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IL VINO NELLE TERRE DI PISA
1° incontro
30 marzo 2020
Ore 10:00-12:00
Il corso sul vino
Obiettivi:
● formare/informare su un prodotto di eccellenza
delle Terre di Pisa
● Integrare e qualificare proposte turistiche con
esperienze enogastronomiche
● ampliare la rete di contatti e collaborazioni per
sviluppare progetti integrati
Il corso sul vino
Programma:
1) 30 marzo ore 10-12 Introduzione ai vini, cantine e territorio
vitivinicolo delle Terre di Pisa
2) 30 marzo ore 15-17 Le associazioni sommelier illustrano i vini
delle Terre di Pisa
3) 31 marzo ore 10-12 La cucina pisana incontra i vini delle Terre di
Pisa; vino, storytelling e proposte di turismo esperienziale
Il corso sul vino
Alcuni elementi di riflessione (Osservatorio Turismo Nomisma):
● turismo e agricoltura, che si trasforma in enogastronomia,
saranno settori ancora più strategici nell’era post Covid
●
scelte di viaggio determinate dai cambiamenti delle abitudini,
sempre più legate al territorio, alla cultura e alle tradizioni
locali
● 2020: 15% nelle sue vacanze ha fatto un tour
enogastronomico; il 10% ha visitato aziende agricole o fattorie
didattiche; 50% di chi ha fatto almeno un viaggio tra giugno e
agosto 2020 ha optato per località immerse nella natura,
meglio se piccoli borghi (51%)
●
La food experience è tra i principali motivi che spinge a
scegliere una meta piuttosto che un’altra
● Nel 2020 in Italia 354,5 milioni di euro mossi dalla Food
experience; in Toscana il 10% del complessivo
● Offerta turistica italiana: accelerazione nell’evoluzione
esperienziale del turismo, valorizzazione di percorsi integrati
turistici ed enogastronomici, l’integrazione tra cibo, cultura e
patrimonio paesaggistico è la strada da seguire per stimolare
l’attrazione di nuovi flussi turistici.
● Elemento di distintività: offerta di proposte customizzate del
soggiorno, lasciando al cliente la possibilità di costruire un
pacchetto su misura con le esperienze da fare nella struttura e
sul territorio (43%).
Il corso sul vino
● Il 28% degli operatori prevede di offrire tour enogastronomici sul
territorio per far conoscere ai turisti le produzioni food & beverage
locali.
● Il 24% proporrà menù che esaltino i prodotti locali e con materie
prime a km0.
● Il 21% si concentrerà sulla proposta di tour del territorio divisi per
target (es. giovani, coppie, family) così da migliorare la fruizione
dell’esperienza.
● Roberta Garibaldi: «per il 26% dei turisti 
l’enogastronomia è la prima motivazione  di viaggio in Italia e nel
2019 il 90% dei turisti ha fatto almeno un’esperienza
enogastronomica»
Il corso sul vino
Strada del Vino
e Terre di Pisa
● La Strada del Vino delle Colline Pisane è
Partner del progetto
Terre di Pisa, punti di forza
● modello organizzativo che definisce:
● identità territoriale comune
● capacità di integrazione e riconoscibilità
● progettualità condivisa che qualifica l'offerta
turistica in modalità più strutturata
Strada del Vino
delle Colline Pisane
Normativa di riferimento:
● Legge 10/02/92 “disciplina Denom. Origine”
● Legge RT del 13/08/96 “Disciplina Strade….in Toscana”
● Atto costitutivo del 14/07/1998
● Legge 27/07/99, n. 268 “Legge quadro”
● Legge RT 30/2003 “Attività di enoturismo”
● Legge RT 45/2003 “Disciplina Strade del Vino”
● Legge RT 76/2019 “Modifiche LRT 30/2003”
Strada del Vino
delle Colline Pisane
L.R.T. 11/12/2019, n. 76
Disciplina delle attività agrituristiche, delle fattorie didattiche e
dell'enoturismo in Toscana
Art. 2-bis. Per fattorie didattiche si intendono le attività didattiche ed
educative rivolte agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e ad altre
tipologie di soggetti interessati, svolte dalle imprese agricole.
Art. 2-bis 2. (proposta di modifica) Per enoturismo e oleoturismo si
intendono tutte le attività di conoscenza rispettivamente del vino e dell'olio
extra-vergine di oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di
coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione
della vite e dell'olivo, la degustazione e la commercializzazione delle
produzioni vinicole e oleicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti, le
iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine e dei
vigneti, dei frantoi e degli oliveti.
Strada del Vino
delle Colline Pisane
● A cosa si può dedicare:
– Promuovere/Formare/Informare sui prodotti e sul territorio
– Svolgere attività di enoturismo, oleoturismo, fattoria didattica
● Come ci si dedica:
– Organizzando/partecipando ad eventi
– Sviluppando o compartecipando a progetti
– Realizzando strumenti di comunicazione
– Contribuendo a sviluppare reti relazionali pubblico/private
● Perchè ci si dedica:
– Favorire la crescita socio-economica e culturale degli associati
e del territorio in chiave di etica, sostenibilità
– Contribuire all'identità e allo storytelling del territorio
– Contribuire a rendere uniche le esperienze di visita
Strada del Vino
delle Colline Pisane
Associati (suddivisi per attività prevalente) n. 57:
● 4 Comuni
● 26 aziende vitivinicole
● 1 azienda olearia
● 1 cooperativa di comunità
● 2 aziende commerciali produzioni tipiche
● 5 aziende produttrici di prodotti tipici
● 1 azienda prodotti affinamento vini
● 3 aziende di ristorazione
● 3 aziende fornitrici di servizi per le aziende agricole
● 1 museo (Fondazione Piaggio)
● 7 strutture recettive
● 1 Guide Turistiche
● 1 Guida Ambientale Escursionistica
● 1 Associazione raccoglitori tartufi
storia del vino
in provincia di Pisa
Le origini della viticoltura pisana:
● La storia del vino in Toscana inizia nel
VII sec. a.C., quando i Greci iniziarono a
piantare la vitis vinifera e gli Etruschi,
dopo averne compreso le inebrianti
potenzialità, se ne innamorarono,
facendola divenire una delle loro
coltivazioni più tipiche.
● Le  origini  della viticoltura pisana
affondano le loro radici nella civiltà
etrusca: i reperti archeologici della zona
di Montescudaio, Volterra e Terricciola
suggeriscono l’importanza del vino nella
cultura del territorio.
Anfora etrusca
● Mentre i costumi greci escludevano ancora le donne dai banchetti e dal
consumo del prezioso alcolico, le  signore d’Etruria, con grande
scandalo dei viaggiatori elleni, bevevano il vino brindando a  Fufluns-
Dioniso, dio della vendemmia e del vino.
● La mediazione commerciale dei loro mariti si rivelava decisiva per
l’irradiazione della cultura del vino verso l’occidente e il lontano nord.
Il vino in epoca romana
● La posizione strategica della
città di Pisa e la presenza del
porto favorirono ben presto lo
sviluppo delle attività
produttive, rendendo il
territorio un importante snodo
commerciale in epoca romana.
● Nel corso del I secolo d.C.,
quando furono i  vini della 
Gallia  e della Penisola Iberica
a riversarsi in Italia,
riconducendo quelli d’Etruria al
commercio locale
● Il vino di Terricciola, racconta
Plinio il Vecchio (Como, 23 –
Stabia, 25 agosto o 25 ottobre
79 D.C.), è offerto a Publio
Cornelio Scipione (Roma,
235 a.c. - Liternum, 183 a.c.)
nel 204 a.c. come augurio
prima della partenza per la
vittoriosa campagna d’Africa.
Il vino in epoca romana
● La posizione strategica della
città di Pisa e la presenza del
porto favorirono ben presto lo
sviluppo delle attività
produttive, rendendo il
territorio un importante snodo
commerciale in epoca romana.
● Nel corso del I secolo d.C.,
quando furono i  vini della 
Gallia  e della Penisola Iberica
a riversarsi in Italia,
riconducendo quelli d’Etruria al
commercio locale
● Il vino di Terricciola, racconta
Plinio il Vecchio (Como, 23 –
Stabia, 25 agosto o 25 ottobre
79 D.C.), è offerto a Publio
Cornelio Scipione (Roma,
235 a.c. - Liternum, 183 a.c.)
nel 204 a.c. come augurio
prima della partenza per la
vittoriosa campagna d’Africa.
Il vino in epoca romana
● La posizione strategica della
città di Pisa e la presenza del
porto favorirono ben presto lo
sviluppo delle attività
produttive, rendendo il
territorio un importante snodo
commerciale in epoca romana.
● Nel corso del I secolo d.C.,
quando furono i  vini della 
Gallia  e della Penisola Iberica
a riversarsi in Italia,
riconducendo quelli d’Etruria al
commercio locale
● Il vino di Terricciola, racconta
Plinio il Vecchio (Como, 23 –
Stabia, 25 agosto o 25 ottobre
79 D.C.), è offerto a Publio
Cornelio Scipione (Roma,
235 a.c. - Liternum, 183 a.c.)
nel 204 a.c. come augurio
prima della partenza per la
vittoriosa campagna d’Africa.
Il vino dalla caduta dell'Impero Romano all'Alto Medioevo (476 -
1000 d.C circa)
● I documenti dell’Alto Medioevo attestano che la  coltivazione della vite 
ed il perdurare dell’interesse verso il vino da parte degli strati sociali
più alti.
● La situazione documentaria migliora notevolmente con il sorgere delle 
arti  e delle  corporazioni  in tutto l’Occidente e specialmente in
Toscana.
● A  Firenze, è attestato come nel 1266 i  Vinattieri  costituissero
un’unica corporazione assieme ad osti, fornai e albergatori, con
emblema un calice rosso in campo bianco.
● Tra i  vinattieri pisani  dovevano invece costituire una peculiarità
locale quegli associati che esercitavano il commercio al dettaglio dalle
apposite barche, ormeggiate lungo l’argenteo Arno.
La viticoltura pisana dal  Basso Medioevo (1000 - 1492 circa) al
1700
● E' possibile ricostruire la storia del vino grazie alle
centocinquantamila lettere commerciali conservate nell’Archivio
Datini a Prato, nell’Archivio Statale a Firenze e nell’Archivio Salviati
a Pisa, oltre agli archivi catastali, che documentano il crescente
sviluppo della viticoltura nel pisano in termini di produzioni,
redditività e scambi commerciali.
● Dai catasti si apprende, inoltre, che a Montopoli si producevano
ottimi trebbiani, meno costosi di quelli del Valdarno; i vini di maggior
pregio provenivano dalle zone che oggi ricadono nella DOCG
Chianti Colline Pisane e DOC San Torpé, vino storico della
Provincia di Pisa, venduto sul mercato a Firenze già dal 1400.
● Uno stuolo di  osterie  testimoniava un alto consumo pro capite,
stimato attorno ai  tre quarti di litro/giorno.
● Si beveva prevalentemente  vino novello, pochissime qualità di
vino erano adatte a subire l’invecchiamento che comunque non
poteva durare se non pochi anni.
● I vini bianchi  erano ritenuti più pregiati.
● L’arte dei vinattieri pisani  esercitava pressoché il monopolio
sull’importazione in Toscana dei vini stranieri più pregiati,
specialmente greci ma anche napoletani.
● Nel Rinascimento, tra il '400 e il '500, i vini toscani crebbero
d'importanza con esportazioni specie verso l'Inghilterra.
● Dal 1670 il Granduca di Toscana Cosimo III iniziò una campagna
promozionale inviando in dono ai sovrani europei e ai loro maggiori
dignitari il vino toscano, rafforzandone il prestigio e le esportazioni.
Il periodo 1700-1800
● Il 24 settembre 1716, grazie a Cosimo III, nasce la prima “DOC” in
Toscana.
● Nasce inoltre la Congregazione dei Vini con lo scopo di un
controllo di qualità prima dell'esportazione dei vini via mare.
● Il celebre studioso Giovanni Targioni Tozzetti (1712-1783)
identifica la zona di Terricciola come areale vocato ad abbondanti
produzioni di vino. Nasce una prima catalogazione delle uve
dell’areale pisano (Giovacchino Pagani, 1797)
● I nomi poi delle Uve più care a quei contadini per fare il buon Vino
sono il Giacomino, la Volpola, il Trebbiano, l’Aleatico;
annoverandosi poi sopra le altre la Barbarossa, la Canajola, la
Mammola, la Dolcipoppola, la Navarrina, il Grechetto, il
Rasporosso, lo Strozzaprete, il Biancone e la Verdea o
Colombana.
● Nello stesso periodo nella zona di San Miniato si diffonde un
vitigno autoctono spagnolo, il Tempranillo, arrivato dalla Rioja
lungo il cammino di Santiago de Compostela e portato in Toscana
probabilmente grazie ai pellegrini che percorrevano la Via
Francigena, come prezioso dono in cambio di ospitalità nel tragitto
verso Roma.
● Nel 1840 il Granduca Leopoldo II di Lorena istituisce la cattedra
di  Agricoltura e pastorizia  nella Facoltà di Scienze dell’Università 
di Pisa, fortemente voluta dal Marchese Cosimo Ridolfi, e nel 1843
nasce con l’Istituto Agrario Pisano  il primo corso di studi
universitari agrari al mondo.
● Le produzioni vitivinicole vivono una fase di rinnovamento e
valorizzazione, grazie all’impulso di illuminati docenti di Agronomia,
come Girolamo Caruso, che per la prima volta nella storia rende
l’agricoltura una scienza e conduce importanti sperimentazioni sui
metodi di lotta contro i patogeni della vite: l’oidio, comparso nel
1851, la fillossera nel 1878 e nel 1879 la peronospora.
Pisa e la nascita nel 1872 del Chianti
Una vivace corrispondenza epistolare su vitigni,
uvaggi, tecniche di vinificazione e invecchiamento lega
in quegli anni il medico e politico pisano Cesare
Studiati (1821-1894) al Marchese Bettino Ricasoli
(1809-1880): in una celebre lettera, Ricasoli fissa la
formula di un vino, con un rigoroso disciplinare, che,
salvo poche variazioni, è ancora quello che oggi
definisce il  Chianti:
[…] il vino prende dal Sanzioveto la dose principale del suo profumo
(a cui miro molto) di sensazione: dal Canajuolo l'amabilità che
tempera la senza toglierli nulla del suo profumo per esserne pur esso
della quale si potrebbe fare a meno nei vini destinati tende a diluire il
prodotto delle prime uve, ne accresce il più leggero e più prontamente
adoperabile all'uso
Viticoltura pisana nell'800
● Nell’Ottocento la Toscana diventa la regione italiana con il maggior
numero di  vitigni internazionali, importati in via sperimentale (da  I
vitigni stranieri da vino, Salvatore Mondini, 1903) grazie soprattutto
al Barone Ricasoli.
● I viticoltori pisani inseriscono nelle loro terre numerose piccole
coltivazioni di Aramon, Cabernet, Grenache, Malbec, Merlot, Pinot,
Portugieser, Riesling, Syrah e soprattutto Gamay, a causa della sua
precocità e produttività, che permetteva l’immissione di rilevanti
quantità di vino almeno un mese prima rispetto ai vitigni autoctoni.
● Nell’azienda del Duca Salviati a Migliarino, si coltivavano i due
Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, importati nel 1873 dai vigneti
del Conte di Sambuy di Valmagra (Alessandria).
● Un secolo dopo alcune barbatelle di questi vitigni sono inviate a
Bolgheri e impiantate in un podere del Marchese Incisa della
Rocchetta, dando inizio all'era dei grandi vini italiani da vitigni
stranieri.
“Questo è il ritratto del nuovo vino di
Toscana, indicatore di una nuova
struttura mentale, sociale, e anche
espressione individuale e collettiva.
Ma il nuovo ritratto non può essere il
riflesso dell’evoluzione degli ultimi
anni. Esso è il risultato di un vino di
un’epoca, di cui si conserverà
sempre la memoria e la traccia: la
sua tradizione storica infatti non
verrà mai meno”.
(Giacomo Tachis, I vini nuovi, Storia
del Vino in Toscana.)
zone di produzione
zone di produzione
in provincia di Pisa
● 10 denominazioni:
– 2 DOCG (Chianti e sottozona Colline Pisane, Val di Cornia
Rosso)
– 5 DOC (San Torpè, Terre di Pisa, Vin Santo del Chianti e
sottozona Colline Pisane, Montescudaio, Colli dell’Etruria
Centrale)
– 3 IGT (Montecastelli, Costa Toscana, Toscana).
● Estratto da sito web Fisar Pisa
DOCG CHIANTI SOTTOZONA COLLINE PISANE
Dal 1984 a Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Lajatico,
Lari, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera,
San Miniato, Santa Luce e Terricciola.
«Chianti»  e  «Chianti sottozona Colline Pisane», anche  Riserva: Sangiovese
da 70 a 100%, vitigni a bacca bianca massimo 10%, Cabernet Franc e Cabernet
Sauvignon massimo 15%.
DOCG VAL DI CORNIA ROSSO O ROSSO DELLA VAL DI CORNIA
Dal 2011 a Monteverdi Marittimo.
«Val di Cornia Rosso»  o  «Rosso della Val di Cornia»:
Sangiovese minimo 40%, Cabernet Sauvignon e Merlot massimo 60%, vitigni
a bacca rossa massimo 20%, escluso Aleatico.
DOC SAN TORPÈ
Dal 1980 a Casciana Terme, Capannoli, Chianni, Crespina, Lari, Palaia, Ponsacco e
Terricciola, nonché parte del territorio amministrativo dei Comuni di Cascina Fauglia,
Lajatico, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Peccioli Pontedera, Santa Luce e S. Miniato.
«San Torpè» Bianco:  Trebbiano toscano minimo 50%;
«San Torpè» Rosato:  Sangiovese minimo 50%;
«San Torpè» Chardonnay:  Chardonnay minimo 85%;
«San Torpè» Sauvignon:  Sauvignon minimo 85%;
«San Torpè» Trebbiano:  Trebbiano toscano minimo 85%;
«San Torpè» Vermentino:  Vermentino minimo 85%;
«San Torpè» Vin Santo, anche  Riserva: 
Trebbiano toscano e Malvasia bianca lunga,
da soli o congiuntamente, fino al 100%.
DOC TERRE DI PISA
Dal 2011 a Fauglia, Crespina, Lari, Chianni, Capannoli, Palaia, Peccioli,
Terricciola, Casciana Terme, Ponsacco, Pontedera, Montopoli Valdarno,
Lajatico, San Miniato Orciano Pisano, Lorenzana e Santa Luce. In
ampliamento a Volterra, Montescudaio e Riparbella.
“Terre di Pisa Sangiovese”: 
Sangiovese minimo 95%
“Terre di Pisa Rosso”: 
Sangiovese, Cabernet Sauvignon,
Merlot e Syrah minimo 70%
In ampliamento:
“Terre di Pisa bianco Vermentino”
“Terre di Pisa bianco”
“Terre di Pisa rosato”
DOC VIN SANTO DEL CHIANTI SOTTOZONA COLLINE PISANE
Dal 1997 nello stesso territorio previsto dal disciplinare di produzione
del Chianti, sottozone incluse.
«Vin Santo del Chianti»  e 
«Vin Santo del Chianti sottozona Colline Pisane»,
anche  Riserva: 
Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga,
da soli o congiuntamente, minimo 70%;
«Vin Santo del Chianti»  e 
«Vin Santo del Chianti sottozona Colline Pisane»
Occhio di Pernice, anche  Riserva: 
Sangiovese minimo 50%.
DOC MONTESCUDAIO
Dal 1976 a Casale Marittimo, Castellina Marittima, Guardistallo, Montecatini Val di
Cecina, Montescudaio, Riparbella, Santa Luce.
«Montescudaio» Rosso, anche  Riserva: 
Sangiovese minimo 50%;
«Montescudaio» Cabernet Franc, anche  Riserva: 
Cabernet Franc minimo 85%;
«Montescudaio» Cabernet Sauvignon, anche  Riserva: 
Cabernet Sauvignon minimo 85%;
«Montescudaio» Merlot, anche  Riserva: 
Merlot minimo 85%;
«Montescudaio» Sangiovese, anche  Riserva: 
Sangiovese minimo 85%;
«Montescudaio» Bianco  e  «Montescudaio» Vin Santo: 
Trebbiano toscano minimo 50%;
«Montescudaio» Chardonnay: 
Chardonnay minimo 85%;
«Montescudaio» Sauvignon: 
Sauvignon minimo 85%;
«Montescudaio» Vermentino: 
Vermentino minimo 85%.
DOC COLLI DELL'ETRURIA CENTRALE
Dal 1990 nello stesso territorio previsto dal disciplinare di produzione
del Chianti, sottozone incluse.
«Colli dell’Etruria Centrale» Rosso  e  Rosato:
Sangiovese minimo 50%;
«Colli dell’Etruria Centrale» Bianco:
Trebbiano toscano minimo 50%;
«Colli dell’Etruria Centrale» Novello:
Sangiovese minimo 50%;
«Colli dell’Etruria Centrale» Vin Santo, anche 
Riserva:
Trebbiano toscano e Malvasia Bianca Lunga,
da soli o congiuntamente, minimo 70%;
«Colli dell’Etruria Centrale» Vin Santo Occhio
di Pernice, anche  Riserva: Sangiovese minimo
50%.
IGT MONTECASTELLI
Dal 2006 a Castelnuovo Val di Cecina, Volterra e Pomarance.
«Montecastelli» Bianco;
«Montecastelli» Rosso
e «Montecastelli» Rosso Novello;
«Montecastelli» Sangiovese:
Sangiovese minimo 85%;
«Montecastelli» Merlot: 
Merlot minimo 85%;
«Montecastelli» Canaiolo: 
Canaiolo Nero minimo 85%;
«Montecastelli» Ciliegiolo: 
Ciliegiolo minimo 85%;
«Montecastelli» Cabernet Sauvignon: 
Cabernet Sauvignon minimo 85%;
«Montecastelli» Cabernet Franc: Cabernet Franc minimo 85%;
«Montecastelli» Trebbiano: Trebbiano Toscano minimo 85%;
«Montecastelli» Malvasia:  Malvasia Bianca Lunga minimo 85%;
«Montecastelli» Vermentino:  Vermentino minimo 85%.
IGT COSTA TOSCANA
Dal 2010 a Vecchiano, San Giuliano, Pisa, Fauglia, Crespina, Lari, Lorenzana,
Casciana Terme, Terricciola, Orciano Pisano, Santa Luce, Chianni, Castellina
Marittima, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo, Casale Marittimo, Capannoli,
Palaia, Peccioli, Laiatico, Montecatini Val di Cecina, Monteverdi Marittimo,
Calcinaia, Ponsacco, Pontedera, Cascina.
Bianco, anche nella tipologia frizzante,
abboccato, dolce
Rosso, anche nella tipologia abboccato e
dolce
Rosato, anche nella tipologia frizzante
Novello
Passito  (da uve appassite)
Vendemmia tardiva  (da uve stramature)
Tipologie con l'indicazione aggiuntiva del
nome dei  vitigni.
IGT TOSCANO O TOSCANA
Dal 1995 in tutti i comuni della Provincia.
Bianco  e  Bianco Abboccato
Rosso
Rosso Novello
Rosso Abboccato
Rosato
Rosato Abboccato
Bianco Frizzante
Rosato Frizzante
Passito  (da uve appassite)
Vendemmia tardiva  (da uve stramature).
eventi enoturistici
in provincia di Pisa
● Pontedera: Piacere DiVino, marzo
● Terricciola, Badia di Morrona: Cantine aperte 29/30 maggio
2021 (virtuale)
● Terricciola: Notte bianca del vino, luglio
● Terricciola: Calici di Stelle, agosto
● Terricciola: Festa dell'uva e del vino, settembre
● Pisa: Food & Wine Festival, ottobre
● Terre di Pisa: Cantine aperte in vendemmia, settembre-ottobre
● San Miniato: Mostra mercatotartufo, novembre ultimi 3 week
end
cantine storiche e moderne
in provincia di Pisa
● Tenuta di Ghizzano
Fattoria Uccelliera
Varramista
Castello di Bucignano
Villa Saletta
Fattoria Fibbiano
Badia di Morrona
Tenuta Podernovo
Le Palaie
Usiglian del Vescovo/Cosimo Maria Masini/Varramista/Ghizzano
Poggio al Casone/Caiarossa/Le Palaie/Podere La Chiesa
IL VINO NELLE
TERRE DI PISA
Collaboriamo?
Per contatti:
ANDREA ACCIAI (Presidente)
Mail: stradadelvinocollinepisane@gmail.com
Mobile: 3355979147
www.stradadelvinocollinepisane.it

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A. Acciai - Vini, cantine e territorio vitivinicolo Terre di Pisa - 30 marzo 2021

  • 1. IL VINO NELLE TERRE DI PISA 1° incontro 30 marzo 2020 Ore 10:00-12:00
  • 2. Il corso sul vino Obiettivi: ● formare/informare su un prodotto di eccellenza delle Terre di Pisa ● Integrare e qualificare proposte turistiche con esperienze enogastronomiche ● ampliare la rete di contatti e collaborazioni per sviluppare progetti integrati
  • 3. Il corso sul vino Programma: 1) 30 marzo ore 10-12 Introduzione ai vini, cantine e territorio vitivinicolo delle Terre di Pisa 2) 30 marzo ore 15-17 Le associazioni sommelier illustrano i vini delle Terre di Pisa 3) 31 marzo ore 10-12 La cucina pisana incontra i vini delle Terre di Pisa; vino, storytelling e proposte di turismo esperienziale
  • 4. Il corso sul vino Alcuni elementi di riflessione (Osservatorio Turismo Nomisma): ● turismo e agricoltura, che si trasforma in enogastronomia, saranno settori ancora più strategici nell’era post Covid ● scelte di viaggio determinate dai cambiamenti delle abitudini, sempre più legate al territorio, alla cultura e alle tradizioni locali ● 2020: 15% nelle sue vacanze ha fatto un tour enogastronomico; il 10% ha visitato aziende agricole o fattorie didattiche; 50% di chi ha fatto almeno un viaggio tra giugno e agosto 2020 ha optato per località immerse nella natura, meglio se piccoli borghi (51%) ● La food experience è tra i principali motivi che spinge a scegliere una meta piuttosto che un’altra
  • 5. ● Nel 2020 in Italia 354,5 milioni di euro mossi dalla Food experience; in Toscana il 10% del complessivo ● Offerta turistica italiana: accelerazione nell’evoluzione esperienziale del turismo, valorizzazione di percorsi integrati turistici ed enogastronomici, l’integrazione tra cibo, cultura e patrimonio paesaggistico è la strada da seguire per stimolare l’attrazione di nuovi flussi turistici. ● Elemento di distintività: offerta di proposte customizzate del soggiorno, lasciando al cliente la possibilità di costruire un pacchetto su misura con le esperienze da fare nella struttura e sul territorio (43%). Il corso sul vino
  • 6. ● Il 28% degli operatori prevede di offrire tour enogastronomici sul territorio per far conoscere ai turisti le produzioni food & beverage locali. ● Il 24% proporrà menù che esaltino i prodotti locali e con materie prime a km0. ● Il 21% si concentrerà sulla proposta di tour del territorio divisi per target (es. giovani, coppie, family) così da migliorare la fruizione dell’esperienza. ● Roberta Garibaldi: «per il 26% dei turisti  l’enogastronomia è la prima motivazione  di viaggio in Italia e nel 2019 il 90% dei turisti ha fatto almeno un’esperienza enogastronomica» Il corso sul vino
  • 7.
  • 8. Strada del Vino e Terre di Pisa ● La Strada del Vino delle Colline Pisane è Partner del progetto Terre di Pisa, punti di forza ● modello organizzativo che definisce: ● identità territoriale comune ● capacità di integrazione e riconoscibilità ● progettualità condivisa che qualifica l'offerta turistica in modalità più strutturata
  • 9. Strada del Vino delle Colline Pisane Normativa di riferimento: ● Legge 10/02/92 “disciplina Denom. Origine” ● Legge RT del 13/08/96 “Disciplina Strade….in Toscana” ● Atto costitutivo del 14/07/1998 ● Legge 27/07/99, n. 268 “Legge quadro” ● Legge RT 30/2003 “Attività di enoturismo” ● Legge RT 45/2003 “Disciplina Strade del Vino” ● Legge RT 76/2019 “Modifiche LRT 30/2003”
  • 10. Strada del Vino delle Colline Pisane L.R.T. 11/12/2019, n. 76 Disciplina delle attività agrituristiche, delle fattorie didattiche e dell'enoturismo in Toscana Art. 2-bis. Per fattorie didattiche si intendono le attività didattiche ed educative rivolte agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e ad altre tipologie di soggetti interessati, svolte dalle imprese agricole. Art. 2-bis 2. (proposta di modifica) Per enoturismo e oleoturismo si intendono tutte le attività di conoscenza rispettivamente del vino e dell'olio extra-vergine di oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite e dell'olivo, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole e oleicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine e dei vigneti, dei frantoi e degli oliveti.
  • 11. Strada del Vino delle Colline Pisane ● A cosa si può dedicare: – Promuovere/Formare/Informare sui prodotti e sul territorio – Svolgere attività di enoturismo, oleoturismo, fattoria didattica ● Come ci si dedica: – Organizzando/partecipando ad eventi – Sviluppando o compartecipando a progetti – Realizzando strumenti di comunicazione – Contribuendo a sviluppare reti relazionali pubblico/private ● Perchè ci si dedica: – Favorire la crescita socio-economica e culturale degli associati e del territorio in chiave di etica, sostenibilità – Contribuire all'identità e allo storytelling del territorio – Contribuire a rendere uniche le esperienze di visita
  • 12. Strada del Vino delle Colline Pisane Associati (suddivisi per attività prevalente) n. 57: ● 4 Comuni ● 26 aziende vitivinicole ● 1 azienda olearia ● 1 cooperativa di comunità ● 2 aziende commerciali produzioni tipiche ● 5 aziende produttrici di prodotti tipici ● 1 azienda prodotti affinamento vini ● 3 aziende di ristorazione ● 3 aziende fornitrici di servizi per le aziende agricole ● 1 museo (Fondazione Piaggio) ● 7 strutture recettive ● 1 Guide Turistiche ● 1 Guida Ambientale Escursionistica ● 1 Associazione raccoglitori tartufi
  • 13. storia del vino in provincia di Pisa Le origini della viticoltura pisana: ● La storia del vino in Toscana inizia nel VII sec. a.C., quando i Greci iniziarono a piantare la vitis vinifera e gli Etruschi, dopo averne compreso le inebrianti potenzialità, se ne innamorarono, facendola divenire una delle loro coltivazioni più tipiche. ● Le  origini  della viticoltura pisana affondano le loro radici nella civiltà etrusca: i reperti archeologici della zona di Montescudaio, Volterra e Terricciola suggeriscono l’importanza del vino nella cultura del territorio. Anfora etrusca
  • 14. ● Mentre i costumi greci escludevano ancora le donne dai banchetti e dal consumo del prezioso alcolico, le  signore d’Etruria, con grande scandalo dei viaggiatori elleni, bevevano il vino brindando a  Fufluns- Dioniso, dio della vendemmia e del vino. ● La mediazione commerciale dei loro mariti si rivelava decisiva per l’irradiazione della cultura del vino verso l’occidente e il lontano nord.
  • 15. Il vino in epoca romana ● La posizione strategica della città di Pisa e la presenza del porto favorirono ben presto lo sviluppo delle attività produttive, rendendo il territorio un importante snodo commerciale in epoca romana. ● Nel corso del I secolo d.C., quando furono i  vini della  Gallia  e della Penisola Iberica a riversarsi in Italia, riconducendo quelli d’Etruria al commercio locale ● Il vino di Terricciola, racconta Plinio il Vecchio (Como, 23 – Stabia, 25 agosto o 25 ottobre 79 D.C.), è offerto a Publio Cornelio Scipione (Roma, 235 a.c. - Liternum, 183 a.c.) nel 204 a.c. come augurio prima della partenza per la vittoriosa campagna d’Africa.
  • 16. Il vino in epoca romana ● La posizione strategica della città di Pisa e la presenza del porto favorirono ben presto lo sviluppo delle attività produttive, rendendo il territorio un importante snodo commerciale in epoca romana. ● Nel corso del I secolo d.C., quando furono i  vini della  Gallia  e della Penisola Iberica a riversarsi in Italia, riconducendo quelli d’Etruria al commercio locale ● Il vino di Terricciola, racconta Plinio il Vecchio (Como, 23 – Stabia, 25 agosto o 25 ottobre 79 D.C.), è offerto a Publio Cornelio Scipione (Roma, 235 a.c. - Liternum, 183 a.c.) nel 204 a.c. come augurio prima della partenza per la vittoriosa campagna d’Africa.
  • 17. Il vino in epoca romana ● La posizione strategica della città di Pisa e la presenza del porto favorirono ben presto lo sviluppo delle attività produttive, rendendo il territorio un importante snodo commerciale in epoca romana. ● Nel corso del I secolo d.C., quando furono i  vini della  Gallia  e della Penisola Iberica a riversarsi in Italia, riconducendo quelli d’Etruria al commercio locale ● Il vino di Terricciola, racconta Plinio il Vecchio (Como, 23 – Stabia, 25 agosto o 25 ottobre 79 D.C.), è offerto a Publio Cornelio Scipione (Roma, 235 a.c. - Liternum, 183 a.c.) nel 204 a.c. come augurio prima della partenza per la vittoriosa campagna d’Africa.
  • 18. Il vino dalla caduta dell'Impero Romano all'Alto Medioevo (476 - 1000 d.C circa) ● I documenti dell’Alto Medioevo attestano che la  coltivazione della vite  ed il perdurare dell’interesse verso il vino da parte degli strati sociali più alti. ● La situazione documentaria migliora notevolmente con il sorgere delle  arti  e delle  corporazioni  in tutto l’Occidente e specialmente in Toscana. ● A  Firenze, è attestato come nel 1266 i  Vinattieri  costituissero un’unica corporazione assieme ad osti, fornai e albergatori, con emblema un calice rosso in campo bianco. ● Tra i  vinattieri pisani  dovevano invece costituire una peculiarità locale quegli associati che esercitavano il commercio al dettaglio dalle apposite barche, ormeggiate lungo l’argenteo Arno.
  • 19. La viticoltura pisana dal  Basso Medioevo (1000 - 1492 circa) al 1700 ● E' possibile ricostruire la storia del vino grazie alle centocinquantamila lettere commerciali conservate nell’Archivio Datini a Prato, nell’Archivio Statale a Firenze e nell’Archivio Salviati a Pisa, oltre agli archivi catastali, che documentano il crescente sviluppo della viticoltura nel pisano in termini di produzioni, redditività e scambi commerciali. ● Dai catasti si apprende, inoltre, che a Montopoli si producevano ottimi trebbiani, meno costosi di quelli del Valdarno; i vini di maggior pregio provenivano dalle zone che oggi ricadono nella DOCG Chianti Colline Pisane e DOC San Torpé, vino storico della Provincia di Pisa, venduto sul mercato a Firenze già dal 1400. ● Uno stuolo di  osterie  testimoniava un alto consumo pro capite, stimato attorno ai  tre quarti di litro/giorno.
  • 20. ● Si beveva prevalentemente  vino novello, pochissime qualità di vino erano adatte a subire l’invecchiamento che comunque non poteva durare se non pochi anni. ● I vini bianchi  erano ritenuti più pregiati. ● L’arte dei vinattieri pisani  esercitava pressoché il monopolio sull’importazione in Toscana dei vini stranieri più pregiati, specialmente greci ma anche napoletani. ● Nel Rinascimento, tra il '400 e il '500, i vini toscani crebbero d'importanza con esportazioni specie verso l'Inghilterra. ● Dal 1670 il Granduca di Toscana Cosimo III iniziò una campagna promozionale inviando in dono ai sovrani europei e ai loro maggiori dignitari il vino toscano, rafforzandone il prestigio e le esportazioni.
  • 21. Il periodo 1700-1800 ● Il 24 settembre 1716, grazie a Cosimo III, nasce la prima “DOC” in Toscana. ● Nasce inoltre la Congregazione dei Vini con lo scopo di un controllo di qualità prima dell'esportazione dei vini via mare. ● Il celebre studioso Giovanni Targioni Tozzetti (1712-1783) identifica la zona di Terricciola come areale vocato ad abbondanti produzioni di vino. Nasce una prima catalogazione delle uve dell’areale pisano (Giovacchino Pagani, 1797) ● I nomi poi delle Uve più care a quei contadini per fare il buon Vino sono il Giacomino, la Volpola, il Trebbiano, l’Aleatico; annoverandosi poi sopra le altre la Barbarossa, la Canajola, la Mammola, la Dolcipoppola, la Navarrina, il Grechetto, il Rasporosso, lo Strozzaprete, il Biancone e la Verdea o Colombana.
  • 22. ● Nello stesso periodo nella zona di San Miniato si diffonde un vitigno autoctono spagnolo, il Tempranillo, arrivato dalla Rioja lungo il cammino di Santiago de Compostela e portato in Toscana probabilmente grazie ai pellegrini che percorrevano la Via Francigena, come prezioso dono in cambio di ospitalità nel tragitto verso Roma. ● Nel 1840 il Granduca Leopoldo II di Lorena istituisce la cattedra di  Agricoltura e pastorizia  nella Facoltà di Scienze dell’Università  di Pisa, fortemente voluta dal Marchese Cosimo Ridolfi, e nel 1843 nasce con l’Istituto Agrario Pisano  il primo corso di studi universitari agrari al mondo. ● Le produzioni vitivinicole vivono una fase di rinnovamento e valorizzazione, grazie all’impulso di illuminati docenti di Agronomia, come Girolamo Caruso, che per la prima volta nella storia rende l’agricoltura una scienza e conduce importanti sperimentazioni sui metodi di lotta contro i patogeni della vite: l’oidio, comparso nel 1851, la fillossera nel 1878 e nel 1879 la peronospora.
  • 23. Pisa e la nascita nel 1872 del Chianti Una vivace corrispondenza epistolare su vitigni, uvaggi, tecniche di vinificazione e invecchiamento lega in quegli anni il medico e politico pisano Cesare Studiati (1821-1894) al Marchese Bettino Ricasoli (1809-1880): in una celebre lettera, Ricasoli fissa la formula di un vino, con un rigoroso disciplinare, che, salvo poche variazioni, è ancora quello che oggi definisce il  Chianti: […] il vino prende dal Sanzioveto la dose principale del suo profumo (a cui miro molto) di sensazione: dal Canajuolo l'amabilità che tempera la senza toglierli nulla del suo profumo per esserne pur esso della quale si potrebbe fare a meno nei vini destinati tende a diluire il prodotto delle prime uve, ne accresce il più leggero e più prontamente adoperabile all'uso
  • 24. Viticoltura pisana nell'800 ● Nell’Ottocento la Toscana diventa la regione italiana con il maggior numero di  vitigni internazionali, importati in via sperimentale (da  I vitigni stranieri da vino, Salvatore Mondini, 1903) grazie soprattutto al Barone Ricasoli. ● I viticoltori pisani inseriscono nelle loro terre numerose piccole coltivazioni di Aramon, Cabernet, Grenache, Malbec, Merlot, Pinot, Portugieser, Riesling, Syrah e soprattutto Gamay, a causa della sua precocità e produttività, che permetteva l’immissione di rilevanti quantità di vino almeno un mese prima rispetto ai vitigni autoctoni. ● Nell’azienda del Duca Salviati a Migliarino, si coltivavano i due Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, importati nel 1873 dai vigneti del Conte di Sambuy di Valmagra (Alessandria). ● Un secolo dopo alcune barbatelle di questi vitigni sono inviate a Bolgheri e impiantate in un podere del Marchese Incisa della Rocchetta, dando inizio all'era dei grandi vini italiani da vitigni stranieri.
  • 25. “Questo è il ritratto del nuovo vino di Toscana, indicatore di una nuova struttura mentale, sociale, e anche espressione individuale e collettiva. Ma il nuovo ritratto non può essere il riflesso dell’evoluzione degli ultimi anni. Esso è il risultato di un vino di un’epoca, di cui si conserverà sempre la memoria e la traccia: la sua tradizione storica infatti non verrà mai meno”. (Giacomo Tachis, I vini nuovi, Storia del Vino in Toscana.)
  • 27. zone di produzione in provincia di Pisa ● 10 denominazioni: – 2 DOCG (Chianti e sottozona Colline Pisane, Val di Cornia Rosso) – 5 DOC (San Torpè, Terre di Pisa, Vin Santo del Chianti e sottozona Colline Pisane, Montescudaio, Colli dell’Etruria Centrale) – 3 IGT (Montecastelli, Costa Toscana, Toscana). ● Estratto da sito web Fisar Pisa
  • 28. DOCG CHIANTI SOTTOZONA COLLINE PISANE Dal 1984 a Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Lajatico, Lari, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, San Miniato, Santa Luce e Terricciola. «Chianti»  e  «Chianti sottozona Colline Pisane», anche  Riserva: Sangiovese da 70 a 100%, vitigni a bacca bianca massimo 10%, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon massimo 15%.
  • 29. DOCG VAL DI CORNIA ROSSO O ROSSO DELLA VAL DI CORNIA Dal 2011 a Monteverdi Marittimo. «Val di Cornia Rosso»  o  «Rosso della Val di Cornia»: Sangiovese minimo 40%, Cabernet Sauvignon e Merlot massimo 60%, vitigni a bacca rossa massimo 20%, escluso Aleatico.
  • 30. DOC SAN TORPÈ Dal 1980 a Casciana Terme, Capannoli, Chianni, Crespina, Lari, Palaia, Ponsacco e Terricciola, nonché parte del territorio amministrativo dei Comuni di Cascina Fauglia, Lajatico, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Peccioli Pontedera, Santa Luce e S. Miniato. «San Torpè» Bianco:  Trebbiano toscano minimo 50%; «San Torpè» Rosato:  Sangiovese minimo 50%; «San Torpè» Chardonnay:  Chardonnay minimo 85%; «San Torpè» Sauvignon:  Sauvignon minimo 85%; «San Torpè» Trebbiano:  Trebbiano toscano minimo 85%; «San Torpè» Vermentino:  Vermentino minimo 85%; «San Torpè» Vin Santo, anche  Riserva:  Trebbiano toscano e Malvasia bianca lunga, da soli o congiuntamente, fino al 100%.
  • 31. DOC TERRE DI PISA Dal 2011 a Fauglia, Crespina, Lari, Chianni, Capannoli, Palaia, Peccioli, Terricciola, Casciana Terme, Ponsacco, Pontedera, Montopoli Valdarno, Lajatico, San Miniato Orciano Pisano, Lorenzana e Santa Luce. In ampliamento a Volterra, Montescudaio e Riparbella. “Terre di Pisa Sangiovese”:  Sangiovese minimo 95% “Terre di Pisa Rosso”:  Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah minimo 70% In ampliamento: “Terre di Pisa bianco Vermentino” “Terre di Pisa bianco” “Terre di Pisa rosato”
  • 32. DOC VIN SANTO DEL CHIANTI SOTTOZONA COLLINE PISANE Dal 1997 nello stesso territorio previsto dal disciplinare di produzione del Chianti, sottozone incluse. «Vin Santo del Chianti»  e  «Vin Santo del Chianti sottozona Colline Pisane», anche  Riserva:  Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente, minimo 70%; «Vin Santo del Chianti»  e  «Vin Santo del Chianti sottozona Colline Pisane» Occhio di Pernice, anche  Riserva:  Sangiovese minimo 50%.
  • 33. DOC MONTESCUDAIO Dal 1976 a Casale Marittimo, Castellina Marittima, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Riparbella, Santa Luce. «Montescudaio» Rosso, anche  Riserva:  Sangiovese minimo 50%; «Montescudaio» Cabernet Franc, anche  Riserva:  Cabernet Franc minimo 85%; «Montescudaio» Cabernet Sauvignon, anche  Riserva:  Cabernet Sauvignon minimo 85%; «Montescudaio» Merlot, anche  Riserva:  Merlot minimo 85%; «Montescudaio» Sangiovese, anche  Riserva:  Sangiovese minimo 85%; «Montescudaio» Bianco  e  «Montescudaio» Vin Santo:  Trebbiano toscano minimo 50%; «Montescudaio» Chardonnay:  Chardonnay minimo 85%; «Montescudaio» Sauvignon:  Sauvignon minimo 85%; «Montescudaio» Vermentino:  Vermentino minimo 85%.
  • 34. DOC COLLI DELL'ETRURIA CENTRALE Dal 1990 nello stesso territorio previsto dal disciplinare di produzione del Chianti, sottozone incluse. «Colli dell’Etruria Centrale» Rosso  e  Rosato: Sangiovese minimo 50%; «Colli dell’Etruria Centrale» Bianco: Trebbiano toscano minimo 50%; «Colli dell’Etruria Centrale» Novello: Sangiovese minimo 50%; «Colli dell’Etruria Centrale» Vin Santo, anche  Riserva: Trebbiano toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente, minimo 70%; «Colli dell’Etruria Centrale» Vin Santo Occhio di Pernice, anche  Riserva: Sangiovese minimo 50%.
  • 35. IGT MONTECASTELLI Dal 2006 a Castelnuovo Val di Cecina, Volterra e Pomarance. «Montecastelli» Bianco; «Montecastelli» Rosso e «Montecastelli» Rosso Novello; «Montecastelli» Sangiovese: Sangiovese minimo 85%; «Montecastelli» Merlot:  Merlot minimo 85%; «Montecastelli» Canaiolo:  Canaiolo Nero minimo 85%; «Montecastelli» Ciliegiolo:  Ciliegiolo minimo 85%; «Montecastelli» Cabernet Sauvignon:  Cabernet Sauvignon minimo 85%; «Montecastelli» Cabernet Franc: Cabernet Franc minimo 85%; «Montecastelli» Trebbiano: Trebbiano Toscano minimo 85%; «Montecastelli» Malvasia:  Malvasia Bianca Lunga minimo 85%; «Montecastelli» Vermentino:  Vermentino minimo 85%.
  • 36. IGT COSTA TOSCANA Dal 2010 a Vecchiano, San Giuliano, Pisa, Fauglia, Crespina, Lari, Lorenzana, Casciana Terme, Terricciola, Orciano Pisano, Santa Luce, Chianni, Castellina Marittima, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo, Casale Marittimo, Capannoli, Palaia, Peccioli, Laiatico, Montecatini Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Calcinaia, Ponsacco, Pontedera, Cascina. Bianco, anche nella tipologia frizzante, abboccato, dolce Rosso, anche nella tipologia abboccato e dolce Rosato, anche nella tipologia frizzante Novello Passito  (da uve appassite) Vendemmia tardiva  (da uve stramature) Tipologie con l'indicazione aggiuntiva del nome dei  vitigni.
  • 37. IGT TOSCANO O TOSCANA Dal 1995 in tutti i comuni della Provincia. Bianco  e  Bianco Abboccato Rosso Rosso Novello Rosso Abboccato Rosato Rosato Abboccato Bianco Frizzante Rosato Frizzante Passito  (da uve appassite) Vendemmia tardiva  (da uve stramature).
  • 38. eventi enoturistici in provincia di Pisa ● Pontedera: Piacere DiVino, marzo ● Terricciola, Badia di Morrona: Cantine aperte 29/30 maggio 2021 (virtuale) ● Terricciola: Notte bianca del vino, luglio ● Terricciola: Calici di Stelle, agosto ● Terricciola: Festa dell'uva e del vino, settembre ● Pisa: Food & Wine Festival, ottobre ● Terre di Pisa: Cantine aperte in vendemmia, settembre-ottobre ● San Miniato: Mostra mercatotartufo, novembre ultimi 3 week end
  • 39. cantine storiche e moderne in provincia di Pisa ● Tenuta di Ghizzano
  • 45. Usiglian del Vescovo/Cosimo Maria Masini/Varramista/Ghizzano
  • 46. Poggio al Casone/Caiarossa/Le Palaie/Podere La Chiesa
  • 47. IL VINO NELLE TERRE DI PISA Collaboriamo? Per contatti: ANDREA ACCIAI (Presidente) Mail: stradadelvinocollinepisane@gmail.com Mobile: 3355979147 www.stradadelvinocollinepisane.it