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Progetto e Concorso nazionale
Articolo 9 della Costituzione
« cittadinanza attiva per
valorizzare il
patrimonio
culturale della memoria storica a
cento anni
dalla Prima Guerra mondiale »
Gli alunni della 2^B A.F.M.
dell’Istituto Einaudi-Scarpa di
Montebelluna
Presentano…
…Un viaggio lungo il fiume
Piave
tra Valdobbiadene,
Moriago della Battaglia e
Nervesa della Battaglia
alla ricerca
di testimonianze
degli anni della Grande Guerra
Com’è nata l’idea
Poiché il nostro territorio è stato teatro delle maggiori
battaglie della 1° Guerra Mondiale abbiamo pensato di
ricercare luoghi, paesaggi e testimonianze di questo evento
partendo dalla nostra conoscenza personale. Noi proveniamo
da diversi Paesi, ma c’è un elemento naturale che ci unisce: il
fiume Piave.
Allora perché non partire da esso?
Abbiamo preso in considerazione tutti i nostri Paesi di origine
situati lungo il corso del fiume ed alla fine abbiamo deciso di
indirizzare la nostra ricerca verso 3 Comuni: Valdobbiadene,
Moriago della Battaglia e Nervesa della Battaglia che
raccolgono testimonianze notevolissime di quel periodo, in
termini di segni materiali e immateriali.
Il 10 NOVEMBRE 1917, il quartier del Piave fu invaso dalle
truppe austro-tedesche e molti dei suoi abitanti
dovettero abbandonarlo e andare profughi. Solo nella
notte tra il 26 e il 27 OTTOBRE 1918 ebbe inizio l’offensiva
italiana, prima sul Grappa e poi sul Piave. Gli alpini dei
battaglioni Verona e Bassano, uniti alle truppe degli
alleati francesi passarono per primi il fiume a Moriago
della Battaglia e Valdobbiadene liberando il nostro
territorio e apprestandosi a combattere la battaglia
finale di Vittorio Veneto.
Per una miglior organizzazione,
ci siamo divisi il lavoro:
• un gruppo si è interessato
alle testimonianze di Valdobbiadene
• un altro ha raccolto
ed elaborato il materiale di
Moriago della Battaglia
•uno si è interessato a Nervesa della Battaglia
•due gruppi hanno lavorato
alla stesura del documento digitale
per l’ illustrazione della ricerca
• infine, un ultimo gruppo si è dedicato
alla realizzazione del video.
L’ organizzazione
I tre gruppi sono andati alla ricerca, nei rispettivi Paesi, di testimonianze,
chiedendo anche ai nonni e ai conoscenti che la guerra non l’ hanno vissuta ma
che ne hanno sentito parlare in prima persona da coloro che erano presenti in
quei momenti.
In maniera inaspettata ci siamo resi conto che le testimonianze sono davvero
tante e vanno dai libri, ai diari, ai monumenti, alle lapidi e testimonianze di
diverso tipo.
I libri che abbiamo letto e dai quali abbiamo tratto informazioni e fotografie
sono:
• ‘Valdobbiadene 1870-1920. Cinquant’ anni di storia attraverso le immagini’
testo a cura di Giancarlo Follador. Redatto dalla Banca Popolare C. Piva
• Valdobbiadene La Grande Guerra-Il diario di Maria Egizia Pivetta ‘’Un anno
nei paesi invasi’’ Giorgio Bellini e Luiberto Croce ed. Tipografia Tiziano
• ‘Cara Pierina, dal diario di Caterina Arrigoni’ testo a cura di Giancarlo
Follador e Giorgio Iori (Valdobbiadene)
• ‘Una pagina di storia dell’invasione austro-germanica’ di Padre Giovanni
Simonato dei Camillani. Grafica Antiga (Moriago della Battaglia)
• ‘Guida al Parco: Isola dei Morti’ dell’Assessorato all’Ambiente di Moriago
della Battaglia. Nuova Stampa, 3 – Pieve di Soligo (TV)
• Moriago e la sua «Isola dei Morti» Grafiche Bronca - Mosnigo
• Grande Guerra sul Montello: sul ‘Carso Verde’ l’ala infranta di Baracca di
Carlo Meregalli, Casa Editrice Ghedina & Tassotti, 2000
• ‘La Casa sul Fiume’ di Bepi Orlandi, Edizioni del Leone
• Moriago e Mosnigo di Enrico Dall’Anese ed. Nuova Stampa
Il lavoro
Diversi sono i BRANI che ci hanno emozionato, tra i quali vogliamo ricordare:
‘’Sul mezzogiorno, mentre eravamo a tavola, una violenta scampanellata ci fece
trasalire; andò ad aprire il babbo e gli si presentarono quattro soldati chiedendo, con
arroganza, da mangiare. Alla risposta che non avevamo nulla gli risero in faccia e
cominciarono a perquisire la casa andando dalla cantina alla soffitta. S’impadronirono
di tutta la roba (…) che il babbo aveva provveduto in quei giorni, in previsione di stenti
futuri e che sarebbe potuto bastarci molto tempo (…) , mentre noi, con le braccia
incrociate, stavamo lì a guardarli allibiti, senza pensare ad avanzare proposte che
sarebbero state inutile e dannose. Presero in mano poi la nostra macchinetta
fotografica, ma la lasciarono e se ne andarono sghignazzando. Questo fatto produsse
in noi grande turbamento facendoci capire che guai seri si preparavano per noi.’’
’’Si avvicinarono dei soldati ed uno di loro dall’aspetto bonario, avendo inteso come io
fossi impaurita, mi accarezzò dicendomi: « Nente nente paura, tedesco bono» e diede
a me e ad Itala una manciata di caramelle.’’
‘’Ci pareva d’essere come bambini che avessero perso la mamma e andassero
brancolando nel buio in mezzo ad insidie e pericoli.’’
Tratto da ‘’Valdobbiadene La Grande Guerra-Il
diario di Maria Egizia Pivetta ‘Un anno nei
paesi invasi’ Giorgio Bellini e Luiberto Croce’’
‘’La casa dei De Biasi era a Moriago, un piccolo paese agricolo sulla sinistra
Piave a pochi chilometri da Treviso.’’
‘’Era stato il prete a consigliare i contadini alla raccolta frettolosa dei prodotti,
occultandoli nel migliore dei modi. La gente aveva obbedito perché il parroco
sapeva molte più cose di loro.’’
‘’Il prete di Moriago quel giorno aveva fatto suonare la campana a martello,
come si usava negli incendi e nelle catastrofi, invitando con quel mezzo la gente
ad evadere.’’
‘’(…) la terra, anche se non era loro, rappresentava l’unica certezza per il
sostentamento della famiglia.’’
‘’In ogni casa i contadini già pensavano al peggio, e ai tedeschi che erano stati
descritti come gente cattiva e entro breve sarebbero arrivati anche da loro.’’
‘’Gente che scappava, militari frammisti a civili e carri trainati dai buoi con le
povere cose buttate sul carro assieme ai bambini e a qualche vecchio incapace
di camminare così a lungo.’’
‘’Come un temporale di quelli che piombano addosso senza preavviso erano
arrivati i soldati: tedeschi, ungheresi, austriaci, prussiani.’’
‘’(…) i contadini non parlavano, ascoltavano in profondo silenzio, per capire
cosa stesse succedendo di fuori.’’
Tratto da ‘La casa sul fiume’
di Bepi Orlandi
Lapide dedicata ai 484 civili morti di fame
Valdobbiadene
Testimonianze - VALDOBBIADENE
Monumento dedicato ai caduti di
Bigolino (TV)
Cimitero Francese a San Vito di Valdobbiadene: foto che testimonia come in quel
sito subito dopo la Prima Guerra Mondiale fu costruito un cimitero per raccogliere
le spoglie dei soldati francesi che proprio su quelle rive morirono nell’ultima
battaglia del Piave.
Negli anni ‘30 i corpi furono portati a Pederobba nell’ossario monumentale francese
e il cimitero di San Vito fu distrutto. Anziani del Paese si ricordano come negli anni
successivi alla Guerra ogni anno i valdobbiadenesi andavano in processione a
rendere omaggio a quei caduti portando fiori.
Località Montagnola: in memoria del Capitano Francesco Tonolini medaglia d’oro, qui
caduto il 28 ottobre 1918 alla testa del battaglione Stelvio, 5° alpini
Monumenti a ricordo del primo sfondamento sul Piave presso la sede della
Sezioni Alpini di Valdobbiadene
L’isola dei Morti (Moriago della Battaglia) è chiamata anche ‘Porta della Vittoria’ a
seguito dei fatti che successero nella notte del 26 ottobre 1918. In questo luogo ci
fu il primo traghettamento delle truppe italiane che riconquistarono i territori invasi
per portarsi verso Vittorio Veneto, dove ci fu la grande battaglia della vittoria. I
combattimenti che si sono svolti in questo luogo sono stati duri e aspri e i morti, da
entrambe le parti, furono tantissimi: 35.000 in una sola notte.
Moriago è stato il primo Paese italiano liberato dopo la guerra.
Il Parco dell’Isola dei Morti, con il cippo e l’attigua chiesetta della Madonna del
Piave, costituisce monumento nazionale a memoria degli arditi abbattuti nelle linee
retrostanti. L’Isola dei Morti è uno dei luoghi più sacri d’Italia dove si possono
ricordare i numerosi morti; altri luoghi si ritrovano a Nervesa della Battaglia.
MORIAGO DELLA BATTAGLIA
Durante gli anni ’20 fu eretto un cippo presso il luogo dove fu combattuta la cruenta lotta
fra italiani e austriaci. Sul cippo sono murate quattro lapidi con versi tratti dalla canzone
“La Sernaglia” di Gabriele D’Annunzio che durante la prima guerra mondiale combatté sul
fronte. Il cippo commemorativo è una piramide fatta da pietre del fiume Piave
sormontata da una croce costituita da paletti di reticolato dedicato ‘AI MORTI DEL PIAVE’.
I caduti nell’isola negli epici giorni della fine di ottobre 1918 riposano oggi nel vicino
Ossario di Nervesa, in cui l’epopea del Piave si riassume. Nell’isola essi sono ricordati dal
rudimentale cippo, a forma di piramide, eretto in loro memoria.
Il Santuario Madonna del Piave sorse per iniziativa dal parroco di Moriago don Pietro
Ceccato, in collaborazione con varie associazioni Combattistiche e d’Arma. La posa
della fondamenta avvenne il 16 luglio 1961, la prima pietra fu benedetta il 1° ottobre
successivo e la cerimonia della nascita ufficiale del santuario fu celebrata il 29 giugno
1965. Aperto al culto, il santuario divenne subito meta di pellegrinaggi provenienti da
varie regioni italiane.
Medaglia d’oro al merito civile
Questa medaglia non è stata data
al merito militare, bensì a quello
civile in quanto vuole
commemorare le vittime colpite
dal conflitto, quelle che sono
dovute emigrare soprattutto verso
Tarzo, per sfuggire alle brutalità
della battaglia. Essi hanno patito la
fame, la sete e hanno visto morire
davanti ai loro occhi i propri cari.
Nervesa venne rasa al suolo dai combattimenti, specie durante la Battaglia del Solstizio
combattuta nel giugno del 1918. A questi eventi sono legati l'appellativo "della Battaglia",
aggiunto negli anni ’30 e la realizzazione del Sacrario del Montello.
NERVESA della BATTAGLIA
Il Comune è stato insignito anche della Medaglia d'oro al Merito Civile.
Medaglia d'oro al Merito Civile
«Centro strategicamente importante tra il Piave ed il Montello, durante la
prima guerra mondiale, fu teatro di violenti scontri tra gli opposti
schieramenti che causarono la morte di numerosi concittadini e la totale
distruzione dell'abitato. La popolazione costretta allo sfollamento e
all'evacuazione, nonché all'abbandono di tutti i beni personali, dovette
trovare rifugio in zone più sicure, tra stenti e dure sofferenze. I
sopravvissuti seppero reagire, con dignità e coraggio, agli orrori della
guerra e affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione.
Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio»
— Nervesa della Battaglia, 1915-1918
Abbiamo visitato il Sacrario del Montello.
Esso è uno dei principali ossari che raccolgono le spoglie dei caduti italiani
durante la prima guerra mondiale; in esso ritroviamo i resti di 9.235 soldati
italiani (dei quali 6.099 non sono stati identificati), precedentemente sepolti in
circa centoventi cimiteri sparsi lungo il fronte del Piave. E’ stato ultimato nel
1935 ma inaugurato nel 1938 in occasione del ventesimo anniversario della
Battaglia del Solstizio (19 giugno 1918)
All’interno ci hanno colpito molto la lapide all’ingresso che riporta le parole di
Armando Diaz il giorno della vittoria di Vittorio Veneto e le tombe, tutte uguali
dei soldati.
A Nervesa della Battaglia abbiamo visto anche il monumento a
Francesco Baracca, con una dedica di Gabriele D’Annunzio.
Baracca è stato un asso dell'aviazione italiana e medaglia d'oro al valor militare
nella prima guerra mondiale ed è morto colpito con il suo aereo proprio a
Nervesa durante la battaglia del Solstizio.
Nel video, visto l’immensa
quantità di testimonianze
trovate, abbiamo deciso di
presentare solo i primi due
Comuni perché sono
«minori» nella storia della
Grande Guerra e così dare
«voce» a questi paesi che
tanto hanno dato in
termini di sofferenze e
morti e che spesso sono
stati dimenticati dai libri di
storia.
Il video è stato realizzato
con fotografie e
registrazioni audio. Le
fotografie presenti nel
video sono state scattate
da noi studenti durante le
giornate in cui siamo
andati a visitare i siti, ma
sono state utilizzate anche
Ilvideo
Una prima parte è di
carattere generale, e
in essa focalizziamo
l’attenzione sulla
realtà della Guerra
come è stata vissuta
lungo la linea del Piave
Nella seconda parte
mettiamo in evidenza le
testimonianze trovate a
Valdobbiadene
L’ultima
parte la
dedichiamo
a Moriago
della
Battaglia
La struttura del video
Il nostro lavoro vuole essere un tributo ed un
ricordo dei nostri avi che assieme a centinaia di altri
conterranei hanno patito e sofferto le fatiche, gli stenti
e i dolori di quel periodo e che non dovremmo mai
dimenticare.
GRAZIE PER L’ ATTENZIONE, 2°B AFM

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*us13153 Un viaggio lungo il fiume Piave tra Valdobbiadene, Moriago e Nervesa della Battaglia alla ricerca di testimonianze della Grande Guerra

  • 1. Progetto e Concorso nazionale Articolo 9 della Costituzione « cittadinanza attiva per valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica a cento anni dalla Prima Guerra mondiale »
  • 2. Gli alunni della 2^B A.F.M. dell’Istituto Einaudi-Scarpa di Montebelluna Presentano…
  • 3. …Un viaggio lungo il fiume Piave tra Valdobbiadene, Moriago della Battaglia e Nervesa della Battaglia alla ricerca di testimonianze degli anni della Grande Guerra
  • 4. Com’è nata l’idea Poiché il nostro territorio è stato teatro delle maggiori battaglie della 1° Guerra Mondiale abbiamo pensato di ricercare luoghi, paesaggi e testimonianze di questo evento partendo dalla nostra conoscenza personale. Noi proveniamo da diversi Paesi, ma c’è un elemento naturale che ci unisce: il fiume Piave. Allora perché non partire da esso? Abbiamo preso in considerazione tutti i nostri Paesi di origine situati lungo il corso del fiume ed alla fine abbiamo deciso di indirizzare la nostra ricerca verso 3 Comuni: Valdobbiadene, Moriago della Battaglia e Nervesa della Battaglia che raccolgono testimonianze notevolissime di quel periodo, in termini di segni materiali e immateriali.
  • 5. Il 10 NOVEMBRE 1917, il quartier del Piave fu invaso dalle truppe austro-tedesche e molti dei suoi abitanti dovettero abbandonarlo e andare profughi. Solo nella notte tra il 26 e il 27 OTTOBRE 1918 ebbe inizio l’offensiva italiana, prima sul Grappa e poi sul Piave. Gli alpini dei battaglioni Verona e Bassano, uniti alle truppe degli alleati francesi passarono per primi il fiume a Moriago della Battaglia e Valdobbiadene liberando il nostro territorio e apprestandosi a combattere la battaglia finale di Vittorio Veneto.
  • 6.
  • 7. Per una miglior organizzazione, ci siamo divisi il lavoro: • un gruppo si è interessato alle testimonianze di Valdobbiadene • un altro ha raccolto ed elaborato il materiale di Moriago della Battaglia •uno si è interessato a Nervesa della Battaglia •due gruppi hanno lavorato alla stesura del documento digitale per l’ illustrazione della ricerca • infine, un ultimo gruppo si è dedicato alla realizzazione del video. L’ organizzazione
  • 8. I tre gruppi sono andati alla ricerca, nei rispettivi Paesi, di testimonianze, chiedendo anche ai nonni e ai conoscenti che la guerra non l’ hanno vissuta ma che ne hanno sentito parlare in prima persona da coloro che erano presenti in quei momenti. In maniera inaspettata ci siamo resi conto che le testimonianze sono davvero tante e vanno dai libri, ai diari, ai monumenti, alle lapidi e testimonianze di diverso tipo. I libri che abbiamo letto e dai quali abbiamo tratto informazioni e fotografie sono: • ‘Valdobbiadene 1870-1920. Cinquant’ anni di storia attraverso le immagini’ testo a cura di Giancarlo Follador. Redatto dalla Banca Popolare C. Piva • Valdobbiadene La Grande Guerra-Il diario di Maria Egizia Pivetta ‘’Un anno nei paesi invasi’’ Giorgio Bellini e Luiberto Croce ed. Tipografia Tiziano • ‘Cara Pierina, dal diario di Caterina Arrigoni’ testo a cura di Giancarlo Follador e Giorgio Iori (Valdobbiadene) • ‘Una pagina di storia dell’invasione austro-germanica’ di Padre Giovanni Simonato dei Camillani. Grafica Antiga (Moriago della Battaglia) • ‘Guida al Parco: Isola dei Morti’ dell’Assessorato all’Ambiente di Moriago della Battaglia. Nuova Stampa, 3 – Pieve di Soligo (TV) • Moriago e la sua «Isola dei Morti» Grafiche Bronca - Mosnigo • Grande Guerra sul Montello: sul ‘Carso Verde’ l’ala infranta di Baracca di Carlo Meregalli, Casa Editrice Ghedina & Tassotti, 2000 • ‘La Casa sul Fiume’ di Bepi Orlandi, Edizioni del Leone • Moriago e Mosnigo di Enrico Dall’Anese ed. Nuova Stampa Il lavoro
  • 9. Diversi sono i BRANI che ci hanno emozionato, tra i quali vogliamo ricordare: ‘’Sul mezzogiorno, mentre eravamo a tavola, una violenta scampanellata ci fece trasalire; andò ad aprire il babbo e gli si presentarono quattro soldati chiedendo, con arroganza, da mangiare. Alla risposta che non avevamo nulla gli risero in faccia e cominciarono a perquisire la casa andando dalla cantina alla soffitta. S’impadronirono di tutta la roba (…) che il babbo aveva provveduto in quei giorni, in previsione di stenti futuri e che sarebbe potuto bastarci molto tempo (…) , mentre noi, con le braccia incrociate, stavamo lì a guardarli allibiti, senza pensare ad avanzare proposte che sarebbero state inutile e dannose. Presero in mano poi la nostra macchinetta fotografica, ma la lasciarono e se ne andarono sghignazzando. Questo fatto produsse in noi grande turbamento facendoci capire che guai seri si preparavano per noi.’’ ’’Si avvicinarono dei soldati ed uno di loro dall’aspetto bonario, avendo inteso come io fossi impaurita, mi accarezzò dicendomi: « Nente nente paura, tedesco bono» e diede a me e ad Itala una manciata di caramelle.’’ ‘’Ci pareva d’essere come bambini che avessero perso la mamma e andassero brancolando nel buio in mezzo ad insidie e pericoli.’’ Tratto da ‘’Valdobbiadene La Grande Guerra-Il diario di Maria Egizia Pivetta ‘Un anno nei paesi invasi’ Giorgio Bellini e Luiberto Croce’’
  • 10. ‘’La casa dei De Biasi era a Moriago, un piccolo paese agricolo sulla sinistra Piave a pochi chilometri da Treviso.’’ ‘’Era stato il prete a consigliare i contadini alla raccolta frettolosa dei prodotti, occultandoli nel migliore dei modi. La gente aveva obbedito perché il parroco sapeva molte più cose di loro.’’ ‘’Il prete di Moriago quel giorno aveva fatto suonare la campana a martello, come si usava negli incendi e nelle catastrofi, invitando con quel mezzo la gente ad evadere.’’ ‘’(…) la terra, anche se non era loro, rappresentava l’unica certezza per il sostentamento della famiglia.’’ ‘’In ogni casa i contadini già pensavano al peggio, e ai tedeschi che erano stati descritti come gente cattiva e entro breve sarebbero arrivati anche da loro.’’ ‘’Gente che scappava, militari frammisti a civili e carri trainati dai buoi con le povere cose buttate sul carro assieme ai bambini e a qualche vecchio incapace di camminare così a lungo.’’ ‘’Come un temporale di quelli che piombano addosso senza preavviso erano arrivati i soldati: tedeschi, ungheresi, austriaci, prussiani.’’ ‘’(…) i contadini non parlavano, ascoltavano in profondo silenzio, per capire cosa stesse succedendo di fuori.’’ Tratto da ‘La casa sul fiume’ di Bepi Orlandi
  • 11. Lapide dedicata ai 484 civili morti di fame Valdobbiadene Testimonianze - VALDOBBIADENE
  • 12. Monumento dedicato ai caduti di Bigolino (TV)
  • 13. Cimitero Francese a San Vito di Valdobbiadene: foto che testimonia come in quel sito subito dopo la Prima Guerra Mondiale fu costruito un cimitero per raccogliere le spoglie dei soldati francesi che proprio su quelle rive morirono nell’ultima battaglia del Piave. Negli anni ‘30 i corpi furono portati a Pederobba nell’ossario monumentale francese e il cimitero di San Vito fu distrutto. Anziani del Paese si ricordano come negli anni successivi alla Guerra ogni anno i valdobbiadenesi andavano in processione a rendere omaggio a quei caduti portando fiori.
  • 14. Località Montagnola: in memoria del Capitano Francesco Tonolini medaglia d’oro, qui caduto il 28 ottobre 1918 alla testa del battaglione Stelvio, 5° alpini
  • 15. Monumenti a ricordo del primo sfondamento sul Piave presso la sede della Sezioni Alpini di Valdobbiadene
  • 16. L’isola dei Morti (Moriago della Battaglia) è chiamata anche ‘Porta della Vittoria’ a seguito dei fatti che successero nella notte del 26 ottobre 1918. In questo luogo ci fu il primo traghettamento delle truppe italiane che riconquistarono i territori invasi per portarsi verso Vittorio Veneto, dove ci fu la grande battaglia della vittoria. I combattimenti che si sono svolti in questo luogo sono stati duri e aspri e i morti, da entrambe le parti, furono tantissimi: 35.000 in una sola notte. Moriago è stato il primo Paese italiano liberato dopo la guerra. Il Parco dell’Isola dei Morti, con il cippo e l’attigua chiesetta della Madonna del Piave, costituisce monumento nazionale a memoria degli arditi abbattuti nelle linee retrostanti. L’Isola dei Morti è uno dei luoghi più sacri d’Italia dove si possono ricordare i numerosi morti; altri luoghi si ritrovano a Nervesa della Battaglia. MORIAGO DELLA BATTAGLIA
  • 17. Durante gli anni ’20 fu eretto un cippo presso il luogo dove fu combattuta la cruenta lotta fra italiani e austriaci. Sul cippo sono murate quattro lapidi con versi tratti dalla canzone “La Sernaglia” di Gabriele D’Annunzio che durante la prima guerra mondiale combatté sul fronte. Il cippo commemorativo è una piramide fatta da pietre del fiume Piave sormontata da una croce costituita da paletti di reticolato dedicato ‘AI MORTI DEL PIAVE’. I caduti nell’isola negli epici giorni della fine di ottobre 1918 riposano oggi nel vicino Ossario di Nervesa, in cui l’epopea del Piave si riassume. Nell’isola essi sono ricordati dal rudimentale cippo, a forma di piramide, eretto in loro memoria.
  • 18. Il Santuario Madonna del Piave sorse per iniziativa dal parroco di Moriago don Pietro Ceccato, in collaborazione con varie associazioni Combattistiche e d’Arma. La posa della fondamenta avvenne il 16 luglio 1961, la prima pietra fu benedetta il 1° ottobre successivo e la cerimonia della nascita ufficiale del santuario fu celebrata il 29 giugno 1965. Aperto al culto, il santuario divenne subito meta di pellegrinaggi provenienti da varie regioni italiane.
  • 19. Medaglia d’oro al merito civile Questa medaglia non è stata data al merito militare, bensì a quello civile in quanto vuole commemorare le vittime colpite dal conflitto, quelle che sono dovute emigrare soprattutto verso Tarzo, per sfuggire alle brutalità della battaglia. Essi hanno patito la fame, la sete e hanno visto morire davanti ai loro occhi i propri cari.
  • 20.
  • 21. Nervesa venne rasa al suolo dai combattimenti, specie durante la Battaglia del Solstizio combattuta nel giugno del 1918. A questi eventi sono legati l'appellativo "della Battaglia", aggiunto negli anni ’30 e la realizzazione del Sacrario del Montello. NERVESA della BATTAGLIA Il Comune è stato insignito anche della Medaglia d'oro al Merito Civile. Medaglia d'oro al Merito Civile «Centro strategicamente importante tra il Piave ed il Montello, durante la prima guerra mondiale, fu teatro di violenti scontri tra gli opposti schieramenti che causarono la morte di numerosi concittadini e la totale distruzione dell'abitato. La popolazione costretta allo sfollamento e all'evacuazione, nonché all'abbandono di tutti i beni personali, dovette trovare rifugio in zone più sicure, tra stenti e dure sofferenze. I sopravvissuti seppero reagire, con dignità e coraggio, agli orrori della guerra e affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio» — Nervesa della Battaglia, 1915-1918
  • 22. Abbiamo visitato il Sacrario del Montello. Esso è uno dei principali ossari che raccolgono le spoglie dei caduti italiani durante la prima guerra mondiale; in esso ritroviamo i resti di 9.235 soldati italiani (dei quali 6.099 non sono stati identificati), precedentemente sepolti in circa centoventi cimiteri sparsi lungo il fronte del Piave. E’ stato ultimato nel 1935 ma inaugurato nel 1938 in occasione del ventesimo anniversario della Battaglia del Solstizio (19 giugno 1918)
  • 23. All’interno ci hanno colpito molto la lapide all’ingresso che riporta le parole di Armando Diaz il giorno della vittoria di Vittorio Veneto e le tombe, tutte uguali dei soldati.
  • 24. A Nervesa della Battaglia abbiamo visto anche il monumento a Francesco Baracca, con una dedica di Gabriele D’Annunzio.
  • 25. Baracca è stato un asso dell'aviazione italiana e medaglia d'oro al valor militare nella prima guerra mondiale ed è morto colpito con il suo aereo proprio a Nervesa durante la battaglia del Solstizio.
  • 26. Nel video, visto l’immensa quantità di testimonianze trovate, abbiamo deciso di presentare solo i primi due Comuni perché sono «minori» nella storia della Grande Guerra e così dare «voce» a questi paesi che tanto hanno dato in termini di sofferenze e morti e che spesso sono stati dimenticati dai libri di storia. Il video è stato realizzato con fotografie e registrazioni audio. Le fotografie presenti nel video sono state scattate da noi studenti durante le giornate in cui siamo andati a visitare i siti, ma sono state utilizzate anche Ilvideo
  • 27. Una prima parte è di carattere generale, e in essa focalizziamo l’attenzione sulla realtà della Guerra come è stata vissuta lungo la linea del Piave Nella seconda parte mettiamo in evidenza le testimonianze trovate a Valdobbiadene L’ultima parte la dedichiamo a Moriago della Battaglia La struttura del video
  • 28. Il nostro lavoro vuole essere un tributo ed un ricordo dei nostri avi che assieme a centinaia di altri conterranei hanno patito e sofferto le fatiche, gli stenti e i dolori di quel periodo e che non dovremmo mai dimenticare. GRAZIE PER L’ ATTENZIONE, 2°B AFM