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CONVEGNO TORINO 4-5 MARZO 2011
          PROPOSTA DI
  ATTIVITA‟ FISICA ADATTATA
      DI GRUPPO IN ACQUA
   NEL LINFEDEMA ALL‟ARTO
           SUPERIORE

                   Presentata da
                   d.ssa Rita Scrocchi
ORIGINI DELL‟ESPERIENZA
   Esperienza     nata    nel   2005     dalla
    collaborazione dello staff Aquaria dell‟
    Uisp Prov.le di Bologna con la U.O. di
    Angiologia dell‟AUSL di Bologna con la
    finalità  di    produrre    un    percorso
    sperimentale di attività post-riabilitativa
    in acqua rivolta a pazienti con linfedema
    dell'arto    superiore     secondario     a
    trattamenti per tumore al seno.
PROGETTO
         Elaborazione di una
    fase POST- RIABILITATIVA
        che si inserisca tra la
         RIABILITAZIONE e
l„ATTIVITA‟ MOTORIA vera e propria
FASE POST-RIABILITATIVA
           IN ACQUA
   Il periodo di permanenza è legato
    all‟esigenza dei soggetti e all‟acquisizione
    di una buona presa di coscienza che
    consenta di poter rientrare in corsi
    “normali”, pur con attenzione e cura
    necessariamente maggiori.
   La fase post-riabilitativa può permettere:
    - responsabilizzazione da parte del non più
    paziente a prendersi cura di sé
    - reinserimento del segmento che ha subito
    danni nell‟equilibrio psico-fisico del corpo
    - un ulteriore consolidamento dopo una
    stabilizzazione      raggiunta      nella    fase
    riabilitativa
    - socializzazione: passaggio dal basso
    rapporto numerico tra fisioterapista e
    paziente all‟inserimento in un gruppo in cui
    l‟insegnante è da condividere con altre
    persone; impatto emotivo-relazionale e
    motivazionale
OBIETTIVI GENERICI della
fase post-riabilitativa in acqua:
 attività cardiovascolare
 tonificazione
 coordinazione
 acquaticità
 mobilità articolare
 allungamento
 rilassamento
 socializzazione
OBIETTIVI SPECIFICI della
fase post-riabilitativa in acqua:
 mantenimento       dell‟efficienza   dei
  distretti muscolari interessati
 agevolazione del ritorno linfatico (arti
  superiori e inferiori)
 allungamento dei distretti muscolari
  interessati
 presa di coscienza del movimento in
  acqua
PERCHE‟ IN ACQUA?
L‟ATTIVITA‟ IN ACQUA E‟ RISORSA
  MOTORIA PER:
 neonati
 bambini
 adolescenti
 adulti
 anziani
 gestanti
 cardiopatici
 disabili
 obesi
 sogg. affetti da patologie osteoarticolari
EFFETTI DI ATT. IN ACQUA:
  Facilitazione dei movimenti            grazie ad
  alleggerimento del corpo (con il conseguente
  incremento o mantenimento della mobilità
  articolare, di una migliore coordinazione,
  costante ricerca dell‟equilibrio, un minor
  carico,…)
 Miglioramento circolazione periferica
  pressione idrostatica + creazione vortici
  determinano:
  - azione di massaggio
  - stimolazione dei vasi sanguigni e linfatici
  - miglioramento circolazione
  - drenaggio dei fluidi corporei
 Effetto antistress, motivazionale, socializzante
ELEMENTO ACQUA -
              caratteristiche
   Galleggiamento: principio di Archimede
    (ogni corpo immerso in un fluido
    (liquido o gas) riceve una spinta
    verticale dal basso verso l'alto,
    uguale per intensità al peso del
    volume del fluido spostato)
    La    spinta    al     galleggiamento      è
      proporzionale alla profondità dell‟acqua
 Pressione idrostatica: è in relazione
  alla profondità, aumenta di 1
  atmosfera ogni 10,33 metri di
  profondità
 Resistenza al movimento: essendo
  l‟acqua più densa dell‟aria, determina
  una resistenza circa 12 volte
  superiore, per cui ogni movimento in
  acqua è come se venga eseguito
  contro un ostacolo
Effetto
           metacentrico:    qualsiasi    corpo
immerso in un liquido è sottoposto a 2 forze:
spinta di Archimede e peso gravitazionale
(baricentro del corpo)
Se la forza del primo > → corpo sale, galleggia
se < → corpo scende, affonda
se = → corpo rimane sospeso in equilibrio
CARATTERISTICHE
    DELL‟ATTIVITA‟ IN ACQUA
       principalmente legate a 2 fattori:
 TEMPERATURA:
  ideale tra 28/29 C
 ALTEZZA :
  ideale 120-130 cm.
N.B. difficoltà a quantificare precisamente il lavoro svolto,
  poiché i parametri da riscontrare sono variabili e difficili
  da quantificare :
       - altezza e temperatura dell‟acqua, movimento
       dell‟acqua
       - caratteristiche personali: h, peso specifico, …
       -     caratteristiche    del     movimento:       impegno
       nell‟esecuzione, ampiezza …
PERCORSO
Ha inizio dal medico che non invia il
paziente direttamente in piscina ma gli
offre la possibilità di incontrare in gruppo
un operatore dei corsi che presenta i
contenuti e gli obiettivi dell‟attività in
acqua e la struttura con           materiale
audiovisivo.
Lo scopo dell‟incontro è di superare almeno
il   primo      “ostacolo”,   quello    della
conoscenza/scelta dell‟attività e della
persona che condurrà il gruppo.
Difficoltà ad iscriversi al corso
            in piscina
 difficoltà psicologiche (es.:dover
  indossare solo il costume, cuffia)
 timore di infezioni
 timore di prendere freddo per
  temperatura fredda dell‟acqua in vasca
 paura dell‟acqua
MODALITA‟ ORGANIZZATIVE
Il corso viene proposto in 16 lezioni con
frequenza bisettimanale della durata di
50 minuti, per gruppi di 12/15 persone, il
più possibile omogenei per età (tra i 35 e
i 55 anni);
le lezioni si svolgono in una piscina
comunale, con temperatura 28/28.2°C e
altezza dell‟acqua 120/130 cm.
ASPETTI TECNICI
 Inserimento di proposte di attività
  specificamente      rivolte      al   distretto
  interessato ed ai distretti “limitrofi”
 Ricerca di attivazione specifica del sistema
  linfatico dell‟arto superiore e del torace
  tramite le azioni caratteristiche dell‟acqua
  (pressione idrostatica, massaggio dell‟acqua
  ecc.). In queste aree la finalità è quella di
  svolgere un lavoro muscolare che, partendo
  dalla periferia, arrivi alla regione prossimale
  attraversando la parte interessata dalla
  patologia (attivazione disto-prossimale).
La proposta tecnica nasce da adattamenti
  e sviluppi (analisi alla “moviola”) dei
  movimenti utilizzati nelle attività svolte in
  acqua (nuoto, ginnastica in acqua…) e si
  basa su 6 punti che definiscono il raggio
  di azione ottimale :
1.ampiezza fisiologica del movimento (per
  cercare di rendere più efficace il lavoro
  muscolare)
2.esecuzione che non ricerca la velocità
  (una    rapida    e    magari      eccessiva
  contrazione non permette il deflusso
  auspicato, ma “intrappola”)
3.dosare     soggettivamente       il   carico
  provocato dal lavoro contro-resistenza
  perché potrebbe provocare eccessiva
  contrazione, irrigidimento (alcuni soggetti
  non riuscivano a terminare l‟esercizio,
  presentavano una forte contrazione e
  rigidità muscolare durante e dopo il lavoro
  e gonfiore la sera e il giorno dopo)
4.inserire l‟allungamento muscolare sul
  distretto su cui si è lavorato alla fine dei
  singoli step di lavoro specifico (maggiore
  allungamento favorisce una più efficace e
  completa contrazione )
5.lavorare sulla respirazione sopra e sotto
  l‟acqua (finalizzata alla presa di coscienza
  della respirazione )
6.evitare il lavoro ripetuto e specifico sui
  pettorali
UTILIZZO DEGLI ATTREZZI
Gli attrezzi hanno più funzioni:
 poter cambiare e modulare l‟intensità del
  carico
 aumentare     le capacità coordinative
  rispetto al proprio corpo in acqua
  (strumenti importanti per la progressione
  del carico)

L‟inserimento dell‟attrezzo avviene solo
  quando si consolida il movimento corretto
  (postura e tecnica) a corpo libero.
E‟      importante scegliere l‟applicazione
     dell‟attrezzo, perché potrebbe creare
     spiacevoli fastidi come controproducenti
     e fastidiose compressioni sulle parti in
     causa.
     Ad esempio, se il problema è alle gambe si
     utilizza l‟attrezzo nella parte superiore
     del corpo; se il problema è alle braccia, si
     utilizza nella parte inferiore o lo si
     impugna       con     le    mani     senza
     contrazione/tensione eccessiva.
FASI DI UNA LEZIONE di 50’
 RISCALDAMENTO: 15 MINUTI
 FASE CENTRALE: 30 MINUTI
 DEFATICAMENTO: 5 MINUTI
    Viene proposto un lavoro generale che va
    incontro alle esigenze “standard” dei
    partecipanti con un‟attenzione alle modalità di
    esecuzione durante l‟intera lezione e non solo
    durante la fase centrale specifica.
    E‟ necessario “registrare” le risposte al lavoro
    in modo da ottenere un feedback continuo per
    permettere      un‟evoluzione    positiva    del
    percorso.
RISCALDAMENTO
 Nell‟attivazione dell‟organismo le proposte di
  lavoro sono molto simili a quelle fatte nelle
  lezioni dei corsi standard di ginnastica in
  acqua
 La differenza è nel proporre dei movimenti
  settoriali per le articolazioni interessate
  (braccia e/o gambe) con l‟obiettivo di
  “avviare”, ma soprattutto di prendere
  coscienza delle singole fasi dei movimenti che
  saranno proposti nella fase centrale.
  Di settimana in settimana, quando i
  movimenti specifici della fase centrale
  verranno acquisiti, saranno inseriti nel
  riscaldamento coordinati con i movimenti
  delle gambe.
FASE CENTRALE
   Nella fase centrale viene svolto il lavoro
    specifico:
    3 step di lavoro di 7 min. intervallati da 4
    min. (allungamento, mobilità articolare e
    lavoro sulla respirazione fuori e sott‟acqua).
    Ad ogni step di lavoro vengono proposti 2
    movimenti differenti, che varieranno dopo
    la 3° e dopo la 6° settimana, ciò perché non
    si verifichi un adattamento che potrebbe
    portare ad una perdita nell‟efficacia delle
    proposte; i movimenti sono rivolti ad
    entrambi gli arti per non creare squilibri
    muscolari e posturali sul corpo in toto.
Dopo il riscaldamento, prima di iniziare gli
esercizi specifici, viene fatto eseguire
all‟allievo un automassaggio dell‟ascella
dell‟arto sano.
Prima di ogni step di lavoro esegue un
leggero automassaggio di sfioramento
con la mano aperta del lato sano, sulla
regione anteriore del torace, dalla spalla
del lato con linfedema fino all‟ascella
opposta.
   Ogni step di lavoro inizia con l‟arto
    sano; nel 1° step il lavoro muscolare del
    lato con linfedema prevede una
    successione in senso prossimo-distale
    con recupero lungo il fianco (4/5
    ripetizioni); in seguito, il resto del
    lavoro muscolare avviene con direzione
    disto-prossimale con entrambi gli arti.
FASE CENTRALE - programmazione
   1° - 3° SETTIMANA - corpo libero
   4°-6°SETTIMANA - corpo libero+tubo
   7°-8° SETTIMANA - corpo libero +
    tubo/salvagente
DEFATICAMENTO

 allungamento tramite stretching (arti
  superiori ed inferiori, tronco)
 mobilità articolare
 rilassamento (scivolamenti, andature,
  trasporti a coppie)
FEEDBACK ALLIEVI

ASPETTI POSITIVI:
 buon riscontro sull‟arto con linfedema:
  meno gonfiore
 nessuna nuova patologia
 opportunità di socializzazione e
  confronto con soggetti affetti dalla
  stessa problematica
ASPETTI NEGATIVI:
 corso “ghettizzante” per la presenza
  esclusiva di pazienti con linfedema
  dell‟arto superiore
 essendo corsi organizzati ad hoc, è stato
  possibile realizzarli solo in 3 piscine di
  Bologna e con limitazione di scelta tra
  giorni ed orari di corso
ANNO 2011: NUOVO PROGETTO

Collaborazione dello staff Aquaria dell‟
Uisp Prov.le di Bologna con il dott.
Daniele Aloisi dell‟AUSL di Bologna con
la finalità di continuare il percorso
sperimentale     di     attività  post-
riabilitativa in acqua intrapreso nel
2005 rivolgendolo a tutti i pazienti,
anche senza linfedema, operati al seno
ma non solo, quindi anche uomini.
PERCORSO – fase A
Percorso che gli ospedali Maggiore e
  Bellaria di Bologna attuano verso i
  pazienti operati di tumore:
 visita post-operatoria dove si
  individuano eventuali problemi quali
  edemi, patologie in atto, limitazioni
  funzionali.
  Tutti i pazienti vengono indirizzati a 2
  incontri:
- incontro educativo con infermiere, con lo
scopo di fornire supporto educativo per
facilitare il ritorno alla vita normale
(tecniche di gruppo, cosa fare e non fare
in generale per la salute, ecc..)
- incontro con fisioterapista dove vengono
insegnati esercizi da fare a casa
PERCORSO – fase B
Prevede l‟incontro con collaboratori esterni:
 dietista:    incontro      su     educazione
  alimentare per la prevenzione sia della
  recidiva al seno che sullo sviluppo del
  linfedema
 psicologa: 2 incontri in palestra per
  approcciare tecniche di rilassamento e di
  respirazione al fine di evitare lo stress.
   tecnico Uisp: incontro mensile in struttura
    ospedaliera in collaborazione con la AUSL
    di Bologna con la finalità di promuovere
    l‟attività in piscina per prevenire
    l‟insorgenza di linfedema e offrire una
    possibilità di integrazione.
ATTIVITA‟ IN ACQUA
 Dopo la fase riabilitativa i pazienti
  possono accedere a corsi di ginnastica in
  acqua “standard”, ciò consente la
  possibilità di scegliere tra diverse
  piscine comunali con un‟ampia offerta di
  giorni ed orari del corso
 I tecnici seguono un iter formativo
  specifico sul linfedema
 Viene data la possibilità ai pazienti con
  linfedema di eseguire al termine della
  lezione degli esercizi specifici per 5-10
  minuti
OBIETTIVO WELLNESS
 permettere loro di acquisire o conservare
  una buona forma fisica:
         aspetto allenante, psicologico,
         mobilità articolare e tonificazione
 aspetto socializzante, allontanare lo
  spettro dell‟inutilità, dell‟isolamento
 riprendere un ritmo di vita normale anche
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  • 1. CONVEGNO TORINO 4-5 MARZO 2011 PROPOSTA DI ATTIVITA‟ FISICA ADATTATA DI GRUPPO IN ACQUA NEL LINFEDEMA ALL‟ARTO SUPERIORE Presentata da d.ssa Rita Scrocchi
  • 2. ORIGINI DELL‟ESPERIENZA  Esperienza nata nel 2005 dalla collaborazione dello staff Aquaria dell‟ Uisp Prov.le di Bologna con la U.O. di Angiologia dell‟AUSL di Bologna con la finalità di produrre un percorso sperimentale di attività post-riabilitativa in acqua rivolta a pazienti con linfedema dell'arto superiore secondario a trattamenti per tumore al seno.
  • 3. PROGETTO Elaborazione di una fase POST- RIABILITATIVA che si inserisca tra la RIABILITAZIONE e l„ATTIVITA‟ MOTORIA vera e propria
  • 4. FASE POST-RIABILITATIVA IN ACQUA  Il periodo di permanenza è legato all‟esigenza dei soggetti e all‟acquisizione di una buona presa di coscienza che consenta di poter rientrare in corsi “normali”, pur con attenzione e cura necessariamente maggiori.
  • 5. La fase post-riabilitativa può permettere: - responsabilizzazione da parte del non più paziente a prendersi cura di sé - reinserimento del segmento che ha subito danni nell‟equilibrio psico-fisico del corpo - un ulteriore consolidamento dopo una stabilizzazione raggiunta nella fase riabilitativa - socializzazione: passaggio dal basso rapporto numerico tra fisioterapista e paziente all‟inserimento in un gruppo in cui l‟insegnante è da condividere con altre persone; impatto emotivo-relazionale e motivazionale
  • 6. OBIETTIVI GENERICI della fase post-riabilitativa in acqua:  attività cardiovascolare  tonificazione  coordinazione  acquaticità  mobilità articolare  allungamento  rilassamento  socializzazione
  • 7. OBIETTIVI SPECIFICI della fase post-riabilitativa in acqua:  mantenimento dell‟efficienza dei distretti muscolari interessati  agevolazione del ritorno linfatico (arti superiori e inferiori)  allungamento dei distretti muscolari interessati  presa di coscienza del movimento in acqua
  • 8. PERCHE‟ IN ACQUA? L‟ATTIVITA‟ IN ACQUA E‟ RISORSA MOTORIA PER:  neonati  bambini  adolescenti  adulti  anziani  gestanti  cardiopatici  disabili  obesi  sogg. affetti da patologie osteoarticolari
  • 9. EFFETTI DI ATT. IN ACQUA:  Facilitazione dei movimenti grazie ad alleggerimento del corpo (con il conseguente incremento o mantenimento della mobilità articolare, di una migliore coordinazione, costante ricerca dell‟equilibrio, un minor carico,…)  Miglioramento circolazione periferica pressione idrostatica + creazione vortici determinano: - azione di massaggio - stimolazione dei vasi sanguigni e linfatici - miglioramento circolazione - drenaggio dei fluidi corporei  Effetto antistress, motivazionale, socializzante
  • 10. ELEMENTO ACQUA - caratteristiche  Galleggiamento: principio di Archimede (ogni corpo immerso in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato) La spinta al galleggiamento è proporzionale alla profondità dell‟acqua
  • 11.  Pressione idrostatica: è in relazione alla profondità, aumenta di 1 atmosfera ogni 10,33 metri di profondità  Resistenza al movimento: essendo l‟acqua più densa dell‟aria, determina una resistenza circa 12 volte superiore, per cui ogni movimento in acqua è come se venga eseguito contro un ostacolo
  • 12. Effetto  metacentrico: qualsiasi corpo immerso in un liquido è sottoposto a 2 forze: spinta di Archimede e peso gravitazionale (baricentro del corpo) Se la forza del primo > → corpo sale, galleggia se < → corpo scende, affonda se = → corpo rimane sospeso in equilibrio
  • 13. CARATTERISTICHE DELL‟ATTIVITA‟ IN ACQUA principalmente legate a 2 fattori:  TEMPERATURA: ideale tra 28/29 C  ALTEZZA : ideale 120-130 cm. N.B. difficoltà a quantificare precisamente il lavoro svolto, poiché i parametri da riscontrare sono variabili e difficili da quantificare : - altezza e temperatura dell‟acqua, movimento dell‟acqua - caratteristiche personali: h, peso specifico, … - caratteristiche del movimento: impegno nell‟esecuzione, ampiezza …
  • 14. PERCORSO Ha inizio dal medico che non invia il paziente direttamente in piscina ma gli offre la possibilità di incontrare in gruppo un operatore dei corsi che presenta i contenuti e gli obiettivi dell‟attività in acqua e la struttura con materiale audiovisivo. Lo scopo dell‟incontro è di superare almeno il primo “ostacolo”, quello della conoscenza/scelta dell‟attività e della persona che condurrà il gruppo.
  • 15. Difficoltà ad iscriversi al corso in piscina  difficoltà psicologiche (es.:dover indossare solo il costume, cuffia)  timore di infezioni  timore di prendere freddo per temperatura fredda dell‟acqua in vasca  paura dell‟acqua
  • 16. MODALITA‟ ORGANIZZATIVE Il corso viene proposto in 16 lezioni con frequenza bisettimanale della durata di 50 minuti, per gruppi di 12/15 persone, il più possibile omogenei per età (tra i 35 e i 55 anni); le lezioni si svolgono in una piscina comunale, con temperatura 28/28.2°C e altezza dell‟acqua 120/130 cm.
  • 17. ASPETTI TECNICI  Inserimento di proposte di attività specificamente rivolte al distretto interessato ed ai distretti “limitrofi”  Ricerca di attivazione specifica del sistema linfatico dell‟arto superiore e del torace tramite le azioni caratteristiche dell‟acqua (pressione idrostatica, massaggio dell‟acqua ecc.). In queste aree la finalità è quella di svolgere un lavoro muscolare che, partendo dalla periferia, arrivi alla regione prossimale attraversando la parte interessata dalla patologia (attivazione disto-prossimale).
  • 18. La proposta tecnica nasce da adattamenti e sviluppi (analisi alla “moviola”) dei movimenti utilizzati nelle attività svolte in acqua (nuoto, ginnastica in acqua…) e si basa su 6 punti che definiscono il raggio di azione ottimale : 1.ampiezza fisiologica del movimento (per cercare di rendere più efficace il lavoro muscolare) 2.esecuzione che non ricerca la velocità (una rapida e magari eccessiva contrazione non permette il deflusso auspicato, ma “intrappola”)
  • 19. 3.dosare soggettivamente il carico provocato dal lavoro contro-resistenza perché potrebbe provocare eccessiva contrazione, irrigidimento (alcuni soggetti non riuscivano a terminare l‟esercizio, presentavano una forte contrazione e rigidità muscolare durante e dopo il lavoro e gonfiore la sera e il giorno dopo) 4.inserire l‟allungamento muscolare sul distretto su cui si è lavorato alla fine dei singoli step di lavoro specifico (maggiore allungamento favorisce una più efficace e completa contrazione )
  • 20. 5.lavorare sulla respirazione sopra e sotto l‟acqua (finalizzata alla presa di coscienza della respirazione ) 6.evitare il lavoro ripetuto e specifico sui pettorali
  • 21. UTILIZZO DEGLI ATTREZZI Gli attrezzi hanno più funzioni:  poter cambiare e modulare l‟intensità del carico  aumentare le capacità coordinative rispetto al proprio corpo in acqua (strumenti importanti per la progressione del carico) L‟inserimento dell‟attrezzo avviene solo quando si consolida il movimento corretto (postura e tecnica) a corpo libero.
  • 22. E‟ importante scegliere l‟applicazione dell‟attrezzo, perché potrebbe creare spiacevoli fastidi come controproducenti e fastidiose compressioni sulle parti in causa. Ad esempio, se il problema è alle gambe si utilizza l‟attrezzo nella parte superiore del corpo; se il problema è alle braccia, si utilizza nella parte inferiore o lo si impugna con le mani senza contrazione/tensione eccessiva.
  • 23. FASI DI UNA LEZIONE di 50’  RISCALDAMENTO: 15 MINUTI  FASE CENTRALE: 30 MINUTI  DEFATICAMENTO: 5 MINUTI Viene proposto un lavoro generale che va incontro alle esigenze “standard” dei partecipanti con un‟attenzione alle modalità di esecuzione durante l‟intera lezione e non solo durante la fase centrale specifica. E‟ necessario “registrare” le risposte al lavoro in modo da ottenere un feedback continuo per permettere un‟evoluzione positiva del percorso.
  • 24. RISCALDAMENTO  Nell‟attivazione dell‟organismo le proposte di lavoro sono molto simili a quelle fatte nelle lezioni dei corsi standard di ginnastica in acqua  La differenza è nel proporre dei movimenti settoriali per le articolazioni interessate (braccia e/o gambe) con l‟obiettivo di “avviare”, ma soprattutto di prendere coscienza delle singole fasi dei movimenti che saranno proposti nella fase centrale. Di settimana in settimana, quando i movimenti specifici della fase centrale verranno acquisiti, saranno inseriti nel riscaldamento coordinati con i movimenti delle gambe.
  • 25. FASE CENTRALE  Nella fase centrale viene svolto il lavoro specifico: 3 step di lavoro di 7 min. intervallati da 4 min. (allungamento, mobilità articolare e lavoro sulla respirazione fuori e sott‟acqua). Ad ogni step di lavoro vengono proposti 2 movimenti differenti, che varieranno dopo la 3° e dopo la 6° settimana, ciò perché non si verifichi un adattamento che potrebbe portare ad una perdita nell‟efficacia delle proposte; i movimenti sono rivolti ad entrambi gli arti per non creare squilibri muscolari e posturali sul corpo in toto.
  • 26. Dopo il riscaldamento, prima di iniziare gli esercizi specifici, viene fatto eseguire all‟allievo un automassaggio dell‟ascella dell‟arto sano. Prima di ogni step di lavoro esegue un leggero automassaggio di sfioramento con la mano aperta del lato sano, sulla regione anteriore del torace, dalla spalla del lato con linfedema fino all‟ascella opposta.
  • 27. Ogni step di lavoro inizia con l‟arto sano; nel 1° step il lavoro muscolare del lato con linfedema prevede una successione in senso prossimo-distale con recupero lungo il fianco (4/5 ripetizioni); in seguito, il resto del lavoro muscolare avviene con direzione disto-prossimale con entrambi gli arti.
  • 28. FASE CENTRALE - programmazione  1° - 3° SETTIMANA - corpo libero
  • 29. 4°-6°SETTIMANA - corpo libero+tubo
  • 30. 7°-8° SETTIMANA - corpo libero + tubo/salvagente
  • 31. DEFATICAMENTO  allungamento tramite stretching (arti superiori ed inferiori, tronco)  mobilità articolare  rilassamento (scivolamenti, andature, trasporti a coppie)
  • 32. FEEDBACK ALLIEVI ASPETTI POSITIVI:  buon riscontro sull‟arto con linfedema: meno gonfiore  nessuna nuova patologia  opportunità di socializzazione e confronto con soggetti affetti dalla stessa problematica
  • 33. ASPETTI NEGATIVI:  corso “ghettizzante” per la presenza esclusiva di pazienti con linfedema dell‟arto superiore  essendo corsi organizzati ad hoc, è stato possibile realizzarli solo in 3 piscine di Bologna e con limitazione di scelta tra giorni ed orari di corso
  • 34. ANNO 2011: NUOVO PROGETTO Collaborazione dello staff Aquaria dell‟ Uisp Prov.le di Bologna con il dott. Daniele Aloisi dell‟AUSL di Bologna con la finalità di continuare il percorso sperimentale di attività post- riabilitativa in acqua intrapreso nel 2005 rivolgendolo a tutti i pazienti, anche senza linfedema, operati al seno ma non solo, quindi anche uomini.
  • 35. PERCORSO – fase A Percorso che gli ospedali Maggiore e Bellaria di Bologna attuano verso i pazienti operati di tumore:  visita post-operatoria dove si individuano eventuali problemi quali edemi, patologie in atto, limitazioni funzionali. Tutti i pazienti vengono indirizzati a 2 incontri:
  • 36. - incontro educativo con infermiere, con lo scopo di fornire supporto educativo per facilitare il ritorno alla vita normale (tecniche di gruppo, cosa fare e non fare in generale per la salute, ecc..) - incontro con fisioterapista dove vengono insegnati esercizi da fare a casa
  • 37. PERCORSO – fase B Prevede l‟incontro con collaboratori esterni:  dietista: incontro su educazione alimentare per la prevenzione sia della recidiva al seno che sullo sviluppo del linfedema  psicologa: 2 incontri in palestra per approcciare tecniche di rilassamento e di respirazione al fine di evitare lo stress.
  • 38. tecnico Uisp: incontro mensile in struttura ospedaliera in collaborazione con la AUSL di Bologna con la finalità di promuovere l‟attività in piscina per prevenire l‟insorgenza di linfedema e offrire una possibilità di integrazione.
  • 39. ATTIVITA‟ IN ACQUA  Dopo la fase riabilitativa i pazienti possono accedere a corsi di ginnastica in acqua “standard”, ciò consente la possibilità di scegliere tra diverse piscine comunali con un‟ampia offerta di giorni ed orari del corso  I tecnici seguono un iter formativo specifico sul linfedema  Viene data la possibilità ai pazienti con linfedema di eseguire al termine della lezione degli esercizi specifici per 5-10 minuti
  • 40. OBIETTIVO WELLNESS  permettere loro di acquisire o conservare una buona forma fisica: aspetto allenante, psicologico, mobilità articolare e tonificazione  aspetto socializzante, allontanare lo spettro dell‟inutilità, dell‟isolamento  riprendere un ritmo di vita normale anche dopo un intervento a volte invalidante