Linfedema torino 4 e 5 marzo gaal palma [modalità compatibilità]
aimo - I MARCATORI TUMORALI
1. ... E i medici arrivarono subito, uno dopo l’altro: arrivò,
cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.
“Vorrei sapere da lor signori” disse la Fata, rivolgendosi ai
tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, “vorrei sapere da lor
signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!...”
A quest’invito, il Corvo, facendosi avanti per primo, tastò il
polso a Pinocchio, poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei
piedi: e quand’ebbe tastato ben bene, pronunciò solennemente
queste parole:
“A mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per
disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è
sempre vivo!”
“Mi dispiace” disse la Civetta “di dover contraddire il
Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è
sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe
segno che è morto davvero.”
“E lei non dice nulla?” domandò la Fata al Grillo-parlante.
“Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che
dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto”. ...
da “Le avventure di Pinocchio”
1
di Carlo Collodi (1826-1890)
2. 2 PAROLE 2
SU
I MARCATORI TUMORALI
G. Aimo
A.O.U. SAN GIOVANNI BATTISTA
Ospedale “MOLINETTE” – Torino
S.C. Laboratori Biochimica-Clinica “BALDI E RIBERI”
Settore IMMUNOMETRIA
2
3. MARCATORI TUMORALI
(Biomarcatori oncologici “circolanti”)
DEFINIZIONE
Sostanze di diversa natura molecolare,
di caratterizzazione strutturale più o
meno precisa, che sono presenti in bas-
sa concentrazione in condizioni normali
e che possono aumentare, invece, in caso
di malattia neoplastica
Biomarcatore oncologico
Ogni segnale biologico correlato alla presenza di una neoplasia
3
4. MARCATORI TUMORALI
(Biomarcatori oncologici “circolanti”)
CENNI STORICI
Secolo XIX: proteina di Bence-Jones
1930 (Zondek): HCG
1956 (Bergstrand), 1964 (Tatarinov): αFP
1957 (Bjorklund): TPA
1965 (Gold e Freedman): CEA
1979 (Wang): PSA
1981 (Bast): CA 125
Anni ’80-’90: altre Mucine, altre Citocheratine, ….
4
5. MARCATORI TUMORALI
I MARCATORI TUMORALI SONO IN USO CLINICO ROUTINARIO DA OLTRE 20 ANNI
METODI ANALITICI
da METODI RIA/IRMA
completamente manuali (fine anni ’70 – inizio anni ’80)
A METODI IMMUNOMETRICI NON RADIOATTIVI
completamente automatizzati (anni ’90 – anni ’00)
IL BOOM DEI MARCATORI TUMORALI DEGLI ANNI ’80-’90 E’ IN GRAN
PARTE ASCRIVIBILE ALLA SPINTA COMMERCIALE DELLE GRANDI DITTE
PRODUTTRICI DI KIT DIAGNOSTICI E DI STRUMENTI DA LABORATORIO
5
6. S.C. Laboratori biochimica clinica “Baldi e Riberi”
Settore Immunometria
MARCATORI TUMORALI IN ROUTINE
Marcatori tumorali “puri” “Non solo” Marcatori Tumorali
CEA BAP
αFP Cromogranina
βhCG hCT
Cyfra 21-1 (Ferritina)
NSE
CA 19-9
CA 15-3
CA 125
PSA
FPSA
hTG
6
7. S.C. Laboratori biochimica clinica “Baldi e Riberi”
Settore Immunometria
MARCATORI TUMORALI PRIMA ESEGUITI
ED ORA SOPPRESSI
PAP
CA 50
CA 72-4
MCA
TPA
MARCATORI TUMORALI INTRODOTTI IN ROUTINE
MA POI TOLTI PERCHE’ NON RICHIESTI
S100
UBC (BTA, NMP-22)
7
8. S.C. Laboratorio di chimica clinica “Baldi e Riberi”
Settore Immunometria
MARCATORI TUMORALI MAI ESEGUITI
SCC
TPS
MARCATORI TUMORALI PROVATI
CON ESITO FALLIMENTARE
LCA
UGP
... altri ...
8
9. CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA
STRUTTURA CHIMICA O FUNZIONE BIOLOGICA
Antigeni onco-fetali:
CEA, αFP, ...
Enzimi/isoenzimi:
NSE, PSA, BAP, ...
Ormoni/subunità:
βhCG, hCT, …
Proteine tessuto specifiche:
hTG, Cromogranina A, ...
Citocheratine:
TPA, Cyfra 21-1, …
Mucine (Antigeni tumore-associati):
CA 19-9, CA 15-3, CA 125, ...
9
10. CLASSIFICAZIONI IN BASE ALLA
ORGANO O TESSUTO SPECIFICITA’
• Marcatori tumorali con elevata specificità d’organo
• Marcatori tumorali espressi da un tipo cellulare, ma non
necessariamente dell’organo dove quel tipo cellulare è
prevalente
• Marcatori tumorali espressi in modo quantitativamente
prevalente da neoplasie di un dato tipo istologico
10
12. Marcatori tumorali mucinici: scarsa specificità d’organo
CA 19-9: carcinoma del pancreas, del colon, dello stomaco,
dell’ovaio
CA 125: carcinoma dell’ovaio, della mammella, del polmone,
del pancreas, del colon
CA 15-3:carcinoma della mammella, dell’ovaio, del pancreas,
del polmone
12
13. Marcatori tumorali espressi da un tipo cellulare, ma non
necessariamente dell’organo dove quel tipo cellulare
è prevalente
hCT: carcinoma midollare della tiroide
carcinoidi
tumori endocrini del tubo digerente
tumori a piccole cellule del polmone
NSE: tumore a piccole cellule del polmone
tumori neuroendocrini
neuroblastoma
melanoma
linfoma
teratoma
timoma
13
14. Marcatori tumorali espressi in modo quantitativamente
prevalente da neoplasie di un dato tipo istologico
TPA, Cyfra 21-1: carcinomi di tipo squamoso
CEA, CA 19-9, CA 15-3, CA 125: adenocarcinomi
14
15. MARCATORI TUMORALI:
DOSAGGIO IN LIQUIDI BIOLOGICI DIVERSI DAL SANGUE
URINA
Vantaggi
1) campione facile da raccogliere
2) possono concentrare quantità misurabili di analiti presenti in bassa concen-
trazione nel sangue (es. marcatori di tumori neuroendocrini)
3) alcuni marcatori del carcinoma della vescica sono rilasciati solo localmente,
e sono pertanto dosabili solo nell’urina (es. NMP22, BTA, UBC)
Svantaggi
1) dosaggio molto influenzato dalla matrice urinaria
2) grande variabilità dovuta alla diversa diuresi, ancorchè compensata dalla
“normalizzazione” rispetto alla creatininuria
3) l’aspecificità dei marcatori si esaspera di più nel dosaggio urinario
4) per i marcatori del carcinoma della vescica molti falsi positivi dovuti al
trattamento specifico intravescicale o a stati infettivi
SCARSI RISULTATI, SCARSO UTILIZZO 15
16. MARCATORI TUMORALI:
DOSAGGIO IN LIQUIDI BIOLOGICI DIVERSI DAL SANGUE
ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI
BAL (liquido di lavaggio broncoalveolare)
Versamento pleurico
Versamento ascitico
Succo gastrico
Contenuto di cisti
Versamento peritoneale, pericardico, etc.
SCARSI RISULTATI DOVUTI A:
1. difficoltà nella standardizzazione della raccolta del materiale
2. eterogeneità del materiale raccolto
3. grande influenza della matrice
4. difficoltà nella standardizazione dei metodi
5. concentrazioni spesso altissime: necessità di diluizioni spinte
6. difficoltà nell’interpretazione dei risultati
7. mancanza di valori di riferimento 16
17. CLASSIFICAZIONE SECONDO
L’UTILITA’ CLINICA
UTILIZZO CLINICO DEI MARCATORI TUMORALI
NELLE DIVERSE NEOPLASIE
17
18. UTILIZZO CLINICO DEI MARCATORI TUMORALI
NELLE DIVERSE NEOPLASIE
MARCATORI TUMORALI DI PRIMA SCELTA
Il loro utilizzo in relazione alle caratteristiche biologiche (estensione,
classificazione istologica, ...) e all’andamento clinico della neoplasia
trova in letteratura consenso adeguato
MARCATORI TUMORALI DI SECONDA SCELTA
Il loro utilizzo in relazione alle caratteristiche biologiche (estensione,
classificazione istologica, ...) è documentato in letteratura, ma ad esso
non sempre fa riscontro un sufficiente consenso con l’andamento cli-
nico della malattia
Utili quando il tumore non esprima il marcatore di prima scelta o come
informazione addizionale
18
19. TIPO DI TUMORE MARCATORE MARCATORE
DI PRIMA SCELTA DI SECONDA SCELTA
Carcinoma squamoso
del distretto testa-collo nessuno SCC
Carcinoma dell’esofago nessuno SCC, TPA, CEA
Carcinoma midollare
della tiroide hCT nessuno
Carcinoma differenziato
della tiroide hTG nessuno
Microcitoma polmonare NSE nessuno
Carcinoma del polmone CYFRA 21-1 (squamoso) nessuno
CEA (adenocarcinoma)
Carcinoma dello stomaco CA 19-9 (CA 72-4) CEA
19
20. TIPO DI TUMORE MARCATORE MARCATORE
DI PRIMA SCELTA DI SECONDA SCELTA
Carcinoma del colon-retto CEA CA 19-9
Carcinoma del pancreas CA 19-9 CEA
Carcinoma del fegato αFP Ferritina
Carcinoma delle vie biliari CA 19-9 CEA
Carcinoma del rene nessuno nessuno
Carcinoma della vescica nessuno BTA, NMP22, UBC
TPA, CA 19-9
Carcinoma dell’ovaio CA 125 CA 19-9, αFP, βhCG
Carcinoma dell’utero βhCG CA 125, CEA
20
21. TIPO DI TUMORE MARCATORE MARCATORE
DI PRIMA SCELTA DI SECONDA SCELTA
Tumori germinali del testicolo βhCG, αFP nessuno
Carcinoma della prostata PSA (fPSA) Cromogranina A
Carcinoma della mammella CA 15-3 CEA
Melanoma S-100 nessuno
Carcinoide nessuno Cromogranina A
21
22. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
DISPONIBILITA’ DI UN UNICO REFERTO
Interpretazione con criterio dicotonico
Risultato positivo o negativo nei confronti di un valore di cut-off
Nel bilancio iniziale del trattamento del tumore primitivo
DISPONIBILITA’ DI PIU’ REFERTI SUCCESSIVI PER LO STESSO PAZIENTE
Interpretazione con criterio dinamico
Si considera la variazione nel tempo nei confronti del o dei valori
precedenti
In tutte le situazioni in cui è possibile avere dosaggi seriati:
post-operatorio, follow-up, monitoraggio della terapia
22
23. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
CRITERIO DICOTONICO
DISPONIBILITA’ DI UN UNICO REFERTO
IL PROBLEMA DEL CUT-OFF
Ad oggi, non esiste un Marcatore Tumorale assolutamente speci-
fico ed assolutamente sensibile, misurabile se c’è il tumore, non
misurabile se non c’è il tumore.
Ciò perché:
• il MT è prodotto anche da tessuti normali
• numerose sono le cause “non oncologiche” di aumento del MT
• non tutti i tumori esprimono il MT
• i livelli ematici del MT sono condizionati dalla distribuzione, dal
metabolismo e dalla clearance del MT stesso
23
24. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
CRITERIO DICOTONICO
DEFINIZIONE DEL VALORE DI CUT-OFF
CALCOLO DEL CUT-OFF IN UNA POPOLAZIONE SANA
VM + 2 (o +3) DS se la distribuzone è gaussiana
95° (o 99°) percentile se la distribuzione è qualsiasi
“AGGIUSTAMENTO” DEL CUT-OFF IN BASE ALLE CARAT-
TERISTICHE DEMOGRAFICHE DELLA POPOLAZIONE NEL-
LA QUALE SI RITIENE DI APPLICARE IL MT (es. age-rela-
ted PSA) 24
25. CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE
DI UN MARCATORE TUMORALE
% CASI IL PROBLEMA DEL CUT-OFF
C.O. < C.O. > [MT]
> SENS. < SENS.
< SPEC. > SPEC. 25
27. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
SUDDIVISIONE DELLA POPOLAZIONE
IN BASE AL VALORE DI CUT-OFF
Veri positivi (VP): soggetti con tumore e MT positivo
Veri negativi (VN): soggetti sani e MT negativo
Falsi negativi (FN): soggetti con tumore e TM negativo
Falsi positivi (FP): soggetti sani con MT positivo
27
28. CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE
DI UN MARCATORE TUMORALE
SENSIBILITA’
Capacità del MT di essere positivo nei soggetti effettivamente malati
VP
Sensibilità = ----------------------------------
VP + FN (totale malati)
SPECIFICITA’
Capacità del MT di essere positivo SOLO nei soggetti effettivamente
malati e negativo nei soggetti sani
VN
Specificità = -------------------------------
VN + FP (totale sani)
EFFICACIA DIAGNOSTICA
Quota complessiva di risultati corretti. Efficacia complessiva del MT
VP + VN (risultati corretti)
Efficacia Diagnostica = ----------------------------------------------------------------
VP + VN + FN + FP (totale soggetti indagati) 28
29. CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE
DI UN MARCATORE TUMORALE
VALORE PREDITTIVO POSITIVO
Attendibilità di un risultato positivo (tenendo conto della prevalenza)
VP
Valore predittivo positivo = -------------------------------------------
VP + FP (totale risultati positivi)
VALORE PREDITTIVO NEGATIVO
Attendibilità di un risultato negativo (tenendo conto della prevalenza)
VN
Valore predittivo negativo = ---------------------------------------------
VN + FN (totale risultati negativi)
RAPPORTO DI VEROSIMIGLIANZA (Likeihood ratio)
Validità con cui il MT identifica correttamente la malattia
VP
Rapporto di verosimiglianza = -------------
FP
29
31. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
VALORE DI CUT-OFF (privilegia la sensibilità)
Limite superiore dell’intervallo di riferimento calcolato sulla base
dei valori trovati in un gruppo di soggetti sani o comunque non
affetti dalla patologia in esame
LIVELLI DECISIONALI (privilegiano la specificità)
Valori scelti arbitrariamente sulla base dell’esperienza clinico-la-
boratoristica, il cui superamento suggerisce opportune decisioni
cliniche
Livello di patologia: più elevato del valore di cut-off.
Il superamento “dovrebbe” indicare la presenza di una
condizione patologica benigna o maligna
Livello di allarme: significativamente più elevato del livello
di cut-off. Esclude praticamente i FP (massima specificità,
minima sensibilità).
Il superamento “dovrebbe” indicare la presenza di una
neoplasia 31
32. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
Criterio dicotonico: scelta dei valori di riferimento
MARCATORE LIVELLO DI LIVELLO DI LIVELLO DI
CUT-OFF PATOLOGIA ALLARME
CEA 5 ng/mL 15 ng/mL 40 ng/mL
AFP 20 ng/mL 40 ng/mL 200 ng/mL
CA 19-9 37 U/mL 65 U/mL 120 U/mL
CA 125 35 U/mL 65 U/mL 180 U/mL
CA 15-3 35 U/mL 50 U/mL 80 U/mL
PSA 4 ng/mL 10 ng/mL 30 ng/mL
Sono solo degli esempi!
32
33. “Il giudizio di positività su una singola determinazione
di un Marcatore Tumorale va considerato sempre come
scelta convenzionale che deve essere guardata con
prudenza nelle decisioni cliniche e comunque sempre
confermato se patologico”
Massimo Gion
Guida all’uso clinico dei bomarcatori in oncologia
Edizioni Biomedia 2002
33
34. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
CRITERIO DINAMICO
DISPONIBILITA’ DI PIU’ REFERTI SUCCESSIVI PER LO STESSO PAZIENTE
Consente lo studio delle variazioni nel tempo del liveti del MT nel
singolo soggetto
Supera almeno in parte il problema del cut-off
Può essere applicato in numerose situazioni cliniche:
valutazione di eventuale malattia residua dopo chirurgia
evidenziazione precoce della recidiva e/o metastatizzazione
monitoraggio della terapia nella malattia avanzata
Fondamentale: 1) omogeneità dei risultati
2) conoscenza dei potenziali fattori di aspecificità
3) affidabilità del Laboratorio
4) precisione del metodo a basse concentrazioni 34
35. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
Criterio dinamico
DISPONIBILITA’ DI PIU’ REFERTI SUCCESSIVI PER LO STESSO PAZIENTE
La valutazione della variazione fra prelievi seriati richiede che vengano
fissate delle variabili:
numero di prelievi
tempo tra un prelievo e l’altro
livello di partenza del MT considerato significativo
percentuale di variazione nel tempo considerata significativa
variabilità analitica accettata per il metodo usato
La definizione di queste variabili e l’interpretazione dei dati può essere
effettuata con:
Criteri empirici, basati su scelte arbitrarie legate all’esperienza
Criteri matematici, ovvero con l’uso di opportuni algoritmi (studio
dell’emivita del MT, analisi della regressione dose/tempo, analisi
della pendenza, rapporto pendenza/intercetta, tempo di raddop-
pio, etc). 35
Ad oggi non ci sono applicazioni routinarie
36. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
Criterio dinamico
ESEMPIO DI CRITERI EMPIRICI
NUMERO INCREMENTI (O DECREMENTI) SUCCESSIVI
Sono clinicamente significativi 3 incrementi (o decrementi) consecutivi
del marcatore considerato in un periodo di 1 – 3 mesi
PERCENTUALE DI INCREMENTO
Variazioni superiori al 20 – 30% rispetto al valore basale, in assenza
di cause di aspecificità in un periodo di 1 – 3 mesi sono da considrare
come indice di ripresa di malattia
36
37. MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
CRITERIO DINAMICO
CONSIDERAZIONI LABORATORISTICHE
Per dare valore al criterio dinamico di interpretazione dei risultati
sono da privilegiare sistemi analitici molto precisi a basse concen-
trazioni piuttosto che metodi con range operativi molto ampi (e gio-
co forza meno precisi a basse dosi).
E’ opportuno che il Laboratorio utilizzi nel tempo lo stesso metodo
e che verifichi se i cambiamenti di lotto incidono sui risultati.
Se il Laboratorio deve cambiare metodo è assolutamente necessario
che verifichi la concordanza tra il nuovo metodo e quello precedente.
In ogni caso il Laboratorio dovrebbe avvisare i clinici del cambio
di metodo.
E’ opportuno che il paziente faccia riferimento sempre allo stesso
Laboratorio.
37
38. CAUSE NON ONCOLOGICHE DI VARIAZIONE
DEI LIVELLI DEI MARCATORI TUMORALI
CAUSE CLINICHE
• Eventi fisiologici ed abitudini voluttuarie
• Patologie non oncologiche
• Cause iatrogene
CAUSE ANALITICHE
• Autoanticorpi antitieoglobulina (Tireoglobulina)
• HAMA (CEA, CA 125, CA 72-4, ...)
• Effetto gancio (Marcatori Tumorali diversi)
38
39. EVENTI FISIOLOGICI ED ABITUDINI VOLUTTUARIE
Condizione Marcatore
Gravidanza AFP, hCG, MCA, CA 125, TPA, hTG
Ciclo mestruale CA 125
Attività sessuale PSA
Fumo CEA, TPA, hTG, SCC
Alcool CEA, TPA, Ferritina, SCC
Attività fisica pesante PSA
Uso della bicicletta PSA
39
40. MALATTIE NON ONCOLOGICHE - 1
Condizione morbosa Marcatore
Epatopatia cronica/cirrosi epatica CEA, TPA, TPS, Cyfra 21-1,
CA 19-9, CA 50, CA 15-3,
CA 125, MCA, ...
Epatite acuta CA 19-9, CA 125, CA 15-3
Colelitiasi CA 19-9
Pancreatite acuta CA 19-9, CA 50, CA 125
Pancreatite cronica CA 19-9, CA 50
Malattie benigne della tiroide hTG
Ipertrofia prostatica benigna PSA, PAP
Prostatite PSA, PAP
Ritenzione urinaria acuta PSA, PAP
Cistite NMP-22, BTA, UBC
Urolitiasi BTA
Peritonite (ascite, flogosi peritoneale)CA 125
Polmonite CA 125
Pleurite CA 125 40
41. MALATTIE NON ONCOLOGICHE - 2
Condizione morbosa Marcatore
Infarto cerebrale NSE
Danni al Sistema Nervoso Centrale S100
Psoriasi SCC
Ittero CEA, TPA, Ferritina, CA 15-3,
CA 19-9, CA 50, CA 125, MCA,
Cyfra 21-1
Malattie respiratorie croniche CEA, TPA, Cyfra 21-1
Insufficienza renale cronica CEA, CA 50, SCC, CA 125, TPA
hTG, NSE
Malattie reumatiche e autoimmuni CA 19-9 e altri MT mucinici
Diabete CA 19-9, CA 50
Ipertensione essenziale Cromogranina A
Insufficienza cardiaca congestizia CA 125
Fibrosi cistica CA 19-9
41
42. POSSIBILE IMPIEGO DI MARCATORI TUMORALI PER IL
MONITORAGGIO DI MALATTIE NON ONCOLOGICHE
Malattia Marcatore
Endometriosi CA 125
Psoriasi SCC
Prostatite PSA
Ipertrofia prostatica benigna PSA
Fibrosi cistica CA 19-9
Sofferenza cerebrale dopo cardiochirurgia S100
Ipertensione essenziale Cromogranina A
42
43. CAUSE IATROGENE
Manovra/Trattamento Marcatore Variazione
Esplorazione rettale PAP, PSA +
Cateterismo vescicale PAP, PSA +
Agobiopsia prostatica PAP, PSA +++
Agobiopsia tiroidea hTG ++
Traumatismo chirurgico TPA ++
Traumatismo chirurgico sul peritoneo CA 125 +
Cistoscopia BTA ++
Cardiochir. con circol. extracorp. PSA ++
Ospedalizzazione PSA --
Tossicità epatica da chemioterapia MT diversi ++
Trattam. con Finasteride PSA ---
Trattam. con Omeprazolo e deriv. Cromogr. +++
Trattam. intravescicale con BCG BTA ++
Trattam. con Interferone CA 25 ++
43
44. MARCATORE TUMORALE IDEALE
… in teoria …
ELEVATA SENSIBILITA’
ELEVATA SPECIFICITA’
CORRELAZIONE CON LO STADIO
CORRELAZIONE CON IL GRADO DI MALIGNITA’
ORGANO-SPECIFICITA’
CORRELAZIONE DIRETTA CON L’EVOLUZIONE
CLINICA DELLA NEOPLASIA
44
45. COSA CI ASPETTEREMMO DAL
MARCATORE TUMORALE IDEALE?
DIAGNOSI
•Utilità in screening su popolazione asintomatica in toto
•Utilità in screening su popolazione asintomatica a rischio
•Utilità in screening su popolazione sintomatica
PROGNOSI
•Significatività prognostica del valore basale (pre intervento) del marcatore
•Significatività prognostica della velocità con cui il marcatore torna a valo-
ri normali dopo l’intervento
FOLLOW-UP
•Corrispondenza tra l’andamento del marcatore e la metastatizzazione e/o
la recidiva del tumore
•Anticipazione della metastatizzazione e/o recidiva del tumore
•Controllo dell’efficacia della chemioterapia o radioterapia
45
47. PERCHE’ IL MARCATORE TUMORALE IDEALE
NON ESISTE?
NON TUTTI I TUMORI ESPRIMONO I MARCATORI
I MARCATORI TUMORALI NON BRILLANO CERTO PER
SENSIBILITA’ E SPECIFICITA’
NESSUN MARCATORE E’ ASSOLUTAMENTE ORGANO-
SPECIFICO
NON SEMPRE VI E’ CORRELAZIONE CON LO STAGING
ED IL GRADING
47
48. COSA SI OTTIENE DAL
MARCATORE TUMORALE IDEALE?
DIAGNOSI
•Utilità in screening su popolazione asintomatica in toto? NO
•Utilità in screening su popolazione asintomatica a rischio? NO
•Utilità in screening su popolazione sintomatica? SI???
PROGNOSI
•Significatività prognostica del valore basale (pre intervento) del marcatore? SI?
•Significatività prognostica della velocità con cui il marcatore torna a valo-
ri normali dopo l’intervento? SI?
FOLLOW-UP
•Corrispondenza tra l’andamento del marcatore e la metastatizzazione e/o
la recidiva del tumore? SI
•Anticipazione della metastatizzazione e/o recidiva del tumore? SI?
•Controllo dell’efficacia della chemioterapia o radioterapia? SI
48
49. MARCATORI TUMORALI
ECCESSIVO ENTUSIASMO ECCESSIVO PESSIMISMO
Utilizzo di tutti i possibili MT Non servono a niente
in qualsiasi situazione
USO RAGIONATO DEI MARCATORI TUMORALI
CONOSCENZA 1) delle caratteristiche di sensibilità e specificità
diagnostiche di ciascun marcatore nelle diverse
patologie neoplastiche
2) delle motivazioni biologiche che possono modifi-
care la concentrazione del marcatore (anche e
soprattutto in modo aspecifico)
3) dei meccanismi metabolizzazione e secrezione
LABORATORIO
INTERAZIONE MEDICO DI BASE
49
SPECIALISTA
50. ... grazie per l’attenzione!
Pierre (il conte Bezuchov) ... era afflitto da
una febbre biliare. Sebbene i dottori lo
curassero, gli estraessero sangue e gli
dessero da inghiottire delle medicine, ciò
nonostante guarì lo stesso.
da “Guerra e pace”
di Lev Nikolaevic Tolstoij
50