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... E i medici arrivarono subito, uno dopo l’altro: arrivò,
cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.
         “Vorrei sapere da lor signori” disse la Fata, rivolgendosi ai
tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, “vorrei sapere da lor
signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!...”
         A quest’invito, il Corvo, facendosi avanti per primo, tastò il
polso a Pinocchio, poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei
piedi: e quand’ebbe tastato ben bene, pronunciò solennemente
queste parole:
         “A mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per
disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è
sempre vivo!”
         “Mi dispiace” disse la Civetta “di dover contraddire il
Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è
sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe
segno che è morto davvero.”
         “E lei non dice nulla?” domandò la Fata al Grillo-parlante.
         “Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che
dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto”. ...

                                        da “Le avventure di Pinocchio”
                                                                     1
                                        di Carlo Collodi (1826-1890)
2 PAROLE 2
                        SU
     I MARCATORI TUMORALI

                     G. Aimo

        A.O.U. SAN GIOVANNI BATTISTA
         Ospedale “MOLINETTE” – Torino

S.C. Laboratori Biochimica-Clinica “BALDI E RIBERI”
             Settore IMMUNOMETRIA


                                                  2
MARCATORI TUMORALI
         (Biomarcatori oncologici “circolanti”)

                 DEFINIZIONE
Sostanze di diversa natura molecolare,
di caratterizzazione strutturale più o
meno precisa, che sono presenti in bas-
sa concentrazione in condizioni normali
e che possono aumentare, invece, in caso
di malattia neoplastica

               Biomarcatore oncologico
Ogni segnale biologico correlato alla presenza di una neoplasia
                                                            3
MARCATORI TUMORALI
      (Biomarcatori oncologici “circolanti”)


               CENNI STORICI

Secolo XIX: proteina di Bence-Jones
1930 (Zondek): HCG
1956 (Bergstrand), 1964 (Tatarinov): αFP
1957 (Bjorklund): TPA
1965 (Gold e Freedman): CEA
1979 (Wang): PSA
1981 (Bast): CA 125
Anni ’80-’90: altre Mucine, altre Citocheratine, ….

                                                      4
MARCATORI TUMORALI

I MARCATORI TUMORALI SONO IN USO CLINICO ROUTINARIO DA OLTRE 20 ANNI


                   METODI ANALITICI

               da METODI RIA/IRMA
  completamente manuali (fine anni ’70 – inizio anni ’80)


 A METODI IMMUNOMETRICI NON RADIOATTIVI
    completamente automatizzati (anni ’90 – anni ’00)


  IL BOOM DEI MARCATORI TUMORALI DEGLI ANNI ’80-’90 E’ IN GRAN
PARTE ASCRIVIBILE ALLA SPINTA COMMERCIALE DELLE GRANDI DITTE
 PRODUTTRICI DI KIT DIAGNOSTICI E DI STRUMENTI DA LABORATORIO
                                                                 5
S.C. Laboratori biochimica clinica “Baldi e Riberi”
                  Settore Immunometria
            MARCATORI TUMORALI IN ROUTINE
Marcatori tumorali “puri” “Non solo” Marcatori Tumorali
         CEA                             BAP
          αFP                       Cromogranina
        βhCG                             hCT
      Cyfra 21-1                      (Ferritina)
         NSE
       CA 19-9
       CA 15-3
       CA 125
         PSA
        FPSA
         hTG
                                                       6
S.C. Laboratori biochimica clinica “Baldi e Riberi”
             Settore Immunometria

     MARCATORI TUMORALI PRIMA ESEGUITI
            ED ORA SOPPRESSI
                     PAP
                     CA 50
                     CA 72-4
                     MCA
                     TPA

 MARCATORI TUMORALI INTRODOTTI IN ROUTINE
    MA POI TOLTI PERCHE’ NON RICHIESTI
                     S100
               UBC (BTA, NMP-22)
                                                  7
S.C. Laboratorio di chimica clinica “Baldi e Riberi”
              Settore Immunometria


       MARCATORI TUMORALI MAI ESEGUITI

                        SCC
                        TPS



         MARCATORI TUMORALI PROVATI
           CON ESITO FALLIMENTARE
                         LCA
                         UGP
                     ... altri ...
                                                  8
CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA
STRUTTURA CHIMICA O FUNZIONE BIOLOGICA

  Antigeni onco-fetali:
                     CEA, αFP, ...
  Enzimi/isoenzimi:
                     NSE, PSA, BAP, ...
  Ormoni/subunità:
                     βhCG, hCT, …
  Proteine tessuto specifiche:
                     hTG, Cromogranina A, ...
  Citocheratine:
                     TPA, Cyfra 21-1, …
  Mucine (Antigeni tumore-associati):
                     CA 19-9, CA 15-3, CA 125, ...
                                                     9
CLASSIFICAZIONI IN BASE ALLA
       ORGANO O TESSUTO SPECIFICITA’

• Marcatori tumorali con elevata specificità d’organo

• Marcatori tumorali espressi da un tipo cellulare, ma non
  necessariamente dell’organo dove quel tipo cellulare è
  prevalente

• Marcatori tumorali espressi in modo quantitativamente
  prevalente da neoplasie di un dato tipo istologico




                                                          10
Marcatori tumorali con elevata specificità d’organo


hTG (tiroide)

PSA (prostata)

hCG (sinciziotrofoblasto)




                                                      11
Marcatori tumorali mucinici: scarsa specificità d’organo



CA 19-9: carcinoma del pancreas, del colon, dello stomaco,
         dell’ovaio


CA 125: carcinoma dell’ovaio, della mammella, del polmone,
        del pancreas, del colon


CA 15-3:carcinoma della mammella, dell’ovaio, del pancreas,
        del polmone

                                                         12
Marcatori tumorali espressi da un tipo cellulare, ma non
necessariamente dell’organo dove quel tipo cellulare
è prevalente

      hCT: carcinoma midollare della tiroide
           carcinoidi
           tumori endocrini del tubo digerente
           tumori a piccole cellule del polmone

      NSE: tumore a piccole cellule del polmone
           tumori neuroendocrini
           neuroblastoma
           melanoma
           linfoma
           teratoma
           timoma
                                                    13
Marcatori tumorali espressi in modo quantitativamente
prevalente da neoplasie di un dato tipo istologico

TPA, Cyfra 21-1: carcinomi di tipo squamoso

CEA, CA 19-9, CA 15-3, CA 125: adenocarcinomi




                                                   14
MARCATORI TUMORALI:
  DOSAGGIO IN LIQUIDI BIOLOGICI DIVERSI DAL SANGUE

                                 URINA
Vantaggi
1) campione facile da raccogliere
2) possono concentrare quantità misurabili di analiti presenti in bassa concen-
   trazione nel sangue (es. marcatori di tumori neuroendocrini)
3) alcuni marcatori del carcinoma della vescica sono rilasciati solo localmente,
   e sono pertanto dosabili solo nell’urina (es. NMP22, BTA, UBC)

Svantaggi
1) dosaggio molto influenzato dalla matrice urinaria
2) grande variabilità dovuta alla diversa diuresi, ancorchè compensata dalla
   “normalizzazione” rispetto alla creatininuria
3) l’aspecificità dei marcatori si esaspera di più nel dosaggio urinario
4) per i marcatori del carcinoma della vescica molti falsi positivi dovuti al
   trattamento specifico intravescicale o a stati infettivi
                    SCARSI RISULTATI, SCARSO UTILIZZO                   15
MARCATORI TUMORALI:
DOSAGGIO IN LIQUIDI BIOLOGICI DIVERSI DAL SANGUE

               ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI
          BAL (liquido di lavaggio broncoalveolare)
                    Versamento pleurico
                    Versamento ascitico
                       Succo gastrico
                     Contenuto di cisti
          Versamento peritoneale, pericardico, etc.
 SCARSI RISULTATI DOVUTI A:
 1.   difficoltà nella standardizzazione della raccolta del materiale
 2.   eterogeneità del materiale raccolto
 3.   grande influenza della matrice
 4.   difficoltà nella standardizazione dei metodi
 5.   concentrazioni spesso altissime: necessità di diluizioni spinte
 6.   difficoltà nell’interpretazione dei risultati
 7.   mancanza di valori di riferimento                                 16
CLASSIFICAZIONE SECONDO
         L’UTILITA’ CLINICA




UTILIZZO CLINICO DEI MARCATORI TUMORALI
        NELLE DIVERSE NEOPLASIE




                                          17
UTILIZZO CLINICO DEI MARCATORI TUMORALI
        NELLE DIVERSE NEOPLASIE


MARCATORI TUMORALI DI PRIMA SCELTA
Il loro utilizzo in relazione alle caratteristiche biologiche (estensione,
classificazione istologica, ...) e all’andamento clinico della neoplasia
trova in letteratura consenso adeguato

MARCATORI TUMORALI DI SECONDA SCELTA
Il loro utilizzo in relazione alle caratteristiche biologiche (estensione,
classificazione istologica, ...) è documentato in letteratura, ma ad esso
non sempre fa riscontro un sufficiente consenso con l’andamento cli-
nico della malattia
Utili quando il tumore non esprima il marcatore di prima scelta o come
informazione addizionale



                                                                     18
TIPO DI TUMORE                   MARCATORE           MARCATORE
                               DI PRIMA SCELTA   DI SECONDA SCELTA

Carcinoma squamoso
del distretto testa-collo         nessuno             SCC

Carcinoma dell’esofago            nessuno        SCC, TPA, CEA

Carcinoma midollare
della tiroide                      hCT               nessuno

Carcinoma differenziato
della tiroide                      hTG               nessuno

Microcitoma polmonare              NSE               nessuno

Carcinoma del polmone       CYFRA 21-1 (squamoso)    nessuno
                            CEA (adenocarcinoma)

Carcinoma dello stomaco      CA 19-9 (CA 72-4)       CEA
                                                               19
TIPO DI TUMORE                  MARCATORE           MARCATORE
                              DI PRIMA SCELTA   DI SECONDA SCELTA

Carcinoma del colon-retto          CEA               CA 19-9

Carcinoma del pancreas           CA 19-9               CEA

Carcinoma del fegato               αFP              Ferritina

Carcinoma delle vie biliari      CA 19-9               CEA

Carcinoma del rene                nessuno           nessuno

Carcinoma della vescica           nessuno       BTA, NMP22, UBC
                                                  TPA, CA 19-9

Carcinoma dell’ovaio             CA 125         CA 19-9, αFP, βhCG

Carcinoma dell’utero              βhCG           CA 125, CEA
                                                              20
TIPO DI TUMORE                     MARCATORE           MARCATORE
                                 DI PRIMA SCELTA   DI SECONDA SCELTA

Tumori germinali del testicolo     βhCG, αFP            nessuno

Carcinoma della prostata           PSA (fPSA)        Cromogranina A

Carcinoma della mammella             CA 15-3             CEA

Melanoma                             S-100             nessuno

Carcinoide                          nessuno        Cromogranina A




                                                               21
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO

 DISPONIBILITA’ DI UN UNICO REFERTO

 Interpretazione con criterio dicotonico
 Risultato positivo o negativo nei confronti di un valore di cut-off
 Nel bilancio iniziale del trattamento del tumore primitivo


 DISPONIBILITA’ DI PIU’ REFERTI SUCCESSIVI PER LO STESSO PAZIENTE

 Interpretazione con criterio dinamico
 Si considera la variazione nel tempo nei confronti del o dei valori
 precedenti
 In tutte le situazioni in cui è possibile avere dosaggi seriati:
 post-operatorio, follow-up, monitoraggio della terapia
                                                                  22
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO

                CRITERIO DICOTONICO
               DISPONIBILITA’ DI UN UNICO REFERTO



      IL PROBLEMA DEL CUT-OFF
 Ad oggi, non esiste un Marcatore Tumorale assolutamente speci-
 fico ed assolutamente sensibile, misurabile se c’è il tumore, non
 misurabile se non c’è il tumore.

 Ciò perché:
 • il MT è prodotto anche da tessuti normali
 • numerose sono le cause “non oncologiche” di aumento del MT
 • non tutti i tumori esprimono il MT
 • i livelli ematici del MT sono condizionati dalla distribuzione, dal
   metabolismo e dalla clearance del MT stesso
                                                                 23
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO

              CRITERIO DICOTONICO

DEFINIZIONE DEL VALORE DI CUT-OFF
 CALCOLO DEL CUT-OFF IN UNA POPOLAZIONE SANA

 VM + 2 (o +3) DS se la distribuzone è gaussiana

 95° (o 99°) percentile se la distribuzione è qualsiasi

 “AGGIUSTAMENTO” DEL CUT-OFF IN BASE ALLE CARAT-
 TERISTICHE DEMOGRAFICHE DELLA POPOLAZIONE NEL-
 LA QUALE SI RITIENE DI APPLICARE IL MT (es. age-rela-
 ted PSA)                                            24
CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE
       DI UN MARCATORE TUMORALE


   % CASI   IL PROBLEMA DEL CUT-OFF




                  C.O. <    C.O. >   [MT]
                 > SENS.   < SENS.
                 < SPEC.   > SPEC.          25
MARCATORI TUMORALI:
 INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO

                GRAFICO CDA (Cumulative Distribution Analysis)

100
 90                                                      SPECIFICITA’
          SENSIBILITA’
 80
 70
 60
 50
 40
 30
 20
 10
  0
      1    2   3   4     5   6   7     8   9   10   11    12   13   14   15    16   17
                                     CUT-OFF                                  26
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO

          SUDDIVISIONE DELLA POPOLAZIONE
            IN BASE AL VALORE DI CUT-OFF


 Veri positivi (VP): soggetti con tumore e MT positivo

 Veri negativi (VN): soggetti sani e MT negativo

 Falsi negativi (FN): soggetti con tumore e TM negativo

 Falsi positivi (FP): soggetti sani con MT positivo



                                                         27
CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE
             DI UN MARCATORE TUMORALE
SENSIBILITA’
Capacità del MT di essere positivo nei soggetti effettivamente malati
                             VP
Sensibilità = ----------------------------------
              VP + FN (totale malati)

SPECIFICITA’
Capacità del MT di essere positivo SOLO nei soggetti effettivamente
malati e negativo nei soggetti sani
                          VN
Specificità = -------------------------------
             VN + FP (totale sani)

EFFICACIA DIAGNOSTICA
Quota complessiva di risultati corretti. Efficacia complessiva del MT
                                      VP + VN (risultati corretti)
Efficacia Diagnostica = ----------------------------------------------------------------
                        VP + VN + FN + FP (totale soggetti indagati)               28
CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE
           DI UN MARCATORE TUMORALE
VALORE PREDITTIVO POSITIVO
Attendibilità di un risultato positivo (tenendo conto della prevalenza)
                                                  VP
Valore predittivo positivo = -------------------------------------------
                               VP + FP (totale risultati positivi)

VALORE PREDITTIVO NEGATIVO
Attendibilità di un risultato negativo (tenendo conto della prevalenza)
                                                 VN
Valore predittivo negativo = ---------------------------------------------
                               VN + FN (totale risultati negativi)

RAPPORTO DI VEROSIMIGLIANZA (Likeihood ratio)
Validità con cui il MT identifica correttamente la malattia
                                   VP
Rapporto di verosimiglianza = -------------
                                   FP
                                                                  29
CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE
                                 DI UN MARCATORE TUMORALE

                              CURVA ROC (Receiver Operating Characteristic)

                                                        ROC CURVE
                                                    tPSA >2.0 <30.0 ng/mL
                    1,0
                    0,9
                                                                                                      tPSA
                    0,8                    6.4%
Sansibilità: (VP)




                                                                                                      f/tPSA
                    0,7
                    0,6
                    0,5
                    0,4
                    0,3
                    0,2                                                               tPSA AUC = 0.817
                    0,1                                                               f/tPSA AUC = 0.973
                    0,0
                          0    0,1   0,2      0,3    0,4       0,5       0,6    0,7    0,8      0,9            1

                                                           1-Specificità (FP)                   30
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
 VALORE DI CUT-OFF (privilegia la sensibilità)
 Limite superiore dell’intervallo di riferimento calcolato sulla base
 dei valori trovati in un gruppo di soggetti sani o comunque non
 affetti dalla patologia in esame

 LIVELLI DECISIONALI (privilegiano la specificità)
 Valori scelti arbitrariamente sulla base dell’esperienza clinico-la-
 boratoristica, il cui superamento suggerisce opportune decisioni
 cliniche
         Livello di patologia: più elevato del valore di cut-off.
         Il superamento “dovrebbe” indicare la presenza di una
         condizione patologica benigna o maligna
         Livello di allarme: significativamente più elevato del livello
         di cut-off. Esclude praticamente i FP (massima specificità,
         minima sensibilità).
         Il superamento “dovrebbe” indicare la presenza di una
         neoplasia                                                31
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
    Criterio dicotonico: scelta dei valori di riferimento

 MARCATORE           LIVELLO DI    LIVELLO DI    LIVELLO DI
                       CUT-OFF     PATOLOGIA      ALLARME

 CEA                  5 ng/mL        15 ng/mL     40 ng/mL
 AFP                 20 ng/mL       40 ng/mL     200 ng/mL
 CA 19-9             37 U/mL        65 U/mL      120 U/mL
 CA 125              35 U/mL        65 U/mL      180 U/mL
 CA 15-3             35 U/mL        50 U/mL       80 U/mL
 PSA                  4 ng/mL       10 ng/mL      30 ng/mL



                 Sono solo degli esempi!

                                                            32
“Il giudizio di positività su una singola determinazione
di un Marcatore Tumorale va considerato sempre come
scelta convenzionale che deve essere guardata con
prudenza nelle decisioni cliniche e comunque sempre
confermato se patologico”


                         Massimo Gion
         Guida all’uso clinico dei bomarcatori in oncologia
                     Edizioni Biomedia 2002



                                                              33
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO

                  CRITERIO DINAMICO
DISPONIBILITA’ DI PIU’ REFERTI SUCCESSIVI PER LO STESSO PAZIENTE
Consente lo studio delle variazioni nel tempo del liveti del MT nel
singolo soggetto

Supera almeno in parte il problema del cut-off

Può essere applicato in numerose situazioni cliniche:
  valutazione di eventuale malattia residua dopo chirurgia
  evidenziazione precoce della recidiva e/o metastatizzazione
  monitoraggio della terapia nella malattia avanzata

Fondamentale: 1) omogeneità dei risultati
              2) conoscenza dei potenziali fattori di aspecificità
              3) affidabilità del Laboratorio
              4) precisione del metodo a basse concentrazioni 34
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
                       Criterio dinamico
DISPONIBILITA’ DI PIU’ REFERTI SUCCESSIVI PER LO STESSO PAZIENTE
La valutazione della variazione fra prelievi seriati richiede che vengano
fissate delle variabili:
   numero di prelievi
   tempo tra un prelievo e l’altro
   livello di partenza del MT considerato significativo
   percentuale di variazione nel tempo considerata significativa
   variabilità analitica accettata per il metodo usato

La definizione di queste variabili e l’interpretazione dei dati può essere
effettuata con:
  Criteri empirici, basati su scelte arbitrarie legate all’esperienza
  Criteri matematici, ovvero con l’uso di opportuni algoritmi (studio
  dell’emivita del MT, analisi della regressione dose/tempo, analisi
  della pendenza, rapporto pendenza/intercetta, tempo di raddop-
  pio, etc).                                                          35
  Ad oggi non ci sono applicazioni routinarie
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
                       Criterio dinamico
             ESEMPIO DI CRITERI EMPIRICI

NUMERO INCREMENTI (O DECREMENTI) SUCCESSIVI
Sono clinicamente significativi 3 incrementi (o decrementi) consecutivi
del marcatore considerato in un periodo di 1 – 3 mesi

PERCENTUALE DI INCREMENTO
Variazioni superiori al 20 – 30% rispetto al valore basale, in assenza
di cause di aspecificità in un periodo di 1 – 3 mesi sono da considrare
come indice di ripresa di malattia




                                                                  36
MARCATORI TUMORALI:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO
                    CRITERIO DINAMICO
       CONSIDERAZIONI LABORATORISTICHE
 Per dare valore al criterio dinamico di interpretazione dei risultati
 sono da privilegiare sistemi analitici molto precisi a basse concen-
 trazioni piuttosto che metodi con range operativi molto ampi (e gio-
 co forza meno precisi a basse dosi).

 E’ opportuno che il Laboratorio utilizzi nel tempo lo stesso metodo
 e che verifichi se i cambiamenti di lotto incidono sui risultati.
 Se il Laboratorio deve cambiare metodo è assolutamente necessario
 che verifichi la concordanza tra il nuovo metodo e quello precedente.
 In ogni caso il Laboratorio dovrebbe avvisare i clinici del cambio
 di metodo.

 E’ opportuno che il paziente faccia riferimento sempre allo stesso
 Laboratorio.
                                                                   37
CAUSE NON ONCOLOGICHE DI VARIAZIONE
 DEI LIVELLI DEI MARCATORI TUMORALI


CAUSE CLINICHE
• Eventi fisiologici ed abitudini voluttuarie
• Patologie non oncologiche
• Cause iatrogene

CAUSE ANALITICHE
• Autoanticorpi antitieoglobulina (Tireoglobulina)
• HAMA (CEA, CA 125, CA 72-4, ...)
• Effetto gancio (Marcatori Tumorali diversi)


                                                     38
EVENTI FISIOLOGICI ED ABITUDINI VOLUTTUARIE


Condizione                Marcatore

Gravidanza                AFP, hCG, MCA, CA 125, TPA, hTG
Ciclo mestruale           CA 125
Attività sessuale         PSA
Fumo                      CEA, TPA, hTG, SCC
Alcool                    CEA, TPA, Ferritina, SCC
Attività fisica pesante   PSA
Uso della bicicletta      PSA




                                                      39
MALATTIE NON ONCOLOGICHE - 1
Condizione morbosa                     Marcatore
Epatopatia cronica/cirrosi epatica      CEA, TPA, TPS, Cyfra 21-1,
                                        CA 19-9, CA 50, CA 15-3,
                                        CA 125, MCA, ...
Epatite acuta                           CA 19-9, CA 125, CA 15-3
Colelitiasi                             CA 19-9
Pancreatite acuta                       CA 19-9, CA 50, CA 125
Pancreatite cronica                     CA 19-9, CA 50
Malattie benigne della tiroide          hTG
Ipertrofia prostatica benigna           PSA, PAP
Prostatite                              PSA, PAP
Ritenzione urinaria acuta               PSA, PAP
Cistite                                 NMP-22, BTA, UBC
Urolitiasi                              BTA
Peritonite (ascite, flogosi peritoneale)CA 125
Polmonite                               CA 125
Pleurite                                CA 125                  40
MALATTIE NON ONCOLOGICHE - 2
Condizione morbosa                   Marcatore
Infarto cerebrale                    NSE
Danni al Sistema Nervoso Centrale    S100
Psoriasi                             SCC
Ittero                               CEA, TPA, Ferritina, CA 15-3,
                                     CA 19-9, CA 50, CA 125, MCA,
                                     Cyfra 21-1
Malattie respiratorie croniche       CEA, TPA, Cyfra 21-1
Insufficienza renale cronica         CEA, CA 50, SCC, CA 125, TPA
                                     hTG, NSE
Malattie reumatiche e autoimmuni     CA 19-9 e altri MT mucinici
Diabete                              CA 19-9, CA 50
Ipertensione essenziale              Cromogranina A
Insufficienza cardiaca congestizia   CA 125
Fibrosi cistica                      CA 19-9

                                                             41
POSSIBILE IMPIEGO DI MARCATORI TUMORALI PER IL
 MONITORAGGIO DI MALATTIE NON ONCOLOGICHE


 Malattia                                    Marcatore

 Endometriosi                                CA 125
 Psoriasi                                    SCC
 Prostatite                                  PSA
 Ipertrofia prostatica benigna               PSA
 Fibrosi cistica                             CA 19-9
 Sofferenza cerebrale dopo cardiochirurgia   S100
 Ipertensione essenziale                     Cromogranina A




                                                          42
CAUSE IATROGENE

Manovra/Trattamento                Marcatore    Variazione
Esplorazione rettale                 PAP, PSA       +
Cateterismo vescicale                PAP, PSA       +
Agobiopsia prostatica                PAP, PSA       +++
Agobiopsia tiroidea                  hTG            ++
Traumatismo chirurgico               TPA            ++
Traumatismo chirurgico sul peritoneo CA 125         +
Cistoscopia                          BTA            ++
Cardiochir. con circol. extracorp.   PSA            ++
Ospedalizzazione                     PSA            --
Tossicità epatica da chemioterapia MT diversi       ++
Trattam. con Finasteride             PSA            ---
Trattam. con Omeprazolo e deriv.     Cromogr.       +++
Trattam. intravescicale con BCG      BTA            ++
Trattam. con Interferone             CA 25          ++

                                                          43
MARCATORE TUMORALE IDEALE

           … in teoria …

ELEVATA SENSIBILITA’
ELEVATA SPECIFICITA’
CORRELAZIONE CON LO STADIO
CORRELAZIONE CON IL GRADO DI MALIGNITA’
ORGANO-SPECIFICITA’
CORRELAZIONE DIRETTA CON L’EVOLUZIONE
   CLINICA DELLA NEOPLASIA



                                     44
COSA CI ASPETTEREMMO DAL
          MARCATORE TUMORALE IDEALE?

  DIAGNOSI
•Utilità in screening su popolazione asintomatica in toto
•Utilità in screening su popolazione asintomatica a rischio
•Utilità in screening su popolazione sintomatica

  PROGNOSI
•Significatività prognostica del valore basale (pre intervento) del marcatore
•Significatività prognostica della velocità con cui il marcatore torna a valo-
         ri normali dopo l’intervento

  FOLLOW-UP
•Corrispondenza tra l’andamento del marcatore e la metastatizzazione e/o
        la recidiva del tumore
•Anticipazione della metastatizzazione e/o recidiva del tumore
•Controllo dell’efficacia della chemioterapia o radioterapia
                                                                         45
MARCATORE TUMORALE IDEALE

     … in pratica …

          IL MARCATORE
            TUMORALE
              IDEALE
        NON ESISTE
                            46
PERCHE’ IL MARCATORE TUMORALE IDEALE
               NON ESISTE?


 NON TUTTI I TUMORI ESPRIMONO I MARCATORI

I MARCATORI TUMORALI NON BRILLANO CERTO PER
 SENSIBILITA’ E SPECIFICITA’

NESSUN MARCATORE E’ ASSOLUTAMENTE ORGANO-
SPECIFICO

NON SEMPRE VI E’ CORRELAZIONE CON LO STAGING
ED IL GRADING


                                               47
COSA SI OTTIENE DAL
           MARCATORE TUMORALE IDEALE?

  DIAGNOSI
•Utilità in screening su popolazione asintomatica in toto? NO
•Utilità in screening su popolazione asintomatica a rischio? NO
•Utilità in screening su popolazione sintomatica? SI???

  PROGNOSI
•Significatività prognostica del valore basale (pre intervento) del marcatore? SI?
•Significatività prognostica della velocità con cui il marcatore torna a valo-
         ri normali dopo l’intervento? SI?

  FOLLOW-UP
•Corrispondenza tra l’andamento del marcatore e la metastatizzazione e/o
        la recidiva del tumore? SI
•Anticipazione della metastatizzazione e/o recidiva del tumore? SI?
•Controllo dell’efficacia della chemioterapia o radioterapia? SI
                                                                         48
MARCATORI TUMORALI

ECCESSIVO ENTUSIASMO                      ECCESSIVO PESSIMISMO
Utilizzo di tutti i possibili MT          Non servono a niente
in qualsiasi situazione


    USO RAGIONATO DEI MARCATORI TUMORALI

CONOSCENZA              1) delle caratteristiche di sensibilità e specificità
                        diagnostiche di ciascun marcatore nelle diverse
                        patologie neoplastiche
                        2) delle motivazioni biologiche che possono modifi-
                        care la concentrazione del marcatore (anche e
                        soprattutto in modo aspecifico)
                        3) dei meccanismi metabolizzazione e secrezione

                                                LABORATORIO
INTERAZIONE             MEDICO DI BASE
                                                                    49
                                                SPECIALISTA
... grazie per l’attenzione!

Pierre (il conte Bezuchov) ... era afflitto da
una febbre biliare. Sebbene i dottori lo
curassero, gli estraessero sangue e gli
dessero da inghiottire delle medicine, ciò
nonostante guarì lo stesso.
                          da “Guerra e pace”
                           di Lev Nikolaevic Tolstoij
                                                        50

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aimo - I MARCATORI TUMORALI

  • 1. ... E i medici arrivarono subito, uno dopo l’altro: arrivò, cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante. “Vorrei sapere da lor signori” disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, “vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!...” A quest’invito, il Corvo, facendosi avanti per primo, tastò il polso a Pinocchio, poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand’ebbe tastato ben bene, pronunciò solennemente queste parole: “A mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!” “Mi dispiace” disse la Civetta “di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero.” “E lei non dice nulla?” domandò la Fata al Grillo-parlante. “Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto”. ... da “Le avventure di Pinocchio” 1 di Carlo Collodi (1826-1890)
  • 2. 2 PAROLE 2 SU I MARCATORI TUMORALI G. Aimo A.O.U. SAN GIOVANNI BATTISTA Ospedale “MOLINETTE” – Torino S.C. Laboratori Biochimica-Clinica “BALDI E RIBERI” Settore IMMUNOMETRIA 2
  • 3. MARCATORI TUMORALI (Biomarcatori oncologici “circolanti”) DEFINIZIONE Sostanze di diversa natura molecolare, di caratterizzazione strutturale più o meno precisa, che sono presenti in bas- sa concentrazione in condizioni normali e che possono aumentare, invece, in caso di malattia neoplastica Biomarcatore oncologico Ogni segnale biologico correlato alla presenza di una neoplasia 3
  • 4. MARCATORI TUMORALI (Biomarcatori oncologici “circolanti”) CENNI STORICI Secolo XIX: proteina di Bence-Jones 1930 (Zondek): HCG 1956 (Bergstrand), 1964 (Tatarinov): αFP 1957 (Bjorklund): TPA 1965 (Gold e Freedman): CEA 1979 (Wang): PSA 1981 (Bast): CA 125 Anni ’80-’90: altre Mucine, altre Citocheratine, …. 4
  • 5. MARCATORI TUMORALI I MARCATORI TUMORALI SONO IN USO CLINICO ROUTINARIO DA OLTRE 20 ANNI METODI ANALITICI da METODI RIA/IRMA completamente manuali (fine anni ’70 – inizio anni ’80) A METODI IMMUNOMETRICI NON RADIOATTIVI completamente automatizzati (anni ’90 – anni ’00) IL BOOM DEI MARCATORI TUMORALI DEGLI ANNI ’80-’90 E’ IN GRAN PARTE ASCRIVIBILE ALLA SPINTA COMMERCIALE DELLE GRANDI DITTE PRODUTTRICI DI KIT DIAGNOSTICI E DI STRUMENTI DA LABORATORIO 5
  • 6. S.C. Laboratori biochimica clinica “Baldi e Riberi” Settore Immunometria MARCATORI TUMORALI IN ROUTINE Marcatori tumorali “puri” “Non solo” Marcatori Tumorali CEA BAP αFP Cromogranina βhCG hCT Cyfra 21-1 (Ferritina) NSE CA 19-9 CA 15-3 CA 125 PSA FPSA hTG 6
  • 7. S.C. Laboratori biochimica clinica “Baldi e Riberi” Settore Immunometria MARCATORI TUMORALI PRIMA ESEGUITI ED ORA SOPPRESSI PAP CA 50 CA 72-4 MCA TPA MARCATORI TUMORALI INTRODOTTI IN ROUTINE MA POI TOLTI PERCHE’ NON RICHIESTI S100 UBC (BTA, NMP-22) 7
  • 8. S.C. Laboratorio di chimica clinica “Baldi e Riberi” Settore Immunometria MARCATORI TUMORALI MAI ESEGUITI SCC TPS MARCATORI TUMORALI PROVATI CON ESITO FALLIMENTARE LCA UGP ... altri ... 8
  • 9. CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA STRUTTURA CHIMICA O FUNZIONE BIOLOGICA Antigeni onco-fetali: CEA, αFP, ... Enzimi/isoenzimi: NSE, PSA, BAP, ... Ormoni/subunità: βhCG, hCT, … Proteine tessuto specifiche: hTG, Cromogranina A, ... Citocheratine: TPA, Cyfra 21-1, … Mucine (Antigeni tumore-associati): CA 19-9, CA 15-3, CA 125, ... 9
  • 10. CLASSIFICAZIONI IN BASE ALLA ORGANO O TESSUTO SPECIFICITA’ • Marcatori tumorali con elevata specificità d’organo • Marcatori tumorali espressi da un tipo cellulare, ma non necessariamente dell’organo dove quel tipo cellulare è prevalente • Marcatori tumorali espressi in modo quantitativamente prevalente da neoplasie di un dato tipo istologico 10
  • 11. Marcatori tumorali con elevata specificità d’organo hTG (tiroide) PSA (prostata) hCG (sinciziotrofoblasto) 11
  • 12. Marcatori tumorali mucinici: scarsa specificità d’organo CA 19-9: carcinoma del pancreas, del colon, dello stomaco, dell’ovaio CA 125: carcinoma dell’ovaio, della mammella, del polmone, del pancreas, del colon CA 15-3:carcinoma della mammella, dell’ovaio, del pancreas, del polmone 12
  • 13. Marcatori tumorali espressi da un tipo cellulare, ma non necessariamente dell’organo dove quel tipo cellulare è prevalente hCT: carcinoma midollare della tiroide carcinoidi tumori endocrini del tubo digerente tumori a piccole cellule del polmone NSE: tumore a piccole cellule del polmone tumori neuroendocrini neuroblastoma melanoma linfoma teratoma timoma 13
  • 14. Marcatori tumorali espressi in modo quantitativamente prevalente da neoplasie di un dato tipo istologico TPA, Cyfra 21-1: carcinomi di tipo squamoso CEA, CA 19-9, CA 15-3, CA 125: adenocarcinomi 14
  • 15. MARCATORI TUMORALI: DOSAGGIO IN LIQUIDI BIOLOGICI DIVERSI DAL SANGUE URINA Vantaggi 1) campione facile da raccogliere 2) possono concentrare quantità misurabili di analiti presenti in bassa concen- trazione nel sangue (es. marcatori di tumori neuroendocrini) 3) alcuni marcatori del carcinoma della vescica sono rilasciati solo localmente, e sono pertanto dosabili solo nell’urina (es. NMP22, BTA, UBC) Svantaggi 1) dosaggio molto influenzato dalla matrice urinaria 2) grande variabilità dovuta alla diversa diuresi, ancorchè compensata dalla “normalizzazione” rispetto alla creatininuria 3) l’aspecificità dei marcatori si esaspera di più nel dosaggio urinario 4) per i marcatori del carcinoma della vescica molti falsi positivi dovuti al trattamento specifico intravescicale o a stati infettivi SCARSI RISULTATI, SCARSO UTILIZZO 15
  • 16. MARCATORI TUMORALI: DOSAGGIO IN LIQUIDI BIOLOGICI DIVERSI DAL SANGUE ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI BAL (liquido di lavaggio broncoalveolare) Versamento pleurico Versamento ascitico Succo gastrico Contenuto di cisti Versamento peritoneale, pericardico, etc. SCARSI RISULTATI DOVUTI A: 1. difficoltà nella standardizzazione della raccolta del materiale 2. eterogeneità del materiale raccolto 3. grande influenza della matrice 4. difficoltà nella standardizazione dei metodi 5. concentrazioni spesso altissime: necessità di diluizioni spinte 6. difficoltà nell’interpretazione dei risultati 7. mancanza di valori di riferimento 16
  • 17. CLASSIFICAZIONE SECONDO L’UTILITA’ CLINICA UTILIZZO CLINICO DEI MARCATORI TUMORALI NELLE DIVERSE NEOPLASIE 17
  • 18. UTILIZZO CLINICO DEI MARCATORI TUMORALI NELLE DIVERSE NEOPLASIE MARCATORI TUMORALI DI PRIMA SCELTA Il loro utilizzo in relazione alle caratteristiche biologiche (estensione, classificazione istologica, ...) e all’andamento clinico della neoplasia trova in letteratura consenso adeguato MARCATORI TUMORALI DI SECONDA SCELTA Il loro utilizzo in relazione alle caratteristiche biologiche (estensione, classificazione istologica, ...) è documentato in letteratura, ma ad esso non sempre fa riscontro un sufficiente consenso con l’andamento cli- nico della malattia Utili quando il tumore non esprima il marcatore di prima scelta o come informazione addizionale 18
  • 19. TIPO DI TUMORE MARCATORE MARCATORE DI PRIMA SCELTA DI SECONDA SCELTA Carcinoma squamoso del distretto testa-collo nessuno SCC Carcinoma dell’esofago nessuno SCC, TPA, CEA Carcinoma midollare della tiroide hCT nessuno Carcinoma differenziato della tiroide hTG nessuno Microcitoma polmonare NSE nessuno Carcinoma del polmone CYFRA 21-1 (squamoso) nessuno CEA (adenocarcinoma) Carcinoma dello stomaco CA 19-9 (CA 72-4) CEA 19
  • 20. TIPO DI TUMORE MARCATORE MARCATORE DI PRIMA SCELTA DI SECONDA SCELTA Carcinoma del colon-retto CEA CA 19-9 Carcinoma del pancreas CA 19-9 CEA Carcinoma del fegato αFP Ferritina Carcinoma delle vie biliari CA 19-9 CEA Carcinoma del rene nessuno nessuno Carcinoma della vescica nessuno BTA, NMP22, UBC TPA, CA 19-9 Carcinoma dell’ovaio CA 125 CA 19-9, αFP, βhCG Carcinoma dell’utero βhCG CA 125, CEA 20
  • 21. TIPO DI TUMORE MARCATORE MARCATORE DI PRIMA SCELTA DI SECONDA SCELTA Tumori germinali del testicolo βhCG, αFP nessuno Carcinoma della prostata PSA (fPSA) Cromogranina A Carcinoma della mammella CA 15-3 CEA Melanoma S-100 nessuno Carcinoide nessuno Cromogranina A 21
  • 22. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO DISPONIBILITA’ DI UN UNICO REFERTO Interpretazione con criterio dicotonico Risultato positivo o negativo nei confronti di un valore di cut-off Nel bilancio iniziale del trattamento del tumore primitivo DISPONIBILITA’ DI PIU’ REFERTI SUCCESSIVI PER LO STESSO PAZIENTE Interpretazione con criterio dinamico Si considera la variazione nel tempo nei confronti del o dei valori precedenti In tutte le situazioni in cui è possibile avere dosaggi seriati: post-operatorio, follow-up, monitoraggio della terapia 22
  • 23. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO CRITERIO DICOTONICO DISPONIBILITA’ DI UN UNICO REFERTO IL PROBLEMA DEL CUT-OFF Ad oggi, non esiste un Marcatore Tumorale assolutamente speci- fico ed assolutamente sensibile, misurabile se c’è il tumore, non misurabile se non c’è il tumore. Ciò perché: • il MT è prodotto anche da tessuti normali • numerose sono le cause “non oncologiche” di aumento del MT • non tutti i tumori esprimono il MT • i livelli ematici del MT sono condizionati dalla distribuzione, dal metabolismo e dalla clearance del MT stesso 23
  • 24. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO CRITERIO DICOTONICO DEFINIZIONE DEL VALORE DI CUT-OFF CALCOLO DEL CUT-OFF IN UNA POPOLAZIONE SANA VM + 2 (o +3) DS se la distribuzone è gaussiana 95° (o 99°) percentile se la distribuzione è qualsiasi “AGGIUSTAMENTO” DEL CUT-OFF IN BASE ALLE CARAT- TERISTICHE DEMOGRAFICHE DELLA POPOLAZIONE NEL- LA QUALE SI RITIENE DI APPLICARE IL MT (es. age-rela- ted PSA) 24
  • 25. CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE DI UN MARCATORE TUMORALE % CASI IL PROBLEMA DEL CUT-OFF C.O. < C.O. > [MT] > SENS. < SENS. < SPEC. > SPEC. 25
  • 26. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO GRAFICO CDA (Cumulative Distribution Analysis) 100 90 SPECIFICITA’ SENSIBILITA’ 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 CUT-OFF 26
  • 27. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO SUDDIVISIONE DELLA POPOLAZIONE IN BASE AL VALORE DI CUT-OFF Veri positivi (VP): soggetti con tumore e MT positivo Veri negativi (VN): soggetti sani e MT negativo Falsi negativi (FN): soggetti con tumore e TM negativo Falsi positivi (FP): soggetti sani con MT positivo 27
  • 28. CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE DI UN MARCATORE TUMORALE SENSIBILITA’ Capacità del MT di essere positivo nei soggetti effettivamente malati VP Sensibilità = ---------------------------------- VP + FN (totale malati) SPECIFICITA’ Capacità del MT di essere positivo SOLO nei soggetti effettivamente malati e negativo nei soggetti sani VN Specificità = ------------------------------- VN + FP (totale sani) EFFICACIA DIAGNOSTICA Quota complessiva di risultati corretti. Efficacia complessiva del MT VP + VN (risultati corretti) Efficacia Diagnostica = ---------------------------------------------------------------- VP + VN + FN + FP (totale soggetti indagati) 28
  • 29. CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE DI UN MARCATORE TUMORALE VALORE PREDITTIVO POSITIVO Attendibilità di un risultato positivo (tenendo conto della prevalenza) VP Valore predittivo positivo = ------------------------------------------- VP + FP (totale risultati positivi) VALORE PREDITTIVO NEGATIVO Attendibilità di un risultato negativo (tenendo conto della prevalenza) VN Valore predittivo negativo = --------------------------------------------- VN + FN (totale risultati negativi) RAPPORTO DI VEROSIMIGLIANZA (Likeihood ratio) Validità con cui il MT identifica correttamente la malattia VP Rapporto di verosimiglianza = ------------- FP 29
  • 30. CALCOLO DELLE PERFORMANCES DIAGNOSTICHE DI UN MARCATORE TUMORALE CURVA ROC (Receiver Operating Characteristic) ROC CURVE tPSA >2.0 <30.0 ng/mL 1,0 0,9 tPSA 0,8 6.4% Sansibilità: (VP) f/tPSA 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 tPSA AUC = 0.817 0,1 f/tPSA AUC = 0.973 0,0 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 1-Specificità (FP) 30
  • 31. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO VALORE DI CUT-OFF (privilegia la sensibilità) Limite superiore dell’intervallo di riferimento calcolato sulla base dei valori trovati in un gruppo di soggetti sani o comunque non affetti dalla patologia in esame LIVELLI DECISIONALI (privilegiano la specificità) Valori scelti arbitrariamente sulla base dell’esperienza clinico-la- boratoristica, il cui superamento suggerisce opportune decisioni cliniche Livello di patologia: più elevato del valore di cut-off. Il superamento “dovrebbe” indicare la presenza di una condizione patologica benigna o maligna Livello di allarme: significativamente più elevato del livello di cut-off. Esclude praticamente i FP (massima specificità, minima sensibilità). Il superamento “dovrebbe” indicare la presenza di una neoplasia 31
  • 32. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO Criterio dicotonico: scelta dei valori di riferimento MARCATORE LIVELLO DI LIVELLO DI LIVELLO DI CUT-OFF PATOLOGIA ALLARME CEA 5 ng/mL 15 ng/mL 40 ng/mL AFP 20 ng/mL 40 ng/mL 200 ng/mL CA 19-9 37 U/mL 65 U/mL 120 U/mL CA 125 35 U/mL 65 U/mL 180 U/mL CA 15-3 35 U/mL 50 U/mL 80 U/mL PSA 4 ng/mL 10 ng/mL 30 ng/mL Sono solo degli esempi! 32
  • 33. “Il giudizio di positività su una singola determinazione di un Marcatore Tumorale va considerato sempre come scelta convenzionale che deve essere guardata con prudenza nelle decisioni cliniche e comunque sempre confermato se patologico” Massimo Gion Guida all’uso clinico dei bomarcatori in oncologia Edizioni Biomedia 2002 33
  • 34. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO CRITERIO DINAMICO DISPONIBILITA’ DI PIU’ REFERTI SUCCESSIVI PER LO STESSO PAZIENTE Consente lo studio delle variazioni nel tempo del liveti del MT nel singolo soggetto Supera almeno in parte il problema del cut-off Può essere applicato in numerose situazioni cliniche: valutazione di eventuale malattia residua dopo chirurgia evidenziazione precoce della recidiva e/o metastatizzazione monitoraggio della terapia nella malattia avanzata Fondamentale: 1) omogeneità dei risultati 2) conoscenza dei potenziali fattori di aspecificità 3) affidabilità del Laboratorio 4) precisione del metodo a basse concentrazioni 34
  • 35. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO Criterio dinamico DISPONIBILITA’ DI PIU’ REFERTI SUCCESSIVI PER LO STESSO PAZIENTE La valutazione della variazione fra prelievi seriati richiede che vengano fissate delle variabili: numero di prelievi tempo tra un prelievo e l’altro livello di partenza del MT considerato significativo percentuale di variazione nel tempo considerata significativa variabilità analitica accettata per il metodo usato La definizione di queste variabili e l’interpretazione dei dati può essere effettuata con: Criteri empirici, basati su scelte arbitrarie legate all’esperienza Criteri matematici, ovvero con l’uso di opportuni algoritmi (studio dell’emivita del MT, analisi della regressione dose/tempo, analisi della pendenza, rapporto pendenza/intercetta, tempo di raddop- pio, etc). 35 Ad oggi non ci sono applicazioni routinarie
  • 36. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO Criterio dinamico ESEMPIO DI CRITERI EMPIRICI NUMERO INCREMENTI (O DECREMENTI) SUCCESSIVI Sono clinicamente significativi 3 incrementi (o decrementi) consecutivi del marcatore considerato in un periodo di 1 – 3 mesi PERCENTUALE DI INCREMENTO Variazioni superiori al 20 – 30% rispetto al valore basale, in assenza di cause di aspecificità in un periodo di 1 – 3 mesi sono da considrare come indice di ripresa di malattia 36
  • 37. MARCATORI TUMORALI: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI LABORATORIO CRITERIO DINAMICO CONSIDERAZIONI LABORATORISTICHE Per dare valore al criterio dinamico di interpretazione dei risultati sono da privilegiare sistemi analitici molto precisi a basse concen- trazioni piuttosto che metodi con range operativi molto ampi (e gio- co forza meno precisi a basse dosi). E’ opportuno che il Laboratorio utilizzi nel tempo lo stesso metodo e che verifichi se i cambiamenti di lotto incidono sui risultati. Se il Laboratorio deve cambiare metodo è assolutamente necessario che verifichi la concordanza tra il nuovo metodo e quello precedente. In ogni caso il Laboratorio dovrebbe avvisare i clinici del cambio di metodo. E’ opportuno che il paziente faccia riferimento sempre allo stesso Laboratorio. 37
  • 38. CAUSE NON ONCOLOGICHE DI VARIAZIONE DEI LIVELLI DEI MARCATORI TUMORALI CAUSE CLINICHE • Eventi fisiologici ed abitudini voluttuarie • Patologie non oncologiche • Cause iatrogene CAUSE ANALITICHE • Autoanticorpi antitieoglobulina (Tireoglobulina) • HAMA (CEA, CA 125, CA 72-4, ...) • Effetto gancio (Marcatori Tumorali diversi) 38
  • 39. EVENTI FISIOLOGICI ED ABITUDINI VOLUTTUARIE Condizione Marcatore Gravidanza AFP, hCG, MCA, CA 125, TPA, hTG Ciclo mestruale CA 125 Attività sessuale PSA Fumo CEA, TPA, hTG, SCC Alcool CEA, TPA, Ferritina, SCC Attività fisica pesante PSA Uso della bicicletta PSA 39
  • 40. MALATTIE NON ONCOLOGICHE - 1 Condizione morbosa Marcatore Epatopatia cronica/cirrosi epatica CEA, TPA, TPS, Cyfra 21-1, CA 19-9, CA 50, CA 15-3, CA 125, MCA, ... Epatite acuta CA 19-9, CA 125, CA 15-3 Colelitiasi CA 19-9 Pancreatite acuta CA 19-9, CA 50, CA 125 Pancreatite cronica CA 19-9, CA 50 Malattie benigne della tiroide hTG Ipertrofia prostatica benigna PSA, PAP Prostatite PSA, PAP Ritenzione urinaria acuta PSA, PAP Cistite NMP-22, BTA, UBC Urolitiasi BTA Peritonite (ascite, flogosi peritoneale)CA 125 Polmonite CA 125 Pleurite CA 125 40
  • 41. MALATTIE NON ONCOLOGICHE - 2 Condizione morbosa Marcatore Infarto cerebrale NSE Danni al Sistema Nervoso Centrale S100 Psoriasi SCC Ittero CEA, TPA, Ferritina, CA 15-3, CA 19-9, CA 50, CA 125, MCA, Cyfra 21-1 Malattie respiratorie croniche CEA, TPA, Cyfra 21-1 Insufficienza renale cronica CEA, CA 50, SCC, CA 125, TPA hTG, NSE Malattie reumatiche e autoimmuni CA 19-9 e altri MT mucinici Diabete CA 19-9, CA 50 Ipertensione essenziale Cromogranina A Insufficienza cardiaca congestizia CA 125 Fibrosi cistica CA 19-9 41
  • 42. POSSIBILE IMPIEGO DI MARCATORI TUMORALI PER IL MONITORAGGIO DI MALATTIE NON ONCOLOGICHE Malattia Marcatore Endometriosi CA 125 Psoriasi SCC Prostatite PSA Ipertrofia prostatica benigna PSA Fibrosi cistica CA 19-9 Sofferenza cerebrale dopo cardiochirurgia S100 Ipertensione essenziale Cromogranina A 42
  • 43. CAUSE IATROGENE Manovra/Trattamento Marcatore Variazione Esplorazione rettale PAP, PSA + Cateterismo vescicale PAP, PSA + Agobiopsia prostatica PAP, PSA +++ Agobiopsia tiroidea hTG ++ Traumatismo chirurgico TPA ++ Traumatismo chirurgico sul peritoneo CA 125 + Cistoscopia BTA ++ Cardiochir. con circol. extracorp. PSA ++ Ospedalizzazione PSA -- Tossicità epatica da chemioterapia MT diversi ++ Trattam. con Finasteride PSA --- Trattam. con Omeprazolo e deriv. Cromogr. +++ Trattam. intravescicale con BCG BTA ++ Trattam. con Interferone CA 25 ++ 43
  • 44. MARCATORE TUMORALE IDEALE … in teoria … ELEVATA SENSIBILITA’ ELEVATA SPECIFICITA’ CORRELAZIONE CON LO STADIO CORRELAZIONE CON IL GRADO DI MALIGNITA’ ORGANO-SPECIFICITA’ CORRELAZIONE DIRETTA CON L’EVOLUZIONE CLINICA DELLA NEOPLASIA 44
  • 45. COSA CI ASPETTEREMMO DAL MARCATORE TUMORALE IDEALE? DIAGNOSI •Utilità in screening su popolazione asintomatica in toto •Utilità in screening su popolazione asintomatica a rischio •Utilità in screening su popolazione sintomatica PROGNOSI •Significatività prognostica del valore basale (pre intervento) del marcatore •Significatività prognostica della velocità con cui il marcatore torna a valo- ri normali dopo l’intervento FOLLOW-UP •Corrispondenza tra l’andamento del marcatore e la metastatizzazione e/o la recidiva del tumore •Anticipazione della metastatizzazione e/o recidiva del tumore •Controllo dell’efficacia della chemioterapia o radioterapia 45
  • 46. MARCATORE TUMORALE IDEALE … in pratica … IL MARCATORE TUMORALE IDEALE NON ESISTE 46
  • 47. PERCHE’ IL MARCATORE TUMORALE IDEALE NON ESISTE? NON TUTTI I TUMORI ESPRIMONO I MARCATORI I MARCATORI TUMORALI NON BRILLANO CERTO PER SENSIBILITA’ E SPECIFICITA’ NESSUN MARCATORE E’ ASSOLUTAMENTE ORGANO- SPECIFICO NON SEMPRE VI E’ CORRELAZIONE CON LO STAGING ED IL GRADING 47
  • 48. COSA SI OTTIENE DAL MARCATORE TUMORALE IDEALE? DIAGNOSI •Utilità in screening su popolazione asintomatica in toto? NO •Utilità in screening su popolazione asintomatica a rischio? NO •Utilità in screening su popolazione sintomatica? SI??? PROGNOSI •Significatività prognostica del valore basale (pre intervento) del marcatore? SI? •Significatività prognostica della velocità con cui il marcatore torna a valo- ri normali dopo l’intervento? SI? FOLLOW-UP •Corrispondenza tra l’andamento del marcatore e la metastatizzazione e/o la recidiva del tumore? SI •Anticipazione della metastatizzazione e/o recidiva del tumore? SI? •Controllo dell’efficacia della chemioterapia o radioterapia? SI 48
  • 49. MARCATORI TUMORALI ECCESSIVO ENTUSIASMO ECCESSIVO PESSIMISMO Utilizzo di tutti i possibili MT Non servono a niente in qualsiasi situazione USO RAGIONATO DEI MARCATORI TUMORALI CONOSCENZA 1) delle caratteristiche di sensibilità e specificità diagnostiche di ciascun marcatore nelle diverse patologie neoplastiche 2) delle motivazioni biologiche che possono modifi- care la concentrazione del marcatore (anche e soprattutto in modo aspecifico) 3) dei meccanismi metabolizzazione e secrezione LABORATORIO INTERAZIONE MEDICO DI BASE 49 SPECIALISTA
  • 50. ... grazie per l’attenzione! Pierre (il conte Bezuchov) ... era afflitto da una febbre biliare. Sebbene i dottori lo curassero, gli estraessero sangue e gli dessero da inghiottire delle medicine, ciò nonostante guarì lo stesso. da “Guerra e pace” di Lev Nikolaevic Tolstoij 50