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Le prestazioni dei CPI e le competenze degli
operatori nella Regione Veneto
Analisi e proposte

1
INDICE
Premessa .................................................................................................................. 3

PARTE 1 - Il percorso metodologico per l’individuazione delle
prestazioni
1.1 Quadro di riferimento normativo ............................................................................. 6
1.2 Prestazioni essenziali: metodologia e strumenti di rilevazione ..................................... 9

PARTE 2 - Le prestazioni garantite dai SPI
2.1 Struttura ed Organizzazione dei SPI nella Regione Veneto ........................................20
2.2 Informazione e accesso ai servizi ...........................................................................22
2.3 Orientamento al lavoro e alla formazione ................................................................28
2.4 Misure di accompagnamento al lavoro ....................................................................33
2.5 Incontro domanda e offerta di lavoro .....................................................................37
2.6 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze ....................................43

PARTE 3 - Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli
operatori dei SPI
3.1 Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli operatori dei SPI ......................46

PARTE 4 - Ipotesi di accesso e componibilità delle prestazioni
4.1 Accesso alle prestazioni e traiettorie.......................................................................65
4.2 La stima dei costi delle prestazioni .........................................................................73

CONCLUSIONI ..........................................................................................................78

Appendici
Tabelle e grafici ........................................................................................................83
Report provinciali .................................................................................................. ..92

GLOSSARIO ............................................................................................................ 165
ALLEGATO 1 INTERVISTA …………………………………………………………………………172

2
Premessa
Questo rapporto è l’esito di un lavoro di indagine che si inquadra nell’Azione di Sistema Welfare
to Work nella Regione del Veneto.
La restituzione contenuta in questo report fornisce una panoramica dello stato dei servizi per il
lavoro in una fase storica in cui la crisi economica e occupazionale da un lato e l’aggiornamento
normativo dall’altro sottopongono i Centri per l’Impiego ad un vero e proprio stress-test.
Gli obiettivi che hanno mosso verso la realizzazione della ricerca sono tre:
1. rilevare le condizioni e le risorse attraverso cui il sistema dei CPI fornisce risposte
differenziate e adeguate ai bisogni dei cittadini, in una logica di cooperazione con i
Servizi per il lavoro accreditati;
2. individuare percorsi integrati di prestazioni e servizi finalizzati all’integrazione
tra politiche attive e politiche passive - forme di sostegno al reddito;
3. rilevare eventuali fabbisogni formativi relativi all’adeguamento delle competenze
professionali degli operatori, per favorire standard omogenei e condivisi di
servizio e promuovere l’adozione dell’approccio per competenze all’incrocio
domanda-offerta di lavoro.
La rilevazione dei fabbisogni degli operatori dei servizi per l’impiego e la necessità del loro
coinvolgimento

diretto,

sono

risultate

assolutamente

prioritarie in

una

fase

di

forte

ripensamento politico-organizzativo della struttura e delle funzioni delle amministrazioni
provinciali. Se per un verso infatti, permane l’incertezza sul destino delle Province, dall’altro
non si può non considerare che queste gestiscono servizi per i cittadini e per le imprese di
fondamentale importanza. Tra questi servizi i CPI assumono un ruolo centrale nel garantire ai
cittadini e alle imprese servizi qualificati di prossimità.
La crisi occupazionale in corso comporta una crescente pressione sui servizi pubblici per
l’impiego. Come si evidenzierà più avanti, l'incremento dell'utenza, la contrazione delle
assunzioni e la riduzione degli addetti ai servizi si stanno riflettendo sulla capacità dei CPI di
dare piena soddisfazione ai bisogni dei cittadini.
Inoltre, la riforma del mercato del lavoro definita nella Legge n. 92/2012, tratteggia scenari
nuovi sia per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi nel territorio, sia per ciò che concerne
il sistema delle prestazioni da erogare ai cittadini. Tutto ciò implica anche l’adeguamento delle
competenze degli operatori dei Centri per l’impiego.

3
Per il conseguimento dei tre obiettivi del presente lavoro si è provveduto a costruire una
intervista strutturata a partire dalla definizione del sistema delle prestazioni essenziali e dei
servizi realizzati dai CPI della Regione del Veneto, alla luce del nuovo quadro normativo e sulla
base degli interventi realizzati in riferimento all’accordo Stato-Regioni del febbraio 20091. Il
percorso metodologico per l’individuazione delle prestazioni è delineato nella Parte 1 di questo
rapporto.
Le interviste sono state condotte tra i mesi di febbraio e maggio 2013. Sono stati coinvolti tutti
i Responsabili dei 42 Centri per l’Impiego del Veneto e 76 Operatori.
Gli esiti dell’intervista sono descritti nella parte 2 “Prestazioni garantite dai Servizi Pubblici per
l’Impiego (SPI)” e nella parte 3 “Competenze professionali degli operatori dei SPI”.
Infine nella Parte 4 viene tracciata una prima “Definizione di percorsi standardizzati di
prestazione”.

1 Accordo tra Stato, Regioni e Province Autonome sugli ammortizzatori sociali in deroga e le politiche attive, sottoscritto il 12
febbraio 2009 e successivi rinnovi.

4
PARTE 1
Il percorso metodologico per l’individuazione delle
prestazioni

In questa prima parte è descritto l’impianto metodologico della ricerca i cui punti maggiormente qualificanti
sono:
•
•
•

definizione di cinque aree di prestazione e delle dodici prestazioni essenziali correlate così come
desunte dalla legge 92/2012;
individuazione dei requisiti di struttura, processo e relazione necessari a garantire le prestazioni
essenziali, così come definiti nella prassi e/o nella regolazione regionale;
presentazione della struttura dell’intervista utilizzata per la ricerca.

5
1.1 Quadro di riferimento normativo
In materia di servizi per l’impiego e di procedure di collocamento si è assistito negli ultimi venti
anni a numerosi interventi normativi che hanno prodotto modifiche radicali nella disciplina
precedente, sia in termini di assetto istituzionale e organizzativo, sia nell’impianto regolativo e
procedurale, sia nel rapporto organico con le politiche del lavoro attive e passive.
Dopo una serie di interventi legislativi (L. 863/84, L. 56/87, L. 223/91, L. 236/93) finalizzati a
introdurre una sempre più ampia facoltà di scelta nelle assunzioni, si è assistito, a partire dalla
seconda metà degli anni ’90, a una produzione normativa volta a modificare i principi di base
della disciplina previgente.
Il D.Lgs 510/96, convertito nella L. 608/1996, ha modificato le regole di assunzione,
introducendo

in

via

generalizzata

il

principio

dell’assunzione

diretta

con

obbligo

di

comunicazione successiva che sostituisce il “vecchio” nulla-osta di avviamento. La L. 196/97
ha invece attenuato il divieto assoluto di intermediazione, introducendo il contratto di fornitura
di lavoro temporaneo.
Il D.Lgs 469/97 ha concretizzato i principi del “federalismo amministrativo” in materia di
mercato del lavoro, conferendo agli enti territoriali le funzioni di gestione in questo ambito. In
particolare sono state attribuite alle Regioni a statuto ordinario e agli altri Enti Locali le funzioni
relative al collocamento e alle politiche attive del lavoro. Lo Stato esercita un ruolo di indirizzo,
promozione e coordinamento oltre ad alcune competenze specifiche, quali ad esempio la
vigilanza in materia di lavoro e dei flussi di entrata dei lavoratori non appartenenti all’Unione
Europea. Riassumendo, il sistema delle deleghe a livello locale ha previsto l’attribuzione alle
Regioni della funzione di regolazione, di organizzazione amministrativa, di progettazione, di
valutazione e controllo dei servizi all’impiego, mentre le Province svolgono il ruolo di raccordo
con gli altri Enti locali ed erogano i servizi per l’impiego sul territorio.
Sempre in considerazione del decentramento amministrativo, va ricordato anche il D.Lgs
112/98 che, attuando le leggi di riforma della P.A., ha implementato le competenze regionali
nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale, integrandole con le politiche del
lavoro, così come previsto dal citato D.Lgs 469/97.
Di rilievo inoltre la Legge 68/99 – “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” – che non solo
attribuisce alle Regioni e alle Province importanti funzioni in materia, ma riforma le procedure
del collocamento obbligatorio, secondo il principio del “collocamento mirato”.
Il DPR 442/2000 istituisce l’elenco anagrafico dei lavoratori al posto delle liste di collocamento.
Parallelamente con il D.Lgs 181/2000, di seguito modificato dal D.lgs. 297/2002, si è avviato il
6
disegno di revisione del modello organizzativo e funzionale della disciplina del mercato del
lavoro. Infine il D.Lgs 276/2003 interviene con ulteriori modifiche sull’organizzazione e
disciplina del mercato del lavoro, introducendo nuovi soggetti autorizzati e definendo un
adeguato regime sanzionatorio.
La legge 92 del 28 giugno 2012 modifica e ridefinisce gli interventi che devono essere garantiti
ai cittadini. Essa all’articolo 4 comma 33 modifica il decreto 181/2000, nello specifico:
a) colloquio di orientamento entro tre mesi dall'inizio dello stato di disoccupazione;
b) azioni di orientamento collettive fra i tre e i sei mesi dall'inizio dello stato di disoccupazione,
con formazione sulle modalità più efficaci di ricerca di lavoro;
c) formazione della durata complessiva non inferiore a due settimane tra i sei e i dodici mesi
dall'inizio dello stato di disoccupazione; tale formazione deve essere adeguata alle competenze
professionali del disoccupato e alla domanda di lavoro dell'area territoriale di domicilio;
d) proposta di adesione a iniziative di inserimento lavorativo entro la scadenza del periodo di
percezione del trattamento di sostegno al reddito.
È prevista inoltre l'offerta di formazione professionale, della durata complessiva non inferiore a
due settimane, nei confronti dei beneficiari di trattamento di integrazione salariale che
comporti la sospensione dall'attività lavorativa per un periodo superiore ai sei mesi.
Inoltre la stessa Legge 92/2012 ai commi 51-61 e 64-68 richiama la necessità di garantire ai
cittadini il diritto di vedersi riconosciute le competenze acquisite anche al di fuori dei percorsi
formali, attraverso il riconoscimento, la validazione e la certificazione delle competenze
comunque acquisite. Le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione
e validazione degli apprendimenti non formali e informali e gli standard minimi di servizio del
sistema nazionale di certificazione delle competenze, sono state oggetto del recente decreto
legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013.
Alla luce di quanto sopra richiamato, si possono configurare cinque aree di prestazione che i
servizi per il lavoro, pubblici e privati accreditati, sono chiamati a garantire:
1. informazione e accesso ai servizi di politica attiva;
2. orientamento al lavoro e alla formazione;
3. misure di accompagnamento al lavoro;
4. incontro domanda e offerta di lavoro;
5. identificazione, validazione e certificazione delle competenze;
7
A ciascuna delle cinque aree di prestazione sono correlabili le prestazioni essenziali che sono
state enucleate in riferimento a quanto tratteggiato nella legge 92/2012 e alle pratiche
adottate in Regione del Veneto a seguito delle politiche di contrasto alla crisi, realizzate a
partire dall’Accordo Stato Regioni.
Al fine di garantire le prestazioni essenziali collegate a ciascuna delle cinque aree di cui sopra,
è necessario garantire i requisiti di struttura, di processo e soprattutto di relazione; questi
ultimi permettono di affermare che le competenze professionali fondamentali2, necessarie
nell’ambito di un servizio per l’impiego possono essere le seguenti:
1. gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini
interessati a modificare la propria situazione lavorativa;
2. gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente
del servizio, spendibili nel mercato del lavoro;
3. elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità;
4. gestire l’incrocio domanda-offerta di lavoro;
5. accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento
lavorativo;
6. monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio,
intervenendo con eventuali azioni correttive.

2

DGR 2238 del 20.12.2011 consultabile al seguente link: http://www.regione.veneto.it/web/lavoro/accreditamento-servizi-lavoro

8
1.2 Prestazioni essenziali: metodologia e strumenti di rilevazione
L’indagine ha posto l’accento su:
-

l’organizzazione e le prestazioni offerte dai Servizi Pubblici per l’Impiego (SPI)

-

le competenze professionali degli operatori dei SPI.

L’intervista utilizzata ai fini dell’indagine è descritta in maniera analitica in questo paragrafo,
ma per rendere maggiormente leggibile la struttura dell’intervista stessa si propone qui di
seguito uno schema riassuntivo:

STRUTTURA DELL’INTERVISTA
I° SEZIONE

PARTE 1-A

Rivolta ai Responsabili
dei CPI (42)
ORGANIZZAZIONE E

-

QUADRO ORGANIZZATIVO DEI CPI

PARTE 1-B

PRESTAZIONI OFFERTE DAI

-

REQUISITI DI STRUTTURA E DI PROCESSO

PARTE A

Rivolta agli operatori dei
CPI (76)

COMPETENZE PROFESSIONALI
DEGLI OPERATORI DEI SPI

PRESTAZIONI ESSENZIALI

-

II° SEZIONE

AREE DI PRESTAZIONE

-

SERVIZI PUBBLICI PER
L’IMPIEGO (SPI)

-

AUTOVALUTAZIONE

DELLE

COMPETENZE

PROFESSIONALI

DEGLI

OPERATORI

PARTE B
AUTOVALUTAZIONE DELLE CONOSCENZE

-

L’intervista3 è strutturata in

-

AUTOVALUTAZIONE DELLE ABILITÀ

due sezioni; la prima sezione

è

stata

somministrata

esclusivamente ai responsabili dei CPI.
Le aree di prestazione individuate sono le seguenti:
1. Informazione e accesso ai servizi;
2. Orientamento al lavoro e alla formazione;
3Per il testo integrale dell’intervista si veda l’allegato 1.

9
3. Misure di accompagnamento al lavoro;
4. Incontro domanda e offerta di lavoro;
5. Identificazione, validazione e certificazione delle competenze.
Tali aree sono sostanziate da 12 prestazioni essenziali auto-consistenti, utili a supportare un
percorso di ingresso o re-ingresso nel mondo del lavoro. Questi percorsi si possono articolare
secondo il bisogno, l’appartenenza a specifici target e le caratteristiche socio-professionali dei
cittadini ai quali la norma riconosce benefici o tutele giuridiche ed economiche.
Nello schema che segue è fornita una sintetica descrizione di ciascuna prestazione essenziale.

10
Area

Prestazione essenziale

Descrizione

1.1 Fornire informazioni

2.2 Azioni collettive di orientamento

Incontri informativi/formativi sulle modalità efficaci di ricerca di occupazione, adeguate al
contesto produttivo territoriale.
Colloquio di orientamento individuale per indirizzare la persona a percorsi di identificazione
delle competenze.

3.2 Proposta e realizzazione di attività di
formazione

Formazione della durata complessiva non inferiore a due settimane tra i 6 e i 12 mesi
dall’inizio dello stato di disoccupazione. Organizzazione e proposta di tirocini formativi.
Valutazione del caso individuale, elaborazione di proposta di indirizzo per la persona verso
iniziative di inserimento lavorativo o riqualificazione professionale anche mediante stage e
tirocini.

4.1 Colloquio di attivazione

5. Identificazione,
validazione e
certificazione delle
competenze

Colloquio di orientamento e di valutazione del caso individuale, al fine di supportare la
persona nella scelta di opportunità lavorative e di servizi coerenti al suo profilo
professionale.

3.3 Proposta di adesione ad iniziative di
inserimento lavorativo

4. Incontro
domanda e offerta
di lavoro

Condivisione e firma del Patto di Servizio (PdS) che descrive e sostanzia gli impegni reciproci
tra le parti.

3.1 Proposta di percorsi di
validazione/certificazione delle competenze
3. Misure di
accompagnamento
al lavoro

Rilascio della DID, accertamento dei requisiti soggettivi e iscrizione/aggiornamento del
profilo socio-professionale del lavoratore nel SIL.

2.1 Colloquio di orientamento
2. Orientamento al
lavoro e alla
formazione

1.2 Aggiornamento del profilo socioprofessionale
1.3 Stipula del Patto di Servizio

1. Informazione e
accesso ai servizi

Informazioni circa le opportunità occupazionali e formative, le caratteristiche del MdL e gli
strumenti di politica attiva disponibili nella rete dei Servizi per il lavoro e della formazione
professionale.

Colloquio finalizzato alla individuazione di opportunità lavorative coerenti con il profilo
professionale del cittadino.

4.2 Promozione del profilo professionale

Selezione e pubblicazione delle vacancies e azioni di promozione del profilo presso le
imprese.

5.1 Identificazione delle competenze, raccolta,
analisi e selezione delle evidenze

Colloquio specialistico per l’identificazione e l’accertamento delle competenze finalizzato alla
costruzione del «dossier delle evidenze».

5.2 Validazione / certificazione delle
competenze

Analisi del dossier delle evidenze e colloquio specialistico per la validazione delle competenze
da parte di una commissione composta da minimo 2, massimo 3 esperti (esperto di metodo,
esperto della professione, esperto della formazione)

Schema 1 – Descrizione delle 12 prestazioni essenziali collegate alle 5 aree di prestazione

11
Ai responsabili dei Centri per l’Impiego coinvolti nell’intervista è stato chiesto se ciascuna
prestazione essenziale fosse:
A - garantita
B - parzialmente garantita
C - non garantita
Inoltre, per ogni area di prestazione sono stati rilevati i requisiti di struttura e di processo
essenziali ai fini di poter garantire le prestazioni stesse. E’ stato richiesto se ciascun requisito
di struttura e di processo fosse:
A - garantito
B - attivabile al bisogno
C - non garantito
Nel caso di risposta B o C, sia in riferimento alle prestazioni sia in riferimento ai requisiti è
stato chiesto, inoltre, di esplicitare sinteticamente i motivi della parziale o della mancata
garanzia.
Nello schema che segue, è fornito il quadro dei requisiti di struttura e di processo relativi a
ciascuna area di prestazione.

12
Area

Prestazione essenziale

Requisiti di struttura

Requisiti di processo

1. Sito internet aggiornato
1.1 Fornire informazioni
1. Informazione e
accesso ai servizi

1.2 Aggiornamento del profilo
socio-professionale

1. Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo
d'impresa

2. Punto di accoglienza per utenza
con operatore dedicato

2. Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini

3. Spazio attrezzato per autoconsultazione di materiali informativi

3. Servizio informativo specifico dedicato alle imprese
4. Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti

2.1 Colloquio di orientamento
2. Orientamento al
lavoro e alla
formazione
2.2 Azioni collettive di
orientamento

5. Servizio di attivazione degli AA.SS. in raccordo con INPS

1. Postazione attrezzata e riservata
per colloqui operatore-utente

1. Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio
della DID

2. Aula/sala attrezzata per incontri di
gruppo

1.3 Stipula del Patto di Servizio

4. Postazione attrezzata e riservata
per colloqui operatore-utente

2. Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi

3. Disponibilità di dossier di analisi
del contesto e degli scenari
occupazionali del territorio

3. Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della
DID

4. Disponibilità di un catalogo delle
opportunità formative e relativi
requisiti di accesso

3.1 Proposta di percorsi di
validazione/certificazione delle
competenze
3.3 Proposta di adesione ad
iniziative di inserimento lavorativo

2. Sistema di monitoraggio del PAI
(tracciabilità delle azioni)

3. Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine
dell’obbligo formativo

3. Raccordo e invio ai servizi
formativi per accesso a percorsi di PAL

4. Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a
sostegno del reinserimento

4.1 Colloquio di attivazione
4. Incontro
domanda e offerta
di lavoro

1. Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità

3.2 Proposta e realizzazione di
attività di formazione

3. Misure di
accompagnamento
al lavoro

1. Monitoraggio dell’andamento delle
azioni poste in essere a favore degli
utenti del servizio e interventi con
eventuali azioni correttive

1. Report di analisi del fabbisogno
occupazionale delle imprese del
territorio provinciale

1. Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID

2. Collegamento con ClicLavoro

3. Attività di promozione e marketing verso le imprese

3. Gestione informatizzata del
processo di incrocio D/O

4. Aggiornamento costante delle informazioni su SIL

4.2 Promozione del profilo
professionale

2. Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento
lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta

2. Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature

13
1. Registro operatori di supporto alla
costruzione del dossier delle evidenze

5. Identificazione,
validazione e
certificazione delle
competenze

5.1 Identificazione delle
competenze, raccolta, analisi e
selezione delle evidenze

1. Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl

2. Registro esperti di validazione

2. Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave

3. Disponibilità di analisi di contesto e
scenari occupazionali del territorio
4. Aula/sala attrezzata per incontri
individuali
5.2 Validazione / certificazione
delle competenze

5. Repertorio professioni
indicato/adottato dalla regione
6. Format dossier

Schema 2 – Elenco dei requisiti di struttura e di processo per le 5 aree di prestazione

14
La seconda sezione dell’intervista è articolata per quesiti che fanno fulcro su sei
competenze professionali fondamentali (“competenze chiave”). I quesiti di questa
sezione dell’intervista sono stati rivolti a 76 operatori4 che intervengono in 42 CPI presenti
nella Regione.
Il gruppo di operatori cui è stata rivolta l’intervista è stato individuato chiedendo ai
Responsabili dei centri per l’impiego di indicare due nominativi5 che nell’ambito dell’attività
potessero agire le sei competenze ritenute fondamentali che sono di seguito elencate:

1) Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini
interessati a modificare la propria situazione lavorativa.
2) Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino,
utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro.
3) Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità.
4) Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro.
5) Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento
lavorativo.
6) Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio,
intervenendo con eventuali azioni correttive.

Questa sezione dell’intervista è stata costruita e proposta agli operatori intervistati con due
obiettivi.
Il primo, verificare con gli operatori il reale esercizio di tali competenze chiave nella
gestione ordinaria delle attività necessarie a soddisfare l’offerta dei servizi che fanno capo
alle cinque prestazioni essenziali richieste ai servizi per il lavoro.
Il secondo obiettivo, stabilire se l’esercizio di tali competenze è sufficiente a
garantire l’offerta dei medesimi servizi o se invece sono necessarie anche altre
competenze oltre alle sei competenze chiave sopra richiamate.

4 I dati relativi al numero di operatori intervistati e ai Servizi per l’impiego di riferimento sono riportati nella tabella 1
dell’Appendice “tabelle e grafici”.
5 Si precisa che alcuni operatori intervistati intervengono in più di un centro per l’impiego nell’ambito della stessa provincia. È il
caso ad esempio degli SPI di Arzignano e Valdagno che hanno operatori in comune e di Vicenza il cui personale interviene anche
nel centro di Lonigo. E’ anche il caso di Pieve di Soligo e Conegliano. Essendo il primo ormai una “succursale” del CPI di
Conegliano, alcuni operatori di questo CPI in vari giorni e in vari orari, sono presenti a Pieve per garantire il servizio agli utenti
dei comuni afferenti.

15
Al primo obiettivo d’indagine è legata la prima parte dell’intervista denominata “Intervista parte A” che comprende un set di domande che l’intervistatore ha posto in presenza e in
modo individuale agli Operatori dei Centro per l’impiego (d’ora in avanti Operatore del CPI).
L’intervistatore ha illustrato all’Operatore del CPI le 6 competenze fondamentali per un
Operatore che agisca nell’ambito dei servizi per il lavoro.
Come noto, la letteratura ha offerto numerose definizioni del termine “competenza” e dei
suoi elementi: le conoscenze e le abilità. L’intervista è strutturata sulla base di una scelta
precisa in merito all’utilizzo delle definizioni di competenza, conoscenza e abilità adottate in
ambito europeo6. Tale scelta è stata esplicitata nel testo dell’intervista e condivisa con gli
operatori intervistati.
All’Operatore del CPI è stato quindi richiesto di esprimere il grado di possesso di ciascuna
delle 6 competenze in base all’esercizio di ciascuna competenza nello svolgimento del lavoro
cui normalmente si dedica.
Per esprimere il grado di possesso della competenza è stato proposto l’utilizzo di una scala di
valutazione da 1 a 4 punti, di seguito riportata, al fine di esprimere una valutazione.
Punteggio: 1

Non ha mai affrontato situazioni che potessero fargli agire la competenza
oggetto di analisi

Punteggio: 2

Ha gestito solo occasionalmente situazioni poco complesse che potessero
fargli agire la competenza oggetto di analisi

Punteggio: 3

Agisce abitualmente (con buoni risultati) comportamenti per affrontare
situazioni abbastanza complesse che richiedono per loro natura la
competenza oggetto di analisi

Punteggio: 4

Agisce sempre (con ottimi risultati) comportamenti per affrontare situazioni
molto complesse che richiedono per loro natura la competenza oggetto di
analisi

6

Fonte: Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle
qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF). Per competenza si intende la comprovata capacità di utilizzare conoscenze,
abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e
personale. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e
autonomia.
Per conoscenza si intende il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un
insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto dell'European Qualifications
Framework (EQF) le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.
Per abilità si intende la capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere
problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l'uso del
pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l'abilità manuale e l'uso di metodi, materiali, strumenti).

16
Successivamente è stato chiesto di elencare le conoscenze e le abilità ritenute necessarie
all’esercizio delle competenze rispetto alle quali l’operatore si era attribuito un punteggio
elevato (3 o 4). Inoltre per le competenze rispetto alle quali l’operatore si era attribuito un
punteggio pari a 2, intendendo che ha agito solo occasionalmente la competenza, è stato
chiesto di elencare le conoscenze e le abilità a suo parere mancanti.
Conoscenze e abilità sono elementi costitutivi e portanti delle competenze. Altri elementi
concorrono a strutturare le competenze (atteggiamenti, motivazioni, percezione di sé, valori,
etc) ma sono questi i due elementi fondamentali sui quali più efficacemente è possibile agire
con interventi a carattere formativo laddove si evidenzino criticità nell’esercizio della
competenza.

Al secondo obiettivo dell’indagine è legata la seconda parte dell’intervista denominata
“Intervista - Parte B” che comprende un set di domande alle quali gli Operatori dei centri
per l’impiego hanno risposto in modo individuale senza la presenza dell’intervistatore.
Questa parte dell’intervista è suddivisa in due sezioni denominate Sezione 1- Conoscenze
e Sezione 2 - Abilità. Nella prima sezione è presentato un elenco di conoscenze, nella
seconda è presentato un elenco di abilità. Tali conoscenze e abilità sono quelle che
potrebbero servire a un Operatore che agisca nell’ambito dei servizi per il lavoro. Per ciascun
elenco, presente nelle due sezioni, è stato chiesto di

esprimere una valutazione

relativamente al possesso di ogni singola conoscenza e di ogni singola abilità segnalate nei
rispettivi elenchi.

In particolare, per quanto riguarda le abilità, è stato proposto di utilizzare una scala di
valutazione da 1 a 4 punti, di seguito riportata, al fine di esprimere una valutazione in
merito a ciascuna abilità.
Punteggio: 1

Non applico questa abilità nel lavoro che svolgo

Punteggio: 2

Utilizzo raramente questa abilità nel lavoro che svolgo

Punteggio: 3

Applico abitualmente questa abilità nel lavoro che svolgo

Punteggio: 4

Applico abitualmente questa abilità per affrontare situazioni lavorative anche
molto complesse

Infine è stato chiesto di fare degli esempi in merito all’esercizio di alcune specifiche abilità
solo nel caso in cui a queste fosse stato attribuito dall’Operatore un punteggio elevato (3 o
4). Si fa presente che le abilità cui è stato richiesto di fare specifico riferimento erano 7 su
37.
17
Si tratta delle abilità rilevanti per poter erogare le prestazioni essenziali legate all’area di
prestazione 5 “Identificazione, validazione e certificazione delle competenze” in merito alle
quali si è ritenuto utile fare uno specifico approfondimento.
La modalità dell’autovalutazione offre senza dubbio una lettura di parte. Tuttavia la
correlazione tra gli esiti di questa parte dell’intervista con la prima parte dell’intervista che
ha indagato quantitativamente le performance regionali dei servizi per il lavoro a partire
dalle performance dei singoli CPI consente di fornire un quadro di riferimento completo e
oggettivo.

18
PARTE 2
Le prestazioni garantite dai SPI
Questa seconda parte riporta gli esiti riguardanti l’indagine sulle prestazioni garantite dai CPI del Veneto.
Vengono presentate le caratteristiche organizzative dei SPI veneti (operatori, bacino di utenti potenziali)
e si descrive il livello di garanzia delle prestazioni oggetto dell’indagine. Il quadro che emerge è di un
elevato livello di garanzia, reso possibile sia dall’utilizzo degli strumenti codificati in ambito regionale per
la gestione degli interventi (DID, Patto di Servizio, PAI) che dal supporto di un efficace Sistema
Informativo Lavoro.
Dall’analisi emergono possibili aree di miglioramento delle prestazioni erogate ai cittadini, con
particolare riferimento alle prestazioni di Area 3 “Misure di accompagnamento al lavoro” e di Area 5
“Identificazione, validazione e certificazione delle competenze”.

19
2.1 Struttura ed Organizzazione dei SPI nella Regione Veneto
L’assetto attuale del sistema dei SPI del Veneto è costruito sulla base della seguente
dicotomia: da un lato spetta alla Regione l’ambito funzionale di indirizzo, programmazione e
governo, mentre alle Province spetta la gestione dei CPI.

I soggetti istituzionali responsabili dell’erogazione dei servizi sono la Regione e le Province,
che operano attraverso apposite strutture operative che sono la Direzione Lavoro e l’Ente
strumentale Veneto Lavoro. Quest’ultimo svolge la funzione di osservatorio regionale del
mercato del lavoro, e presta assistenza tecnica al sistema dei CPI soprattutto per la gestione
del sistema informativo regionale del lavoro. In generale le strutture regionali operano come
strutture di secondo livello, con un ruolo nei confronti delle strutture provinciali di
coordinamento, indirizzo e assistenza tecnica.

Per l’erogazione diretta dei servizi ai cittadini le Province si avvalgono dei Centri per
l’Impiego, che sono strutture territoriali i cui bacini di competenza sono rimasti formalmente
i medesimi di quelli delle ex Sezioni circoscrizionali per l’impiego, così come ridefinite dal
decreto legislativo 469/97. In alcuni casi le Province hanno modificato sul piano operativo
questa suddivisione territoriale o accorpando la gestione di due CPI (è il caso dei CPI di
Schio e Thiene), o suddividendo in due unità operative un unico CPI (è il caso, ad esempio,
del CPI di San Donà di Piave dove è stata creata anche l’unità operativa di Jesolo). Inoltre,
anche per la Provincia di Treviso si segnala che da gennaio 2010 è avvenuto l’accorpamento
tra il CPI di Motta di Livenza e quello di Oderzo.
Sul piano della suddivisione territoriale, la regione Veneto conta 40 CPI e 3 uffici territoriali,
questi ultimi presenti nella sola della provincia di Venezia. L’oggetto dell’indagine sono stati i
40 CPI e i due uffici distaccati di Mestre e Jesolo, mentre l’ufficio di Cavarzere non è stato
oggetto di rilevazione in quanto la sua struttura organizzativa non è riconducibile ad un CPI
organizzato. Le tabelle e i grafici che seguono si riferiscono, pertanto, a 42 strutture
organizzate che da qui in avanti saranno chiamate CPI.
Nei CPI della Regione sono impegnati complessivamente 397 operatori di cui, 379 assunti a
tempo indeterminato, 6 assunti tempo determinato e 12 tra esperti e collaboratori. Il
personale impegnato in attività di front office è di 323 unità (Tab. 1).

20
Si segnala la progressiva diminuzione del personale dei CPI, passato nel periodo 2005/2011
da 569 a 422 operatori7, per arrivare ai 397 operatori del 2012, con una riduzione
complessiva dal 2005 del 33%.

Tab. 1 – Personale dei Centri per l’Impiego del Veneto

Personale CPI per
tipologia assunzione

N.
N. dipendenti
dipendenti
a tempo
a tempo
indeterminato
determinato

N. eventuali
TOTALE
DI CUI
esperti,
PERSONALE FRONT
consulenti e
CPI
OFFICE
collaboratori

PROVINCIA DI BELLUNO

26

0

0

26

24

PROVINCIA DI PADOVA

52

1

1

54

45

PROVINCIA DI ROVIGO

35

0

0

35

35

PROVINCIA DI TREVISO

72

4

11

87

65

PROVINCIA DI VENEZIA

59

1

0

60

57

PROVINCIA DI VERONA

75

0

0

75

51

PROVINCIA DI VICENZA
TOTALE REGIONE
VENETO

60

0

0

60

46

379

6

12

397

323

In riferimento alla popolazione attiva (Tab. 2), la maggior parte dei CPI serve mediamente
un bacino territoriale superiore alle 100 mila unità, passando da 46 mila dei CPI della
provincia

di

Belluno,

fino

ad

arrivare

ai

131

mila

della

provincia

di

Verona.

Complessivamente tutti i CPI dei comuni capoluogo di provincia servono bacini molto
consistenti, eccetto Belluno e Rovigo dove ci si attesta su bacini inferiori alle 50 mila unità.

Tab. 2 - Popolazione di 15 anni e oltre per sesso, classe di età, regione e provincia - Anno 2012 (dati in
migliaia)

REGIONI E
PROVINCE
VENETO
Verona
Vicenza
Belluno
Treviso
Venezia
Padova
Rovigo
Fonte: ISTAT

Maschi

Femmine

15-24 25-54

55 e oltre

Totale

15-24 25-54

55 e oltre

Totale

235 1.096
49
205
47
192
10
45
40
203
37
187
42
212
11
52

718
128
123
33
124
135
134
42

2.050
382
361
88
367
359
388
105

223 1.071
47
197
44
185
10
43
42
193
34
189
37
213
11
52

871
157
143
43
149
166
164
49

2.166
401
373
96
384
388
413
112

Maschi e femmine
55 e
15-24
25-54
oltre
459
96
91
19
82
71
78
22

2.168
402
377
88
396
375
425
104

Totale

1.589
285
266
77
272
301
297
91

4.216
783
733
184
750
747
800
217

7

Fonte Veneto Lavoro, Rapporto MdL 2012. 422 è dato dalla somma di: n. 379 operatori con contratto a tempo indeterminato,
7 a tempo determinato e 36 Co.co.pro.

21
2.2 Informazione e accesso ai servizi
Il cittadino si rivolge ad un CPI per dichiarare la sua immediata disponibilità al lavoro, e
quindi richiede informazioni sulle opportunità e sui servizi a lui dedicati e sulle modalità di
erogazione degli stessi.
Alla prima area di prestazione Informazione e accesso ai servizi sono correlate le seguenti
prestazioni essenziali:
1.1 fornire informazioni;
1.2 aggiornamento del profilo socio-professionale del cittadino;
1.3 stipula del Patto di Servizio.
Queste prestazioni sono garantite al 100% da tutti i CPI della Regione come si evince dal
seguente grafico:

Graf.1- Le prestazioni di area 1
(Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)

I requisiti di struttura sono garantiti dalla quasi totalità dei CPI regionali come si evince dalla
seguente tabella:

22
Area Informazione e accesso ai servizi
Requisiti di struttura

Agarantita

B - attivabile
al bisogno

C - non
garantita

A+B

1 Sito internet aggiornato

42

0

0

100%

2 Punto di accoglienza per utenza con
operatore dedicato

36

3

3

93%

3 Spazio attrezzato per autoconsultazione di materiali informativi

40

2

0

100%

4 Postazione attrezzata e riservata per
colloqui operatore-utente

38

3

1

98%

Tab.3 –Area 1 requisiti di struttura

Sostanzialmente la percentuale di soddisfazione dei requisiti è molto alta, mentre si rilevano
criticità con riferimento al requisito 2, poiché non è garantito in 3 CPI (Dolo, Jesolo,
Portogruaro) e con riferimento al requisito 4, poiché non è garantito in 1 CPI (Oderzo).

I requisiti di processo sono garantiti dalla quasi totalità dei CPI regionali.
Area Informazione e accesso ai servizi
Requisiti di processo
1 Servizio di prima informazione per chi
vuole avviare un lavoro autonomo
d'impresa

Agarantita

2 Servizio di promozione e marketing dei
servizi del SPI verso i cittadini

B- attivabile
al bisogno

C - non
garantita

A+B

23

6

86%

30

7

5

88%

3 Servizio informativo specifico dedicato
alle imprese

33

8

1

98%

4 Servizi informativi specificatamente
dedicati ai migranti

13

18

11

74%

5 Servizio di attivazione degli AA.SS. in
raccordo con INPS

41

1

0

100%

13

Tab.4 –Area 1 requisiti di processo

Il requisito 1 non è garantito nei CPI di Venezia, Chioggia, Mirano, Piove di Sacco, Cittadella
e Schio/Thiene.
Il requisito 2 non è garantito in 5 CPI della Provincia di Venezia (Mestre, Venezia, Dolo,
Jesolo, San Donà di Piave) come il requisito 3 (CPI Venezia).
Il requisito 4 non è garantito in tutti i CPI della Provincia di Vicenza, a Venezia e Dolo, a
Pieve di Cadore, a Padova e Abano Terme.

Nel corso dell’intervista è stato chiesto se il CPI avesse rapporti formali con altri soggetti del
territorio (CCIAA, servizi sociali dei comuni, ULSS etc.). I responsabili dei CPI hanno risposto
23
che i rapporti sono codificati e gestiti a livello provinciale, attraverso la stipula di apposite
convenzioni. Infatti risultano codificati rapporti con associazioni di categoria, camere di
commercio e le ULSS. Tali convenzioni permettono al sistema dei servizi di rinviare i cittadini
anche agli sportelli specialistici esterni al CPI; ad esempio il servizio di prima informazione
per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa (autoimpiego), non è generalmente
previsto nei CPI, ma gli operatori, decodificato il bisogno del cittadino, lo supportano nella
gestione dell’appuntamento con lo sportello deputato dell’associazione di categoria e/o
camera di commercio. Lo stesso avviene con i servizi di inserimento lavorativo delle ULSS
(SIL) e le cooperative sociali. Per quanto concerne gli ammortizzatori sociali, i rapporti con
INPS non sono formalizzati, ma è garantito il supporto al cittadino per l’accesso agli stessi
(disoccupazione ordinaria, ASPI/miniASPI, mobilità 223 e in deroga).
Le dichiarazioni dei responsabili dei CPI sulla garanzia delle prestazioni sono suffragate dal
dato oggettivo, poiché nell’anno 2012 risultano registrate sul Sistema informativo lavoro
Veneto 139.890 DID, pari a una media di 3.497 DID per CPI (Tab. 5).
Si è rilevato che al momento della sottoscrizione della DID l’operatore verifica la posizione
del cittadino, aggiorna il suo profilo socio-professionale e registra le informazioni e la DID nel
SILV; lo informa circa le opportunità occupazionali, l’accesso agli ammortizzatori sociali o
altre agevolazioni.
Nel corso del 2012, inoltre sono stati registrati su SILV 127.363 Patti di Servizio (Tab. 6)
pari al 91% delle DID rilasciate; si sottolinea che nella maggioranza dei casi il Patto di
Servizio viene sottoscritto contestualmente alla sottoscrizione della DID e comunque entro e
non oltre 3 settimane.

La tabella che segue riporta i valori assoluti delle DID e dei PdS trattati dai CPI delle
province del Veneto.

24
tabella 5 - Rapporto DID / Operatori
Provincia

Flusso
DID

%

media per
CPI

N. CPI

n.
operatori

media
operatore

7.048

5,04%

4

1.762

26

271

PADOVA

25.486

18,22%

9

2.832

52

490

ROVIGO

8.291

5,93%

3

2.764

35

237

TREVISO

26.045

18,62%

6

4.341

72

362

VENEZIA

26.533

18,97%

6

4.422

59

450

VERONA

25.109

17,95%

6

4.185

75

335

VICENZA

21.378

15,28%

6

3.563

60

356

139.890

100,00

40

3.497

379

369

BELLUNO

totale

Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013

Tab. 6 – Le prestazioni relative all’Area 1 “Informazione e accesso ai servizi”

1.1 DID rilasciate ai CPI
Veneto
BL
PD
Area 1 –
Informazione
e accesso ai
servizi

Valori
assoluti

139.890

7.048

25.486

RO

TV

VE

8.291

26.045

26.533

TV

VE

1.2 PDS sottoscritti ai CPI
Veneto
BL
PD
RO
Valori
assoluti

127.363

3.897

25.486 9.094

26.541

VR

VI

25.109 21.378

VR

VI

13.626 27.724 20.995

Fonte Rapporto Veneto Lavoro 2013 su dati SILV

Sulla base del numero totale delle DID rilasciate nel corso del 2012 si evince che in media
ogni operatore8 dei CPI veneti dovrebbe prendere in carico circa 369 cittadini, con 237
cittadini per la Provincia di Rovigo e 490 cittadini per la Provincia di Padova.

8

Il calcolo è stato fatto utilizzando solo il personale assunto a tempo indeterminato

25
Focus on
Il Patto di Servizio e il Piano di Azione Individuale
Il concetto di “patto di servizio” è presente nella normativa nazionale, specificatamente nella
legge n. 247 del 2007. Nello stabilire la delega al Governo per il riordino della normativa in
materia di servizi per l’impiego la legge individuava, al comma 31 dell’articolo 1, tra i principi e
i criteri direttivi della delega, la promozione del patto di servizio come strumento di gestione
adottato dai servizi per l’impiego per interventi di politica attiva del lavoro. Con riferimento alle
più recenti novità normative, l’articolo 19, comma 10 della L. 2/2009 subordina l’erogazione
dei trattamenti degli ammortizzatori sociali in deroga alla sottoscrizione da parte dei lavoratori
interessati di un apposito “patto di servizio” presso i competenti centri per l’impiego.
Il patto di servizio era stato già introdotto in Veneto con la DGR n. 1837 del 18 giugno 2004
quale strumento per gestire il riconoscimento, la conservazione, la perdita dello “stato di
disoccupazione”.
Nella prassi amministrativa il Patto di Servizio definisce le condizioni generali dell’erogazione
dei servizi da parte del CPI e della fruizione dei medesimi da parte del lavoratore e rappresenta
un vero e proprio standard di servizio. Ha la forma di accordo tra il Centro per l’Impiego e il
disoccupato e deve essere sottoscritto dalle due parti.
Il Patto di Servizio, si configura dunque come “condizione per l’esercizio di diritti riconosciuti
dall’ordinamento” e rappresenta lo strumento attraverso il quale il lavoratore in cerca di
occupazione e i CPI sanciscono i rispettivi impegni e ruoli nello svolgimento del percorso
personalizzato di orientamento, riqualificazione ed accompagnamento al lavoro. Nello specifico,
il Patto di Servizio è il contratto che assicura ai soggetti disoccupati/inoccupati, l’erogazione dei
servizi per la riqualificazione e la promozione dell’inserimento lavorativo. Il Patto, oltre ai dati
anagrafici e ai riferimenti alla situazione occupazionale, prevede esplicitamente che
l’individuazione delle specifiche azioni da realizzare per promuovere l’occupabilità e
l’inserimento lavorativo del cittadino debba avvenire attraverso la successiva definizione di un
Piano d’Azione Individuale (PAI).
Il PAI è lo strumento attraverso il quale il soggetto, con il concorso di un operatore del sistema
dei servizi per il lavoro pubblici o privati accreditati/autorizzati, definisce un programma di
attività funzionali al raggiungimento dell’obiettivo occupazionale individuato e condiviso fra
l’operatore unico e il lavoratore in cerca di occupazione.
Il patto di servizio e il piano di azione individuale sono strumenti standardizzati in ambito
regionale e utilizzati anche dai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro.

26
Focus on
I rapporti con il territorio
Per quanto riguarda i rapporti con il territorio, l'organizzazione dei CPI prevede che accordi,
collaborazioni e partenariati siano stipulati a livello provinciale. Ad esempio, i CPI della
provincia di Venezia, hanno rapporti di collaborazione formalizzati e in atto con:
•
l'INAIL per la gestione dei lavoratori disabili coinvolti in cause di lavoro;
•
le ULSS per la gestione dei lavoratori disabili;
•
la cooperativa COGES per la gestione dei lavoratori disabili di difficile collocazione nel
mercato del lavoro.
Vanno segnalati gli accordi dei CPI di Mestre, Venezia e Jesolo con i servizi sociali dei rispettivi
Comuni per la gestione di tirocini finalizzati alla collocazione di soggetti in situazione di disagio
socio-economico.
Il complesso degli accordi di collaborazione formalizzata con soggetti pubblici o privati indica
una sostanziale attenzione verso i soggetti deboli, svantaggiati o a rischio di esclusione sociale.
In riferimento all’item n. 10 presenza di accordi/reti di collaborazione, è emerso come i
rapporti di partenariato/collaborazione siano definiti per lo più a livello provinciale e non dal
singolo CPI. La provincia di Padova ha un accordo con i comuni di Albignasego, Cadoneghe,
Carmignano di Brenta, Casalserugo, Correzzola, Limena, Rubano, Selvazzano Dentro, Vigonza,
Villafranca Padovana per l’apertura di 10 sportelli InformaLavoro che insieme ai nove CPI
potenziano la rete provinciale dei SPI.
Tale rete si completa con servizi allestiti ad hoc da soggetti pubblici e privati in riferimento a
specifici progetti di inclusione sociale. In particolare, nel 2012, segnaliamo il Progetto Sociale
promosso dalla Fondazione Cariparo, Diocesi di Padova, Fondazione Antonveneta, Camera di
Commercio, ULSS 16, e, per le province di Belluno e Verona, il progetto promosso dalla
Fondazione CARIVERONA.
La gestione dei rapporti con i servizi sociali dei comuni non è regolata da un provvedimento
specifico, tant’è che non è possibile definire il numero dei soggetti inviati ai servizi sociali dei
comuni o giunti al CPI su segnalazione degli stessi.

27
2.3 Orientamento al lavoro e alla formazione

Alla seconda area di prestazione Orientamento al lavoro e alla formazione sono correlate le
seguenti prestazioni essenziali:
2.1 colloquio di orientamento
2.2 azioni collettive di orientamento.

Il colloquio prevede la valutazione del caso individuale al fine di indirizzare la persona verso le
opportunità lavorative e i servizi più coerenti ai suoi bisogni, al suo profilo professionale, anche
con il supporto di sessioni orientative di gruppo.

Il colloquio di orientamento risulta garantito dalla quasi totalità dei CPI, mentre le azioni di
orientamento collettivo risultano sempre garantite dal 64% dei CPI, mentre il 18% le
garantisce parzialmente o al bisogno e un altro 18% non le garantisce affatto.
0%

10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

2.1 Colloquio di orientamento

97%

3%
0%
garantita
parzialmente garantita
non garantita

2.2 Azioni di orientamento collettive

64%

18%

18%

Graf. 2 - Le prestazioni di Area 2
(Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)

I requisiti di struttura relativi a questa area di prestazione sono garantiti nella quasi la totalità
dei CPI. Dalla tabella riportata di seguito si evince la piena garanzia del requisito della
postazione attrezzata e riservata per la conduzione di colloqui. Inoltre, nel 90% dei CPI, è
garantita pienamente o al bisogno la disponibilità di un catalogo delle opportunità formative
(solo nei CPI di Bassano del Grappa, Dolo, Mirano, Portogruaro il requisito non è presente).
Aspetti di maggiore criticità si riscontrano per il requisito della sala attrezzata per le sessioni di
orientamento di gruppo; infatti è disponibile in 27 CPI e al bisogno in altri 8, mentre non è
28
garantito nei CPI di Abano Terme, Portogruaro, San Donà di Piave, Jesolo, Venezia, Vicenza,
Lonigo. Altro aspetto critico è rappresentato dalla parziale disponibilità di analisi di contesto e
scenari occupazionali del territorio. Tale disponibilità è garantita pienamente in 19 CPI, in altri
17 è garantita al bisogno, mentre non risulta garantita nei CPI di Legnago, Chioggia, Dolo,
Mirano, Jesolo, Portogruaro.

Area Orientamento al lavoro e alla
formazione
Requisiti di struttura

Agarantita

B - attivabile
al bisogno

C - non
garantita

A+B

1 Postazione attrezzata e riservata per
colloqui operatore-utente

41

1

0

100%

2 Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo

27

8

7

83%

3 Disponibilità di analisi di contesto e
scenari occupazionali del territorio

19

17

6

86%

4 Disponibilità di un catalogo delle
opportunità formative e relativi requisiti di
accesso

30

8

4

90%

Tab.7 –Area 2 requisiti di struttura

I requisiti di processo sono garantiti dalla totalità dei CPI regionali, ad eccezione del terzo
requisito realizzazione di incontri informativi/formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della
DID, che non è garantito nei CPI di Schio/Thiene, Mestre, Venezia, San Donà di Piave9.
Area Orientamento al lavoro e alla
formazione
Requisiti di processo

Agarantita

B - attivabile
al bisogno

C - non
garantita

A+B

1 Realizzazione di un colloquio individuale di
orientamento entro 3 mesi dal rilascio della
DID

36

6

0

100%

2 Scouting continuo delle opportunità e
aggiornamento dei sistemi informativi

36

6

0

100%

3 Realizzazione incontri informativi/
formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio
della DID

26

12

4

90%

Tab.8 –Area 2 requisiti di processo

Nel 2012 sono stati registrati su SILV 113.321 colloqui di primo orientamento, pari all’89%
dei PdS sottoscritti (TAB.9).

9

Requisito previsto e definito dalla Legge 92/2012.
29
In riferimento alla prestazione di azioni di orientamento collettive, nel 2012 risultano registrati
sul SILV 583 incontri di gruppo, con il coinvolgimento di 7.384 cittadini, con una media di
12,66 partecipanti per incontro.
Non tutti i CPI riescono a garantire questa prestazione, perché il più delle volte si tratta di
iniziative erogate per specifiche progettualità o da servizi di staff provinciale.
Gli intervistati, inoltre, hanno segnalato la presenza di servizi rivolti ai giovani in obbligo
formativo.
La tabella che segue riporta le quantità di prestazioni riferite all’area Orientamento al lavoro e
alla formazione erogate dai CPI.

2.1 Colloqui di orientamento
Veneto
n. colloqui
2.
Orientamen
to al lavoro
e alla
formazione n. incontri
n.
partecipanti
a incontri

BL

113.321

4.204

PD

RO

TV

VE

VR

VI

22.117

13.288

23.552

11.164

28.157

10.839

VE

VR

VI

nd

nd

nd

nd

nd

2.2 Azioni di orientamento collettive
Veneto
583

7.384

BL
nd

nd

PD

RO

TV

104

144

335

856

1.138

5.141

249

Tab. 9 – Le prestazioni di orientamento al lavoro e alla formazione
Fonte Italia Lavoro su dati forniti dalle province del Veneto e da Veneto Lavoro su dati SILV

30
Focus on
Il colloquio di orientamento e valutazione del caso individuale
La fruizione da parte dei cittadini delle prestazioni disponibili nei CPI, è mediata da una fase
relazionale, nella quale gli operatori dei servizi per il lavoro e i cittadini stessi concordano le
modalità di fruizione in relazione ai bisogni, alle opportunità e alle disponibilità individuali.
Questa fase è rappresentata dai colloqui di orientamento e valutazione del caso individuale e
può verificarsi in più momenti del percorso individualizzato, poiché è funzionale al
conseguimento dei seguenti obiettivi:
A) sostenere la chiarificazione della domanda orientativa individuale;
B) fornire informazioni circa le opportunità di percorsi al reimpiego;
C) sottoscrizione Patto di Servizio;
D) rilevare il profilo professionale e formativo del lavoratore, i possibili fattori di criticità per
l’inserimento lavorativo, gli ambiti di disponibilità e le preferenze relativamente sia ai percorsi
formativi sia all’attività lavorativa;
E) migliorare la conoscenza di sé, delle proprie capacità e delle proprie competenze spendibili
nel mercato del lavoro locale; migliorare la conoscenza delle proprie risorse per potenziare la
capacità di scelta e di progettualità personale.
La valutazione determina il grado di aiuto che i servizi per il lavoro sono chiamati a prestare
alle persone, che si traduce poi in un percorso individuale di accompagnamento al lavoro (PAI).
Inoltre, la valutazione del caso comporta la valutazione dell’occupabilità del soggetto e la
valutazione sulla capacità del cittadino di autopromuoversi nel mercato del lavoro.
Appare evidente che la valutazione del caso individuale è uno dei momenti fondanti della
relazione tra i CPI e il cittadino, nella quale assume un ruolo di assoluto rilievo l’operatore e le
sue specifiche competenze professionali.

31
Focus on
Obbligo di istruzione e obbligo formativo
L'istruzione obbligatoria è impartita per almeno 10 anni e si realizza secondo le disposizioni
indicate all'articolo 1, comma 622 della legge 27 dicembre 2006 n. 296. L’obbligo di istruzione
non ha carattere di terminalità, in quanto si inserisce nel quadro normativo sul “diritto dovere
all’istruzione e alla formazione” di cui al D.lgs n.76 del 15 aprile 2005.
L'adempimento dell'obbligo di istruzione è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di
scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il
18° anno di età, con il conseguimento dei quali si assolve il diritto/dovere di cui al decreto
sopra citato.
La disciplina relativa al diritto dovere di istruzione e formazione ribadisce quanto già previsto
dalla legge 144 del 17 maggio 1999 con l’art. 68 che prevedeva l’obbligo formativo fino al
compimento del diciottesimo anno di età.
L’insieme dei provvedimenti in tema di obbligo formativo definiscono i percorsi nei quali tale
obbligo (o diritto-dovere) potrà essere assolto.
Si profilano quindi tre possibili percorsi di assolvimento dell’obbligo formativo:
• nel sistema di istruzione scolastica;
• nel sistema di istruzione e formazione professionale di competenza regionale per il
raggiungimento della qualifica;
•nel percorso di apprendistato per la qualifica secondo quanto previsto nel Testo unico
dell'apprendistato D.lgs n. 167/2011 art 3.

32
2.4 Misure di accompagnamento al lavoro
Le prestazioni essenziali relative all’area Misure di accompagnamento al lavoro comprendono le
proposte che un CPI può rivolgere al cittadino e sono relative alla proposta di:
•

percorsi per l’accertamento e la validazione delle competenze;

•

percorsi di formazione;

•

iniziative di inserimento lavorativo.

Come si può notare dal grafico, i livelli di garanzia delle prestazioni di quest’area risultano
differenziati. La garanzia maggiore (98%) riguarda la proposta di percorsi di adesione ad
iniziative di inserimento lavorativo, il più delle volte riferiti a tirocini. Per quanto riguarda la
proposta e la realizzazione di attività di formazione, questa è pienamente garantita nel 44%
dei casi e nel 41% è garantita al bisogno, con particolare riferimento alle opportunità formative
presenti nel territorio e finanziate con risorse pubbliche (FSE in particolare). Mentre la proposta
di percorsi di validazione delle competenze è garantita dal 31% dei CPI, parzialmente garantita
nel 26% e nel 44% dei casi non è garantita.

Graf. 3 - Le prestazioni di Area 3
(Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)

Il possesso dei requisiti di struttura rispecchia la differenza di garanzia delle prestazioni. I tre
requisiti risultano garantiti mediamente nell’86% dei casi, e si evidenzia una criticità maggiore
sulla assenza di un sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni), in 7 CPI
(Bassano del Grappa, Chioggia, Mirano, Camposampiero, Este, Montagnana, Piove di Sacco).
Risulta peraltro significativa l’incidenza dei numero dei CPI che garantiscono il requisito al
bisogno. Il requisito 1 non è garantito nei CPI di Mestre, Venezia, Chioggia, Dolo, Mirano,
Jesolo; mentre il requisito 3 non è garantito nei CPI di Piove di Sacco, Portogruaro, Jesolo,
Mirano e Dolo.
33
Area Misure di accompagnamento al lavoro
Requisiti di struttura
1 Monitoraggio dell’andamento delle azioni
poste in essere a favore degli utenti del
servizio e interventi con eventuali azioni
correttive

Agarantita

20

Battivabile al
bisogno

C - non
garantita

A+B

16

6

86%

2 Sistema di monitoraggio del PAI
(tracciabilità delle azioni)

23

12

7

83%

3 Raccordo e invio ai servizi formativi per
accesso a percorsi di PAL

23

14

5

88%

Tab.10 –Area 3 requisiti di struttura

Per quanto riguarda i requisiti di processo, si evidenzia che il colloquio per l’elaborazione di un
PAI e la sua verifica preventiva è complessivamente garantito, così come risulta molto alto il
livello di garanzia del requisito relativo al supporto ai giovani che abbandonano la scuola
durante il periodo dell’obbligo. L’aspetto di maggiore criticità si riscontra in riferimento al
supporto all’utente attraverso azioni di valutazione congiunta. Tale requisito non è garantito in
7 CPI (Mestre, Venezia, Jesolo, San Donà di Piave, Conselve, Monselice, Piove di Sacco)
mentre in altri undici è attivabile al bisogno. Il requisito 3 non è garantito nei CPI di Venezia,
Chioggia e Abano Terme; mentre il requisito 4 non è garantito nel CPI di Piove di Sacco.

Area Misure di accompagnamento al lavoro
Requisiti di processo
1 Colloquio per l’elaborazione di un PAI e
verifica preventiva della sua fattibilità
2 Supporto all’utente del servizio nel
percorso di inserimento o reinserimento
lavorativo attraverso azioni di valutazione
congiunta
3 Supporto ai giovani che abbandonano il
ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo
formativo
4 Servizio di indirizzo e supporto
all’attivazione dei lavoratori in stato di
mobilità a sostegno del reinserimento

Agarantita
32

Battivabile al
bisogno
10

C - non
garantita

A+B

0

100%

24

11

7

83%

23

16

3

93%

35

6

1

98%

Tab.11 –Area 3 requisiti di processo

34
La tabella che segue riporta i valori numerici delle prestazioni riferite all’area 3, Misure di
accompagnamento al lavoro, erogate dai CPI nel 2012.

3.1 Proposta di percorsi di validazione / certificazione di competenze
Veneto
BL
PD
RO
TV
VE
VR
Proposte di
percorsi

3. Misure di
accompagnamento Utenti avviati
a corsi di
al lavoro
formazione

nd

nd

nd

nd

3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione
Veneto
BL
PD
RO
TV
VE

VR

VI

5.143

nd

-

nd

343

nd

VI

-

543

2.007

2.140

3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo
Veneto
BL
PD
RO
TV
VE
VR
Tirocini

11.747

493

2.169

1.252 3.503

107

VI

948 1.082

Tab. 12 Le prestazioni di accompagnamento al lavoro
Fonte Italia Lavoro su dati forniti dalle province del Veneto e da Veneto Lavoro su dati SILV
La proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo è quella maggiormente garantita
dai CPI del Veneto e riguarda in particolar modo la realizzazione di tirocini: nel 2012 i tirocini
avviati dai CPI sono stati 11.747.
Per quanto riguarda la prestazione relativa alla Proposta di percorsi di validazione e
certificazione di competenze, non sono disponibili dati complessivi ne disaggregati per
provincia.
La proposta e realizzazione di attività di formazione è garantita dalla metà dei centri per
l’impiego e parzialmente dall’altra metà. Nel 2012 sono stati abbinati a corsi di formazione e
registrati su SILV 5.143 utenti pari al circa il 4,5% degli utenti che hanno partecipato alle
azioni di orientamento individuale.

35

2.300
Focus on
Il supporto all’utente nel percorso di inserimento
Per quanto riguarda i servizi Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima
della fine dell’obbligo formativo, i CPI non erogano direttamente il servizio, ma garantiscono un
colloquio preliminare per poi inviare gli utenti all’ufficio formativo provinciale; anche il Servizio
di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del
reinserimento spesso è demandato a servizi di staff della Provincia. Nel corso delle interviste è
stato reso evidente che le politiche attive per l’occupabilità coinvolgono non un singolo CPI, ma
un sistema reticolare che coinvolge i CPI, i Servizi di inserimento lavorativo (ULSS), la
cooperazione sociale e gli enti accreditati ai servizi al lavoro e alla formazione.

36
2.5 Incontro domanda e offerta di lavoro
Le prestazioni dell’area Incontro domanda e offerta di lavoro sono:
1.1

colloquio di attivazione

1.2

promozione del profilo professionale

Entrambe le prestazioni risultano pienamente garantite in tutti i CPI, ad eccezione di quei
centri che per motivi organizzativi delegano tali funzioni a servizi di staff provinciali o ad altro
centro per l’impiego limitrofo.

Graf. 4 - Le prestazioni di Area 4
(Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)

Le prestazioni del colloquio di attivazione e la promozione del profilo professionale sono
finalizzati a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e a segnalare alle imprese i
candidati maggiormente rispondenti ai profili professionali richiesti. Di norma, il servizio
prevede per le persone:
•

l’erogazione di colloqui di preselezione: per accertare le competenze, ricostruire le
esperienze formative e professionali del candidato e verificare la sua effettiva
disponibilità e propensione ad una determinata attività lavorativa;

•

l’inserimento in banca dati delle informazioni raccolte durante il colloquio di preselezione
per poter effettuare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e inviare i curricula alle
imprese che ne fanno richiesta;

•

la segnalazione dei nominativi alle imprese;

•

la possibilità di autocandidarsi sulle richieste di lavoro pubblicate sul sito della Provincia.
37
L’analisi dei requisiti di struttura evidenzia che solo in 26 CPI (62%) è garantito o attivabile al
bisogno il requisito report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio
provinciale, mentre in 16 CPI non è garantito (CPI di Legnago, S. Bonifacio, Verona, Valdagno,
Arzignano, Conegliano, Oderzo, Mestre, Venezia, Chioggia, Dolo, Mirano, Jesolo, San Donà di
Piave, Portogruaro e Cittadella). Il requisito collegamento con Cliclavoro risulta garantito o
attivabile al bisogno nella maggior parte dei CPI, mentre in 4 CPI non è garantito (Conegliano,
Castelfranco, Pieve di Cadore, Mirano). Il requisito 3 gestione informatizzata del processo di
incrocio d/o è garantito in tutti i CPI.

Area incrocio Domanda e offerta
Requisiti di struttura
1 Report di analisi del fabbisogno
occupazionale delle imprese del territorio
provinciale
2 Collegamento con ClicLavoro
3 Gestione informatizzata del processo di
incrocio D/O

Agarantita

BC - non
attivabile al
garantita
bisogno

A+B

11

16

62%

20

18

4

90%

42

0

0

100%

15

Tab.13 –Area 4 requisiti di struttura

I requisiti di processo per l’area incrocio domanda e offerta evidenziano la piena garanzia del
colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID.
La criticità maggiore riguarda il requisito promozione e marketing verso le imprese non
garantito in 6 CPI (Mestre, Venezia, Dolo, Jesolo, San Donà di Piave, Camposampiero).
Il requisito 2 non è garantito nel CPI di Venezia mentre il requisito 4 non è garantito nel CPI di
Portogruaro.

Agarantita

Battivabile
al bisogno

C - non
garantita

A+B

1 Realizzazione colloquio entro tre mesi dal
rilascio della DID

35

7

0

100%

2 Verifica delle segnalazioni /presentazioni
delle candidature

39

2

1

98%

3 Attività di promozione e marketing verso
le imprese

26

10

6

86%

4 Aggiornamento costante delle
informazioni su SIL

41

0

1

98%

Area incrocio Domanda e offerta
Requisiti di processo

Tab.14 –Area 4 requisiti di processo

38
La tabella che segue riporta la quantità di prestazioni erogate nel 2012.

4.1 Colloqui di attivazione
Veneto
BL
PD
Colloqui di
attivazione

nd

RO
nd

TV
nd

4.2 Promozione del profilo professionale
Veneto
BL
PD
RO
Curricula
pubblicati
4. Incrocio
domanda e
offerta

Auto
candidature
gestite
Preselezioni

VR

nd

TV

nd

VE

4.069

21.925

10.261

21.407

nd

14.998

111.471

11.319

77.766

989

1.271

8.587

75.418

4.377

7.916

1.758

24.646

12.065

TV

VI

VR

123.702

4.3 Gestione delle richieste delle imprese
Veneto
BL
PD
RO
n. imprese
rivolte ai CPI
per
personale
Vacancies

VE

VE

nd

VI
25.020 26.022

11.026

513

9.780 14.876

VR

VI

9.513

907

2.122

348

2.076

1.031

784

2.245

14.857

1.711

2.895

954

2.972

2.055

1.656

2.614

Tab. 15 – Le prestazioni di incrocio domanda e offerta
Fonte Italia Lavoro su dati forniti dalle province del Veneto e da Veneto Lavoro su dati SILV

I curricula dei lavoratori pubblicati nella banca dati IDO10 nel 2012 sono stati 123.702.
Sul lato della domanda di lavoro, le imprese che hanno avanzato almeno una richiesta di
personale nel 2012 ai CPI sono state 9.513 per un numero di vacancies pari a 14.857. Nel
2012 le pre-selezioni realizzate sono state 75.418.

Il servizio di promozione del profilo professionale per favorire l’incontro tra domanda e offerta
di lavoro avviene anche mediante visite dirette in impresa e può essere integrato o sostituito
con l’invio alle imprese di elenchi nominativi e con le autocandidature.
Per quanto riguarda l’invio di elenchi nominativi su esplicita richiesta delle imprese, i CPI
forniscono gli elenchi di lavoratori non occupati, disponibili al lavoro estratti dalle proprie
banche dati.
Per quanto riguarda l’autocandidatura, questa è una candidatura spontanea dell’utente,
proposta direttamente al CPI (via mail, fax, telefono o tramite presentazione diretta), in
relazione ad una determinata richiesta di personale proveniente dall’impresa, pubblicizzata in
10

IDO, acronimo di Incrocio Domanda Offerta, è il sistema informativo condiviso a livello regionale dai CPI e dai soggetti accreditati
per i servizi al lavoro per favorire le attività di preselezione dei lavoratori e il matching tra domanda e offerta.

39
forma anonima sul sito del CPI/provincia, ossia in modo tale da non consentire il contatto
diretto del cittadino con l’impresa richiedente.
Le autocandidature sono segnalate dai CPI alle imprese, unitamente ai nominativi dei
potenziali lavoratori preselezionati e presenti nella banca dati del CPI, sempre previa verifica
del possesso dei requisiti richiesti dall’impresa. Le autocandidature nel corso del 2012 sono
state 111.471.

Il Colloquio di attivazione si esplica in un’azione di orientamento e valutazione del caso
individuale e si propone di indirizzare la persona verso le opportunità lavorative e i servizi più
coerenti al suo profilo professionale. I colloqui di attivazione e la promozione del profilo
professionale prevedono la realizzazione di un servizio alle imprese che comprende:
•

la raccolta e l’analisi delle richieste di personale;

•

l’individuazione e la segnalazione dei candidati più idonei al profilo professionale
richiesto;

•

la pubblicizzazione della richiesta di lavoratori nella bacheca dedicata del CPI e sul sito
Internet.

Sul sistema informativo lavoro regionale non risultano registrati specificatamente colloqui di
attivazione ma gli invii all’incrocio domanda-offerta di lavoro.
Le prestazioni e, nel loro complesso, le attività di incontro domanda e offerta di lavoro
rappresentano il core business dei CPI; infatti 123.702 curricula pubblicati rendono l’idea di
quale sia il bacino reale dei cittadini che si rivolgono al sistema regionale dei CPI. Va ricordato
che per oltre il 60% di costoro è stata svolta anche una attività di preselezione.
Rispetto all’area di prestazione di incrocio domanda e offerta risulta importante fornire una
rappresentazione esaustiva del lavoro compiuto dai CPI regionali e soprattutto sulla loro
capacità di attrattiva verso le imprese.
Il ragionamento che segue tiene conto del rapporto tra vacancies intercettate dal sistema dei
CPI e il totale degli avviamenti al lavoro a tempo indeterminato e determinato registrati sul
sistema COVeneto11. La fonte che consente di computare le vacancies esistenti in un territorio
sono gli avviamenti al lavoro comunicati dalle imprese, con la consapevolezza che tra
vacancies e avviamenti non vi è nessuna corrispondenza automatica; pertanto vale la pena
evidenziare i seguenti punti:
•

le imprese comunicano obbligatoriamente ogni tipologia di assunzione (per i contratti a
termine, durata uno, due giornate, più assunzioni della stessa persona nel corso
dell’anno, contratti a termine settore pubblico, etc);

•

le vacancies lavorate dai CPI possono altresì trasformarsi in assunzioni con rapporti di
lavoro differenti da quelli definiti in fase di raccolta del fabbisogno.

11

Non sono stati considerati gli avviamenti in regime di somministrazione

40
Consapevoli dei limiti della lettura incrociata tra avviamenti e vacancies intercettate, preme
sottolineare che la durata dei contratti di lavoro stipulati in seguito all’intermediazione dei CPI
è comunque superiore alla durata media dei contratti di lavoro attivati sul territorio e registrati
dalle C.O, in quanto il servizio pubblico per l’impiego opera, di prassi, per assicurare una
duratura e stabile occupazione del cittadino.
Nella tabella 16 è stato confrontato il numero di aziende che hanno comunicato avviamenti al
lavoro a tempo determinato e indeterminato nel corso del 2012, con il numero di imprese che
si sono rivolte ai CPI; si deduce che il tasso di attrattiva dei CPI veneti verso le imprese è pari
al 7,88% (9.513 su 120.720).

Tab.16– Capacità di attrattiva verso le imprese

Indicatori

Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza

Veneto

Imprese Regione Veneto
che nel corso del 2012
hanno comunicato
avviamenti al lavoro
(dati CO Veneto)

5.468

22.127

6.622

19.852

22.460

24.515

19.676

120.720

imprese che si sono rivolte
ai CPI per richieste di
personale nel 2012
(dato SILV)

907

2.122

348

2.076

1.031

784

2.245

9.513

% imprese che si sono
rivolte ai CPI rispetto alle
imprese che hanno assunto
nel 2012

16,59%

9,59%

5,25%

10,45%

4,59%

3,19%

11,41%

7,88%

Elaborazione Italia Lavoro su dati SILV e COVeneto

Nella tabella 17, è stato confrontato il numero delle vacancies trattate dai CPI del Veneto con il
totale delle vacancies esistenti in un territorio, vale a dire gli avviamenti al lavoro comunicati
dalle imprese nel corso del 2012. Si deduce che la capacità di intercettare le vacancies è pari al
2,98% (14.857 su 498.533).
Il lavoro di mediazione dei CPI non si esaurisce con la gestione delle vacancies, ma comprende
anche la gestione dei tirocini di inserimento lavorativo. I CPI regionali hanno promosso nel
corso del 2012 11.747 tirocini di inserimento lavorativo (vedi TAB.12); tale attività può essere
parificata alla raccolta di vacancies poiché comporta la codifica di rapporti con le imprese in
termini di convenzioni, progetti di tirocinio, e soprattutto, rilevazione dei fabbisogni aziendali.

41
Tab.17– Capacità di intercettazione delle vacancies

Indicatori

Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza

Richieste unità di
personale espresse da
imprese ai CPI nel 2012
(dato SILV)

1.711

2.895

954

Avviamenti al lavoro
flusso 2012
(dato COVeneto)

23.460

80.990

28.246

% vacancies intercettate
dai CPI 2012

7,29%

3,57%

3.37%

2.972

2.055

2.614

14.857

70.376 107.761 121.003

66.697

498.533

4,22%

3,91%

2,98%

1,90%

1.656

Veneto

1,36%

Elaborazione Italia Lavoro su dati SILV e COVeneto

42
2.6 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze
L’area Identificazione, validazione e certificazione delle competenze prevede 2 prestazioni
essenziali:
5.1

Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze

5.2

Validazione/certificazione delle competenze

Sulla scorta delle prestazioni disegnate dalla L.92/2012 e dal modello operativo declinato dalla
Regione Veneto in merito alla identificazione validazione e certificazione delle competenze
acquisite in contesti non formali e informali12, è stato chiesto ai Responsabili dei CPI se e in
che misura la prestazione di “identificazione delle competenze, raccolta, verifica e selezione
delle evidenze” fosse garantita al cittadino.
Si precisa che questa area di prestazione prevede un processo che si sviluppa in tre fasi13:
- identificazione
- validazione
- certificazione

Si precisa anche che al momento della stesura di questo rapporto, in Regione Veneto, è
assicurata la prima fase – identificazione – mentre le fasi relative alla validazione e alla
certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali ancora non sono
implementate. Richiedono infatti ulteriori passaggi operativi. Per questo motivo, la prestazione
essenziale 5.2 Validazione/certificazione delle competenze” non è stata oggetto di indagine14.
È stata indagata la prestazione 5.1 identificazione delle competenze, raccolta, analisi e
selezione delle evidenze. Tale prestazione, come evidenziato nel grafico che segue, è attivata
al bisogno, su richiesta del cittadino.

12

DGR 2895 del 28 dicembre 2012“Linee guida per la validazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali”.
Le tre fasi elencate corrispondono a quelle previste dal DLgs 13 del 16 gennaio 2013 art.5.
14
I requisiti di struttura necessari a garantire tale prestazione sono indicati nello schema 2 – Elenco dei requisiti di struttura e di
processo per le 5 aree di prestazione.
13

43
0%

5.1 Identificazione delle
competenze, raccolta, analisi e
selezione delle evidenze

10%

8%

20%

30%

40%

50%

60%

36%

70%

80%

90%

100%

56%

garantita
parzialmente garantita
non garantita

Graf. 5 - La prestazione dell’Area 5
(Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)

La prestazione risulta garantita pienamente dall’8% dei CPI e dal 36% è attivata al bisogno. Il
56% dei CPI non garantisce la prestazione.
A conferma di ciò se si considerano i requisiti di processo, si nota che la “selezione delle
evidenze correlate alle competenze-chiave” risulta non essere garantita nel 73% dei CPI. Gli
operatori dei CPI svolgono colloqui di identificazione ma non di accertamento delle
competenze, pertanto non è prevista l’attività di selezione delle evidenze.

Area Identificazione, validazione e
certificazione delle competenze
Requisiti di processo
1 Individuazione delle competenze-chiave
spendibili nel MdL
2 Selezione delle evidenze correlate alle
competenze-chiave

Agarantita
14
10

Battivabile
al bisogno

C - non
garantita

A+B

9

19

55%

4

28

27%

Tab. 18 Area 5 requisiti di processo

Fonte Italia Lavoro SpA su dati forniti dalle province del Veneto
Dalla lettura delle motivazioni fornite in merito alla mancata o parziale garanzia della
prestazione, i Responsabili dei CPI hanno evidenziato la necessità di un adeguamento e
rafforzamento delle competenze degli operatori. È stato inoltre sottolineato che, a causa della
situazione di emergenza legata alla crisi occupazionale, è stato possibile dedicare poco spazio
ad attività innovative e alla necessaria formazione specialistica.

44
PARTE 3
Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli
operatori dei SPI

Dalla elaborazione delle interviste rivolte agli operatori dei Centri per l’Impiego risulta che le
competenze chiave ritenute indispensabili per operare nell’ambito dei Servizi per il Lavoro
soddisfano in modo parziale alla necessità di garantire le prestazioni essenziali declinate sulla
base di quanto richiesto dalla Riforma del mercato del lavoro (L. 92/2012). Emerge inoltre che
le competenze chiave ritenute fondamentali per gli operatori che agiscono nell’ambito dei
Servizi per il lavoro presentano delle criticità riconducibili, in modo particolare, a due
competenze professionali: “gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali
del cittadino spendibili nel mercato del lavoro” e “elaborare con il cittadino un piano
professionale verificandone la fattibilità”. Tali competenze sono indispensabili per garantire le
prestazioni riferite all’area di prestazione 5 “Identificazione, validazione e certificazione delle
competenze”. Un’altra competenza “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a
favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive” che per sua natura
è trasversale a tutte e cinque le aree di prestazione, presenta delle criticità.

45
3.1 Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli
operatori dei SPI
Gli esiti dell’intervista della sezione che riguarda le competenze professionali degli operatori
consentono di rispondere ai seguenti tre quesiti:
1. Le competenze chiave individuate soddisfano la necessità di garantire le prestazioni
essenziali che fanno capo a ciascuna delle 5 aree di prestazione delineate a partire dalla
recente Riforma del mercato del lavoro?
2. Le competenze chiave ritenute fondamentali per gli operatori che agiscono nell’ambito dei
Servizi per il lavoro sono pienamente agite e possedute o vi sono delle criticità?
3. Quali sono le conoscenze e le abilità ritenute mancanti o da migliorare?
Le analisi dei dati e le considerazioni che ne derivano sono di seguito descritte.
1. Le competenze chiave individuate soddisfano in modo parziale alla necessità di garantire le
prestazioni essenziali che fanno capo a ciascuna delle 5 aree di prestazione.
Per chiarire questa affermazione è necessario riprendere alcuni passaggi normativi nazionali e
considerare la regolamentazione regionale in tema di accreditamento dei servizi al lavoro
privati. Le cinque aree di prestazione prese a riferimento nell’intervista sono l’esito della lettura
della Riforma del mercato del lavoro (L. 92/2012) che, come ricordato nel paragrafo dedicato al
quadro di riferimento normativo, all’art. 4 comma 33 e ai commi 51-61 e 64-68 consente di
delineare le aree di prestazione che i servizi per il lavoro, pubblici e privati accreditati, sono
chiamati a garantire. Quanto alle sei competenze professionali fondamentali per garantire i
servizi ovvero le prestazioni essenziali che fanno capo a ciascuna area di prestazione, si è scelto
di prendere a riferimento le competenze professionali che la Regione Veneto chiede
nell’ambito dell’accreditamento dei Servizi per il Lavoro privati. Tra i requisiti necessari
per ottenere tale accreditamento15, oltre ai requisiti giuridici e finanziari e ai requisiti strutturali,
sono richiesti specifici requisiti professionali che riguardano il personale16 che opera all’interno
dei Servizi per il lavoro ovvero il possesso di determinati titoli di studio e di determinate
competenze professionali testimoniate da specifiche esperienze professionali.
In particolare, il sistema di accreditamento della Regione Veneto prevede i seguenti requisiti
professionali:

15
16

DGR 2238 del 20.12.2011 consultabile al seguente link: http://www.regione.veneto.it/web/lavoro/accreditamento-servizi-lavoro
Si tratta degli Operatori del Mercato del Lavoro.

46
a) laurea in discipline coerenti17 con il profilo professionale, con almeno 1 anno di esperienza
lavorativa in attività analoghe, per le quali sia documentata la funzione specifica ricoperta,
l’utenza supportata, la metodologia utilizzata e il contesto in cui si è operato;
b) altra laurea o diploma secondario superiore, con almeno 3 anni di esperienza lavorativa in
attività analoghe per le quali sia documentata la funzione specifica ricoperta, l’utenza
supportata, la metodologia utilizzata e il contesto in cui si è operato;
c) adeguate competenze professionali specifiche del profilo18.
I requisiti professionali individuati nel sistema di accreditamento della Regione Veneto sono
volti a garantire le seguenti 3 aree di prestazione:
1- Informazione e accesso al sistema dei servizi al lavoro della Regione Veneto
2- Mediazione per l’incontro domanda/offerta di lavoro
3- Progetto individuale e misure di accompagnamento al lavoro
Il sistema di accreditamento della Regione Veneto apparentemente non avrebbe previsto due
aree di prestazione, ovvero l’ “orientamento al lavoro e alla formazione” e la “validazione e
certificazione delle competenze”.
In effetti, per l’ “orientamento” è previsto uno specifico accreditamento. Si precisa in ogni caso
che una prima forma di orientamento alla formazione e al lavoro è prevista trasversalmente alle
tre aree di prestazione proposte. Si può ritenere quindi che, pur non essendo esplicitato,
l’orientamento come area di prestazione sia previsto come servizio erogato al cittadino,
nell’ambito dei servizi accreditati per il lavoro, in forma prevalente di informazione anche
approfondita sia rispetto alla offerta formativa sia rispetto alle opportunità lavorative disponibili
sul territorio di riferimento.
Quanto alla “validazione e certificazione delle competenze” la Regione Veneto ha stabilito un
modello operativo19, ha individuato il processo di riferimento, gli strumenti e i dispositivi volti a
garantire al cittadino, su sua esplicita richiesta, la validazione e certificazione delle competenze
acquisite in contesti non formali e informali. A partire dal 201120, i servizi accreditati per il
lavoro sono stati chiamati ad offrire il servizio di identificazione delle competenze rivolto a

17

Nella “Guida per la compilazione della domanda di accreditamento dei servizi per il lavoro” DDR n° 863 del 25 luglio 2012 sono
specificati i titoli di studio coerenti. Sono ritenuti titoli coerenti lauree in giurisprudenza, psicologia, economia e scienze politiche,
scienze della formazione e scienze dell’educazione.
18
Si tratta delle sei competenze chiave richiamate al paragrafo 2.
19
DGR 2895 del 28 dicembre 2012 “Linee guida per la validazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali”.
20
Si fa riferimento alle Deliberazioni della Giunta Regionale del Veneto n. 650/2011 e n. 1198/2012 in merito a “Interventi di politica
attiva per il reinserimento, la riqualificazione, il reimpiego dei lavoratori del sistema produttivo colpiti dalla crisi economica” P.O.R.
Veneto F.S.E. 2007/2013 - “Obiettivo Competitività regionale ed Occupazione”.

47
cittadini beneficiari di indennità di sostegno al reddito, disoccupati o a rischio di perdita del
posto di lavoro21.
Gli enti accreditati ai Servizi Lavoro e in particolare gli operatori accreditati sono stati quindi
impegnati a utilizzare i dispositivi e gli strumenti che introducono alla validazione di competenze
acquisite in contesti non formali e informali utilizzando il modello operativo definito dalla
Regione Veneto e erogando servizi al cittadino che ricadono nella area di prestazione
“validazione e certificazione delle competenze”. La descrizione delle competenze professionali
richieste agli operatori dei Servizi per il lavoro privati nell’ambito della procedura di
accreditamento ha tenuto conto di questa esperienza22 così come ha tenuto conto del processo
avviato dalla Regione Veneto a partire dal 200923 finalizzato a declinare il proprio modello
operativo in tema di identificazione, validazione e certificazione delle competenze acquisite in
contesti non formali e informali. Si sottolinea però che, al momento in cui si sta redigendo
questo rapporto, la Regione Veneto non ha ancora fattivamente avviato, pur avendoli previsti e
stabiliti, i servizi di validazione e certificazione delle competenze. Questo principalmente per
due motivi:
-

attualmente non è ancora disponibile un repertorio nazionale di standard professionali;24

-

la messa a sistema del servizio di validazione di parte terza richiede l’attivazione di
Commissioni di esperti che attualmente in Regione Veneto non sono ancora state
istituite così come non è stato istituito il registro degli operatori per il supporto alla
costruzione del dossier e di esperti per la validazione delle competenze25.

In conclusione le sei competenze chiave proposte nell’intervista e attualmente previste dal
sistema di accreditamento della Regione Veneto sono quelle necessarie a garantire quattro delle
cinque aree di prestazione26 e solo in parte l’area di prestazione relativa alla “validazione e

21

Il servizio era diversamente denominato ma in ogni caso conduceva alla costruzione del dossier delle evidenze.
Si tenga presente che gli operatori accreditati ai servizi lavoro in Regione Veneto hanno rilasciato, tra giugno 2011 e marzo 2013,
circa 8.000 dossier delle evidenze. Si tratta del dispositivo utilizzato per il riconoscimento delle competenze acquisite in contesti non
formali e informali, adottato in Regione Veneto con la DGR. 2895/2012.
23
DGR. 1758 del 17 giugno 2009.
24
A tal proposito nelle Linee guida per la validazione e certificazione delle competenze non formali e informali (DGR 2895 del 28
dicembre 2012) si legge “appare opportuno procedere alla stipula di un protocollo di intesa con una delle regioni che in Italia ha già
a disposizione un repertorio professionale regionale in assenza del quale non è sostenibile l’attivazione di un servizio di validazione
delle competenze acquisite dalla persona in contesti non formali e informali. Si ritiene che l’adozione di un repertorio esistente che
pur richiederà adattamenti, sia la via da preferire al fine di garantire un più rapido avvio dell’implementazione del modello operativo
proposto”
25
A tal proposito nelle Linee guida per la validazione e certificazione delle competenze non formali e informali (DGR 2895 del 28
dicembre 2012) si legge “L’efficacia dell’intero processo che conduce alla validazione e, in prospettiva, alla certificazione di
competenze acquisite in contesti non formali e informali, è fortemente connessa al grado di professionalità degli operatori che sono
coinvolti nell’erogazione dei servizi. (…) La selezione e la preparazione degli operatori coinvolti è determinante per il corretto e
rigoroso svolgimento del processo stesso. È quindi necessario prevedere azioni formative di sistema dedicate sia agli operatori che
intervengono nel servizio di supporto alla costruzione del dossier individuale sia agli esperti chiamati ad intervenire nelle
Commissioni di validazione anche con percorsi di perfezionamento differenziati”.
26
Si fa riferimento alle aree di prestazione “Informazione e accesso ai servizi”, “Orientamento al lavoro e alla formazione”, “Misure di
accompagnamento al lavoro” e “Incontro domanda e offerta di lavoro”.
22

48
certificazione delle competenze”. Questo è coerente con lo stato dell’arte in Italia

27

e con lo

stato di avanzamento della Regione Veneto rispetto alla fattiva implementazione dei servizi che
assicurano la identificazione, la validazione e la certificazione delle competenze comunque
acquisite dalla persona.
Con la finalità di illustrare le ragioni della risposta individuata al quesito 1, si evidenziano le
connessioni tra aree di prestazione e competenze chiave (schema 3). Ad esclusione dell’area di
prestazione 1 “Informazione e accesso ai servizi” che è connessa in modo biunivoco alla
competenza 1 “Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di
cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa”, emerge che ciascuna area di
prestazione implica più competenze e che ciascuna competenza ricorre in più aree di
prestazione.

AREA DI PRESTAZIONE
COMPETENZE CORRELATE
1 Informazione e accesso ai competenza 1 Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare
esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria
servizi
situazione lavorativa
2 Orientamento al lavoro e alla competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e
professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del
formazione
lavoro
competenza 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di
inserimento e/o reinserimento lavorativo
3 Misure di accompagnamento al competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e
professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del
lavoro
lavoro
competenza 3 Elaborare con il cittadino un piano professionale
verificandone la fattibilità
competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro
competenza 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di
inserimento e/o reinserimento lavorativo
competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a
favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni
correttive
4 Incontro domanda e offerta di competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e
professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del
lavoro
lavoro
competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro
competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a
favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni
correttive
5 Identificazione, validazione e competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e
professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del
certificazione delle competenze
lavoro
competenza 3 Elaborare con il cittadino un piano professionale
verificandone la fattibilità
Schema 3 – Competenze chiave e aree di prestazione: connessioni.

27

Il Dlgs 13 del 16 gennaio 2013 indica la scadenza di settembre 2014 per la definizione di un repertorio nazionale di standard
professionali di riferimento.

49
Risulta anche evidente che la competenza chiave 2 “Gestire colloqui per individuare le
risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel
mercato del lavoro” è fondamentale in quanto necessaria a garantire le prestazioni essenziali
collegate a quattro delle cinque aree di prestazione.
Va detto che la competenza 6 “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore
degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive” è per sua natura
trasversale a tutte le aree di prestazione. Nello schema risulta ricondotta a due aree di
prestazione (3 e la 4) poiché sono quelle in cui diventa fondamentale per assicurare l’efficacia
degli stessi interventi posti in essere.
Si ribadisce che, ad eccezione della competenza chiave 1 che è necessaria ad erogare un’unica
area di prestazione peraltro “coprendola” completamente, tutte le altre competenze chiave sono
variamente ricorsive in due aree di prestazione.
Inoltre l’area di prestazione 3 “Misure di accompagnamento al lavoro” e l’area di
prestazione 4 “Incontro domanda e offerta di lavoro” sono le più complesse in quanto per
l’erogazione delle prestazioni essenziali ad esse connesse, è necessario esercitare un più
elevato numero di competenze rispetto alle altre aree di prestazione. Infatti, nel caso dell’area
di prestazione “Misure di accompagnamento al lavoro” sono necessarie cinque delle sei
competenze chiave; nel caso dell’area di prestazione 4 “Incontro domanda offerta di lavoro”
sono necessarie tre delle sei competenze chiave.
Nella prospettiva di erogare le prestazioni connesse all’area di prestazione “identificazione,
validazione e certificazione delle competenze”, sarà quindi necessario prevedere oltre alla
competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino,
utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” e alla competenza 3 “Elaborare con il
cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità”, altre competenze e un ulteriore
rafforzamento delle conoscenze e delle abilità necessarie a garantire la validazione e
la certificazione delle competenze comunque acquisite dalla persona.
Tale rafforzamento, al di là della previsione formale di ulteriori conoscenze e abilità
specialistiche necessarie alla erogazione delle prestazioni in oggetto, richiederà l’avvio di azioni
informative e formative dedicate agli operatori dei servizi competenti anche tenendo conto della
necessità di raccordo tra servizi per il lavoro pubblici e privati.
2. Per rispondere al secondo quesito ovvero verificare se le competenze chiave ritenute
fondamentali per gli operatori che agiscono nell’ambito dei Servizi per il lavoro siano
pienamente agite e possedute o se vi siano delle criticità, sono di seguito illustrati i risultati
emersi dall’autovalutazione che gli operatori intervistati si sono attribuiti sulle competenze
chiave. Rispetto a tali esiti si riportano anche i dati emergenti dalle interviste in merito
50
all’anzianità di esperienza dichiarata dagli operatori rispetto a ciascuna delle competenze chiave
e ai titoli di studio posseduti. La lettura comparata degli esiti di autovalutazione e dei dati
relativi alla anzianità di esperienza dichiarata ha consentito una prima verifica in merito alla
attendibilità dei giudizi in autovalutazione.
È possibile affermare che le competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e
professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” e la
competenza 6 “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del
servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive” siano tra le più critiche.
Si precisa fin da ora che le criticità assumono caratteristiche e motivazioni molto diverse.
Ancor prima di analizzare i risultati emersi, deve essere considerato che, se da un lato l'assenza
o lo scarso possesso di una competenza compromette l'erogazione dei servizi correlati a una
certa prestazione, dall’altro qualora i servizi correlati a una prestazione non siano erogati o
siano raramente erogati, è difficile che un operatore dichiari di esercitare le relative
competenze.
Gli esiti dell’intervista relativamente alla autovalutazione da parte degli operatori sul possesso
pieno, parziale o nullo delle competenze chiave, sono riportati nel grafico 6.

AUTOVALUTAZIONE - competenze
0%

10%

Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze
informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione 11
lavorativa

20%

30%

40%

50%

24

Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del
11
cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro

8

70%

80%

90% 100%

50

31

Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la
fattibilità

60%

43

13

32

23

per nulla
poco
abbastanza

Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro

4

11

Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o
reinserimento lavorativo

6

Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti
del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive

7

23

18

14

molto

38

33

39

19

16

Grafico 6 – Autovalutazione competenze
Da una prima lettura del grafico 6 emerge una “buona copertura” delle sei competenze chiave,
in particolare delle competenze 1 e 2 che il 98% degli operatori intervistati dichiara di agire

51
abitualmente per affrontare situazione abbastanza o molto complesse (punteggio pari a 3 o a
4).
Dai risultati relativi all’autovalutazione della competenza chiave 1 “Gestire colloqui di prima
accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria
situazione lavorativa” risulta che è agita sempre per affrontare situazione complesse (punteggio
4) dal 66% degli operatori (50 su 76). Dalla lettura delle autovalutazioni che gli operatori si
sono attribuiti rispetto alle conoscenze e alle abilità che “sostengono” questa competenza si
ottiene un risultato analogo28 anche se sistematicamente più basso.
La competenza chiave 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali
del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” è agita sempre (con ottimi
risultati) per affrontare situazioni molto complesse da 43 operatori su 76 (57%) e agita
abitualmente (con buoni risultati) per affrontare situazioni abbastanza complesse da 31
operatori su 76 (41%).
In effetti, la lettura cambia se si analizzano le autovalutazioni che i medesimi operatori si sono
attribuiti relativamente alle conoscenze e alle abilità che supportano tale competenza29. Risulta
infatti una differenza rilevante tra l’attribuzione di punteggio pari a 4 rispetto a tale competenza
(57%) e l’attribuzione di punteggio pari a 4 nelle conoscenze e nelle abilità che “sostengono” la
medesima competenza. Il numero di operatori che si attribuiscono un punteggio pari a 4 nelle
conoscenze e nelle abilità relative alla competenza 2 variano dal 14% al 45%. Questo significa
che quando gli operatori autovalutano la competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le
risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del
lavoro” tendono ad attribuirsi un giudizio più elevato rispetto alle singole valutazioni che si
attribuiscono relativamente alle specifiche conoscenze e abilità. Si tratta di una “sovrastima”
che si manifesta anche relativamente ad altre competenze chiave, come sarà più analiticamente
esposto successivamente.
In particolare ci si riferisce a tre conoscenze e a tre abilità di cui si riportano i risultati acquisiti
in dettaglio.
Le tre conoscenze sono:
- Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche: il 25% degli operatori dichiara
di non applicare questa conoscenza o di applicarla raramente nel lavoro che svolge e il 25%
dichiara di applicare abitualmente questa conoscenza anche in situazioni molto complesse nel
lavoro che svolge attribuendosi un punteggio pari a 4;

28

Per i risultati di dettaglio relativi alle abilità e conoscenze riferite a ciascuna delle 6 competenze chiave si vedano i grafici in
Allegato 1.
29
Rif. Nota 19.

52
REPORT 2013 Prestazioni CPI Centri Impiego e competenze operatori Regione Veneto - GLOSSARIO
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REPORT 2013 Prestazioni CPI Centri Impiego e competenze operatori Regione Veneto - GLOSSARIO
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REPORT 2013 Prestazioni CPI Centri Impiego e competenze operatori Regione Veneto - GLOSSARIO

  • 1. Le prestazioni dei CPI e le competenze degli operatori nella Regione Veneto Analisi e proposte 1
  • 2. INDICE Premessa .................................................................................................................. 3 PARTE 1 - Il percorso metodologico per l’individuazione delle prestazioni 1.1 Quadro di riferimento normativo ............................................................................. 6 1.2 Prestazioni essenziali: metodologia e strumenti di rilevazione ..................................... 9 PARTE 2 - Le prestazioni garantite dai SPI 2.1 Struttura ed Organizzazione dei SPI nella Regione Veneto ........................................20 2.2 Informazione e accesso ai servizi ...........................................................................22 2.3 Orientamento al lavoro e alla formazione ................................................................28 2.4 Misure di accompagnamento al lavoro ....................................................................33 2.5 Incontro domanda e offerta di lavoro .....................................................................37 2.6 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze ....................................43 PARTE 3 - Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli operatori dei SPI 3.1 Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli operatori dei SPI ......................46 PARTE 4 - Ipotesi di accesso e componibilità delle prestazioni 4.1 Accesso alle prestazioni e traiettorie.......................................................................65 4.2 La stima dei costi delle prestazioni .........................................................................73 CONCLUSIONI ..........................................................................................................78 Appendici Tabelle e grafici ........................................................................................................83 Report provinciali .................................................................................................. ..92 GLOSSARIO ............................................................................................................ 165 ALLEGATO 1 INTERVISTA …………………………………………………………………………172 2
  • 3. Premessa Questo rapporto è l’esito di un lavoro di indagine che si inquadra nell’Azione di Sistema Welfare to Work nella Regione del Veneto. La restituzione contenuta in questo report fornisce una panoramica dello stato dei servizi per il lavoro in una fase storica in cui la crisi economica e occupazionale da un lato e l’aggiornamento normativo dall’altro sottopongono i Centri per l’Impiego ad un vero e proprio stress-test. Gli obiettivi che hanno mosso verso la realizzazione della ricerca sono tre: 1. rilevare le condizioni e le risorse attraverso cui il sistema dei CPI fornisce risposte differenziate e adeguate ai bisogni dei cittadini, in una logica di cooperazione con i Servizi per il lavoro accreditati; 2. individuare percorsi integrati di prestazioni e servizi finalizzati all’integrazione tra politiche attive e politiche passive - forme di sostegno al reddito; 3. rilevare eventuali fabbisogni formativi relativi all’adeguamento delle competenze professionali degli operatori, per favorire standard omogenei e condivisi di servizio e promuovere l’adozione dell’approccio per competenze all’incrocio domanda-offerta di lavoro. La rilevazione dei fabbisogni degli operatori dei servizi per l’impiego e la necessità del loro coinvolgimento diretto, sono risultate assolutamente prioritarie in una fase di forte ripensamento politico-organizzativo della struttura e delle funzioni delle amministrazioni provinciali. Se per un verso infatti, permane l’incertezza sul destino delle Province, dall’altro non si può non considerare che queste gestiscono servizi per i cittadini e per le imprese di fondamentale importanza. Tra questi servizi i CPI assumono un ruolo centrale nel garantire ai cittadini e alle imprese servizi qualificati di prossimità. La crisi occupazionale in corso comporta una crescente pressione sui servizi pubblici per l’impiego. Come si evidenzierà più avanti, l'incremento dell'utenza, la contrazione delle assunzioni e la riduzione degli addetti ai servizi si stanno riflettendo sulla capacità dei CPI di dare piena soddisfazione ai bisogni dei cittadini. Inoltre, la riforma del mercato del lavoro definita nella Legge n. 92/2012, tratteggia scenari nuovi sia per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi nel territorio, sia per ciò che concerne il sistema delle prestazioni da erogare ai cittadini. Tutto ciò implica anche l’adeguamento delle competenze degli operatori dei Centri per l’impiego. 3
  • 4. Per il conseguimento dei tre obiettivi del presente lavoro si è provveduto a costruire una intervista strutturata a partire dalla definizione del sistema delle prestazioni essenziali e dei servizi realizzati dai CPI della Regione del Veneto, alla luce del nuovo quadro normativo e sulla base degli interventi realizzati in riferimento all’accordo Stato-Regioni del febbraio 20091. Il percorso metodologico per l’individuazione delle prestazioni è delineato nella Parte 1 di questo rapporto. Le interviste sono state condotte tra i mesi di febbraio e maggio 2013. Sono stati coinvolti tutti i Responsabili dei 42 Centri per l’Impiego del Veneto e 76 Operatori. Gli esiti dell’intervista sono descritti nella parte 2 “Prestazioni garantite dai Servizi Pubblici per l’Impiego (SPI)” e nella parte 3 “Competenze professionali degli operatori dei SPI”. Infine nella Parte 4 viene tracciata una prima “Definizione di percorsi standardizzati di prestazione”. 1 Accordo tra Stato, Regioni e Province Autonome sugli ammortizzatori sociali in deroga e le politiche attive, sottoscritto il 12 febbraio 2009 e successivi rinnovi. 4
  • 5. PARTE 1 Il percorso metodologico per l’individuazione delle prestazioni In questa prima parte è descritto l’impianto metodologico della ricerca i cui punti maggiormente qualificanti sono: • • • definizione di cinque aree di prestazione e delle dodici prestazioni essenziali correlate così come desunte dalla legge 92/2012; individuazione dei requisiti di struttura, processo e relazione necessari a garantire le prestazioni essenziali, così come definiti nella prassi e/o nella regolazione regionale; presentazione della struttura dell’intervista utilizzata per la ricerca. 5
  • 6. 1.1 Quadro di riferimento normativo In materia di servizi per l’impiego e di procedure di collocamento si è assistito negli ultimi venti anni a numerosi interventi normativi che hanno prodotto modifiche radicali nella disciplina precedente, sia in termini di assetto istituzionale e organizzativo, sia nell’impianto regolativo e procedurale, sia nel rapporto organico con le politiche del lavoro attive e passive. Dopo una serie di interventi legislativi (L. 863/84, L. 56/87, L. 223/91, L. 236/93) finalizzati a introdurre una sempre più ampia facoltà di scelta nelle assunzioni, si è assistito, a partire dalla seconda metà degli anni ’90, a una produzione normativa volta a modificare i principi di base della disciplina previgente. Il D.Lgs 510/96, convertito nella L. 608/1996, ha modificato le regole di assunzione, introducendo in via generalizzata il principio dell’assunzione diretta con obbligo di comunicazione successiva che sostituisce il “vecchio” nulla-osta di avviamento. La L. 196/97 ha invece attenuato il divieto assoluto di intermediazione, introducendo il contratto di fornitura di lavoro temporaneo. Il D.Lgs 469/97 ha concretizzato i principi del “federalismo amministrativo” in materia di mercato del lavoro, conferendo agli enti territoriali le funzioni di gestione in questo ambito. In particolare sono state attribuite alle Regioni a statuto ordinario e agli altri Enti Locali le funzioni relative al collocamento e alle politiche attive del lavoro. Lo Stato esercita un ruolo di indirizzo, promozione e coordinamento oltre ad alcune competenze specifiche, quali ad esempio la vigilanza in materia di lavoro e dei flussi di entrata dei lavoratori non appartenenti all’Unione Europea. Riassumendo, il sistema delle deleghe a livello locale ha previsto l’attribuzione alle Regioni della funzione di regolazione, di organizzazione amministrativa, di progettazione, di valutazione e controllo dei servizi all’impiego, mentre le Province svolgono il ruolo di raccordo con gli altri Enti locali ed erogano i servizi per l’impiego sul territorio. Sempre in considerazione del decentramento amministrativo, va ricordato anche il D.Lgs 112/98 che, attuando le leggi di riforma della P.A., ha implementato le competenze regionali nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale, integrandole con le politiche del lavoro, così come previsto dal citato D.Lgs 469/97. Di rilievo inoltre la Legge 68/99 – “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” – che non solo attribuisce alle Regioni e alle Province importanti funzioni in materia, ma riforma le procedure del collocamento obbligatorio, secondo il principio del “collocamento mirato”. Il DPR 442/2000 istituisce l’elenco anagrafico dei lavoratori al posto delle liste di collocamento. Parallelamente con il D.Lgs 181/2000, di seguito modificato dal D.lgs. 297/2002, si è avviato il 6
  • 7. disegno di revisione del modello organizzativo e funzionale della disciplina del mercato del lavoro. Infine il D.Lgs 276/2003 interviene con ulteriori modifiche sull’organizzazione e disciplina del mercato del lavoro, introducendo nuovi soggetti autorizzati e definendo un adeguato regime sanzionatorio. La legge 92 del 28 giugno 2012 modifica e ridefinisce gli interventi che devono essere garantiti ai cittadini. Essa all’articolo 4 comma 33 modifica il decreto 181/2000, nello specifico: a) colloquio di orientamento entro tre mesi dall'inizio dello stato di disoccupazione; b) azioni di orientamento collettive fra i tre e i sei mesi dall'inizio dello stato di disoccupazione, con formazione sulle modalità più efficaci di ricerca di lavoro; c) formazione della durata complessiva non inferiore a due settimane tra i sei e i dodici mesi dall'inizio dello stato di disoccupazione; tale formazione deve essere adeguata alle competenze professionali del disoccupato e alla domanda di lavoro dell'area territoriale di domicilio; d) proposta di adesione a iniziative di inserimento lavorativo entro la scadenza del periodo di percezione del trattamento di sostegno al reddito. È prevista inoltre l'offerta di formazione professionale, della durata complessiva non inferiore a due settimane, nei confronti dei beneficiari di trattamento di integrazione salariale che comporti la sospensione dall'attività lavorativa per un periodo superiore ai sei mesi. Inoltre la stessa Legge 92/2012 ai commi 51-61 e 64-68 richiama la necessità di garantire ai cittadini il diritto di vedersi riconosciute le competenze acquisite anche al di fuori dei percorsi formali, attraverso il riconoscimento, la validazione e la certificazione delle competenze comunque acquisite. Le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e gli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, sono state oggetto del recente decreto legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013. Alla luce di quanto sopra richiamato, si possono configurare cinque aree di prestazione che i servizi per il lavoro, pubblici e privati accreditati, sono chiamati a garantire: 1. informazione e accesso ai servizi di politica attiva; 2. orientamento al lavoro e alla formazione; 3. misure di accompagnamento al lavoro; 4. incontro domanda e offerta di lavoro; 5. identificazione, validazione e certificazione delle competenze; 7
  • 8. A ciascuna delle cinque aree di prestazione sono correlabili le prestazioni essenziali che sono state enucleate in riferimento a quanto tratteggiato nella legge 92/2012 e alle pratiche adottate in Regione del Veneto a seguito delle politiche di contrasto alla crisi, realizzate a partire dall’Accordo Stato Regioni. Al fine di garantire le prestazioni essenziali collegate a ciascuna delle cinque aree di cui sopra, è necessario garantire i requisiti di struttura, di processo e soprattutto di relazione; questi ultimi permettono di affermare che le competenze professionali fondamentali2, necessarie nell’ambito di un servizio per l’impiego possono essere le seguenti: 1. gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa; 2. gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro; 3. elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità; 4. gestire l’incrocio domanda-offerta di lavoro; 5. accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo; 6. monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive. 2 DGR 2238 del 20.12.2011 consultabile al seguente link: http://www.regione.veneto.it/web/lavoro/accreditamento-servizi-lavoro 8
  • 9. 1.2 Prestazioni essenziali: metodologia e strumenti di rilevazione L’indagine ha posto l’accento su: - l’organizzazione e le prestazioni offerte dai Servizi Pubblici per l’Impiego (SPI) - le competenze professionali degli operatori dei SPI. L’intervista utilizzata ai fini dell’indagine è descritta in maniera analitica in questo paragrafo, ma per rendere maggiormente leggibile la struttura dell’intervista stessa si propone qui di seguito uno schema riassuntivo: STRUTTURA DELL’INTERVISTA I° SEZIONE PARTE 1-A Rivolta ai Responsabili dei CPI (42) ORGANIZZAZIONE E - QUADRO ORGANIZZATIVO DEI CPI PARTE 1-B PRESTAZIONI OFFERTE DAI - REQUISITI DI STRUTTURA E DI PROCESSO PARTE A Rivolta agli operatori dei CPI (76) COMPETENZE PROFESSIONALI DEGLI OPERATORI DEI SPI PRESTAZIONI ESSENZIALI - II° SEZIONE AREE DI PRESTAZIONE - SERVIZI PUBBLICI PER L’IMPIEGO (SPI) - AUTOVALUTAZIONE DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI DEGLI OPERATORI PARTE B AUTOVALUTAZIONE DELLE CONOSCENZE - L’intervista3 è strutturata in - AUTOVALUTAZIONE DELLE ABILITÀ due sezioni; la prima sezione è stata somministrata esclusivamente ai responsabili dei CPI. Le aree di prestazione individuate sono le seguenti: 1. Informazione e accesso ai servizi; 2. Orientamento al lavoro e alla formazione; 3Per il testo integrale dell’intervista si veda l’allegato 1. 9
  • 10. 3. Misure di accompagnamento al lavoro; 4. Incontro domanda e offerta di lavoro; 5. Identificazione, validazione e certificazione delle competenze. Tali aree sono sostanziate da 12 prestazioni essenziali auto-consistenti, utili a supportare un percorso di ingresso o re-ingresso nel mondo del lavoro. Questi percorsi si possono articolare secondo il bisogno, l’appartenenza a specifici target e le caratteristiche socio-professionali dei cittadini ai quali la norma riconosce benefici o tutele giuridiche ed economiche. Nello schema che segue è fornita una sintetica descrizione di ciascuna prestazione essenziale. 10
  • 11. Area Prestazione essenziale Descrizione 1.1 Fornire informazioni 2.2 Azioni collettive di orientamento Incontri informativi/formativi sulle modalità efficaci di ricerca di occupazione, adeguate al contesto produttivo territoriale. Colloquio di orientamento individuale per indirizzare la persona a percorsi di identificazione delle competenze. 3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione Formazione della durata complessiva non inferiore a due settimane tra i 6 e i 12 mesi dall’inizio dello stato di disoccupazione. Organizzazione e proposta di tirocini formativi. Valutazione del caso individuale, elaborazione di proposta di indirizzo per la persona verso iniziative di inserimento lavorativo o riqualificazione professionale anche mediante stage e tirocini. 4.1 Colloquio di attivazione 5. Identificazione, validazione e certificazione delle competenze Colloquio di orientamento e di valutazione del caso individuale, al fine di supportare la persona nella scelta di opportunità lavorative e di servizi coerenti al suo profilo professionale. 3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo 4. Incontro domanda e offerta di lavoro Condivisione e firma del Patto di Servizio (PdS) che descrive e sostanzia gli impegni reciproci tra le parti. 3.1 Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze 3. Misure di accompagnamento al lavoro Rilascio della DID, accertamento dei requisiti soggettivi e iscrizione/aggiornamento del profilo socio-professionale del lavoratore nel SIL. 2.1 Colloquio di orientamento 2. Orientamento al lavoro e alla formazione 1.2 Aggiornamento del profilo socioprofessionale 1.3 Stipula del Patto di Servizio 1. Informazione e accesso ai servizi Informazioni circa le opportunità occupazionali e formative, le caratteristiche del MdL e gli strumenti di politica attiva disponibili nella rete dei Servizi per il lavoro e della formazione professionale. Colloquio finalizzato alla individuazione di opportunità lavorative coerenti con il profilo professionale del cittadino. 4.2 Promozione del profilo professionale Selezione e pubblicazione delle vacancies e azioni di promozione del profilo presso le imprese. 5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze Colloquio specialistico per l’identificazione e l’accertamento delle competenze finalizzato alla costruzione del «dossier delle evidenze». 5.2 Validazione / certificazione delle competenze Analisi del dossier delle evidenze e colloquio specialistico per la validazione delle competenze da parte di una commissione composta da minimo 2, massimo 3 esperti (esperto di metodo, esperto della professione, esperto della formazione) Schema 1 – Descrizione delle 12 prestazioni essenziali collegate alle 5 aree di prestazione 11
  • 12. Ai responsabili dei Centri per l’Impiego coinvolti nell’intervista è stato chiesto se ciascuna prestazione essenziale fosse: A - garantita B - parzialmente garantita C - non garantita Inoltre, per ogni area di prestazione sono stati rilevati i requisiti di struttura e di processo essenziali ai fini di poter garantire le prestazioni stesse. E’ stato richiesto se ciascun requisito di struttura e di processo fosse: A - garantito B - attivabile al bisogno C - non garantito Nel caso di risposta B o C, sia in riferimento alle prestazioni sia in riferimento ai requisiti è stato chiesto, inoltre, di esplicitare sinteticamente i motivi della parziale o della mancata garanzia. Nello schema che segue, è fornito il quadro dei requisiti di struttura e di processo relativi a ciascuna area di prestazione. 12
  • 13. Area Prestazione essenziale Requisiti di struttura Requisiti di processo 1. Sito internet aggiornato 1.1 Fornire informazioni 1. Informazione e accesso ai servizi 1.2 Aggiornamento del profilo socio-professionale 1. Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa 2. Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato 2. Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini 3. Spazio attrezzato per autoconsultazione di materiali informativi 3. Servizio informativo specifico dedicato alle imprese 4. Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti 2.1 Colloquio di orientamento 2. Orientamento al lavoro e alla formazione 2.2 Azioni collettive di orientamento 5. Servizio di attivazione degli AA.SS. in raccordo con INPS 1. Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente 1. Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID 2. Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo 1.3 Stipula del Patto di Servizio 4. Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente 2. Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi 3. Disponibilità di dossier di analisi del contesto e degli scenari occupazionali del territorio 3. Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID 4. Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso 3.1 Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze 3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo 2. Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni) 3. Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo 3. Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL 4. Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento 4.1 Colloquio di attivazione 4. Incontro domanda e offerta di lavoro 1. Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità 3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione 3. Misure di accompagnamento al lavoro 1. Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive 1. Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale 1. Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID 2. Collegamento con ClicLavoro 3. Attività di promozione e marketing verso le imprese 3. Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O 4. Aggiornamento costante delle informazioni su SIL 4.2 Promozione del profilo professionale 2. Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta 2. Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature 13
  • 14. 1. Registro operatori di supporto alla costruzione del dossier delle evidenze 5. Identificazione, validazione e certificazione delle competenze 5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze 1. Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl 2. Registro esperti di validazione 2. Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave 3. Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio 4. Aula/sala attrezzata per incontri individuali 5.2 Validazione / certificazione delle competenze 5. Repertorio professioni indicato/adottato dalla regione 6. Format dossier Schema 2 – Elenco dei requisiti di struttura e di processo per le 5 aree di prestazione 14
  • 15. La seconda sezione dell’intervista è articolata per quesiti che fanno fulcro su sei competenze professionali fondamentali (“competenze chiave”). I quesiti di questa sezione dell’intervista sono stati rivolti a 76 operatori4 che intervengono in 42 CPI presenti nella Regione. Il gruppo di operatori cui è stata rivolta l’intervista è stato individuato chiedendo ai Responsabili dei centri per l’impiego di indicare due nominativi5 che nell’ambito dell’attività potessero agire le sei competenze ritenute fondamentali che sono di seguito elencate: 1) Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa. 2) Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro. 3) Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità. 4) Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro. 5) Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo. 6) Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive. Questa sezione dell’intervista è stata costruita e proposta agli operatori intervistati con due obiettivi. Il primo, verificare con gli operatori il reale esercizio di tali competenze chiave nella gestione ordinaria delle attività necessarie a soddisfare l’offerta dei servizi che fanno capo alle cinque prestazioni essenziali richieste ai servizi per il lavoro. Il secondo obiettivo, stabilire se l’esercizio di tali competenze è sufficiente a garantire l’offerta dei medesimi servizi o se invece sono necessarie anche altre competenze oltre alle sei competenze chiave sopra richiamate. 4 I dati relativi al numero di operatori intervistati e ai Servizi per l’impiego di riferimento sono riportati nella tabella 1 dell’Appendice “tabelle e grafici”. 5 Si precisa che alcuni operatori intervistati intervengono in più di un centro per l’impiego nell’ambito della stessa provincia. È il caso ad esempio degli SPI di Arzignano e Valdagno che hanno operatori in comune e di Vicenza il cui personale interviene anche nel centro di Lonigo. E’ anche il caso di Pieve di Soligo e Conegliano. Essendo il primo ormai una “succursale” del CPI di Conegliano, alcuni operatori di questo CPI in vari giorni e in vari orari, sono presenti a Pieve per garantire il servizio agli utenti dei comuni afferenti. 15
  • 16. Al primo obiettivo d’indagine è legata la prima parte dell’intervista denominata “Intervista parte A” che comprende un set di domande che l’intervistatore ha posto in presenza e in modo individuale agli Operatori dei Centro per l’impiego (d’ora in avanti Operatore del CPI). L’intervistatore ha illustrato all’Operatore del CPI le 6 competenze fondamentali per un Operatore che agisca nell’ambito dei servizi per il lavoro. Come noto, la letteratura ha offerto numerose definizioni del termine “competenza” e dei suoi elementi: le conoscenze e le abilità. L’intervista è strutturata sulla base di una scelta precisa in merito all’utilizzo delle definizioni di competenza, conoscenza e abilità adottate in ambito europeo6. Tale scelta è stata esplicitata nel testo dell’intervista e condivisa con gli operatori intervistati. All’Operatore del CPI è stato quindi richiesto di esprimere il grado di possesso di ciascuna delle 6 competenze in base all’esercizio di ciascuna competenza nello svolgimento del lavoro cui normalmente si dedica. Per esprimere il grado di possesso della competenza è stato proposto l’utilizzo di una scala di valutazione da 1 a 4 punti, di seguito riportata, al fine di esprimere una valutazione. Punteggio: 1 Non ha mai affrontato situazioni che potessero fargli agire la competenza oggetto di analisi Punteggio: 2 Ha gestito solo occasionalmente situazioni poco complesse che potessero fargli agire la competenza oggetto di analisi Punteggio: 3 Agisce abitualmente (con buoni risultati) comportamenti per affrontare situazioni abbastanza complesse che richiedono per loro natura la competenza oggetto di analisi Punteggio: 4 Agisce sempre (con ottimi risultati) comportamenti per affrontare situazioni molto complesse che richiedono per loro natura la competenza oggetto di analisi 6 Fonte: Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF). Per competenza si intende la comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. Per conoscenza si intende il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto dell'European Qualifications Framework (EQF) le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche. Per abilità si intende la capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l'uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l'abilità manuale e l'uso di metodi, materiali, strumenti). 16
  • 17. Successivamente è stato chiesto di elencare le conoscenze e le abilità ritenute necessarie all’esercizio delle competenze rispetto alle quali l’operatore si era attribuito un punteggio elevato (3 o 4). Inoltre per le competenze rispetto alle quali l’operatore si era attribuito un punteggio pari a 2, intendendo che ha agito solo occasionalmente la competenza, è stato chiesto di elencare le conoscenze e le abilità a suo parere mancanti. Conoscenze e abilità sono elementi costitutivi e portanti delle competenze. Altri elementi concorrono a strutturare le competenze (atteggiamenti, motivazioni, percezione di sé, valori, etc) ma sono questi i due elementi fondamentali sui quali più efficacemente è possibile agire con interventi a carattere formativo laddove si evidenzino criticità nell’esercizio della competenza. Al secondo obiettivo dell’indagine è legata la seconda parte dell’intervista denominata “Intervista - Parte B” che comprende un set di domande alle quali gli Operatori dei centri per l’impiego hanno risposto in modo individuale senza la presenza dell’intervistatore. Questa parte dell’intervista è suddivisa in due sezioni denominate Sezione 1- Conoscenze e Sezione 2 - Abilità. Nella prima sezione è presentato un elenco di conoscenze, nella seconda è presentato un elenco di abilità. Tali conoscenze e abilità sono quelle che potrebbero servire a un Operatore che agisca nell’ambito dei servizi per il lavoro. Per ciascun elenco, presente nelle due sezioni, è stato chiesto di esprimere una valutazione relativamente al possesso di ogni singola conoscenza e di ogni singola abilità segnalate nei rispettivi elenchi. In particolare, per quanto riguarda le abilità, è stato proposto di utilizzare una scala di valutazione da 1 a 4 punti, di seguito riportata, al fine di esprimere una valutazione in merito a ciascuna abilità. Punteggio: 1 Non applico questa abilità nel lavoro che svolgo Punteggio: 2 Utilizzo raramente questa abilità nel lavoro che svolgo Punteggio: 3 Applico abitualmente questa abilità nel lavoro che svolgo Punteggio: 4 Applico abitualmente questa abilità per affrontare situazioni lavorative anche molto complesse Infine è stato chiesto di fare degli esempi in merito all’esercizio di alcune specifiche abilità solo nel caso in cui a queste fosse stato attribuito dall’Operatore un punteggio elevato (3 o 4). Si fa presente che le abilità cui è stato richiesto di fare specifico riferimento erano 7 su 37. 17
  • 18. Si tratta delle abilità rilevanti per poter erogare le prestazioni essenziali legate all’area di prestazione 5 “Identificazione, validazione e certificazione delle competenze” in merito alle quali si è ritenuto utile fare uno specifico approfondimento. La modalità dell’autovalutazione offre senza dubbio una lettura di parte. Tuttavia la correlazione tra gli esiti di questa parte dell’intervista con la prima parte dell’intervista che ha indagato quantitativamente le performance regionali dei servizi per il lavoro a partire dalle performance dei singoli CPI consente di fornire un quadro di riferimento completo e oggettivo. 18
  • 19. PARTE 2 Le prestazioni garantite dai SPI Questa seconda parte riporta gli esiti riguardanti l’indagine sulle prestazioni garantite dai CPI del Veneto. Vengono presentate le caratteristiche organizzative dei SPI veneti (operatori, bacino di utenti potenziali) e si descrive il livello di garanzia delle prestazioni oggetto dell’indagine. Il quadro che emerge è di un elevato livello di garanzia, reso possibile sia dall’utilizzo degli strumenti codificati in ambito regionale per la gestione degli interventi (DID, Patto di Servizio, PAI) che dal supporto di un efficace Sistema Informativo Lavoro. Dall’analisi emergono possibili aree di miglioramento delle prestazioni erogate ai cittadini, con particolare riferimento alle prestazioni di Area 3 “Misure di accompagnamento al lavoro” e di Area 5 “Identificazione, validazione e certificazione delle competenze”. 19
  • 20. 2.1 Struttura ed Organizzazione dei SPI nella Regione Veneto L’assetto attuale del sistema dei SPI del Veneto è costruito sulla base della seguente dicotomia: da un lato spetta alla Regione l’ambito funzionale di indirizzo, programmazione e governo, mentre alle Province spetta la gestione dei CPI. I soggetti istituzionali responsabili dell’erogazione dei servizi sono la Regione e le Province, che operano attraverso apposite strutture operative che sono la Direzione Lavoro e l’Ente strumentale Veneto Lavoro. Quest’ultimo svolge la funzione di osservatorio regionale del mercato del lavoro, e presta assistenza tecnica al sistema dei CPI soprattutto per la gestione del sistema informativo regionale del lavoro. In generale le strutture regionali operano come strutture di secondo livello, con un ruolo nei confronti delle strutture provinciali di coordinamento, indirizzo e assistenza tecnica. Per l’erogazione diretta dei servizi ai cittadini le Province si avvalgono dei Centri per l’Impiego, che sono strutture territoriali i cui bacini di competenza sono rimasti formalmente i medesimi di quelli delle ex Sezioni circoscrizionali per l’impiego, così come ridefinite dal decreto legislativo 469/97. In alcuni casi le Province hanno modificato sul piano operativo questa suddivisione territoriale o accorpando la gestione di due CPI (è il caso dei CPI di Schio e Thiene), o suddividendo in due unità operative un unico CPI (è il caso, ad esempio, del CPI di San Donà di Piave dove è stata creata anche l’unità operativa di Jesolo). Inoltre, anche per la Provincia di Treviso si segnala che da gennaio 2010 è avvenuto l’accorpamento tra il CPI di Motta di Livenza e quello di Oderzo. Sul piano della suddivisione territoriale, la regione Veneto conta 40 CPI e 3 uffici territoriali, questi ultimi presenti nella sola della provincia di Venezia. L’oggetto dell’indagine sono stati i 40 CPI e i due uffici distaccati di Mestre e Jesolo, mentre l’ufficio di Cavarzere non è stato oggetto di rilevazione in quanto la sua struttura organizzativa non è riconducibile ad un CPI organizzato. Le tabelle e i grafici che seguono si riferiscono, pertanto, a 42 strutture organizzate che da qui in avanti saranno chiamate CPI. Nei CPI della Regione sono impegnati complessivamente 397 operatori di cui, 379 assunti a tempo indeterminato, 6 assunti tempo determinato e 12 tra esperti e collaboratori. Il personale impegnato in attività di front office è di 323 unità (Tab. 1). 20
  • 21. Si segnala la progressiva diminuzione del personale dei CPI, passato nel periodo 2005/2011 da 569 a 422 operatori7, per arrivare ai 397 operatori del 2012, con una riduzione complessiva dal 2005 del 33%. Tab. 1 – Personale dei Centri per l’Impiego del Veneto Personale CPI per tipologia assunzione N. N. dipendenti dipendenti a tempo a tempo indeterminato determinato N. eventuali TOTALE DI CUI esperti, PERSONALE FRONT consulenti e CPI OFFICE collaboratori PROVINCIA DI BELLUNO 26 0 0 26 24 PROVINCIA DI PADOVA 52 1 1 54 45 PROVINCIA DI ROVIGO 35 0 0 35 35 PROVINCIA DI TREVISO 72 4 11 87 65 PROVINCIA DI VENEZIA 59 1 0 60 57 PROVINCIA DI VERONA 75 0 0 75 51 PROVINCIA DI VICENZA TOTALE REGIONE VENETO 60 0 0 60 46 379 6 12 397 323 In riferimento alla popolazione attiva (Tab. 2), la maggior parte dei CPI serve mediamente un bacino territoriale superiore alle 100 mila unità, passando da 46 mila dei CPI della provincia di Belluno, fino ad arrivare ai 131 mila della provincia di Verona. Complessivamente tutti i CPI dei comuni capoluogo di provincia servono bacini molto consistenti, eccetto Belluno e Rovigo dove ci si attesta su bacini inferiori alle 50 mila unità. Tab. 2 - Popolazione di 15 anni e oltre per sesso, classe di età, regione e provincia - Anno 2012 (dati in migliaia) REGIONI E PROVINCE VENETO Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo Fonte: ISTAT Maschi Femmine 15-24 25-54 55 e oltre Totale 15-24 25-54 55 e oltre Totale 235 1.096 49 205 47 192 10 45 40 203 37 187 42 212 11 52 718 128 123 33 124 135 134 42 2.050 382 361 88 367 359 388 105 223 1.071 47 197 44 185 10 43 42 193 34 189 37 213 11 52 871 157 143 43 149 166 164 49 2.166 401 373 96 384 388 413 112 Maschi e femmine 55 e 15-24 25-54 oltre 459 96 91 19 82 71 78 22 2.168 402 377 88 396 375 425 104 Totale 1.589 285 266 77 272 301 297 91 4.216 783 733 184 750 747 800 217 7 Fonte Veneto Lavoro, Rapporto MdL 2012. 422 è dato dalla somma di: n. 379 operatori con contratto a tempo indeterminato, 7 a tempo determinato e 36 Co.co.pro. 21
  • 22. 2.2 Informazione e accesso ai servizi Il cittadino si rivolge ad un CPI per dichiarare la sua immediata disponibilità al lavoro, e quindi richiede informazioni sulle opportunità e sui servizi a lui dedicati e sulle modalità di erogazione degli stessi. Alla prima area di prestazione Informazione e accesso ai servizi sono correlate le seguenti prestazioni essenziali: 1.1 fornire informazioni; 1.2 aggiornamento del profilo socio-professionale del cittadino; 1.3 stipula del Patto di Servizio. Queste prestazioni sono garantite al 100% da tutti i CPI della Regione come si evince dal seguente grafico: Graf.1- Le prestazioni di area 1 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013) I requisiti di struttura sono garantiti dalla quasi totalità dei CPI regionali come si evince dalla seguente tabella: 22
  • 23. Area Informazione e accesso ai servizi Requisiti di struttura Agarantita B - attivabile al bisogno C - non garantita A+B 1 Sito internet aggiornato 42 0 0 100% 2 Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato 36 3 3 93% 3 Spazio attrezzato per autoconsultazione di materiali informativi 40 2 0 100% 4 Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente 38 3 1 98% Tab.3 –Area 1 requisiti di struttura Sostanzialmente la percentuale di soddisfazione dei requisiti è molto alta, mentre si rilevano criticità con riferimento al requisito 2, poiché non è garantito in 3 CPI (Dolo, Jesolo, Portogruaro) e con riferimento al requisito 4, poiché non è garantito in 1 CPI (Oderzo). I requisiti di processo sono garantiti dalla quasi totalità dei CPI regionali. Area Informazione e accesso ai servizi Requisiti di processo 1 Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa Agarantita 2 Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini B- attivabile al bisogno C - non garantita A+B 23 6 86% 30 7 5 88% 3 Servizio informativo specifico dedicato alle imprese 33 8 1 98% 4 Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti 13 18 11 74% 5 Servizio di attivazione degli AA.SS. in raccordo con INPS 41 1 0 100% 13 Tab.4 –Area 1 requisiti di processo Il requisito 1 non è garantito nei CPI di Venezia, Chioggia, Mirano, Piove di Sacco, Cittadella e Schio/Thiene. Il requisito 2 non è garantito in 5 CPI della Provincia di Venezia (Mestre, Venezia, Dolo, Jesolo, San Donà di Piave) come il requisito 3 (CPI Venezia). Il requisito 4 non è garantito in tutti i CPI della Provincia di Vicenza, a Venezia e Dolo, a Pieve di Cadore, a Padova e Abano Terme. Nel corso dell’intervista è stato chiesto se il CPI avesse rapporti formali con altri soggetti del territorio (CCIAA, servizi sociali dei comuni, ULSS etc.). I responsabili dei CPI hanno risposto 23
  • 24. che i rapporti sono codificati e gestiti a livello provinciale, attraverso la stipula di apposite convenzioni. Infatti risultano codificati rapporti con associazioni di categoria, camere di commercio e le ULSS. Tali convenzioni permettono al sistema dei servizi di rinviare i cittadini anche agli sportelli specialistici esterni al CPI; ad esempio il servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa (autoimpiego), non è generalmente previsto nei CPI, ma gli operatori, decodificato il bisogno del cittadino, lo supportano nella gestione dell’appuntamento con lo sportello deputato dell’associazione di categoria e/o camera di commercio. Lo stesso avviene con i servizi di inserimento lavorativo delle ULSS (SIL) e le cooperative sociali. Per quanto concerne gli ammortizzatori sociali, i rapporti con INPS non sono formalizzati, ma è garantito il supporto al cittadino per l’accesso agli stessi (disoccupazione ordinaria, ASPI/miniASPI, mobilità 223 e in deroga). Le dichiarazioni dei responsabili dei CPI sulla garanzia delle prestazioni sono suffragate dal dato oggettivo, poiché nell’anno 2012 risultano registrate sul Sistema informativo lavoro Veneto 139.890 DID, pari a una media di 3.497 DID per CPI (Tab. 5). Si è rilevato che al momento della sottoscrizione della DID l’operatore verifica la posizione del cittadino, aggiorna il suo profilo socio-professionale e registra le informazioni e la DID nel SILV; lo informa circa le opportunità occupazionali, l’accesso agli ammortizzatori sociali o altre agevolazioni. Nel corso del 2012, inoltre sono stati registrati su SILV 127.363 Patti di Servizio (Tab. 6) pari al 91% delle DID rilasciate; si sottolinea che nella maggioranza dei casi il Patto di Servizio viene sottoscritto contestualmente alla sottoscrizione della DID e comunque entro e non oltre 3 settimane. La tabella che segue riporta i valori assoluti delle DID e dei PdS trattati dai CPI delle province del Veneto. 24
  • 25. tabella 5 - Rapporto DID / Operatori Provincia Flusso DID % media per CPI N. CPI n. operatori media operatore 7.048 5,04% 4 1.762 26 271 PADOVA 25.486 18,22% 9 2.832 52 490 ROVIGO 8.291 5,93% 3 2.764 35 237 TREVISO 26.045 18,62% 6 4.341 72 362 VENEZIA 26.533 18,97% 6 4.422 59 450 VERONA 25.109 17,95% 6 4.185 75 335 VICENZA 21.378 15,28% 6 3.563 60 356 139.890 100,00 40 3.497 379 369 BELLUNO totale Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013 Tab. 6 – Le prestazioni relative all’Area 1 “Informazione e accesso ai servizi” 1.1 DID rilasciate ai CPI Veneto BL PD Area 1 – Informazione e accesso ai servizi Valori assoluti 139.890 7.048 25.486 RO TV VE 8.291 26.045 26.533 TV VE 1.2 PDS sottoscritti ai CPI Veneto BL PD RO Valori assoluti 127.363 3.897 25.486 9.094 26.541 VR VI 25.109 21.378 VR VI 13.626 27.724 20.995 Fonte Rapporto Veneto Lavoro 2013 su dati SILV Sulla base del numero totale delle DID rilasciate nel corso del 2012 si evince che in media ogni operatore8 dei CPI veneti dovrebbe prendere in carico circa 369 cittadini, con 237 cittadini per la Provincia di Rovigo e 490 cittadini per la Provincia di Padova. 8 Il calcolo è stato fatto utilizzando solo il personale assunto a tempo indeterminato 25
  • 26. Focus on Il Patto di Servizio e il Piano di Azione Individuale Il concetto di “patto di servizio” è presente nella normativa nazionale, specificatamente nella legge n. 247 del 2007. Nello stabilire la delega al Governo per il riordino della normativa in materia di servizi per l’impiego la legge individuava, al comma 31 dell’articolo 1, tra i principi e i criteri direttivi della delega, la promozione del patto di servizio come strumento di gestione adottato dai servizi per l’impiego per interventi di politica attiva del lavoro. Con riferimento alle più recenti novità normative, l’articolo 19, comma 10 della L. 2/2009 subordina l’erogazione dei trattamenti degli ammortizzatori sociali in deroga alla sottoscrizione da parte dei lavoratori interessati di un apposito “patto di servizio” presso i competenti centri per l’impiego. Il patto di servizio era stato già introdotto in Veneto con la DGR n. 1837 del 18 giugno 2004 quale strumento per gestire il riconoscimento, la conservazione, la perdita dello “stato di disoccupazione”. Nella prassi amministrativa il Patto di Servizio definisce le condizioni generali dell’erogazione dei servizi da parte del CPI e della fruizione dei medesimi da parte del lavoratore e rappresenta un vero e proprio standard di servizio. Ha la forma di accordo tra il Centro per l’Impiego e il disoccupato e deve essere sottoscritto dalle due parti. Il Patto di Servizio, si configura dunque come “condizione per l’esercizio di diritti riconosciuti dall’ordinamento” e rappresenta lo strumento attraverso il quale il lavoratore in cerca di occupazione e i CPI sanciscono i rispettivi impegni e ruoli nello svolgimento del percorso personalizzato di orientamento, riqualificazione ed accompagnamento al lavoro. Nello specifico, il Patto di Servizio è il contratto che assicura ai soggetti disoccupati/inoccupati, l’erogazione dei servizi per la riqualificazione e la promozione dell’inserimento lavorativo. Il Patto, oltre ai dati anagrafici e ai riferimenti alla situazione occupazionale, prevede esplicitamente che l’individuazione delle specifiche azioni da realizzare per promuovere l’occupabilità e l’inserimento lavorativo del cittadino debba avvenire attraverso la successiva definizione di un Piano d’Azione Individuale (PAI). Il PAI è lo strumento attraverso il quale il soggetto, con il concorso di un operatore del sistema dei servizi per il lavoro pubblici o privati accreditati/autorizzati, definisce un programma di attività funzionali al raggiungimento dell’obiettivo occupazionale individuato e condiviso fra l’operatore unico e il lavoratore in cerca di occupazione. Il patto di servizio e il piano di azione individuale sono strumenti standardizzati in ambito regionale e utilizzati anche dai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro. 26
  • 27. Focus on I rapporti con il territorio Per quanto riguarda i rapporti con il territorio, l'organizzazione dei CPI prevede che accordi, collaborazioni e partenariati siano stipulati a livello provinciale. Ad esempio, i CPI della provincia di Venezia, hanno rapporti di collaborazione formalizzati e in atto con: • l'INAIL per la gestione dei lavoratori disabili coinvolti in cause di lavoro; • le ULSS per la gestione dei lavoratori disabili; • la cooperativa COGES per la gestione dei lavoratori disabili di difficile collocazione nel mercato del lavoro. Vanno segnalati gli accordi dei CPI di Mestre, Venezia e Jesolo con i servizi sociali dei rispettivi Comuni per la gestione di tirocini finalizzati alla collocazione di soggetti in situazione di disagio socio-economico. Il complesso degli accordi di collaborazione formalizzata con soggetti pubblici o privati indica una sostanziale attenzione verso i soggetti deboli, svantaggiati o a rischio di esclusione sociale. In riferimento all’item n. 10 presenza di accordi/reti di collaborazione, è emerso come i rapporti di partenariato/collaborazione siano definiti per lo più a livello provinciale e non dal singolo CPI. La provincia di Padova ha un accordo con i comuni di Albignasego, Cadoneghe, Carmignano di Brenta, Casalserugo, Correzzola, Limena, Rubano, Selvazzano Dentro, Vigonza, Villafranca Padovana per l’apertura di 10 sportelli InformaLavoro che insieme ai nove CPI potenziano la rete provinciale dei SPI. Tale rete si completa con servizi allestiti ad hoc da soggetti pubblici e privati in riferimento a specifici progetti di inclusione sociale. In particolare, nel 2012, segnaliamo il Progetto Sociale promosso dalla Fondazione Cariparo, Diocesi di Padova, Fondazione Antonveneta, Camera di Commercio, ULSS 16, e, per le province di Belluno e Verona, il progetto promosso dalla Fondazione CARIVERONA. La gestione dei rapporti con i servizi sociali dei comuni non è regolata da un provvedimento specifico, tant’è che non è possibile definire il numero dei soggetti inviati ai servizi sociali dei comuni o giunti al CPI su segnalazione degli stessi. 27
  • 28. 2.3 Orientamento al lavoro e alla formazione Alla seconda area di prestazione Orientamento al lavoro e alla formazione sono correlate le seguenti prestazioni essenziali: 2.1 colloquio di orientamento 2.2 azioni collettive di orientamento. Il colloquio prevede la valutazione del caso individuale al fine di indirizzare la persona verso le opportunità lavorative e i servizi più coerenti ai suoi bisogni, al suo profilo professionale, anche con il supporto di sessioni orientative di gruppo. Il colloquio di orientamento risulta garantito dalla quasi totalità dei CPI, mentre le azioni di orientamento collettivo risultano sempre garantite dal 64% dei CPI, mentre il 18% le garantisce parzialmente o al bisogno e un altro 18% non le garantisce affatto. 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 2.1 Colloquio di orientamento 97% 3% 0% garantita parzialmente garantita non garantita 2.2 Azioni di orientamento collettive 64% 18% 18% Graf. 2 - Le prestazioni di Area 2 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013) I requisiti di struttura relativi a questa area di prestazione sono garantiti nella quasi la totalità dei CPI. Dalla tabella riportata di seguito si evince la piena garanzia del requisito della postazione attrezzata e riservata per la conduzione di colloqui. Inoltre, nel 90% dei CPI, è garantita pienamente o al bisogno la disponibilità di un catalogo delle opportunità formative (solo nei CPI di Bassano del Grappa, Dolo, Mirano, Portogruaro il requisito non è presente). Aspetti di maggiore criticità si riscontrano per il requisito della sala attrezzata per le sessioni di orientamento di gruppo; infatti è disponibile in 27 CPI e al bisogno in altri 8, mentre non è 28
  • 29. garantito nei CPI di Abano Terme, Portogruaro, San Donà di Piave, Jesolo, Venezia, Vicenza, Lonigo. Altro aspetto critico è rappresentato dalla parziale disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio. Tale disponibilità è garantita pienamente in 19 CPI, in altri 17 è garantita al bisogno, mentre non risulta garantita nei CPI di Legnago, Chioggia, Dolo, Mirano, Jesolo, Portogruaro. Area Orientamento al lavoro e alla formazione Requisiti di struttura Agarantita B - attivabile al bisogno C - non garantita A+B 1 Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente 41 1 0 100% 2 Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo 27 8 7 83% 3 Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio 19 17 6 86% 4 Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso 30 8 4 90% Tab.7 –Area 2 requisiti di struttura I requisiti di processo sono garantiti dalla totalità dei CPI regionali, ad eccezione del terzo requisito realizzazione di incontri informativi/formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID, che non è garantito nei CPI di Schio/Thiene, Mestre, Venezia, San Donà di Piave9. Area Orientamento al lavoro e alla formazione Requisiti di processo Agarantita B - attivabile al bisogno C - non garantita A+B 1 Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID 36 6 0 100% 2 Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi 36 6 0 100% 3 Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID 26 12 4 90% Tab.8 –Area 2 requisiti di processo Nel 2012 sono stati registrati su SILV 113.321 colloqui di primo orientamento, pari all’89% dei PdS sottoscritti (TAB.9). 9 Requisito previsto e definito dalla Legge 92/2012. 29
  • 30. In riferimento alla prestazione di azioni di orientamento collettive, nel 2012 risultano registrati sul SILV 583 incontri di gruppo, con il coinvolgimento di 7.384 cittadini, con una media di 12,66 partecipanti per incontro. Non tutti i CPI riescono a garantire questa prestazione, perché il più delle volte si tratta di iniziative erogate per specifiche progettualità o da servizi di staff provinciale. Gli intervistati, inoltre, hanno segnalato la presenza di servizi rivolti ai giovani in obbligo formativo. La tabella che segue riporta le quantità di prestazioni riferite all’area Orientamento al lavoro e alla formazione erogate dai CPI. 2.1 Colloqui di orientamento Veneto n. colloqui 2. Orientamen to al lavoro e alla formazione n. incontri n. partecipanti a incontri BL 113.321 4.204 PD RO TV VE VR VI 22.117 13.288 23.552 11.164 28.157 10.839 VE VR VI nd nd nd nd nd 2.2 Azioni di orientamento collettive Veneto 583 7.384 BL nd nd PD RO TV 104 144 335 856 1.138 5.141 249 Tab. 9 – Le prestazioni di orientamento al lavoro e alla formazione Fonte Italia Lavoro su dati forniti dalle province del Veneto e da Veneto Lavoro su dati SILV 30
  • 31. Focus on Il colloquio di orientamento e valutazione del caso individuale La fruizione da parte dei cittadini delle prestazioni disponibili nei CPI, è mediata da una fase relazionale, nella quale gli operatori dei servizi per il lavoro e i cittadini stessi concordano le modalità di fruizione in relazione ai bisogni, alle opportunità e alle disponibilità individuali. Questa fase è rappresentata dai colloqui di orientamento e valutazione del caso individuale e può verificarsi in più momenti del percorso individualizzato, poiché è funzionale al conseguimento dei seguenti obiettivi: A) sostenere la chiarificazione della domanda orientativa individuale; B) fornire informazioni circa le opportunità di percorsi al reimpiego; C) sottoscrizione Patto di Servizio; D) rilevare il profilo professionale e formativo del lavoratore, i possibili fattori di criticità per l’inserimento lavorativo, gli ambiti di disponibilità e le preferenze relativamente sia ai percorsi formativi sia all’attività lavorativa; E) migliorare la conoscenza di sé, delle proprie capacità e delle proprie competenze spendibili nel mercato del lavoro locale; migliorare la conoscenza delle proprie risorse per potenziare la capacità di scelta e di progettualità personale. La valutazione determina il grado di aiuto che i servizi per il lavoro sono chiamati a prestare alle persone, che si traduce poi in un percorso individuale di accompagnamento al lavoro (PAI). Inoltre, la valutazione del caso comporta la valutazione dell’occupabilità del soggetto e la valutazione sulla capacità del cittadino di autopromuoversi nel mercato del lavoro. Appare evidente che la valutazione del caso individuale è uno dei momenti fondanti della relazione tra i CPI e il cittadino, nella quale assume un ruolo di assoluto rilievo l’operatore e le sue specifiche competenze professionali. 31
  • 32. Focus on Obbligo di istruzione e obbligo formativo L'istruzione obbligatoria è impartita per almeno 10 anni e si realizza secondo le disposizioni indicate all'articolo 1, comma 622 della legge 27 dicembre 2006 n. 296. L’obbligo di istruzione non ha carattere di terminalità, in quanto si inserisce nel quadro normativo sul “diritto dovere all’istruzione e alla formazione” di cui al D.lgs n.76 del 15 aprile 2005. L'adempimento dell'obbligo di istruzione è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età, con il conseguimento dei quali si assolve il diritto/dovere di cui al decreto sopra citato. La disciplina relativa al diritto dovere di istruzione e formazione ribadisce quanto già previsto dalla legge 144 del 17 maggio 1999 con l’art. 68 che prevedeva l’obbligo formativo fino al compimento del diciottesimo anno di età. L’insieme dei provvedimenti in tema di obbligo formativo definiscono i percorsi nei quali tale obbligo (o diritto-dovere) potrà essere assolto. Si profilano quindi tre possibili percorsi di assolvimento dell’obbligo formativo: • nel sistema di istruzione scolastica; • nel sistema di istruzione e formazione professionale di competenza regionale per il raggiungimento della qualifica; •nel percorso di apprendistato per la qualifica secondo quanto previsto nel Testo unico dell'apprendistato D.lgs n. 167/2011 art 3. 32
  • 33. 2.4 Misure di accompagnamento al lavoro Le prestazioni essenziali relative all’area Misure di accompagnamento al lavoro comprendono le proposte che un CPI può rivolgere al cittadino e sono relative alla proposta di: • percorsi per l’accertamento e la validazione delle competenze; • percorsi di formazione; • iniziative di inserimento lavorativo. Come si può notare dal grafico, i livelli di garanzia delle prestazioni di quest’area risultano differenziati. La garanzia maggiore (98%) riguarda la proposta di percorsi di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo, il più delle volte riferiti a tirocini. Per quanto riguarda la proposta e la realizzazione di attività di formazione, questa è pienamente garantita nel 44% dei casi e nel 41% è garantita al bisogno, con particolare riferimento alle opportunità formative presenti nel territorio e finanziate con risorse pubbliche (FSE in particolare). Mentre la proposta di percorsi di validazione delle competenze è garantita dal 31% dei CPI, parzialmente garantita nel 26% e nel 44% dei casi non è garantita. Graf. 3 - Le prestazioni di Area 3 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013) Il possesso dei requisiti di struttura rispecchia la differenza di garanzia delle prestazioni. I tre requisiti risultano garantiti mediamente nell’86% dei casi, e si evidenzia una criticità maggiore sulla assenza di un sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni), in 7 CPI (Bassano del Grappa, Chioggia, Mirano, Camposampiero, Este, Montagnana, Piove di Sacco). Risulta peraltro significativa l’incidenza dei numero dei CPI che garantiscono il requisito al bisogno. Il requisito 1 non è garantito nei CPI di Mestre, Venezia, Chioggia, Dolo, Mirano, Jesolo; mentre il requisito 3 non è garantito nei CPI di Piove di Sacco, Portogruaro, Jesolo, Mirano e Dolo. 33
  • 34. Area Misure di accompagnamento al lavoro Requisiti di struttura 1 Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive Agarantita 20 Battivabile al bisogno C - non garantita A+B 16 6 86% 2 Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni) 23 12 7 83% 3 Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL 23 14 5 88% Tab.10 –Area 3 requisiti di struttura Per quanto riguarda i requisiti di processo, si evidenzia che il colloquio per l’elaborazione di un PAI e la sua verifica preventiva è complessivamente garantito, così come risulta molto alto il livello di garanzia del requisito relativo al supporto ai giovani che abbandonano la scuola durante il periodo dell’obbligo. L’aspetto di maggiore criticità si riscontra in riferimento al supporto all’utente attraverso azioni di valutazione congiunta. Tale requisito non è garantito in 7 CPI (Mestre, Venezia, Jesolo, San Donà di Piave, Conselve, Monselice, Piove di Sacco) mentre in altri undici è attivabile al bisogno. Il requisito 3 non è garantito nei CPI di Venezia, Chioggia e Abano Terme; mentre il requisito 4 non è garantito nel CPI di Piove di Sacco. Area Misure di accompagnamento al lavoro Requisiti di processo 1 Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità 2 Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta 3 Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo 4 Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento Agarantita 32 Battivabile al bisogno 10 C - non garantita A+B 0 100% 24 11 7 83% 23 16 3 93% 35 6 1 98% Tab.11 –Area 3 requisiti di processo 34
  • 35. La tabella che segue riporta i valori numerici delle prestazioni riferite all’area 3, Misure di accompagnamento al lavoro, erogate dai CPI nel 2012. 3.1 Proposta di percorsi di validazione / certificazione di competenze Veneto BL PD RO TV VE VR Proposte di percorsi 3. Misure di accompagnamento Utenti avviati a corsi di al lavoro formazione nd nd nd nd 3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione Veneto BL PD RO TV VE VR VI 5.143 nd - nd 343 nd VI - 543 2.007 2.140 3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo Veneto BL PD RO TV VE VR Tirocini 11.747 493 2.169 1.252 3.503 107 VI 948 1.082 Tab. 12 Le prestazioni di accompagnamento al lavoro Fonte Italia Lavoro su dati forniti dalle province del Veneto e da Veneto Lavoro su dati SILV La proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo è quella maggiormente garantita dai CPI del Veneto e riguarda in particolar modo la realizzazione di tirocini: nel 2012 i tirocini avviati dai CPI sono stati 11.747. Per quanto riguarda la prestazione relativa alla Proposta di percorsi di validazione e certificazione di competenze, non sono disponibili dati complessivi ne disaggregati per provincia. La proposta e realizzazione di attività di formazione è garantita dalla metà dei centri per l’impiego e parzialmente dall’altra metà. Nel 2012 sono stati abbinati a corsi di formazione e registrati su SILV 5.143 utenti pari al circa il 4,5% degli utenti che hanno partecipato alle azioni di orientamento individuale. 35 2.300
  • 36. Focus on Il supporto all’utente nel percorso di inserimento Per quanto riguarda i servizi Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo, i CPI non erogano direttamente il servizio, ma garantiscono un colloquio preliminare per poi inviare gli utenti all’ufficio formativo provinciale; anche il Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento spesso è demandato a servizi di staff della Provincia. Nel corso delle interviste è stato reso evidente che le politiche attive per l’occupabilità coinvolgono non un singolo CPI, ma un sistema reticolare che coinvolge i CPI, i Servizi di inserimento lavorativo (ULSS), la cooperazione sociale e gli enti accreditati ai servizi al lavoro e alla formazione. 36
  • 37. 2.5 Incontro domanda e offerta di lavoro Le prestazioni dell’area Incontro domanda e offerta di lavoro sono: 1.1 colloquio di attivazione 1.2 promozione del profilo professionale Entrambe le prestazioni risultano pienamente garantite in tutti i CPI, ad eccezione di quei centri che per motivi organizzativi delegano tali funzioni a servizi di staff provinciali o ad altro centro per l’impiego limitrofo. Graf. 4 - Le prestazioni di Area 4 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013) Le prestazioni del colloquio di attivazione e la promozione del profilo professionale sono finalizzati a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e a segnalare alle imprese i candidati maggiormente rispondenti ai profili professionali richiesti. Di norma, il servizio prevede per le persone: • l’erogazione di colloqui di preselezione: per accertare le competenze, ricostruire le esperienze formative e professionali del candidato e verificare la sua effettiva disponibilità e propensione ad una determinata attività lavorativa; • l’inserimento in banca dati delle informazioni raccolte durante il colloquio di preselezione per poter effettuare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e inviare i curricula alle imprese che ne fanno richiesta; • la segnalazione dei nominativi alle imprese; • la possibilità di autocandidarsi sulle richieste di lavoro pubblicate sul sito della Provincia. 37
  • 38. L’analisi dei requisiti di struttura evidenzia che solo in 26 CPI (62%) è garantito o attivabile al bisogno il requisito report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale, mentre in 16 CPI non è garantito (CPI di Legnago, S. Bonifacio, Verona, Valdagno, Arzignano, Conegliano, Oderzo, Mestre, Venezia, Chioggia, Dolo, Mirano, Jesolo, San Donà di Piave, Portogruaro e Cittadella). Il requisito collegamento con Cliclavoro risulta garantito o attivabile al bisogno nella maggior parte dei CPI, mentre in 4 CPI non è garantito (Conegliano, Castelfranco, Pieve di Cadore, Mirano). Il requisito 3 gestione informatizzata del processo di incrocio d/o è garantito in tutti i CPI. Area incrocio Domanda e offerta Requisiti di struttura 1 Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale 2 Collegamento con ClicLavoro 3 Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O Agarantita BC - non attivabile al garantita bisogno A+B 11 16 62% 20 18 4 90% 42 0 0 100% 15 Tab.13 –Area 4 requisiti di struttura I requisiti di processo per l’area incrocio domanda e offerta evidenziano la piena garanzia del colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID. La criticità maggiore riguarda il requisito promozione e marketing verso le imprese non garantito in 6 CPI (Mestre, Venezia, Dolo, Jesolo, San Donà di Piave, Camposampiero). Il requisito 2 non è garantito nel CPI di Venezia mentre il requisito 4 non è garantito nel CPI di Portogruaro. Agarantita Battivabile al bisogno C - non garantita A+B 1 Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID 35 7 0 100% 2 Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature 39 2 1 98% 3 Attività di promozione e marketing verso le imprese 26 10 6 86% 4 Aggiornamento costante delle informazioni su SIL 41 0 1 98% Area incrocio Domanda e offerta Requisiti di processo Tab.14 –Area 4 requisiti di processo 38
  • 39. La tabella che segue riporta la quantità di prestazioni erogate nel 2012. 4.1 Colloqui di attivazione Veneto BL PD Colloqui di attivazione nd RO nd TV nd 4.2 Promozione del profilo professionale Veneto BL PD RO Curricula pubblicati 4. Incrocio domanda e offerta Auto candidature gestite Preselezioni VR nd TV nd VE 4.069 21.925 10.261 21.407 nd 14.998 111.471 11.319 77.766 989 1.271 8.587 75.418 4.377 7.916 1.758 24.646 12.065 TV VI VR 123.702 4.3 Gestione delle richieste delle imprese Veneto BL PD RO n. imprese rivolte ai CPI per personale Vacancies VE VE nd VI 25.020 26.022 11.026 513 9.780 14.876 VR VI 9.513 907 2.122 348 2.076 1.031 784 2.245 14.857 1.711 2.895 954 2.972 2.055 1.656 2.614 Tab. 15 – Le prestazioni di incrocio domanda e offerta Fonte Italia Lavoro su dati forniti dalle province del Veneto e da Veneto Lavoro su dati SILV I curricula dei lavoratori pubblicati nella banca dati IDO10 nel 2012 sono stati 123.702. Sul lato della domanda di lavoro, le imprese che hanno avanzato almeno una richiesta di personale nel 2012 ai CPI sono state 9.513 per un numero di vacancies pari a 14.857. Nel 2012 le pre-selezioni realizzate sono state 75.418. Il servizio di promozione del profilo professionale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro avviene anche mediante visite dirette in impresa e può essere integrato o sostituito con l’invio alle imprese di elenchi nominativi e con le autocandidature. Per quanto riguarda l’invio di elenchi nominativi su esplicita richiesta delle imprese, i CPI forniscono gli elenchi di lavoratori non occupati, disponibili al lavoro estratti dalle proprie banche dati. Per quanto riguarda l’autocandidatura, questa è una candidatura spontanea dell’utente, proposta direttamente al CPI (via mail, fax, telefono o tramite presentazione diretta), in relazione ad una determinata richiesta di personale proveniente dall’impresa, pubblicizzata in 10 IDO, acronimo di Incrocio Domanda Offerta, è il sistema informativo condiviso a livello regionale dai CPI e dai soggetti accreditati per i servizi al lavoro per favorire le attività di preselezione dei lavoratori e il matching tra domanda e offerta. 39
  • 40. forma anonima sul sito del CPI/provincia, ossia in modo tale da non consentire il contatto diretto del cittadino con l’impresa richiedente. Le autocandidature sono segnalate dai CPI alle imprese, unitamente ai nominativi dei potenziali lavoratori preselezionati e presenti nella banca dati del CPI, sempre previa verifica del possesso dei requisiti richiesti dall’impresa. Le autocandidature nel corso del 2012 sono state 111.471. Il Colloquio di attivazione si esplica in un’azione di orientamento e valutazione del caso individuale e si propone di indirizzare la persona verso le opportunità lavorative e i servizi più coerenti al suo profilo professionale. I colloqui di attivazione e la promozione del profilo professionale prevedono la realizzazione di un servizio alle imprese che comprende: • la raccolta e l’analisi delle richieste di personale; • l’individuazione e la segnalazione dei candidati più idonei al profilo professionale richiesto; • la pubblicizzazione della richiesta di lavoratori nella bacheca dedicata del CPI e sul sito Internet. Sul sistema informativo lavoro regionale non risultano registrati specificatamente colloqui di attivazione ma gli invii all’incrocio domanda-offerta di lavoro. Le prestazioni e, nel loro complesso, le attività di incontro domanda e offerta di lavoro rappresentano il core business dei CPI; infatti 123.702 curricula pubblicati rendono l’idea di quale sia il bacino reale dei cittadini che si rivolgono al sistema regionale dei CPI. Va ricordato che per oltre il 60% di costoro è stata svolta anche una attività di preselezione. Rispetto all’area di prestazione di incrocio domanda e offerta risulta importante fornire una rappresentazione esaustiva del lavoro compiuto dai CPI regionali e soprattutto sulla loro capacità di attrattiva verso le imprese. Il ragionamento che segue tiene conto del rapporto tra vacancies intercettate dal sistema dei CPI e il totale degli avviamenti al lavoro a tempo indeterminato e determinato registrati sul sistema COVeneto11. La fonte che consente di computare le vacancies esistenti in un territorio sono gli avviamenti al lavoro comunicati dalle imprese, con la consapevolezza che tra vacancies e avviamenti non vi è nessuna corrispondenza automatica; pertanto vale la pena evidenziare i seguenti punti: • le imprese comunicano obbligatoriamente ogni tipologia di assunzione (per i contratti a termine, durata uno, due giornate, più assunzioni della stessa persona nel corso dell’anno, contratti a termine settore pubblico, etc); • le vacancies lavorate dai CPI possono altresì trasformarsi in assunzioni con rapporti di lavoro differenti da quelli definiti in fase di raccolta del fabbisogno. 11 Non sono stati considerati gli avviamenti in regime di somministrazione 40
  • 41. Consapevoli dei limiti della lettura incrociata tra avviamenti e vacancies intercettate, preme sottolineare che la durata dei contratti di lavoro stipulati in seguito all’intermediazione dei CPI è comunque superiore alla durata media dei contratti di lavoro attivati sul territorio e registrati dalle C.O, in quanto il servizio pubblico per l’impiego opera, di prassi, per assicurare una duratura e stabile occupazione del cittadino. Nella tabella 16 è stato confrontato il numero di aziende che hanno comunicato avviamenti al lavoro a tempo determinato e indeterminato nel corso del 2012, con il numero di imprese che si sono rivolte ai CPI; si deduce che il tasso di attrattiva dei CPI veneti verso le imprese è pari al 7,88% (9.513 su 120.720). Tab.16– Capacità di attrattiva verso le imprese Indicatori Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Veneto Imprese Regione Veneto che nel corso del 2012 hanno comunicato avviamenti al lavoro (dati CO Veneto) 5.468 22.127 6.622 19.852 22.460 24.515 19.676 120.720 imprese che si sono rivolte ai CPI per richieste di personale nel 2012 (dato SILV) 907 2.122 348 2.076 1.031 784 2.245 9.513 % imprese che si sono rivolte ai CPI rispetto alle imprese che hanno assunto nel 2012 16,59% 9,59% 5,25% 10,45% 4,59% 3,19% 11,41% 7,88% Elaborazione Italia Lavoro su dati SILV e COVeneto Nella tabella 17, è stato confrontato il numero delle vacancies trattate dai CPI del Veneto con il totale delle vacancies esistenti in un territorio, vale a dire gli avviamenti al lavoro comunicati dalle imprese nel corso del 2012. Si deduce che la capacità di intercettare le vacancies è pari al 2,98% (14.857 su 498.533). Il lavoro di mediazione dei CPI non si esaurisce con la gestione delle vacancies, ma comprende anche la gestione dei tirocini di inserimento lavorativo. I CPI regionali hanno promosso nel corso del 2012 11.747 tirocini di inserimento lavorativo (vedi TAB.12); tale attività può essere parificata alla raccolta di vacancies poiché comporta la codifica di rapporti con le imprese in termini di convenzioni, progetti di tirocinio, e soprattutto, rilevazione dei fabbisogni aziendali. 41
  • 42. Tab.17– Capacità di intercettazione delle vacancies Indicatori Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Richieste unità di personale espresse da imprese ai CPI nel 2012 (dato SILV) 1.711 2.895 954 Avviamenti al lavoro flusso 2012 (dato COVeneto) 23.460 80.990 28.246 % vacancies intercettate dai CPI 2012 7,29% 3,57% 3.37% 2.972 2.055 2.614 14.857 70.376 107.761 121.003 66.697 498.533 4,22% 3,91% 2,98% 1,90% 1.656 Veneto 1,36% Elaborazione Italia Lavoro su dati SILV e COVeneto 42
  • 43. 2.6 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze L’area Identificazione, validazione e certificazione delle competenze prevede 2 prestazioni essenziali: 5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze 5.2 Validazione/certificazione delle competenze Sulla scorta delle prestazioni disegnate dalla L.92/2012 e dal modello operativo declinato dalla Regione Veneto in merito alla identificazione validazione e certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali12, è stato chiesto ai Responsabili dei CPI se e in che misura la prestazione di “identificazione delle competenze, raccolta, verifica e selezione delle evidenze” fosse garantita al cittadino. Si precisa che questa area di prestazione prevede un processo che si sviluppa in tre fasi13: - identificazione - validazione - certificazione Si precisa anche che al momento della stesura di questo rapporto, in Regione Veneto, è assicurata la prima fase – identificazione – mentre le fasi relative alla validazione e alla certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali ancora non sono implementate. Richiedono infatti ulteriori passaggi operativi. Per questo motivo, la prestazione essenziale 5.2 Validazione/certificazione delle competenze” non è stata oggetto di indagine14. È stata indagata la prestazione 5.1 identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze. Tale prestazione, come evidenziato nel grafico che segue, è attivata al bisogno, su richiesta del cittadino. 12 DGR 2895 del 28 dicembre 2012“Linee guida per la validazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali”. Le tre fasi elencate corrispondono a quelle previste dal DLgs 13 del 16 gennaio 2013 art.5. 14 I requisiti di struttura necessari a garantire tale prestazione sono indicati nello schema 2 – Elenco dei requisiti di struttura e di processo per le 5 aree di prestazione. 13 43
  • 44. 0% 5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze 10% 8% 20% 30% 40% 50% 60% 36% 70% 80% 90% 100% 56% garantita parzialmente garantita non garantita Graf. 5 - La prestazione dell’Area 5 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013) La prestazione risulta garantita pienamente dall’8% dei CPI e dal 36% è attivata al bisogno. Il 56% dei CPI non garantisce la prestazione. A conferma di ciò se si considerano i requisiti di processo, si nota che la “selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave” risulta non essere garantita nel 73% dei CPI. Gli operatori dei CPI svolgono colloqui di identificazione ma non di accertamento delle competenze, pertanto non è prevista l’attività di selezione delle evidenze. Area Identificazione, validazione e certificazione delle competenze Requisiti di processo 1 Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel MdL 2 Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave Agarantita 14 10 Battivabile al bisogno C - non garantita A+B 9 19 55% 4 28 27% Tab. 18 Area 5 requisiti di processo Fonte Italia Lavoro SpA su dati forniti dalle province del Veneto Dalla lettura delle motivazioni fornite in merito alla mancata o parziale garanzia della prestazione, i Responsabili dei CPI hanno evidenziato la necessità di un adeguamento e rafforzamento delle competenze degli operatori. È stato inoltre sottolineato che, a causa della situazione di emergenza legata alla crisi occupazionale, è stato possibile dedicare poco spazio ad attività innovative e alla necessaria formazione specialistica. 44
  • 45. PARTE 3 Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli operatori dei SPI Dalla elaborazione delle interviste rivolte agli operatori dei Centri per l’Impiego risulta che le competenze chiave ritenute indispensabili per operare nell’ambito dei Servizi per il Lavoro soddisfano in modo parziale alla necessità di garantire le prestazioni essenziali declinate sulla base di quanto richiesto dalla Riforma del mercato del lavoro (L. 92/2012). Emerge inoltre che le competenze chiave ritenute fondamentali per gli operatori che agiscono nell’ambito dei Servizi per il lavoro presentano delle criticità riconducibili, in modo particolare, a due competenze professionali: “gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino spendibili nel mercato del lavoro” e “elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità”. Tali competenze sono indispensabili per garantire le prestazioni riferite all’area di prestazione 5 “Identificazione, validazione e certificazione delle competenze”. Un’altra competenza “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive” che per sua natura è trasversale a tutte e cinque le aree di prestazione, presenta delle criticità. 45
  • 46. 3.1 Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli operatori dei SPI Gli esiti dell’intervista della sezione che riguarda le competenze professionali degli operatori consentono di rispondere ai seguenti tre quesiti: 1. Le competenze chiave individuate soddisfano la necessità di garantire le prestazioni essenziali che fanno capo a ciascuna delle 5 aree di prestazione delineate a partire dalla recente Riforma del mercato del lavoro? 2. Le competenze chiave ritenute fondamentali per gli operatori che agiscono nell’ambito dei Servizi per il lavoro sono pienamente agite e possedute o vi sono delle criticità? 3. Quali sono le conoscenze e le abilità ritenute mancanti o da migliorare? Le analisi dei dati e le considerazioni che ne derivano sono di seguito descritte. 1. Le competenze chiave individuate soddisfano in modo parziale alla necessità di garantire le prestazioni essenziali che fanno capo a ciascuna delle 5 aree di prestazione. Per chiarire questa affermazione è necessario riprendere alcuni passaggi normativi nazionali e considerare la regolamentazione regionale in tema di accreditamento dei servizi al lavoro privati. Le cinque aree di prestazione prese a riferimento nell’intervista sono l’esito della lettura della Riforma del mercato del lavoro (L. 92/2012) che, come ricordato nel paragrafo dedicato al quadro di riferimento normativo, all’art. 4 comma 33 e ai commi 51-61 e 64-68 consente di delineare le aree di prestazione che i servizi per il lavoro, pubblici e privati accreditati, sono chiamati a garantire. Quanto alle sei competenze professionali fondamentali per garantire i servizi ovvero le prestazioni essenziali che fanno capo a ciascuna area di prestazione, si è scelto di prendere a riferimento le competenze professionali che la Regione Veneto chiede nell’ambito dell’accreditamento dei Servizi per il Lavoro privati. Tra i requisiti necessari per ottenere tale accreditamento15, oltre ai requisiti giuridici e finanziari e ai requisiti strutturali, sono richiesti specifici requisiti professionali che riguardano il personale16 che opera all’interno dei Servizi per il lavoro ovvero il possesso di determinati titoli di studio e di determinate competenze professionali testimoniate da specifiche esperienze professionali. In particolare, il sistema di accreditamento della Regione Veneto prevede i seguenti requisiti professionali: 15 16 DGR 2238 del 20.12.2011 consultabile al seguente link: http://www.regione.veneto.it/web/lavoro/accreditamento-servizi-lavoro Si tratta degli Operatori del Mercato del Lavoro. 46
  • 47. a) laurea in discipline coerenti17 con il profilo professionale, con almeno 1 anno di esperienza lavorativa in attività analoghe, per le quali sia documentata la funzione specifica ricoperta, l’utenza supportata, la metodologia utilizzata e il contesto in cui si è operato; b) altra laurea o diploma secondario superiore, con almeno 3 anni di esperienza lavorativa in attività analoghe per le quali sia documentata la funzione specifica ricoperta, l’utenza supportata, la metodologia utilizzata e il contesto in cui si è operato; c) adeguate competenze professionali specifiche del profilo18. I requisiti professionali individuati nel sistema di accreditamento della Regione Veneto sono volti a garantire le seguenti 3 aree di prestazione: 1- Informazione e accesso al sistema dei servizi al lavoro della Regione Veneto 2- Mediazione per l’incontro domanda/offerta di lavoro 3- Progetto individuale e misure di accompagnamento al lavoro Il sistema di accreditamento della Regione Veneto apparentemente non avrebbe previsto due aree di prestazione, ovvero l’ “orientamento al lavoro e alla formazione” e la “validazione e certificazione delle competenze”. In effetti, per l’ “orientamento” è previsto uno specifico accreditamento. Si precisa in ogni caso che una prima forma di orientamento alla formazione e al lavoro è prevista trasversalmente alle tre aree di prestazione proposte. Si può ritenere quindi che, pur non essendo esplicitato, l’orientamento come area di prestazione sia previsto come servizio erogato al cittadino, nell’ambito dei servizi accreditati per il lavoro, in forma prevalente di informazione anche approfondita sia rispetto alla offerta formativa sia rispetto alle opportunità lavorative disponibili sul territorio di riferimento. Quanto alla “validazione e certificazione delle competenze” la Regione Veneto ha stabilito un modello operativo19, ha individuato il processo di riferimento, gli strumenti e i dispositivi volti a garantire al cittadino, su sua esplicita richiesta, la validazione e certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali. A partire dal 201120, i servizi accreditati per il lavoro sono stati chiamati ad offrire il servizio di identificazione delle competenze rivolto a 17 Nella “Guida per la compilazione della domanda di accreditamento dei servizi per il lavoro” DDR n° 863 del 25 luglio 2012 sono specificati i titoli di studio coerenti. Sono ritenuti titoli coerenti lauree in giurisprudenza, psicologia, economia e scienze politiche, scienze della formazione e scienze dell’educazione. 18 Si tratta delle sei competenze chiave richiamate al paragrafo 2. 19 DGR 2895 del 28 dicembre 2012 “Linee guida per la validazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali”. 20 Si fa riferimento alle Deliberazioni della Giunta Regionale del Veneto n. 650/2011 e n. 1198/2012 in merito a “Interventi di politica attiva per il reinserimento, la riqualificazione, il reimpiego dei lavoratori del sistema produttivo colpiti dalla crisi economica” P.O.R. Veneto F.S.E. 2007/2013 - “Obiettivo Competitività regionale ed Occupazione”. 47
  • 48. cittadini beneficiari di indennità di sostegno al reddito, disoccupati o a rischio di perdita del posto di lavoro21. Gli enti accreditati ai Servizi Lavoro e in particolare gli operatori accreditati sono stati quindi impegnati a utilizzare i dispositivi e gli strumenti che introducono alla validazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali utilizzando il modello operativo definito dalla Regione Veneto e erogando servizi al cittadino che ricadono nella area di prestazione “validazione e certificazione delle competenze”. La descrizione delle competenze professionali richieste agli operatori dei Servizi per il lavoro privati nell’ambito della procedura di accreditamento ha tenuto conto di questa esperienza22 così come ha tenuto conto del processo avviato dalla Regione Veneto a partire dal 200923 finalizzato a declinare il proprio modello operativo in tema di identificazione, validazione e certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali. Si sottolinea però che, al momento in cui si sta redigendo questo rapporto, la Regione Veneto non ha ancora fattivamente avviato, pur avendoli previsti e stabiliti, i servizi di validazione e certificazione delle competenze. Questo principalmente per due motivi: - attualmente non è ancora disponibile un repertorio nazionale di standard professionali;24 - la messa a sistema del servizio di validazione di parte terza richiede l’attivazione di Commissioni di esperti che attualmente in Regione Veneto non sono ancora state istituite così come non è stato istituito il registro degli operatori per il supporto alla costruzione del dossier e di esperti per la validazione delle competenze25. In conclusione le sei competenze chiave proposte nell’intervista e attualmente previste dal sistema di accreditamento della Regione Veneto sono quelle necessarie a garantire quattro delle cinque aree di prestazione26 e solo in parte l’area di prestazione relativa alla “validazione e 21 Il servizio era diversamente denominato ma in ogni caso conduceva alla costruzione del dossier delle evidenze. Si tenga presente che gli operatori accreditati ai servizi lavoro in Regione Veneto hanno rilasciato, tra giugno 2011 e marzo 2013, circa 8.000 dossier delle evidenze. Si tratta del dispositivo utilizzato per il riconoscimento delle competenze acquisite in contesti non formali e informali, adottato in Regione Veneto con la DGR. 2895/2012. 23 DGR. 1758 del 17 giugno 2009. 24 A tal proposito nelle Linee guida per la validazione e certificazione delle competenze non formali e informali (DGR 2895 del 28 dicembre 2012) si legge “appare opportuno procedere alla stipula di un protocollo di intesa con una delle regioni che in Italia ha già a disposizione un repertorio professionale regionale in assenza del quale non è sostenibile l’attivazione di un servizio di validazione delle competenze acquisite dalla persona in contesti non formali e informali. Si ritiene che l’adozione di un repertorio esistente che pur richiederà adattamenti, sia la via da preferire al fine di garantire un più rapido avvio dell’implementazione del modello operativo proposto” 25 A tal proposito nelle Linee guida per la validazione e certificazione delle competenze non formali e informali (DGR 2895 del 28 dicembre 2012) si legge “L’efficacia dell’intero processo che conduce alla validazione e, in prospettiva, alla certificazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali, è fortemente connessa al grado di professionalità degli operatori che sono coinvolti nell’erogazione dei servizi. (…) La selezione e la preparazione degli operatori coinvolti è determinante per il corretto e rigoroso svolgimento del processo stesso. È quindi necessario prevedere azioni formative di sistema dedicate sia agli operatori che intervengono nel servizio di supporto alla costruzione del dossier individuale sia agli esperti chiamati ad intervenire nelle Commissioni di validazione anche con percorsi di perfezionamento differenziati”. 26 Si fa riferimento alle aree di prestazione “Informazione e accesso ai servizi”, “Orientamento al lavoro e alla formazione”, “Misure di accompagnamento al lavoro” e “Incontro domanda e offerta di lavoro”. 22 48
  • 49. certificazione delle competenze”. Questo è coerente con lo stato dell’arte in Italia 27 e con lo stato di avanzamento della Regione Veneto rispetto alla fattiva implementazione dei servizi che assicurano la identificazione, la validazione e la certificazione delle competenze comunque acquisite dalla persona. Con la finalità di illustrare le ragioni della risposta individuata al quesito 1, si evidenziano le connessioni tra aree di prestazione e competenze chiave (schema 3). Ad esclusione dell’area di prestazione 1 “Informazione e accesso ai servizi” che è connessa in modo biunivoco alla competenza 1 “Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa”, emerge che ciascuna area di prestazione implica più competenze e che ciascuna competenza ricorre in più aree di prestazione. AREA DI PRESTAZIONE COMPETENZE CORRELATE 1 Informazione e accesso ai competenza 1 Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria servizi situazione lavorativa 2 Orientamento al lavoro e alla competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del formazione lavoro competenza 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo 3 Misure di accompagnamento al competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro lavoro competenza 3 Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro competenza 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive 4 Incontro domanda e offerta di competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro lavoro competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive 5 Identificazione, validazione e competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del certificazione delle competenze lavoro competenza 3 Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità Schema 3 – Competenze chiave e aree di prestazione: connessioni. 27 Il Dlgs 13 del 16 gennaio 2013 indica la scadenza di settembre 2014 per la definizione di un repertorio nazionale di standard professionali di riferimento. 49
  • 50. Risulta anche evidente che la competenza chiave 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” è fondamentale in quanto necessaria a garantire le prestazioni essenziali collegate a quattro delle cinque aree di prestazione. Va detto che la competenza 6 “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive” è per sua natura trasversale a tutte le aree di prestazione. Nello schema risulta ricondotta a due aree di prestazione (3 e la 4) poiché sono quelle in cui diventa fondamentale per assicurare l’efficacia degli stessi interventi posti in essere. Si ribadisce che, ad eccezione della competenza chiave 1 che è necessaria ad erogare un’unica area di prestazione peraltro “coprendola” completamente, tutte le altre competenze chiave sono variamente ricorsive in due aree di prestazione. Inoltre l’area di prestazione 3 “Misure di accompagnamento al lavoro” e l’area di prestazione 4 “Incontro domanda e offerta di lavoro” sono le più complesse in quanto per l’erogazione delle prestazioni essenziali ad esse connesse, è necessario esercitare un più elevato numero di competenze rispetto alle altre aree di prestazione. Infatti, nel caso dell’area di prestazione “Misure di accompagnamento al lavoro” sono necessarie cinque delle sei competenze chiave; nel caso dell’area di prestazione 4 “Incontro domanda offerta di lavoro” sono necessarie tre delle sei competenze chiave. Nella prospettiva di erogare le prestazioni connesse all’area di prestazione “identificazione, validazione e certificazione delle competenze”, sarà quindi necessario prevedere oltre alla competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” e alla competenza 3 “Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità”, altre competenze e un ulteriore rafforzamento delle conoscenze e delle abilità necessarie a garantire la validazione e la certificazione delle competenze comunque acquisite dalla persona. Tale rafforzamento, al di là della previsione formale di ulteriori conoscenze e abilità specialistiche necessarie alla erogazione delle prestazioni in oggetto, richiederà l’avvio di azioni informative e formative dedicate agli operatori dei servizi competenti anche tenendo conto della necessità di raccordo tra servizi per il lavoro pubblici e privati. 2. Per rispondere al secondo quesito ovvero verificare se le competenze chiave ritenute fondamentali per gli operatori che agiscono nell’ambito dei Servizi per il lavoro siano pienamente agite e possedute o se vi siano delle criticità, sono di seguito illustrati i risultati emersi dall’autovalutazione che gli operatori intervistati si sono attribuiti sulle competenze chiave. Rispetto a tali esiti si riportano anche i dati emergenti dalle interviste in merito 50
  • 51. all’anzianità di esperienza dichiarata dagli operatori rispetto a ciascuna delle competenze chiave e ai titoli di studio posseduti. La lettura comparata degli esiti di autovalutazione e dei dati relativi alla anzianità di esperienza dichiarata ha consentito una prima verifica in merito alla attendibilità dei giudizi in autovalutazione. È possibile affermare che le competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” e la competenza 6 “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive” siano tra le più critiche. Si precisa fin da ora che le criticità assumono caratteristiche e motivazioni molto diverse. Ancor prima di analizzare i risultati emersi, deve essere considerato che, se da un lato l'assenza o lo scarso possesso di una competenza compromette l'erogazione dei servizi correlati a una certa prestazione, dall’altro qualora i servizi correlati a una prestazione non siano erogati o siano raramente erogati, è difficile che un operatore dichiari di esercitare le relative competenze. Gli esiti dell’intervista relativamente alla autovalutazione da parte degli operatori sul possesso pieno, parziale o nullo delle competenze chiave, sono riportati nel grafico 6. AUTOVALUTAZIONE - competenze 0% 10% Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione 11 lavorativa 20% 30% 40% 50% 24 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del 11 cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro 8 70% 80% 90% 100% 50 31 Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità 60% 43 13 32 23 per nulla poco abbastanza Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro 4 11 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive 7 23 18 14 molto 38 33 39 19 16 Grafico 6 – Autovalutazione competenze Da una prima lettura del grafico 6 emerge una “buona copertura” delle sei competenze chiave, in particolare delle competenze 1 e 2 che il 98% degli operatori intervistati dichiara di agire 51
  • 52. abitualmente per affrontare situazione abbastanza o molto complesse (punteggio pari a 3 o a 4). Dai risultati relativi all’autovalutazione della competenza chiave 1 “Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa” risulta che è agita sempre per affrontare situazione complesse (punteggio 4) dal 66% degli operatori (50 su 76). Dalla lettura delle autovalutazioni che gli operatori si sono attribuiti rispetto alle conoscenze e alle abilità che “sostengono” questa competenza si ottiene un risultato analogo28 anche se sistematicamente più basso. La competenza chiave 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” è agita sempre (con ottimi risultati) per affrontare situazioni molto complesse da 43 operatori su 76 (57%) e agita abitualmente (con buoni risultati) per affrontare situazioni abbastanza complesse da 31 operatori su 76 (41%). In effetti, la lettura cambia se si analizzano le autovalutazioni che i medesimi operatori si sono attribuiti relativamente alle conoscenze e alle abilità che supportano tale competenza29. Risulta infatti una differenza rilevante tra l’attribuzione di punteggio pari a 4 rispetto a tale competenza (57%) e l’attribuzione di punteggio pari a 4 nelle conoscenze e nelle abilità che “sostengono” la medesima competenza. Il numero di operatori che si attribuiscono un punteggio pari a 4 nelle conoscenze e nelle abilità relative alla competenza 2 variano dal 14% al 45%. Questo significa che quando gli operatori autovalutano la competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” tendono ad attribuirsi un giudizio più elevato rispetto alle singole valutazioni che si attribuiscono relativamente alle specifiche conoscenze e abilità. Si tratta di una “sovrastima” che si manifesta anche relativamente ad altre competenze chiave, come sarà più analiticamente esposto successivamente. In particolare ci si riferisce a tre conoscenze e a tre abilità di cui si riportano i risultati acquisiti in dettaglio. Le tre conoscenze sono: - Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche: il 25% degli operatori dichiara di non applicare questa conoscenza o di applicarla raramente nel lavoro che svolge e il 25% dichiara di applicare abitualmente questa conoscenza anche in situazioni molto complesse nel lavoro che svolge attribuendosi un punteggio pari a 4; 28 Per i risultati di dettaglio relativi alle abilità e conoscenze riferite a ciascuna delle 6 competenze chiave si vedano i grafici in Allegato 1. 29 Rif. Nota 19. 52