Sino a pochi mesi fa e comunque prima delle note indagini di Perugia, un ragionamento istituzionale sulla tutela dell'indipendenza dei singoli magistrati, da isolamento perpetrato e manovre ed attacchi interni orditi, così determinato e "sentito" da un magistrato eletto al CSM, non era pensabile. La liturgia istituzionale sulla indipendenza prevedeva ormai solo attacchi "esterni" segnatamente dalle frange contro-interessate, ora di una parte ora di altra parte, politico partitiche. Inoltre mai un giudice avrebbe REVOCATO le ordinanze per incarico "peritale" sulla "incapacità di intendere e volere" dell'ex (per ora) magistrato Paolo Ferraro, dopo aver fatto il passo "allucinante" sotto vari profili di conferirle sull'uomo ed in un "artato" processetto per "inventata" diffamazione, a due passi altresì dalla prescrizione, bloccando consapevolmente la "perigliosa" istruttoria dibattimentale. E non lo avrebbe fatto neanche se letteralmente sommerso di impianti di prove, comunque depositati per sopperire alla "assassinata" istruttoria dibattimentale. Prove tali da dimostrare oltre ogni dubbio che si verteva tra l'altro su fatti non sussistenti e non costituenti reato, e su processo palesemente ad arte costruito. A prova anche della complesa architettura che ha caratterizzato il caso passpartout PAOLO FERRARO, madre della GRANDEDISCOVERY.