1. Agenzia Dire
Centri anti-violenza: aumentano le donne che chiedono aiuto
BOLOGNA - Sono in aumento le donne che chiedono aiuto ai centri antiviolenza dell'Emilia-
Romagna: rispetto alle scorso anno, ne sono state accolte 314 in più, di cui 179 italiane e 140
straniere. Un impegno crescente, dunque, ma a fronte di "scarse risorse finanziarie": è quanto
denuncia il Coordinamento regionale dei centri antiviolenza, che chiede perciò al Governo e alla
Regione di aumentare i finanziamenti.
L'entità del lavoro condotto dalle dieci associazioni aderenti al Coordinamento sta nei numeri: dal
1^ gennaio al 31 ottobre 2009, le strutture hanno accolto in totale 2.371 donne vittime di violenza,
di cui il 60% italiane (1.437), mentre il restante 40% sono di nazionalità straniera (934). Nelle Case
Rifugio per donne vittime di violenza sono state ospitate 110 donne e 79 minori, per un totale di
189 ospiti. I dati sono stati resi noti dal Coordinamento in occasione della Giornata Internazionale
contro la violenza alle donne, che ricorre domani e che vede i centri impegnati, nelle loro città, con
iniziative di sensibilizzazione sul problema della violenza maschile alle donne e sul "femminicidio,
cioè- come si legge in una nota- l’uccisione di una donna in quanto donna perché non rispetta
l’ordine sociale impostole dalla cultura di appartenenza".
Il Coordinamento è nato dieci anni fa per creare una rete tra i centri antiviolenza dell’Emilia-
Romagna, con l’obiettivo politico di produrre valorizzazione femminile e contrastare la violenza
maschile sulle donne, e l’8 luglio 2009 si è costituito formalmente in associazione. "Molti progressi
sono stati fatti- sottolineano i centri antiviolenza- ma resistono gli stereotipi sulla violenza alle
donne. I maltrattamenti e gli omicidi di donne sono ritenuti ancora troppo spesso delitti appartenenti
al mondo della criminalità o della devianza; nel caso in cui le vittime siano donne straniere, sono
pensati come espressione di culture arretrate rispetto alla nostra". Invece, "la violenza maschile alle
donne è trasversale agli uomini di qualunque classe sociale, cultura, religione, etnia, età,
professione, ed è agita nel 78% dei casi da un partner o un ex partner. Non è un problema di disagio
o devianza, ma di cultura. Per questo è importante operare sia per agevolare l’emersione del
fenomeno, sia per avviare un processo di cambiamento culturale profondo nel rapporto tra il genere
maschile e quello femminile". Insomma, c'è ancora tanto lavoro da fare, ma mancano i fondi,
denuncia il Coordinamento dei centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna: "Il lavoro e l’impegno dei
centri è ingente a fronte ancora oggi di scarse risorse finanziarie", perciò "ci aspettiamo dalla
Regione Emilia-Romagna e dal Governo- conclude la nota- che aumentino i finanziamenti a
sostegno sia dei Centri antiviolenza che delle politiche a sostegno delle donne vittime della violenza
maschile".
Fanno parte del Coordinamento la Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna,
l'associazione SOS Donna di Faenza, il Centro Donna Giustizia di Ferrara, l'associazione Rompi il
Silenzio di Rimini, l'associazione Demetra-Donne in Aiuto di Lugo, il Centro contro la violenza alle
donne di Modena, il Centro Antiviolenza di Parma, la Città delle Donne di Piacenza, l'associazione
Linea Rosa di Ravenna e l'associazione NondaSola di Reggio Emilia.
23 novembre 2009