IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
Il mondo tardo antico
1. L’impero romano entra in crisi
L’Impero romano era caratterizzato da un’immensa estensione
territoriale e da una grande prosperità.
Ma nel III sec. d.C. esso entra in crisi militare, politica, demografica
ed economica.
Quali sono le cause? 1) La minaccia dei Persiani (dall’attuale Iran)
e dei popoli germanici (o barbari) sui territori di confine (“limes”);
2) le costose guerre per respingerli, che impoveriscono lo Stato; 3)
gli imperatori deboli e corrotti; 4) un’epidemia di peste che riduce
la popolazione e quindi la produzione agricola.
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4. La crisi è anche religiosa
Nei momenti di crisi le popolazioni, da sempre, cercano
rassicurazione e consolazione nella religione.
Quella tradizionale romana è politeista. Essa si dimostra
inadeguata: la popolazione, infatti, cerca ora un rapporto più
“diretto” con le divinità.
Si diffondono così altri culti: quelli misterici (dall’Oriente) e quelli
cristiani (dalla Palestina).
Il cristianesimo è fondato da Gesù di Nazareth, che predica: 1) la
misericordia (= bontà) di Dio; 2) la fratellanza fra gli uomini; 3) la
vita eterna celeste dopo la morte terrestre.
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6. Da culto proibito a religione di Stato
Molti Romani si convertono, fin dal I sec. d.C., al cristianesimo.
Essi dunque abbandonano la religione tradizionale romana che,
oltre a essere politeista, venera l’imperatore come una divinità.
Gli imperatori dunque perseguitano e martirizzano i nuovi cristiani
(oggi festeggiamo molti di loro attraverso il calendario).
Ma l’imperatore Costantino, nel 313 d.C., proclama con l’Editto di
Milano la libertà di culto. Infine Teodosio, nel 380 d.C., proclama
con l’editto di Tessalonica che il cristianesimo è religione di Stato
(dunque l’unica permessa).
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8. L’organizzazione della Chiesa e le prime eresie
La Chiesa (dal greco ecclèsia = comunità, assemblea) ora si può
dare un’organizzazione più definita.
Al suo vertice ci sono i vescovi, che hanno anche dei compiti di
governo nelle città. Il vescovo più importante è quello di Roma
(successore di S. Pietro): il papa (padre). Poi ci sono i presbìteri
(anziani). Infine, i diàconi (servitori).
Alcuni cristiani però vogliono seguire dottrine diverse da quelle
stabilite dalla Chiesa. Queste scelte, condannate come
“sbagliate”, si chiamano eresìe.
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10. Il monachesimo e le sue regole
Alcuni cristiani scelgono di testimoniare la propria fede in Dio in
completa solitudine (eremìti).
Altri cristiani scelgono di ritirarsi in piccole comunità separate dal
resto della popolazione (monaci). Essi vivono in edifici chiamati
monasteri e sono guidati da un abàte (padre spirituale).
Intorno al V sec. d.C. l’abate Benedetto da Norcia, a Montecassino
(in Lazio) scrive una “Regola” per organizzare i propri monaci: “ora
et labora” (“prega e lavora”, in latino). Essi pregano, studiano nelle
loro biblioteche e lavorano la terra.
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