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OPERA ARMIDA BARELLI
ROVERETO
PROVINCIA AUTONOMA
DI TRENTO
CORSO PER OPERATORE SOCIO SANITARIO
SEDE DI LEVICO TERME
IGIENE AMBIENTALE
(Modulo Generale 4 – Unità Didattica n° 2)
A cura di: Ivano Zampedri
Data di pubblicazione: 17 novembre 2014
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2
INDICE
Igiene degli ambienti confinati Pag. 4
Il microclima Pag. 8
L’inquinamento Pag. 11
Smaltimento rifiuti Pag. 13
Guida allo studio Pag. 18
Lo sporco e la polvere Pag. 19
Pulizia Pag. 28
Pulizia in ospedale - strutture - domicilio Pag. 32
Strumenti per la pulizia Pag. 34
Disinfestazione Pag. 37
Guida allo studio Pag. 40
Rimozione dello sporco - i detergenti Pag. 41
Le cere Pag. 49
La disinfezione Pag. 51
Livelli di disinfezione Pag. 56
Principali classi di disinfettanti Pag. 57
La decontaminazione Pag. 61
Guida allo studio Pag. 64
La sterilizzazione Pag. 65
Classificazione del materiale e trattamento degli strumenti Pag. 73
Guida allo studio Pag. 75
L’ospedale e i percorsi Pag. 76
Trasporto dei materiali Pag. 78
Guida allo studio Pag. 81
Bibliografia Pag. 82
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3
Al termine degli incontri dovremo essere in grado di:
 Individuare i principali requisiti di salubrità e di comfort degli ambienti di vita e di cura.
 Descrivere l’igiene dell’ambiente fisico, le principali cause di inquinamento e i mezzi di
prevenzione.
 Distinguere le differenti modalità di smaltimento dei rifiuti urbani e ospedalieri.
 Descrivere modalità e procedure rispetto al rischio e alle esigenze di pulizia e sanificazione
ambientale.
 Distinguere i rischi, l’intervento igienico e la procedura rispetto alla manipolazione e al
trattamento dei materiali sanitari e riutilizzabili
 Distinguere le differenti caratteristiche e modalità di trasporto del materiale sanitario ed
economale.
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4
IGIENE DEGLI
AMBIENTI CONFINATI
È fondamentale per conservare lo stato di salute poter disporre di alloggi igienicamente sani in
quanto il tempo trascorso in casa soprattutto per una parte della famiglia come bambini, casalinghe
e vecchi è estremamente elevato.
Questo vuol dire:
 avere un’abitazione dove il numero degli ambienti sia in relazione ai componenti della famiglia
e alle condizioni sociali e fisiche degli stessi;
 avere un’abitazione che sia provvista di stanze sane ed arieggiate con serramenti in perfetto
stato di chiusura, di impianto elettrico, di riscaldamento e di distribuzione dell’acqua;
 avere una casa che sia lontana da zone umide e sia assicurata da servizi pubblici (fognature,
condutture elettriche, ecc.);
 avere un’abitazione dove siano ridotti al massimo gli inquinamenti microbici e chimici.
Ultimamente la salute in ambiente domestico è insediata da una serie di nuovi fattori quali:
 le nuove povertà (italiani, immigrati) che si accompagnano a condizioni abitative inadeguate;
 l’adozione di alta tecnologia (elettrodomestici) non sempre accompagnati da alta coscienza
igienica;
 l’inesperienza anche delle più elementari norme igieniche;
 la comparsa di nuovi patogeni e/o resistenze batteriche;
 la presenza in casa di soggetti ammalati, deospedalizzati in modo precoce o con problemi di
immunodepressione;
 la presenza in casa di animali d’affezione anche non tradizionali.
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L’ORIENTAMENTO
L’orientamento corrisponde all’esposizione da dare al fabbricato perché determinati locali abbiano
a fruire del massimo di soleggiamento e di illuminazione naturale.
Così i locali dove si sta più tempo durante il giorno (cucina, soggiorno, salotto), è bene che siano
rivolti a sud.
TIPOLOGIA DEGLI ALLOGGI
Il numero delle stanze deve essere proporzionato a quello dei componenti e questo si esprime con
l’indice di affollamento (I.A.).
L’I.A. è un buon indicatore della disponibilità delle abitazioni; oltre che un fattore rilevante di
rischio di malattia, considerando che, specie nei bambini le malattie infettive sono correlate ad un
elevato affollamento.
Laddove vi sono persone con problemi fisici tipo handicap, servono alloggi adatti con ascensori,
pochi gradini, pavimenti regolari e non sconnessi, ecc.
Particolare attenzione va posta nell’eliminazione dei fattori di rischio per la prevenzione degli
incidenti domestici.
CONTAMINANTI BIOLOGICI
La presenza di microrganismi vitali (batteri, virus, funghi), pollini, spore ed acari rende un ambiente
igienicamente non sicuro.
Parleremo di questo più dettagliatamente quando affronteremo il discorso della sanificazione
ambientale. Anche la presenza di animali domestici, se non viene curata la loro igiene, può
determinare problemi per la salute umana.
INQUINANTI CHIMICI
La questione dell’inquinamento degli ambienti interni ha visto un’accelerazione a seguito della
tendenza a ridurre la ventilazione mediante isolanti per far fronte alla crisi energetica degli anni
settanta.
Fra gli inquinanti domestici ricordiamo vari gas come il metano, il GPL e il monossido di carbonio.
Altre sostanze rilevabili sono il radon, il fumo di sigaretta che danneggia sia il fumatore attivo sia
passivo, vernici sintetiche, formaldeide, smacchiatori, deodoranti, solventi e disincrostanti usati per
le pulizie ambientali.
L’ossido di carbonio è forse il veleno più subdolo e pericoloso fra quelli che ci circondano in
quanto blocca l’emoglobina del sangue senza peraltro essere avvertibile dal nostro olfatto.
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Il radon è un gas radioattivo naturale, inodore, insapore e incolore che proviene dal terreno
sottostante la casa e vi entra attraverso crepe e fessure delle pareti e dei pavimenti. Viene così
aspirato dall’uomo ed accresce il rischio di contrarre un tumore dei polmoni.
La formaldeide presente nella fabbricazione di resine e colle sintetiche utilizzate per costruire
trucciolari, panforti, tappezzerie porta se inalata a irritazione delle vie respiratorie.
A parte la scelta di prodotti meno dannosi, la lotta agli inquinanti domestici si attua con un aumento
dell’areazione dei locali, a meno che non esista un ancora più forte inquinamento esterno o che
temperature rigide comportino, come conseguenza della maggiore ventilazione, un dispendio
energetico inaccettabilmente alto.
CAMPI MAGNETICI
Oggigiorno si parla molto di campi elettromagnetici capaci di nuocere alla salute (es. problemi di
sonno). Per questo sarebbe meglio evitare che il circuito elettrico (cavi e prese) della camera da
letto sia disposto lungo tutte le pareti, meglio creare un impianto elettrico con cavi schermati per
ogni punto luce o utilizzare un disgiuntore di corrente per togliere la tensione dall’impianto quando
non viene utilizzato. Per lo stesso motivo è meglio rinunciare a radiosveglie, tv e computer vicino al
letto.
La casa inoltre andrebbe costruita lontano da linee elettriche ad alta tensione.
Anche gli esperti dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si sono espressi sui requisiti
che devono avere le abitazioni:
1. ciascuna famiglia deve disporre di un alloggio ben costruito, in buono stato ed indipendente;
bisogna prevedere per ogni alloggio:
 un numero di stanze, una superficie utile ed un volume confinato sufficienti a soddisfare i
bisogni dell'igiene ed a permettere una vita familiare conforme agli usi ed alla cultura della
regione; i locali dovranno essere utilizzati in maniera che né le stanze di soggiorno, né le
stanze di riposo siano sovraffollate.
 Il minimo di intimità auspicabile per permettere ai diversi membri della famiglia di isolarsi
gli uni dagli altri, di non essere disturbati da fattori esterni.
 Separazione delle stanze in cui dormono adolescenti ed adulti di sesso differente, salvo ciò
che concerne gli sposi.
 Una rete di approvvigionamento idrico sufficiente per tutti gli usi individuali necessari
all'igiene, al conforto ed alla pulizia.
 Un buon sistema igienico di evacuazione delle acque usate, dei rifiuti solidi domestici ed
altri rifiuti.
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 Installazioni appropriate nei bagni, in cucina e per la sistemazione degli alimenti, degli
utensili domestici e degli effetti personali.
 Protezione sufficiente contro il caldo e il freddo, contro il rumore e l'umidità.
 Aerazione adeguata ed atmosfera interna non contenente sostanze deleterie o tossiche.
 Una illuminazione naturale ed artificiale sufficiente.
2. Il fabbricato deve essere situato in un aggregato edilizio razionalmente sistemato nel quadro
locale e regionale.
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MICROCLIMA
Per microclima degli ambienti confinati si intende l'insieme delle condizioni climatiche ambientali
(ventilazione - temperatura - umidità - illuminazione) che si ritrovano negli spazi chiusi destinati al
soggiorno dell'uomo, come case di abitazione, scuole, ospedali, case di cura, luoghi di lavoro, di
ristorazione e ricreazione collettiva, ecc.
Tanto la composizione chimica quanto le caratteristiche fisiche dell'aria sono estremamente
variabili; la loro conservazione in termini di salubrità è un impegno per tutti, con particolare
attenzione agli ambienti confinati. Con l'inspirazione, l'individuo introduce ossigeno ed espirando
elimina anidride carbonica; più persone in un ambiente chiuso fanno diminuire la percentuale di
ossigeno e aumentare quello di anidride carbonica (CO), determinando dell'aria viziata (la quantità
di CO non deve superare l'1 x 1000).
In presenza di aria viziata un individuo compie atti respiratori più frequenti e meno profondi,
avendo a disposizione un tipo di aria povera di ossigeno: alla lunga, si determina uno stato di
coscienza intorpidito, una sensazione di stanchezza, compare cefalea e uno stato di malessere
indefinito che genera ansia; i pazienti per esempio non hanno bisogno di questo ulteriore stress. Il
controllo del microclima è importante per tutte le persone soprattutto per quelle che soggiornano nei
luoghi di cura.
Per correggere l'aria viziata il semplice intervento richiesto è la ventilazione, ed otterremo il
ricambio dell'aria, ma anche la diminuzione della temperatura, ricordando che le alte/umide
temperature determinano un clima favorevole alla proliferazione dei germi.
In ambienti di area critica (sale operatorie, terapie intensive) l'aria circola in circuiti chiusi,
garantendo un ricambio sistemico, che può essere predeterminato, secondo i bisogni specifici; l'aria
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di questi ambienti è caratterizzata da pressione più elevata all'interno (pressione positiva), al fine di
contrastare l'ingresso di aria all'esterno, non filtrata, quindi potenzialmente inquinante.
Possono essere identificati alcuni momenti della giornata in cui è più opportuno procedere alla
ventilazione:
 al mattino, dopo il rifacimento dei letti, durante gli interventi di pulizia;
 nel primo pomeriggio, dopo il pasto e il giro di riassetto;
 in ospedale ancora nel tardo pomeriggio, dopo le visite parenti e la cena, per la preparazione a
una buona notte.
Altro fattore da salvaguardare è il comfort termico dato da una temperatura ambientale dove
l'uomo possa mantenere uno stato di benessere psico-fisico rispetto all'ambiente in cui vive o in cui
svolge la propria attività lavorativa.
Si realizza uno stato di comfort creando una situazione di neutralità termica nella quale l'equilibrio
uomo/ambiente sia contenuto con un impegno minimo dei meccanismi di termoregolazione.
La temperatura ambientale dipenderà dalle attività svolte in quell'ambiente e quella più idonea è
compresa tra i 18 e i 20°C.
Il benessere termico è condizionato da un altro fattore che è l'umidità.
In condizione di temperatura normale (18 - 20°C) l'umidità può variare tra il 40 ed il 60% se essa
scende si avverte una sgradevole sensazione di secchezza delle vie aeree superiori. se essa aumenta
si avverte un senso di oppressione, mentre anche l'ambiente ne risente (efflorescenza dei sali
solubili nei materiali porosi, distacco di vernici, ammuffimenti, sgretolamenti degli intonaci,
corrosione dei metalli, condizioni generali di insalubrità dell'ambiente).
Se l'umidità è alta si devono risolvere eventuali problemi ambientali come l'eliminazione di
infiltrazioni, garantire un congruo funzionamento del riscaldamento e un adeguato ricambio d'aria,
ridurre il sovraffollamento nonché usare deumidificatori.
Se l'umidità è bassa si devono utilizzare evaporatori, umidificatori, panni bagnati sui termosifoni o
più semplicemente pentole di acqua sulle stufe.
Per i reparti di degenza sono consigliate temperature dell’aria comprese tra 20 e 24° C in inverno e
22 – 26° C in estate con valore di umidità relativa variabile entro limiti molto ampi tra 35 – 70 %.
Per quanto riguarda i cosiddetti reparti di cura (come le sale operatorie) sono proposti valori di
temperatura dell’aria e di umidità sensibilmente più elevati attorno a 50 – 60 %. Per i locali adibiti
ad uffici sono invece raccomandati valori di temperatura dell’aria compresi tra 20 e 24° C, di
umidità tra 40 e 70 %.
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Tutti i locali destinati ad accogliere persone devono infine essere forniti di una superficie finestrata
apribile di dimensioni adeguate ad assicurare una sufficiente illuminazione naturale diretta oltre
che, come abbiamo visto una adeguata aerazione.
Se l'illuminazione naturale è obbligatoria (il sole è considerato un mezzo di disinfezione naturale),
d'altra parte va ricordato che un eccesso di illuminazione diretta risulta fastidioso per fenomeni di
abbagliamento e quindi di affaticamento visivo che provoca alle persone che si trovano esposte
all'azione dei raggi solari; è quindi necessario che le superfici finestrate siano dotate di dispositivi
che consentono il loro oscuramento parziale o totale. L'illuminazione dipenderà dal tipo di attività
svolta e più le attività sono complesse, maggiore sarà l'intensità luminosa richiesta.
Per garantire l'illuminazione in determinati parti della giornata si utilizza l'illuminazione artificiale
che nel limite del possibile dovrebbe avere le caratteristiche di quella naturale (non abbagliare e non
affaticare).
LA DIFESA CONTRO I RUMORI
Il rumore si differenzia dal suono perché origina da vibrazioni irregolari ed è percepito dall'uomo
in maniera non piacevole, anzi fastidiosa e se prolungato addirittura dolorosa.
Negli ospedali e nelle strutture, il rumore può essere di provenienza esterna (traffico stradale,
attività edilizie che implicano, in particolare, l'uso del martello pneumatico). Ciò comporta
l'opportunità di una adatta ubicazione di queste strutture in un'area né urbana, né industriale e
sull'esigenza di impiego di barriere protettive come per esempio degli alberi o delle alte siepi che
renderebbero nello stesso tempo gradevole l'ambiente.
Il rumore può comunque originarsi anche all'interno della struttura.
Fonti interne di rumore sono le comunicazioni verbali (che dovrebbero essere mantenute entro toni
di voce tali da non arrecare disturbo), lo squillo del telefono, il movimento dei carrelli, la chiusura
troppo brusca di infissi, il funzionamento di apparecchiature e di impianti di ventilazione nonché
qualsiasi altro rumore originato dall'operatore durante le normali attività.
Molti di questi rumori potrebbero essere evitati con l'adozione di idonei comportamenti da parte del
personale e con lo svolgimento di un'opera educativa nei confronti di degenti e visitatori. Inoltre
l'uso di materiale fonoassorbente potrebbe sicuramente aiutare nella lotta contro i rumori e
contribuirebbe così a migliorare il comfort dei soggetti per i quali alle volte la necessità di quiete è
pari a quella di specifiche cure mediche.
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INQUINAMENTO
DEFINIZIONE
Per inquinamento si intende l’introduzione nell’ambiente di sostanze o fattori fisici in grado di
provocare disturbi o danni all’ambiente stesso.
TIPI DI INQUINAMENTO
Quando si parla di inquinamento si pensa principalmente all’inquinamento atmosferico e cioè alla
modificazione della normale composizione dell’aria atmosferica ad opera di fumi, gas, polveri,
odori, in quanto costituisce uno degli aspetti più pericolosi e preoccupanti, oppure
all’inquinamento idrico, provocato da scarichi industriali, agricoli e urbani, o ancora
all’inquinamento del suolo, per l’accumulo di rifiuti solidi e liquidi prodotti da attività industriali e
domestiche e dall’uso scorretto in agricoltura di fertilizzanti ed anticrittogamici.
Non dobbiamo però scordare altri tipi di inquinamento meno evidenti ma ancora più difficili da
arginare come l’inquinamento acustico, presente nelle vicinanze di insediamenti industriali e strade
trafficate, l’inquinamento elettromagnetico legato al proliferare di stazioni radiotelevisive,
l’inquinamento termico come avviene per esempio utilizzando le acque di un fiume per il
raffreddamento di una centrale, l’inquinamento luminoso provocato dall’uso indiscriminato di
illuminazioni stradali.
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PROBLEMI DATI DALL’ INQUINAMENTO
L’intelligenza dell’uomo ha rivoluzionato il modo di vivere la quotidianità creando comfort
attraverso invenzioni come le automobili le industrie, gli impianti di riscaldamento, gli
elettrodomestici. Purtroppo il comfort ha portato inevitabilmente ad una serie di effetti negativi
come appunto l’inquinamento. Fra le conseguenze dell’ inquinamento ricordiamo i danni naturali
come le desertificazioni, lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento delle temperature, l’effetto serra,
le piogge acide, il buco nell’ozono, danni alla flora e alla fauna, il degrado ambientale in generale.
Studi scientifici hanno ormai dimostrato l’effettiva responsabilità dell’inquinamento
sull’incremento della morbilità (induzione delle malattie) e della mortalità nella popolazione. Ed
ecco allora comparire sempre nuove malattie respiratorie, allergie, tumori a carico di tutti gli
apparati corporei. Ed è appunto l’apparato respiratorio il sistema più esposto all’effetto dannoso
dell’inquinamento ambientale.
L’aria è un miscuglio di gas fra cui ricordiamo l’azoto per il 78%, l’ossigeno per il 21%, ed altri gas
minori come l’anidride carbonica, l’ozono, l’argon, l’idrogeno.
Nell’aria purtroppo possiamo trovare sostanze dannose come composti gassosi tipo l’ossido di zolfo
che deriva dai processi di combustione del petrolio o l’ossido di azoto proveniente dagli impianti
industriali e dai veicoli a motore o il monossido di carbonio proveniente per esempio dai gas di
scarico dei motori a benzina o contaminanti solidi come le temute polveri sottili.
COSA È POSSIBILE FARE
Molte azioni devono ovviamente essere condotte dallo Stato e fra queste ricordiamo l’emanazione
di leggi adeguate, il finanziamento della ricerca, la diffusione di una informazione corretta, la tutela
di zone di interesse paesaggistico, la creazione di spazi verdi nelle città.
Per combattere l’inquinamento, molto però, possono e devono fare anche tutti i cittadini come
seguire questi semplici consigli elaborati da un gruppo di studenti di una scuola media:
 Rispettare l’ambiente
 Utilizzare i mezzi pubblici
 Utilizzare la bicicletta
 Effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti
 Preferire prodotti in confezioni riciclabili
 Preferire prodotti che riducono al minimo l’imballaggio
 Non acquistare prodotti usa e getta
 Agire in modo di non recare direttamente danno
 Preferire prodotti provenienti da coltivazioni biologiche
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SMALTIMENTO
RIFIUTI
RIFIUTI DOMESTICI
Per quanto riguarda i rifiuti assimilabili agli urbani, tutte le persone devono diventare consapevoli
del degrado ambientale che si produce con una raccolta ed uno smaltimento dei rifiuti inadeguato.
Per salvaguardare l’ambiente non dobbiamo però pensare unicamente ad un corretto smaltimento
dei rifiuti ma bisogna anche agire su altri livelli prima ancora di produrre gli stessi rifiuti.
Gli interventi da attuare si potrebbero riassumere nella “strategia delle cinque R”.
1R. Riduzione all’origine dei rifiuti.
Scegliendo i prodotti con meno imballaggi ed evitando gli sprechi (es. l’eccessivo utilizzo di carta
da ufficio o di buste di plastica per la spesa)
2R. Raccolta differenziata.
Impegnandosi a differenziare i rifiuti riciclabili e a conferirli negli appositi cassonetti.
3R. Riuso degli oggetti ancora utili.
Ad esempio i barattoli e le bottiglie di vetro o il lato bianco delle fotocopie per prendere appunti.
4R. Riciclo dei materiali utili.
Il vetro, la carta, l’alluminio, il ferro, la plastica, il compost possono essere utilizzati nell’industria,
nell’edilizia, in agricoltura.
5R. Recupero di energia
Molti rifiuti possono essere utilizzati come combustibili in nuovi e moderni impianti di
termovalorizzazione e minimo impatto ambientale
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RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI
Quasi tutti i materiali che ci circondano possono avere una nuova vita dopo il loro primo utilizzo.
Nella maggior parte dei casi, produrre oggetti con materiali riciclati ha costi minori e meno impatto
sull’ambiente rispetto all’uso di materie prime vergini con risultati identici dal punto di vista
qualitativo. Inoltre, alcuni rifiuti contengono sostanze inquinanti dannose per la salute e vanno
perciò raccolti a parte.
Quali sono dunque i vantaggi della raccolta differenziata?
 È un grande risparmio di energia. Gettar via qualcosa significa infatti gettar via anche l’energia
consumata per produrla. Inoltre produrre oggetti con materiali di recupero richiede meno
energia che produrli utilizzando materie prime.
 Si frena lo sfruttamento di preziose risorse, in molti casi già scarse in natura.
 Si riduce la massa dei rifiuti da smaltire, che sono di per sé un problema
 Si eliminano correttamente eventuali rifiuti dannosi ed inquinanti.
Quali sono le regole da osservare?
Fare la raccolta differenziata in casa è una pratica semplice che non comporta particolari sforzi. In
fondo la quantità di rifiuti da portare nel cassonetto rimarrà la stessa. L’unica differenza è che sarà
necessario raccoglierla in più pattumiere. Una regola base della raccolta differenziata è che i
materiali raccolti non devono contenere residui di cibo o di altre sostanze. Per fare ciò, basta
sciacquare o pulire l’interno dei contenitori prima di metterli nella pattumiera casalinga della
raccolta differenziata.
COMPOSTAGGIO
Circa il 25-30% dei rifiuti domestici è composto da rifiuti organici come gli scarti da cucina, il
fogliame gli sfalci e le erbacce. Questo insieme di rifiuti è detto frazione organica o frazione umida
ed ha la caratteristica di essere biodegradabile. Grazie all’intervento dei microrganismi, la frazione
organica, se sistemata adeguatamente, si trasforma in pochi mesi in compost, un concime naturale
simile all’humus, utilizzabile per arricchire i terreni e il terriccio dei vasi. In questo modo, oltre a
ridurre la quantità di rifiuti prodotti, si salvaguarda l’ambiente perché si evita di ricorrere a
fertilizzanti chimici o a terricci prodotti nelle torbiere ormai in esaurimento.
Creare il compost in casa è semplice, conveniente e non presenta particolari problemi. E’
indispensabile selezionare i rifiuti più adatti ed inserirli nella compostiera.
La compostiera è un contenitore capace di raccogliere ed arieggiare i rifiuti che vengono aggiunti
mano a mano che vengono prodotti.
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RIFIUTI SANITARI
Per rifiuto sanitario si intende quel rifiuto proveniente da ospedali, case di cura e affini, pubbliche
e private che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione.
Rientrano in tale tipologia di rifiuti anche quelli prodotti a domicilio qualora provengano da attività
assistenziali rivolte alla cura di utenti e che come rischio risultino analoghi a rifiuti pericolosi a
rischio infettivo.
Anche se dal punto di vista dei rischi non esistono prove certe che documentino un maggior rischio
dei rifiuti sanitari rispetto agli urbani (derivanti dalle abitazioni, strade, aree pubbliche, ecc.), si
possono ipotizzare comunque dei rischi in quanto tali rifiuti potrebbero contenere sostanze
chimiche, radioattive o una notevole concentrazione microbica.
I rischi ipotizzabili possono essenzialmente essere ricondotti a tre tipi:
1. Rischio fisico: da eventuale contaminazione con sostanze radioattive.
2. Rischio chimico/irritativo: da contatto o inalazione di sostanze chimiche.
3. Rischio biologico-putrefattivo: diffusione di odori sgradevoli, perdita di percolati ad alto
contenuto organico e batterico, sviluppo di insetti e roditori, presenza e diffusione di
microrganismi.
I rifiuti sanitari secondo il D.P.R. 254/2003 sono raggruppati nelle seguenti categorie:
A RISCHIO INFETTIVO
PERICOLOSI
NON A RISCHIO INFETTIVO
NON PERICOLOSI
CHE RICHIEDONO PARTICOLARI SISTEMI DI GESTIONE
ASSIMILATI AGLI URBANI
 Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo in questa categoria rientrano tutti i rifiuti che
provengono da ambienti di isolamento infettivo. Per gli altri reparti sono da considerarsi i rifiuti
che contengono sangue in quantità da renderlo visibile escluso gli assorbenti igienici. Per i
rifiuti contaminati da feci ed urine rientrano in questa categoria solo se il medico che ha in cura
il paziente ne ravvisi una patologia trasmissibile attraverso tali escreti. Rientrano invece tutti i
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seguenti liquidi: liquido seminale, cerebro-spinale, sinoviale, pleurico, peritoneale, pericardio,
amniotico e secrezioni vaginali. Infine rientrano anche i rifiuti provenienti da attività veterinaria
contaminati da agenti patogeni per l’uomo e l’animale. In definitiva possiamo considerare per
esempio come rifiuti pericolosi a rischio infettivo i taglienti, le garze e i presidi con sangue e
tutti i rifiuti compresa la spazzatura che proviene dai reparti per malattie infettive, nonché tutto
ciò che è contaminato da liquidi corporei interni con esclusione di feci ed urine dove è richiesta
una eventuale dichiarazione medica per malattie trasmissibili con tali modalità.
 Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo (liquidi di fissaggio, sostanze che
contengono mercurio, soluzioni con metalli pesanti, filtri esausti di cappe chimiche).
 Rifiuti non pericolosi si trovano in questi rifiuti, tutti quei rifiuti che pur non essendo pericolosi
non sono, di norma, assimilati ai rifiuti urbani se non con apposite convenzioni. (es. siringhe e/o
presidi non usati ma scaduti)
 Rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di gestione (farmaci scaduti, stupefacenti,
medicinali citotossici, organi e parti anatomiche non riconoscibili).
 Rifiuti sanitari non pericolosi assimilati agli urbani: quelli provenienti da cucine, imballaggi
in genere, dalla pulizia dei locali, da attività di giardinaggio, vetro, carta, cartone, materiale
ingombrante, plastica. Inoltre gessi ortopedici, sacche per le urine, guanti purché ovviamente
non contaminati da sangue e tutti gli assorbenti igienici.
MODALITÀ DI SMALTIMENTO
Ai fini della riduzione del quantitativo dei rifiuti sanitari da avviare allo smaltimento, deve essere
favorito il recupero di alcune categorie di rifiuti sanitari attraverso la raccolta differenziata quali i
contenitori in vetro dei farmaci escluso i farmaci antiblastici o se contaminati da materiale biologici,
imballaggi di carta, ecc.
 I rifiuti sanitari assimilati agli urbani possono essere conferiti al servizio pubblico nei normali
cassonetti delle immondizie (rispettando la differenziazione come umido, plastica, vetro,
residuo secco, ecc,), quindi avviati alla raccolta differenziata, all’ inceneritore o alla discarica.
 I rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo devono essere raccolti in contenitori appositi e
conferiti a ditte specializzate le quali prima dell’incenerimento possono provvedere al recupero
di materie prime.
 I rifiuti che prevedono particolari modalità di gestione come le parti anatomiche non
riconoscibili, farmaci, gli stupefacenti e i prodotti citotossici devono essere avviati
separatamente all’inceneritore. Si ricorda la necessità di irrorare tutti i rifiuti che sono venuti a
contatto con medicinali citotossici e citostatici con una soluzione di ipoclorito di sodio prima
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della chiusura del contenitore; questa operazione non deve essere considerata quale disinfezione
ma neutralizzazione chimica di questi farmaci.
 Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo devono seguire queste direttive:
- essere raccolti in contenitori che abbiano caratteristiche di sicurezza (resistenza agli urti,
chiusura a tenuta per i liquidi e cioè con sacco interno impermeabile); i rifiuti di emodialisi e
dei reparti di malattie infettive vanno raccolti in contenitori separati e il sacco interno non va
chiuso perché a differenza del contenitore proveniente dagli altri reparti che viene
sterilizzato e recuperato, questo va incenerito assieme al sacco e al suo contenuto. Si parla di
un contenitore primario (il sacco impermeabile o il contenitore rigido per taglienti) che deve
essere messo in un contenitore secondario (contenitore rigido di plastica dura con
coperchio);
- stoccare i rifiuti per un tempo limitato in un locale idoneo (5 giorni o 30 se quantitativi
piccoli). La decisione circa la possibilità di deposito di tali rifiuti a domicilio dell'utente è
attribuita all'operatore che verifica la ricorrenza di condizioni di sicurezza nell'ambito
famigliare (esempio presenza di bambini, supporto famigliare adeguato). In ospedale devono
esistere procedure di sicurezza atte a far fronte ad eventuali spandimenti di materiale nel
locale di stoccaggio. (presenza di DPI e materiale assorbente);
- tenere apposite registrazioni di carico e scarico e anche di controllo sul locale stoccaggio;
- trasportare i rifiuti nelle sedi di smaltimento/incenerimento, tale trasporto deve essere
effettuato da ditte autorizzate che devono attenersi a direttive molto severe;
- questi rifiuti possono essere anche sterilizzati e poi immessi nei rifiuti urbani necessitando
però di trasporto separato da questi e di apposita autorizzazione.
Per quanto riguarda gli aghi e i taglienti si ricordano le disposizioni contenute nel D. m. 28
settembre 1990 già viste nell’unità didattica “Prevenzione e sicurezza”.
Gli operatori se lo vogliono possono svolgere un ruolo determinante nel campo dei rifiuti. Infatti,
oltre ad attuare correttamente le disposizioni di differenziazione dei rifiuti esistenti nella realtà di
ognuno, hanno altre due funzioni importantissime per il fatto che agiscono all’origine, a livello di
produzione dei rifiuti e non solo di smaltimento. Ancora una volta si tratta di prevenzione, dato che
è possibile anzitutto evitare lo spreco di materiale, soprattutto se monouso, invitando chi lavora con
noi a fare lo stesso. Questi materiali hanno non solo un costo di acquisto, ma anche un costo di
smaltimento che senza dubbio è quello più caro, in quanto pagato sì in termini monetari, ma anche
ambientali e di conseguenza in termini di salute umana, che si può ricondurre nuovamente ad un
discorso economico.
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GUIDA ALLO STUDIO
 Esponi il concetto di abitazione salubre.
 Che cos’è il microclima e quali caratteristiche deve possedere?
 Quali sono le principali fonti di inquinamento?
 Nomina alcuni inquinanti chimici dell’aria confinata.
 Perché in ospedale è importante la prevenzione dei rumori?
 Quali attenzioni bisogna avere nello smaltimento dei rifiuti domestici?
 Che cos’è un rifiuto sanitario e quali problemi potrebbe rappresentare?
 Come vengono classificati i rifiuti sanitari?
 Quali sono i compiti dell’Oss rispetto alla raccolta dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo?
 Come devono essere smaltiti i vari rifiuti sanitari?
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SPORCO
E POLVERE
Lo sporco si potrebbe definire come qualche cosa che provenendo dall'esterno o dall'interno procura
disturbo ad un certo ambiente.
Tale disturbo potrebbe essere di natura puramente estetica, ma potrebbe concretizzarsi anche in un
rischio infettivo.
Lo sporco è un ottimo terreno di coltura per i microrganismi
Ovviamente non tutti gli sporchi sono uguali e pertanto anche i rischi cambiano (nello sporco
organico ci sarà più concentrazione batterica che nello sporco magro).
Per riconoscere l'entità del rischio e per poterlo rimuovere con la pulizia è fondamentale
riconoscerlo il più a fondo possibile.
Lo sporco è un sistema e bisogna conoscerlo bene prima di
poterlo combattere
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LE FORME DI SPORCO
Polvere Sporco magro Sporco grasso
o polvere agglomerata o agglomerato
(polvere + acqua = fango) (polvere + grasso = unto) o
polvere secca La polvere oleosa assorbe umidità e diventa sporco
agglomerato
Depositi chimici Materiale biologico
Sporco che deriva da: (sangue, feci, urine,
 acqua dura (sali di calcio e magnesio che espettorato, vomito, lacrime,
precipitano, specialmente in acqua calda) cellule epidermiche
 sali delle urine desquamate, peli, capelli)
 ossidi
 salnitro
Grassi di origine animale Ragnatele Umidità:
 muffe
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Sporco recente Sporco vecchio
(facilmente asportabile (difficile da rimuovere perché il legame tra
perché non ancorato) sporco e superficie è più saldo)
"Il nemico da sconfiggere numero uno è la polvere e pertanto il più
importante compito della pulizia è quello di rendere un ambiente il
più possibile esente da polvere"
Si definisce "polvere" il sistema di particelle di dimensione di qualche micron (1 micron = 1/1000
di mm) che si trova allo stato libero su una superficie oppure in sospensione nell'aria.
La polvere si distingue in:
 polvere di origine minerale (esempio pietre, carbone, cemento)
 polvere di origine vegetale (esempio foglie, legno, polline)
 polvere di origine chimica (gomma, fumo, smog).
I principali componenti della polvere sono: fibre vegetali, pollini, minerali, idrocarburi incombusti,
spore fungine, frammenti di insetti e protozoi, peli e forfora, frammenti di epidermide, fumo di
sigaretta, muffe, lana, piume e microrganismi.
La polvere utilizza l'aria come mezzo di propulsione per e da un posto all'altro e può trasportare
microrganismi.
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La polvere secca difficilmente si vede in condizioni di luce normale; la superficie sembra
apparentemente pulita, ma con una forte luce se ne rileva la presenza.
La polvere si localizza principalmente sulle superfici orizzontali
depositandosi per gravità e pertanto su questa la contaminazione
batterica è superiore rispetto alle superfici verticali. La polvere
presente nell'aria deriva da più parti, ma è dal pavimento che viene
principalmente rimessa in circolo tramite lo strofinio dei piedi.
La polvere non è importante solo quale veicolo di trasmissione di alcune malattie infettive, (es.
diffusione Aspergillo) ma provoca altri danni:
 può danneggiare gli organi della respirazione (esempio silicosi)
 può causare un avvelenamento
 può determinare problemi allergici (esempio polline)
 può danneggiare apparecchiature come computers
 può rigare i marmi o le superfici levigate (esempio silice)
 può scalfire i film protettivi metallizzati (cere)
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IL PROBLEMA ACARI DELLA POLVERE
Gli acari presenti nella polvere di casa sono fonte di allergia.
Essi si annidano in varie parti fra cui il letto (materasso, guanciali, coperte), ma si rinvengono anche
su moquette, tappeti, divani, poltrone vestiario.
Alcuni giorni dopo l'accoppiamento la femmina dell’acaro della polvere depone le uova da cui poi
nascono le larve che si trasformano in adulti: il ciclo di vita dell’ acaro della polvere domestica è di
circa 70 giorni (è molto importante sapere questo se si vogliono utilizzare con efficacia gli acaricidi
non sempre efficaci sulle uova
Gli acari si fanno trasportare dalle correnti di aria all'interno dei locali, si attaccano ai vestiti o a
grossi insetti (mosche e scarafaggi). Si nutrono di tutto ciò che è organico: forfora, peli, pelle
desquamata (ognuno di noi ne perde sul letto 1 grammo al giorno). L'acaro è troppo grande per
essere inalato così in profondità nelle vie aeree e per poter causare l'asma; in realtà l'allergia è
provocata dalla inalazione delle sue particelle fecali grandi non più di pochi milionesimi di
millimetro. Gli acari vivono a casa o in ambienti confinati perché qui trovano le condizioni ideali
per potere crescere: cibo, umidità tra 60% e 80%, temperatura tra 15 e 30 gradi con oscillazioni
inferiori a 5 gradi, poco ricambio d'aria soprattutto d'inverno.
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Suggerimenti utili per le persone allergiche agli acari
1. Chi è allergico dovrebbe evitare di arredare la camera da letto
con tende, moquette, tappeti, mobili imbottiti, oggetti di stoffa,
libri o altre suppellettili che favoriscono l'accumulo di polvere.
2. Non si devono tenere in stanza gli indumenti che non si usano.
3. Piccoli oggetti che accumulano polvere come libri o giochi,
devono essere tenuti il più possibile in cassetti o armadi chiusi.
4. Non fumare negli ambienti poiché il fumo passivo aumenta il
rischio di sviluppare allergie.
5. Il bambino allergico deve evitare di saltare sui letti.
6. E' meglio usare un materasso in latice di gomma o poliuretano:
un materasso in materiale tradizionale viene colonizzato dagli
acari in meno di due anni, per cui sarebbe bene cambiarlo ogni
anno (anche i materassi in latice contengono comunque acari).
7. E' meglio usare un guanciale di poliestere lavabile.
8. Avvolgere il materasso in un involucro (tipo di gorotex) che
oltre ad alterare l'equilibrio fisico-chimico del materasso priva
gli acari del nutrimento (forfora).
9. Lavare la biancheria del letto in acqua almeno a 60°C ogni
settimana, e ogni 15 giorni le coperte.
10. Tutti gli indumenti od oggetti (animaletti di peluche) che non possono essere lavati a 60°C,
vanno posti nel freezer di casa per 12 - 24 ore e lasciati poi a temperatura ambiente per 30 - 60
minuti e quindi lavati.
11. Aspirare la polvere del materasso, dal guanciale e dalle coperte ogni settimana per eliminare la
forfora, oltre ad uova, feci e detriti degli acari, e gli acari stessi nei loro vari stadi di sviluppo.
Passare ogni settimana i copri materassi con un panno umido.
12. L'aspirapolvere è un buon alleato, meglio se munito di sacchetto interno con filtri elettrostatici
ad alta efficienza o ad acqua.
13. Durante le pulizie domestiche gli allergici dovrebbero indossare una mascherina protettiva e non
tornare nella stanza prima che siano trascorsi 30 minuti, necessari perché le particelle disperse
nell'aria si depositino.
14. Aerare frequentemente la camera da letto esponendo ogni giorno alla luce del sole lenzuola e
coperte.
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15. Durante la stagione fredda, non mettere gli acari in condizione di proliferare mantenendo la
temperatura domestica bassa (19 - 20°C) ed evitando fonti di umidità (vaschette per l'acqua dei
termosifoni o per le piante, vapore del bagno e della cucina).
16. Scegliere quale località di vacanza la montagna (sopra i 1500 metri) dove gli acari non si
trovano.
17. Non stendere la biancheria in casa.
18. Preferire la base del letto con doghe in legno per facilitare la pulizia.
19. non rifare il letto subito, ma lasciarlo sfatto fino al pomeriggio per garantire la ventilazione alle
lenzuola e al materasso.
20. E’ possibile lavare gli oggetti con acqua ed eucalipto (20 ml di olio di eucalipto in 10 litri di
acqua).
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OCCASIONI DOVE È POSSIBILE
SOLLEVARE LA POLVERE
SISTEMI DI PREVENZIONE
Spolveratura e scopatura a secco con scope
tradizionali: la polvere viene spostata da una
parte all'altra anziché rimossa.
Utilizzare assolutamente sistemi ad umido in grado
di trattenere la polvere quali panni inumiditi o
meglio garze monouso preimpregnate con sostanze
antisettiche o panni in microfilm.
Vantaggi scopatura ad umido:
 maggior igiene (meno microrganismi in
circolazione)
 riduzione dei problemi legati alla polvere
(estetici, tossici/allergici, ecc.)
 risparmio di tempo (non necessità di lavori
successivi per rimuovere la polvere ridepositata)
Rifacimento letto Lavorare con sincronia evitando di alzare con
movimenti bruschi le coperte o di sprimacciare
cuscini e materassi. Attendere almeno 15 minuti
prima di iniziare la scopatura e la spolveratura.
Attraverso ventilatori, condizionatori d'aria,
porte, finestre.
Evitare l'uso o controllare e sostituire i filtri delle
prese d'aria esterne.
Pulire costantemente, vetri, infissi, telai, tapparelle.
Attività frenetiche: la povere segue i moti
ascensionali e discensionali delle correnti
d'aria e pertanto si sposta continuamente.
Ridurre al minimo il territorio in certi ecosistemi
affinché la polvere resti depositata e quindi più
facilmente asportabile.
Laddove è possibile ridurre la porosità dal
pavimento con applicazione di cere.
Aspirapolvere: usata normalmente per Utilizzare aspirapolveri con filtri dell'aria in uscita
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rimuovere la polvere può diventare un mezzo
per trasmetterla in quanto può passare nel
filtro ed essere rimessa in circolo.
ad alta efficacia (Hepa avanzati - Gorotex - carboni
attivi - acqua).
Attività edilizie e di ristrutturazione o
costruzione intraospedaliera
Circoscrivere e sigillare l’area di intervento con
barriere che si estendono dal pavimento al soffitto
superando, se presente, il controsoffitto.
Creare una zona filtro.
Depositare le attrezzature di lavoro in zone precise.
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PULIZIA
Pulizia è la rimozione meccanica dello sporco da superfici, oggetti, cute,
ecc. E' eseguita di norma con l'impiego di acqua con o senza detergenti.
Rimuovendo lo sporco si rimuovono i microrganismi.
Sanificazione metodica che si avvale dell'uso di detergenti per ridurre il
numero dei batteri contaminanti, consentendo di mantenere i livelli di
sicurezza nei limiti fissati dalle normative. (= pulizia fatta con detergenti)
Sanitizzazione metodica che si avvale previa pulizia con l’acqua e
detergente dell'uso di disinfettanti per mantenere il livello di
contaminazione nei limiti di sicurezza fissati dalle normative. (=
disinfezione cioè uccisione di microrganismi patogeni che comportano il
rischio di contaminazione)
Sequenza degli interventi:
1. rimozione grossolana dei rifiuti
2. spolveratura e scopatura ad umido
3. detersione rimozione fino all’80% dei germi presenti
4. eventuale risciacquo
5. asciugatura
6. disinfezione solo se occorre rimozione del 90% di germi se eseguita
correttamente dopo le cinque fasi precedenti
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"Un'accurata pulizia talvolta può essere efficace quanto una disinfezione,
mentre non è assolutamente vero il contrario (la disinfezione sempre non
serve e il disinfettante non agisce sullo sporco".
Troppo spesso il concetto di pulizia viene valorizzato esclusivamente sotto l'aspetto estetico,
sicuramente molto importante dal punto dal punto di vista psicologico; ricordiamo però che la
pulizia concorre in maniera significativa alla lotta alle infezioni. Una sanificazione ben fatta con
l'asportazione razionale dello sporco diminuisce la carica microbica ambientale. Ecco perché,
bisogna abbandonare l’idea secondo la quale l’operatore addetto alla pulizia svolge un lavoro
umiliante e degradante.
Le pulizie devono essere programmate e non lasciate al caso o all'improvvisazione, infatti:
ELEMENTI DA CONSIDERARE NELLA
PROGRAMMAZIONE DELLE PULIZIE AMBIENTALI
 operatori disponibili
 tempo a disposizione
 dimensione dei locali da pulire
 materiali ed attrezzature in dotazione
 dispositivi di protezione individuale presenti
 tipo di sporco e livello di contaminazione presente anche in base alle attività precedentemente
fatte
 livello di pulizia/disinfezione desiderato
 densità del traffico ed attività assistenziali concomitanti
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 qualità e caratteristiche delle superfici da pulire
 indicazioni e raccomandazioni presenti sull'utilizzo dei prodotti e materiali
 indicazioni rispetto alla presenza di persone allettate per decidere quanto e come si può
arieggiare
 tipo di pulizia richiesto: ordinaria - periodica - finale
 particolari problemi della struttura da pulire
 considerare il tipo di pulizia richiesto.
COME SI MISURA IL PULITO
Tradizionalmente noi misuriamo il pulito attraverso i nostri sensi e cioè la vista, l’olfatto, il tatto.
Non esistono infatti, strumenti che misurino quante ragnatele pendono dal soffitto, quanto sporco
c’è su un vetro, la presenza di cartacce sul pavimento, un cestino non vuotato.
Però tutte queste percezioni sensoriali sono soggettive e spesso si scontrano con l’oggettività di cui
spesso abbiamo bisogno.
Ecco allora che soprattutto dove le pulizie sono in appalto servono degli strumenti per misurare il
pulito; esaminiamone alcuni di cui disponiamo:
o piastre con terreno di coltura per la misurazione della carica batterica: la piastra viene
fatta aderire alla superficie da esaminare, poi si mette in incubatrice e si contano le colonie
batteriche che si sono sviluppate sulla piastra;
o misuratore della carica batterica dell’aria: si tratta di un piccolo aspiratore che filtra
l’aria su una piastra che poi si mette in incubatrice e si contano le colonie batteriche che si
sono sviluppate;
o bassouometro per rilevare la polvere: si tratta di un carrellino con un tampone che si fa
strisciare sulla superficie da esaminare, quindi vengono contate le righe di polvere che
compaiono sul tampone;
o bioluminometro per rilevare la presenza di carica organica: lo strumento misura la
presenza di residui organici su superfici; si utilizzano provette sigillate con il reagente
necessario al rilevamento. Si strofina un apposito fac-simile di cotton fioc sulla superficie da
esaminare e si inserisce nella provetta dove senza bisogno di incubazione avverrà subito la
reazione;
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TIPI DI PULIZIA
- Pulizia ordinaria o giornaliera: viene eseguita quotidianamente, comprende la spolveratura
degli arredi ad altezza d'uomo, la detersione delle maniglie, delle porte, delle impronte nonché
la scopatura e il lavaggio del pavimento.
- Pulizia periodica o di fondo: è il completamento della pulizia ordinaria, eseguita a scadenze
programmate, richiede più tempo e riguarda la pulizia approfondita anche di quello non trattato
nella pulizia giornaliera (vetri, termosifoni, pareti).
- Pulizia finale: viene eseguita in caso di dimissione, allontanamento da casa, decesso,
contaminazione per malattia infettiva e comprende pertanto anche la disinfezione.
- Pulizia di emergenza: è una o pulizia non programmata (es. macchia sul pavimento di
materiale biologico o altro).
REGOLE GENERALI DI SICUREZZA DA OSSERVARE
1 Osservare tutte le norme di autotutela per salvaguardare sé stessi:
 Far uso di guanti personali (differenti a seconda delle aree da pulire: wc - cucine - altro) ed
evitare di toccare a mani nude sporco, rifiuti in genere, detergenti e/o disinfettanti
 Tenere i capelli, se lunghi, raccolti per evitare che vengano a contatto con attrezzature o si
sporchino
 Non avvicinare al camice scope, sacchi o materiale sporco
 Proteggere la divisa con un camice di protezione
 Lavarsi accuratamente le mani al termine delle pulizie
 Preferire posture che salvaguardino la propria schiena
 Salvaguardarsi dal rischio elettrico
 Non improvvisare scale di fortuna per raggiungere le parti alte e non salire sulle scale con le
suole delle scarpe bagnate
 Porre attenzione ai pavimenti bagnati e scivolosi
2 Utilizzare l'attrezzatura secondo procedura
3 Conoscere e utilizzare i prodotti chimici con attenzione
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PULIZIE IN OSPEDALE E NELLE STRUTTURE
In ospedale e nelle strutture, va considerata la macroscopicità dello sporco introdotto da persone e
materiali provenienti dall'esterno (generalmente a rischio infettivo contenuto) e la forse minor
vistosità (ma maggiore "pericolosità") di quello prodotto dalle attività assistenziali ed alberghiere.
Per quanto riguarda il livello di pulizia o disinfezione desiderato, è fondamentale ricordare che non
tutte le aree dell'ospedale e delle strutture rivestono lo stesso rischio infettivo.
Secondo l'ormai nota classificazione esso può essere suddiviso in tre classi di rischio infettivo:
a) alto rischio: aree in cui sono ospitati pazienti altamente suscettibili alle infezioni (ad esempio
isolamento, sale operatorie, terapie intensive);
b) medio rischio: aree in cui sono ospitati pazienti non soggetti a specifici rischi infettivi (ad
esempio camere di degenza, servizi igienici);
c) basso rischio: aree in cui i pazienti non soggiornano (ad esempio corridoi, sale di attesa,
soggiorni, uffici).
E' ovvio, però, che questa classificazione deve essere integrata da considerazioni di buon senso.
Non è ipotizzabile, infatti, che un'area definita "ad alto rischio" venga rigidamente vista come tale:
bisogna tener conto che anche lì sono presenti zone a "medio" o "basso rischio" che richiedono
diversificati interventi di pulizia/disinfezione (ad esempio lo stanzino degli infermieri, il deposito
del materiale pulito, ecc.).
PULIZIE A DOMICILIO
A domicilio se non ci sono persone malate con problemi di natura infettiva o con un sistema
immunitario depresso e pertanto a rischio di infezioni, abbiamo esigenze igieniche diverse da quelle
presenti in ospedale o nelle strutture. L’utilità di usare in maniera indiscriminata i disinfettanti
anche nell’igiene domestica è per esempio una prassi discutibile.
A domicilio poi, non sempre è possibile disporre dei materiali e degli strumenti che con facilità
troviamo nelle strutture, ciò che non cambia sono invece i principi che regolano le pulizie. Il
lamello con panno monouso per esempio probabilmente è impensabile trovarlo, useremo allora una
scopa di nylon o di saggina senza sollevare troppa polvere e avvolgendola se è il caso con uno
straccio umido. Per gli interstizi difficili da raggiungere ci si può aiutare con un pennello morbido.
Il sistema MOP sarà sostituito da uno strofinaccio e da uno spazzolane di radica o di plastica ma ciò
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non ci deve impedire di rispettare alcune regole basilari quali: piegarsi correttamente, evitare di
bagnare troppo il pavimento per cui lo strofinaccio va strizzato e si deve procedere all'asciugatura
del pavimento con lo strofinaccio strizzato molto bene prima che questo asciughi. Ancora, si eviterà
di contaminare la propria persona, munendosi di un grembiule e di guanti di gomma e proteggendo i
propri capelli con un foulard. I panni di cotone e i panni monouso saranno a domicilio sostituiti da
spugne, canovacci, stracci di lana, anche questi come nelle strutture vanno differenziati (esempio
bagno-cucina). Se non ci sono i panni, possono servire degli stracci di tela in cotone come vecchie
camice o vecchi grembiuli. Gli stracci vanno lavati con una certa frequenza; lo si può fare a mano o
in lavatrice ricordandosi di fare un bucato solo per loro e di pulire subito dopo il lavaggio il filtro
della lavatrice; infatti gli stracci perdono molti pelucchi.
Tutto il materiale per le pulizie va conservato asciutto e pulito, i detergenti devono essere tenuti
lontano dagli alimenti. I secchi e le catinelle vanno tenuti divisi a seconda dell'uso cui sono
destinati, pertanto saranno di diversi colori o contrassegnati con un colore indelebile come lo smalto
per le unghie.
Anche per le pulizie domestiche poi, è importante evitare fatiche superflue e spreco di tempo per
cui è necessario procedere con metodo come per esempio portare nella stanza in cui si vuole iniziare
la pulizia tutto quello che occorre per evitare un andirivieni. Bisogna sapere inoltre già fin
dall'inizio quanto tempo c'è a disposizione prima di intraprendere qualsiasi lavoro per poterlo
convenientemente ultimare.
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STRUMENTI PER
LA PULIZIA
LA PULIZIA, SECONDO L’OMS, NON DEVE ESSERE “CONTAMINANTE”.
RACCOMANDAZIONI PER GLI ATTREZZI
 Tutti gli attrezzi vanno diversificati con un codice colore (esempio rosso  wc, azzurro 
stanze, bianco  cucina).
 Tutti gli attrezzi, laddove è possibile, dovrebbero poter disporre di sistemi monouso (usa e getta)
 Tutti gli attrezzi devono essere usati secondo procedura.
 Tutti gli attrezzi utilizzati, al termine, devono essere considerati contaminati e vanno pertanto
puliti con una soluzione di detergente ed asciugati; periodicamente devono essere anche
disinfettati.
 Tutti gli attrezzi devono essere conservati asciutti (esempio secchi capovolti e scope appese).
 Tutti gli attrezzi devono essere conservati in un locale apposito, in luogo asciutto, pulito e ben
illuminato.
 Tutti gli attrezzi dovrebbero essere sistemati preferibilmente su un carrello il quale deve essere
ben pulito e completo di tutto l'occorrente.
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PRINCIPALI ATTREZZI PER LE PULIZIE
 panni in microfibra divisi per codice colore
 mop divisi per codice colore
 panni antistatici per la velatura
 scopa a lamello
 scopa normale e paletta
 attrezzo a “L” per la spolveratura delle superfici alte
 spazzolone autoalimentato per disinfezione (ove sia prevista disinfezione di routine)
 sacchetti per i rifiuti
 guanti in nitrile o vinile
 guanti in gomma
MICROFIBRA
La microfibra si ottiene dal frazionamento di fibre naturali (cotone, viscosa) o sintetiche (poliestere,
poliammide) attraverso differenti processi produttivi.
Le fibre sottilissime consentono di penetrare nelle più piccole porosità di ogni superficie e asportare
qualsiasi particella liquida o solida. Più la microfibra è sottile (si arriva fino a mille volte più sottile
di un capello) maggiori sono le sue proprietà.
PANNI A RILASCIO CONTROLLATO
Un altro problema è quello del rilascio di detergente: si stanno studiando materiali che siano in
grado di rilasciare la soluzione in modo sempre uniforme, onde evitare che il liquido venga
rilasciato per la maggior parte nei primi metri quadrati.
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MACCHINE ELETTRICHE PER LE PULIZIE
Un discorso a parte meritano le macchine elettriche usate per le pulizie le quali richiedono un buon
uso e un'accurata manutenzione affinché rendano meglio e perché presentino minori rischi per le
persone che le utilizzano.
Vediamo prima di tutto le caratteristiche che dovrebbero possedere:
- robustezza
- semplicità d'uso
- sicurezza ed affidabilità
- facilità di manutenzione
Particolare attenzione sarà rivolta soprattutto alla parte elettrica: il filo deve essere sempre integro
senza sfilacciature o riparazioni di fortuna, la spina deve essere perfetta in tutte le sue parti. Appena
c'è qualche cosa di strano (odore di bruciato, fumo) bisogna far subito controllare l'apparecchio.
Nell'adoperare le macchine elettriche per le pulizie bisogna ricordarsi di chiudere sempre
l'interruttore prima di staccare la spina e che questa va estratta delicatamente e mai tirando il filo.
Per evitare di cambiare continuamente presa bisogna usare una prolunga per raggiungere tutti i posti
da pulire facendo attenzione di srotolare completamente il filo e che i raccordi non vengano a
contatto con il bagnato.
Tutte le macchine elettriche vanno spostate delicatamente senza trascinarle con forza, vanno tenute
in un luogo riparato, come un ripostiglio, non sul balcone all'aria aperta dove si sporcano e si
rovinano.
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DISINFESTAZIONE
La disinfestazione è la realizzazione di tutte le misure indispensabili per
evitare l'annidamento di insetti e di animali pluricellulari pericolosi per la
salute o comunque per eliminare la loro temporanea presenza.
La pratica della disinfestazione deve essere considerata uno strumento complementare per la
prevenzione delle malattie da infezione ospedaliera.
Anche a domicilio tale pratica riveste un'importanza fondamentale.
La presenza di infestanti può arrecare:
 malattie infettive quando gli infestanti diventano vettori di microrganismi;
 alterazione di cibi o di materiali;
 notevole danno estetico.
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I principali infestanti da considerare dal punto di vista delle malattie infettive sono: mosche, topi e
scarafaggi.
Mosche
Dal punto di vista igienico la lotta contro le mosche ha grandissima importanza perché questi insetti
possono veicolare agenti d molte malattie infettive (tifo, colera, tubercolosi, dissenteria, difterite,
ecc.).
Le immondizie favoriscono lo sviluppo delle mosche che vi depongono le uova (120 - 150 per
volta) e permettono alle larve di trarre dai rifiuti l'alimento necessario alla vita.
La mosca vive più di 8 - 10 settimane; si nutre indifferentemente di zucchero, latte, feci, escreati,
ecc.
Per combattere le mosche è di fondamentale importanza la pulizia: occorre allontanare i rifiuti sia
solidi che liquidi con coperchi a buona tenuta.
Topi
I topi e i ratti sono mammiferi appartenenti all'ordine dei roditori, la cui potenzialità è data dal fatto
che possono accoppiarsi in quasi tutti i periodi dell'anno e che gli individui giovani, a loro volta,
sono in grado di accoppiarsi e riprodursi dopo due mesi di vita.
Il pericolo che i ratti offrono è determinato dal genere di vita che essi conducono: passano dalle
fogne alle cucine, dai depositi di rifiuti a quelli alimentari, trasportando meccanicamente agenti
patogeni che rimangono attaccati al loro pelo, alle zampe e al muso.
Scarafaggi o blatte
Sono insetti onnivori (scarafaggio delle cucine) che prediligono cucine, dispense, montacarichi e
montavivande, dove trovano poca luce, umidità e tepore, caldo - umido e sporco.
Sono un veicolo di malattie parassitarie, oltre che a causare danni alle derrate alimentari, che
insudiciano con i loro secreti.
La lotta a questi insetti o animali molesti comprende misure di tipo preventivo e misure per la
distruzione vera e propria.
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MISURE PREVENTIVE ATTUABILI
 Segnalare le strutture e gli impianti danneggiati e mettere in atto accorgimenti edilizi per
ostacolare l'ingresso (chiusura fessure - interstizi - reti di protezione).
 Immagazzinare in modo ordinato le derrate alimentari e il materiale.
 Conservare correttamente e rimuovere i rifiuti e le immondizie, in recipienti chiusi.
 Pulire accuratamente i locali.
 Creare un ambiente luminoso.
Comunque la presenza / assenza di roditori / insetti, sono un buon indice delle condizioni di
pulizia di un ambiente, oltre che del "comfort abitativo - igienico" per utenti e personale.
DISTRUZIONE DEGLI INFESTANTI PRESENTI
 Utilizzo di disinfestanti chimici (esche, tavolette, polveri, nebbie, gas, liquidi) a cura di
operatori specializzati ed in possesso di patentini per l'utilizzo degli antiparassitari.
 Utilizzi di mezzi meccanici: trappole attrattive che si basano sulla confusione sessuale, trappole
con vischio, trappole a scatto, elettricità, ecc.
 Interventi di carattere ecologico solo per il domicilio con l'uso di aceto, limone, grani di pepe,
chiodi di garofano, ecc.
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GUIDA ALLO STUDIO
 Elencare le principali forme di sporco riscontrabile.
 Perché dobbiamo classificare lo sporco?
 Qual è l’origine della polvere e quali i problemi che determina?
 Elenca alcuni suggerimenti per le persone allergiche agli acari della polvere.
 Quali sono le occasioni in cui possiamo sollevare polvere e cosa è possibile fare per ridurne la
presenza?
 Definizioni di pulizia - sanificazione - sanitizzazione.
 Qual è la sequenza degli interventi di sanificazione?
 Cosa vuol dire programmare le pulizie e quali sono gli elementi da considerare nella
programmazione?
 Come si misura il pulito?
 Concetto di pulizia ordinaria - periodica - finale - di emergenza.
 Quali sono le regole generali da osservare durante la sanificazione al fine di contenerne i rischi
per l’operatore?
 La pulizia a domicilio e nelle strutture e all’interno delle stesse strutture deve seguire la stessa
metodologia?
 Quali raccomandazioni bisogna avere a riguardo del materiali per le pulizie?
 Elenca le principali attrezzature necessarie per le pulizie ambientali.
 Vantaggi del panno in microfibra
 Che cos’è la disinfestazione?
 A che cosa può portare la presenza di insetti? Fare qualche esempio.
 Cosa vuol dire per l’O.S.S. fare disinfestazione?
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41
RIMOZIONE
DELLO SPORCO
LA DETERGENZA
I quattro fattori determinanti per avere la detergenza ideale sono i seguenti:
Nel caso del bucato in lavatrice si fa uso del detersivo, dell'acqua calda, della rotazione del tamburo
e del tempo in cui tutto il processo avviene.
Anche quando ci laviamo le mani, senza saperlo applichiamo il cerchio fattoriale ideale della
detergenza: usiamo il sapone, apriamo preferibilmente il rubinetto dell'acqua calda o tiepida,
sfreghiamo le mani una contro l'altra (azione abrasiva) e attenderemo qualche istante (tempo
necessario al prodotto chimico per agire) prima di risciacquare.
Nel caso del lavaggio a fondo o della deceratura si raccomanda sempre l'uso dell'acqua calda, di
lasciar agire i prodotti e di usare delle macchine per l'applicazione del prodotto chimico.
Se manca però uno dei quattro fattori gli altri tre andranno rinforzati.
Azione Azione
meccanica prodotto
abrasia chimico
Tempera- Tempo
tura di azione
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42
I DETERGENTI
Con il termine "detergente" si indica un qualunque prodotto capace di produrre un effetto di
detersione. L'azione di pulizia è determinata dal potere schiumante, bagnante, emulsionante e di
detergenza per cui lo sporco si distacca in conseguenza della modificazione di contatto tra substrato
sporco e acqua.
I detergenti si dividono in vari gruppi:
a) detergenti inorganici
b) detergenti organici naturali
c) detergenti sintetici
A noi interessano, in particolare, i detergenti sintetici per le peculiari proprietà tensioattive, capaci
cioè, di diminuire la tensione superficiale dell'acqua facilitando la rimozione dello sporco. Questi
ultimi, a seconda della molecola che li costituiscono si dividono in:
a) tensioattivi ionici di tipo anionico (dove la parte attiva della molecola è un ione negativo) e di
tipo cationico (dove la parte attiva è un ione positivo)
b) tensioattivi non ionici (dove è l'intera molecola ad avere l'attività sulla tensione superficiale)
c) tensioattivi anfolitici (dove la porzione tensioattiva della molecola può essere carica
positivamente o negativamente a seconda del pH della soluzione)
Questi tensioattivi si comportano in maniera diversa: esempio i cationici hanno anche una leggera
azione battericida, i non ionici facilitano meglio l'azione successiva del disinfettante aumentando la
permeabilità della parete cellulare dei microbi, e rimuovono meglio lo sporco grasso, gli anionici
penetrano meglio, ecc.
Lettura corretta di un'etichetta
PERCENTUALE DI DILUIZIONE (es. 2%)
COME DEVE ESSERE UTILIZZATO
COSA FARE - PREVENIRE o CURARE
(es. conservazione, centro antiveleni)
COMPONENTI (es. tipo e percentuale
tensioattivi, quantità di acqua, polifosfati)
PERICOLO (NOCIVO - TOSSICO - CORROSIVO)
Dosaggio consigliato
Modalità d'uso
Contatto - Avvertenze
_______
_______ sostanze
_______
X
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43
Come agisce il detergente
L'azione di un detergente è piuttosto complessa ed è influenzata da diversi fattori come la durezza
dell'acqua, il pH, il tipo di tensioattivi, il tipo di sporco, il tipo di substrato, ecc.
Esiste tuttavia un meccanismo di base che è legato al tensioattivo e che può spiegare in che modo lo
sporco viene rimosso da una superficie.
La molecola di un tensioattivo può essere raffigurata come un cerino con la testa e il gambo.
Idrofila “ama” l’acqua
Lipofila "ama il grasso e lo sporco
Il gambo ha una struttura affine al grasso mentre la testa è solubile in acqua.
A seconda della formulazione, la parte testa si "rivolgerà" sempre verso l'acqua mentre la coda si
attaccherà sempre al grasso o allo sporco.
IL GRASSO E LO SPORCO SONO ADESI ALLE SUPERFICI CON FORZE
SUPERFICIALI
IL TENSIOATTIVO è capace di diminuire la tensione superficiale tra lo
sporco e la superficie e favorisce l'asportazione dello sporco stesso.
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44
COME?
1.
Immaginiamo un substrato con una macchia. Il
substrato può essere un pavimento, una
scrivania, un lenzuolo, ecc.
4.
Le molecole si incuneano anche tra il substrato e
la macchia, fino a staccarla. Il detergente è più o
meno efficace in funzione della facilità con cui
ha agito.
2.
Sul substrato, e quindi sulla macchia di sporco,
versiamo una soluzione di detergente, oppure
immergiamo il substrato dentro la soluzione
detergente come nel caso delle lenzuola.
5.
La macchia di sporco si frammenta e resta in
sospensione nel liquido. Si viene a creare una
repulsione elettrica per cui lo sporco si respinge
e non può più aderire alla superficie.
3.
Le molecole del tensioattivo si attaccano con
forza e tutto attorno alla macchia di sporco.
6.
Con il risciacquo asportiamo detergente e sporco.
INOLTRE
7.
Vengono continuamente liberati nuovi
tensioattivi che si erano costituiti in serbatoi
(micelle) man mano che la soluzione si
impoverisce di tensioattivi.
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Nell'uso dei detergenti seguire attentamente le istruzioni.
Non miscelare tra loro i detergenti:
le molecole di detergente si legano tra loro con la
parte che dovrebbe attaccare lo sporco e lo
sporco rimane dov'è, anzi aumenta
Qualora il detergente non venga usato puro,
non diluirlo eccessivamente:
perché altrimenti solamente una parte di sporco è
attaccata dal detergente e una parte di sporco
rimane dov'è.
Così come non concentrare eccessivamente il
detergente:
perché altrimenti c'è un attacco inefficace di
detergente sullo sporco in quanto il prodotto si
dispone a pacchetto.
Ma diluire correttamente il detergente:
in questo modo c'è un attacco efficace di detergente sullo sporco.
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Mai unire due prodotti diversi perché ne può derivare:
1 inattivazione del preparato, se un prodotto a pH acido agisce a pH alcalino (es. saponi + sali
di ammonio quaternario)
2 formazione di sostanze tossiche, con grosso rischio per l'operatore (es. ipoclorito di sodio +
acido muriatico o ammoniaca).
DILUIZIONI
1% =1 ml/cc di detergente in 100 ml/cc di acqua
=
10 ml/cc di detergente in 1000 ml/cc di acqua cioè in 1 litro
0,5 % = 0,5 ml/cc di detergente in 100 ml/cc di acqua
=
5ml/cc di detergente in 1000 ml/cc di acqua cioè in 1 litro
Esempio:
Detergente/
disinfettante
Materiale Acqua Calcoli da fare
Quantità di
prodotto
Detergon 5%
Sanix 1%
pavimenti
superfici
10 litri
5 litri
10 litri = 10.000ml
5:100 = x:10.000
5 litri = 5.000ml
1:100 = x:5.000
500 ml = 5 bicchieri
piccoli
50 ml = 1 tazzina
piccola del caffè
NB: quando si parla di ml/l si intende la quantità di prodotto sul totale di un litro, esempio 100ml/l
= 100 millilitro di prodotto + 900 millilitri di acqua.
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MISURE ALTERNATIVE (capacità approssimativa di alcune comuni misure di liquidi)
1 cucchiaino da caffè = 2,5 ml
1 cucchiaino da tè = 5 ml
1 cucchiaio da tavola per minestra = 10 ml
1 tazza piccola da caffè piena = 100 ml
1 bicchiere da vino = 150 ml
1 bicchiere da acqua = 200 ml
IMPORTANZA DEL pH NEI DETERGENTI
pH = è la misurazione del grado di acidità o alcalinità di una sostanza, cioè è un'unità di misura che
serve per indicare se tale sostanza "brucia" o no.
"Bruciare" può significare: irritare la pelle, corrodere (i pavimenti, fare buchi nei tessuti, rovinare le
rubinetterie, intaccare le porcellane, ecc.)
Non solo gli acidi (come l'acido muriatico) ma anche le basi (come la soda caustica) "bruciano".
Per la pulizia quotidiana si devono impiegare prodotti rigorosamente neutri, che hanno cioè un'unità
di pH che va da 6 a 8.
Pur riconoscendo che certi tipi di sporco richiedono pH diversi: esempio i depositi calcarei devono
essere rimossi con detergenti acidi mentre lo sporco grasso nelle cucine viene rimosso meglio dai
detergenti alcalini.
Valore neutro
Zona acida Zona basica
1 2 3 4 5 6  8 9 10 11 12 13 14
Anticalcarei Sgrassanti
N.B.: più si va verso i limiti 1 o 14, più aumenta l’aggressività del prodotto.
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CARATTERISTICHE DI UN BUON DETERGENTE
 deve tener conto del tipo di sporco da pulire;
 non deve intaccare le superfici da pulire;
 deve essere di facile maneggevolezza e applicazione;
 deve essere compatibile con gli eventuali disinfettanti applicati in un secondo tempo
 deve avere un certo grado di biodegradabilità;
 deve possedere una buona convenienza di costo.
PRINCIPALI CATEGORIE DI DETERGENTI
 Detergenti universali per superfici dure = svolgono la loro funzione su tutte le superfici, oltre
a contenere tensioattivi vari, contengono molta acqua e presentano un pH alcalino;
 detersolventi = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di solventi per sfruttarne l'azione
sgrassante;
 detergenti disinfettanti = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di un disinfettante il quale
ovviamente non potrà eliminare completamente i germi data la concentrazione d'uso
probabilmente insufficiente;
 detergenti abrasivi e semiabrasivi = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di particelle
di quarzo, silice pomice o carbonato di calcio che servono per eliminare lo sporco
particolarmente tenace;
 detergenti per pavimenti manutentori = simili ai detergenti universali, non sono aggressivi;
 detergenti per vetri = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di solventi alcolici o
petroliferi; possono contenere anche ammoniaca o derivati siliconici per dare brillantezza;
 detergenti per sanitari = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di acidi per avere una
funzione disincrostante;
 detergenti proteolitici = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di specifici enzimi che
dissolvono rapidamente sangue, pus, saliva ed altri residui organici. Vengono usati per facilitare
il distacco di queste sostanze dalle superfici dei materiali e dagli strumenti sanitari;
 detergenti deceranti = contengono tensioattivi e sono detergenti generalmente fortemente
alcalini specifici per l’asportazione della cera metallizzata.
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SISTEMI CASALINGHI DI PULIZIA
Anche a domicilio bisognerebbe avere come nelle strutture prodotti diversificati perché le superfici
da trattare sono estremamente diverse (superfici dure come plastica o formica, ceramica, o tenere
come tessuti, legno, pelli). Capita però di doversi arrangiare con prodotti naturali, ma non per
questo meno efficaci.
Vediamone solamente alcuni:
 acqua calda o caldissima con un po' di alcool oppure qualche cucchiaio di aceto e sale come
detergente per pavimenti;
 miscela di acqua e bicarbonato come detergente per superfici;
 un bicchiere di aceto in 1 litro di acqua come disincrostante per wc;
 mezzo bicchiere di alcool denaturato più 2 gocce di detergente per piatti in 1 litro di acqua come
detergente per vetri;
 soda in cristalli al posto di un detergente sgrassante per pavimenti;
 1 litro di acqua più mezzo bicchiere di alcool denaturato più 2 cucchiai di detersivo per piatti
più 1 cucchiaio di bicarbonato e al momento dell'uso una tazza da caffè in ogni litro d'acqua
anziché un detergente per pavimenti;
 acqua molto calda con sapone sciolto per superfici metalliche e plastificate;
 acqua tiepida e sapone neutro per la pulizia del linoleum;
 alcool o aceto più un foglio di giornale bagnato nell'acqua e strizzato e un nuovo foglio di
giornale asciutto per la pulizia dei vetri;
 tampone di cotone idrofilo imbevuto di aceto rosso caldo per togliere i segni di ruggine sul
fondo della vasca;
 sapone di marsiglia disciolto in acqua è un versatile detergente.
PROTEZIONE DEI PAVIMENTI
Dopo un lavaggio a fondo si può effettuare la protezione del pavimento per prevenire la
penetrazione di sporco, abbellire esteticamente il pavimento stesso e facilitarne le operazioni di
manutenzione ordinaria.
La protezione del pavimento si ottiene con le cere.
Le cere possono essere emulsionate in acqua o in solvente.
Le cere possono essere autolucidanti e lucidabili.
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MECCANISMO D'AZIONE DELLE CERE AUTOLUCIDANTI
1. Emulsione della cera sul pavimento 2. Evaporazione dell’acqua, le particelle
dell’emulsione tendono ad avvicinarsi fino a
toccarsi
3. Fusione delle particelle di cera 4. Evaporazione completa dell'acqua e di altre
sostanze e formazione di un film continuo
Le cere lucidabili invece, raggiunta la fase
numero 2 non fondono assieme, ma rimangono
come in figura e devono essere levigate
manualmente o con macchine per ottenere un
film continuo e provocare la fusione delle
particelle
.
CARATTERISTICHE DELLE CERE
 Essere resistenti al traffico e al segno dei tacchi neri e ai graffi
 essere resistenti alla penetrazione dello sporco
 essere resistenti alle mani successive
 essere resistenti alle gocce di acqua e al detergente
 essere resistenti all'azione abrasiva
 essere resistenti allo scivolo
 non ingiallire alla luce
 presentarsi sempre lucide
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DISINFEZIONE
La disinfezione è quel processo che si propone di eliminare uccidendo la maggior quantità possibile
di microrganismi patogeni presenti su un substrato.
Una diminuzione della carica batterica si può ottenere con mezzi naturali.
DISINFEZIONE CON MEZZI NATURALI
Si ottiene solo la diminuzione della carica batterica.
 Luce: UV azione battericida
 Essiccamento: sottrazione di acqua morte dei germi
 Temperatura: variazioni brusche e basse temperature morte dei germi o blocco dello sviluppo
 Concorrenza vitale: certi microrganismi consumano e sottraggono sostanze nutritive ad altri
germi (lotta per la sopravvivenza)
 Diluizione: in determinati veicoli (acqua) si riduce la carica batterica
 Batteriofagia: esistono virus ad azione antibatterica che distruggono i batteri
Una diminuzione della carica batterica si può ottenere con mezzi fisici:
 tramite immersione in acqua ed ebollizione per 20 - 25 minuti
 tramite esposizione a vapore fluente per 20 - 30 minuti
 tramite esposizione alla fiamma diretta (flambaggio)
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Una diminuzione della carica batterica si può ottenere anche con mezzi meccanici:
 spazzolamento
 aspirazione della polvere
 rimozione dello sporco
La distruzione e l'arresto di crescita dei microrganismi si ottiene soprattutto con mezzi chimici:
disinfettanti e antisettici.
Disinfettante: è un farmaco antinfettivo locale normalmente usato su oggetti.
Antisettico: è un farmaco antinfettivo che si usa per avere un'azione locale su tessuti e
organi viventi.
 Gli antisettici destinati al trattamento di mucose e cute lesa sono registrati come specialità
medicinali.
 Gli antisettici destinati alla cute integra e i disinfettanti sono registrati come dispositivi medici
presso il Ministero della Sanità.
FATTORI PRINCIPALI CHE INFLUENZANO
L'AZIONE DEI DISINFETTANTI CHIMICI
 caratteristiche dei microrganismi: che possono essere più o meno sensibili all'azione di un
determinato disinfettante
 carica batterica iniziale: riducibile con una efficace pulizia; una carica batterica iniziale
elevata diminuisce la probabilità di successo della disinfezione
 pulizia del materiale da disinfettare: nessun disinfettante esplica completamente ed
efficacemente la sua azione se viene impiegato su materiali non puliti
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 temperatura di impiego: a parità di altre condizioni, l'azione di molti disinfettanti aumenta con
l'aumentare della temperatura alla quale vengono utilizzati; altri disinfettanti, come ipoclorito e
iodofori, per contro, vengono rapidamente inattivati dall'aumento della temperatura
 tempo di contatto: ogni disinfettante richiede un determinato tempo di contatto per agire,
tempo che dipende da vari fattori (tra cui, ad esempio, tipo e numero di batteri presenti);
particolarmente importante, quindi il rispetto dei tempi di azione indicati
 concentrazione di impiego: ad una concentrazione inferiore a quella indicata come l'ottimale,
l'efficacia del disinfettante risulta ridotta se non addirittura assente
IL DISINFETTANTE IDEALE
A) Requisiti indispensabili
 essere efficace nei confronti di un vasto numero di microrganismi patogeni (batteri, virus,
funghi, protozoi)
 avere prontezza d'azione e mantenere la sua attività per lungo tempo
 essere facile da usare
 essere compatibile con i substrati su cui viene impiegato
 non danneggiare gli oggetti su cui viene impiegato
 essere innocuo per chi lo impiega
 essere capace di agire anche in presenza di sostanza organica (urine, sangue, feci, pus)
 avere un costo contenuto
B) Requisiti complementari
 possedere un elevato potere di penetrazione
 non ostacolare il processo di cicatrizzazione
 essere miscibile con tutti i liquidi: acqua potabile, acqua distillata, alcoli, acetone
"Il disinfettante ideale non esiste, in quanto un prodotto non può
possedere tutte le caratteristiche richieste"
"Nessun disinfettante può essere efficace se usato su oggetti NON
puliti"
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L’effetto del disinfettante è di breve durata, inoltre i microbi sono nello sporco per cui è più
probabile ottenere una significativa riduzione del loro numero tramite aspirazione della polvere e
rimozione dello sporco con detergente.
Attraverso un'accurata pulizia si abbatte o comunque si riduce la carica batterica presente. Si
allontana lo sporco che protegge i microbi con l'involucro proteico e lipidico, consentendo al
disinfettante il necessario ed indispensabile contatto con la superficie della cellula batterica per
poter così espletare la sua azione.
SEGNALI DI PERICOLOSITÀ
Ogni prodotto chimico come abbiamo già visto nell’unità didattica “Prevenzione e sicurezza”, deve
riportare la relativa etichettatura comprendente i segnali di pericolosità e le frasi di rischio (Frase R)
nonché i consigli di prudenza (Frase S).
Si ricorda che la legislazione in materia impone che questi simboli siano stampati in nero su sfondo
giallo – arancione.
Ogni operatore deve essere formato ed informato sul livello di tossicità di ogni sostanza ricavabile
oltre che dall’etichetta anche dalle schede tecniche di sicurezza e deve adottare gli adeguati
dispositivi di protezione collettiva ed individuale previsti.
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RACCOMANDAZIONI GENERALI NELL'USO E NELLA
CONSERVAZIONE DEI DISINFETTANTI CHIMICI
 Il disinfettante non pulisce: per la pulizia occorre un detergente;
 nessun disinfettante può essere efficace se viene impiegato su materiali od oggetti non puliti;
 non si deve utilizzare un disinfettante se l'obiettivo finale è la sterilizzazione;
 non esiste un disinfettante valido per tutti gli usi;
 anche i disinfettanti possono contaminarsi: attenzione a mantenerli nelle loro confezioni
originali ben chiuse, con il tappo originale e a non contaminare la bocca del contenitore;
 ogni confezione deve avere la propria etichetta: mantenerla pulita;
 diluire i prodotti secondo le indicazioni date;
 utilizzare i disinfettanti sempre su superfici asciutte;
 proteggersi le mani con guanti e fare in modo di non contaminarsi la cute o la divisa;
 ventilare sempre l'ambiente dove si maneggiano i prodotti e non inspirare sopra le confezioni
aperte o sopra le soluzioni preparate;
 non fumare, mangiare, portare le mani alla bocca mentre si manipolano i prodotti;
 rispettare i tempi di scadenza: previsti dalle schede tecniche e di sicurezza, l’ipoclorito di sodio
deve essere preparato al momento perché instabile;
 utilizzare acqua sterile o di rubinetto a seconda dell'uso richiesto (cute o ambiente) ed evitare di
fare rabbocchi;
 rispettare i tempi di contatto previsti;
 non miscelare prodotti diversi tra di loro;
 conservare i prodotti in luogo idoneo: lontano da fonti di calore, al riparo dalla luce, in spazi
separati da alimenti e farmaci;
 in presenza di bambini o persone confuse non lasciare le confezioni o le soluzioni preparate
incustodite;
 risciacquare correttamente quando richiesto (esempio strumentario con acqua sterile);
 mettere nel recipiente prima l'acqua e poi il prodotto per evitare schizzi;
 non utilizzare per le soluzioni acqua calda: iniziare la diluizione con acqua fredda e poi
correggere se richiesto la temperatura con acqua calda per non generare vapori;
 consultare sempre prima dell'uso l'etichetta nonché le schede tecniche e di sicurezza.
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LIVELLI DI DISINFEZIONE
I CDC e altre fonti accreditate classificano i sistemi di disinfezione in tre livelli.
1. Disinfezione di basso livello può uccidere la maggior parte delle forme vegetative batteriche,
alcuni virus e funghi, ma non è efficace verso microrganismi più resistenti come il bacillo
tubercolare e le spore batteriche.
Rispettare i tempi previsti
Esempio:
Clorexidina
Clorodonatori da 100 a 500 ppm cloro attivo
Sali di ammonio quaternario
2. Disinfezione di livello intermedio prevede la distruzione dei batteri vegetativi, incluso il
Mycobatterium tubercolosis, e della maggior parte dei virus e dei funghi ma non è prevista
necessariamente un'azione sulle spore batteriche.
Rispettare i tempi previsti
Esempio:
Clorodonatori da 500 a 1.000 ppm cloro attivo
Alcol etilico 70%
Derivati fenolici
3. Disinfezione di alto livello si intende un processo che ha come risultato la distruzione di tutti i
microrganismi presenti, con l'eccezione della maggior parte delle spore batteriche.
Rispettare i tempi previsti
Esempio:
Clorodonatori da 1.000 a 5.000 ppm cloro attivo
Aldeide glutarica 2%
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LIVELLI DELL’AZIONE GERMICIDA
LIVELLO DI
ATTIVITA’
Forme
vegetative-
Virus-Miceti
Bacillo
Tubercolare
Forme
sporigene
ALTO + + +/--
INTERMEDIO + + --
BASSO + -- --
PRINCIPALI CLASSI DI DISINFETTANTI
CLORO E DERIVATI
Attività antibatterica: medio-alta
Esistono cloroderivati disinfettanti e cloroderivati antisettici.
Abbiamo diverse formulazioni come IPOCLORITO DI SODIO (candeggina, Milton),
CLORAMINE ORGANICHE (Euclorina), CLORO ELETTROLITICO (Antisapril, Amuchina),
DICLOROISOCIANURATO (Presept) sia in forma liquida che in forma solida. La loro azione
disinfettante è da considerarsi buona e se a questa qualità si aggiunge quella di costare poco e di
permetterne un uso con l’acqua di rubinetto diventano i disinfettanti di prima scelta. Per contro però
presentano alcuni svantaggi come essere inibiti da parte di sostanze organiche (pus, sangue, ecc.),
l’instabilità delle soluzioni per cui devono essere preparate al momento, il fatto di dare irritazioni
locali, l’essere inattivati da luce e calore per cui le soluzioni necessitano di acqua fredda, il
corrodere i metalli se usati ad alte concentrazioni e con contatti frequenti per lungo tempo, lo
scolorare i tessuti, liberare sostanze tossiche se associati agli acidi.
Per tutti i prodotti a base di cloro la concentrazione si esprime in ppm o % di cloro disponibile,
valore che indica la quantità di cloro che in 100 ml di soluzione sono in grado di rivelare. Le
concentrazioni consigliate per questi prodotti sono le seguenti:
- 5.000 - 10.000 ppm se è presente materiale organico o per avere attività disinfettante alta;
- 1.000 ppm per avere attività disinfettante media (tempo  20 minuti);
- 500 ppm per avere attività disinfettante medio/bassa (tempo  10 minuti);
- 100 ppm per avere bassa attività disinfettante.
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Fra questo gruppo di disinfettanti quello più conosciuto è la candeggina o varechina che è un
ipoclorito di sodio.
Le candeggine normalmente reperibili in commercio hanno la concentrazione media di cloro attivo
del 5%, però esistono in commercio prodotti con concentrazioni dichiaratamente inferiori al 5% per
le quali non è ovviamente possibile stabilirne l'esatta concentrazione.
Dato che la varechina domestica contiene normalmente il 4 - 6% di cloro attivo, equivalente a
50.000 ppm circa di cloro disponibile abbiamo che:
- diluirlo 1:10.000 vuol dire avere 50 ppm di cloro disponibile = 1 ml su un litro d'acqua
- diluirlo 1:50 vuol dir avere 1.000 ppm di cloro disponibile = 20 ml su un litro d'acqua
- diluirlo 1:10 vuol dire avere 5.000 ppm di cloro disponibile = 100 ml su un litro di acqua
Le diluizioni raccomandate dall'OMS per l'ipoclorito di sodio che contiene il 5% di cloro
disponibile sono le seguenti:
- superfici pulite = 1.000 ppm di cloro disponibile cioè 20 ml su un litro di acqua;
- superfici sporche o schizzi di sangue = 5.000 ppm di cloro disponibile cioè 100 ml + 900 ml di
acqua.
IODOFORI
Attività antibatterica: media
Le soluzioni a base di iodio sono adatte soprattutto per essere usate come antisettici anche se
troviamo in commercio prodotti disinfettanti per superfici. Fra gli antisettici, abbiamo così diverse
formulazioni come l’IODIOPOVIDONE in soluzione alcolica per la preparazione della cute nel
campo operatorio dove la colorazione brunastra permette di delimitare la zona, quello in soluzione
acquosa per le medicazioni delle ferite, mentre quello in soluzione saponosa serve per il lavaggio
antisettico delle mani.
Gli iodofori hanno bassa tossicità, e come svantaggi oltre ad alterare nelle persone predisposte la
funzionalità tiroidea, possono essere inattivati da luce e calore.
ALCOLI
Attività antibatterica: media
Esistono due tipi alcol: l’ALCOOL ETILICO e l’ALCOOL ISOPROPILICO. Pur riuscendo
rapidamente a distruggere varie forma batteriche, non si possono considerare disinfettanti di alto
livello. Sono solitamente usati per potenziare l’azione di altri principi attivi, quali per esempio la
clorexidina o lo iodiopovidone. Fra gli svantaggi ricordiamo l’ estrema volatilità, l’ irritazione su
cute lesa, il danno che possono provocare sugli strumenti ottici e sugli oggetti in plastica e in
gomma, l’alta infiammabilità che richiede una conservazione in luogo fresco e ventilato. La
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caratteristica di rapida evaporazione può essere un vantaggio in quanto asciuga rapidamente ma
anche uno svantaggio poiché si riduce il tempo di contatto con le superfici.
L’azione degli alcoli si esplicita con preparati al 70%, pertanto l’ ALCOOL DENATURATO serve
per sgrassare (in quanto al 90% e dunque privo di azione disinfettante).
ALDEIDI
Attività antibatterica: alta
A questa categoria appartengono i disinfettanti di alto livello come la GLUTERALDEIDE o l’
ORTOFTALALDEIDE. Le aldeidi sono prodotti molto efficaci capaci di uccidere anche le spore
senza rovinare né gomma né plastica o corrodere metalli o lenti per cui vengono solitamente
utilizzate per trattare gli endoscopi, le attrezzature per la terapia inalatoria le apparecchiature della
dialisi e dell’anestesia. L’utilizzo di queste sostanze richiede però un certo numero di precauzioni
che il personale deve adottare al fine di proteggersi dagli effetti altamente nocivi che dalla sua
inalazione possono derivare (uso dei DPI, ambienti abbondantemente areati, cappe aspiranti e
contenitori chiusi per effettuare il trattamento in immersione). Inoltre la stessa tossicità può
causare gravi danni anche ai pazienti, per cui l’utilizzo degli strumenti trattati richiede un
abbondante risciacquo.
FENOLI
Attività antibatterica: media
Troviamo in commercio dei composti spesso associati a detergenti per cui vengono per lo più
utilizzati per l’igiene ambientale e per la decontaminazione dello strumentario metallico prima
della sterilizzazione.
Fra tutti i disinfettanti i fenoli sono quelle che meno degli altri vengono inattivate dal materiale
organico. Fra gli svantaggi ricordiamo l’assorbimento su materiali porosi (es. gomma) e la non
possibilità di utilizzo per la disinfezione delle incubatrici o culle termostatiche (iperbilirubinemia
lattanti).
SALI QUATERNARI D'AMMONIO
Attività antibatterica: bassa
Questi prodotti un tempo largamente usati come il BENZALCONIO CLORURO o il
BENZOXONIO quali antisettici, in seguito a numerosi studi vengono ora sconsigliati data la loro
scarsa attività e la facilità con cui si possono contaminare. Considerata la loro capacità di riduzione
della tensione superficiale come i tensioattivi, vengono utilizzati nella sanificazione ordinaria degli
ambienti su superfici non critiche quali pavimenti, arredi e pareti.
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Sede di Levico Terme
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CLOREXIDINA
Attività antibatterica :medio-bassa
La clorexidina viene utilizzata quasi esclusivamente come antisettico nell’antisepsi della cute
(mani) e delle mucose, nella doccia preoperatoria e prima di terapie iniettive presentando un buon
effetto residuo sulla cute.
Fra gi effetti indesiderati, ricordiamo l’ inattivazione da parte di diverse sostanze (tensioattivi,
materiale organico, sughero, ecc.) e la sua neurotossicità per cui non va usata su occhi e orecchio.
La biancheria con macchie di clorexidina non va lavata con ipoclorito di sodio ma con perborato di
sodio per evitare la formazione di macchie indelebili.
PEROSSIDO D’IDROGENO
Attività antibatterica: bassa
Il perossidi d’idrogeno meglio conosciuto coma ACQUA OSSIGENATA 12 VOLUMI, è un
antisettico ad azione piuttosto blanda pur riconoscendo una azione efficace sui batteri anaerobi
come per esempio il clostridium tetani. Grazie alla sua capacità di sviluppare ossigeno gassoso in
bollicine (effervescenza) e determinare così un lavaggio, viene usato per la detersione di ferite,
ascessi, piaghe. Presenta una azione istolesiva per cui dopo l’uso va risciacquato. Controindicato
l'uso in cavità chiuse ad alta pressione (emboli), il perossido d’idrogeno poi, viene inattivato dalla
luce e dal calore. Lo scuotimento dei flaconi determina perdita di attività.
ACIDO PERACETICO
Attività antibatterica: alta
Il suo principio attivo ha un elevato potere ossidante capace di uccidere anche le spore ed è per
questo motivo che viene considerato un disinfettante di alto livello per il trattamento di quel
materiale che prevedeva l’uso della gluteraldeide della quale però è meno tossico e più facile da
gestire.
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Sede di Levico Terme
61
DECONTAMINAZIONE
"Una superficie o degli oggetti contaminati, anche se apparentemente puliti, sono un
pericoloso veicolo di infezione per chi, soprattutto, non sa o non ricorda cos'è
successo".
"Riferire sempre gli episodi di contaminazione accidentali con materiali biologici
potenzialmente infetti".
"In caso di versamenti accidentali di materiali biologici, si intervenga subito per
impedire che qualcuno possa contaminarsi e si provveda quindi a rimuovere con le
opportune cautele il materiale pericoloso ed a bonificare mediante disinfezione e
lavaggio la zona contaminata. In pratica si deve fare una decontaminazione".
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Cos'è la decontaminazione: è l'impiego di agenti disinfettanti su oggetti o superfici non deterse
(D.M. 28/9/90).
Scopo: abbassare la carica microbica per rendere l'oggetto più sicuro per l'operatore addetto alla
detersione ed evitare la contaminazione ambientale.
Criticità: la presenza di materiale organico e di un'alta carica microbica, ostacolano l'azione del
disinfettante in modo più o meno rilevante a seconda di :
 quantità e tipo di materiale organico
 caratteristiche del prodotto antimicrobico.
Risultato: l'azione non è sicuramente prevedibile.
Se si usano disinfettanti, scegliere prodotti che sono meno inattivati da materiale organico e ad
ampio spettro.
IMPORTANTE: autoproteggersi con doppio paio di guanti ed evitare schizzi sulle superfici pulite.
PROCEDURE RACCOMANDATE PER LA DECONTAMINAZIONE DEGLI SCHIZZI DI
SANGUE E DI FLUIDI CORPOREI
 Non manipolare in alcun caso a mani nude vetri rotti o altri taglienti.
 Usare guanti e camice; si raccomanda l'uso di guanti da lavoro, pesanti e resistenti ad eventuali
punture da indossare sopra ai guanti monouso.
 In caso di rottura, se il materiale fuoriuscito è frammisto a frammenti di vetro, questi devono
essere rimossi ed eliminati: un foglio di cartone rigido può costituire un importante ausilio per la
rimozione di tali frammenti evitandone il contatto con le mani.
 Versare sul materiale un disinfettante a media o alta efficacia (esempio cloro attivo a 5000 ppm
come ipoclorito di sodio al 5% diluito 1 : 10, o meglio ancora granuli di Sodio
dicloroisocianurato coprendo tuta la contaminazione. (se si utilizzano i granuli, aspettare che il
materiale solidifichi). Su una piccola macchia di sangue versare varecchina pura.
 Assorbire il liquido versato o i granuli con materiale a perdere (carta, garze, ecc.)e ripetere se
necessario l’operazione più volte.
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63
 Inserire i frammenti di vetro o altri taglienti negli appostiti contenitori. Il materiale utilizzato per
l'assorbimento deve essere eliminato nei contenitori a rischio biologico.
 Pulire il luogo ove è schizzato il materiale infetto usando una soluzione detergente acquosa.
Quindi disinfettare usando nuovamente la soluzione disinfettante precedentemente preparata.
 Eliminare nei contenitori per i rifiuti a rischio biologico tutto il materiale utilizzato per la
disinfezione.
 Trattare tali rifiuti allo stesso modo degli altri rifiuti infetti.
N.B.: non usare prodotti a base di cloro su versamenti di urina perché si
potrebbero formare vapori irritanti.
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64
GUIDA ALLO STUDIO
 Quali sono i fattori che condizionano la detergenza?
 Definisci con le tue parole che cosa sono i detergenti e come funzionano
 Quali avvertenze bisogna osservare durante l’uso dei detergenti e perché?
 Che cos’è il pH di una sostanza e come deve essere il pH dei detergenti?
 Quali caratteristiche deve avere un buon detergente?
 Nomina alcune categorie di detergenti e le loro indicazioni pratiche.
 A cosa servono le cere?
 Concetto di cera autolucidante - lucidabile - metallizzata.
 Che cos’è la disinfezione e in quali casi si rende necessaria?
 Come si può attuare la disinfezione con mezzi naturali?
 Qual è la differenza tra disinfettante e antisettico?
 Quali sono i fattori principali che influenzano l’azione dei disinfettanti?
 Quali caratteristiche dovrebbe possedere un buon disinfettante?
 Quali sono le regole da rispettare nell’uso dei disinfettanti chimici?
 Spiega che cosa si intende per livelli di disinfezione?
 Rispetto ai disinfettanti appartenenti alla famiglia del cloro - iodio - alcoli - aldeidi - fenoli - sali
quaternari d’ammonio - clorexidina - perossido d’idrogeno, spiegane le indicazioni pratiche
evidenziandone qualche pregio e qualche difetto.
 Che cos’è la decontaminazione e quali sono gli scopi?
 Spiega la procedura per una decontaminazione di una macchia di sangue su una superficie
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STERILIZZAZIONE
Sterilizzazione è quel processo fisico o chimico in grado di distruggere
tutte le forme viventi comprese le spore.
Situazione iniziale Pulizia Disinfezione Sterilizzazione
Agenti patogeni
Agenti saprofiti
Dobbiamo però considerare che dal punto di vista statistico non si può affermare che vi sia certezza
di sterilità, per cui alla luce delle nuove conoscenze sarebbe meglio riformulare la definizione di
sterilizzazione.
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  • 1. OPERA ARMIDA BARELLI ROVERETO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO CORSO PER OPERATORE SOCIO SANITARIO SEDE DI LEVICO TERME IGIENE AMBIENTALE (Modulo Generale 4 – Unità Didattica n° 2) A cura di: Ivano Zampedri Data di pubblicazione: 17 novembre 2014
  • 2. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 2 INDICE Igiene degli ambienti confinati Pag. 4 Il microclima Pag. 8 L’inquinamento Pag. 11 Smaltimento rifiuti Pag. 13 Guida allo studio Pag. 18 Lo sporco e la polvere Pag. 19 Pulizia Pag. 28 Pulizia in ospedale - strutture - domicilio Pag. 32 Strumenti per la pulizia Pag. 34 Disinfestazione Pag. 37 Guida allo studio Pag. 40 Rimozione dello sporco - i detergenti Pag. 41 Le cere Pag. 49 La disinfezione Pag. 51 Livelli di disinfezione Pag. 56 Principali classi di disinfettanti Pag. 57 La decontaminazione Pag. 61 Guida allo studio Pag. 64 La sterilizzazione Pag. 65 Classificazione del materiale e trattamento degli strumenti Pag. 73 Guida allo studio Pag. 75 L’ospedale e i percorsi Pag. 76 Trasporto dei materiali Pag. 78 Guida allo studio Pag. 81 Bibliografia Pag. 82
  • 3. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 3 Al termine degli incontri dovremo essere in grado di:  Individuare i principali requisiti di salubrità e di comfort degli ambienti di vita e di cura.  Descrivere l’igiene dell’ambiente fisico, le principali cause di inquinamento e i mezzi di prevenzione.  Distinguere le differenti modalità di smaltimento dei rifiuti urbani e ospedalieri.  Descrivere modalità e procedure rispetto al rischio e alle esigenze di pulizia e sanificazione ambientale.  Distinguere i rischi, l’intervento igienico e la procedura rispetto alla manipolazione e al trattamento dei materiali sanitari e riutilizzabili  Distinguere le differenti caratteristiche e modalità di trasporto del materiale sanitario ed economale.
  • 4. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 4 IGIENE DEGLI AMBIENTI CONFINATI È fondamentale per conservare lo stato di salute poter disporre di alloggi igienicamente sani in quanto il tempo trascorso in casa soprattutto per una parte della famiglia come bambini, casalinghe e vecchi è estremamente elevato. Questo vuol dire:  avere un’abitazione dove il numero degli ambienti sia in relazione ai componenti della famiglia e alle condizioni sociali e fisiche degli stessi;  avere un’abitazione che sia provvista di stanze sane ed arieggiate con serramenti in perfetto stato di chiusura, di impianto elettrico, di riscaldamento e di distribuzione dell’acqua;  avere una casa che sia lontana da zone umide e sia assicurata da servizi pubblici (fognature, condutture elettriche, ecc.);  avere un’abitazione dove siano ridotti al massimo gli inquinamenti microbici e chimici. Ultimamente la salute in ambiente domestico è insediata da una serie di nuovi fattori quali:  le nuove povertà (italiani, immigrati) che si accompagnano a condizioni abitative inadeguate;  l’adozione di alta tecnologia (elettrodomestici) non sempre accompagnati da alta coscienza igienica;  l’inesperienza anche delle più elementari norme igieniche;  la comparsa di nuovi patogeni e/o resistenze batteriche;  la presenza in casa di soggetti ammalati, deospedalizzati in modo precoce o con problemi di immunodepressione;  la presenza in casa di animali d’affezione anche non tradizionali.
  • 5. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 5 L’ORIENTAMENTO L’orientamento corrisponde all’esposizione da dare al fabbricato perché determinati locali abbiano a fruire del massimo di soleggiamento e di illuminazione naturale. Così i locali dove si sta più tempo durante il giorno (cucina, soggiorno, salotto), è bene che siano rivolti a sud. TIPOLOGIA DEGLI ALLOGGI Il numero delle stanze deve essere proporzionato a quello dei componenti e questo si esprime con l’indice di affollamento (I.A.). L’I.A. è un buon indicatore della disponibilità delle abitazioni; oltre che un fattore rilevante di rischio di malattia, considerando che, specie nei bambini le malattie infettive sono correlate ad un elevato affollamento. Laddove vi sono persone con problemi fisici tipo handicap, servono alloggi adatti con ascensori, pochi gradini, pavimenti regolari e non sconnessi, ecc. Particolare attenzione va posta nell’eliminazione dei fattori di rischio per la prevenzione degli incidenti domestici. CONTAMINANTI BIOLOGICI La presenza di microrganismi vitali (batteri, virus, funghi), pollini, spore ed acari rende un ambiente igienicamente non sicuro. Parleremo di questo più dettagliatamente quando affronteremo il discorso della sanificazione ambientale. Anche la presenza di animali domestici, se non viene curata la loro igiene, può determinare problemi per la salute umana. INQUINANTI CHIMICI La questione dell’inquinamento degli ambienti interni ha visto un’accelerazione a seguito della tendenza a ridurre la ventilazione mediante isolanti per far fronte alla crisi energetica degli anni settanta. Fra gli inquinanti domestici ricordiamo vari gas come il metano, il GPL e il monossido di carbonio. Altre sostanze rilevabili sono il radon, il fumo di sigaretta che danneggia sia il fumatore attivo sia passivo, vernici sintetiche, formaldeide, smacchiatori, deodoranti, solventi e disincrostanti usati per le pulizie ambientali. L’ossido di carbonio è forse il veleno più subdolo e pericoloso fra quelli che ci circondano in quanto blocca l’emoglobina del sangue senza peraltro essere avvertibile dal nostro olfatto.
  • 6. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 6 Il radon è un gas radioattivo naturale, inodore, insapore e incolore che proviene dal terreno sottostante la casa e vi entra attraverso crepe e fessure delle pareti e dei pavimenti. Viene così aspirato dall’uomo ed accresce il rischio di contrarre un tumore dei polmoni. La formaldeide presente nella fabbricazione di resine e colle sintetiche utilizzate per costruire trucciolari, panforti, tappezzerie porta se inalata a irritazione delle vie respiratorie. A parte la scelta di prodotti meno dannosi, la lotta agli inquinanti domestici si attua con un aumento dell’areazione dei locali, a meno che non esista un ancora più forte inquinamento esterno o che temperature rigide comportino, come conseguenza della maggiore ventilazione, un dispendio energetico inaccettabilmente alto. CAMPI MAGNETICI Oggigiorno si parla molto di campi elettromagnetici capaci di nuocere alla salute (es. problemi di sonno). Per questo sarebbe meglio evitare che il circuito elettrico (cavi e prese) della camera da letto sia disposto lungo tutte le pareti, meglio creare un impianto elettrico con cavi schermati per ogni punto luce o utilizzare un disgiuntore di corrente per togliere la tensione dall’impianto quando non viene utilizzato. Per lo stesso motivo è meglio rinunciare a radiosveglie, tv e computer vicino al letto. La casa inoltre andrebbe costruita lontano da linee elettriche ad alta tensione. Anche gli esperti dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si sono espressi sui requisiti che devono avere le abitazioni: 1. ciascuna famiglia deve disporre di un alloggio ben costruito, in buono stato ed indipendente; bisogna prevedere per ogni alloggio:  un numero di stanze, una superficie utile ed un volume confinato sufficienti a soddisfare i bisogni dell'igiene ed a permettere una vita familiare conforme agli usi ed alla cultura della regione; i locali dovranno essere utilizzati in maniera che né le stanze di soggiorno, né le stanze di riposo siano sovraffollate.  Il minimo di intimità auspicabile per permettere ai diversi membri della famiglia di isolarsi gli uni dagli altri, di non essere disturbati da fattori esterni.  Separazione delle stanze in cui dormono adolescenti ed adulti di sesso differente, salvo ciò che concerne gli sposi.  Una rete di approvvigionamento idrico sufficiente per tutti gli usi individuali necessari all'igiene, al conforto ed alla pulizia.  Un buon sistema igienico di evacuazione delle acque usate, dei rifiuti solidi domestici ed altri rifiuti.
  • 7. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 7  Installazioni appropriate nei bagni, in cucina e per la sistemazione degli alimenti, degli utensili domestici e degli effetti personali.  Protezione sufficiente contro il caldo e il freddo, contro il rumore e l'umidità.  Aerazione adeguata ed atmosfera interna non contenente sostanze deleterie o tossiche.  Una illuminazione naturale ed artificiale sufficiente. 2. Il fabbricato deve essere situato in un aggregato edilizio razionalmente sistemato nel quadro locale e regionale.
  • 8. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 8 MICROCLIMA Per microclima degli ambienti confinati si intende l'insieme delle condizioni climatiche ambientali (ventilazione - temperatura - umidità - illuminazione) che si ritrovano negli spazi chiusi destinati al soggiorno dell'uomo, come case di abitazione, scuole, ospedali, case di cura, luoghi di lavoro, di ristorazione e ricreazione collettiva, ecc. Tanto la composizione chimica quanto le caratteristiche fisiche dell'aria sono estremamente variabili; la loro conservazione in termini di salubrità è un impegno per tutti, con particolare attenzione agli ambienti confinati. Con l'inspirazione, l'individuo introduce ossigeno ed espirando elimina anidride carbonica; più persone in un ambiente chiuso fanno diminuire la percentuale di ossigeno e aumentare quello di anidride carbonica (CO), determinando dell'aria viziata (la quantità di CO non deve superare l'1 x 1000). In presenza di aria viziata un individuo compie atti respiratori più frequenti e meno profondi, avendo a disposizione un tipo di aria povera di ossigeno: alla lunga, si determina uno stato di coscienza intorpidito, una sensazione di stanchezza, compare cefalea e uno stato di malessere indefinito che genera ansia; i pazienti per esempio non hanno bisogno di questo ulteriore stress. Il controllo del microclima è importante per tutte le persone soprattutto per quelle che soggiornano nei luoghi di cura. Per correggere l'aria viziata il semplice intervento richiesto è la ventilazione, ed otterremo il ricambio dell'aria, ma anche la diminuzione della temperatura, ricordando che le alte/umide temperature determinano un clima favorevole alla proliferazione dei germi. In ambienti di area critica (sale operatorie, terapie intensive) l'aria circola in circuiti chiusi, garantendo un ricambio sistemico, che può essere predeterminato, secondo i bisogni specifici; l'aria
  • 9. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 9 di questi ambienti è caratterizzata da pressione più elevata all'interno (pressione positiva), al fine di contrastare l'ingresso di aria all'esterno, non filtrata, quindi potenzialmente inquinante. Possono essere identificati alcuni momenti della giornata in cui è più opportuno procedere alla ventilazione:  al mattino, dopo il rifacimento dei letti, durante gli interventi di pulizia;  nel primo pomeriggio, dopo il pasto e il giro di riassetto;  in ospedale ancora nel tardo pomeriggio, dopo le visite parenti e la cena, per la preparazione a una buona notte. Altro fattore da salvaguardare è il comfort termico dato da una temperatura ambientale dove l'uomo possa mantenere uno stato di benessere psico-fisico rispetto all'ambiente in cui vive o in cui svolge la propria attività lavorativa. Si realizza uno stato di comfort creando una situazione di neutralità termica nella quale l'equilibrio uomo/ambiente sia contenuto con un impegno minimo dei meccanismi di termoregolazione. La temperatura ambientale dipenderà dalle attività svolte in quell'ambiente e quella più idonea è compresa tra i 18 e i 20°C. Il benessere termico è condizionato da un altro fattore che è l'umidità. In condizione di temperatura normale (18 - 20°C) l'umidità può variare tra il 40 ed il 60% se essa scende si avverte una sgradevole sensazione di secchezza delle vie aeree superiori. se essa aumenta si avverte un senso di oppressione, mentre anche l'ambiente ne risente (efflorescenza dei sali solubili nei materiali porosi, distacco di vernici, ammuffimenti, sgretolamenti degli intonaci, corrosione dei metalli, condizioni generali di insalubrità dell'ambiente). Se l'umidità è alta si devono risolvere eventuali problemi ambientali come l'eliminazione di infiltrazioni, garantire un congruo funzionamento del riscaldamento e un adeguato ricambio d'aria, ridurre il sovraffollamento nonché usare deumidificatori. Se l'umidità è bassa si devono utilizzare evaporatori, umidificatori, panni bagnati sui termosifoni o più semplicemente pentole di acqua sulle stufe. Per i reparti di degenza sono consigliate temperature dell’aria comprese tra 20 e 24° C in inverno e 22 – 26° C in estate con valore di umidità relativa variabile entro limiti molto ampi tra 35 – 70 %. Per quanto riguarda i cosiddetti reparti di cura (come le sale operatorie) sono proposti valori di temperatura dell’aria e di umidità sensibilmente più elevati attorno a 50 – 60 %. Per i locali adibiti ad uffici sono invece raccomandati valori di temperatura dell’aria compresi tra 20 e 24° C, di umidità tra 40 e 70 %.
  • 10. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 10 Tutti i locali destinati ad accogliere persone devono infine essere forniti di una superficie finestrata apribile di dimensioni adeguate ad assicurare una sufficiente illuminazione naturale diretta oltre che, come abbiamo visto una adeguata aerazione. Se l'illuminazione naturale è obbligatoria (il sole è considerato un mezzo di disinfezione naturale), d'altra parte va ricordato che un eccesso di illuminazione diretta risulta fastidioso per fenomeni di abbagliamento e quindi di affaticamento visivo che provoca alle persone che si trovano esposte all'azione dei raggi solari; è quindi necessario che le superfici finestrate siano dotate di dispositivi che consentono il loro oscuramento parziale o totale. L'illuminazione dipenderà dal tipo di attività svolta e più le attività sono complesse, maggiore sarà l'intensità luminosa richiesta. Per garantire l'illuminazione in determinati parti della giornata si utilizza l'illuminazione artificiale che nel limite del possibile dovrebbe avere le caratteristiche di quella naturale (non abbagliare e non affaticare). LA DIFESA CONTRO I RUMORI Il rumore si differenzia dal suono perché origina da vibrazioni irregolari ed è percepito dall'uomo in maniera non piacevole, anzi fastidiosa e se prolungato addirittura dolorosa. Negli ospedali e nelle strutture, il rumore può essere di provenienza esterna (traffico stradale, attività edilizie che implicano, in particolare, l'uso del martello pneumatico). Ciò comporta l'opportunità di una adatta ubicazione di queste strutture in un'area né urbana, né industriale e sull'esigenza di impiego di barriere protettive come per esempio degli alberi o delle alte siepi che renderebbero nello stesso tempo gradevole l'ambiente. Il rumore può comunque originarsi anche all'interno della struttura. Fonti interne di rumore sono le comunicazioni verbali (che dovrebbero essere mantenute entro toni di voce tali da non arrecare disturbo), lo squillo del telefono, il movimento dei carrelli, la chiusura troppo brusca di infissi, il funzionamento di apparecchiature e di impianti di ventilazione nonché qualsiasi altro rumore originato dall'operatore durante le normali attività. Molti di questi rumori potrebbero essere evitati con l'adozione di idonei comportamenti da parte del personale e con lo svolgimento di un'opera educativa nei confronti di degenti e visitatori. Inoltre l'uso di materiale fonoassorbente potrebbe sicuramente aiutare nella lotta contro i rumori e contribuirebbe così a migliorare il comfort dei soggetti per i quali alle volte la necessità di quiete è pari a quella di specifiche cure mediche.
  • 11. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 11 INQUINAMENTO DEFINIZIONE Per inquinamento si intende l’introduzione nell’ambiente di sostanze o fattori fisici in grado di provocare disturbi o danni all’ambiente stesso. TIPI DI INQUINAMENTO Quando si parla di inquinamento si pensa principalmente all’inquinamento atmosferico e cioè alla modificazione della normale composizione dell’aria atmosferica ad opera di fumi, gas, polveri, odori, in quanto costituisce uno degli aspetti più pericolosi e preoccupanti, oppure all’inquinamento idrico, provocato da scarichi industriali, agricoli e urbani, o ancora all’inquinamento del suolo, per l’accumulo di rifiuti solidi e liquidi prodotti da attività industriali e domestiche e dall’uso scorretto in agricoltura di fertilizzanti ed anticrittogamici. Non dobbiamo però scordare altri tipi di inquinamento meno evidenti ma ancora più difficili da arginare come l’inquinamento acustico, presente nelle vicinanze di insediamenti industriali e strade trafficate, l’inquinamento elettromagnetico legato al proliferare di stazioni radiotelevisive, l’inquinamento termico come avviene per esempio utilizzando le acque di un fiume per il raffreddamento di una centrale, l’inquinamento luminoso provocato dall’uso indiscriminato di illuminazioni stradali.
  • 12. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 12 PROBLEMI DATI DALL’ INQUINAMENTO L’intelligenza dell’uomo ha rivoluzionato il modo di vivere la quotidianità creando comfort attraverso invenzioni come le automobili le industrie, gli impianti di riscaldamento, gli elettrodomestici. Purtroppo il comfort ha portato inevitabilmente ad una serie di effetti negativi come appunto l’inquinamento. Fra le conseguenze dell’ inquinamento ricordiamo i danni naturali come le desertificazioni, lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento delle temperature, l’effetto serra, le piogge acide, il buco nell’ozono, danni alla flora e alla fauna, il degrado ambientale in generale. Studi scientifici hanno ormai dimostrato l’effettiva responsabilità dell’inquinamento sull’incremento della morbilità (induzione delle malattie) e della mortalità nella popolazione. Ed ecco allora comparire sempre nuove malattie respiratorie, allergie, tumori a carico di tutti gli apparati corporei. Ed è appunto l’apparato respiratorio il sistema più esposto all’effetto dannoso dell’inquinamento ambientale. L’aria è un miscuglio di gas fra cui ricordiamo l’azoto per il 78%, l’ossigeno per il 21%, ed altri gas minori come l’anidride carbonica, l’ozono, l’argon, l’idrogeno. Nell’aria purtroppo possiamo trovare sostanze dannose come composti gassosi tipo l’ossido di zolfo che deriva dai processi di combustione del petrolio o l’ossido di azoto proveniente dagli impianti industriali e dai veicoli a motore o il monossido di carbonio proveniente per esempio dai gas di scarico dei motori a benzina o contaminanti solidi come le temute polveri sottili. COSA È POSSIBILE FARE Molte azioni devono ovviamente essere condotte dallo Stato e fra queste ricordiamo l’emanazione di leggi adeguate, il finanziamento della ricerca, la diffusione di una informazione corretta, la tutela di zone di interesse paesaggistico, la creazione di spazi verdi nelle città. Per combattere l’inquinamento, molto però, possono e devono fare anche tutti i cittadini come seguire questi semplici consigli elaborati da un gruppo di studenti di una scuola media:  Rispettare l’ambiente  Utilizzare i mezzi pubblici  Utilizzare la bicicletta  Effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti  Preferire prodotti in confezioni riciclabili  Preferire prodotti che riducono al minimo l’imballaggio  Non acquistare prodotti usa e getta  Agire in modo di non recare direttamente danno  Preferire prodotti provenienti da coltivazioni biologiche
  • 13. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 13 SMALTIMENTO RIFIUTI RIFIUTI DOMESTICI Per quanto riguarda i rifiuti assimilabili agli urbani, tutte le persone devono diventare consapevoli del degrado ambientale che si produce con una raccolta ed uno smaltimento dei rifiuti inadeguato. Per salvaguardare l’ambiente non dobbiamo però pensare unicamente ad un corretto smaltimento dei rifiuti ma bisogna anche agire su altri livelli prima ancora di produrre gli stessi rifiuti. Gli interventi da attuare si potrebbero riassumere nella “strategia delle cinque R”. 1R. Riduzione all’origine dei rifiuti. Scegliendo i prodotti con meno imballaggi ed evitando gli sprechi (es. l’eccessivo utilizzo di carta da ufficio o di buste di plastica per la spesa) 2R. Raccolta differenziata. Impegnandosi a differenziare i rifiuti riciclabili e a conferirli negli appositi cassonetti. 3R. Riuso degli oggetti ancora utili. Ad esempio i barattoli e le bottiglie di vetro o il lato bianco delle fotocopie per prendere appunti. 4R. Riciclo dei materiali utili. Il vetro, la carta, l’alluminio, il ferro, la plastica, il compost possono essere utilizzati nell’industria, nell’edilizia, in agricoltura. 5R. Recupero di energia Molti rifiuti possono essere utilizzati come combustibili in nuovi e moderni impianti di termovalorizzazione e minimo impatto ambientale
  • 14. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 14 RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI Quasi tutti i materiali che ci circondano possono avere una nuova vita dopo il loro primo utilizzo. Nella maggior parte dei casi, produrre oggetti con materiali riciclati ha costi minori e meno impatto sull’ambiente rispetto all’uso di materie prime vergini con risultati identici dal punto di vista qualitativo. Inoltre, alcuni rifiuti contengono sostanze inquinanti dannose per la salute e vanno perciò raccolti a parte. Quali sono dunque i vantaggi della raccolta differenziata?  È un grande risparmio di energia. Gettar via qualcosa significa infatti gettar via anche l’energia consumata per produrla. Inoltre produrre oggetti con materiali di recupero richiede meno energia che produrli utilizzando materie prime.  Si frena lo sfruttamento di preziose risorse, in molti casi già scarse in natura.  Si riduce la massa dei rifiuti da smaltire, che sono di per sé un problema  Si eliminano correttamente eventuali rifiuti dannosi ed inquinanti. Quali sono le regole da osservare? Fare la raccolta differenziata in casa è una pratica semplice che non comporta particolari sforzi. In fondo la quantità di rifiuti da portare nel cassonetto rimarrà la stessa. L’unica differenza è che sarà necessario raccoglierla in più pattumiere. Una regola base della raccolta differenziata è che i materiali raccolti non devono contenere residui di cibo o di altre sostanze. Per fare ciò, basta sciacquare o pulire l’interno dei contenitori prima di metterli nella pattumiera casalinga della raccolta differenziata. COMPOSTAGGIO Circa il 25-30% dei rifiuti domestici è composto da rifiuti organici come gli scarti da cucina, il fogliame gli sfalci e le erbacce. Questo insieme di rifiuti è detto frazione organica o frazione umida ed ha la caratteristica di essere biodegradabile. Grazie all’intervento dei microrganismi, la frazione organica, se sistemata adeguatamente, si trasforma in pochi mesi in compost, un concime naturale simile all’humus, utilizzabile per arricchire i terreni e il terriccio dei vasi. In questo modo, oltre a ridurre la quantità di rifiuti prodotti, si salvaguarda l’ambiente perché si evita di ricorrere a fertilizzanti chimici o a terricci prodotti nelle torbiere ormai in esaurimento. Creare il compost in casa è semplice, conveniente e non presenta particolari problemi. E’ indispensabile selezionare i rifiuti più adatti ed inserirli nella compostiera. La compostiera è un contenitore capace di raccogliere ed arieggiare i rifiuti che vengono aggiunti mano a mano che vengono prodotti.
  • 15. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 15 RIFIUTI SANITARI Per rifiuto sanitario si intende quel rifiuto proveniente da ospedali, case di cura e affini, pubbliche e private che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Rientrano in tale tipologia di rifiuti anche quelli prodotti a domicilio qualora provengano da attività assistenziali rivolte alla cura di utenti e che come rischio risultino analoghi a rifiuti pericolosi a rischio infettivo. Anche se dal punto di vista dei rischi non esistono prove certe che documentino un maggior rischio dei rifiuti sanitari rispetto agli urbani (derivanti dalle abitazioni, strade, aree pubbliche, ecc.), si possono ipotizzare comunque dei rischi in quanto tali rifiuti potrebbero contenere sostanze chimiche, radioattive o una notevole concentrazione microbica. I rischi ipotizzabili possono essenzialmente essere ricondotti a tre tipi: 1. Rischio fisico: da eventuale contaminazione con sostanze radioattive. 2. Rischio chimico/irritativo: da contatto o inalazione di sostanze chimiche. 3. Rischio biologico-putrefattivo: diffusione di odori sgradevoli, perdita di percolati ad alto contenuto organico e batterico, sviluppo di insetti e roditori, presenza e diffusione di microrganismi. I rifiuti sanitari secondo il D.P.R. 254/2003 sono raggruppati nelle seguenti categorie: A RISCHIO INFETTIVO PERICOLOSI NON A RISCHIO INFETTIVO NON PERICOLOSI CHE RICHIEDONO PARTICOLARI SISTEMI DI GESTIONE ASSIMILATI AGLI URBANI  Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo in questa categoria rientrano tutti i rifiuti che provengono da ambienti di isolamento infettivo. Per gli altri reparti sono da considerarsi i rifiuti che contengono sangue in quantità da renderlo visibile escluso gli assorbenti igienici. Per i rifiuti contaminati da feci ed urine rientrano in questa categoria solo se il medico che ha in cura il paziente ne ravvisi una patologia trasmissibile attraverso tali escreti. Rientrano invece tutti i
  • 16. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 16 seguenti liquidi: liquido seminale, cerebro-spinale, sinoviale, pleurico, peritoneale, pericardio, amniotico e secrezioni vaginali. Infine rientrano anche i rifiuti provenienti da attività veterinaria contaminati da agenti patogeni per l’uomo e l’animale. In definitiva possiamo considerare per esempio come rifiuti pericolosi a rischio infettivo i taglienti, le garze e i presidi con sangue e tutti i rifiuti compresa la spazzatura che proviene dai reparti per malattie infettive, nonché tutto ciò che è contaminato da liquidi corporei interni con esclusione di feci ed urine dove è richiesta una eventuale dichiarazione medica per malattie trasmissibili con tali modalità.  Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo (liquidi di fissaggio, sostanze che contengono mercurio, soluzioni con metalli pesanti, filtri esausti di cappe chimiche).  Rifiuti non pericolosi si trovano in questi rifiuti, tutti quei rifiuti che pur non essendo pericolosi non sono, di norma, assimilati ai rifiuti urbani se non con apposite convenzioni. (es. siringhe e/o presidi non usati ma scaduti)  Rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di gestione (farmaci scaduti, stupefacenti, medicinali citotossici, organi e parti anatomiche non riconoscibili).  Rifiuti sanitari non pericolosi assimilati agli urbani: quelli provenienti da cucine, imballaggi in genere, dalla pulizia dei locali, da attività di giardinaggio, vetro, carta, cartone, materiale ingombrante, plastica. Inoltre gessi ortopedici, sacche per le urine, guanti purché ovviamente non contaminati da sangue e tutti gli assorbenti igienici. MODALITÀ DI SMALTIMENTO Ai fini della riduzione del quantitativo dei rifiuti sanitari da avviare allo smaltimento, deve essere favorito il recupero di alcune categorie di rifiuti sanitari attraverso la raccolta differenziata quali i contenitori in vetro dei farmaci escluso i farmaci antiblastici o se contaminati da materiale biologici, imballaggi di carta, ecc.  I rifiuti sanitari assimilati agli urbani possono essere conferiti al servizio pubblico nei normali cassonetti delle immondizie (rispettando la differenziazione come umido, plastica, vetro, residuo secco, ecc,), quindi avviati alla raccolta differenziata, all’ inceneritore o alla discarica.  I rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo devono essere raccolti in contenitori appositi e conferiti a ditte specializzate le quali prima dell’incenerimento possono provvedere al recupero di materie prime.  I rifiuti che prevedono particolari modalità di gestione come le parti anatomiche non riconoscibili, farmaci, gli stupefacenti e i prodotti citotossici devono essere avviati separatamente all’inceneritore. Si ricorda la necessità di irrorare tutti i rifiuti che sono venuti a contatto con medicinali citotossici e citostatici con una soluzione di ipoclorito di sodio prima
  • 17. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 17 della chiusura del contenitore; questa operazione non deve essere considerata quale disinfezione ma neutralizzazione chimica di questi farmaci.  Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo devono seguire queste direttive: - essere raccolti in contenitori che abbiano caratteristiche di sicurezza (resistenza agli urti, chiusura a tenuta per i liquidi e cioè con sacco interno impermeabile); i rifiuti di emodialisi e dei reparti di malattie infettive vanno raccolti in contenitori separati e il sacco interno non va chiuso perché a differenza del contenitore proveniente dagli altri reparti che viene sterilizzato e recuperato, questo va incenerito assieme al sacco e al suo contenuto. Si parla di un contenitore primario (il sacco impermeabile o il contenitore rigido per taglienti) che deve essere messo in un contenitore secondario (contenitore rigido di plastica dura con coperchio); - stoccare i rifiuti per un tempo limitato in un locale idoneo (5 giorni o 30 se quantitativi piccoli). La decisione circa la possibilità di deposito di tali rifiuti a domicilio dell'utente è attribuita all'operatore che verifica la ricorrenza di condizioni di sicurezza nell'ambito famigliare (esempio presenza di bambini, supporto famigliare adeguato). In ospedale devono esistere procedure di sicurezza atte a far fronte ad eventuali spandimenti di materiale nel locale di stoccaggio. (presenza di DPI e materiale assorbente); - tenere apposite registrazioni di carico e scarico e anche di controllo sul locale stoccaggio; - trasportare i rifiuti nelle sedi di smaltimento/incenerimento, tale trasporto deve essere effettuato da ditte autorizzate che devono attenersi a direttive molto severe; - questi rifiuti possono essere anche sterilizzati e poi immessi nei rifiuti urbani necessitando però di trasporto separato da questi e di apposita autorizzazione. Per quanto riguarda gli aghi e i taglienti si ricordano le disposizioni contenute nel D. m. 28 settembre 1990 già viste nell’unità didattica “Prevenzione e sicurezza”. Gli operatori se lo vogliono possono svolgere un ruolo determinante nel campo dei rifiuti. Infatti, oltre ad attuare correttamente le disposizioni di differenziazione dei rifiuti esistenti nella realtà di ognuno, hanno altre due funzioni importantissime per il fatto che agiscono all’origine, a livello di produzione dei rifiuti e non solo di smaltimento. Ancora una volta si tratta di prevenzione, dato che è possibile anzitutto evitare lo spreco di materiale, soprattutto se monouso, invitando chi lavora con noi a fare lo stesso. Questi materiali hanno non solo un costo di acquisto, ma anche un costo di smaltimento che senza dubbio è quello più caro, in quanto pagato sì in termini monetari, ma anche ambientali e di conseguenza in termini di salute umana, che si può ricondurre nuovamente ad un discorso economico.
  • 18. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 18 GUIDA ALLO STUDIO  Esponi il concetto di abitazione salubre.  Che cos’è il microclima e quali caratteristiche deve possedere?  Quali sono le principali fonti di inquinamento?  Nomina alcuni inquinanti chimici dell’aria confinata.  Perché in ospedale è importante la prevenzione dei rumori?  Quali attenzioni bisogna avere nello smaltimento dei rifiuti domestici?  Che cos’è un rifiuto sanitario e quali problemi potrebbe rappresentare?  Come vengono classificati i rifiuti sanitari?  Quali sono i compiti dell’Oss rispetto alla raccolta dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo?  Come devono essere smaltiti i vari rifiuti sanitari?
  • 19. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 19 SPORCO E POLVERE Lo sporco si potrebbe definire come qualche cosa che provenendo dall'esterno o dall'interno procura disturbo ad un certo ambiente. Tale disturbo potrebbe essere di natura puramente estetica, ma potrebbe concretizzarsi anche in un rischio infettivo. Lo sporco è un ottimo terreno di coltura per i microrganismi Ovviamente non tutti gli sporchi sono uguali e pertanto anche i rischi cambiano (nello sporco organico ci sarà più concentrazione batterica che nello sporco magro). Per riconoscere l'entità del rischio e per poterlo rimuovere con la pulizia è fondamentale riconoscerlo il più a fondo possibile. Lo sporco è un sistema e bisogna conoscerlo bene prima di poterlo combattere
  • 20. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 20 LE FORME DI SPORCO Polvere Sporco magro Sporco grasso o polvere agglomerata o agglomerato (polvere + acqua = fango) (polvere + grasso = unto) o polvere secca La polvere oleosa assorbe umidità e diventa sporco agglomerato Depositi chimici Materiale biologico Sporco che deriva da: (sangue, feci, urine,  acqua dura (sali di calcio e magnesio che espettorato, vomito, lacrime, precipitano, specialmente in acqua calda) cellule epidermiche  sali delle urine desquamate, peli, capelli)  ossidi  salnitro Grassi di origine animale Ragnatele Umidità:  muffe
  • 21. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 21 Sporco recente Sporco vecchio (facilmente asportabile (difficile da rimuovere perché il legame tra perché non ancorato) sporco e superficie è più saldo) "Il nemico da sconfiggere numero uno è la polvere e pertanto il più importante compito della pulizia è quello di rendere un ambiente il più possibile esente da polvere" Si definisce "polvere" il sistema di particelle di dimensione di qualche micron (1 micron = 1/1000 di mm) che si trova allo stato libero su una superficie oppure in sospensione nell'aria. La polvere si distingue in:  polvere di origine minerale (esempio pietre, carbone, cemento)  polvere di origine vegetale (esempio foglie, legno, polline)  polvere di origine chimica (gomma, fumo, smog). I principali componenti della polvere sono: fibre vegetali, pollini, minerali, idrocarburi incombusti, spore fungine, frammenti di insetti e protozoi, peli e forfora, frammenti di epidermide, fumo di sigaretta, muffe, lana, piume e microrganismi. La polvere utilizza l'aria come mezzo di propulsione per e da un posto all'altro e può trasportare microrganismi.
  • 22. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 22 La polvere secca difficilmente si vede in condizioni di luce normale; la superficie sembra apparentemente pulita, ma con una forte luce se ne rileva la presenza. La polvere si localizza principalmente sulle superfici orizzontali depositandosi per gravità e pertanto su questa la contaminazione batterica è superiore rispetto alle superfici verticali. La polvere presente nell'aria deriva da più parti, ma è dal pavimento che viene principalmente rimessa in circolo tramite lo strofinio dei piedi. La polvere non è importante solo quale veicolo di trasmissione di alcune malattie infettive, (es. diffusione Aspergillo) ma provoca altri danni:  può danneggiare gli organi della respirazione (esempio silicosi)  può causare un avvelenamento  può determinare problemi allergici (esempio polline)  può danneggiare apparecchiature come computers  può rigare i marmi o le superfici levigate (esempio silice)  può scalfire i film protettivi metallizzati (cere)
  • 23. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 23 IL PROBLEMA ACARI DELLA POLVERE Gli acari presenti nella polvere di casa sono fonte di allergia. Essi si annidano in varie parti fra cui il letto (materasso, guanciali, coperte), ma si rinvengono anche su moquette, tappeti, divani, poltrone vestiario. Alcuni giorni dopo l'accoppiamento la femmina dell’acaro della polvere depone le uova da cui poi nascono le larve che si trasformano in adulti: il ciclo di vita dell’ acaro della polvere domestica è di circa 70 giorni (è molto importante sapere questo se si vogliono utilizzare con efficacia gli acaricidi non sempre efficaci sulle uova Gli acari si fanno trasportare dalle correnti di aria all'interno dei locali, si attaccano ai vestiti o a grossi insetti (mosche e scarafaggi). Si nutrono di tutto ciò che è organico: forfora, peli, pelle desquamata (ognuno di noi ne perde sul letto 1 grammo al giorno). L'acaro è troppo grande per essere inalato così in profondità nelle vie aeree e per poter causare l'asma; in realtà l'allergia è provocata dalla inalazione delle sue particelle fecali grandi non più di pochi milionesimi di millimetro. Gli acari vivono a casa o in ambienti confinati perché qui trovano le condizioni ideali per potere crescere: cibo, umidità tra 60% e 80%, temperatura tra 15 e 30 gradi con oscillazioni inferiori a 5 gradi, poco ricambio d'aria soprattutto d'inverno.
  • 24. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 24 Suggerimenti utili per le persone allergiche agli acari 1. Chi è allergico dovrebbe evitare di arredare la camera da letto con tende, moquette, tappeti, mobili imbottiti, oggetti di stoffa, libri o altre suppellettili che favoriscono l'accumulo di polvere. 2. Non si devono tenere in stanza gli indumenti che non si usano. 3. Piccoli oggetti che accumulano polvere come libri o giochi, devono essere tenuti il più possibile in cassetti o armadi chiusi. 4. Non fumare negli ambienti poiché il fumo passivo aumenta il rischio di sviluppare allergie. 5. Il bambino allergico deve evitare di saltare sui letti. 6. E' meglio usare un materasso in latice di gomma o poliuretano: un materasso in materiale tradizionale viene colonizzato dagli acari in meno di due anni, per cui sarebbe bene cambiarlo ogni anno (anche i materassi in latice contengono comunque acari). 7. E' meglio usare un guanciale di poliestere lavabile. 8. Avvolgere il materasso in un involucro (tipo di gorotex) che oltre ad alterare l'equilibrio fisico-chimico del materasso priva gli acari del nutrimento (forfora). 9. Lavare la biancheria del letto in acqua almeno a 60°C ogni settimana, e ogni 15 giorni le coperte. 10. Tutti gli indumenti od oggetti (animaletti di peluche) che non possono essere lavati a 60°C, vanno posti nel freezer di casa per 12 - 24 ore e lasciati poi a temperatura ambiente per 30 - 60 minuti e quindi lavati. 11. Aspirare la polvere del materasso, dal guanciale e dalle coperte ogni settimana per eliminare la forfora, oltre ad uova, feci e detriti degli acari, e gli acari stessi nei loro vari stadi di sviluppo. Passare ogni settimana i copri materassi con un panno umido. 12. L'aspirapolvere è un buon alleato, meglio se munito di sacchetto interno con filtri elettrostatici ad alta efficienza o ad acqua. 13. Durante le pulizie domestiche gli allergici dovrebbero indossare una mascherina protettiva e non tornare nella stanza prima che siano trascorsi 30 minuti, necessari perché le particelle disperse nell'aria si depositino. 14. Aerare frequentemente la camera da letto esponendo ogni giorno alla luce del sole lenzuola e coperte.
  • 25. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 25 15. Durante la stagione fredda, non mettere gli acari in condizione di proliferare mantenendo la temperatura domestica bassa (19 - 20°C) ed evitando fonti di umidità (vaschette per l'acqua dei termosifoni o per le piante, vapore del bagno e della cucina). 16. Scegliere quale località di vacanza la montagna (sopra i 1500 metri) dove gli acari non si trovano. 17. Non stendere la biancheria in casa. 18. Preferire la base del letto con doghe in legno per facilitare la pulizia. 19. non rifare il letto subito, ma lasciarlo sfatto fino al pomeriggio per garantire la ventilazione alle lenzuola e al materasso. 20. E’ possibile lavare gli oggetti con acqua ed eucalipto (20 ml di olio di eucalipto in 10 litri di acqua).
  • 26. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 26 OCCASIONI DOVE È POSSIBILE SOLLEVARE LA POLVERE SISTEMI DI PREVENZIONE Spolveratura e scopatura a secco con scope tradizionali: la polvere viene spostata da una parte all'altra anziché rimossa. Utilizzare assolutamente sistemi ad umido in grado di trattenere la polvere quali panni inumiditi o meglio garze monouso preimpregnate con sostanze antisettiche o panni in microfilm. Vantaggi scopatura ad umido:  maggior igiene (meno microrganismi in circolazione)  riduzione dei problemi legati alla polvere (estetici, tossici/allergici, ecc.)  risparmio di tempo (non necessità di lavori successivi per rimuovere la polvere ridepositata) Rifacimento letto Lavorare con sincronia evitando di alzare con movimenti bruschi le coperte o di sprimacciare cuscini e materassi. Attendere almeno 15 minuti prima di iniziare la scopatura e la spolveratura. Attraverso ventilatori, condizionatori d'aria, porte, finestre. Evitare l'uso o controllare e sostituire i filtri delle prese d'aria esterne. Pulire costantemente, vetri, infissi, telai, tapparelle. Attività frenetiche: la povere segue i moti ascensionali e discensionali delle correnti d'aria e pertanto si sposta continuamente. Ridurre al minimo il territorio in certi ecosistemi affinché la polvere resti depositata e quindi più facilmente asportabile. Laddove è possibile ridurre la porosità dal pavimento con applicazione di cere. Aspirapolvere: usata normalmente per Utilizzare aspirapolveri con filtri dell'aria in uscita
  • 27. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 27 rimuovere la polvere può diventare un mezzo per trasmetterla in quanto può passare nel filtro ed essere rimessa in circolo. ad alta efficacia (Hepa avanzati - Gorotex - carboni attivi - acqua). Attività edilizie e di ristrutturazione o costruzione intraospedaliera Circoscrivere e sigillare l’area di intervento con barriere che si estendono dal pavimento al soffitto superando, se presente, il controsoffitto. Creare una zona filtro. Depositare le attrezzature di lavoro in zone precise.
  • 28. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 28 PULIZIA Pulizia è la rimozione meccanica dello sporco da superfici, oggetti, cute, ecc. E' eseguita di norma con l'impiego di acqua con o senza detergenti. Rimuovendo lo sporco si rimuovono i microrganismi. Sanificazione metodica che si avvale dell'uso di detergenti per ridurre il numero dei batteri contaminanti, consentendo di mantenere i livelli di sicurezza nei limiti fissati dalle normative. (= pulizia fatta con detergenti) Sanitizzazione metodica che si avvale previa pulizia con l’acqua e detergente dell'uso di disinfettanti per mantenere il livello di contaminazione nei limiti di sicurezza fissati dalle normative. (= disinfezione cioè uccisione di microrganismi patogeni che comportano il rischio di contaminazione) Sequenza degli interventi: 1. rimozione grossolana dei rifiuti 2. spolveratura e scopatura ad umido 3. detersione rimozione fino all’80% dei germi presenti 4. eventuale risciacquo 5. asciugatura 6. disinfezione solo se occorre rimozione del 90% di germi se eseguita correttamente dopo le cinque fasi precedenti
  • 29. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 29 "Un'accurata pulizia talvolta può essere efficace quanto una disinfezione, mentre non è assolutamente vero il contrario (la disinfezione sempre non serve e il disinfettante non agisce sullo sporco". Troppo spesso il concetto di pulizia viene valorizzato esclusivamente sotto l'aspetto estetico, sicuramente molto importante dal punto dal punto di vista psicologico; ricordiamo però che la pulizia concorre in maniera significativa alla lotta alle infezioni. Una sanificazione ben fatta con l'asportazione razionale dello sporco diminuisce la carica microbica ambientale. Ecco perché, bisogna abbandonare l’idea secondo la quale l’operatore addetto alla pulizia svolge un lavoro umiliante e degradante. Le pulizie devono essere programmate e non lasciate al caso o all'improvvisazione, infatti: ELEMENTI DA CONSIDERARE NELLA PROGRAMMAZIONE DELLE PULIZIE AMBIENTALI  operatori disponibili  tempo a disposizione  dimensione dei locali da pulire  materiali ed attrezzature in dotazione  dispositivi di protezione individuale presenti  tipo di sporco e livello di contaminazione presente anche in base alle attività precedentemente fatte  livello di pulizia/disinfezione desiderato  densità del traffico ed attività assistenziali concomitanti
  • 30. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 30  qualità e caratteristiche delle superfici da pulire  indicazioni e raccomandazioni presenti sull'utilizzo dei prodotti e materiali  indicazioni rispetto alla presenza di persone allettate per decidere quanto e come si può arieggiare  tipo di pulizia richiesto: ordinaria - periodica - finale  particolari problemi della struttura da pulire  considerare il tipo di pulizia richiesto. COME SI MISURA IL PULITO Tradizionalmente noi misuriamo il pulito attraverso i nostri sensi e cioè la vista, l’olfatto, il tatto. Non esistono infatti, strumenti che misurino quante ragnatele pendono dal soffitto, quanto sporco c’è su un vetro, la presenza di cartacce sul pavimento, un cestino non vuotato. Però tutte queste percezioni sensoriali sono soggettive e spesso si scontrano con l’oggettività di cui spesso abbiamo bisogno. Ecco allora che soprattutto dove le pulizie sono in appalto servono degli strumenti per misurare il pulito; esaminiamone alcuni di cui disponiamo: o piastre con terreno di coltura per la misurazione della carica batterica: la piastra viene fatta aderire alla superficie da esaminare, poi si mette in incubatrice e si contano le colonie batteriche che si sono sviluppate sulla piastra; o misuratore della carica batterica dell’aria: si tratta di un piccolo aspiratore che filtra l’aria su una piastra che poi si mette in incubatrice e si contano le colonie batteriche che si sono sviluppate; o bassouometro per rilevare la polvere: si tratta di un carrellino con un tampone che si fa strisciare sulla superficie da esaminare, quindi vengono contate le righe di polvere che compaiono sul tampone; o bioluminometro per rilevare la presenza di carica organica: lo strumento misura la presenza di residui organici su superfici; si utilizzano provette sigillate con il reagente necessario al rilevamento. Si strofina un apposito fac-simile di cotton fioc sulla superficie da esaminare e si inserisce nella provetta dove senza bisogno di incubazione avverrà subito la reazione;
  • 31. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 31 TIPI DI PULIZIA - Pulizia ordinaria o giornaliera: viene eseguita quotidianamente, comprende la spolveratura degli arredi ad altezza d'uomo, la detersione delle maniglie, delle porte, delle impronte nonché la scopatura e il lavaggio del pavimento. - Pulizia periodica o di fondo: è il completamento della pulizia ordinaria, eseguita a scadenze programmate, richiede più tempo e riguarda la pulizia approfondita anche di quello non trattato nella pulizia giornaliera (vetri, termosifoni, pareti). - Pulizia finale: viene eseguita in caso di dimissione, allontanamento da casa, decesso, contaminazione per malattia infettiva e comprende pertanto anche la disinfezione. - Pulizia di emergenza: è una o pulizia non programmata (es. macchia sul pavimento di materiale biologico o altro). REGOLE GENERALI DI SICUREZZA DA OSSERVARE 1 Osservare tutte le norme di autotutela per salvaguardare sé stessi:  Far uso di guanti personali (differenti a seconda delle aree da pulire: wc - cucine - altro) ed evitare di toccare a mani nude sporco, rifiuti in genere, detergenti e/o disinfettanti  Tenere i capelli, se lunghi, raccolti per evitare che vengano a contatto con attrezzature o si sporchino  Non avvicinare al camice scope, sacchi o materiale sporco  Proteggere la divisa con un camice di protezione  Lavarsi accuratamente le mani al termine delle pulizie  Preferire posture che salvaguardino la propria schiena  Salvaguardarsi dal rischio elettrico  Non improvvisare scale di fortuna per raggiungere le parti alte e non salire sulle scale con le suole delle scarpe bagnate  Porre attenzione ai pavimenti bagnati e scivolosi 2 Utilizzare l'attrezzatura secondo procedura 3 Conoscere e utilizzare i prodotti chimici con attenzione
  • 32. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 32 PULIZIE IN OSPEDALE E NELLE STRUTTURE In ospedale e nelle strutture, va considerata la macroscopicità dello sporco introdotto da persone e materiali provenienti dall'esterno (generalmente a rischio infettivo contenuto) e la forse minor vistosità (ma maggiore "pericolosità") di quello prodotto dalle attività assistenziali ed alberghiere. Per quanto riguarda il livello di pulizia o disinfezione desiderato, è fondamentale ricordare che non tutte le aree dell'ospedale e delle strutture rivestono lo stesso rischio infettivo. Secondo l'ormai nota classificazione esso può essere suddiviso in tre classi di rischio infettivo: a) alto rischio: aree in cui sono ospitati pazienti altamente suscettibili alle infezioni (ad esempio isolamento, sale operatorie, terapie intensive); b) medio rischio: aree in cui sono ospitati pazienti non soggetti a specifici rischi infettivi (ad esempio camere di degenza, servizi igienici); c) basso rischio: aree in cui i pazienti non soggiornano (ad esempio corridoi, sale di attesa, soggiorni, uffici). E' ovvio, però, che questa classificazione deve essere integrata da considerazioni di buon senso. Non è ipotizzabile, infatti, che un'area definita "ad alto rischio" venga rigidamente vista come tale: bisogna tener conto che anche lì sono presenti zone a "medio" o "basso rischio" che richiedono diversificati interventi di pulizia/disinfezione (ad esempio lo stanzino degli infermieri, il deposito del materiale pulito, ecc.). PULIZIE A DOMICILIO A domicilio se non ci sono persone malate con problemi di natura infettiva o con un sistema immunitario depresso e pertanto a rischio di infezioni, abbiamo esigenze igieniche diverse da quelle presenti in ospedale o nelle strutture. L’utilità di usare in maniera indiscriminata i disinfettanti anche nell’igiene domestica è per esempio una prassi discutibile. A domicilio poi, non sempre è possibile disporre dei materiali e degli strumenti che con facilità troviamo nelle strutture, ciò che non cambia sono invece i principi che regolano le pulizie. Il lamello con panno monouso per esempio probabilmente è impensabile trovarlo, useremo allora una scopa di nylon o di saggina senza sollevare troppa polvere e avvolgendola se è il caso con uno straccio umido. Per gli interstizi difficili da raggiungere ci si può aiutare con un pennello morbido. Il sistema MOP sarà sostituito da uno strofinaccio e da uno spazzolane di radica o di plastica ma ciò
  • 33. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 33 non ci deve impedire di rispettare alcune regole basilari quali: piegarsi correttamente, evitare di bagnare troppo il pavimento per cui lo strofinaccio va strizzato e si deve procedere all'asciugatura del pavimento con lo strofinaccio strizzato molto bene prima che questo asciughi. Ancora, si eviterà di contaminare la propria persona, munendosi di un grembiule e di guanti di gomma e proteggendo i propri capelli con un foulard. I panni di cotone e i panni monouso saranno a domicilio sostituiti da spugne, canovacci, stracci di lana, anche questi come nelle strutture vanno differenziati (esempio bagno-cucina). Se non ci sono i panni, possono servire degli stracci di tela in cotone come vecchie camice o vecchi grembiuli. Gli stracci vanno lavati con una certa frequenza; lo si può fare a mano o in lavatrice ricordandosi di fare un bucato solo per loro e di pulire subito dopo il lavaggio il filtro della lavatrice; infatti gli stracci perdono molti pelucchi. Tutto il materiale per le pulizie va conservato asciutto e pulito, i detergenti devono essere tenuti lontano dagli alimenti. I secchi e le catinelle vanno tenuti divisi a seconda dell'uso cui sono destinati, pertanto saranno di diversi colori o contrassegnati con un colore indelebile come lo smalto per le unghie. Anche per le pulizie domestiche poi, è importante evitare fatiche superflue e spreco di tempo per cui è necessario procedere con metodo come per esempio portare nella stanza in cui si vuole iniziare la pulizia tutto quello che occorre per evitare un andirivieni. Bisogna sapere inoltre già fin dall'inizio quanto tempo c'è a disposizione prima di intraprendere qualsiasi lavoro per poterlo convenientemente ultimare.
  • 34. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 34 STRUMENTI PER LA PULIZIA LA PULIZIA, SECONDO L’OMS, NON DEVE ESSERE “CONTAMINANTE”. RACCOMANDAZIONI PER GLI ATTREZZI  Tutti gli attrezzi vanno diversificati con un codice colore (esempio rosso  wc, azzurro  stanze, bianco  cucina).  Tutti gli attrezzi, laddove è possibile, dovrebbero poter disporre di sistemi monouso (usa e getta)  Tutti gli attrezzi devono essere usati secondo procedura.  Tutti gli attrezzi utilizzati, al termine, devono essere considerati contaminati e vanno pertanto puliti con una soluzione di detergente ed asciugati; periodicamente devono essere anche disinfettati.  Tutti gli attrezzi devono essere conservati asciutti (esempio secchi capovolti e scope appese).  Tutti gli attrezzi devono essere conservati in un locale apposito, in luogo asciutto, pulito e ben illuminato.  Tutti gli attrezzi dovrebbero essere sistemati preferibilmente su un carrello il quale deve essere ben pulito e completo di tutto l'occorrente.
  • 35. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 35 PRINCIPALI ATTREZZI PER LE PULIZIE  panni in microfibra divisi per codice colore  mop divisi per codice colore  panni antistatici per la velatura  scopa a lamello  scopa normale e paletta  attrezzo a “L” per la spolveratura delle superfici alte  spazzolone autoalimentato per disinfezione (ove sia prevista disinfezione di routine)  sacchetti per i rifiuti  guanti in nitrile o vinile  guanti in gomma MICROFIBRA La microfibra si ottiene dal frazionamento di fibre naturali (cotone, viscosa) o sintetiche (poliestere, poliammide) attraverso differenti processi produttivi. Le fibre sottilissime consentono di penetrare nelle più piccole porosità di ogni superficie e asportare qualsiasi particella liquida o solida. Più la microfibra è sottile (si arriva fino a mille volte più sottile di un capello) maggiori sono le sue proprietà. PANNI A RILASCIO CONTROLLATO Un altro problema è quello del rilascio di detergente: si stanno studiando materiali che siano in grado di rilasciare la soluzione in modo sempre uniforme, onde evitare che il liquido venga rilasciato per la maggior parte nei primi metri quadrati.
  • 36. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 36 MACCHINE ELETTRICHE PER LE PULIZIE Un discorso a parte meritano le macchine elettriche usate per le pulizie le quali richiedono un buon uso e un'accurata manutenzione affinché rendano meglio e perché presentino minori rischi per le persone che le utilizzano. Vediamo prima di tutto le caratteristiche che dovrebbero possedere: - robustezza - semplicità d'uso - sicurezza ed affidabilità - facilità di manutenzione Particolare attenzione sarà rivolta soprattutto alla parte elettrica: il filo deve essere sempre integro senza sfilacciature o riparazioni di fortuna, la spina deve essere perfetta in tutte le sue parti. Appena c'è qualche cosa di strano (odore di bruciato, fumo) bisogna far subito controllare l'apparecchio. Nell'adoperare le macchine elettriche per le pulizie bisogna ricordarsi di chiudere sempre l'interruttore prima di staccare la spina e che questa va estratta delicatamente e mai tirando il filo. Per evitare di cambiare continuamente presa bisogna usare una prolunga per raggiungere tutti i posti da pulire facendo attenzione di srotolare completamente il filo e che i raccordi non vengano a contatto con il bagnato. Tutte le macchine elettriche vanno spostate delicatamente senza trascinarle con forza, vanno tenute in un luogo riparato, come un ripostiglio, non sul balcone all'aria aperta dove si sporcano e si rovinano.
  • 37. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 37 DISINFESTAZIONE La disinfestazione è la realizzazione di tutte le misure indispensabili per evitare l'annidamento di insetti e di animali pluricellulari pericolosi per la salute o comunque per eliminare la loro temporanea presenza. La pratica della disinfestazione deve essere considerata uno strumento complementare per la prevenzione delle malattie da infezione ospedaliera. Anche a domicilio tale pratica riveste un'importanza fondamentale. La presenza di infestanti può arrecare:  malattie infettive quando gli infestanti diventano vettori di microrganismi;  alterazione di cibi o di materiali;  notevole danno estetico.
  • 38. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 38 I principali infestanti da considerare dal punto di vista delle malattie infettive sono: mosche, topi e scarafaggi. Mosche Dal punto di vista igienico la lotta contro le mosche ha grandissima importanza perché questi insetti possono veicolare agenti d molte malattie infettive (tifo, colera, tubercolosi, dissenteria, difterite, ecc.). Le immondizie favoriscono lo sviluppo delle mosche che vi depongono le uova (120 - 150 per volta) e permettono alle larve di trarre dai rifiuti l'alimento necessario alla vita. La mosca vive più di 8 - 10 settimane; si nutre indifferentemente di zucchero, latte, feci, escreati, ecc. Per combattere le mosche è di fondamentale importanza la pulizia: occorre allontanare i rifiuti sia solidi che liquidi con coperchi a buona tenuta. Topi I topi e i ratti sono mammiferi appartenenti all'ordine dei roditori, la cui potenzialità è data dal fatto che possono accoppiarsi in quasi tutti i periodi dell'anno e che gli individui giovani, a loro volta, sono in grado di accoppiarsi e riprodursi dopo due mesi di vita. Il pericolo che i ratti offrono è determinato dal genere di vita che essi conducono: passano dalle fogne alle cucine, dai depositi di rifiuti a quelli alimentari, trasportando meccanicamente agenti patogeni che rimangono attaccati al loro pelo, alle zampe e al muso. Scarafaggi o blatte Sono insetti onnivori (scarafaggio delle cucine) che prediligono cucine, dispense, montacarichi e montavivande, dove trovano poca luce, umidità e tepore, caldo - umido e sporco. Sono un veicolo di malattie parassitarie, oltre che a causare danni alle derrate alimentari, che insudiciano con i loro secreti. La lotta a questi insetti o animali molesti comprende misure di tipo preventivo e misure per la distruzione vera e propria.
  • 39. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 39 MISURE PREVENTIVE ATTUABILI  Segnalare le strutture e gli impianti danneggiati e mettere in atto accorgimenti edilizi per ostacolare l'ingresso (chiusura fessure - interstizi - reti di protezione).  Immagazzinare in modo ordinato le derrate alimentari e il materiale.  Conservare correttamente e rimuovere i rifiuti e le immondizie, in recipienti chiusi.  Pulire accuratamente i locali.  Creare un ambiente luminoso. Comunque la presenza / assenza di roditori / insetti, sono un buon indice delle condizioni di pulizia di un ambiente, oltre che del "comfort abitativo - igienico" per utenti e personale. DISTRUZIONE DEGLI INFESTANTI PRESENTI  Utilizzo di disinfestanti chimici (esche, tavolette, polveri, nebbie, gas, liquidi) a cura di operatori specializzati ed in possesso di patentini per l'utilizzo degli antiparassitari.  Utilizzi di mezzi meccanici: trappole attrattive che si basano sulla confusione sessuale, trappole con vischio, trappole a scatto, elettricità, ecc.  Interventi di carattere ecologico solo per il domicilio con l'uso di aceto, limone, grani di pepe, chiodi di garofano, ecc.
  • 40. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 40 GUIDA ALLO STUDIO  Elencare le principali forme di sporco riscontrabile.  Perché dobbiamo classificare lo sporco?  Qual è l’origine della polvere e quali i problemi che determina?  Elenca alcuni suggerimenti per le persone allergiche agli acari della polvere.  Quali sono le occasioni in cui possiamo sollevare polvere e cosa è possibile fare per ridurne la presenza?  Definizioni di pulizia - sanificazione - sanitizzazione.  Qual è la sequenza degli interventi di sanificazione?  Cosa vuol dire programmare le pulizie e quali sono gli elementi da considerare nella programmazione?  Come si misura il pulito?  Concetto di pulizia ordinaria - periodica - finale - di emergenza.  Quali sono le regole generali da osservare durante la sanificazione al fine di contenerne i rischi per l’operatore?  La pulizia a domicilio e nelle strutture e all’interno delle stesse strutture deve seguire la stessa metodologia?  Quali raccomandazioni bisogna avere a riguardo del materiali per le pulizie?  Elenca le principali attrezzature necessarie per le pulizie ambientali.  Vantaggi del panno in microfibra  Che cos’è la disinfestazione?  A che cosa può portare la presenza di insetti? Fare qualche esempio.  Cosa vuol dire per l’O.S.S. fare disinfestazione?
  • 41. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 41 RIMOZIONE DELLO SPORCO LA DETERGENZA I quattro fattori determinanti per avere la detergenza ideale sono i seguenti: Nel caso del bucato in lavatrice si fa uso del detersivo, dell'acqua calda, della rotazione del tamburo e del tempo in cui tutto il processo avviene. Anche quando ci laviamo le mani, senza saperlo applichiamo il cerchio fattoriale ideale della detergenza: usiamo il sapone, apriamo preferibilmente il rubinetto dell'acqua calda o tiepida, sfreghiamo le mani una contro l'altra (azione abrasiva) e attenderemo qualche istante (tempo necessario al prodotto chimico per agire) prima di risciacquare. Nel caso del lavaggio a fondo o della deceratura si raccomanda sempre l'uso dell'acqua calda, di lasciar agire i prodotti e di usare delle macchine per l'applicazione del prodotto chimico. Se manca però uno dei quattro fattori gli altri tre andranno rinforzati. Azione Azione meccanica prodotto abrasia chimico Tempera- Tempo tura di azione
  • 42. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 42 I DETERGENTI Con il termine "detergente" si indica un qualunque prodotto capace di produrre un effetto di detersione. L'azione di pulizia è determinata dal potere schiumante, bagnante, emulsionante e di detergenza per cui lo sporco si distacca in conseguenza della modificazione di contatto tra substrato sporco e acqua. I detergenti si dividono in vari gruppi: a) detergenti inorganici b) detergenti organici naturali c) detergenti sintetici A noi interessano, in particolare, i detergenti sintetici per le peculiari proprietà tensioattive, capaci cioè, di diminuire la tensione superficiale dell'acqua facilitando la rimozione dello sporco. Questi ultimi, a seconda della molecola che li costituiscono si dividono in: a) tensioattivi ionici di tipo anionico (dove la parte attiva della molecola è un ione negativo) e di tipo cationico (dove la parte attiva è un ione positivo) b) tensioattivi non ionici (dove è l'intera molecola ad avere l'attività sulla tensione superficiale) c) tensioattivi anfolitici (dove la porzione tensioattiva della molecola può essere carica positivamente o negativamente a seconda del pH della soluzione) Questi tensioattivi si comportano in maniera diversa: esempio i cationici hanno anche una leggera azione battericida, i non ionici facilitano meglio l'azione successiva del disinfettante aumentando la permeabilità della parete cellulare dei microbi, e rimuovono meglio lo sporco grasso, gli anionici penetrano meglio, ecc. Lettura corretta di un'etichetta PERCENTUALE DI DILUIZIONE (es. 2%) COME DEVE ESSERE UTILIZZATO COSA FARE - PREVENIRE o CURARE (es. conservazione, centro antiveleni) COMPONENTI (es. tipo e percentuale tensioattivi, quantità di acqua, polifosfati) PERICOLO (NOCIVO - TOSSICO - CORROSIVO) Dosaggio consigliato Modalità d'uso Contatto - Avvertenze _______ _______ sostanze _______ X
  • 43. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 43 Come agisce il detergente L'azione di un detergente è piuttosto complessa ed è influenzata da diversi fattori come la durezza dell'acqua, il pH, il tipo di tensioattivi, il tipo di sporco, il tipo di substrato, ecc. Esiste tuttavia un meccanismo di base che è legato al tensioattivo e che può spiegare in che modo lo sporco viene rimosso da una superficie. La molecola di un tensioattivo può essere raffigurata come un cerino con la testa e il gambo. Idrofila “ama” l’acqua Lipofila "ama il grasso e lo sporco Il gambo ha una struttura affine al grasso mentre la testa è solubile in acqua. A seconda della formulazione, la parte testa si "rivolgerà" sempre verso l'acqua mentre la coda si attaccherà sempre al grasso o allo sporco. IL GRASSO E LO SPORCO SONO ADESI ALLE SUPERFICI CON FORZE SUPERFICIALI IL TENSIOATTIVO è capace di diminuire la tensione superficiale tra lo sporco e la superficie e favorisce l'asportazione dello sporco stesso.
  • 44. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 44 COME? 1. Immaginiamo un substrato con una macchia. Il substrato può essere un pavimento, una scrivania, un lenzuolo, ecc. 4. Le molecole si incuneano anche tra il substrato e la macchia, fino a staccarla. Il detergente è più o meno efficace in funzione della facilità con cui ha agito. 2. Sul substrato, e quindi sulla macchia di sporco, versiamo una soluzione di detergente, oppure immergiamo il substrato dentro la soluzione detergente come nel caso delle lenzuola. 5. La macchia di sporco si frammenta e resta in sospensione nel liquido. Si viene a creare una repulsione elettrica per cui lo sporco si respinge e non può più aderire alla superficie. 3. Le molecole del tensioattivo si attaccano con forza e tutto attorno alla macchia di sporco. 6. Con il risciacquo asportiamo detergente e sporco. INOLTRE 7. Vengono continuamente liberati nuovi tensioattivi che si erano costituiti in serbatoi (micelle) man mano che la soluzione si impoverisce di tensioattivi.
  • 45. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 45 Nell'uso dei detergenti seguire attentamente le istruzioni. Non miscelare tra loro i detergenti: le molecole di detergente si legano tra loro con la parte che dovrebbe attaccare lo sporco e lo sporco rimane dov'è, anzi aumenta Qualora il detergente non venga usato puro, non diluirlo eccessivamente: perché altrimenti solamente una parte di sporco è attaccata dal detergente e una parte di sporco rimane dov'è. Così come non concentrare eccessivamente il detergente: perché altrimenti c'è un attacco inefficace di detergente sullo sporco in quanto il prodotto si dispone a pacchetto. Ma diluire correttamente il detergente: in questo modo c'è un attacco efficace di detergente sullo sporco.
  • 46. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 46 Mai unire due prodotti diversi perché ne può derivare: 1 inattivazione del preparato, se un prodotto a pH acido agisce a pH alcalino (es. saponi + sali di ammonio quaternario) 2 formazione di sostanze tossiche, con grosso rischio per l'operatore (es. ipoclorito di sodio + acido muriatico o ammoniaca). DILUIZIONI 1% =1 ml/cc di detergente in 100 ml/cc di acqua = 10 ml/cc di detergente in 1000 ml/cc di acqua cioè in 1 litro 0,5 % = 0,5 ml/cc di detergente in 100 ml/cc di acqua = 5ml/cc di detergente in 1000 ml/cc di acqua cioè in 1 litro Esempio: Detergente/ disinfettante Materiale Acqua Calcoli da fare Quantità di prodotto Detergon 5% Sanix 1% pavimenti superfici 10 litri 5 litri 10 litri = 10.000ml 5:100 = x:10.000 5 litri = 5.000ml 1:100 = x:5.000 500 ml = 5 bicchieri piccoli 50 ml = 1 tazzina piccola del caffè NB: quando si parla di ml/l si intende la quantità di prodotto sul totale di un litro, esempio 100ml/l = 100 millilitro di prodotto + 900 millilitri di acqua.
  • 47. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 47 MISURE ALTERNATIVE (capacità approssimativa di alcune comuni misure di liquidi) 1 cucchiaino da caffè = 2,5 ml 1 cucchiaino da tè = 5 ml 1 cucchiaio da tavola per minestra = 10 ml 1 tazza piccola da caffè piena = 100 ml 1 bicchiere da vino = 150 ml 1 bicchiere da acqua = 200 ml IMPORTANZA DEL pH NEI DETERGENTI pH = è la misurazione del grado di acidità o alcalinità di una sostanza, cioè è un'unità di misura che serve per indicare se tale sostanza "brucia" o no. "Bruciare" può significare: irritare la pelle, corrodere (i pavimenti, fare buchi nei tessuti, rovinare le rubinetterie, intaccare le porcellane, ecc.) Non solo gli acidi (come l'acido muriatico) ma anche le basi (come la soda caustica) "bruciano". Per la pulizia quotidiana si devono impiegare prodotti rigorosamente neutri, che hanno cioè un'unità di pH che va da 6 a 8. Pur riconoscendo che certi tipi di sporco richiedono pH diversi: esempio i depositi calcarei devono essere rimossi con detergenti acidi mentre lo sporco grasso nelle cucine viene rimosso meglio dai detergenti alcalini. Valore neutro Zona acida Zona basica 1 2 3 4 5 6  8 9 10 11 12 13 14 Anticalcarei Sgrassanti N.B.: più si va verso i limiti 1 o 14, più aumenta l’aggressività del prodotto.
  • 48. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 48 CARATTERISTICHE DI UN BUON DETERGENTE  deve tener conto del tipo di sporco da pulire;  non deve intaccare le superfici da pulire;  deve essere di facile maneggevolezza e applicazione;  deve essere compatibile con gli eventuali disinfettanti applicati in un secondo tempo  deve avere un certo grado di biodegradabilità;  deve possedere una buona convenienza di costo. PRINCIPALI CATEGORIE DI DETERGENTI  Detergenti universali per superfici dure = svolgono la loro funzione su tutte le superfici, oltre a contenere tensioattivi vari, contengono molta acqua e presentano un pH alcalino;  detersolventi = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di solventi per sfruttarne l'azione sgrassante;  detergenti disinfettanti = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di un disinfettante il quale ovviamente non potrà eliminare completamente i germi data la concentrazione d'uso probabilmente insufficiente;  detergenti abrasivi e semiabrasivi = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di particelle di quarzo, silice pomice o carbonato di calcio che servono per eliminare lo sporco particolarmente tenace;  detergenti per pavimenti manutentori = simili ai detergenti universali, non sono aggressivi;  detergenti per vetri = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di solventi alcolici o petroliferi; possono contenere anche ammoniaca o derivati siliconici per dare brillantezza;  detergenti per sanitari = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di acidi per avere una funzione disincrostante;  detergenti proteolitici = contengono tensioattivi vari con l'aggiunta di specifici enzimi che dissolvono rapidamente sangue, pus, saliva ed altri residui organici. Vengono usati per facilitare il distacco di queste sostanze dalle superfici dei materiali e dagli strumenti sanitari;  detergenti deceranti = contengono tensioattivi e sono detergenti generalmente fortemente alcalini specifici per l’asportazione della cera metallizzata.
  • 49. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 49 SISTEMI CASALINGHI DI PULIZIA Anche a domicilio bisognerebbe avere come nelle strutture prodotti diversificati perché le superfici da trattare sono estremamente diverse (superfici dure come plastica o formica, ceramica, o tenere come tessuti, legno, pelli). Capita però di doversi arrangiare con prodotti naturali, ma non per questo meno efficaci. Vediamone solamente alcuni:  acqua calda o caldissima con un po' di alcool oppure qualche cucchiaio di aceto e sale come detergente per pavimenti;  miscela di acqua e bicarbonato come detergente per superfici;  un bicchiere di aceto in 1 litro di acqua come disincrostante per wc;  mezzo bicchiere di alcool denaturato più 2 gocce di detergente per piatti in 1 litro di acqua come detergente per vetri;  soda in cristalli al posto di un detergente sgrassante per pavimenti;  1 litro di acqua più mezzo bicchiere di alcool denaturato più 2 cucchiai di detersivo per piatti più 1 cucchiaio di bicarbonato e al momento dell'uso una tazza da caffè in ogni litro d'acqua anziché un detergente per pavimenti;  acqua molto calda con sapone sciolto per superfici metalliche e plastificate;  acqua tiepida e sapone neutro per la pulizia del linoleum;  alcool o aceto più un foglio di giornale bagnato nell'acqua e strizzato e un nuovo foglio di giornale asciutto per la pulizia dei vetri;  tampone di cotone idrofilo imbevuto di aceto rosso caldo per togliere i segni di ruggine sul fondo della vasca;  sapone di marsiglia disciolto in acqua è un versatile detergente. PROTEZIONE DEI PAVIMENTI Dopo un lavaggio a fondo si può effettuare la protezione del pavimento per prevenire la penetrazione di sporco, abbellire esteticamente il pavimento stesso e facilitarne le operazioni di manutenzione ordinaria. La protezione del pavimento si ottiene con le cere. Le cere possono essere emulsionate in acqua o in solvente. Le cere possono essere autolucidanti e lucidabili.
  • 50. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 50 MECCANISMO D'AZIONE DELLE CERE AUTOLUCIDANTI 1. Emulsione della cera sul pavimento 2. Evaporazione dell’acqua, le particelle dell’emulsione tendono ad avvicinarsi fino a toccarsi 3. Fusione delle particelle di cera 4. Evaporazione completa dell'acqua e di altre sostanze e formazione di un film continuo Le cere lucidabili invece, raggiunta la fase numero 2 non fondono assieme, ma rimangono come in figura e devono essere levigate manualmente o con macchine per ottenere un film continuo e provocare la fusione delle particelle . CARATTERISTICHE DELLE CERE  Essere resistenti al traffico e al segno dei tacchi neri e ai graffi  essere resistenti alla penetrazione dello sporco  essere resistenti alle mani successive  essere resistenti alle gocce di acqua e al detergente  essere resistenti all'azione abrasiva  essere resistenti allo scivolo  non ingiallire alla luce  presentarsi sempre lucide
  • 51. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 51 DISINFEZIONE La disinfezione è quel processo che si propone di eliminare uccidendo la maggior quantità possibile di microrganismi patogeni presenti su un substrato. Una diminuzione della carica batterica si può ottenere con mezzi naturali. DISINFEZIONE CON MEZZI NATURALI Si ottiene solo la diminuzione della carica batterica.  Luce: UV azione battericida  Essiccamento: sottrazione di acqua morte dei germi  Temperatura: variazioni brusche e basse temperature morte dei germi o blocco dello sviluppo  Concorrenza vitale: certi microrganismi consumano e sottraggono sostanze nutritive ad altri germi (lotta per la sopravvivenza)  Diluizione: in determinati veicoli (acqua) si riduce la carica batterica  Batteriofagia: esistono virus ad azione antibatterica che distruggono i batteri Una diminuzione della carica batterica si può ottenere con mezzi fisici:  tramite immersione in acqua ed ebollizione per 20 - 25 minuti  tramite esposizione a vapore fluente per 20 - 30 minuti  tramite esposizione alla fiamma diretta (flambaggio)
  • 52. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 52 Una diminuzione della carica batterica si può ottenere anche con mezzi meccanici:  spazzolamento  aspirazione della polvere  rimozione dello sporco La distruzione e l'arresto di crescita dei microrganismi si ottiene soprattutto con mezzi chimici: disinfettanti e antisettici. Disinfettante: è un farmaco antinfettivo locale normalmente usato su oggetti. Antisettico: è un farmaco antinfettivo che si usa per avere un'azione locale su tessuti e organi viventi.  Gli antisettici destinati al trattamento di mucose e cute lesa sono registrati come specialità medicinali.  Gli antisettici destinati alla cute integra e i disinfettanti sono registrati come dispositivi medici presso il Ministero della Sanità. FATTORI PRINCIPALI CHE INFLUENZANO L'AZIONE DEI DISINFETTANTI CHIMICI  caratteristiche dei microrganismi: che possono essere più o meno sensibili all'azione di un determinato disinfettante  carica batterica iniziale: riducibile con una efficace pulizia; una carica batterica iniziale elevata diminuisce la probabilità di successo della disinfezione  pulizia del materiale da disinfettare: nessun disinfettante esplica completamente ed efficacemente la sua azione se viene impiegato su materiali non puliti
  • 53. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 53  temperatura di impiego: a parità di altre condizioni, l'azione di molti disinfettanti aumenta con l'aumentare della temperatura alla quale vengono utilizzati; altri disinfettanti, come ipoclorito e iodofori, per contro, vengono rapidamente inattivati dall'aumento della temperatura  tempo di contatto: ogni disinfettante richiede un determinato tempo di contatto per agire, tempo che dipende da vari fattori (tra cui, ad esempio, tipo e numero di batteri presenti); particolarmente importante, quindi il rispetto dei tempi di azione indicati  concentrazione di impiego: ad una concentrazione inferiore a quella indicata come l'ottimale, l'efficacia del disinfettante risulta ridotta se non addirittura assente IL DISINFETTANTE IDEALE A) Requisiti indispensabili  essere efficace nei confronti di un vasto numero di microrganismi patogeni (batteri, virus, funghi, protozoi)  avere prontezza d'azione e mantenere la sua attività per lungo tempo  essere facile da usare  essere compatibile con i substrati su cui viene impiegato  non danneggiare gli oggetti su cui viene impiegato  essere innocuo per chi lo impiega  essere capace di agire anche in presenza di sostanza organica (urine, sangue, feci, pus)  avere un costo contenuto B) Requisiti complementari  possedere un elevato potere di penetrazione  non ostacolare il processo di cicatrizzazione  essere miscibile con tutti i liquidi: acqua potabile, acqua distillata, alcoli, acetone "Il disinfettante ideale non esiste, in quanto un prodotto non può possedere tutte le caratteristiche richieste" "Nessun disinfettante può essere efficace se usato su oggetti NON puliti"
  • 54. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 54 L’effetto del disinfettante è di breve durata, inoltre i microbi sono nello sporco per cui è più probabile ottenere una significativa riduzione del loro numero tramite aspirazione della polvere e rimozione dello sporco con detergente. Attraverso un'accurata pulizia si abbatte o comunque si riduce la carica batterica presente. Si allontana lo sporco che protegge i microbi con l'involucro proteico e lipidico, consentendo al disinfettante il necessario ed indispensabile contatto con la superficie della cellula batterica per poter così espletare la sua azione. SEGNALI DI PERICOLOSITÀ Ogni prodotto chimico come abbiamo già visto nell’unità didattica “Prevenzione e sicurezza”, deve riportare la relativa etichettatura comprendente i segnali di pericolosità e le frasi di rischio (Frase R) nonché i consigli di prudenza (Frase S). Si ricorda che la legislazione in materia impone che questi simboli siano stampati in nero su sfondo giallo – arancione. Ogni operatore deve essere formato ed informato sul livello di tossicità di ogni sostanza ricavabile oltre che dall’etichetta anche dalle schede tecniche di sicurezza e deve adottare gli adeguati dispositivi di protezione collettiva ed individuale previsti.
  • 55. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 55 RACCOMANDAZIONI GENERALI NELL'USO E NELLA CONSERVAZIONE DEI DISINFETTANTI CHIMICI  Il disinfettante non pulisce: per la pulizia occorre un detergente;  nessun disinfettante può essere efficace se viene impiegato su materiali od oggetti non puliti;  non si deve utilizzare un disinfettante se l'obiettivo finale è la sterilizzazione;  non esiste un disinfettante valido per tutti gli usi;  anche i disinfettanti possono contaminarsi: attenzione a mantenerli nelle loro confezioni originali ben chiuse, con il tappo originale e a non contaminare la bocca del contenitore;  ogni confezione deve avere la propria etichetta: mantenerla pulita;  diluire i prodotti secondo le indicazioni date;  utilizzare i disinfettanti sempre su superfici asciutte;  proteggersi le mani con guanti e fare in modo di non contaminarsi la cute o la divisa;  ventilare sempre l'ambiente dove si maneggiano i prodotti e non inspirare sopra le confezioni aperte o sopra le soluzioni preparate;  non fumare, mangiare, portare le mani alla bocca mentre si manipolano i prodotti;  rispettare i tempi di scadenza: previsti dalle schede tecniche e di sicurezza, l’ipoclorito di sodio deve essere preparato al momento perché instabile;  utilizzare acqua sterile o di rubinetto a seconda dell'uso richiesto (cute o ambiente) ed evitare di fare rabbocchi;  rispettare i tempi di contatto previsti;  non miscelare prodotti diversi tra di loro;  conservare i prodotti in luogo idoneo: lontano da fonti di calore, al riparo dalla luce, in spazi separati da alimenti e farmaci;  in presenza di bambini o persone confuse non lasciare le confezioni o le soluzioni preparate incustodite;  risciacquare correttamente quando richiesto (esempio strumentario con acqua sterile);  mettere nel recipiente prima l'acqua e poi il prodotto per evitare schizzi;  non utilizzare per le soluzioni acqua calda: iniziare la diluizione con acqua fredda e poi correggere se richiesto la temperatura con acqua calda per non generare vapori;  consultare sempre prima dell'uso l'etichetta nonché le schede tecniche e di sicurezza.
  • 56. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 56 LIVELLI DI DISINFEZIONE I CDC e altre fonti accreditate classificano i sistemi di disinfezione in tre livelli. 1. Disinfezione di basso livello può uccidere la maggior parte delle forme vegetative batteriche, alcuni virus e funghi, ma non è efficace verso microrganismi più resistenti come il bacillo tubercolare e le spore batteriche. Rispettare i tempi previsti Esempio: Clorexidina Clorodonatori da 100 a 500 ppm cloro attivo Sali di ammonio quaternario 2. Disinfezione di livello intermedio prevede la distruzione dei batteri vegetativi, incluso il Mycobatterium tubercolosis, e della maggior parte dei virus e dei funghi ma non è prevista necessariamente un'azione sulle spore batteriche. Rispettare i tempi previsti Esempio: Clorodonatori da 500 a 1.000 ppm cloro attivo Alcol etilico 70% Derivati fenolici 3. Disinfezione di alto livello si intende un processo che ha come risultato la distruzione di tutti i microrganismi presenti, con l'eccezione della maggior parte delle spore batteriche. Rispettare i tempi previsti Esempio: Clorodonatori da 1.000 a 5.000 ppm cloro attivo Aldeide glutarica 2%
  • 57. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 57 LIVELLI DELL’AZIONE GERMICIDA LIVELLO DI ATTIVITA’ Forme vegetative- Virus-Miceti Bacillo Tubercolare Forme sporigene ALTO + + +/-- INTERMEDIO + + -- BASSO + -- -- PRINCIPALI CLASSI DI DISINFETTANTI CLORO E DERIVATI Attività antibatterica: medio-alta Esistono cloroderivati disinfettanti e cloroderivati antisettici. Abbiamo diverse formulazioni come IPOCLORITO DI SODIO (candeggina, Milton), CLORAMINE ORGANICHE (Euclorina), CLORO ELETTROLITICO (Antisapril, Amuchina), DICLOROISOCIANURATO (Presept) sia in forma liquida che in forma solida. La loro azione disinfettante è da considerarsi buona e se a questa qualità si aggiunge quella di costare poco e di permetterne un uso con l’acqua di rubinetto diventano i disinfettanti di prima scelta. Per contro però presentano alcuni svantaggi come essere inibiti da parte di sostanze organiche (pus, sangue, ecc.), l’instabilità delle soluzioni per cui devono essere preparate al momento, il fatto di dare irritazioni locali, l’essere inattivati da luce e calore per cui le soluzioni necessitano di acqua fredda, il corrodere i metalli se usati ad alte concentrazioni e con contatti frequenti per lungo tempo, lo scolorare i tessuti, liberare sostanze tossiche se associati agli acidi. Per tutti i prodotti a base di cloro la concentrazione si esprime in ppm o % di cloro disponibile, valore che indica la quantità di cloro che in 100 ml di soluzione sono in grado di rivelare. Le concentrazioni consigliate per questi prodotti sono le seguenti: - 5.000 - 10.000 ppm se è presente materiale organico o per avere attività disinfettante alta; - 1.000 ppm per avere attività disinfettante media (tempo  20 minuti); - 500 ppm per avere attività disinfettante medio/bassa (tempo  10 minuti); - 100 ppm per avere bassa attività disinfettante.
  • 58. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 58 Fra questo gruppo di disinfettanti quello più conosciuto è la candeggina o varechina che è un ipoclorito di sodio. Le candeggine normalmente reperibili in commercio hanno la concentrazione media di cloro attivo del 5%, però esistono in commercio prodotti con concentrazioni dichiaratamente inferiori al 5% per le quali non è ovviamente possibile stabilirne l'esatta concentrazione. Dato che la varechina domestica contiene normalmente il 4 - 6% di cloro attivo, equivalente a 50.000 ppm circa di cloro disponibile abbiamo che: - diluirlo 1:10.000 vuol dire avere 50 ppm di cloro disponibile = 1 ml su un litro d'acqua - diluirlo 1:50 vuol dir avere 1.000 ppm di cloro disponibile = 20 ml su un litro d'acqua - diluirlo 1:10 vuol dire avere 5.000 ppm di cloro disponibile = 100 ml su un litro di acqua Le diluizioni raccomandate dall'OMS per l'ipoclorito di sodio che contiene il 5% di cloro disponibile sono le seguenti: - superfici pulite = 1.000 ppm di cloro disponibile cioè 20 ml su un litro di acqua; - superfici sporche o schizzi di sangue = 5.000 ppm di cloro disponibile cioè 100 ml + 900 ml di acqua. IODOFORI Attività antibatterica: media Le soluzioni a base di iodio sono adatte soprattutto per essere usate come antisettici anche se troviamo in commercio prodotti disinfettanti per superfici. Fra gli antisettici, abbiamo così diverse formulazioni come l’IODIOPOVIDONE in soluzione alcolica per la preparazione della cute nel campo operatorio dove la colorazione brunastra permette di delimitare la zona, quello in soluzione acquosa per le medicazioni delle ferite, mentre quello in soluzione saponosa serve per il lavaggio antisettico delle mani. Gli iodofori hanno bassa tossicità, e come svantaggi oltre ad alterare nelle persone predisposte la funzionalità tiroidea, possono essere inattivati da luce e calore. ALCOLI Attività antibatterica: media Esistono due tipi alcol: l’ALCOOL ETILICO e l’ALCOOL ISOPROPILICO. Pur riuscendo rapidamente a distruggere varie forma batteriche, non si possono considerare disinfettanti di alto livello. Sono solitamente usati per potenziare l’azione di altri principi attivi, quali per esempio la clorexidina o lo iodiopovidone. Fra gli svantaggi ricordiamo l’ estrema volatilità, l’ irritazione su cute lesa, il danno che possono provocare sugli strumenti ottici e sugli oggetti in plastica e in gomma, l’alta infiammabilità che richiede una conservazione in luogo fresco e ventilato. La
  • 59. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 59 caratteristica di rapida evaporazione può essere un vantaggio in quanto asciuga rapidamente ma anche uno svantaggio poiché si riduce il tempo di contatto con le superfici. L’azione degli alcoli si esplicita con preparati al 70%, pertanto l’ ALCOOL DENATURATO serve per sgrassare (in quanto al 90% e dunque privo di azione disinfettante). ALDEIDI Attività antibatterica: alta A questa categoria appartengono i disinfettanti di alto livello come la GLUTERALDEIDE o l’ ORTOFTALALDEIDE. Le aldeidi sono prodotti molto efficaci capaci di uccidere anche le spore senza rovinare né gomma né plastica o corrodere metalli o lenti per cui vengono solitamente utilizzate per trattare gli endoscopi, le attrezzature per la terapia inalatoria le apparecchiature della dialisi e dell’anestesia. L’utilizzo di queste sostanze richiede però un certo numero di precauzioni che il personale deve adottare al fine di proteggersi dagli effetti altamente nocivi che dalla sua inalazione possono derivare (uso dei DPI, ambienti abbondantemente areati, cappe aspiranti e contenitori chiusi per effettuare il trattamento in immersione). Inoltre la stessa tossicità può causare gravi danni anche ai pazienti, per cui l’utilizzo degli strumenti trattati richiede un abbondante risciacquo. FENOLI Attività antibatterica: media Troviamo in commercio dei composti spesso associati a detergenti per cui vengono per lo più utilizzati per l’igiene ambientale e per la decontaminazione dello strumentario metallico prima della sterilizzazione. Fra tutti i disinfettanti i fenoli sono quelle che meno degli altri vengono inattivate dal materiale organico. Fra gli svantaggi ricordiamo l’assorbimento su materiali porosi (es. gomma) e la non possibilità di utilizzo per la disinfezione delle incubatrici o culle termostatiche (iperbilirubinemia lattanti). SALI QUATERNARI D'AMMONIO Attività antibatterica: bassa Questi prodotti un tempo largamente usati come il BENZALCONIO CLORURO o il BENZOXONIO quali antisettici, in seguito a numerosi studi vengono ora sconsigliati data la loro scarsa attività e la facilità con cui si possono contaminare. Considerata la loro capacità di riduzione della tensione superficiale come i tensioattivi, vengono utilizzati nella sanificazione ordinaria degli ambienti su superfici non critiche quali pavimenti, arredi e pareti.
  • 60. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 60 CLOREXIDINA Attività antibatterica :medio-bassa La clorexidina viene utilizzata quasi esclusivamente come antisettico nell’antisepsi della cute (mani) e delle mucose, nella doccia preoperatoria e prima di terapie iniettive presentando un buon effetto residuo sulla cute. Fra gi effetti indesiderati, ricordiamo l’ inattivazione da parte di diverse sostanze (tensioattivi, materiale organico, sughero, ecc.) e la sua neurotossicità per cui non va usata su occhi e orecchio. La biancheria con macchie di clorexidina non va lavata con ipoclorito di sodio ma con perborato di sodio per evitare la formazione di macchie indelebili. PEROSSIDO D’IDROGENO Attività antibatterica: bassa Il perossidi d’idrogeno meglio conosciuto coma ACQUA OSSIGENATA 12 VOLUMI, è un antisettico ad azione piuttosto blanda pur riconoscendo una azione efficace sui batteri anaerobi come per esempio il clostridium tetani. Grazie alla sua capacità di sviluppare ossigeno gassoso in bollicine (effervescenza) e determinare così un lavaggio, viene usato per la detersione di ferite, ascessi, piaghe. Presenta una azione istolesiva per cui dopo l’uso va risciacquato. Controindicato l'uso in cavità chiuse ad alta pressione (emboli), il perossido d’idrogeno poi, viene inattivato dalla luce e dal calore. Lo scuotimento dei flaconi determina perdita di attività. ACIDO PERACETICO Attività antibatterica: alta Il suo principio attivo ha un elevato potere ossidante capace di uccidere anche le spore ed è per questo motivo che viene considerato un disinfettante di alto livello per il trattamento di quel materiale che prevedeva l’uso della gluteraldeide della quale però è meno tossico e più facile da gestire.
  • 61. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 61 DECONTAMINAZIONE "Una superficie o degli oggetti contaminati, anche se apparentemente puliti, sono un pericoloso veicolo di infezione per chi, soprattutto, non sa o non ricorda cos'è successo". "Riferire sempre gli episodi di contaminazione accidentali con materiali biologici potenzialmente infetti". "In caso di versamenti accidentali di materiali biologici, si intervenga subito per impedire che qualcuno possa contaminarsi e si provveda quindi a rimuovere con le opportune cautele il materiale pericoloso ed a bonificare mediante disinfezione e lavaggio la zona contaminata. In pratica si deve fare una decontaminazione".
  • 62. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 62 Cos'è la decontaminazione: è l'impiego di agenti disinfettanti su oggetti o superfici non deterse (D.M. 28/9/90). Scopo: abbassare la carica microbica per rendere l'oggetto più sicuro per l'operatore addetto alla detersione ed evitare la contaminazione ambientale. Criticità: la presenza di materiale organico e di un'alta carica microbica, ostacolano l'azione del disinfettante in modo più o meno rilevante a seconda di :  quantità e tipo di materiale organico  caratteristiche del prodotto antimicrobico. Risultato: l'azione non è sicuramente prevedibile. Se si usano disinfettanti, scegliere prodotti che sono meno inattivati da materiale organico e ad ampio spettro. IMPORTANTE: autoproteggersi con doppio paio di guanti ed evitare schizzi sulle superfici pulite. PROCEDURE RACCOMANDATE PER LA DECONTAMINAZIONE DEGLI SCHIZZI DI SANGUE E DI FLUIDI CORPOREI  Non manipolare in alcun caso a mani nude vetri rotti o altri taglienti.  Usare guanti e camice; si raccomanda l'uso di guanti da lavoro, pesanti e resistenti ad eventuali punture da indossare sopra ai guanti monouso.  In caso di rottura, se il materiale fuoriuscito è frammisto a frammenti di vetro, questi devono essere rimossi ed eliminati: un foglio di cartone rigido può costituire un importante ausilio per la rimozione di tali frammenti evitandone il contatto con le mani.  Versare sul materiale un disinfettante a media o alta efficacia (esempio cloro attivo a 5000 ppm come ipoclorito di sodio al 5% diluito 1 : 10, o meglio ancora granuli di Sodio dicloroisocianurato coprendo tuta la contaminazione. (se si utilizzano i granuli, aspettare che il materiale solidifichi). Su una piccola macchia di sangue versare varecchina pura.  Assorbire il liquido versato o i granuli con materiale a perdere (carta, garze, ecc.)e ripetere se necessario l’operazione più volte.
  • 63. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 63  Inserire i frammenti di vetro o altri taglienti negli appostiti contenitori. Il materiale utilizzato per l'assorbimento deve essere eliminato nei contenitori a rischio biologico.  Pulire il luogo ove è schizzato il materiale infetto usando una soluzione detergente acquosa. Quindi disinfettare usando nuovamente la soluzione disinfettante precedentemente preparata.  Eliminare nei contenitori per i rifiuti a rischio biologico tutto il materiale utilizzato per la disinfezione.  Trattare tali rifiuti allo stesso modo degli altri rifiuti infetti. N.B.: non usare prodotti a base di cloro su versamenti di urina perché si potrebbero formare vapori irritanti.
  • 64. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 64 GUIDA ALLO STUDIO  Quali sono i fattori che condizionano la detergenza?  Definisci con le tue parole che cosa sono i detergenti e come funzionano  Quali avvertenze bisogna osservare durante l’uso dei detergenti e perché?  Che cos’è il pH di una sostanza e come deve essere il pH dei detergenti?  Quali caratteristiche deve avere un buon detergente?  Nomina alcune categorie di detergenti e le loro indicazioni pratiche.  A cosa servono le cere?  Concetto di cera autolucidante - lucidabile - metallizzata.  Che cos’è la disinfezione e in quali casi si rende necessaria?  Come si può attuare la disinfezione con mezzi naturali?  Qual è la differenza tra disinfettante e antisettico?  Quali sono i fattori principali che influenzano l’azione dei disinfettanti?  Quali caratteristiche dovrebbe possedere un buon disinfettante?  Quali sono le regole da rispettare nell’uso dei disinfettanti chimici?  Spiega che cosa si intende per livelli di disinfezione?  Rispetto ai disinfettanti appartenenti alla famiglia del cloro - iodio - alcoli - aldeidi - fenoli - sali quaternari d’ammonio - clorexidina - perossido d’idrogeno, spiegane le indicazioni pratiche evidenziandone qualche pregio e qualche difetto.  Che cos’è la decontaminazione e quali sono gli scopi?  Spiega la procedura per una decontaminazione di una macchia di sangue su una superficie
  • 65. Opera Armida Barelli Scuola Per Operatore Socio Sanitario Sede di Levico Terme 65 STERILIZZAZIONE Sterilizzazione è quel processo fisico o chimico in grado di distruggere tutte le forme viventi comprese le spore. Situazione iniziale Pulizia Disinfezione Sterilizzazione Agenti patogeni Agenti saprofiti Dobbiamo però considerare che dal punto di vista statistico non si può affermare che vi sia certezza di sterilità, per cui alla luce delle nuove conoscenze sarebbe meglio riformulare la definizione di sterilizzazione.