Il racconto fantastico. Esperimenti di scrittura collettiva.
1. Il racconto fantastico.Il racconto fantastico.
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3. Per prima cosa devi decidere dove vuoi ambientare il tuo
racconto fantastico.
Ricorda che l'ambientazione gioca un ruolo simbolico
fondamentale: in particolare gli spazi (aperti o chiusi)
possono essere metafora delle condizioni della vita del
protagonista, come la stanza in cui vive Gregor Samsa
(protagonista de Le metamorfosi di Kafka) o il mare e la
terraferma per Stefano Roi nel racconto di Buzzati Il
colombre.
Individua l'ambientazione
4. Scegli lo spazio con cura. Può essere:
chiuso
È la scelta più comune. Di solito si tratta di
luoghi squallidi che riflettono la vita
quotidiana e monotona dei protagonisti.
Ad esempio può essere una bettola che
rifletta la degradazione morale e fisica
del protagonista; una cantina, luogo
misterioso dove il protagonista svolge
attività segrete; una castello con molte
stanze quante sono le personalità del
protagonista...
Il luogo aperto (il mare, un bosco...)
è comunque dominato da
un'atmosfera cupa e minacciosa.
Non devono essere presenti
riferimenti a luoghi reali
(indeterminatezza), né deve
essere possibile stabilire il
luogo geografico.
aperto
5. Il tempo
Spesso il tempo è vissuto dai personaggi come
un eterno presente.
Deve essere impossibile stabilire con precisione
l'epoca in cui il racconto è ambientato.
6. Le condizioni climatiche
Sono importanti per sottolineare l'intonazione del racconto e
contribuire a creare angoscia o suspance.
Sono generalmente presenti:
●
Condizioni climatiche avverse
(tempesta, forte pioggia,
vento impetuoso...)
●
Temperature estreme
(ambientazione invernale con
neve e ghiaccio, luogo
torrido, afoso e soffocante)
●
Ore notturne
Ricorda: le condizioni
all'interno del racconto
possono cambiare!
7. una persona normale
Il protagonista è dunque una persona
qualunque, di cui non si dice neppure il nome,
perché con lui il lettore possa facilmente
identificarsi.
Trova il protagonista
La scelta del protagonista (e degli altri personaggi) è importante:
tratteggiane un breve ritratto che ti servirà per farli agire nel corso del
racconto, facendone emergere le caratteristiche principali, sia fisiche
che psicologiche.
Ricorda che, di solito, nei racconti fantastici, il protagonista è
8. Qualche suggerimento sui personaggi...
Il protagonista, quasi
sempre maschile, ha
una sensibilità
eccessiva, al di sopra
della media, mentre
fisicamente può
essere fragile o
malato.
Lo affianca spesso
un doppio, maschio
o femmina, oppure
si scontra con un
personaggio dalle
caratteristiche
strane, che lasciano
molti dubbi sulla sua
natura umana.
La descrizione del
protagonista quasi
sempre è molto
dettagliata, anche se
non realistica perché
la realtà diventa
simbolica: i caratteri
fisici del protagonista
diventano indice di
particolari aspetti e
problemi dell'anima.
9. Gli altri personaggi
Delinea brevemente una lista degli altri personaggi e delle loro
caratteristiche. Puoi far comparire:
●
Un aiutante del protagonista (o più).
●
L'avversario (più o meno nascosto e segreto).
●
L'aiutante dell'avversario.
●
Le comparse.
10. Vuoi farlo coincidere con
il protagonista? Allora
dovrai narrare la storia
in prima persona.
La vicenda può anche
essere narrata in prima
persona da un testimone
non protagonista.
Scegli il narratore
Non coincide con il
protagonista? Allora la
storia sarà in terza
persona (narratore
esterno). Scelta meno→
praticata e meno
opportuna.
Il narratore esterno
comunque non deve mai
essere onnisciente
(eliminerebbe tutto il
pathos!)
11. Consigli di stile
Cerca di alternare periodi ampi e ben strutturati, in
cui magari delinei le situazioni di (relativa) calma e
quotidianità, a periodi brevi e concisi con i quali
introduci gli elementi più strani e fantastici.
Questa alternanza avrà effetti sul ritmo
del tuo racconto: lentissimo, quasi irreale in
alcuni punti e incalzante nei momenti di
maggiore suspance.
Il lessico deve essere ricco di aggettivi in
modo tale da cogliere tutte le sfumature
dei sentimenti e delle emozioni.
12. Gioca con le metafore!
“la furia di un demonio si impadronì di me”
(da Il gatto nero di Edgar Allan Poe)
Utilizza le metafore in modo che non sia chiaro al lettore se
interpretarle in senso letterale o meno. Ad esempio:
Il lettore può intendere: metaforicamente “mi prese una furia
terribile come quella di un demonio”, oppure letteralmente “un
demonio si impossessò di me inculcandomi la sua furia”. Nel
racconto fantastico le due interpretazioni coesistono e il
lettore non sa mai se sia valida la prima o la seconda.
13. Ora scrivi l'inizio della storia:
Il tuo protagonista si trova nel luogo da te scelto e sta
compiendo azioni del tutto normali e quotidiane. Descrivi
brevemente ma in modo efficace il luogo ed inizia a dare al
lettore un sintetico ritratto del protagonista (le altre
caratteristiche le svelerai piano piano durante la
narrazione).
14. Adesso l'equilibrio iniziale si rompe, entra in gioco l'elemento
fantastico. Puoi scegliere una di queste tre tecniche:
STRANIAMENTO METAMORFOSI DOPPIO
un elemento o
un oggetto
normale, del
quotidiano
(carta, sasso),
assume
fattezze ed
appartenenza
diversa e/o
paurosa.
qualcuno o
qualcosa si
trasforma
(vedi ancora
Gregor Samsa)
un personaggio
diventa
improvvisamente,
senza rendersene
conto, crudele,
cattivo
(vedi Dr. Jekyll
and Mr. Hyde)
La rottura dell'equilibrio
15. In questa fase è importante mantenere un clima di suspance e
di mistero. In che modo?
in un primo
momento non
deve pienamente
rendersi conto
di quanto sta
accadendo.
Gli altri personaggi
alcuni devono
pensare che sia
tutto
un'allucinazione
altri ammettono
immediatamente
che l'evento sta
proprio
accadendo.
Il protagonista
È importante che anche il lettore rimanga nel dubbio
(vedi Il cavaliere del secchio di Kafka)
16. Adesso la tua storia come può svilupparsi? Puoi scegliere una
di queste strade:
Rottura del confine tra
uomo e realtà esterna,
tanto che si può
diventare tutt’uno con
la propria casa, ad
esempio, e seguirne lo
stesso destino.
Rottura dei confini
del tempo e dello
spazio, in modo
particolare del
confine tra la vita e
la morte. Ecco allora
irrompere nella vita
quotidiana spettri e
vampiri, morti che
resuscitano.
Rottura del confine tra la
nostra parte cosciente e il
nostro inconscio. Nei
racconti più raffinati del
genere, l’elemento
perturbante non è
rappresentato da esseri
esterni al soggetto, vampiri
o fantasmi che siano, ma
dal manifestarsi di
elementi inconsci, paure
inspiegabili, conflitti
interiori.
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17. Durante la narrazione, se lo ritieni opportuno e senza
forzature, puoi inserire uno o più elementi simbolici.
Ad esempio:
●
La fuga da un animale o un oggetto che rappresenta il
destino (vedi Il colombre di Buzzati)
●
La collocazione in alto dei personaggi positivi e in basso di
quelli negativi (vedi Il cavaliere del secchio di Kafka ed il
Sennin di Ryunosuke)
●
L'uso dei colori e dei suoni (come ne La mascherata della
morte rossa di Poe)
18. Attenzione! Si sta avvicinando il finale della storia. Se non
lo hai già fatto, devi decidere ORA come andrà a finire...
19. Stiamo arrivando al gran finale... cosa ne sarà del
nostro racconto? Scegli tra:
Il protagonista viene
proiettato...
...in un mondo assurdo
e surreale
...in una situazione assurda
e surreale
20. Perché “non conclusione”? Perché la vicenda si conclude NON
spiegando niente ai lettori.
I misteri non vengono chiariti né rivelati.
Il lettore deve rimanere nel dubbio che i personaggi stessero
sognando, o fossero tutti morti, o fosse uno scherzo di
cattivo gusto.
Il tono deve rimanere estremamente serio anche nel finale.
La non conclusione
21. Adesso rileggi il tuo racconto.
Correggi gli errori formali (ortografia, sintassi) e
cerca di individuare eventuali elementi non coerenti.
Aggiusta i periodi se ti sembrano troppo lunghi o
troppo brevi, cerca di capire se il racconto “funziona”,
ovvero trasmette un senso di inquietudine al lettore.
Stai ben attento al lessico, non usare parole sciatte e
banali... Usa un linguaggio più colloquiale quando parli di
cose quotidiane ed alza il tono quando entra in gioco il
soprannaturale.
22. Quando un racconto fantastico risulta affascinante?
Secondo Friedrich Schelling, filosofo tedesco, un
racconto fantastico funziona quando parla di “qualcosa
che avrebbe dovuto rimanere nascosto e che è invece
riaffiorato”.
Per questo il fantastico esercita su di noi grande fascino:
in qualche modo parla dei nostri problemi, realizza
desideri che non potremmo mai confessare neanche a noi
stessi, dà sfogo a quello che cerchiamo di soffocare.
Vi ricordate di Freud?