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ADOLF LOOOS
Adolf Loos (Brno, 10 dicembre 1870 – Vienna, 23 agosto 1933) è stato un architetto
austriaco, considerato uno dei pionieri dell'architettura moderna: le vicende della sua
vita e le sue teorie lo tengono staccato dagli architetti viennesi suoi coetanei.
E’ sordo fino all’età di dodici anni, e forse questa limitazione artistica influisce sul suo
carattere e sul suo destino.
E’ un temperamento isolato, come uomo e come artista.
Fra il 1893 e il 1896, mentre in Austria comincia a diffondersi lo Stile Secessionista con
Wagner, lui viaggia in Inghilterra e in America.
Visita nel 1893 l'esposizione internazionale di Chicago, entusiasmandosi per l'architettura
statunitense, in particolar modo di Louis Sullivan. Nel 1896, dopo una breve permanenza
a Londra, si stabilisce a Vienna.
Diventa amico di alcuni dei protagonisti delle avanguardie artistiche europee (il
giornalista, scrittore e intellettuale Karl Kraus, il musicista Arnold Schönberg, il poeta
Peter Altenberg, e molti altri).
Tornato in patria inizialmente lavora con difficoltà, realizza alcuni arredamenti e nel
1904 il primo edificio: VILLA KARMA a Montreux, caratterizzata dall'estrema
semplificazione delle superfici e dal rigoroso studio volumetrico, chiaramente inspirata a
Wagner per l’impianto parzialmente simmetrico, l’uso di ampie superfici e di aperture
nette, contrapposte all’ordine dorico isolato che marca l’ingresso principale. L’intonaco
bianco però, pareggiando tutti gli elementi dell’edificio, abolisce il consueto
contrappunto cromatico e ripristina le tradizionali determinazioni volumetriche, che
rendono questa architettura assai più corposa e meno ricercata dei modelli wagneriani.
Aderisce, quindi, inizialmente alla Secessione, per lasciarla però già nel 1898, poiché da
lui considerata la rappresentazione di un gusto ormai superato rispetto alla realtà
contemporanea; la rottura col gruppo (e in particolare con Josef Hoffmann) segue
comunque al mancato ottenimento di un incarico progettuale per l'arredamento del
Palazzo della Secessione.
Loos dichiara esplicitamente il suo amore per l'architettura e la cultura angloamericana
fondando una rivista (di cui usciranno due soli numeri) dal titolo "Das Andere" (L'altro),
fautrice dell'introduzione di quella cultura in Austria.
2
In materia di definizioni, Loos è perentorio: l'architettura deve essere pratica e
quindi non può essere arte.
Di qui, il bisogno morale di eliminare ogni decorazione inutile.
Loos è l’avversario implacabile della Secessione: nell’appello wagneriano per la libertà
dell’artista e nella ispirazione decorative di Olbrich e di Hoffmann egli vede una specie
di dissipazione culturale, sostanzialmente analoga a quella degli stili tradizionali contro
cui Wagner e I suoi combattono.
Perciò egli contrappone al gusto dell’originalità la modestia e la discrezione (“Guardati
dall’essere originale; a ciò ti spinge facilmente il disegno, per allontanare tutte le idee
originali. Ma a dominare questa tentazione serve questo pensiero: come vivranno fra
cinquant’anni in questa casa o in questi ambienti, gli uomini per cui io lavoro?”).
Arriva a contrapporre l’arte e l’utilità, collocando l’architettura nell’ambito della sola
utilità: “L’architettura non è un’arte… qualunque cosa serva ad uno scopo va esclusa
dalla sfera dell’arte”.
Nel 1906 apre una scuola d'architettura, e tra i suoi pochi allievi ci fu Richard Neutra.
Nel 1908 pubblica Ornament und Verbrechen (Ornamento e Delitto), un testo
provocatorio in cui sottolinea l'utilità sociale della produzione di oggetti di forma
semplice e funzionale: Loos sostiene che l’architettura e le arti applicate debbono
fare a meno di qualsiasi ornamento, considerato come un residuo d’abitudini
barbariche.
Anche grazie a questo scritto, Loos verrà in seguito considerato uno dei fondatori del
Razionalismo europeo ed, in genere, del gusto architettonico moderno. I suoi scritti
hanno avuto un successo europeo e mondiale e sono tuttora reperibili (edizioni Adelphi
in Italia).
Le opere di Loos posteriori al 1908 sono quasi la dimostrazione pratica di queste tesi.
Nel 1910 l'architetto realizza la Villa Steiner e la casa sulla Michaelerplatz a Vienna.
Queste due abitazioni colpiscono i contemporanei per la completa eliminazione di ogni
elemento non strutturale: sono volumi di muratura liscia in cui vengono ritagliate le
3
finestre e le altre aperture, mentre una cornice tabulare o una semplice cornice
segnano l’attacco della copertura.
Nella casa sulla Michaelerplatz del 1910 (Looshaus) la facciata è costruita per il
passante e di conseguenza per la città. Lo zoccolo monumentale in marmo cipollino, le
colonne doriche, il marcapiano, ecc. sono gli elementi per il passante che cammina
lungo la Kohlmarkt o lungo la Herrengasse.
Queste costruzioni sono considerate i primi documenti del razionalismo europeo ed
hanno sicuramente influenzato le architetture di Gropius, Oud, le Corbusier e degli altri
maestri del dopoguerra.
Nel 1912 disegna la Casa Scheu, anch'essa situata a Vienna, una delle prime a utilizzare
una copertura piana a terrazza.
Le architetture di Loos si presentano sobrie, composte da volumi chiari e netti che
definiscono internamente degli spazi precisi e controllati con grande maestria. Le
tipologie che a volte sembrano complesse si rivelano semplici quando ci si pone nel
luogo dell'osservatore.
L'importanza dei volumi, della terza dimensione, è per Loos un aspetto
fondamentale del suo lavoro, il "Raumplan" - articolazione interna con
differenziazione altimetrica funzionale e formale - ne è la teorica
conseguenza.
Nella progettazione di queste case Loos inventa, infatti, il Raumplan, una
soluzione spaziale nella quale gli ambienti hanno altezze diverse a seconda della
funzione e l'incastro tra i vari volumi comporta quindi vari dislivelli.
Le Corbusier riprenderà questa idea in alcune delle sue più celebri architetture.
Loos è abituato per la sua formazione artigiana a considerare le forme architettoniche
come realtà intuibili direttamente, indipendentemente dalla mediazione del disegno.
In America egli trova conferma di questa sua inclinazione non negli ambiziosi programmi
dell’avanguardia – dove il disegno, invece, gioca una parte così importante – ma nel
senso di proprietà dimensionale dell’edilizia domestica, nella aderenza alle necessità
funzionali.
4
Egli è indotto a rivedere l’artificiosa divisione di un edificio in piani sovrapposti, che
conduce ad atribuire a tutti gli ambienti la stessa altezza fissa, poichè invece ogni
ambiente dovrebbe avere l’altezza che si giudica singolarmente più conveniente.
Loos scorge in ogni elemento architettonico un valore umano connesso. Di quì un orrore
per gli sprechi, tecnico e morale al tempo stesso, che è probabilmente il motivo iniziale
sia della polemica contro l’ornato sia della teoria del Raumplan.
Qui va inoltre cercato il più importante contributo che Loos trasmette al movimento
moderno: in luogo del campo prospettico vuoto e illimitato Loos scorge lo spazio dove
si svolge l’esperienza umana, cioè una realtà concreta, limitata.
Poi Gropius allargherà questo ragionamento, includendo nello spazio di Loos tuttI gli atti
della vita umana individuale ed associata, e prospettando una nozione integrata della
progettazione in cui concorrono tutte le facoltà operative dell’uomo.
Per questa via l’esperienza solitaria del maestro austriaco passa nel Movimento moderno
e diventa patrimonio commune delel generazioni successive.
Fra il 1920 e il 1922 Loos ha l’occasione di lavorare in grande scala, quando è nominato
architetto capo della città di Vienna.
Nel 1922 egli condensa le sue meditazioni distributive nella più perfetta delle sue
residenze individuali, la Casa Rufer di Vienna, poi si reca a Parigi dove costruisce nel
1926 la Casa di Tzara.
Negli ultimi anni torna in patria, lavora lontano dale polemiche e realizza ancora tre
capolavori: la casa Moller a Vienna (1928), Casa Muller a Praga (1930) e la Casa
Khuner a Payerbach, dello stesso anno, dove anticipa – con l’uso dei materiali naturali
e la cura tecnologica – una ricerca che diverrà generale nel decennio successivo.
Nella Casa Moller, ad esempio, la sala da pranzo, sopraelevata di quattro gradini dal
soggiorno è teatralmente posta sull’asse di quest’ultimo come fosse il suo palcoscenico e
i vari elementi che la compongono (armadi, porte, vani, ecc) sono tutti posti
assialmente rispetto alle pareti che li contengono.
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Adolf loos teoria

  • 1. 1 ADOLF LOOOS Adolf Loos (Brno, 10 dicembre 1870 – Vienna, 23 agosto 1933) è stato un architetto austriaco, considerato uno dei pionieri dell'architettura moderna: le vicende della sua vita e le sue teorie lo tengono staccato dagli architetti viennesi suoi coetanei. E’ sordo fino all’età di dodici anni, e forse questa limitazione artistica influisce sul suo carattere e sul suo destino. E’ un temperamento isolato, come uomo e come artista. Fra il 1893 e il 1896, mentre in Austria comincia a diffondersi lo Stile Secessionista con Wagner, lui viaggia in Inghilterra e in America. Visita nel 1893 l'esposizione internazionale di Chicago, entusiasmandosi per l'architettura statunitense, in particolar modo di Louis Sullivan. Nel 1896, dopo una breve permanenza a Londra, si stabilisce a Vienna. Diventa amico di alcuni dei protagonisti delle avanguardie artistiche europee (il giornalista, scrittore e intellettuale Karl Kraus, il musicista Arnold Schönberg, il poeta Peter Altenberg, e molti altri). Tornato in patria inizialmente lavora con difficoltà, realizza alcuni arredamenti e nel 1904 il primo edificio: VILLA KARMA a Montreux, caratterizzata dall'estrema semplificazione delle superfici e dal rigoroso studio volumetrico, chiaramente inspirata a Wagner per l’impianto parzialmente simmetrico, l’uso di ampie superfici e di aperture nette, contrapposte all’ordine dorico isolato che marca l’ingresso principale. L’intonaco bianco però, pareggiando tutti gli elementi dell’edificio, abolisce il consueto contrappunto cromatico e ripristina le tradizionali determinazioni volumetriche, che rendono questa architettura assai più corposa e meno ricercata dei modelli wagneriani. Aderisce, quindi, inizialmente alla Secessione, per lasciarla però già nel 1898, poiché da lui considerata la rappresentazione di un gusto ormai superato rispetto alla realtà contemporanea; la rottura col gruppo (e in particolare con Josef Hoffmann) segue comunque al mancato ottenimento di un incarico progettuale per l'arredamento del Palazzo della Secessione. Loos dichiara esplicitamente il suo amore per l'architettura e la cultura angloamericana fondando una rivista (di cui usciranno due soli numeri) dal titolo "Das Andere" (L'altro), fautrice dell'introduzione di quella cultura in Austria.
  • 2. 2 In materia di definizioni, Loos è perentorio: l'architettura deve essere pratica e quindi non può essere arte. Di qui, il bisogno morale di eliminare ogni decorazione inutile. Loos è l’avversario implacabile della Secessione: nell’appello wagneriano per la libertà dell’artista e nella ispirazione decorative di Olbrich e di Hoffmann egli vede una specie di dissipazione culturale, sostanzialmente analoga a quella degli stili tradizionali contro cui Wagner e I suoi combattono. Perciò egli contrappone al gusto dell’originalità la modestia e la discrezione (“Guardati dall’essere originale; a ciò ti spinge facilmente il disegno, per allontanare tutte le idee originali. Ma a dominare questa tentazione serve questo pensiero: come vivranno fra cinquant’anni in questa casa o in questi ambienti, gli uomini per cui io lavoro?”). Arriva a contrapporre l’arte e l’utilità, collocando l’architettura nell’ambito della sola utilità: “L’architettura non è un’arte… qualunque cosa serva ad uno scopo va esclusa dalla sfera dell’arte”. Nel 1906 apre una scuola d'architettura, e tra i suoi pochi allievi ci fu Richard Neutra. Nel 1908 pubblica Ornament und Verbrechen (Ornamento e Delitto), un testo provocatorio in cui sottolinea l'utilità sociale della produzione di oggetti di forma semplice e funzionale: Loos sostiene che l’architettura e le arti applicate debbono fare a meno di qualsiasi ornamento, considerato come un residuo d’abitudini barbariche. Anche grazie a questo scritto, Loos verrà in seguito considerato uno dei fondatori del Razionalismo europeo ed, in genere, del gusto architettonico moderno. I suoi scritti hanno avuto un successo europeo e mondiale e sono tuttora reperibili (edizioni Adelphi in Italia). Le opere di Loos posteriori al 1908 sono quasi la dimostrazione pratica di queste tesi. Nel 1910 l'architetto realizza la Villa Steiner e la casa sulla Michaelerplatz a Vienna. Queste due abitazioni colpiscono i contemporanei per la completa eliminazione di ogni elemento non strutturale: sono volumi di muratura liscia in cui vengono ritagliate le
  • 3. 3 finestre e le altre aperture, mentre una cornice tabulare o una semplice cornice segnano l’attacco della copertura. Nella casa sulla Michaelerplatz del 1910 (Looshaus) la facciata è costruita per il passante e di conseguenza per la città. Lo zoccolo monumentale in marmo cipollino, le colonne doriche, il marcapiano, ecc. sono gli elementi per il passante che cammina lungo la Kohlmarkt o lungo la Herrengasse. Queste costruzioni sono considerate i primi documenti del razionalismo europeo ed hanno sicuramente influenzato le architetture di Gropius, Oud, le Corbusier e degli altri maestri del dopoguerra. Nel 1912 disegna la Casa Scheu, anch'essa situata a Vienna, una delle prime a utilizzare una copertura piana a terrazza. Le architetture di Loos si presentano sobrie, composte da volumi chiari e netti che definiscono internamente degli spazi precisi e controllati con grande maestria. Le tipologie che a volte sembrano complesse si rivelano semplici quando ci si pone nel luogo dell'osservatore. L'importanza dei volumi, della terza dimensione, è per Loos un aspetto fondamentale del suo lavoro, il "Raumplan" - articolazione interna con differenziazione altimetrica funzionale e formale - ne è la teorica conseguenza. Nella progettazione di queste case Loos inventa, infatti, il Raumplan, una soluzione spaziale nella quale gli ambienti hanno altezze diverse a seconda della funzione e l'incastro tra i vari volumi comporta quindi vari dislivelli. Le Corbusier riprenderà questa idea in alcune delle sue più celebri architetture. Loos è abituato per la sua formazione artigiana a considerare le forme architettoniche come realtà intuibili direttamente, indipendentemente dalla mediazione del disegno. In America egli trova conferma di questa sua inclinazione non negli ambiziosi programmi dell’avanguardia – dove il disegno, invece, gioca una parte così importante – ma nel senso di proprietà dimensionale dell’edilizia domestica, nella aderenza alle necessità funzionali.
  • 4. 4 Egli è indotto a rivedere l’artificiosa divisione di un edificio in piani sovrapposti, che conduce ad atribuire a tutti gli ambienti la stessa altezza fissa, poichè invece ogni ambiente dovrebbe avere l’altezza che si giudica singolarmente più conveniente. Loos scorge in ogni elemento architettonico un valore umano connesso. Di quì un orrore per gli sprechi, tecnico e morale al tempo stesso, che è probabilmente il motivo iniziale sia della polemica contro l’ornato sia della teoria del Raumplan. Qui va inoltre cercato il più importante contributo che Loos trasmette al movimento moderno: in luogo del campo prospettico vuoto e illimitato Loos scorge lo spazio dove si svolge l’esperienza umana, cioè una realtà concreta, limitata. Poi Gropius allargherà questo ragionamento, includendo nello spazio di Loos tuttI gli atti della vita umana individuale ed associata, e prospettando una nozione integrata della progettazione in cui concorrono tutte le facoltà operative dell’uomo. Per questa via l’esperienza solitaria del maestro austriaco passa nel Movimento moderno e diventa patrimonio commune delel generazioni successive. Fra il 1920 e il 1922 Loos ha l’occasione di lavorare in grande scala, quando è nominato architetto capo della città di Vienna. Nel 1922 egli condensa le sue meditazioni distributive nella più perfetta delle sue residenze individuali, la Casa Rufer di Vienna, poi si reca a Parigi dove costruisce nel 1926 la Casa di Tzara. Negli ultimi anni torna in patria, lavora lontano dale polemiche e realizza ancora tre capolavori: la casa Moller a Vienna (1928), Casa Muller a Praga (1930) e la Casa Khuner a Payerbach, dello stesso anno, dove anticipa – con l’uso dei materiali naturali e la cura tecnologica – una ricerca che diverrà generale nel decennio successivo. Nella Casa Moller, ad esempio, la sala da pranzo, sopraelevata di quattro gradini dal soggiorno è teatralmente posta sull’asse di quest’ultimo come fosse il suo palcoscenico e i vari elementi che la compongono (armadi, porte, vani, ecc) sono tutti posti assialmente rispetto alle pareti che li contengono.
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