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8 Marzo: più donne rompono il silenzio sulle
violenze subite, ma è a rischio l’immagine
femminile nei mass media
• sabato, 6 marzo 2010, 16:12
• Cronaca, Primo Piano
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Nel 2009 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza dell’ Emilia-
Romagna sono state 2.897, più del 2008 in coerenza con una tendenza di crescita costante degli
ultimi anni.
Delle donne che hanno chiesto aiuto nel 2009, 1.607 sono italiane e 1.290 straniere, mentre quelle
ospitate sono 312 (di cui 116 minori).
I dati sono stati diffusi in vista dell’8 Marzo, giornata internazionale della donna, dal
Coordinamento dei centri antiviolenza dell’ Emilia-Romagna, costituito da dieci associazioni: La
Città delle Donne di Piacenza, Nondasola-Donne insieme contro la violenza Onlus di Reggio
Emilia, Linea Rosa Onlus di Ravenna, Casa delle Donne contro la violenza Onlus di Modena, Casa
delle Donne per non subire violenza Onlus di Bologna, Demetra Donne in aiuto Onlus di Lugo,
SOS Donna Onlus di Faenza, Rompi il Silenzio Onlus di Rimini, Centro Antiviolenza Onlus di
Parma, Centro Donna Giustizia di Ferrara.
Secondo la presidente del coordinamento, Antonella Oriani, la crescita del numero delle donne che
si rivolgono ai centri anti-violenza degli ultimi anni è legata anche al rilievo che i mass media
danno a questo tema, cosa che induce le vittime a rompere il silenzio molto più che in passato. Ma
sempre dai media arriva un’insidia, ed è “il deterioramento dell’ immagine pubblica femminile
2. costantemente veicolato a livello nazionale”. “In passato si è fatto molto sul piano dei diritti e forse
le nuove generazioni danno tutto per scontato, ma qui si deve lottare per non tornare indietro”,
spiega Oriani, che si riferisce pure al “generale arretramento delle politiche a favore delle donne,
anche se in Emilia-Romagna la situazione è migliore”. La necessità di non abbassare la guardia non
significhi però che “le attività condotte dai centri antiviolenza negli anni non abbiano portato a
risultati più che soddisfacenti”, sottolinea Oriani. Per il 2010 il Coordinamento prevede l’ apertura
di nove sportelli lavoro nei centri, oltre che attività formative per le operatrici e azioni di
sensibilizzazione.
(ANSA).