Intervento di Gabriele Testa, Presidente dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali dell'Emilia Romagna e di Bologna, al "17° Meeting Nazionale ACEF - Evoluzione dei Servizi Professionali della Consulenza", tenutosi a Bologna, presso la sede della Regione Emilia Romagna, nei giorni 30 e 31 ottobre e 9 e 10 novembre 2017.
2. Marchi collettivi geografici
• Cos’è un marchio collettivo geografico?
Un segno distintivo che svolge principalmente la
funzione di garantire particolari caratteristiche
qualitative di prodotti e servizi di più imprese al fine di
contraddistinguerli per la loro specifica provenienza,
natura o qualità.
• Chi è il titolare del marchio collettivo geografico?
L’ente (impresa, associazione riconosciuta o anche di
fatto, privato o pubblico) che deve garantire la
protezione e garanzia di determinati prodotti o servizi
in conformità ad uno specifico regolamento.
• Qual è il bene giuridicamente protetto?
L’origine, la natura e la qualità di determinati prodotti
o servizi in una data area geografica.
• Il marchio collettivo geografico offre una garanzia
di qualità legata alla provenienza?
Si
3. Denominazione di origine
• Cos’è una denominazione di origine?
E’ un marchio di tutela giuridica della denominazio-
ne che viene attribuito dall’Unione Europea agli
alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative
dipendono essenzialmente o esclusivamente dal
territorio in cui sono stati prodotti
• Qual è il bene giuridicamente protetto?
L’interesse a preservare la tradizione, allorchè la
qualità e la difesa del consumatore al momento
della scelta dello specifico prodotto.
• La denominazione di origine offre una garanzia
di qualità?
Si.
4. Marchi di certificazione di qualità
agroalimentareSTG-PAT
Questa certificazione si rivolge pertanto a prodotti agricoli
che abbiano una specificità, in termini di metodo di
produzione, piuttosto che di composizione, legata alla
tradizione di una zona, ma che non vengono
necessariamente prodotti in tale zona.
STG (Specialità Tradizionale Garantita)
Marchio che tutela a livello comunitario le produzioni
agricole o alimentari tradizionali la cui specificità, intesa
come elemento o insieme di elementi che distinguono
nettamente un prodotto agricolo o alimentare da altri
prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla stessa
categoria, è riconosciuta dalla Comunità come tradizionale
PAT (Prodotti Alimentari Tradizionali)
Sigla italiana coniata per identificare quei prodotti
agroalimentari le cui metodiche di lavorazione,
conservazione e stagionatura risultano consolidate nel
tempo, ovvero praticate sul territorio interessato in maniera
omogenea e secondo regole tradizionali e protratte nel
tempo, comunque per un periodo non inferiore ai 25 anni
5. Regolamento Ce n. 509/2006, relativo alle
specialità tradizionali garantite
Nel regolamento Ce n. 509/2006, relativo alle specialità
tradizionali garantite, viene precisata la definizione di
'specificità” e viene adottata una definizione del termine
'tradizionale” (art, n. 2):
* 'specificità”, ovvero l'elemento o l'insieme di elementi che
disgiungono nettamente un prodotto agricolo o alimentare da
altri prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla stessa
categoria;
* 'tradizionale”, ovvero un uso sul mercato comunitario
attestato da un periodo di tempo che denoti un passaggio
generazionale; questo periodo dovrebbe essere quello
generalmente attribuito ad generazione umana, cioè di almeno
25 anni.
6. Dop-Igp
• Dop Igp sono denominazioni molto utilizzate in campo
alimentare.Ecco quindi una breve guida:
• DOP sta per Denominazione d’Origine Protetta. Per i
prodotti DOP deve essere dimostrato che la particolare
qualità e le caratteristiche che possiedono sono dovute
“sostanzialmente o esclusivamente” alla circoscritta e “ben
delimitata” zona di produzione. Ne sono un esempio il
Prosciutto di Parma DOP o il Parmigiano Reggiano DOP.
• IGP significa Indicazione Geografica Protetta. Per ottenere
questo marchio basta una sola caratteristica di distinzione
o la reputazione del prodotto proveniente da una zona
solo “delimitata”. Alcune fasi della produzione possono
dunque avvenire presso altre zone (per esempio la materia
prima può provenire dall’estero), ma vanno comunque
rispettati i requisiti previsti dal disciplinare di produzione. La
mortadella di Bologna IGP rientra in questa categoria.
8. Prodotti DOP e IGP
L'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti
agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione
geografica riconosciuti dall'Unione europea. Un'ulteriore
dimostrazione della grande qualità delle nostre produzioni,
ma soprattutto del forte legame che lega le eccellenze
agroalimentari italiane al proprio territorio di origine.
Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell'Ue, infatti,
favorisce il sistema produttivo e l'economia del territorio;
tutela l'ambiente, perché il legame indissolubile con il
territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e
della biodiversità; sostiene la coesione sociale dell'intera
comunità.
Allo stesso tempo, grazie alla certificazione comunitaria si
danno maggiori garanzie ai consumatori con un livello di
tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato rispetto
ad altri prodotti.
294 prodotti DOP-IGP-STG
523 vini DOCG-DOC-IGT
9. Olio Extravergine di Oliva Brisighella DOP
Se la coltivazione dell’olivo sulle colline della
Romagna risale al Medioevo, l’olivo di
Brisighella vanta antecedenti più antichi,
come conferma il rinvenimento in zona di
una pressa del II secolo a.C.
Quest’olio è ottenuto dalla frangitura di una
singola varietà di oliva selezionata nel corso
degli anni, la “Nostrana di Brisighella”.
Le olive vengono raccolte a mano tra il 5
novembre e il 20 dicembre e sono spremute
entro quattro giorni dalla raccolta. Alla
commercializzazione presenta colore verde,
odore fruttato, vegetale ed erbaceo. Il
sapore è delicato ma persistente.
10. Mortadella di Bologna IGP
La mortadella è un salume cotto a pasta fine. Differisce dai
prodotti di altri paesi che le possono assomigliare (i salumi a
pasta chiara tipo würstel), in quanto la pasta finissima è
ottenuta macinando le carni in apposite trituratrici e non,
come si fa per salumi analoghi, in sminuzzatrici o cutter. Tale
procedimento non dà luogo a emulsioni che trattengono
l'acqua o il grasso aggiunti per meglio amalgamare la massa.
Nella mortadella, infatti, non viene unita acqua e il grasso è
incorporato sotto forma di cubetti, garantendo un impasto
tendenzialmente magro. Il tutto viene quindi infilato in budelli
naturali o sintetici e cotto per ore a bassa temperatura.
Di forma tondeggiante, le mortadelle si trovano in commercio
con peso variabile compreso tra 500 grammi e 100
chilogrammi. La pasta del salume deve essere compatta e di
colore rosa, inframmezzata dal bianco dei cubetti di grasso. La
mortadella ha sapore delicato, sapido e speziato.
Va mantenuta in locali freschi, mai umidi, oppure in frigorifero
fino al momento del consumo.
11. Ortofrutta DOP e IGP
• Aglio di Voghiera DOP
• Amarene Brusche di Modena IGP
• Asparago Verde di Altedo IGP
• Fungo di Borgotaro IGP
• Marrone di Castel del Rio IGP
• Patata di Bologna DOP
• Pera dell’Emilia-Romagna
• Pesca e Nettarina di Romagna IGP
• Scalogno di Romagna IGP
• Coppa Ferrarese IGP
12. Comparto Wine
Il Comparto Wine registra una
produzione certificata di 2,84 miliardi
di bottiglie e un valore alla produzione
dello sfuso di 7,4 miliardi di euro
(+5,8%), aspetti che, insieme
all’aumento del valore all’export del
+7,7%, sono sostenuti in particolare
dall’ottimo trend del “Sistema
Prosecco” che con un +57% sul 2014
stima un valore alla produzione dello
sfuso di oltre 600 milioni di euro.
13. Cos’è l’agricoltura biologica
L'agricoltura biologica è un metodo di pro-
duzione definito dal punto di vista legislativo
a livello comunitario.
Il termine "agricoltura biologica" indica un
metodo di coltivazione e di allevamento che
ammette solo l'impiego di sostanze natura-
li, presenti cioè in natura, escludendo l'uti-
lizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi,
diserbanti, insetticidi).
Per salvaguardare la fertilità naturale di un
terreno gli agricoltori biologici utilizzano ma-
teriale organico e, ricorrendo ad appropriate
tecniche agricole, non lo sfruttano in modo
intensivo.
Per quanto riguarda i sistemi di allevamento, si pone
la massima attenzione al benessere degli animali,
che si nutrono di erba e foraggio biologico e non
assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che
stimolino artificialmente la crescita e la produzione di
latte. (Aiabb)