Recentemente si è scoperto grazie ai ritrovamenti dei papiri e pergamene di Qumran, che i Vangeli
e gran parte del Nuovo Testamento furono scritti dapprima in aramaico e solo successivamente
tradotti in greco. Alcuni famosi papirologi e biblici come padre Carmignac e Josè Miguel Garcia,
hanno pazientemente ritradotto alcuni passi oscuri dei Vangeli dal greco in aramaico, spiegando con
molta precisione il significato originario di tali versetti.
Tra gli episodi misteriosi, c’è sicuramente la lavanda dei piedi e il suo significato profondo. Perché
Gesù lavò i piedi ai discepoli dopo aver cominciato la cena?
“Per capirlo è necessario tenere presente che era abitudine d’allora lavare i piedi prima dell’inizio
dei banchetti. L’anfitrione soleva offrire dell’acqua per i piedi ai suoi ospiti; si trattava di una
cortesia di cui abbiamo un esempio in Lc 7,36-50 il compito di offrire l’acqua, di lavare e
risciacquare i piedi ai commensali spettava ai servitori. Nel racconto di Giovanni, il collegamento
tra la lavanda dei piedi e la cena è ovvio. La cosa sorprendente è che venga realizzata proprio da
Gesù, a cena già iniziata. In questo modo risalta ancor di più la trascendenza del gesto, la cui
rilevanza non può che derivare dall’associazione con ciò che accadrà “dopo”, cioè l’Eucaristia. La
risposta di Gesù alle parole di Pietro esplicita chiaramente che la lavanda dei piedi è necessaria, se
vuole avere parte con lui. Ovvero, è necessario purificarsi prima di partecipare all’Eucaristia,
che viene descritta come una partecipazione nella persona di Gesù. L’espressione “aver parte con
me” evoca le formule utilizzate da Paolo in 1Cor 10,16: <<comunione del Sangue di Cristo>> e
<<comunione del Corpo di Cristo>>. Il gesto di Gesù, pertanto, è inteso a preparare i discepoli ad
accogliere il dono che egli si accinge e fare di se stesso. E’ molto significativa la forma sotto la
quale il Signore volle rimanere con noi, poiché se fosse rimasto mantenendo il proprio aspetto,
sarebbe rimasto per essere venerato, ma restando sotto forma di pane, è restato per essere mangiato
e venerato: affinché con uno si esercitasse la fede, con l’altro la carità. E viene chiamato pane di
vita, poiché è la vita stessa, è la vita sotto forma di pane; perciò quest’altro pane a poco a poco dà la
vita a chi lo mangia, dopo molte digestioni; ma chi mangia questo pane con dignità, riceve la vita
all’istante, perché mangia la vita stessa. Cosicchè, se questo cibo ti ripugna perché è vivo, avvicinati
a lui perché è pane; e se lo rispetti poco perché è pane, stimalo molto perché è vivo” cfr,( La vita di
Gesù nel testo aramaico dei Vangeli, J.M. Garcia, ed. BUR)
Sul sito cristianicattolici.net trovate diversi studi biblici molto dettagliati e approfonditi, e alcuni
utili servizi come il Santo del giorno, per meditare ed edificarsi con la vita dei santi campioni di
fede che ci hanno preceduto in questa vita, interessanti catechesi come quella sul Purgatorio, oppure
sulla Genesi, e numerosi catechesi della Chiesa cattolica.