1. Parole che aiutano,
Parole che fanno male
Strumenti per riflettere su razzismo e pregiudizi
di Carlo Gubitosa - carlo@gubi.it
2. Shoah
Dalla metà del XX secolo con il termine Olocausto (con
l'adozione della maiuscola) si indica, per antonomasia, il
genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi
alleati nei confronti degli ebrei d'Europa, con lo sterminio
di un numero compreso tra i 5 e i 6 milioni di ebrei, di
ogni sesso ed età.
L'Olocausto in quanto genocidio degli ebrei è chiamato
anche con il nome di Shoah (in lingua ebraica "catastrofe",
"distruzione")
https://it.wikipedia.org/wiki/Olocausto
3. Porrajmos
Porrajmos o Porajmos è il termine in lingua
romanì con cui Rom e Sinti indicano lo
sterminio del proprio popolo da parte del
nazismo durante la seconda guerra
mondiale e significa "grande divoramento",
"devastazione".
http://it.wikipedia.org/wiki/Porajmos
4. Porrajmos
In Germania, e nel resto dell'Europa, la popolazione
zingara fu vista con diffidenza sin dal 1400. Gli zingari,
essendo un popolo nomade si mostrava diverso dalle altre
società per usi e costumi. Furono accusati di stregoneria,
e durante il Sacro Romano Impero di essere spie al
servizio dei turchi. Con la Riforma protestante fu
severamente vietato l'accattonaggio, una delle attività
principali degli zingari, che giudicati come mendicanti,
per di più stranieri, non erano accolti dalle parrocchie.
Alcuni di questi reati erano talvolta puniti con la pena di
morte.
http://it.wikipedia.org/wiki/Porajmos
5. Le vittime dell'Olocausto
VITTIME DELL'OLOCAUSTO NUMERO
Ebrei 5,9 milioni
Prigionieri di guerra sovietici 2-3 milioni
Minoranze etniche polacche 1,8-2 milioni
Rom 220.000-1.500.000
Disabili 200.000-250.000
Massoni 80.000-200.000
Sloveni 20.000-25.000
Omosessuali 5.000-15.000
Testimoni di Geova 2.500-5.000
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Holocaust#Victims_and_death_toll
7. Un esempio
NATI PER RUBARE
Ladri Bambini
L'inchiesta su Panorama del 10 luglio
2008 propone un tema popolarissimo in un
tempo di "caccia ai rom" e di
costruzione di un capro espiatorio
collettivo: i bambini rom che rubano. Il
titolo è quello della copertina. Ecco il
sommario:
LADRI BAMBINI. Appena vengono
al mondo li addestrano ai
furti, agli scippi,
all'accattonaggio. E se non
ubbidiscono sono botte e
violenze. Ecco la vita di
strada (e le voci) dei piccoli
rom che il ministro Maroni
vuole censire, anche con le
impronte digitali
8. (LA STAMPA, 10 dicembre 2011)
Dopo questo articolo, la presunta violenza
sessuale si e' rivelata una bufala: la ragazza si
vergognava del suo primo rapporto sessuale e ha
dato la colpa ai ROM. Ma l'odio creato da questa
notizia falsa purtroppo e' stato vero.
9. Ci scusiamo, ma non con i Rom
Guido Tiberga
"La Stampa" - 11 dicembre 2011
10. I frutti delle parole che fanno male
12 dicembre 2011: due
giorni dopo l'articolo
che incolpava i Rom di
uno stupro inventato, le
scuse del giornale non
bastano ad evitare una
"spedizione punitiva" in
cui dozzine di persone
hanno invaso
l'insediamento Rom di
Torino(Continassa) dando
alle fiamme alcune case.
Due persone sono
identificate e processate
con le circostanze
aggravanti dell'"odio
etnico".
15. Non importa: vale quello che c'e' scritto sui giornali, dove
vale quello che scrivono i tribunali, che decidono in un
clima creato dai giornali
16. Sara' pure minorenne, ma rimane sempre un "nomade rom"
anche se e' cittadino italiano, e come lui suo padre.
17. - Mettiamo al bando la parola "clandestino"
Abbiamo realizzato una guida pratica per
dare alternative all'uso di parole fuorvianti,
distorte, razziste e discriminanti. Pensiamo
che le parole siano i nostri strumenti di
lavoro, e per questioni complesse come
quelle delle migrazioni non possiamo usare
strumenti linguistici inappropriati, e serve la
massima proprieta' di linguaggio.
18. - Mettiamo al bando la parola "clandestino"
ALTERNATIVE ALLA PAROLA "CLANDESTINO"
All'estero si parla di "sans papiers" (Francia), "non-
documented migrant workers" (definizione suggerita
dalle Nazioni Unite) e così via. A seconda dei casi, e
avendo cura che l'utilizzo sia il più appropriato, è
possibile usare parole come "irregolari", "rifugiati",
"richiedenti asilo". Sono sempre disponibili e spesso
preferibili le parole più semplici e più neutre: "persone",
"migranti", "lavoratori". Altre locuzioni come "senza
documenti", o "senza carte", o "sans papiers"
definiscono un'infrazione amministrativa ed evitano di
suscitare immagini negative e stigmatizzanti.
19. - Mettiamo al bando la parola "clandestino"
EXTRACOMUNITARIO
Letteralmente dovrebbe indicare cittadini di paesi esterni
all'Unione europea, ma questo termine non è mai stato usato
per statunitensi, svizzeri, australiani o cittadini di stati "ricchi";
ha finito così per indicare e stigmatizzare persone provenienti
da paesi poveri, enfatizzando l'estraneità all'Italia e all'Europa
rispetto ad ogni altro elemento (il prefisso "extra" esprime
un'esclusione). Ha assunto quindi una connotazione
dequalificante, oltre ad essere poco corretto sul piano letterale.
ALTERNATIVE
E' possibile usare “non comunitario” per tutte le nazionalità non
Ue, o fare riferimento - quando necessario (spesso la
nazionalità viene specificata anche quando è superflua, specie
nei titoli) - al paese di provenienza.
20. - Mettiamo al bando la parola "clandestino"
VU CUMPRA'
E' un'espressione che storpia l'italiano "Vuoi comprare"
ed è usata da anni per definire lavoratori stranieri,
specialmente africani, che esercitano il commercio
ambulante. E' una locuzione irrispettosa delle persone
alle quali si riferisce e stigmatizzante, oltre che inutile sul
piano lessicale.
ALTERNATIVE
E' possibile usare i termini "ambulante", "venditore".
21. - Mettiamo al bando la parola "clandestino"
NOMADE (e CAMPI NOMADI)
Il nomadismo, nelle popolazioni rom e sinte, è nettamente minoritario, eppure il
termine nomade è continuamente utilizzato come sinonimo di rom e sinti. Un effetto
perverso di questo uso scorretto, è la derivazione "campi nomadi", che fa pensare a
luoghi adatti a gruppi umani che si spostano continuamente e quindi a una forma
d'insediamento tipica di quelle popolazioni e in qualche modo "necessaria". Non è
così. In Europa l'Italia è conosciuta come "il paese dei campi" per le sue politiche di
segregazione territoriale; solo una piccola parte dei sinti e dei rom residenti in Italia
non sono sedentari. Parlare di nomadi e campi nomadi è quindi improprio e
fuorviante, ha esiti discriminatori nella percezione comune e "conferma" una serie di
pregiudizi diffusi in particolare nella società italiana.
ALTERNATIVE
I termini più corretti sono rom e sinti, a seconda dei casi (sono due "popoli" diversi),
e in aggiunta alla eventuale nazionalità. Al posto di "campi nomadi" è corretto
utilizzare, a seconda degli specifici casi, i termini "campi", "campi rom/campi sinti"
(gran parte dei rom venuti dalla ex Jugoslavia sono fuggiti da guerre e
persecuzioni).
22. - Mettiamo al bando la parola "clandestino"
ZINGARI
E' un termine antico, diffuso con alcune varianti in tutta
Europa, ma ha assunto una connotazione sempre più negativa
ed è ormai respinto dalle popolazioni rom, sinte, etc. E' spesso
percepito come sinonimo di "nomadi" e conduce agli stessi
effetti distorsivi e discriminatori.
ALTERNATIVE
Rom, sinti
25. Realta' e percezione
- In Italia abbiamo meno di 5 miioni di immigrati
(Che corrispondono all'8% della popolazione nazionale)
- La stima degli immigrati irregolari si aggira tra i 500mila e i 700mila
- Gli immigrati producono un reddito netto per il Paese di UN MILIARDO di
euro all'anno.
(Fonte: XX dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes)
26. Realta' e percezione
- In Italia abbiamo meno di 5 miioni di immigrati
(Che corrispondono all'8% della popolazione nazionale)
Ma secondo i sondaggi gli italiani pensano che gli immigrati italiani siano il
23% della popolazione (circa 15 milioni)
- La stima degli immigrati irregolari si aggira tra i 500mila e i 700mila
Ma secondo i sondaggi gli italiani pensano che gli immigrati irregolari siano
piu' di quelli regolari.
- Gli immigrati producono un reddito netto per il Paese di UN MILIARDO di
euro all'anno.
Ma secondo i sondaggi gli italiani pensano che i migranti stiano sottraendo
risorse al paese.
29. L'Italia vista dall'Europa
Council of Europe
European Commission against Racism and Intolerance
4th Report on Italy - Feb 21st 2012
http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/Country-by-country/Italy/ITA-CbC-IV-2012-002-ENG.pdf
The use of racist and xenophobic discourse in politics appears to be
increasing, targeting Blacks, Africans, Muslims, Roma, Romanians, asylum
seekers and migrants in general; in some cases the remarks made were
followed by acts of violence against these groups. Migrants are regularly
equated with insecurity and racist or xenophobic discourse reflects or leads
to discriminatory measures and policies; these factors fuel racial
discrimination, xenophobia and racism within the population at large and
tend to give legitimacy to these phenomena. Sensationalist articles
continue to appear in the media and many Internet sites contain messages
of racial hatred and even incitement to racist violence.
30. L'Italia vista dall'Europa
Council of Europe
European Commission against Racism and Intolerance
4th Report on Italy - Feb 21st 2012
http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/Country-by-country/Italy/ITA-CbC-IV-2012-002-ENG.pdf
ECRI notes with regret that sensationalist articles continue to appear in
the media, including in the main print media and prime-time television
broadcasts. In the media, the Roma and migrants are notably associated
with criminal activities and hence with a threat to public security; negative
images (some of them conveyed first by politicians) of asylum seekers and
Muslims have also been repeatedly disseminated. Such publications and
broadcasts serve to poison an already negative climate of opinion
regarding minority groups. Some observers, moreover, have made a
connection between the publication of such articles and xenophobic
incidents that occurred afterwards.
31. Lezioni dalla storia
UNITED NATIONS - Economic and Social Council
13 December 1994
Situation of human rights in the territory of the former
Yugoslavia
Special report on the media
The media in the former Yugoslavia have been among the most
important tools in propagating the military conflict in the
region. It is argued that the media have even been active
participants in the conflict and have themselves instigated or
inspired many violations of human rights and international
humanitarian law.
(...)
Reports have been monitored which insult Muslims generally,
labelling them "balije", "mujahedin" and "fundamentalists".
These media promoted discrimination, hatred and related human
rights violations. (...) Reports about the conflict have often
included only allegations of "Muslim crimes", "Muslim shelling"
and "Muslim attacks".
32. La Carta di Roma
Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati,
vittime della tratta e migranti.
Il documento è stato sottoscritto congiuntamente da FNSI (il
sindacato dei giornalisti) e dal Consiglio Nazione dell'Ordine
dei giornalisti nel giugno 2008
Scopo della Carta è fornire le linee guida per il trattamento
delle informazioni concernenti i richiedenti asilo, i rifugiati, le
vittime della tratta ed i migranti nel territorio della Repubblica
Italiana.
La Carta fa riferimento al criterio enunciato nell'Articolo 2
della legge istitutiva dell'Ordine: il rispetto della verità
sostanziale dei fatti osservati.
33. La Carta di Roma: principi
osservare la massima attenzione nel trattamento delle informazioni
concernenti i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i
migranti nel territorio della Repubblica Italiana ed altrove e in
particolare a:
a. Adottare termini giuridicamente appropriati sempre al fine di
restituire al lettore ed all’utente la massima aderenza alla realtà dei
fatti, evitando l’uso di termini impropri;
b. Evitare la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o
distorte riguardo a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e
migranti. CNOG e FNSI richiamano l’attenzione di tutti i colleghi, e dei
responsabili di redazione in particolare, sul danno che può essere
arrecato da comportamenti superficiali e non corretti, che possano
suscitare allarmi ingiustificati, anche attraverso improprie associazioni
di notizie, alle persone oggetto di notizia e servizio; e di riflesso alla
credibilità della intera categoria dei giornalisti;
34. La Carta di Roma: principi
c. Tutelare i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i
migranti che scelgono di parlare con i giornalisti, adottando quelle
accortezze in merito all’identità ed all’immagine che non consentano
l’identificazione della persona, onde evitare di esporla a ritorsioni
contro la stessa e i familiari, tanto da parte di autorità del paese di
origine, che di entità non statali o di organizzazioni criminali. Inoltre,
va tenuto presente che chi proviene da contesti socioculturali diversi,
nei quali il ruolo dei mezzi di informazione è limitato e circoscritto, può
non conoscere le dinamiche mediatiche e non essere quindi in grado
di valutare tutte le conseguenze dell’esposizione attraverso i media;
d. Interpellare, quando ciò sia possibile, esperti ed organizzazioni
specializzate in materia, per poter fornire al pubblico l’informazione in
un contesto chiaro e completo, che guardi anche alle cause dei
fenomeni.
35. La Carta di Roma: glossario
- Un richiedente asilo è colui che è fuori dal proprio paese e presenta,
in un altro stato, domanda di asilo per il riconoscimento dello status di
rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951.
Non è quindi assimilabile al migrante irregolare.
- Un rifugiato è colui al quale è stato riconosciuto lo status di rifugiato
in base alla Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati
- Un beneficiario di protezione umanitaria è colui che - pur non
rientrando nella definizione di "rifugiato" necessita comunque di una
forma di protezione in quanto, in caso di rimpatrio nel paese di
origine, sarebbe in serio pericolo a causa di conflitti armati
36. La Carta di Roma: glossario
- Una vittima della tratta è una persona che, a differenza dei migranti irregolari che
si affidano di propria volontà ai trafficanti, non ha mai acconsentito ad essere
condotta in un altro paese o, se lo ha fatto, l’aver dato il proprio consenso è stato
reso nullo dalle azioni coercitive e/o ingannevoli dei trafficanti o dai maltrattamenti
praticati o minacciati ai danni della vittima.
- Un migrante/immigrato è colui che sceglie di lasciare volontariamente il proprio
paese d’origine per cercare un lavoro e migliori condizioni economiche altrove.
Contrariamente al rifugiato può far ritorno a casa in condizioni di sicurezza.
- Un migrante irregolare, comunemente definito come ‘clandestino’, è colui che a)
ha fatto ingresso eludendo i controlli di frontiera; b) è entrato regolarmente nel
paese di destinazione, ad esempio con un visto turistico, e vi è rimasto dopo la
scadenza del visto d’ingresso (diventando un cosiddetto ‘overstayer’); o c) non ha
lasciato il territorio del paese di destinazione a seguito di un provvedimento di
allontanamento.