1. La cucina siciliana nella storia
Palermo
piazza
Marina
Fontana
del
cavalluccio
marino
Adagiata al centro del Mediterraneo, fra Tirreno e Ionio, al crocevia fra le rotte più importanti
del nostro bacino, fin da epoche remote la Sicilia è stata un approdo naturale per i navigatori
e i commercianti.
La sua speciale posizione geografica ha favorito l'incontro di popoli e civiltà: la mitezza del
clima, la fertilità del terreno e la pescosità dei suoi mari hanno ispirato eccezionali connubi
di ingredienti locali e importati.
E' nata così una gastronomia che raccoglie le tracce di diverse culture avvicendatesi in
questo territorio tanto conteso.
pasta con sarde pasta ca' muddica
La Sicilia venne colonizzata dai Fenici, ( VIII secolo a.C.) ai quali seguirono i Cartaginesi e i
Greci.
Quest’ultimi hanno lasciato un segno ben preciso nella tradizione gastronomica siciliana:
introdussero vari tipi di pane, alcuni trattamenti delle olive, la salatura della ricotta, per
poterla conservare più a lungo, il miele (quindi l’allevamento delle api) e molto
probabilmente fecero conoscere il vino.
Nel III secolo a.C. la Sicilia divenne una delle principali provincie romane e fu definita il
“granaio di Roma”.
Questa dominazione non portò particolari vantaggi, anche se la pesca e l’allevamento degli
ovini ebbero un certo incremento.
Dal lato gastronomico i Romani fecero conoscere l’uso di farcire pesci e verdure, la maestria
nel preparare le salsicce e quella di conservare la neve dell’Etna per confezionare
preparazioni a base di frutta.
2. panelle cazzille
Tra il V e VI secolo d.C. la Sicilia cadde sotto la dominazione dei Vandali e degli Ostrogoti i
quali non lasciarono altro che una forte decadenza culturale ed economia, ma nulla che
possa essere ricordato dal lato gastronomico.
Successivamente la Sicilia passo sotto il dominio Bizantino che ne mantenne il controllo per
circa tre secoli.
Il loro influsso artistico è stato indiscutibile, dal lato gastronomico non si sono distinti in
modo particolare.
Comunque, insegnarono la pratica di arrostire allo spiedo grossi tagli di carme, la
stagionatura e la lavorazione dei formaggi per renderli piccanti e più saporiti, l’introduzione
di alcune spezie.
sfincione babbaluci du fistinu
E' nel 965 che gli Arabi divengono veri e propri padroni dell'Isola.
Introducono la canna da zucchero, il riso, gli agrumi e l'uso, fino ad allora sconosciuto, delle
droghe.
La Pasticceria diviene grandissima e nasce la celebre cassata e la "cubbaita", un dolcissimo
torrone di miele, semi sesamo e mandorle. In una splendida collaborazione gastronomica
tra arabi e siciliani, nasce una sorta di cucina arabo-sicula la cui influenza si estende a tutto
il bacino occidentale del Mediterraneo.
Sono innumerevoli le ricette che arricchiscono in quel tempo il patrimonio gastronomico
siciliano e si può affermare che la cucina siciliana sopravanzava, nell'anno mille, di alcuni
secoli tutte le altre cucine europee.
In Sicilia già esiste la pasta e molte sono le ricette con i vermicelli, antesignani degli
spaghetti ed è attivo un servizio di spedizioni di pasta seccata in vari territori musulmani e
cristiani.
3. rascaturi purpetti di nunnata
Tra i vari piatti, ancor oggi in uso, non è possibile non citare il "cuscusu" elaborazione del
famoso cuscus arabo.
Ed è sempre durante la dominazione araba che si diffonde l'uso del sorbetto preparato
quasi come oggi e, quindi, molto più raffinato rispetto all'uso di bevande ghiacciate già in
uso in tutta Europa.
Dopo appena un secolo di dominazione Araba, nell’ XI secolo, i Normanni, costituirono il
regno di Sicilia.
Federico II, il governatore illuminato, protettore delle arti e delle scienze, fece conoscere,
alla Sicilia, un periodo di grande splendore culturale che ebbe il suo centro a Palermo.
La gastronomia mantenne le caratteristiche siculo-arabe, ma altre nuove pietanze fecero la
lo comparsa; in particolare, il pesce conservato o salato che giungeva dall’Europa del nord:
aringhe affumicate o salate, il baccalà e lo stoccafisso come testimonia il caratteristico piatto
dello stoccafisso alla messinese.
Palermo
Foro Umberto Primo
Palchetto della musica
Con gli Aragonesi, nel XIII secolo, la cucina siciliana si arricchì ulteriormente: nacquero le
preparazioni fritte; le monache di numerosi monasteri elaborarono, forse dietro richiesta
delle famiglie nobili, le ricette, ancora oggi gelosamente custodite, di svariati dolci.
Si fa risalire a quest’epoca il "farsumagru", piatto di carne, opera dei cuochi provetti delle
grandi famiglie nobili dell'isola.
In questo stesso periodo giunsero in Sicilia, grazie ai commerci con il Medio oriente e alle
immigrazioni degli Ebrei che già le conoscevano e le apprezzavano, le melanzane,
originarie della Cina e dell’India.
Nella gastronomia siciliana, le melanzane, trovarono buona accoglienza: fritte, farcite,
trasformate in caponate, cotte alla griglia, messe sott’olio, abbinate a preparazioni a base di
roso e pasta, sono ancora oggi le dominatrici della cucina isolana.
4. stigghiola pasta con totani e zucchine
Gli spagnoli importarono dall’ America alcuni prodotti ancora non conosciuti in Europa:
pomodori, peperoni, granturco, patate, fagioli, cacao e vaniglia, solo per citare i più
rappresentativi.
Le successive vicende dell'isola, dall'assegnazione ai Savoia all'insediamento dei Borbone e
all'annessione al Regno d'Italia, per arrivare ai nostri giorni, non giovarono all'economia
siciliana, tanto meno influirono sulla cucina locale che aveva ormai caratteristiche ben
radicate.
Dal punto di vista gastronomico non esistono sostanziali differenze tra una zona e l'altra
dell'isola, salvo alcune specialità locali.
La cucina si basa su cinque elementi fondamentali: la pasta, il pesce, i formaggi, le verdure
e i dolci.
involtini di carne al forno anelletti al forno
La carne bovina occupa un posto secondario, in quanto proveniente da animali impiegati, in
vita, ai lavori agricoli e quindi con carni dure e stoppose.
Tale problema si risolse macinandola o tagliandola a fettine sottili (usanza dalla quale nasce
un'ampia varietà di polpette e involtini farciti).
Maggior rilievo ha la carne suina: ricca e molto varia la produzione di salsicce fresche e
insaccate stagionate da affettare.
Gli ovini sono sempre stati allevati in tutta l'isola e i piatti a base di agnello e capretto in
umido o arrosto sono tradizionali e caratteristici.
Con il latte di capra e pecora si preparano parecchi formaggi, meravigliose ricotte
freschissime.
5. caponata pasta con le vongole
La pasta è la regina delle tavole, condita nei modi più fantasiosi.
Un tempo era uso comune prepararla fresca in casa.
Farina di grano duro, acqua, sale e una lunga energica lavorazione: da questo impasto
venivano ricavati formati diversi, ma i più famosi restano i maccheroni, il bucato e il
bucatino, lo spaghetto e le lasagne.
6. "A POCU PANI LU CORPU S'INSIGNA. CU
FA ACCUSSÌ LA SPISA SPARAGNA"
(SI ABITUA IL C ORPO A POCO PANE E
COSÌ SI RISPARMIA SULLA SPESA)
CU DISIA, CU STRAZZIA E CU MORI
D ISIANNU
(CHI DESIDERA, CHI FA SPRECO PER
L'ABBONDANZA E CHI MUORE
DESIDERANDO )
LI DIFETTI DI LA ZITA S'AMMUCCIANU CU
LA DOTI
(I DIFETTI DELLA FIDANZATA SI
N ASCONDONO
CON LA DOTE)
7. CU SAPI TRAVAGGHIARI, DI FAMI NON CI
MORI
(CHI SA LAVORARE DI FAME NON CI
MUORE)
QUANNU U SULI NESCI, NESCI PI' TUTTI
(QUANDO IL SOLE ESCE, ESCE PER
TUTTI.)
CU NA SCI CHIATTU NON PÒ MORIRI
TUNNU
(CHI NASCE PIATTO, NON PUÒ MORIRE
ROTONDO)