VII
(costituisce un repertorio vastissimo di casi clinici, esperienze,
osservazioni: carattere non sistematico della trattazione)
di 1087
La medicina delle origini
 Nata dalla dietetica e vicina alla
ginnastica, la medicina elabora
gradualmente il proprio statuto
disciplinare, la propria immagine e
tende a porsi al centro di confluenza di
molti saperi (la filosofia, la biologia, la
meteorologia, l’astronomia, lo studio
dei venti e del clima.
 Le arie, le acque i luoghi è l’opera di
Ippocrate che meglio sintetizza questa
posizione.
Galeno (a sin.) e Ippocrate
Lunetta della Cattedrale di Anagni
di 1088
La medicina delle origini
 Per quanto concerne l’anatomia, i testi ippocratici di riferimento
sono le Articolazioni, le Fratture e le Ferite nella testa.
 Quando la scuola di Kos si estinse, nel III sec. a.C., il Corpus passò ai
bibliotecari di Alessandria e qui venne sottoposto ad una profonda
revisione nei contenuti.
 Scrive Di Benedetto che l’opera di Ippocrate Fratture e
Articolazioni costitutisce l’inizio della storia dell’anatomia.
di 1089
La medicina delle origini
La teoria degli umori
di 1081 0
La teoria degli umori
Bile Nera
Bile Gialla
Sangue
Flegma Acqua
Terra
Milza
Polmoni Aria Cistifellea
Fuoco
Fegato
M
alinconico
m
agro,debole,avaro,
triste
m
agro,irascibile,
perm
aloso
Collerico
Flem
m
atico
grasso,lento,pigro,
sciocco
rubicondo,gioviale,
goloso
Sanguigno
Ovest
Nord
Sud Giove
Venere
Saturno
Est
Marte
Est
Marte
EstEst
di 1081 1
Lo statuto della medicina
 La medicina si afferma come téchne vincolata all’esperienza
concreta e al rigore metodologico.
 Sono fondamentali, in questo contesto, non solo la teoria e la
pratica medica ma anche la costruzione di un lessico, di una
terminologia, di una grammatica disciplinare, di una koiné
specifica
 La medicina diviene una scienza della semeiotica, cioè del
semeion (il segno-sintomo) che il corpo restituisce nei diversi
stadi della salute e della malattia.
 Il semeion dice che cosa è successo  anamnesi
 Il semeion dice che cosa sta accadendo  diagnosi
 Il semeion dice che cosa accadrà  prognosi
di 1081 2
Lo statuto della medicina
 La salute dipende quindi dalla
isonomia, dall’equilibrio tra le
parti: si cura il malato più che la
malattia, attraverso il
ristabilimento di un equilibrio, il
regime del corpo (il regimen
sanitatis della scuola salernitana).
Ms. 2315 – Opere di Ippocrate e Galeno
tradotte da Costantino Africano, c. 100.
Vienna, Österreichische Nationalbibliothek
di 1081 3
Lo statuto della medicina
 La scienza medica di Ippocrate e Galeno arriva alla conclusione che il
corpo va rappresentato secondo un principio di mimesis, di realismo,
di aderenza alla realtà.
 Le differenze individuali di fisionomia, temperamento e carattere sono
equilibrate dalla uguaglianza del corpo anatomico e della fisiologia.
 Da Ippocrate a Galeno di Pergamo (II sec. d.C.) passano sette secoli
nei quali cambia completamente il ruolo della anatomia.
 In questa lunga parentesi si collocano alcuni cambiamenti
significativi:
 la divaricazione concettuale tra corpo e anima, tra soma e psiché.
 la lunga diatriba intorno alla cosiddetta teoria dello hegemonikon, cioè
dell’organo egemone del corpo umano.
di 1081 4
Lo statuto della medicina
 Soma vs. Psiché
 Sono due termini/concetti del mondo classico, addirittura
precedenti all’età arcaica. Sono noti ad Omero che però li
adopera in modo diverso rispetto a Platone.
 Per Omero:
 soma significa corpo senza vita, cadavere e
 psiché è l’ultimo respiro che l’uomo emette prima di recarsi
nell’Ade.
di 1081 5
Lo statuto della medicina
 Per Platone invece la psiché è una dimensione superiore
rispetto al soma in quanto essa diventa coscienza, anima
razionale e vive come espressione della coscienza intellettuale
del soggetto.
 In questo modo il corpo viene per così dire condannato
all’emarginazione, ed è un’eredità pesante anche per
l’esercizio dell’anatomia.
di 1081 6
Ortopedia e orto-paidéia
 N. Andry, L’orthopédie ou l’art de
prévenir et de corriger dans les
enfants le difformités du corps, 1749
di 1081 7
Ortopedia e orto-paidéia
 Il Perí árthron della Laurenziana è
un manoscritto bizantino celebre
per le miniature che illustrano il
commentario di Apollonio di Cizio
al testo ippocratico sulle
articolazioni, sulle lussazioni e
sulle fratture.
 Il codice contiene una
cinquantina di testi medici (di
Galeno, Eliodoro, Asclepiade,
Sorano di Efeso e altri).
Laur. Pluteo 74.7, c. 194v -
Firenze, Biblioteca Laurenziana
La trazione del gomito
di 1081 8
Ortopedia e orto-paidéia
 Questo codice membrananceo
venne acquistato a Candia nel
1492 dal celebre umanista Giano
Lascaris per conto di Lorenzo il
Magnifico.
 Il codice venne commissionato dal
medico bizantino Niceta, forse
nell’XI sec.
Laur. Pluteo 74.7, c. 202v
Firenze, Biblioteca Laurenziana
Trattamento della colonna vertebrale
di 1081 9
Ortopedia e orto-paidéia
 La fortuna del codice di Niceta si
deve alla ripresa degli studi
greci nella Firenze medicea ma
anche alla necessità di una
nuova attenzione alle ferite da
trauma, molto frequenti in un
clima di guerra come era quello
del primo Cinquecento.
Laur. Pluteo 74.7, c. 204v
Firenze, Biblioteca Laurenziana
Trattamento della colonna vertebrale
di 10820
Ortopedia e orto-paidéia
 Di questo codice vennero fatte
almeno due trascrizioni
importanti, entrambi cartacee.
 La prima su incarico del Lascaris
(Par. gr. 2248: dalla quale venne
poi pubblicato a stampa, nel 1535,
il De ossibus di Galeno).
 La seconda (Par. gr. 2247) affidata
al medico Guido Guidi dal
cardinale e umanista Niccolò
Ridolfi (1501-1550).
Laur. Pluteo 74.7, c. 209r
Firenze, Biblioteca Laurenziana
Trazione della gamba
di 10821
Ortopedia e orto-paidéia
 Il codice parigino (Par. gr. 2247)
di cui riproduciamo alcune tavole
venne affidato dal cardinale e
umanista Niccolò Ridolfi (1501-
1550) alla consulenza scientifica
del medico Guido Guidi.
 La destinazione era il re di Francia
Francesco I.
Ms. Par. gr. 2247, c. 199r
Parigi, Bibliothèque Nationale
Trazione del braccio
di 10822
Ortopedia e orto-paidéia
 Siamo negli anni delle guerre
europee tra Francia e Spagna. Le
armi da fuoco e l’artiglieria
provocano ferite da trauma.
 È ancora viva l’eco della morte di
Giovanni dalle Bande nere,
colpito a una gamba da un colpo
di falconetto.
Ms. Par. gr. 2247, c. 210v
Parigi, Bibliothèque Nationale
Trazione dela colonna vertebrale
di 10823
Ortopedia e orto-paidéia
 Nonostante i molti secoli di
distanza, i testi di Galeno e
Ippocrate suscitano ancora
interesse e ammirazione.
 Vengono tradotti, adattati in nuovi
esemplari manoscritti o editi a
stampa, almeno fino all’epoca di
Vesalio.
Ms. Par. gr. 2247, c. 219r
Trazione del femore
Parigi, Bibliothèque Nationale
di 10824
Le teorie dello Hegemonikon
 La teoria dello hegemonikon
rappresenta nella medicina e nella
scienza dell’antichità un concetto di
lunga durata.
 Si protrae fino a buona parte del
Medioevo e si scontrerà alla fine con
la metafora della Fabrica di Vesalio.
 Cioè con il corpo-officina, il corpo-
laboratorio.
Ms. Ashmole 399
Oxford, Bodleian Library
di 10825
Le teorie dello Hegemonikon
 L’idea di un organo egemone, che presieda a tutte le funzioni del
corpo, corrispondeva alla ricerca di un principio unitario, al
desiderio di una ricomposizione e di una ristrutturazione del
corpo attorno ad una sintesi.
 Attraverso la ricerca di una monarchia del corpo, l’uomo diviene
contemporaneamente il soggetto che indaga e l’oggetto
dell’indagine
Bibliografia:
P. Manuli, Me dicina e antro po lo g ia ne lla tradizio ne antica , Torino,
Loescher, 1980.
di 10826
Le teorie dello Hegemonikon
 In Vesalio prevale invece la necessità di
una de-strutturazione (gli “scorticati”) e
de-costruzione del corpo, cioè di una
sua parcellizzazione infinita, simile a
quanto stava accadendo in quegli anni
(siamo alla metà del XVI sec.) nel campo
dell’astronomia e della fisica.
 Il corpo diventa officina, laboratorio
(fabrica) e il sapere anatomico agisce
come moltiplicatore delle parti e delle
funzioni.
di 10827
Le teorie dello Hegemonikon
 L’idea di un organo egemone rispondeva ad una visione monarchica
del corpo umano.
 Vi erano tre organi che si contendevano questo primato:
 Sangue
 Cervello
 Cuore
 Il corpo umano veniva rappresentato quindi come una struttura
centralizzata e organo-dipendente.
Bibliografia:
P. Manuli – M. Vegetti, Cuo re , sang ue e ce rve llo . Bio lo g ia e antro po lo g ia
ne lpe nsie ro antico , Milano, Episteme, 1977
di 10828
Le teorie dello Hegemonikon
 Emocentrismo: il sangue, liquido caldo e vitale, è la metafora di una
vita fluida, liquida, improntata alla mescolanza e al movimento. Il
sangue si trova in ogni parte del corpo.
 Sintesi dei quattro elementi (terra, aria, acqua, fuoco), il sangue è
denso, vaporoso, fluido e caldo e corrisponde ad una concezione
sciamanica e taumaturgica della vita (Empedocle).
Bibliografia:
Sulla simbologia del sangue nella cultura popolare cfr. P. Camporesi, Il
sug o de lla vita , Milano, Mondadori.
di 10829
Le teorie dello Hegemonikon
 Encefalocentrismo: è la teoria che prevale nel V sec. a.C.
(Alcmeone e la scuola medica di Crotone; Ippocrate; Platone).
Corrisponde all’egemonia politica del demos dell’epoca di
Clistene e di Pericle, al sapere laico delle téchnai, all’intelligenza
tecnica rappresentata dai costruttori del proprio destino.
 È la teoria che si afferma presso i medici che rifiutano la magia e
le pratiche sciamaniche; si diffonde come ideologia moderna,
empirica e progressista.
Bibliografia:
G. Cambiano, Plato ne e le te cniche , Torino, Einaudi, 1971, pp. 36-48
di 10830
Le teorie dello Hegemonikon
 Cardiocentrismo: è la teoria dominante nella fisiologia di
Aristotele, che la media da Empedocle. Il cuore corrisponde al
motore immobile; è posizionato centralmente; muove il sangue
stando fermo, e per questo è superiore.
 Antropologia e politica vengono proiettate da Aristotele nella
superiorità della monarchia.
di 10831
L’antropologia tripartita di Platone
 La scoperta del sistema nervoso – avvenuta ad Alessandria d’Egitto
tra il III e il II sec. a.C. riporta all’attenzione la teoria
encefalocentrica.
 Ma è Platone che costruisce il sistema più complesso e articolato:
 Si tratta di una antropologia tripartita che egli definisce soprattutto
nel Timeo.
Cervello
Cuore
Sangue
Fegato - Visceri
di 10832
L’antropologia tripartita di Platone
 La ragione risiede nel cervello, come in una acropoli; fra essa e la
città si frappone il cuore, una sorta di acquartieramento militare in
cui risiede la forza che trasmette gli ordini della ragione alla
popolazione dell’agorà, attraverso le vene e il sangue.
 Questa si divincola nelle brame di consumo e negli appetiti
necessari al sostentamento attraverso il fegato, i visceri e gli organi
sessuali.
di 10833
Il corpo nella medicina araba
 Ancora prima della
caduta di
Alessandria, nella
Persia dei Sasanidi si
affermarono
importanti scuole di
medicina
Corpus
Hippocraticum
GalenoGaleno
Opere di Ippocrate e Galeno
di 10834
Il corpo nella medicina araba
 I medici persiani della dinastia Sasanide entrarono in contatto con
la cultura scientifica greca attraverso la mediazione dei nestoriani di
Edessa, una città crocevia di scambi culturali tra il mondo greco-
romano e quello orientale della Mesopotamia e della Persia.
 255-260 d.C.: Il re sasanide Shapur I cinse d’assedio numerose
roccaforti romane in territorio siriano. Dopo la vittoria sull’imperatore
Valeriano e la caduta di Antiochia, Shapur I fondò la città di Gundi
Shapur, nella Persia sud-occidentale, che divenne in pochi decenni un
importante centro culturale e scientifico.
di 10835
Il corpo nella medicina araba
 La persecuzione degli eretici Nestoriani spinse gli eruditi siriani di
Edessa prima in Palestina, quindi verso le città dell’impero sasanide
e in particolare a Gundi Shapur, dove si incontrarono con la
tradizione indiana.
 I nestoriani portarono le traduzioni siriache di Ippocrate e Galeno
attribuite a Sergio di Ras el-ayn (morto nel 536), che oggi si trovano
al British Museum (Mss. A Idit. 14661 e 17156).
di 10836
Il corpo nella medicina araba
 La medicina araba rappresentò una tappa
fondamentale nella sperimentazione delle
conoscenze e delle tecniche anatomiche.
 Dopo il VII sec. (nel 642: gli arabi occupano
Alessandria) la civiltà araba iniziò un lento
processo di assimilazione della filosofia
greca, dalla biologia alla medicina,
attraverso i testi di Aristotele, Ippocrate e
Galeno.
Ms. OR 155 Avicenna, Canone XVII sec.
Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10837
Il corpo nella medicina araba
 La religione islamica proibiva la
dissezione del corpo umano, ma ciò non
impedì agli antichi codici di medicina di
offrire ampie illustruzioni anatomiche,
riproducendo soprattutto la fisiologia
galenica.
 L’attività di sistemazione dei testi di
medicina si manifesta nel genere del
commentario.
Ms. OR 155 Avicenna, Canone f. 125v. (XVII sec.)
Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10838
Il corpo nella medicina araba
 È in questo periodo, e soprattutto tra
l’VIII e il IX sec., che avviene la
traduzione dell’intero corpus delle
opere di Ippocrate e soprattutto di
Galeno, da cui gli arabi estrapolano la
complessa conoscenza anatomica, ma
anche la teoria degli umori, lo schema
della circolazione del sangue.
Ms. OR 155 (XVII sec.) Avicenna, Canone, f. 125r. Londra,
Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10839
Il corpo nella medicina araba
 Il testo più rappresentativo della
medicina araba è il Canone di
Avicenna (XI sec.).
 Carattere enciclopedico del Canone,
a differenza dei compendi di altri
autori arabi (Razi, Ali Abbas).
 Il Canone è una sintesi di galenismo
e aristotelismo.
 Produce a sua volta una notevole
tradizione di commentari e
traduzioni in occidente.
Ms. OR 155 Avicenna, Canone, f. 126r (XVII sec.)
Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10840
Il corpo nella medicina araba
 Gli Arabi svilupparono una raffinata
chirurgia oftalmologica.
 Sotto i califfati Abbàssidi, tra VIII e IX
sec., Baghdàd divenne il principale
centro culturale dell’Islam.
 Traduzioni del De anatomicis
administrationibus (Procedimenti
anatomici) di Galeno.
Al-Mutadibi, Anatomia dell’occhio (XII sec.)
Il Cairo, Egyptian National Library
di 10841
Il corpo nella medicina medievale
 I medici arabi esercitano grande influenza in tutta la medicina
dell’occidente medievale.
 Le Isagoge di Ioannizio (Hunayn ibn Ishaq, ca. 810-873) sono un
compendio di Galeno, e venne tradotto dall’arabo in latino da
Costantino Africano nell’XI sec., autore fondamentale per
comprendere il passaggio di questi testi (insegnò nella Scuola
Salernitana; divenne poi monaco benedettino).
 Il Canone di Avicenna (nato a Bukhara, ca. 980-1037), tradotto nel
XII sec. da Gherardo da Cremona, è il testo in uso a Bologna ancora
nel XIV sec. per gli studenti del primo anno.
di 10842
Il corpo nella medicina medievale
 Il concetto di corpo come complexio (costituzione fisica):
equilibrio di proporzione e struttura.
 La complexio rappresenta anche l’unione di tre fasi della tecnica
medica: la fisiologia (in cui rientra l’anatomia), la patologia e la
terapia.
 Ma è anche una utopia dell’armonia: si fonda
 Su un equilibrio tra situazioni del corpo e epoche della natura;
 Sui tre spiriti del corpo (quello naturale, quello vitale e quello
animale)
 Sulle quattro età dell’uomo: adolescenza, giovinezza, vecchiaia,
decrepitezza
di 10843
Il corpo nella medicina medievale
 Pertanto si deve trovare una
corrispondenza tra macrocosmo e
microcosmo.
 Si afferma allora una medicina di
tipo astrologico e matematico, e
anche il corpo viene suddiviso in
zone soggette alle influenze
zodiacali.
 Le stagioni, le stelle, il clima, il
genere sono variabili che rafforzano
l’efficacia della farmacologia e
determinano la salute del corpo nella
sua complexio.
di 10844
Il corpo nella medicina medievale
 Il concetto di uomo-
microcosmo è una
teoria che ha avuto una
lunga tradizione
filosofica e scientifica.
 La prima riproduzione
grafica è quella di
Vitruvio (I sec. a.C.).
 Leonardo da Vinci,
Robert Fludd
di 10845
Il corpo nella medicina medievale
 Il corpo zodiacale: da Abulcasis a
Gerardo da Cremona (1114-1187)
 Rapporto tra corpo/malattia e
tempi/astri/fasi lunari.
 Collegamento con la teoria umorale di
origine galenica.
Trattato di Albucasis nella traduzione di Gerardo da Cremona
Parigi, Biblioteca Mazarino
di 10846
Il corpo nella medicina medievale
 Prima delle Università, la pratica del corpo
più significativa nella medicina laica è quella
della Scuola Salernitana, sorta nel IX sec.
ma particolarmente attiva tra l’XI e il XII in
relazione all'introduzione in Occidente delle
opere arabe.
 La notorietà della scuola salernitana è legata
soprattutto al poemetto Flos sanitatis
(Regimen sanitatis salernitanum) in cui sono
raccolti i precetti della scuola e che ha
costituito il vademecum dei medici per tutto
il Rinascimento.
Ms 1382 (secc. XIII-XIV) Maestro Rolando,
Trattato di Chirurgia - Roma, Biblioteca Casanantense
di 10847
Il corpo nella medicina medievale
 La scuola medica salernitana recuperò la
migliore tradizione classica (Ippocrate,
galeno, Plinio, Dioscoride) coniugandola
con i testi della medicina e della chirurgia
araba (Avicenna, Ali Abbas, Albucasis,
Razis) grazie alla presenza di Costantino
africano.
 Alla metà del XIII sec. un nuovo impulso
venne dagli sviluppi della chirurgia, in cui
si distinsero Bruno da Longobucco e
Rolando da Parma (Maestro Rolando).
Ms 1382 (secc. XIII-XIV) Maestro Rolando,
Trattato di Chirurgia - Roma, Biblioteca Casanantense
di 10848
Il corpo nella medicina medievale
 Nello sviluppo della medicina e in vista di una revisione del corpo in
chiave scientifica, alcuni eventi rappresentarono un mutamento
fondamentale, nei contenuti e nelle forme della disciplina:
 Il primo è costituito dalla nascita delle università, che determina una
istituzionalizzazione della medicina attraverso statuti, curricula,
diffusione di testi, attività di ricerca
 Il secondo è invece rappresentato dall’affermazione della chirurgia
come disciplina che affianca la medicina (anche se in posizione
subordinata) soprattutto sul versante della pratica operatoria e
settoria. È infatti la chirurgia a dare nuovo impulso alla ricerca
anatomica.
di 10849
Il corpo nella medicina medievale
Le principali facoltà di
medicina in Europa
Arnaldo di Villanova (ca. 1235-1316)
Henri de Mondeville (ca. 1260-1320)
Guy de Chauliac (1300-1368)
Guglielmo Salicetti (1210-1277)
Mondino di Luzzi (ca. 1275-1326 )
Berengario da Carpi (1460-1530)
Pietro d’Abano (1257-1315)
Alessandro Benedetti (1455-1525)
Andrea Vesalio (1514-1564)
Realdo Colombo (1516-1559)
Gabriele Falloppio (1523-1562)
Girolamo Fabrizi (1533-1619)
Giulio Casseri (1552-1616)
Peeter Paaw (1564-1617)
Bernard S. Weiss, Albinus (1697-1770)
Albrecht von Haller (1707-1777)
Costantino Africano (XI sec.)
Ruggero di Frugardo (XIII sec.)
Rolando da Parma (XIII sec.)
Bruno da Longobucco (XIII sec.)
di 10850
Il corpo nella medicina medievale
 Il sapere delle università medievali
veniva trasmesso soprattutto nella
forma didattica della lectio, che passava
attraverso la lettura e il commento degli
auctores.
 Era dunque un sapere teorico, formale.
Anche in una disciplina come la
medicina, non si discostava dalle forme
tradizionali della trasmissione ex
cathedra.
di 10851
Il corpo nella medicina medievale
 Nella vita dell’università vi erano
momenti particolari di confronto e
dibattito filosofico o teologico, come
quello che avveniva durante le
quaestiones disputatae o le
quaestiones quodlibetales.
 quaestiones disputatae
 quaestiones quodlibetales
Ms. fr. 218 c.56 (XV sec.) – Parigi, Bibliothèque Nationale
di 10852
Il corpo nella medicina medievale
 Queste manifestazioni non
coinvolgevano la medicina, che anzi
poteva usufruire piuttosto raramente
di esercitazioni anatomiche,
autopsie, analisi su cadaveri.
 Tra coloro che si adoperarono per
una maggiore frequenza delle
dissezioni vi fu Mondino di Luzzi (ca.
1275-1326), che nel 1316 completò
un trattato di Anathomia.
di 10853
Il corpo nella medicina medievale
 In un ambiente universitario
tradizionale come quello di Oxford,
ancora alla metà del XV sec., la
conoscenza del corpo umano era ferma
a Galeno e ai suoi volgarizzatori del
Duecento (i Practica di Lanfranco da
Milano).
 Un documento di queste scarse
conoscenze è il manoscritto Wellcome
290 del Wellcome Institute for the
History of Medicine di Londra.
Ms. Wellcome 290
Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10854
Il corpo nella medicina medievale
 Il Wellcome 290 è una raccolta illustrata
di testi anatomici scritta in middle
english, la lingua parlata in Inghilterra tra
il XII e il XVI sec.
 Risale alla metà del Quattrocento e venne
realizzato da un solo amanuense con
ricche miniature, forse per un medico.
Ms. Wellcome 290
Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10855
Il corpo nella medicina medievale
 La tipologia (testo in lingua
nazionale, illustrazioni) era molto
diffusa nell’Inghilterra dell’epoca e
quasi sempre era destinata a medici
che non conoscevano il latino, cioè
privi di una formazione universitaria.
 La vista frontale evidenzia l’esofago
e la trachea da cui si dipartono
coppie di nervi.
Ms. Wellcome 290
Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10856
Il corpo nella medicina medievale
 Le vene del braccio vengono
ampiamente rappresentate poiché
erano necessarie ad effettuare il
salasso, secondo la consuetudine
che voleva il sangue in eccesso
come causa di malattia.
Ms. Wellcome 290
Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10857
Il corpo nella medicina medievale
 Bruno da Longobucco opera a Padova dove nel
1252 porta a termine una Chirurgia magna in cui
risultano fondamentali gli apporti della scienza
araba.
 Henri de Mondeville (seconda metà del XIII sec.)
insegna a Parigi e a Montpellier. È autore di una
celebre Chirurgia.
 Guy de Chauliac opera ad Avignone presso la corte
papale e poi succede al Mondeville a Montpellier.
di 10858
Il corpo nella medicina medievale
 Ancora alla fine del XIII sec.
l’anatomia e la fisiologia del
corpo umano non sono molto
dissimili dalle indicazioni di
Galeno e filtrate da Avicenna.
Ms. Ashmole 399
Oxford, Bodleian Library
di 10859
Il corpo nella medicina medievale
 Il corpo è una struttura che cerca di
equilibrare due principi fondamentali:
 La stasi (érgon): lo scheletro, la
struttura portante
 La dinamicità (dýnamis): il principio
del movimento, rappresentato dai
muscoli e dal sangue.
Ms. Ashmole 399
Oxford, Bodleian Library
di 10860
Il corpo nella medicina medievale
 Il confronto e il
debito con la
tradizione galenica
e araba risultano
molto evidenti da
una comparazione
dei principali codici
di medicina.
Ms. Ashmole 399 – Oxford, Bodleian Library
Ms. OR 155 - Avicenna, Canone f. 125v. (XVII sec.)
Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10861
Il Fasciculus Medicinae
 L’illustrazione riproduce una tavola del
celebre Fasciculus Medicinae, uno dei
testi a stampa più interessanti del
tardo Quattrocento e attribuito a
Johannes de Ketham.
 Pubblicato a Venezia nel 1491, illustra i
diversi momenti dell’attività scientifica
nell’Università di Padova.
 La tavola VII descrive la lezione di
anatomia.
di 10862
Il Fasciculus Medicinae
 La tavola precede il testo
della Anatomia di Mondino
di Luzzi.
 In primo piano – con il
coltello – è l’ostensor, che
esegue il taglio anatomico su
indicazione del
demonstrator (con la
bacchetta). Dalla cattedra –
come da tradizione – il
docente conduce la lectio.
di 10863
Il Fasciculus Medicinae
 Nella tavola che ritrae
Pietro da Montagnana
(personaggio
sconosciuto e forse da
individuare in un
continuatore di
Bartolomeo da
Mantagnana, medico
morto a Padova nel
1460), il Fasciculus
indica in alto i testi sacri
della medicina
quattrocentesca.
di 10864
Il Fasciculus Medicinae
 Il Fasciculus Medicinae fu il primo
libro a stampa di carattere medico e
circolò diffusamente non soltanto
negli ambienti accademici.
 Se ne servì anche Leonardo per
condurre i primi disegni anatomici
del Codice Windsor.
di 10865
Il Fasciculus Medicinae
 Il Fasciculus esercitò
una notevole influenza
anche nella
iconografia delle ferite
da taglio, un aspetto
che suscitò l’interesse
dei medici militari.
Ms. Wellcome 290 (seconda metà XV sec.) c. 54r
Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
di 10866
Il Fasciculus Medicinae
 Questa tavola è tra le prime
disegnate da Leonardo nel
Codice Windsor (carta
12597r).
 L’impostazione del disegno
ricalca il Fasciculus Medicinae
mentre il sistema circolatorio
è ripreso dall’insegnamento di
Galeno, Mondino di Luzzi e
Avicenna, dall’osservazione
del corpo e dalla dissezione di
animali.
Leonardo, Codice Windsor,
Cuore, polmoni e arterie principali
di 10867
L’anatomia di Leonardo da Vinci
 La profonda
rivoluzione operata
da Leonardo da
Vinci (1452-1519)
consiste
nell’accompagnare il
disegno anatomico
all’osservazione
empirica e alla
descrizione.
di 10868
L’anatomia di Leonardo da Vinci
 Seppure non destinati a uno studio
specificamente medico o
patologico, Leonardo inizia una
sorta di frammentazione del corpo.
di 10869
L’anatomia di Leonardo da Vinci
 Il corpo è un’immagine rappresentata, non è ancora anatomia nel
senso che gli attribuiranno i fisiologi del secondo 500
 L’uomo è quindi un’immagine del mondo: una rappresentazione,
una riproduzione mimetica della realtà.
Adunque qui con 15 figure intere ti sarà mostro la cosmografia del
minor mondo, col medesimo ordine che inanzi a me fu fatto da
Tolomeo nella sua cosmografia; e così dividerò poi quelle membra,
come lui divise il tutto in province, e poi dirò l’ufizio delle parti per
ciascun verso, mettendoti dinanti alli occhi la notizia di tutta la figura e
valitudine dell’uomo in quanto ha moto locale mediante le sue parte.
Leonardo da Vinci, Note per un trattato di anatomia
Adunque qui con 15 figure intere ti sarà mostro la cosmografia del
minor mondo, col medesimo ordine che inanzi a me fu fatto da
Tolomeo nella sua cosmografia; e così dividerò poi quelle membra,
come lui divise il tutto in province, e poi dirò l’ufizio delle parti per
ciascun verso, mettendoti dinanti alli occhi la notizia di tutta la figura e
valitudine dell’uomo in quanto ha moto locale mediante le sue parte.
Leonardo da Vinci, Note per un trattato di anatomia
di 1087 0
L’anatomia di Leonardo da Vinci
 L’anatomia assume invece la connotazione di una dimostrazione (non
solo del corpo), ma anche degli errori delle precedenti teorie.
 Assume le stesse coordinate della cosmologia.
 Il suo oggetto è però il microcosmo
 Per questo motivo la chiesa si oppose alle dissezioni anatomiche,
anche se in misura minore di quanto si sia ritenuto fino ad oggi.
di 1087 1
L’anatomia di Leonardo da Vinci
 Di grande interesse è il
tema dell’anatomia
femminile
di 1087 2
L’anatomia di Leonardo da Vinci
 Leonardo condusse la dissezione
anatomica in modo clandestino,
trafugando i cadaveri di notte,
disegnando rapidamente e in
condizioni difficili le parti del corpo che
riusciva a isolare.
di 1087 3
L’anatomia di Leonardo da Vinci
 Attraverso l’attività sperimentale e un
accurato utilizzo del disegno
rappresentarono un’innovazione
straordinaria, anche se condotta in
modo personale e per un uso
strettamente connesso alla propria
ricerca artistica e scientifica.
 L’osservazione è ancora disorganica,
non finalizzata ad un utilizzo didattico
come invece sarà per il testo di Vesalio.
di 1087 4
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
 Pubblicato nel 1543 – lo stesso anno
del De revolutionibus orbium
coelestium di Copernico – il De
Humani Corporis Fabrica di Andrea
Vesalio rappresentò – non solo nel
‘500 – il modello più importante della
ricerca anatomica dell’epoca.
 Il frontespizio raffigura il cortile del
Bo, l’edificio in cui aveva sede
l’Università di Padova.
di 1087 5
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
 Nel 500 il rituale e la
procedura dell’attività
anatomica non è molto
diversa rispetto a quella del
basso medioevo.
 Nelle università il tempo
dell’anatomia è il periodo
della quaresima, stagione
della mortificazione carnale,
delle meditazioni sulla morte,
della contrizione morale
successiva agli eccessi del
carnevale.
di 1087 6
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
 La dissezione vera e propria viene fatta in tre distinti momenti:
 il primo giorno è dedicato all’apertura del ventre e delle viscere;
 il secondo è dedicato all’aperture del torace;
 il terzo è quello riservato all’analisi del cranio, allo studio del cervello e
all’origine dei nervi.
 L’anatomia è una sorta di tecnologia del lutto, di ritualità scientifica e
di banco di prova della devozione: vi sono coinvolti medici, chirurghi,
tecnici del bisturi (i cosiddetti barbitonsores), preti e giudici, ma
anche coloro che sono addetti al recupero dei cadaveri, a profanare
le tombe, a seppellire i resti del corpo anatomizzato.
di 1087 7
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
 Andreas Wesel (1514-1564) era di
origine fiamminga. Studiò a Lovanio
e a Parigi, quindi dal 1537 al 1542
insegnò a Padova.
 Ebbe come maestri Johann Gunther
von Ardenbach, Jean Fernel e, a
Parigi, Jacques Dubois (Jacobus
Sylvius).
 L’Università di Parigi non consentiva
una libera ricerca scientifica, in
quanto anche le dissezioni
anatomiche erano sottoposte
all’approvazione ecclesiastica.
di 1087 8
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
 Alla realizzazione
delle tavole
anatomiche lavorò
il fiammingo Jan
Stephan van
Kalcar, che
apparteneva alla
cerchia di Tiziano.
di 1087 9
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
 Vesalio elaborò una nuova concezione
dell’anatomia, intesa come
demonstratio, scoperta, dimostrazione
degli errori del passato (oltre 200 i
luoghi dei testi Galenici smentiti da
Vesalio)
 Vesalio stabilisce una relazione tra
intervento sul corpo e spiegazione
teorica, tra manualità e osservazione.
 Ma soprattutto opera la distruzione
dell’anatomia di Galeno, che si fondava
sull’osservazioni delle scimmie (i
macachi di Barberia).
di 1088 0
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
1. Osteologia
2. Miologia
 Nei capitoli su ossa e muscoli Vesalio
dimostra che la mandibola umana è
formata da un solo osso.
3. Sistema vascolare
4. Sistema nervoso
5. Organi addominali
6. Torace
7. Cervello
I 7 libri del De Humani Corporis Fabrica
di 1088 1
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
 Gli scorticati era
il termine con cui
si indicò la
galleria dei corpi
vesaliani
sottoposti ad un
progressivo
smontaggio dei
muscoli.
di 1088 2
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
 Vesalio studia e rappresenta il corpo
attraverso l’anatomia, così come la
matematica è lo strumento della
contemporanea ricerca nel campo della
astronomia.
 Si è parlato di anatomia delle parti
separate: dal corpo, dal movimento,
dall’anima.
 Vesalio vuole ricostruire una conoscenza
regionale del corpo: individua 7 regioni
prevalenti e poi passa in rassegna i vari
distretti di questa geografia del corpo.
di 1088 3
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
di 1088 4
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
 Mentre con Leonardo avevamo una
concezione del corpo come sintesi
dialettica tra macrocosmo e
microcosmo, con Vesalio tutto questo
scompare.
 Il corpo-fabrica di Vesalio non è
dominato da relazioni con le sfere celesti,
con i segni dello zodiaco.
 Con Vesalio il corpo è diventato il luogo
dei rapporti di forza tra le parti, una
struttura regolata da leggi fisiche e
meccaniche.
di 1088 5
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
di 1088 6
Il “teatro” dell’anatomia
 Il successore di Vesalio alla cattedra di
anatomia fu il cremonese Realdo
Colombo (1516-1559).
 Autore di un De re anatomica in cui
dimostrava il passaggio del sangue dal
cuore ai polmoni attraverso i vasi
polmonari.
 Alla metà del 500 le dimostrazioni
avvenivano ancora su tavoli provvisori
nonostante che Alessandro Benedetti
avesse definito l’anatomia materia
theatrali digna spectaculo.
di 1088 7
Il “teatro” dell’anatomia
 Il teatro anatomico dell’Università di
Padova fu costruito nel 1594 ad un
secolo di distanza dalla pubblicazione
del De Anatomia (1502) di Alessandro
Benedetti (1455 ca.-1525), in cui viene
descritto per la prima volta un teatro
smontabile per assistere alle autopsie.
 La spinta definitiva alla costruzione di uno spazio fisso da destinare
alle dimostrazioni anatomiche venne anche da Girolamo Fabrizi
d’Acquapendente (1533-1619), il successore di Vesalio e
contemporaneo di Galileo.
di 1088 8
Il “teatro” dell’anatomia
Mi trovai un giorno in casa un medico molto stimato in Venezia, dove alcuni
per loro studio, ed altri per curiosità, convenivano tal volta a veder qualche taglio
di notomia per mano di uno veramente non men dotto che diligente e pratico
notomista. Ed accadde quel giorno, che si andava ricercando l’origine e
nascimento de i nervi, sopra di che è famosa controversia tra i medici Galenisti
ed i Peripatetici; e mostrando il notomista come, partendosi dal cervello e
passando per la nuca, il grandissimo ceppo de i nervi si andava poi distendendo
per la spinale e diramandosi per tutto il corpo, e che solo un filo sottilissimo
come il refe arrivava al cuore, voltosi ad un gentil uomo ch’egli conosceva per
filosofo peripatetico, e per la presenza del quale egli aveva con estraordinaria
diligenza scoperto e mostrato il tutto, gli domandò s’ei restava ben pago e sicuro,
l’origine de i nervi venir dal cervello e non dal cuore; al quale il filosofo, doppo
essere stato alquanto sopra di Sé, rispose: «Voi mi avete fatto veder questa cosa
talmente aperta e sensata, che quando il testo d’Aristotile non fusse in contrario,
che apertamente dice, i nervi nascer dal cuore, bisognerebbe per forza
confessarla per vera».
Galileo Galilei, Dialogo sui massimi sistemi (1632), giornata seconda.
Volume
Galileo (1968) – Regia di Liliana Cavani
di 10890
Il “teatro” dell’anatomia
 A Padova si addottorò in
medicina una nutrita schiera
di studenti olandesi.
 I contatti tra la giovane
Repubblica delle Province
Unite e la Repubblica di
Venezia erano peraltro
strettissimi.
 1575: Guglielmo d’Orange fonda l’Università di Leida
 1579: Unione di Utrecht delle sette Province Unite
 1588: Proclamazione dell’indipendenza.
di 10891
Il “teatro” dell’anatomia
 Il teatro di anatomia di
Padova rappresentò il
modello dello spazio
anatomico dell’Università di
Leida, realizzato da Peeter
Paaw (1564-1617), già allievo
di Girolamo Fabrizi
d’Acquapendente e docente
di anatomia.
 Il teatro di Leida venne ricavato dalla chiesa cattolica “Faliede
Bagijnen” su iniziativa di Peeter Paaw.
di 10892
Il “teatro” dell’anatomia
 Nel teatro di Leida gli scheletri
recano bandiere con scritte che
hanno il tono di giudizi e
verdetti sulla condizione
umana:
 Pulvis et umbra sumus
 Nosce te ipsum
 Memento mori
 È il trionfo della anatomia
moralizzata, che subisce la
contaminazione della morale
di 10893
Il “teatro” dell’anatomia
 L’uso del termine teatro per
indicare l’attività di
dissezione anatomica indica
una precisa concezione del
corpo.
 Il corpo è in cerca di una
posa barocca, effimera e al
tempo stesso drammatica.
di 10894
Il “teatro” dell’anatomia
 Uno degli spettatori
all’esperimento reca la pelle
di un uomo.
 La lezione è un exemplum
con valore edificante: la
figura retorica che domina è
la gravitas (serietà morale,
riflessione sulla propria
condizione, autoanalisi)
di 10895
Il “teatro” dell’anatomia
 Spettacolarizzazione e
retorica.
 L’anatomia morale dello
spettacolo della morte.
 Il corpo come exemplum
morale nella Leida
calvinista e puritana.
di 10896
Il “teatro” dell’anatomia
Rembrandt, La lezione di anatomia del Dottor Tulp (1632). L’Aia, Mauritshuis D.R.
di 10897
Il “teatro” dell’anatomia
 Nella tela di
Rembrandt i medici
stessi sono spettatori
della lezione
anatomica.
Rembrandt, La lezione di anatomia
del Dottor Tulp (1632). Particolare
L’Aia, Mauritshuis D.R.
di 10898
L’anatomia barocca di Pietro da Cortona
 Pietro da Cortona (1596-1669) fu uno
degli artisti principali del barocco
italiano.
 Attivo a Roma nell’epoca di Bernini e
Borromini, entrò nella cerchia di
Francesco Barberini, nipote di papa
Urbano VIII (Maffeo Barberini), con
importanti commissioni.
 Per la corte medicea lavorò ad un
ciclo di affreschi in Palazzo Pitti.
di 10899
L’anatomia barocca di Pietro da Cortona
 Nel 1741 – 72 anni dopo la morte e a
più di un secolo dalla loro
realizzazione – vennero date alle
stampe a Roma una serie di 27
Tabulae Anatomicae.
 Gli studiosi hanno indicato come la
possibile data di realizzazione il 1618,
ma è ancora sconosciuta l’origine e la
destinazione di questo capolavoro
giovanile.
di 1081 00
L’anatomia barocca di Pietro da Cortona
 Le Tabulae di Pietro da Cortona
furono forse influenzate dalla stampa,
nel 1600, della Historia Anatomica di
Giulio Casseri (1552-1616).
di 1081 01
L’anatomia barocca di Pietro da Cortona
 Negli affreschi di
Palazzo Pitti dipinti da
Pietro da Cortona
nella Sala della Stufa
(1640), la posizione
del giovane ritratto
nell’Età dell’argento
riproduce la posizione
di una delle Tabulae
Anatomicae (1618).
Pietro da Cortona, Età dell’argento (1640), particolare
Firenze, Palazzo Pitti, Sala della Stufa
di 1081 02
L’anatomia barocca di Pietro da Cortona
 Nonostante siano il risultato di
una fase ancora giovanile della
sua opera, le tavole di Pietro da
Cortona contengono già molti
segnali dell’estetica barocca.
 Iperrealismo e ridondanza della
forma.
di 1081 03
L’anatomia barocca di Pietro da Cortona
 Dalla nitidezza rinascimentale si
passa alla spettacolarizzazione del
corpo.
 L’enfasi teatrale trasforma il corpo-
cadavere nel corpo-attore.
 Retorica di un’anatomia
scenografica, che accentua,
sottolinea, ingigantisce.
 In questa tavola vi è addirittura lo
specchio, tipica simbologia barocca
che riflette l’immagine, la duplica
mediante una sottolineatura
narcisistica.
di 1081 04
L’anatomia barocca di Pietro da Cortona
 Il modello di Vesalio è
evidentemente sullo sfondo, ma ciò
che conta non è tanto il dettaglio
scientifico ma la sua trasfigurazione.
 Le 27 tavole descrivevano
soprattutto muscoli, ossa, nervi e
vasi sanguigni.
 Le tavv. 21-26 sono peraltro di
un’altra mano, e vennero aggiunte
dal curatore dell’edizione 1741,
Gaetano Petrioli, chirurgo di Vittorio
Amedeo II di Sardegna.
di 1081 05
L’uomo-macchina e l’Encyclopédie
 Fine XVII sec. nasce il
meccanicismo medico
(iatromeccanicismo).
 Cartesio, Traité de
l’Homme (1662)
 Il corpo viene equiparato
ad una macchina.
 Si analizzano gli aspetti
quantitativi, misurabili
Dacchè i medici hanno incominciato ad
esaminare la struttura e le azioni
(effectus) del corpo animato sulla base
di principi geometrico-meccanici,
nonché di esperimenti fisico-meccanici
e chimici, non soltanto hanno scoperto
innumerevoli fenomeni ignoti ai secoli
precenti, ma hanno compreso che per
quanto riguarda le sue azioni naturali il
corpo umano non è altro che un
complesso di movimenti chimico-
meccanici, che obbediscono a principi
matematici.
Giorgio Baglivi, De Praxi medica, in Opera omnia
medico-practica et anatomica, Venezia, 1727, p. 78.
Dacchè i medici hanno incominciato ad
esaminare la struttura e le azioni
(effectus) del corpo animato sulla base
di principi geometrico-meccanici,
nonché di esperimenti fisico-meccanici
e chimici, non soltanto hanno scoperto
innumerevoli fenomeni ignoti ai secoli
precenti, ma hanno compreso che per
quanto riguarda le sue azioni naturali il
corpo umano non è altro che un
complesso di movimenti chimico-
meccanici, che obbediscono a principi
matematici.
Giorgio Baglivi, De Praxi medica, in Opera omnia
medico-practica et anatomica, Venezia, 1727, p. 78.
di 1081 06
L’uomo-macchina e l’Encyclopédie
Chiunque esamini con attenzione
l’organismo corporeo non mancherà certo
di scorgere nelle mandibole e nei denti
delle tenaglie, nello stomaco un
recipiente, nelle vene, nelle arterie e negli
altri canali altrettanti condotti idraulici,
nel cuore uno stantuffo, nelle viscere dei
crivelli o dei filtri, nel polmone un
mantice, nei muscoli la forza della leva.
Giorgio Baglivi, De Praxi medica, in Opera omnia
medico-practica et anatomica, Venezia, 1727, p. 78.
Chiunque esamini con attenzione
l’organismo corporeo non mancherà certo
di scorgere nelle mandibole e nei denti
delle tenaglie, nello stomaco un
recipiente, nelle vene, nelle arterie e negli
altri canali altrettanti condotti idraulici,
nel cuore uno stantuffo, nelle viscere dei
crivelli o dei filtri, nel polmone un
mantice, nei muscoli la forza della leva.
Giorgio Baglivi, De Praxi medica, in Opera omnia
medico-practica et anatomica, Venezia, 1727, p. 78.
di 1081 07
L’uomo-macchina e l’Encyclopédie
 Intorno alla metà del ‘700 il medico svizzero
Albrecht von Haller (1708-1777) fornisce con
la sua Bibliotheca anatomica un trattato
metodico di storia dell’anatomia.
 Si chiude l’epoca classica dell’anatomia e
inizia l’età moderna dello studio delle
malattie (vaccinazione contro il vaiolo;
introduzione di nuovi strumenti; anatomia
patologica; clinica).
 Nel 1748 Lamettrie dedica a Von Haller –
allora docente a Gottinga – il saggio
L’Homme Machine.
di 1081 08
L’uomo-macchina e l’Encyclopédie
 L’albero della Encyclopédie
di Diderot e D’Alembert (1751)
 L’organizzazione delle discipline è
costruita sull’immagine dell’arbor
scientiarum
 Il ruolo delle tavole di anatomia

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Anatomia

  • 1. La Grecia classica, il Medioevo, il Rinascimento, l’età dei Lumi di Carlo Mariani Corpo & anatomia
  • 2. di 1082 Il percorso 3. Ortopedia e orto-paidèia 2. Lo statuto della medicina 4. Le teorie dello Hegemonikon 5. L’antropologia tripartita di Platone 6. Il corpo nella medicina araba 7. Il corpo nella medicina medievale 8. Il Fasciculus Medicinae 9. L’anatomia di Leonardo da Vinci 10. Il De Humani Corporis Fabrica 11. Il “teatro” dell’anatomia 12. L’anatomia barocca di Pietro da Cortona 13. L’uomo-macchina e l’Encyclopédie 1. La medicina delle origini Corpo & anatomia Corpo & anatomia
  • 3. di 1083 La medicina delle origini  La medicina antica nasce in Grecia con Ippocrate di Kos (V-IV sec. a.C.) nel momento essa in cui riesce a tracciare una linea di confine tra sé e le altre tecniche, tra sé e la filosofia.  Nel De nuptiis Philologiae et Mercurii, Marziano Capella (V sec.) esclude la medicina dalle arti liberali in quanto troppo legate alle esigenze corporee dell’uomo.  Ugo di San Vittore, Didascalikon; Giovanni di Salisbury, Policraticus.  Per secoli quello che è stato chiamato il Corpus Hippocraticum rappresentò un punto di riferimento di tutta la scienza medica antica, almeno fino a Galeno (II sec. d.C.).
  • 4. di 1084 La medicina delle origini  Nel Medioevo la disputa sulle arti liberali tra Marziano Capella (V sec.), Isidoro di Siviglia (VI sec.), e Ugo di San Vittore (XI sec.) esclude la medicina dalle sette arti liberali.  La medicina – in quanto sapere terapeutico – entra a far parte delle arti meccaniche.  È stata soprattutto la Scolastica che ha emarginato la medicina riducendola a sapere tecnico.
  • 5. di 1085 La medicina delle origini  Scuole di medicina e centri di ricerca tra il V sec. a.C. e il IX d.C. Corpus HIppocraticum GalenoGaleno Opere di Ippocrate e Galeno
  • 6. di 1086 La medicina delle origini  Il Corpus Hippocraticum è una complessa articolazione di trattati e opere non sistematiche che ha dato luogo ad una antropologia medica in cui si intrecciano dati clinici, terapeutici, eziologici, ma anche elementi di carattere climatico, geografico, meteorologico.  Antica medicina, Prognostico, Arie Acque Luoghi, Regime delle malattie, Epidemie (è il nucleo più originale e antidogmatico del Corpus)  Natura dell’uomo, Venti, Settimane (sono le opere ancora in parte compromesse con l’eleatismo, il pitagorismo)  Articolazioni, Fratture, Natura delle ossa, Ghiandole, Carni (è la parte più interessante dal punto di vista anatomico e fisiologico)  Malattie delle donne, Natura della donna, Malattie I-IV, Epidemie I-VII (costituisce un repertorio vastissimo di casi clinici, esperienze, osservazioni: carattere non sistematico della trattazione)
  • 7. di 1087 La medicina delle origini  Nata dalla dietetica e vicina alla ginnastica, la medicina elabora gradualmente il proprio statuto disciplinare, la propria immagine e tende a porsi al centro di confluenza di molti saperi (la filosofia, la biologia, la meteorologia, l’astronomia, lo studio dei venti e del clima.  Le arie, le acque i luoghi è l’opera di Ippocrate che meglio sintetizza questa posizione. Galeno (a sin.) e Ippocrate Lunetta della Cattedrale di Anagni
  • 8. di 1088 La medicina delle origini  Per quanto concerne l’anatomia, i testi ippocratici di riferimento sono le Articolazioni, le Fratture e le Ferite nella testa.  Quando la scuola di Kos si estinse, nel III sec. a.C., il Corpus passò ai bibliotecari di Alessandria e qui venne sottoposto ad una profonda revisione nei contenuti.  Scrive Di Benedetto che l’opera di Ippocrate Fratture e Articolazioni costitutisce l’inizio della storia dell’anatomia.
  • 9. di 1089 La medicina delle origini La teoria degli umori
  • 10. di 1081 0 La teoria degli umori Bile Nera Bile Gialla Sangue Flegma Acqua Terra Milza Polmoni Aria Cistifellea Fuoco Fegato M alinconico m agro,debole,avaro, triste m agro,irascibile, perm aloso Collerico Flem m atico grasso,lento,pigro, sciocco rubicondo,gioviale, goloso Sanguigno Ovest Nord Sud Giove Venere Saturno Est Marte Est Marte EstEst
  • 11. di 1081 1 Lo statuto della medicina  La medicina si afferma come téchne vincolata all’esperienza concreta e al rigore metodologico.  Sono fondamentali, in questo contesto, non solo la teoria e la pratica medica ma anche la costruzione di un lessico, di una terminologia, di una grammatica disciplinare, di una koiné specifica  La medicina diviene una scienza della semeiotica, cioè del semeion (il segno-sintomo) che il corpo restituisce nei diversi stadi della salute e della malattia.  Il semeion dice che cosa è successo  anamnesi  Il semeion dice che cosa sta accadendo  diagnosi  Il semeion dice che cosa accadrà  prognosi
  • 12. di 1081 2 Lo statuto della medicina  La salute dipende quindi dalla isonomia, dall’equilibrio tra le parti: si cura il malato più che la malattia, attraverso il ristabilimento di un equilibrio, il regime del corpo (il regimen sanitatis della scuola salernitana). Ms. 2315 – Opere di Ippocrate e Galeno tradotte da Costantino Africano, c. 100. Vienna, Österreichische Nationalbibliothek
  • 13. di 1081 3 Lo statuto della medicina  La scienza medica di Ippocrate e Galeno arriva alla conclusione che il corpo va rappresentato secondo un principio di mimesis, di realismo, di aderenza alla realtà.  Le differenze individuali di fisionomia, temperamento e carattere sono equilibrate dalla uguaglianza del corpo anatomico e della fisiologia.  Da Ippocrate a Galeno di Pergamo (II sec. d.C.) passano sette secoli nei quali cambia completamente il ruolo della anatomia.  In questa lunga parentesi si collocano alcuni cambiamenti significativi:  la divaricazione concettuale tra corpo e anima, tra soma e psiché.  la lunga diatriba intorno alla cosiddetta teoria dello hegemonikon, cioè dell’organo egemone del corpo umano.
  • 14. di 1081 4 Lo statuto della medicina  Soma vs. Psiché  Sono due termini/concetti del mondo classico, addirittura precedenti all’età arcaica. Sono noti ad Omero che però li adopera in modo diverso rispetto a Platone.  Per Omero:  soma significa corpo senza vita, cadavere e  psiché è l’ultimo respiro che l’uomo emette prima di recarsi nell’Ade.
  • 15. di 1081 5 Lo statuto della medicina  Per Platone invece la psiché è una dimensione superiore rispetto al soma in quanto essa diventa coscienza, anima razionale e vive come espressione della coscienza intellettuale del soggetto.  In questo modo il corpo viene per così dire condannato all’emarginazione, ed è un’eredità pesante anche per l’esercizio dell’anatomia.
  • 16. di 1081 6 Ortopedia e orto-paidéia  N. Andry, L’orthopédie ou l’art de prévenir et de corriger dans les enfants le difformités du corps, 1749
  • 17. di 1081 7 Ortopedia e orto-paidéia  Il Perí árthron della Laurenziana è un manoscritto bizantino celebre per le miniature che illustrano il commentario di Apollonio di Cizio al testo ippocratico sulle articolazioni, sulle lussazioni e sulle fratture.  Il codice contiene una cinquantina di testi medici (di Galeno, Eliodoro, Asclepiade, Sorano di Efeso e altri). Laur. Pluteo 74.7, c. 194v - Firenze, Biblioteca Laurenziana La trazione del gomito
  • 18. di 1081 8 Ortopedia e orto-paidéia  Questo codice membrananceo venne acquistato a Candia nel 1492 dal celebre umanista Giano Lascaris per conto di Lorenzo il Magnifico.  Il codice venne commissionato dal medico bizantino Niceta, forse nell’XI sec. Laur. Pluteo 74.7, c. 202v Firenze, Biblioteca Laurenziana Trattamento della colonna vertebrale
  • 19. di 1081 9 Ortopedia e orto-paidéia  La fortuna del codice di Niceta si deve alla ripresa degli studi greci nella Firenze medicea ma anche alla necessità di una nuova attenzione alle ferite da trauma, molto frequenti in un clima di guerra come era quello del primo Cinquecento. Laur. Pluteo 74.7, c. 204v Firenze, Biblioteca Laurenziana Trattamento della colonna vertebrale
  • 20. di 10820 Ortopedia e orto-paidéia  Di questo codice vennero fatte almeno due trascrizioni importanti, entrambi cartacee.  La prima su incarico del Lascaris (Par. gr. 2248: dalla quale venne poi pubblicato a stampa, nel 1535, il De ossibus di Galeno).  La seconda (Par. gr. 2247) affidata al medico Guido Guidi dal cardinale e umanista Niccolò Ridolfi (1501-1550). Laur. Pluteo 74.7, c. 209r Firenze, Biblioteca Laurenziana Trazione della gamba
  • 21. di 10821 Ortopedia e orto-paidéia  Il codice parigino (Par. gr. 2247) di cui riproduciamo alcune tavole venne affidato dal cardinale e umanista Niccolò Ridolfi (1501- 1550) alla consulenza scientifica del medico Guido Guidi.  La destinazione era il re di Francia Francesco I. Ms. Par. gr. 2247, c. 199r Parigi, Bibliothèque Nationale Trazione del braccio
  • 22. di 10822 Ortopedia e orto-paidéia  Siamo negli anni delle guerre europee tra Francia e Spagna. Le armi da fuoco e l’artiglieria provocano ferite da trauma.  È ancora viva l’eco della morte di Giovanni dalle Bande nere, colpito a una gamba da un colpo di falconetto. Ms. Par. gr. 2247, c. 210v Parigi, Bibliothèque Nationale Trazione dela colonna vertebrale
  • 23. di 10823 Ortopedia e orto-paidéia  Nonostante i molti secoli di distanza, i testi di Galeno e Ippocrate suscitano ancora interesse e ammirazione.  Vengono tradotti, adattati in nuovi esemplari manoscritti o editi a stampa, almeno fino all’epoca di Vesalio. Ms. Par. gr. 2247, c. 219r Trazione del femore Parigi, Bibliothèque Nationale
  • 24. di 10824 Le teorie dello Hegemonikon  La teoria dello hegemonikon rappresenta nella medicina e nella scienza dell’antichità un concetto di lunga durata.  Si protrae fino a buona parte del Medioevo e si scontrerà alla fine con la metafora della Fabrica di Vesalio.  Cioè con il corpo-officina, il corpo- laboratorio. Ms. Ashmole 399 Oxford, Bodleian Library
  • 25. di 10825 Le teorie dello Hegemonikon  L’idea di un organo egemone, che presieda a tutte le funzioni del corpo, corrispondeva alla ricerca di un principio unitario, al desiderio di una ricomposizione e di una ristrutturazione del corpo attorno ad una sintesi.  Attraverso la ricerca di una monarchia del corpo, l’uomo diviene contemporaneamente il soggetto che indaga e l’oggetto dell’indagine Bibliografia: P. Manuli, Me dicina e antro po lo g ia ne lla tradizio ne antica , Torino, Loescher, 1980.
  • 26. di 10826 Le teorie dello Hegemonikon  In Vesalio prevale invece la necessità di una de-strutturazione (gli “scorticati”) e de-costruzione del corpo, cioè di una sua parcellizzazione infinita, simile a quanto stava accadendo in quegli anni (siamo alla metà del XVI sec.) nel campo dell’astronomia e della fisica.  Il corpo diventa officina, laboratorio (fabrica) e il sapere anatomico agisce come moltiplicatore delle parti e delle funzioni.
  • 27. di 10827 Le teorie dello Hegemonikon  L’idea di un organo egemone rispondeva ad una visione monarchica del corpo umano.  Vi erano tre organi che si contendevano questo primato:  Sangue  Cervello  Cuore  Il corpo umano veniva rappresentato quindi come una struttura centralizzata e organo-dipendente. Bibliografia: P. Manuli – M. Vegetti, Cuo re , sang ue e ce rve llo . Bio lo g ia e antro po lo g ia ne lpe nsie ro antico , Milano, Episteme, 1977
  • 28. di 10828 Le teorie dello Hegemonikon  Emocentrismo: il sangue, liquido caldo e vitale, è la metafora di una vita fluida, liquida, improntata alla mescolanza e al movimento. Il sangue si trova in ogni parte del corpo.  Sintesi dei quattro elementi (terra, aria, acqua, fuoco), il sangue è denso, vaporoso, fluido e caldo e corrisponde ad una concezione sciamanica e taumaturgica della vita (Empedocle). Bibliografia: Sulla simbologia del sangue nella cultura popolare cfr. P. Camporesi, Il sug o de lla vita , Milano, Mondadori.
  • 29. di 10829 Le teorie dello Hegemonikon  Encefalocentrismo: è la teoria che prevale nel V sec. a.C. (Alcmeone e la scuola medica di Crotone; Ippocrate; Platone). Corrisponde all’egemonia politica del demos dell’epoca di Clistene e di Pericle, al sapere laico delle téchnai, all’intelligenza tecnica rappresentata dai costruttori del proprio destino.  È la teoria che si afferma presso i medici che rifiutano la magia e le pratiche sciamaniche; si diffonde come ideologia moderna, empirica e progressista. Bibliografia: G. Cambiano, Plato ne e le te cniche , Torino, Einaudi, 1971, pp. 36-48
  • 30. di 10830 Le teorie dello Hegemonikon  Cardiocentrismo: è la teoria dominante nella fisiologia di Aristotele, che la media da Empedocle. Il cuore corrisponde al motore immobile; è posizionato centralmente; muove il sangue stando fermo, e per questo è superiore.  Antropologia e politica vengono proiettate da Aristotele nella superiorità della monarchia.
  • 31. di 10831 L’antropologia tripartita di Platone  La scoperta del sistema nervoso – avvenuta ad Alessandria d’Egitto tra il III e il II sec. a.C. riporta all’attenzione la teoria encefalocentrica.  Ma è Platone che costruisce il sistema più complesso e articolato:  Si tratta di una antropologia tripartita che egli definisce soprattutto nel Timeo. Cervello Cuore Sangue Fegato - Visceri
  • 32. di 10832 L’antropologia tripartita di Platone  La ragione risiede nel cervello, come in una acropoli; fra essa e la città si frappone il cuore, una sorta di acquartieramento militare in cui risiede la forza che trasmette gli ordini della ragione alla popolazione dell’agorà, attraverso le vene e il sangue.  Questa si divincola nelle brame di consumo e negli appetiti necessari al sostentamento attraverso il fegato, i visceri e gli organi sessuali.
  • 33. di 10833 Il corpo nella medicina araba  Ancora prima della caduta di Alessandria, nella Persia dei Sasanidi si affermarono importanti scuole di medicina Corpus Hippocraticum GalenoGaleno Opere di Ippocrate e Galeno
  • 34. di 10834 Il corpo nella medicina araba  I medici persiani della dinastia Sasanide entrarono in contatto con la cultura scientifica greca attraverso la mediazione dei nestoriani di Edessa, una città crocevia di scambi culturali tra il mondo greco- romano e quello orientale della Mesopotamia e della Persia.  255-260 d.C.: Il re sasanide Shapur I cinse d’assedio numerose roccaforti romane in territorio siriano. Dopo la vittoria sull’imperatore Valeriano e la caduta di Antiochia, Shapur I fondò la città di Gundi Shapur, nella Persia sud-occidentale, che divenne in pochi decenni un importante centro culturale e scientifico.
  • 35. di 10835 Il corpo nella medicina araba  La persecuzione degli eretici Nestoriani spinse gli eruditi siriani di Edessa prima in Palestina, quindi verso le città dell’impero sasanide e in particolare a Gundi Shapur, dove si incontrarono con la tradizione indiana.  I nestoriani portarono le traduzioni siriache di Ippocrate e Galeno attribuite a Sergio di Ras el-ayn (morto nel 536), che oggi si trovano al British Museum (Mss. A Idit. 14661 e 17156).
  • 36. di 10836 Il corpo nella medicina araba  La medicina araba rappresentò una tappa fondamentale nella sperimentazione delle conoscenze e delle tecniche anatomiche.  Dopo il VII sec. (nel 642: gli arabi occupano Alessandria) la civiltà araba iniziò un lento processo di assimilazione della filosofia greca, dalla biologia alla medicina, attraverso i testi di Aristotele, Ippocrate e Galeno. Ms. OR 155 Avicenna, Canone XVII sec. Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 37. di 10837 Il corpo nella medicina araba  La religione islamica proibiva la dissezione del corpo umano, ma ciò non impedì agli antichi codici di medicina di offrire ampie illustruzioni anatomiche, riproducendo soprattutto la fisiologia galenica.  L’attività di sistemazione dei testi di medicina si manifesta nel genere del commentario. Ms. OR 155 Avicenna, Canone f. 125v. (XVII sec.) Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 38. di 10838 Il corpo nella medicina araba  È in questo periodo, e soprattutto tra l’VIII e il IX sec., che avviene la traduzione dell’intero corpus delle opere di Ippocrate e soprattutto di Galeno, da cui gli arabi estrapolano la complessa conoscenza anatomica, ma anche la teoria degli umori, lo schema della circolazione del sangue. Ms. OR 155 (XVII sec.) Avicenna, Canone, f. 125r. Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 39. di 10839 Il corpo nella medicina araba  Il testo più rappresentativo della medicina araba è il Canone di Avicenna (XI sec.).  Carattere enciclopedico del Canone, a differenza dei compendi di altri autori arabi (Razi, Ali Abbas).  Il Canone è una sintesi di galenismo e aristotelismo.  Produce a sua volta una notevole tradizione di commentari e traduzioni in occidente. Ms. OR 155 Avicenna, Canone, f. 126r (XVII sec.) Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 40. di 10840 Il corpo nella medicina araba  Gli Arabi svilupparono una raffinata chirurgia oftalmologica.  Sotto i califfati Abbàssidi, tra VIII e IX sec., Baghdàd divenne il principale centro culturale dell’Islam.  Traduzioni del De anatomicis administrationibus (Procedimenti anatomici) di Galeno. Al-Mutadibi, Anatomia dell’occhio (XII sec.) Il Cairo, Egyptian National Library
  • 41. di 10841 Il corpo nella medicina medievale  I medici arabi esercitano grande influenza in tutta la medicina dell’occidente medievale.  Le Isagoge di Ioannizio (Hunayn ibn Ishaq, ca. 810-873) sono un compendio di Galeno, e venne tradotto dall’arabo in latino da Costantino Africano nell’XI sec., autore fondamentale per comprendere il passaggio di questi testi (insegnò nella Scuola Salernitana; divenne poi monaco benedettino).  Il Canone di Avicenna (nato a Bukhara, ca. 980-1037), tradotto nel XII sec. da Gherardo da Cremona, è il testo in uso a Bologna ancora nel XIV sec. per gli studenti del primo anno.
  • 42. di 10842 Il corpo nella medicina medievale  Il concetto di corpo come complexio (costituzione fisica): equilibrio di proporzione e struttura.  La complexio rappresenta anche l’unione di tre fasi della tecnica medica: la fisiologia (in cui rientra l’anatomia), la patologia e la terapia.  Ma è anche una utopia dell’armonia: si fonda  Su un equilibrio tra situazioni del corpo e epoche della natura;  Sui tre spiriti del corpo (quello naturale, quello vitale e quello animale)  Sulle quattro età dell’uomo: adolescenza, giovinezza, vecchiaia, decrepitezza
  • 43. di 10843 Il corpo nella medicina medievale  Pertanto si deve trovare una corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo.  Si afferma allora una medicina di tipo astrologico e matematico, e anche il corpo viene suddiviso in zone soggette alle influenze zodiacali.  Le stagioni, le stelle, il clima, il genere sono variabili che rafforzano l’efficacia della farmacologia e determinano la salute del corpo nella sua complexio.
  • 44. di 10844 Il corpo nella medicina medievale  Il concetto di uomo- microcosmo è una teoria che ha avuto una lunga tradizione filosofica e scientifica.  La prima riproduzione grafica è quella di Vitruvio (I sec. a.C.).  Leonardo da Vinci, Robert Fludd
  • 45. di 10845 Il corpo nella medicina medievale  Il corpo zodiacale: da Abulcasis a Gerardo da Cremona (1114-1187)  Rapporto tra corpo/malattia e tempi/astri/fasi lunari.  Collegamento con la teoria umorale di origine galenica. Trattato di Albucasis nella traduzione di Gerardo da Cremona Parigi, Biblioteca Mazarino
  • 46. di 10846 Il corpo nella medicina medievale  Prima delle Università, la pratica del corpo più significativa nella medicina laica è quella della Scuola Salernitana, sorta nel IX sec. ma particolarmente attiva tra l’XI e il XII in relazione all'introduzione in Occidente delle opere arabe.  La notorietà della scuola salernitana è legata soprattutto al poemetto Flos sanitatis (Regimen sanitatis salernitanum) in cui sono raccolti i precetti della scuola e che ha costituito il vademecum dei medici per tutto il Rinascimento. Ms 1382 (secc. XIII-XIV) Maestro Rolando, Trattato di Chirurgia - Roma, Biblioteca Casanantense
  • 47. di 10847 Il corpo nella medicina medievale  La scuola medica salernitana recuperò la migliore tradizione classica (Ippocrate, galeno, Plinio, Dioscoride) coniugandola con i testi della medicina e della chirurgia araba (Avicenna, Ali Abbas, Albucasis, Razis) grazie alla presenza di Costantino africano.  Alla metà del XIII sec. un nuovo impulso venne dagli sviluppi della chirurgia, in cui si distinsero Bruno da Longobucco e Rolando da Parma (Maestro Rolando). Ms 1382 (secc. XIII-XIV) Maestro Rolando, Trattato di Chirurgia - Roma, Biblioteca Casanantense
  • 48. di 10848 Il corpo nella medicina medievale  Nello sviluppo della medicina e in vista di una revisione del corpo in chiave scientifica, alcuni eventi rappresentarono un mutamento fondamentale, nei contenuti e nelle forme della disciplina:  Il primo è costituito dalla nascita delle università, che determina una istituzionalizzazione della medicina attraverso statuti, curricula, diffusione di testi, attività di ricerca  Il secondo è invece rappresentato dall’affermazione della chirurgia come disciplina che affianca la medicina (anche se in posizione subordinata) soprattutto sul versante della pratica operatoria e settoria. È infatti la chirurgia a dare nuovo impulso alla ricerca anatomica.
  • 49. di 10849 Il corpo nella medicina medievale Le principali facoltà di medicina in Europa Arnaldo di Villanova (ca. 1235-1316) Henri de Mondeville (ca. 1260-1320) Guy de Chauliac (1300-1368) Guglielmo Salicetti (1210-1277) Mondino di Luzzi (ca. 1275-1326 ) Berengario da Carpi (1460-1530) Pietro d’Abano (1257-1315) Alessandro Benedetti (1455-1525) Andrea Vesalio (1514-1564) Realdo Colombo (1516-1559) Gabriele Falloppio (1523-1562) Girolamo Fabrizi (1533-1619) Giulio Casseri (1552-1616) Peeter Paaw (1564-1617) Bernard S. Weiss, Albinus (1697-1770) Albrecht von Haller (1707-1777) Costantino Africano (XI sec.) Ruggero di Frugardo (XIII sec.) Rolando da Parma (XIII sec.) Bruno da Longobucco (XIII sec.)
  • 50. di 10850 Il corpo nella medicina medievale  Il sapere delle università medievali veniva trasmesso soprattutto nella forma didattica della lectio, che passava attraverso la lettura e il commento degli auctores.  Era dunque un sapere teorico, formale. Anche in una disciplina come la medicina, non si discostava dalle forme tradizionali della trasmissione ex cathedra.
  • 51. di 10851 Il corpo nella medicina medievale  Nella vita dell’università vi erano momenti particolari di confronto e dibattito filosofico o teologico, come quello che avveniva durante le quaestiones disputatae o le quaestiones quodlibetales.  quaestiones disputatae  quaestiones quodlibetales Ms. fr. 218 c.56 (XV sec.) – Parigi, Bibliothèque Nationale
  • 52. di 10852 Il corpo nella medicina medievale  Queste manifestazioni non coinvolgevano la medicina, che anzi poteva usufruire piuttosto raramente di esercitazioni anatomiche, autopsie, analisi su cadaveri.  Tra coloro che si adoperarono per una maggiore frequenza delle dissezioni vi fu Mondino di Luzzi (ca. 1275-1326), che nel 1316 completò un trattato di Anathomia.
  • 53. di 10853 Il corpo nella medicina medievale  In un ambiente universitario tradizionale come quello di Oxford, ancora alla metà del XV sec., la conoscenza del corpo umano era ferma a Galeno e ai suoi volgarizzatori del Duecento (i Practica di Lanfranco da Milano).  Un documento di queste scarse conoscenze è il manoscritto Wellcome 290 del Wellcome Institute for the History of Medicine di Londra. Ms. Wellcome 290 Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 54. di 10854 Il corpo nella medicina medievale  Il Wellcome 290 è una raccolta illustrata di testi anatomici scritta in middle english, la lingua parlata in Inghilterra tra il XII e il XVI sec.  Risale alla metà del Quattrocento e venne realizzato da un solo amanuense con ricche miniature, forse per un medico. Ms. Wellcome 290 Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 55. di 10855 Il corpo nella medicina medievale  La tipologia (testo in lingua nazionale, illustrazioni) era molto diffusa nell’Inghilterra dell’epoca e quasi sempre era destinata a medici che non conoscevano il latino, cioè privi di una formazione universitaria.  La vista frontale evidenzia l’esofago e la trachea da cui si dipartono coppie di nervi. Ms. Wellcome 290 Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 56. di 10856 Il corpo nella medicina medievale  Le vene del braccio vengono ampiamente rappresentate poiché erano necessarie ad effettuare il salasso, secondo la consuetudine che voleva il sangue in eccesso come causa di malattia. Ms. Wellcome 290 Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 57. di 10857 Il corpo nella medicina medievale  Bruno da Longobucco opera a Padova dove nel 1252 porta a termine una Chirurgia magna in cui risultano fondamentali gli apporti della scienza araba.  Henri de Mondeville (seconda metà del XIII sec.) insegna a Parigi e a Montpellier. È autore di una celebre Chirurgia.  Guy de Chauliac opera ad Avignone presso la corte papale e poi succede al Mondeville a Montpellier.
  • 58. di 10858 Il corpo nella medicina medievale  Ancora alla fine del XIII sec. l’anatomia e la fisiologia del corpo umano non sono molto dissimili dalle indicazioni di Galeno e filtrate da Avicenna. Ms. Ashmole 399 Oxford, Bodleian Library
  • 59. di 10859 Il corpo nella medicina medievale  Il corpo è una struttura che cerca di equilibrare due principi fondamentali:  La stasi (érgon): lo scheletro, la struttura portante  La dinamicità (dýnamis): il principio del movimento, rappresentato dai muscoli e dal sangue. Ms. Ashmole 399 Oxford, Bodleian Library
  • 60. di 10860 Il corpo nella medicina medievale  Il confronto e il debito con la tradizione galenica e araba risultano molto evidenti da una comparazione dei principali codici di medicina. Ms. Ashmole 399 – Oxford, Bodleian Library Ms. OR 155 - Avicenna, Canone f. 125v. (XVII sec.) Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 61. di 10861 Il Fasciculus Medicinae  L’illustrazione riproduce una tavola del celebre Fasciculus Medicinae, uno dei testi a stampa più interessanti del tardo Quattrocento e attribuito a Johannes de Ketham.  Pubblicato a Venezia nel 1491, illustra i diversi momenti dell’attività scientifica nell’Università di Padova.  La tavola VII descrive la lezione di anatomia.
  • 62. di 10862 Il Fasciculus Medicinae  La tavola precede il testo della Anatomia di Mondino di Luzzi.  In primo piano – con il coltello – è l’ostensor, che esegue il taglio anatomico su indicazione del demonstrator (con la bacchetta). Dalla cattedra – come da tradizione – il docente conduce la lectio.
  • 63. di 10863 Il Fasciculus Medicinae  Nella tavola che ritrae Pietro da Montagnana (personaggio sconosciuto e forse da individuare in un continuatore di Bartolomeo da Mantagnana, medico morto a Padova nel 1460), il Fasciculus indica in alto i testi sacri della medicina quattrocentesca.
  • 64. di 10864 Il Fasciculus Medicinae  Il Fasciculus Medicinae fu il primo libro a stampa di carattere medico e circolò diffusamente non soltanto negli ambienti accademici.  Se ne servì anche Leonardo per condurre i primi disegni anatomici del Codice Windsor.
  • 65. di 10865 Il Fasciculus Medicinae  Il Fasciculus esercitò una notevole influenza anche nella iconografia delle ferite da taglio, un aspetto che suscitò l’interesse dei medici militari. Ms. Wellcome 290 (seconda metà XV sec.) c. 54r Londra, Wellcome Institute for the History of Medicine
  • 66. di 10866 Il Fasciculus Medicinae  Questa tavola è tra le prime disegnate da Leonardo nel Codice Windsor (carta 12597r).  L’impostazione del disegno ricalca il Fasciculus Medicinae mentre il sistema circolatorio è ripreso dall’insegnamento di Galeno, Mondino di Luzzi e Avicenna, dall’osservazione del corpo e dalla dissezione di animali. Leonardo, Codice Windsor, Cuore, polmoni e arterie principali
  • 67. di 10867 L’anatomia di Leonardo da Vinci  La profonda rivoluzione operata da Leonardo da Vinci (1452-1519) consiste nell’accompagnare il disegno anatomico all’osservazione empirica e alla descrizione.
  • 68. di 10868 L’anatomia di Leonardo da Vinci  Seppure non destinati a uno studio specificamente medico o patologico, Leonardo inizia una sorta di frammentazione del corpo.
  • 69. di 10869 L’anatomia di Leonardo da Vinci  Il corpo è un’immagine rappresentata, non è ancora anatomia nel senso che gli attribuiranno i fisiologi del secondo 500  L’uomo è quindi un’immagine del mondo: una rappresentazione, una riproduzione mimetica della realtà. Adunque qui con 15 figure intere ti sarà mostro la cosmografia del minor mondo, col medesimo ordine che inanzi a me fu fatto da Tolomeo nella sua cosmografia; e così dividerò poi quelle membra, come lui divise il tutto in province, e poi dirò l’ufizio delle parti per ciascun verso, mettendoti dinanti alli occhi la notizia di tutta la figura e valitudine dell’uomo in quanto ha moto locale mediante le sue parte. Leonardo da Vinci, Note per un trattato di anatomia Adunque qui con 15 figure intere ti sarà mostro la cosmografia del minor mondo, col medesimo ordine che inanzi a me fu fatto da Tolomeo nella sua cosmografia; e così dividerò poi quelle membra, come lui divise il tutto in province, e poi dirò l’ufizio delle parti per ciascun verso, mettendoti dinanti alli occhi la notizia di tutta la figura e valitudine dell’uomo in quanto ha moto locale mediante le sue parte. Leonardo da Vinci, Note per un trattato di anatomia
  • 70. di 1087 0 L’anatomia di Leonardo da Vinci  L’anatomia assume invece la connotazione di una dimostrazione (non solo del corpo), ma anche degli errori delle precedenti teorie.  Assume le stesse coordinate della cosmologia.  Il suo oggetto è però il microcosmo  Per questo motivo la chiesa si oppose alle dissezioni anatomiche, anche se in misura minore di quanto si sia ritenuto fino ad oggi.
  • 71. di 1087 1 L’anatomia di Leonardo da Vinci  Di grande interesse è il tema dell’anatomia femminile
  • 72. di 1087 2 L’anatomia di Leonardo da Vinci  Leonardo condusse la dissezione anatomica in modo clandestino, trafugando i cadaveri di notte, disegnando rapidamente e in condizioni difficili le parti del corpo che riusciva a isolare.
  • 73. di 1087 3 L’anatomia di Leonardo da Vinci  Attraverso l’attività sperimentale e un accurato utilizzo del disegno rappresentarono un’innovazione straordinaria, anche se condotta in modo personale e per un uso strettamente connesso alla propria ricerca artistica e scientifica.  L’osservazione è ancora disorganica, non finalizzata ad un utilizzo didattico come invece sarà per il testo di Vesalio.
  • 74. di 1087 4 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio  Pubblicato nel 1543 – lo stesso anno del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico – il De Humani Corporis Fabrica di Andrea Vesalio rappresentò – non solo nel ‘500 – il modello più importante della ricerca anatomica dell’epoca.  Il frontespizio raffigura il cortile del Bo, l’edificio in cui aveva sede l’Università di Padova.
  • 75. di 1087 5 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio  Nel 500 il rituale e la procedura dell’attività anatomica non è molto diversa rispetto a quella del basso medioevo.  Nelle università il tempo dell’anatomia è il periodo della quaresima, stagione della mortificazione carnale, delle meditazioni sulla morte, della contrizione morale successiva agli eccessi del carnevale.
  • 76. di 1087 6 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio  La dissezione vera e propria viene fatta in tre distinti momenti:  il primo giorno è dedicato all’apertura del ventre e delle viscere;  il secondo è dedicato all’aperture del torace;  il terzo è quello riservato all’analisi del cranio, allo studio del cervello e all’origine dei nervi.  L’anatomia è una sorta di tecnologia del lutto, di ritualità scientifica e di banco di prova della devozione: vi sono coinvolti medici, chirurghi, tecnici del bisturi (i cosiddetti barbitonsores), preti e giudici, ma anche coloro che sono addetti al recupero dei cadaveri, a profanare le tombe, a seppellire i resti del corpo anatomizzato.
  • 77. di 1087 7 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio  Andreas Wesel (1514-1564) era di origine fiamminga. Studiò a Lovanio e a Parigi, quindi dal 1537 al 1542 insegnò a Padova.  Ebbe come maestri Johann Gunther von Ardenbach, Jean Fernel e, a Parigi, Jacques Dubois (Jacobus Sylvius).  L’Università di Parigi non consentiva una libera ricerca scientifica, in quanto anche le dissezioni anatomiche erano sottoposte all’approvazione ecclesiastica.
  • 78. di 1087 8 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio  Alla realizzazione delle tavole anatomiche lavorò il fiammingo Jan Stephan van Kalcar, che apparteneva alla cerchia di Tiziano.
  • 79. di 1087 9 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio  Vesalio elaborò una nuova concezione dell’anatomia, intesa come demonstratio, scoperta, dimostrazione degli errori del passato (oltre 200 i luoghi dei testi Galenici smentiti da Vesalio)  Vesalio stabilisce una relazione tra intervento sul corpo e spiegazione teorica, tra manualità e osservazione.  Ma soprattutto opera la distruzione dell’anatomia di Galeno, che si fondava sull’osservazioni delle scimmie (i macachi di Barberia).
  • 80. di 1088 0 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio 1. Osteologia 2. Miologia  Nei capitoli su ossa e muscoli Vesalio dimostra che la mandibola umana è formata da un solo osso. 3. Sistema vascolare 4. Sistema nervoso 5. Organi addominali 6. Torace 7. Cervello I 7 libri del De Humani Corporis Fabrica
  • 81. di 1088 1 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio  Gli scorticati era il termine con cui si indicò la galleria dei corpi vesaliani sottoposti ad un progressivo smontaggio dei muscoli.
  • 82. di 1088 2 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio  Vesalio studia e rappresenta il corpo attraverso l’anatomia, così come la matematica è lo strumento della contemporanea ricerca nel campo della astronomia.  Si è parlato di anatomia delle parti separate: dal corpo, dal movimento, dall’anima.  Vesalio vuole ricostruire una conoscenza regionale del corpo: individua 7 regioni prevalenti e poi passa in rassegna i vari distretti di questa geografia del corpo.
  • 83. di 1088 3 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
  • 84. di 1088 4 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio  Mentre con Leonardo avevamo una concezione del corpo come sintesi dialettica tra macrocosmo e microcosmo, con Vesalio tutto questo scompare.  Il corpo-fabrica di Vesalio non è dominato da relazioni con le sfere celesti, con i segni dello zodiaco.  Con Vesalio il corpo è diventato il luogo dei rapporti di forza tra le parti, una struttura regolata da leggi fisiche e meccaniche.
  • 85. di 1088 5 Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
  • 86. di 1088 6 Il “teatro” dell’anatomia  Il successore di Vesalio alla cattedra di anatomia fu il cremonese Realdo Colombo (1516-1559).  Autore di un De re anatomica in cui dimostrava il passaggio del sangue dal cuore ai polmoni attraverso i vasi polmonari.  Alla metà del 500 le dimostrazioni avvenivano ancora su tavoli provvisori nonostante che Alessandro Benedetti avesse definito l’anatomia materia theatrali digna spectaculo.
  • 87. di 1088 7 Il “teatro” dell’anatomia  Il teatro anatomico dell’Università di Padova fu costruito nel 1594 ad un secolo di distanza dalla pubblicazione del De Anatomia (1502) di Alessandro Benedetti (1455 ca.-1525), in cui viene descritto per la prima volta un teatro smontabile per assistere alle autopsie.  La spinta definitiva alla costruzione di uno spazio fisso da destinare alle dimostrazioni anatomiche venne anche da Girolamo Fabrizi d’Acquapendente (1533-1619), il successore di Vesalio e contemporaneo di Galileo.
  • 88. di 1088 8 Il “teatro” dell’anatomia Mi trovai un giorno in casa un medico molto stimato in Venezia, dove alcuni per loro studio, ed altri per curiosità, convenivano tal volta a veder qualche taglio di notomia per mano di uno veramente non men dotto che diligente e pratico notomista. Ed accadde quel giorno, che si andava ricercando l’origine e nascimento de i nervi, sopra di che è famosa controversia tra i medici Galenisti ed i Peripatetici; e mostrando il notomista come, partendosi dal cervello e passando per la nuca, il grandissimo ceppo de i nervi si andava poi distendendo per la spinale e diramandosi per tutto il corpo, e che solo un filo sottilissimo come il refe arrivava al cuore, voltosi ad un gentil uomo ch’egli conosceva per filosofo peripatetico, e per la presenza del quale egli aveva con estraordinaria diligenza scoperto e mostrato il tutto, gli domandò s’ei restava ben pago e sicuro, l’origine de i nervi venir dal cervello e non dal cuore; al quale il filosofo, doppo essere stato alquanto sopra di Sé, rispose: «Voi mi avete fatto veder questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il testo d’Aristotile non fusse in contrario, che apertamente dice, i nervi nascer dal cuore, bisognerebbe per forza confessarla per vera». Galileo Galilei, Dialogo sui massimi sistemi (1632), giornata seconda.
  • 89. Volume Galileo (1968) – Regia di Liliana Cavani
  • 90. di 10890 Il “teatro” dell’anatomia  A Padova si addottorò in medicina una nutrita schiera di studenti olandesi.  I contatti tra la giovane Repubblica delle Province Unite e la Repubblica di Venezia erano peraltro strettissimi.  1575: Guglielmo d’Orange fonda l’Università di Leida  1579: Unione di Utrecht delle sette Province Unite  1588: Proclamazione dell’indipendenza.
  • 91. di 10891 Il “teatro” dell’anatomia  Il teatro di anatomia di Padova rappresentò il modello dello spazio anatomico dell’Università di Leida, realizzato da Peeter Paaw (1564-1617), già allievo di Girolamo Fabrizi d’Acquapendente e docente di anatomia.  Il teatro di Leida venne ricavato dalla chiesa cattolica “Faliede Bagijnen” su iniziativa di Peeter Paaw.
  • 92. di 10892 Il “teatro” dell’anatomia  Nel teatro di Leida gli scheletri recano bandiere con scritte che hanno il tono di giudizi e verdetti sulla condizione umana:  Pulvis et umbra sumus  Nosce te ipsum  Memento mori  È il trionfo della anatomia moralizzata, che subisce la contaminazione della morale
  • 93. di 10893 Il “teatro” dell’anatomia  L’uso del termine teatro per indicare l’attività di dissezione anatomica indica una precisa concezione del corpo.  Il corpo è in cerca di una posa barocca, effimera e al tempo stesso drammatica.
  • 94. di 10894 Il “teatro” dell’anatomia  Uno degli spettatori all’esperimento reca la pelle di un uomo.  La lezione è un exemplum con valore edificante: la figura retorica che domina è la gravitas (serietà morale, riflessione sulla propria condizione, autoanalisi)
  • 95. di 10895 Il “teatro” dell’anatomia  Spettacolarizzazione e retorica.  L’anatomia morale dello spettacolo della morte.  Il corpo come exemplum morale nella Leida calvinista e puritana.
  • 96. di 10896 Il “teatro” dell’anatomia Rembrandt, La lezione di anatomia del Dottor Tulp (1632). L’Aia, Mauritshuis D.R.
  • 97. di 10897 Il “teatro” dell’anatomia  Nella tela di Rembrandt i medici stessi sono spettatori della lezione anatomica. Rembrandt, La lezione di anatomia del Dottor Tulp (1632). Particolare L’Aia, Mauritshuis D.R.
  • 98. di 10898 L’anatomia barocca di Pietro da Cortona  Pietro da Cortona (1596-1669) fu uno degli artisti principali del barocco italiano.  Attivo a Roma nell’epoca di Bernini e Borromini, entrò nella cerchia di Francesco Barberini, nipote di papa Urbano VIII (Maffeo Barberini), con importanti commissioni.  Per la corte medicea lavorò ad un ciclo di affreschi in Palazzo Pitti.
  • 99. di 10899 L’anatomia barocca di Pietro da Cortona  Nel 1741 – 72 anni dopo la morte e a più di un secolo dalla loro realizzazione – vennero date alle stampe a Roma una serie di 27 Tabulae Anatomicae.  Gli studiosi hanno indicato come la possibile data di realizzazione il 1618, ma è ancora sconosciuta l’origine e la destinazione di questo capolavoro giovanile.
  • 100. di 1081 00 L’anatomia barocca di Pietro da Cortona  Le Tabulae di Pietro da Cortona furono forse influenzate dalla stampa, nel 1600, della Historia Anatomica di Giulio Casseri (1552-1616).
  • 101. di 1081 01 L’anatomia barocca di Pietro da Cortona  Negli affreschi di Palazzo Pitti dipinti da Pietro da Cortona nella Sala della Stufa (1640), la posizione del giovane ritratto nell’Età dell’argento riproduce la posizione di una delle Tabulae Anatomicae (1618). Pietro da Cortona, Età dell’argento (1640), particolare Firenze, Palazzo Pitti, Sala della Stufa
  • 102. di 1081 02 L’anatomia barocca di Pietro da Cortona  Nonostante siano il risultato di una fase ancora giovanile della sua opera, le tavole di Pietro da Cortona contengono già molti segnali dell’estetica barocca.  Iperrealismo e ridondanza della forma.
  • 103. di 1081 03 L’anatomia barocca di Pietro da Cortona  Dalla nitidezza rinascimentale si passa alla spettacolarizzazione del corpo.  L’enfasi teatrale trasforma il corpo- cadavere nel corpo-attore.  Retorica di un’anatomia scenografica, che accentua, sottolinea, ingigantisce.  In questa tavola vi è addirittura lo specchio, tipica simbologia barocca che riflette l’immagine, la duplica mediante una sottolineatura narcisistica.
  • 104. di 1081 04 L’anatomia barocca di Pietro da Cortona  Il modello di Vesalio è evidentemente sullo sfondo, ma ciò che conta non è tanto il dettaglio scientifico ma la sua trasfigurazione.  Le 27 tavole descrivevano soprattutto muscoli, ossa, nervi e vasi sanguigni.  Le tavv. 21-26 sono peraltro di un’altra mano, e vennero aggiunte dal curatore dell’edizione 1741, Gaetano Petrioli, chirurgo di Vittorio Amedeo II di Sardegna.
  • 105. di 1081 05 L’uomo-macchina e l’Encyclopédie  Fine XVII sec. nasce il meccanicismo medico (iatromeccanicismo).  Cartesio, Traité de l’Homme (1662)  Il corpo viene equiparato ad una macchina.  Si analizzano gli aspetti quantitativi, misurabili Dacchè i medici hanno incominciato ad esaminare la struttura e le azioni (effectus) del corpo animato sulla base di principi geometrico-meccanici, nonché di esperimenti fisico-meccanici e chimici, non soltanto hanno scoperto innumerevoli fenomeni ignoti ai secoli precenti, ma hanno compreso che per quanto riguarda le sue azioni naturali il corpo umano non è altro che un complesso di movimenti chimico- meccanici, che obbediscono a principi matematici. Giorgio Baglivi, De Praxi medica, in Opera omnia medico-practica et anatomica, Venezia, 1727, p. 78. Dacchè i medici hanno incominciato ad esaminare la struttura e le azioni (effectus) del corpo animato sulla base di principi geometrico-meccanici, nonché di esperimenti fisico-meccanici e chimici, non soltanto hanno scoperto innumerevoli fenomeni ignoti ai secoli precenti, ma hanno compreso che per quanto riguarda le sue azioni naturali il corpo umano non è altro che un complesso di movimenti chimico- meccanici, che obbediscono a principi matematici. Giorgio Baglivi, De Praxi medica, in Opera omnia medico-practica et anatomica, Venezia, 1727, p. 78.
  • 106. di 1081 06 L’uomo-macchina e l’Encyclopédie Chiunque esamini con attenzione l’organismo corporeo non mancherà certo di scorgere nelle mandibole e nei denti delle tenaglie, nello stomaco un recipiente, nelle vene, nelle arterie e negli altri canali altrettanti condotti idraulici, nel cuore uno stantuffo, nelle viscere dei crivelli o dei filtri, nel polmone un mantice, nei muscoli la forza della leva. Giorgio Baglivi, De Praxi medica, in Opera omnia medico-practica et anatomica, Venezia, 1727, p. 78. Chiunque esamini con attenzione l’organismo corporeo non mancherà certo di scorgere nelle mandibole e nei denti delle tenaglie, nello stomaco un recipiente, nelle vene, nelle arterie e negli altri canali altrettanti condotti idraulici, nel cuore uno stantuffo, nelle viscere dei crivelli o dei filtri, nel polmone un mantice, nei muscoli la forza della leva. Giorgio Baglivi, De Praxi medica, in Opera omnia medico-practica et anatomica, Venezia, 1727, p. 78.
  • 107. di 1081 07 L’uomo-macchina e l’Encyclopédie  Intorno alla metà del ‘700 il medico svizzero Albrecht von Haller (1708-1777) fornisce con la sua Bibliotheca anatomica un trattato metodico di storia dell’anatomia.  Si chiude l’epoca classica dell’anatomia e inizia l’età moderna dello studio delle malattie (vaccinazione contro il vaiolo; introduzione di nuovi strumenti; anatomia patologica; clinica).  Nel 1748 Lamettrie dedica a Von Haller – allora docente a Gottinga – il saggio L’Homme Machine.
  • 108. di 1081 08 L’uomo-macchina e l’Encyclopédie  L’albero della Encyclopédie di Diderot e D’Alembert (1751)  L’organizzazione delle discipline è costruita sull’immagine dell’arbor scientiarum  Il ruolo delle tavole di anatomia