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Buona lettura

Ecco a voi la seconda uscita del progetto MadeinItaly Poster Art .
Abbiamo mantenuto lo schema Nord-Sud: Gec-Art per il Nord e Mr Klevra
per il Sud.
Non so quanto sia utile questo progetto ma, data la buona accoglienza del
primo e-book non ci siamo persi d’animo e altri due artisti hanno
accettato di parlare di loro.
A voi lettori il giudizio sui contenuti; io mi limito ad augurarvi buona
lettura.

P.S. : rispetto alla prima edizione abbiamo aggiunto un contenuto che non
riguarda direttamente la Poster Art o la Street Art ma che a mio parere è
un dovere diffondere.
Non vi anticipo null’altro …



Dario Ujetto




Testo e interviste : Dario Ujetto
Impaginazione, editing : Elena Belliardi

Si ringraziano Gec-Art e Mr Klevra.

Per il contenuto extra - www.spreadpersepolis.com
Intervista a Gec-Art




Sei nato nel 1982, in una generazione a cavallo fra la lenta decadenza della TV
generalista e l’inarrestabile ascesa del web.
E infatti la tua arte è molto critica nei confronti del “tubo catodico”; da quali
motivazioni è ispirato il tuo messaggio?
Il lavoro legato al tema della televisione nasce in strada circa sei anni fa, ma non è
che una piccola parte di tutta la produzione di questi anni.
Il filo conduttore del mio lavoro vuole descrivere i tempi moderni, dove apparire è un
dovere categorico e l'inutile diventa necessario.
I miei personaggi non sono altro che il nostro specchio: compiono le nostre azioni e i
nostri errori, contestano il sistema per poi corrergli dietro; sono il risultato
dell'incoerenza e talvolta mangiano anche al McDonald’s, ma solo se sono certi che
non li veda nessuno!

La pubblicità ha influenzato la Pop Art in maniera determinante, la TV ha reso star
molti artisti o presunti tali, ma in che modo, a tuo parere, la Street Art è influenzata dai
mezzi di comunicazione ?
La Street Art oggi è un evoluzione del graffito anni '80 ma gioca su dinamiche e
motivazioni completamente diverse, forse solo l'azione illegale rimane la stessa ma
spinta più dal desiderio di apparire che non di contestare. Oggi, come mai prima,
Street Art e mezzi di comunicazione di massa si sono fusi dipendendo uno dall'altro;
l'arte viene pubblicizzata via web e le aziende la utilizzano per scopi commerciali.
E' importante mettere bene in chiaro quello che è stata l'America anni '80 e ciò che
accade oggi ; in caso contrario rimane solo un gran calderone pieno di cose vecchie e
nuove decontestualizzate, che danno come risultato i ragazzini punk che sfilano in
Piazza Castello.

Oggi il Web può essere controllato anche dagli artisti e dai loro sostenitori; in quale
modo questo fattore influenzerà la Street Art e il lavoro degli artisti? Si correrà il
rischio di essere troppo narcisisti o autoreferenziali ?
Il Web ha influenzato il modo di vivere dell'uomo ma rimane un’ arma a doppio taglio.
La vetrina sul mondo fa comodo a tutti ma è quello che ci metti dentro che fa la
differenza (o almeno spero!).

Parliamo un po’ di te: come e quando ti sei avvicinato alla Street Art ?
Faccio parte di quella minoranza che ha cominciato facendo prima tele e passando
poi alla strada.
Avevo preparato degli omini catodici su carta a grandezza reale per una mostra
collettiva che mi ingombrarono il garage per una settimana, decisi una sera di portarli
ad attendere il bus alle fermate della mia città.
Una settimana dopo Cuneo era invasa di pendolari cartacei, di lì a poco anche Torino,
Nizza, New York e così via.

Tu usi molto la tecnica “dell’attacco” (Artissima, Moma, MIArt): come prepari queste
performance ?
I “Gec-attack” non sono altro che una spina nel fianco delle grandi Istituzioni, una
provocazione alla difficoltà di avere oggi una vetrina dignitosa.
Vedere i propri lavori in mezzo ai “grandi” di sempre è una gran soddisfazione, una
sorta di entrata nel sistema dell' arte passando dalla porta sul retro.

Qual è il tuo rapporto con lo spazio urbano? come scegli le location su strada ?
Con molta attenzione, il fine è sempre la riqualificazione urbana. Ultimamente sto
lavorando molto sull'installazione perchè la cosa che più mi interessa è la reazione
della gente: c’è chi sorride, chi s'incazza, chi fotografa, chi scuote la testa, chi ruba e
porta a casa, ma va bene così. No?

Come ti trovi nel ruolo di organizzatore di eventi artistici? Continuerai a farlo in
futuro?
L'ho sempre fatto perchè mi piace organizzare in generale e perché gli eventi più
importanti a cui ho partecipato al momento me li sono organizzati da solo. Si conosce
un mare di gente e punti di vista differenti. E poi girare con l'agenda nello zaino mi
piace da matti!

Come ti vedi fra 10 anni ?
Ricco o al fresco.
Intervista a Mr Klevra
Mr Klevra: il tuo nome deriva dall’ebraico e significa “Cane rabbioso”. Quando hai
cominciato a sentire rabbia contro questo tipo di società?
Tutto inizia pian piano, nei primi anni dell’Università. Iniziando a frequentare gente di
ogni tipo mi sono accorto che tutti cercano di affermare se stessi… è un bisogno
innato nell’uomo !
Però la domanda da porsi credo sia una: “Quello che cerchi è un tuo sogno, un tuo
obbiettivo o un’ illusione che la società ti sta convincendo ad inseguire?”
Ai nostri giorni ogni cosa è possibile: Internet, cellulari, Pc ad alta connessione ci
permettono di essere sempre online, tutto è rapido ma se ci si ferma cinque secondi
ad analizzare ciò che si cerca, poche persone potrebbero rispondere alla domanda che
ponevo prima.
Illuminante fu per me il film “Fight Club”, spaccato perfetto della società moderna:
“Porca puttana... un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli o schiavi con i
colletti bianchi... la pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per
comprare cazzate che non ci servono.
Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto, non abbiamo la
grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale. La nostra
grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che
un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non é cosi. E
lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene... siamo consumatori.
Siamo sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona. Omicidi, crimini, povertà. Queste
cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste. La televisione
con 500 canali. Il nome di un tizio sulle mie mutande. I farmaci per capelli. Il viagra. Poche
calorie." - Tyler Durden.
Scopro giorno dopo giorno che la gente che mi circonda è spaventata dalla precarietà
e mi dico – “ finalmente abbiamo avuto anche noi la nostra crisi destabilizzante!”.
Personalmente credo che sia un ottimo strumento sociale e non solo; soltanto sul
bordo dell’estinzione una razza in natura evolve (o si estingue, ma spero non sia
questo il caso!).
Credo che ognuno debba riscoprire quella moralità interna che ormai è stata sostituita
da cliché che i media ci propinano.

Molti artisti si pongono contro la società in cui vivono e rappresentano spesso dei
punti di riferimento magari ammirati, ma mai ascoltati. Non hai paura di questo aspetto
della vita artistica?
Se può servire a capire la mia posizione a riguardo…
Sono un Ingegnere, quindi chi più di me può dire di essere “nel” sistema ? devo
costantemente fare i conti con la realtà della scienza, della tecnologia, dei progressi
dell’uomo moderno, ma senza rimanerne schiacciato. Viaggio in una costante
dicotomia di sentimenti e proprio per questo mi sono ritagliato nel mio animo di artista
un mio spazio privato e intimo in cui creo una scienza finta ma verissima nella sua
stessa finzione, una realtà in cui l’uomo e la macchina sono una cosa sola; le mie
creature sono fatte di organi o membra umane fusi indissolubilmente con parti
meccaniche e lascio venire a galla la vera anima orribile della bellezza moderna,
costantemente costruita e continuamente consumata dalle immagini pubblicitarie.
Se fossi un’altra persona non mi ascolterei, non mi spaventa essere poco conosciuto.
Spero solo che tutti possano avere un proprio senso critico e riscoprire l’amore per il
“Bello”. Spero che osservando le mie opere la persona possa essere scioccata,
perché ciò determinerebbe che:
- Si è fermato ad osservare.
- Se ha osservato ha anche interpretato.
- Se ha interpretato ha anche giudicato.
- Se ha giudicato è sulla buona strada.
Diceva un sociologo, non ricordo chi, “I lussi delle generazioni passate sono le
abitudini della generazione presente”; non pensi che, in fondo, la gente non
rinuncerebbe più alla macchina, al telefonino, al netbook, alla televisione ecc. ecc.?
Complimenti per le domande, anche se … mi stai facendo scoprire troppo!
Credo tu abbia ragione; nessuno rinuncerebbe al proprio netbook o al proprio
I-phone. Ma questo mi fa sorgere un dubbio: le cose come la macchina, il cellulare, il
portatile e così via, sono indispensabili in quanto strumenti o noi veniamo
rappresentati da ciò che abbiamo?
Quindi Dio benedica la capacità dell’uomo di creare, se ciò che crea rimane uno
strumento e non una droga.
C’è bisogno di cambiare cellulare ogni 4 mesi solo per averne uno più figo?
Alla fine non dovrebbe servire per telefonare e mandare messaggi?
Stesso ragionamento vale per la macchina: un vettore che porta persone dal punto A
al punto B, che cazzo di bisogno abbiamo di avere questi SUV enormi in giro per la
città? Forse le generazioni moderne hanno un po’ troppo sottostimato la loro
sessualità,e vogliono affermarla con ciò che hanno?
A voi l’ardua sentenza !
A me questi problemi fanno sorridere … e un po’ mi fanno tenerezza …

La spiritualità o la ricerca della spiritualità sono una forte componente dei tuoi lavori:
qual è il tuo rapporto con la religione?
Sono Cristiano praticante, fiero di esserlo, personalmente (e sottolineo
personalmente) ho scoperto che il Cristiano è la persona più libera che esiste.
Sant’ Agostino diceva “Ama e fa ciò che vuoi”; amare è l’essenza della vita, in una
società come la nostra non ci rendiamo conto che invece di dare, vogliamo sempre e
solo ricevere.
L’iconografia bizantina è arte al 100%: potrei stare ore a guardare icone antiche e a
pensare come in quelle opere il sacro e la bellezza si fondano perfettamente parlando
direttamente al cuore delle persone senza molte parole.

Veniamo alle tue fonti di ispirazione: ami citare il Palahniuk di Fight Club, segui e leggi
anche altri scrittori americani come Bret Easton Ellis o il compianto D. F. Wallace?
Non mi reputo un gran lettore, ma Palahniuk mi ha folgorato e di lui ho letto
praticamente tutto. Io e il mio amico Luca ci nutriamo dei suoi libri, ci attrae molto la
sua creatività e il suo modo di scrivere e analizzare personaggi borderline.
Altro scrittore interessante che mi ha consigliato mio padre è Edward Bunker: forse ve
lo ricordate per un suo cammeo in “Le Iene” di Tarantino, è uno scrittore che ha fatto
la spola tra la galera e il mondo esterno per tutta la vita. La cosa interessante è che ha
trasposto nelle sue opere la sua vera vita: nuda e cruda.
Dulcis in fundo c’è Tomas Spidlik, grande uomo di fede e grande teologo e iconografo.
Banale dire che leggo la Bibbia e le storie dei Santi… ma consiglio anche agli atei di
leggerli.
Spesso mi capita di parlare con persone che accusano la Chiesa e credono di
“conoscere” tutto. La cosa mi infastidisce per il semplice motivo che si parla per frasi
fatte e sentite o per piccole nozioni di Cristianesimo vissute! Quindi consiglio di
studiare il “Nemico”.

E sul versante arte a chi ti ispiri?
Premesso che sono un drogato di immagini - amo collezionare libri d’arte, vedere
mostre, scoprire nuovi artisti - non ricordo mai i nomi ma se vedo qualcosa e mi
piace… beh fuori la Reflex e via di foto… tutto mi stimola, tutto mi ispira.
L’iconografia bizantina è a dir poco stupenda; secondo me è bistrattata, anche se
ultimamente aumentano i riferimenti a quest’ arte, ma credo che in molti casi sia solo
un fatto puramente stilistico.

Chi visita il tuo sito, scopre subito che utilizzi molte tecniche espressive: illustrazioni,
canvas, toys, disegni su skate… da che cosa nasce la scelta di non specializzarsi?
Vedo un po’ limitante rimanere legato ad uno stile per questo molto spesso, se posso,
sperimento tecniche e soggetti.
Capisco che la cosa da un lato sia limitante anche perché non mi si identifica subito
ma alla fine faccio quello che amo: un giorno faccio un toy, un giorno un bel bio -
meccanico; magari un giorno mi darò alla pittura sulle porcellane.
Ultimamente ho creato delle opere su poster in una session notturna insieme a
Omino71, la cosa mi è piaciuta non poco e credo che a breve mi cimenterò di nuovo.

Perché hai deciso di diventare uno Street Artist? E quando hai diffuso il tuo primo
poster in strada ? Quali sono le tappe del tuo cammino?
E chi si è mai definito uno Street Artist ?! Sono gli altri che mi chiamano come
vogliono, a me piace dipingere e mettere tante cosette nascoste nelle mie opere…
Il primo poster l’ho attaccato un anno e mezzo fa in una serata spensierata insieme a
un mio ex collega di lavoro, nonché grande amico; se non ricordo male esiste
ancora… è attaccato nel parcheggio di Ostiense su una colonna prima dell’ingresso
alla stazione. Rappresenta una specie di logo/marchio - il mio solito bullterrier
decorato con banner, matite, bombole e pennelli, tutti fusi a creare un’unica immagine.

Roma è una città ricettiva verso l’arte urbana? Può emergere ed entrare
definitivamente nel circuito artistico cittadino o sarà per sempre “underground” (non
che la cosa mi dispiacerebbe …) ?
Roma vive un bel periodo di arte urbana: è pieno di ragazzi che hanno un potenziale
mostruoso. Io non sono un tipo che fa molti progetti, ma spero di poter rimanere
sempre umile e poter essere sempre “underground”.
Per strada io mi esprimo perfettamente: c’è chi va in discoteca e si sfoga, a me basta
usa serata in giro a fare arte con una birretta e 4 chiacchiere con i compari di merende.
Cerco anche di vendere quello che faccio anche perché produco molto e la casa è
piccola.

Come ti vedi fra dieci anni?
Tra dieci anni sarò ricco e famoso….ahahahahahha
Dai, scherzo, tra dieci anni credo e spero di rimanere quello di sempre di avere
qualche marmocchio a cui regalare qualche bella scatola di pennarelli!

Ultima domanda, ma è più una curiosità: che ci facevi al Pitti Uomo ’09?
Delfino curiosooooo !
Al Pitti sono andato insieme ad altri artisti come ospite della galleria Mondo Pop e XL
de La Repubblica; dopo il Vinil Factory a Roma la mostra è stata riproposta lì,
nell’occasione abbiamo dipinto dal vivo qualche vinile …

Dio vi benedica tutti
Mr Klevra
Contenuto extra




INTRODUCTION
Disclaimer: The authors of Persopolis 2.0 were inspired by the work of Marjane
Satrapi. This does not imply, however, that the views expressed here reflect her own.
Since the Revolution in 1979, Iranians have coped with an increasingly repressive
regime.
Attempts for greater social and political freedoms have resulted in brutal crackdowns
by the hardline government.
The ensuing apathy and significant boycott of the 2005 presidential elections led to
the election of the ultraconservative mayor of Tehran, Mahmoud Ahmadinejad.
Four years later Iran has become increasingly alienated and its people more polarized
than ever before. The campaign of former Prime Minister Mir Hussein Moussavi
galvanized voters hoping for change, especially among the youth – two thirds of Iran’s
population is younger than 32. On June 12th 85% of eligible voters cast their ballots
and what happened next changed Iran forever…

www.spreadpersepolis.com/2009/06/introduction/
www.spreadpersepolis.com
www.spreadpersepolis.com
www.spreadpersepolis.com
|Sitografia


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MadeInItaly PosterArt

  • 1. madeinitalyposterart darioujetto www.madeinitalyposterart.com
  • 2. Buona lettura Ecco a voi la seconda uscita del progetto MadeinItaly Poster Art . Abbiamo mantenuto lo schema Nord-Sud: Gec-Art per il Nord e Mr Klevra per il Sud. Non so quanto sia utile questo progetto ma, data la buona accoglienza del primo e-book non ci siamo persi d’animo e altri due artisti hanno accettato di parlare di loro. A voi lettori il giudizio sui contenuti; io mi limito ad augurarvi buona lettura. P.S. : rispetto alla prima edizione abbiamo aggiunto un contenuto che non riguarda direttamente la Poster Art o la Street Art ma che a mio parere è un dovere diffondere. Non vi anticipo null’altro … Dario Ujetto Testo e interviste : Dario Ujetto Impaginazione, editing : Elena Belliardi Si ringraziano Gec-Art e Mr Klevra. Per il contenuto extra - www.spreadpersepolis.com
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  • 4. Intervista a Gec-Art Sei nato nel 1982, in una generazione a cavallo fra la lenta decadenza della TV generalista e l’inarrestabile ascesa del web. E infatti la tua arte è molto critica nei confronti del “tubo catodico”; da quali motivazioni è ispirato il tuo messaggio? Il lavoro legato al tema della televisione nasce in strada circa sei anni fa, ma non è che una piccola parte di tutta la produzione di questi anni. Il filo conduttore del mio lavoro vuole descrivere i tempi moderni, dove apparire è un dovere categorico e l'inutile diventa necessario. I miei personaggi non sono altro che il nostro specchio: compiono le nostre azioni e i nostri errori, contestano il sistema per poi corrergli dietro; sono il risultato dell'incoerenza e talvolta mangiano anche al McDonald’s, ma solo se sono certi che non li veda nessuno! La pubblicità ha influenzato la Pop Art in maniera determinante, la TV ha reso star molti artisti o presunti tali, ma in che modo, a tuo parere, la Street Art è influenzata dai mezzi di comunicazione ? La Street Art oggi è un evoluzione del graffito anni '80 ma gioca su dinamiche e motivazioni completamente diverse, forse solo l'azione illegale rimane la stessa ma spinta più dal desiderio di apparire che non di contestare. Oggi, come mai prima, Street Art e mezzi di comunicazione di massa si sono fusi dipendendo uno dall'altro; l'arte viene pubblicizzata via web e le aziende la utilizzano per scopi commerciali. E' importante mettere bene in chiaro quello che è stata l'America anni '80 e ciò che accade oggi ; in caso contrario rimane solo un gran calderone pieno di cose vecchie e
  • 5. nuove decontestualizzate, che danno come risultato i ragazzini punk che sfilano in Piazza Castello. Oggi il Web può essere controllato anche dagli artisti e dai loro sostenitori; in quale modo questo fattore influenzerà la Street Art e il lavoro degli artisti? Si correrà il rischio di essere troppo narcisisti o autoreferenziali ? Il Web ha influenzato il modo di vivere dell'uomo ma rimane un’ arma a doppio taglio. La vetrina sul mondo fa comodo a tutti ma è quello che ci metti dentro che fa la differenza (o almeno spero!). Parliamo un po’ di te: come e quando ti sei avvicinato alla Street Art ? Faccio parte di quella minoranza che ha cominciato facendo prima tele e passando poi alla strada. Avevo preparato degli omini catodici su carta a grandezza reale per una mostra collettiva che mi ingombrarono il garage per una settimana, decisi una sera di portarli ad attendere il bus alle fermate della mia città. Una settimana dopo Cuneo era invasa di pendolari cartacei, di lì a poco anche Torino, Nizza, New York e così via. Tu usi molto la tecnica “dell’attacco” (Artissima, Moma, MIArt): come prepari queste performance ? I “Gec-attack” non sono altro che una spina nel fianco delle grandi Istituzioni, una provocazione alla difficoltà di avere oggi una vetrina dignitosa. Vedere i propri lavori in mezzo ai “grandi” di sempre è una gran soddisfazione, una sorta di entrata nel sistema dell' arte passando dalla porta sul retro. Qual è il tuo rapporto con lo spazio urbano? come scegli le location su strada ? Con molta attenzione, il fine è sempre la riqualificazione urbana. Ultimamente sto lavorando molto sull'installazione perchè la cosa che più mi interessa è la reazione della gente: c’è chi sorride, chi s'incazza, chi fotografa, chi scuote la testa, chi ruba e porta a casa, ma va bene così. No? Come ti trovi nel ruolo di organizzatore di eventi artistici? Continuerai a farlo in futuro? L'ho sempre fatto perchè mi piace organizzare in generale e perché gli eventi più importanti a cui ho partecipato al momento me li sono organizzati da solo. Si conosce un mare di gente e punti di vista differenti. E poi girare con l'agenda nello zaino mi piace da matti! Come ti vedi fra 10 anni ? Ricco o al fresco.
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  • 9. Mr Klevra: il tuo nome deriva dall’ebraico e significa “Cane rabbioso”. Quando hai cominciato a sentire rabbia contro questo tipo di società? Tutto inizia pian piano, nei primi anni dell’Università. Iniziando a frequentare gente di ogni tipo mi sono accorto che tutti cercano di affermare se stessi… è un bisogno innato nell’uomo ! Però la domanda da porsi credo sia una: “Quello che cerchi è un tuo sogno, un tuo obbiettivo o un’ illusione che la società ti sta convincendo ad inseguire?” Ai nostri giorni ogni cosa è possibile: Internet, cellulari, Pc ad alta connessione ci permettono di essere sempre online, tutto è rapido ma se ci si ferma cinque secondi ad analizzare ciò che si cerca, poche persone potrebbero rispondere alla domanda che ponevo prima. Illuminante fu per me il film “Fight Club”, spaccato perfetto della società moderna: “Porca puttana... un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli o schiavi con i colletti bianchi... la pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto, non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale. La nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non é cosi. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene... siamo consumatori. Siamo sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona. Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste. La televisione con 500 canali. Il nome di un tizio sulle mie mutande. I farmaci per capelli. Il viagra. Poche calorie." - Tyler Durden. Scopro giorno dopo giorno che la gente che mi circonda è spaventata dalla precarietà e mi dico – “ finalmente abbiamo avuto anche noi la nostra crisi destabilizzante!”. Personalmente credo che sia un ottimo strumento sociale e non solo; soltanto sul bordo dell’estinzione una razza in natura evolve (o si estingue, ma spero non sia questo il caso!). Credo che ognuno debba riscoprire quella moralità interna che ormai è stata sostituita da cliché che i media ci propinano. Molti artisti si pongono contro la società in cui vivono e rappresentano spesso dei punti di riferimento magari ammirati, ma mai ascoltati. Non hai paura di questo aspetto della vita artistica? Se può servire a capire la mia posizione a riguardo… Sono un Ingegnere, quindi chi più di me può dire di essere “nel” sistema ? devo costantemente fare i conti con la realtà della scienza, della tecnologia, dei progressi dell’uomo moderno, ma senza rimanerne schiacciato. Viaggio in una costante dicotomia di sentimenti e proprio per questo mi sono ritagliato nel mio animo di artista un mio spazio privato e intimo in cui creo una scienza finta ma verissima nella sua stessa finzione, una realtà in cui l’uomo e la macchina sono una cosa sola; le mie creature sono fatte di organi o membra umane fusi indissolubilmente con parti meccaniche e lascio venire a galla la vera anima orribile della bellezza moderna, costantemente costruita e continuamente consumata dalle immagini pubblicitarie. Se fossi un’altra persona non mi ascolterei, non mi spaventa essere poco conosciuto. Spero solo che tutti possano avere un proprio senso critico e riscoprire l’amore per il “Bello”. Spero che osservando le mie opere la persona possa essere scioccata, perché ciò determinerebbe che: - Si è fermato ad osservare. - Se ha osservato ha anche interpretato. - Se ha interpretato ha anche giudicato. - Se ha giudicato è sulla buona strada.
  • 10. Diceva un sociologo, non ricordo chi, “I lussi delle generazioni passate sono le abitudini della generazione presente”; non pensi che, in fondo, la gente non rinuncerebbe più alla macchina, al telefonino, al netbook, alla televisione ecc. ecc.? Complimenti per le domande, anche se … mi stai facendo scoprire troppo! Credo tu abbia ragione; nessuno rinuncerebbe al proprio netbook o al proprio I-phone. Ma questo mi fa sorgere un dubbio: le cose come la macchina, il cellulare, il portatile e così via, sono indispensabili in quanto strumenti o noi veniamo rappresentati da ciò che abbiamo? Quindi Dio benedica la capacità dell’uomo di creare, se ciò che crea rimane uno strumento e non una droga. C’è bisogno di cambiare cellulare ogni 4 mesi solo per averne uno più figo? Alla fine non dovrebbe servire per telefonare e mandare messaggi? Stesso ragionamento vale per la macchina: un vettore che porta persone dal punto A al punto B, che cazzo di bisogno abbiamo di avere questi SUV enormi in giro per la città? Forse le generazioni moderne hanno un po’ troppo sottostimato la loro sessualità,e vogliono affermarla con ciò che hanno? A voi l’ardua sentenza ! A me questi problemi fanno sorridere … e un po’ mi fanno tenerezza … La spiritualità o la ricerca della spiritualità sono una forte componente dei tuoi lavori: qual è il tuo rapporto con la religione? Sono Cristiano praticante, fiero di esserlo, personalmente (e sottolineo personalmente) ho scoperto che il Cristiano è la persona più libera che esiste. Sant’ Agostino diceva “Ama e fa ciò che vuoi”; amare è l’essenza della vita, in una società come la nostra non ci rendiamo conto che invece di dare, vogliamo sempre e solo ricevere. L’iconografia bizantina è arte al 100%: potrei stare ore a guardare icone antiche e a pensare come in quelle opere il sacro e la bellezza si fondano perfettamente parlando direttamente al cuore delle persone senza molte parole. Veniamo alle tue fonti di ispirazione: ami citare il Palahniuk di Fight Club, segui e leggi anche altri scrittori americani come Bret Easton Ellis o il compianto D. F. Wallace? Non mi reputo un gran lettore, ma Palahniuk mi ha folgorato e di lui ho letto praticamente tutto. Io e il mio amico Luca ci nutriamo dei suoi libri, ci attrae molto la sua creatività e il suo modo di scrivere e analizzare personaggi borderline. Altro scrittore interessante che mi ha consigliato mio padre è Edward Bunker: forse ve lo ricordate per un suo cammeo in “Le Iene” di Tarantino, è uno scrittore che ha fatto la spola tra la galera e il mondo esterno per tutta la vita. La cosa interessante è che ha trasposto nelle sue opere la sua vera vita: nuda e cruda. Dulcis in fundo c’è Tomas Spidlik, grande uomo di fede e grande teologo e iconografo. Banale dire che leggo la Bibbia e le storie dei Santi… ma consiglio anche agli atei di leggerli. Spesso mi capita di parlare con persone che accusano la Chiesa e credono di “conoscere” tutto. La cosa mi infastidisce per il semplice motivo che si parla per frasi fatte e sentite o per piccole nozioni di Cristianesimo vissute! Quindi consiglio di studiare il “Nemico”. E sul versante arte a chi ti ispiri? Premesso che sono un drogato di immagini - amo collezionare libri d’arte, vedere mostre, scoprire nuovi artisti - non ricordo mai i nomi ma se vedo qualcosa e mi piace… beh fuori la Reflex e via di foto… tutto mi stimola, tutto mi ispira.
  • 11. L’iconografia bizantina è a dir poco stupenda; secondo me è bistrattata, anche se ultimamente aumentano i riferimenti a quest’ arte, ma credo che in molti casi sia solo un fatto puramente stilistico. Chi visita il tuo sito, scopre subito che utilizzi molte tecniche espressive: illustrazioni, canvas, toys, disegni su skate… da che cosa nasce la scelta di non specializzarsi? Vedo un po’ limitante rimanere legato ad uno stile per questo molto spesso, se posso, sperimento tecniche e soggetti. Capisco che la cosa da un lato sia limitante anche perché non mi si identifica subito ma alla fine faccio quello che amo: un giorno faccio un toy, un giorno un bel bio - meccanico; magari un giorno mi darò alla pittura sulle porcellane. Ultimamente ho creato delle opere su poster in una session notturna insieme a Omino71, la cosa mi è piaciuta non poco e credo che a breve mi cimenterò di nuovo. Perché hai deciso di diventare uno Street Artist? E quando hai diffuso il tuo primo poster in strada ? Quali sono le tappe del tuo cammino? E chi si è mai definito uno Street Artist ?! Sono gli altri che mi chiamano come vogliono, a me piace dipingere e mettere tante cosette nascoste nelle mie opere… Il primo poster l’ho attaccato un anno e mezzo fa in una serata spensierata insieme a un mio ex collega di lavoro, nonché grande amico; se non ricordo male esiste ancora… è attaccato nel parcheggio di Ostiense su una colonna prima dell’ingresso alla stazione. Rappresenta una specie di logo/marchio - il mio solito bullterrier decorato con banner, matite, bombole e pennelli, tutti fusi a creare un’unica immagine. Roma è una città ricettiva verso l’arte urbana? Può emergere ed entrare definitivamente nel circuito artistico cittadino o sarà per sempre “underground” (non che la cosa mi dispiacerebbe …) ? Roma vive un bel periodo di arte urbana: è pieno di ragazzi che hanno un potenziale mostruoso. Io non sono un tipo che fa molti progetti, ma spero di poter rimanere sempre umile e poter essere sempre “underground”. Per strada io mi esprimo perfettamente: c’è chi va in discoteca e si sfoga, a me basta usa serata in giro a fare arte con una birretta e 4 chiacchiere con i compari di merende. Cerco anche di vendere quello che faccio anche perché produco molto e la casa è piccola. Come ti vedi fra dieci anni? Tra dieci anni sarò ricco e famoso….ahahahahahha Dai, scherzo, tra dieci anni credo e spero di rimanere quello di sempre di avere qualche marmocchio a cui regalare qualche bella scatola di pennarelli! Ultima domanda, ma è più una curiosità: che ci facevi al Pitti Uomo ’09? Delfino curiosooooo ! Al Pitti sono andato insieme ad altri artisti come ospite della galleria Mondo Pop e XL de La Repubblica; dopo il Vinil Factory a Roma la mostra è stata riproposta lì, nell’occasione abbiamo dipinto dal vivo qualche vinile … Dio vi benedica tutti Mr Klevra
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  • 14. Contenuto extra INTRODUCTION Disclaimer: The authors of Persopolis 2.0 were inspired by the work of Marjane Satrapi. This does not imply, however, that the views expressed here reflect her own. Since the Revolution in 1979, Iranians have coped with an increasingly repressive regime. Attempts for greater social and political freedoms have resulted in brutal crackdowns by the hardline government. The ensuing apathy and significant boycott of the 2005 presidential elections led to the election of the ultraconservative mayor of Tehran, Mahmoud Ahmadinejad. Four years later Iran has become increasingly alienated and its people more polarized than ever before. The campaign of former Prime Minister Mir Hussein Moussavi galvanized voters hoping for change, especially among the youth – two thirds of Iran’s population is younger than 32. On June 12th 85% of eligible voters cast their ballots and what happened next changed Iran forever… www.spreadpersepolis.com/2009/06/introduction/
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  • 21. |Sitografia www.madnesswall.com www.madeinitalyposterart.com www.torinoposterfestival.com www.stradafacendo2009.it www.gec-art.com www.myspace.com/gecart www.flickr.com/photos/klevra www.klevra.com www.spreadpersepolis.com