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News 51/A/2017
Lunedì, 18 Dicembre 2017
Imballaggi in plastica, pubblicato Dm approvazione statuto Corepla.
Pubblicato il Dm Ambiente di approvazione dello statuto del Consorzio nazionale
per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (Corepla) ai sensi
dell’articolo 223 del Dlgs. 152/2006.
L’approvazione dello statuto redatto dal Consorzio è avvenuta con Dm Ambiente 23
novembre 2017 dopo la verifica della rispondenza dello statuto allo schema di
statuto tipo per i Consorzi per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio
ex Dm 24 giugno 2016. Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto privato, senza
scopo di lucro, ed è disciplinato, per tutto ciò che non è regolato dal presente
statuto, dalle norme sui consorzi contenute dagli articoli 2602 al 2615-bis del Codice
civile.
Partecipano al Consorzio produttori e importatori, fabbricanti e trasformatori di
materie prime polimeriche per la produzione di imballaggi di plastica o dei relativi
semilavorati, nonché importatori di imballaggi vuoti in plastica o dei relativi
semilavorati. Le quote di partecipazione sono ripartite fra le diverse categorie di
consorziati assicurando un’adeguata partecipazione dei produttori e dei
trasformatori. I recuperatori e riciclatori possono partecipare al Consorzio, previo
accordo con gli altri consorziati.(Articolo di Francesco Petrucci)
Fonte: reteambiente.it
Responsabilità 231, regole “whistleblowing” dal 29/12/2017
In vigore dal 29 dicembre 2017 la legge 179/2017 relativa al cd. “whistleblowing”,
che tutela i lavoratori che segnalano, tra gli altri, il verificarsi di reati ambientali e
violazioni di norme antinfortunistiche all’interno della società.
La legge 30 novembre 2017, n.179 recante “Disposizioni per la tutela degli autori di
segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un
rapporto di lavoro pubblico o privato” (cd. “whistleblowing”) sarà in vigore dal 29
dicembre 2017. La legge modifica l’articolo 6 del Dlgs. 231/2001 (Responsabilità
degli Enti); in particolare, in base alle modificazioni introdotte, i modelli organizzativi
di cui al suddetto articolo 6 devono prevedere uno o più canali che consentano di
presentare segnalazione circa le condotte illecite perpetratasi all’interno dell’Ente,
con relative misure idonee a tutelare il segnalante da atti di ritorsione.
La legge in parola reca modifiche anche al Dlgs. 165/2001 (tutela del dipendente),
nella misura in cui specifica cosa debba intendersi per dipendente delle P.a.,
definizione in cui rientra anche il dipendente di un Ente privato sottoposto a controllo
pubblico. (Articolo di Costanza Kenda)
Fonte: reteambiente.it
Abuso edilizio, accertamento di conformità non ferma demolizione “in corso”.
La proposizione da parte del responsabile di un abuso edilizio dell’istanza di
accertamento di conformità, ai sensi del “TU Edilizia”, non incide sugli effetti dei
provvedimenti comunali emanati in precedenza.
Lo ha stabilito il Consiglio di Stato (sentenza 5654/2017) nel respingere un ricorso
presentato contro un’ordinanza di demolizione emanata da un Comune Laziale.
La tesi del ricorrente, secondo il quale la presentazione della istanza di
accertamento di conformità (ex articolo 36, Dpr 380/2001), seppur successiva
all’ordinanza di demolizione, avrebbe determinato la illegittimità/inefficacia di
quest’ultima, è stata ritenuta infondata dal Cds che, invece, sottolinea la natura
“eccezionale” – e quindi insuscettibile di applicazione in via analogica – della
disposizione della legge 47/1985 (cd. “Galasso”) che, invece, prevedeva la
sospensione dei procedimenti amministrativi nel caso di immobili per i quali era stata
presentata domanda di condono.
Nel caso di presentazione di istanza di accertamento, quindi, l’amministrazione ha
solo due alternative: constatare che l’istanza è stata presentata da chi non è più
proprietario (se la stessa è stata proposta dopo l’acquisizione ipso iure della
proprietà da parte del Comune, causa mancata demolizione nei termini) o attivare
il relativo procedimento, se l’istanza è stata proposta prima di tale acquisizione.
(Articolo di Alessandro Geremei) Fonte: reteambiente.it
Urbanistica. Distanza minima tra edifici.
Consiglio di Stato Sez. IV n.4992 del 30 ottobre 2017
Le norme di cui al D.M. n. 1444/1968, emanate in forza dell’art. 17 L. 765/67,
traggono da questa la forza di integrare con efficacia precettiva il regime delle
distanze nelle costruzioni, sicché l’inderogabile distanza di metri dieci tra pareti
finestrate e pareti di edifici antistanti vincola anche i comuni in sede di formazione e
revisione degli strumenti urbanistici, con la conseguenza che ogni previsione
regolamentare in contrasto con l’anzidetto limite è illegittima e va annullata ove
oggetto di impugnazione o, secondo l’indirizzo prevalente, comunque disapplicata,
stante la sua automatica sostituzione con la clausola legale dettata dalla fonte
sovraordinata. Trattasi di presidi normativi che, all’evidenza, non sono dettati a
tutela e salvaguardia di singole posizioni soggettive, ma nell’interesse generale della
corretta pianificazione.
Fonte: lexambiente.it
Rifiuti. Abbandono ed onere probatorio.
TAR Friuli VG Sez. I n.340 del 7 novembre 2017
L’onere probatorio si configura in modo differente nel processo penale e in quello
amministrativo: nel primo va raggiunta la certezza della colpevolezza dell’imputato
al di là di ogni ragionevole dubbio, nel secondo opera il criterio del “più probabile
che non”. Nel processo amministrativo è sufficiente quadro indiziario, purché
significativo e coerente, per attribuire la responsabilità nell’abbandono dei rifiuti e
con essa la legittimità dell’ordine di rimozione a carico del responsabile.
Fonte: lexambiente.it
Ambiente in genere. Procedimento di VIA.
TAR Lazio (RM) Sez. III n.10936 del 2 novembre 2017
Nel rendere il giudizio di valutazione di impatto ambientale, l'amministrazione
esercita una amplissima discrezionalità che non si esaurisce in un mero giudizio
tecnico, in quanto tale suscettibile di verificazione tout court sulla base di oggettivi
criteri di misurazione, ma presenta al contempo profili particolarmente intensi di
discrezionalità amministrativa e istituzionale in relazione all'apprezzamento degli
interessi pubblici e privati coinvolti; la natura schiettamente discrezionale della
decisione finale risente dunque dei suoi presupposti sia sul versante tecnico che
amministrativo. Tale atto è pur sempre soggetto al sindacato del giudice, ma negli
stretti limiti che riguardano l’esistenza di eventuali vizi di legittimità per eccesso di
potere, secondo le figure sintomatiche dell’errore di fatto, della illogicità,
contraddittorietà, dell’ingiustizia manifesta o dell’irragionevolezza della
determinazione.
Fonte: lexambiente.it
Per la prima volta in Italia entrano in legge di Bilancio incentivi al riciclo.
In arrivo il credito di imposta per l’acquisto di prodotti e arredi derivanti dal plasmix,
previsti tre milioni di euro in tre anni.
Con 296 voti a favore e 160 contrari, la Camera dei deputati ha appena
confermato la fiducia al governo sulla legge di Bilancio 2018, passaggio
propedeutico all’ultimo esame dell’Aula e dunque alle votazioni in Senato. Con
un’importante novità: è stato approvato in commissione Bilancio un emendamento
che introduce per la prima volta un incentivo a livello nazionale – antesignana su
questo terreno è stata la Regione Toscana, ormai nel 2011 – per l’acquisto di beni
prodotti con materiali da riciclo.
Si tratta di un passaggio culturalmente significativo, dato che – come documenta il
ministero dell’Ambiente – finora all’interno dei 15,7 miliardi di euro in sussidi
ambientalmente favorevoli erogati dallo Stato in un anno, neanche un euro è stato
mai destinato al riciclo, nonostante gli applausi che si sollevano ogni volta che viene
nominata la necessità di un’economia più circolare. L’emendamento appena
approvato (e firmato dai parlamentari Vignaroli, Zolezzi, Busto, Daga, De Rosa,
Micillo, Terzoni, Brugnerotto, Cariello, Castelli, D’Incà, Sorial, come si vede nel
documento integrale disponibile in allegato) pone fine a questo paradosso, anche
se le risorse in campo sono ancora molto ridotte: 3 milioni di euro in tre anni, dal 2018
al 2020 dedicati a «un credito d’imposta – commenta Vignaroli, che nei mesi scorsi
aveva avanzato in Parlamento una proposta di legge sul tema – per l’acquisto di
prodotti e arredi derivanti dal plasmix».
«Con i miei colleghi – prosegue Vignaroli – abbiamo lottato in commissione per far
passare questo mio emendamento di buon senso. Dopo mesi di lavoro sono due
giorni e due notti che corro tra commissione bilancio, ministero e maggioranza per
portare a casa questo successo che darà impulso al recupero degli scarti. Ci
credevo, anche se sembrava impossibile, mancavano i soldi dicevano… invece in
tarda nottata è arrivato l’ok seppur con importo ridotto. Tre milioni di euro, volevamo
di più ma si è aperta una nuova strada».
Tre milioni di euro, si badi, sono lo stesso importo che la sola Regione Toscana – in
anni di piena crisi economica – aveva individuato all’interno dei suoi bandi per
l’incentivazione del riciclo. Traslate a livello nazionale, le medesime risorse assumono
proporzioni diverse, ma offrono comunque un input che era tutt’altro che scontato
riuscire a concretizzare.
«Alla Camera sicuramente ci proveremo, ma non è facile garantire un risultato»,
aveva commentato ai nostri microfoni anche il presidente della commissione
Ambiente della Camera, Ermete Realacci, circa la possibilità di inserire in legge di
Bilancio degli incentivi al riciclo del plasmix. Ma alla fine un concreto regalo
all’economia circolare italiana, pur se piccolo, alla fine è arrivato. (Articolo di Luca
Aterini)
Fonte: greenreport.it
credevo, anche se sembrava impossibile, mancavano i soldi dicevano… invece in
tarda nottata è arrivato l’ok seppur con importo ridotto. Tre milioni di euro, volevamo
di più ma si è aperta una nuova strada».
Tre milioni di euro, si badi, sono lo stesso importo che la sola Regione Toscana – in
anni di piena crisi economica – aveva individuato all’interno dei suoi bandi per
l’incentivazione del riciclo. Traslate a livello nazionale, le medesime risorse assumono
proporzioni diverse, ma offrono comunque un input che era tutt’altro che scontato
riuscire a concretizzare.
«Alla Camera sicuramente ci proveremo, ma non è facile garantire un risultato»,
aveva commentato ai nostri microfoni anche il presidente della commissione
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  • 1. News 51/A/2017 Lunedì, 18 Dicembre 2017 Imballaggi in plastica, pubblicato Dm approvazione statuto Corepla. Pubblicato il Dm Ambiente di approvazione dello statuto del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (Corepla) ai sensi dell’articolo 223 del Dlgs. 152/2006. L’approvazione dello statuto redatto dal Consorzio è avvenuta con Dm Ambiente 23 novembre 2017 dopo la verifica della rispondenza dello statuto allo schema di statuto tipo per i Consorzi per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio ex Dm 24 giugno 2016. Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto privato, senza scopo di lucro, ed è disciplinato, per tutto ciò che non è regolato dal presente statuto, dalle norme sui consorzi contenute dagli articoli 2602 al 2615-bis del Codice civile. Partecipano al Consorzio produttori e importatori, fabbricanti e trasformatori di materie prime polimeriche per la produzione di imballaggi di plastica o dei relativi semilavorati, nonché importatori di imballaggi vuoti in plastica o dei relativi semilavorati. Le quote di partecipazione sono ripartite fra le diverse categorie di consorziati assicurando un’adeguata partecipazione dei produttori e dei trasformatori. I recuperatori e riciclatori possono partecipare al Consorzio, previo accordo con gli altri consorziati.(Articolo di Francesco Petrucci) Fonte: reteambiente.it Responsabilità 231, regole “whistleblowing” dal 29/12/2017 In vigore dal 29 dicembre 2017 la legge 179/2017 relativa al cd. “whistleblowing”, che tutela i lavoratori che segnalano, tra gli altri, il verificarsi di reati ambientali e violazioni di norme antinfortunistiche all’interno della società. La legge 30 novembre 2017, n.179 recante “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un
  • 2. rapporto di lavoro pubblico o privato” (cd. “whistleblowing”) sarà in vigore dal 29 dicembre 2017. La legge modifica l’articolo 6 del Dlgs. 231/2001 (Responsabilità degli Enti); in particolare, in base alle modificazioni introdotte, i modelli organizzativi di cui al suddetto articolo 6 devono prevedere uno o più canali che consentano di presentare segnalazione circa le condotte illecite perpetratasi all’interno dell’Ente, con relative misure idonee a tutelare il segnalante da atti di ritorsione. La legge in parola reca modifiche anche al Dlgs. 165/2001 (tutela del dipendente), nella misura in cui specifica cosa debba intendersi per dipendente delle P.a., definizione in cui rientra anche il dipendente di un Ente privato sottoposto a controllo pubblico. (Articolo di Costanza Kenda) Fonte: reteambiente.it Abuso edilizio, accertamento di conformità non ferma demolizione “in corso”. La proposizione da parte del responsabile di un abuso edilizio dell’istanza di accertamento di conformità, ai sensi del “TU Edilizia”, non incide sugli effetti dei provvedimenti comunali emanati in precedenza. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato (sentenza 5654/2017) nel respingere un ricorso presentato contro un’ordinanza di demolizione emanata da un Comune Laziale. La tesi del ricorrente, secondo il quale la presentazione della istanza di accertamento di conformità (ex articolo 36, Dpr 380/2001), seppur successiva all’ordinanza di demolizione, avrebbe determinato la illegittimità/inefficacia di quest’ultima, è stata ritenuta infondata dal Cds che, invece, sottolinea la natura “eccezionale” – e quindi insuscettibile di applicazione in via analogica – della disposizione della legge 47/1985 (cd. “Galasso”) che, invece, prevedeva la sospensione dei procedimenti amministrativi nel caso di immobili per i quali era stata presentata domanda di condono. Nel caso di presentazione di istanza di accertamento, quindi, l’amministrazione ha solo due alternative: constatare che l’istanza è stata presentata da chi non è più proprietario (se la stessa è stata proposta dopo l’acquisizione ipso iure della proprietà da parte del Comune, causa mancata demolizione nei termini) o attivare il relativo procedimento, se l’istanza è stata proposta prima di tale acquisizione. (Articolo di Alessandro Geremei) Fonte: reteambiente.it
  • 3. Urbanistica. Distanza minima tra edifici. Consiglio di Stato Sez. IV n.4992 del 30 ottobre 2017 Le norme di cui al D.M. n. 1444/1968, emanate in forza dell’art. 17 L. 765/67, traggono da questa la forza di integrare con efficacia precettiva il regime delle distanze nelle costruzioni, sicché l’inderogabile distanza di metri dieci tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti vincola anche i comuni in sede di formazione e revisione degli strumenti urbanistici, con la conseguenza che ogni previsione regolamentare in contrasto con l’anzidetto limite è illegittima e va annullata ove oggetto di impugnazione o, secondo l’indirizzo prevalente, comunque disapplicata, stante la sua automatica sostituzione con la clausola legale dettata dalla fonte sovraordinata. Trattasi di presidi normativi che, all’evidenza, non sono dettati a tutela e salvaguardia di singole posizioni soggettive, ma nell’interesse generale della corretta pianificazione. Fonte: lexambiente.it Rifiuti. Abbandono ed onere probatorio. TAR Friuli VG Sez. I n.340 del 7 novembre 2017 L’onere probatorio si configura in modo differente nel processo penale e in quello amministrativo: nel primo va raggiunta la certezza della colpevolezza dell’imputato al di là di ogni ragionevole dubbio, nel secondo opera il criterio del “più probabile che non”. Nel processo amministrativo è sufficiente quadro indiziario, purché significativo e coerente, per attribuire la responsabilità nell’abbandono dei rifiuti e con essa la legittimità dell’ordine di rimozione a carico del responsabile. Fonte: lexambiente.it Ambiente in genere. Procedimento di VIA. TAR Lazio (RM) Sez. III n.10936 del 2 novembre 2017 Nel rendere il giudizio di valutazione di impatto ambientale, l'amministrazione esercita una amplissima discrezionalità che non si esaurisce in un mero giudizio tecnico, in quanto tale suscettibile di verificazione tout court sulla base di oggettivi criteri di misurazione, ma presenta al contempo profili particolarmente intensi di discrezionalità amministrativa e istituzionale in relazione all'apprezzamento degli
  • 4. interessi pubblici e privati coinvolti; la natura schiettamente discrezionale della decisione finale risente dunque dei suoi presupposti sia sul versante tecnico che amministrativo. Tale atto è pur sempre soggetto al sindacato del giudice, ma negli stretti limiti che riguardano l’esistenza di eventuali vizi di legittimità per eccesso di potere, secondo le figure sintomatiche dell’errore di fatto, della illogicità, contraddittorietà, dell’ingiustizia manifesta o dell’irragionevolezza della determinazione. Fonte: lexambiente.it Per la prima volta in Italia entrano in legge di Bilancio incentivi al riciclo. In arrivo il credito di imposta per l’acquisto di prodotti e arredi derivanti dal plasmix, previsti tre milioni di euro in tre anni. Con 296 voti a favore e 160 contrari, la Camera dei deputati ha appena confermato la fiducia al governo sulla legge di Bilancio 2018, passaggio propedeutico all’ultimo esame dell’Aula e dunque alle votazioni in Senato. Con un’importante novità: è stato approvato in commissione Bilancio un emendamento che introduce per la prima volta un incentivo a livello nazionale – antesignana su questo terreno è stata la Regione Toscana, ormai nel 2011 – per l’acquisto di beni prodotti con materiali da riciclo. Si tratta di un passaggio culturalmente significativo, dato che – come documenta il ministero dell’Ambiente – finora all’interno dei 15,7 miliardi di euro in sussidi ambientalmente favorevoli erogati dallo Stato in un anno, neanche un euro è stato mai destinato al riciclo, nonostante gli applausi che si sollevano ogni volta che viene nominata la necessità di un’economia più circolare. L’emendamento appena approvato (e firmato dai parlamentari Vignaroli, Zolezzi, Busto, Daga, De Rosa, Micillo, Terzoni, Brugnerotto, Cariello, Castelli, D’Incà, Sorial, come si vede nel documento integrale disponibile in allegato) pone fine a questo paradosso, anche se le risorse in campo sono ancora molto ridotte: 3 milioni di euro in tre anni, dal 2018 al 2020 dedicati a «un credito d’imposta – commenta Vignaroli, che nei mesi scorsi aveva avanzato in Parlamento una proposta di legge sul tema – per l’acquisto di prodotti e arredi derivanti dal plasmix». «Con i miei colleghi – prosegue Vignaroli – abbiamo lottato in commissione per far passare questo mio emendamento di buon senso. Dopo mesi di lavoro sono due giorni e due notti che corro tra commissione bilancio, ministero e maggioranza per portare a casa questo successo che darà impulso al recupero degli scarti. Ci
  • 5. credevo, anche se sembrava impossibile, mancavano i soldi dicevano… invece in tarda nottata è arrivato l’ok seppur con importo ridotto. Tre milioni di euro, volevamo di più ma si è aperta una nuova strada». Tre milioni di euro, si badi, sono lo stesso importo che la sola Regione Toscana – in anni di piena crisi economica – aveva individuato all’interno dei suoi bandi per l’incentivazione del riciclo. Traslate a livello nazionale, le medesime risorse assumono proporzioni diverse, ma offrono comunque un input che era tutt’altro che scontato riuscire a concretizzare. «Alla Camera sicuramente ci proveremo, ma non è facile garantire un risultato», aveva commentato ai nostri microfoni anche il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, circa la possibilità di inserire in legge di Bilancio degli incentivi al riciclo del plasmix. Ma alla fine un concreto regalo all’economia circolare italiana, pur se piccolo, alla fine è arrivato. (Articolo di Luca Aterini) Fonte: greenreport.it
  • 6. credevo, anche se sembrava impossibile, mancavano i soldi dicevano… invece in tarda nottata è arrivato l’ok seppur con importo ridotto. Tre milioni di euro, volevamo di più ma si è aperta una nuova strada». Tre milioni di euro, si badi, sono lo stesso importo che la sola Regione Toscana – in anni di piena crisi economica – aveva individuato all’interno dei suoi bandi per l’incentivazione del riciclo. Traslate a livello nazionale, le medesime risorse assumono proporzioni diverse, ma offrono comunque un input che era tutt’altro che scontato riuscire a concretizzare. «Alla Camera sicuramente ci proveremo, ma non è facile garantire un risultato», aveva commentato ai nostri microfoni anche il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, circa la possibilità di inserire in legge di Bilancio degli incentivi al riciclo del plasmix. Ma alla fine un concreto regalo all’economia circolare italiana, pur se piccolo, alla fine è arrivato. (Articolo di Luca Aterini) Fonte: greenreport.it