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112 - L'azione per capire che siamo una sola cosa con il Padre e Gesù stesso

2. May 2016
112 - L'azione per capire che siamo una sola cosa con il Padre e Gesù stesso
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  1. L’AZIONE DI GESU’ PER INSEGNARCI CHE SIAMO UNA COSA SOLA CON IL PADRE E GESU’ STESSO L’Evangelista Giovanni ci parla dei rapporti che intercorrono tra Padre e Figlio e tra il Figlio e noi. Il Signore Gesù, per insegnarci che tutti siamo una cosa sola disse “Io sono nel Padre e voi in me e io in voi 1 ” . In tal modo ci invitava implicitamente a renderci conto che facciamo parte di Gesù come i tralci fanno parte della vite che ha come vignaiolo il Padre 2 . Il Signore prima aveva detto “ Io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro credetelo per le opere stesse 3 “ ( mia nota: per opere si intendano i grandi miracoli che Gesù faceva, tra cui quelli di risuscitare i morti e la Sua stessa Dottrina ). Nel quattordicesimo capitolo del Vangelo di Giovanni il Messia ci parla per la prima volta dello Spirito Santo 4 come di un altro Consolatore ( o Difensore ) che rimanga in noi per sempre. Il Signore Lo definisce anche come lo Spirito di Verità…che dimora presso di noi e sarà in noi 5 ; si tratta di un implicito accenno alla SS. ma Trinità Padre, Figlio e Spirito Santo, Spirito che in altra occasione il Signore definì la Grande Madre 6 . Su queste affermazioni del Messia non si medita abbastanza, nonostante che nel loro insieme costituiscano una comunicazione della Realtà più grande che ci sia e della quale anche noi facciamo parte. Con queste parole Gesù apre, infatti, agli uomini uno scenario di grandezza inconcepibile in quanto infinito: l’unità nel Padre e anche con lo Spirito di Dio 7 che è in noi convincendoci della realtà 8 spirituale che è la nostra unione con il Cristo 9 , la vite. Questa unione spirituale è una Realtà della quale non siamo consapevoli in quanto lo si diventa quando abbiamo percorso con il Cristo un bel pezzo del nostro cammino spirituale o ascesi che dir si voglia, ma si tratta di una Realtà dalla quale niente ci può dividere, nemmeno il nostro 1 Giovanni 14, 20 e 17, 21 2 Giovanni, capitolo 15 3 Giovanni 14, 11 4 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 28 Marzo, Amrita 5 Giovanni 14, 15 - 21 6 Tommaso Apostolo, Il Quinto Vangelo, trad. Mario Pincherle, pagine 101/105, MacroEdizioni 7 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 28 Marzo, Amrita 8 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 29 Maggio, Amrita 9 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita 1
  2. pensiero o la nostra volontà, poiché Dio, che è Assoluto non lo consente 10 . E lo stesso è per la presenza dello Spirito di Dio in noi 11 . A parer mio la consapevolezza che siamo un tralcio della vite che è Gesù e una cellula dello Spirito di Dio ci viene quando viviamo evangelicamente al meglio delle nostre possibilità. Con le frasi del Vangelo di Giovanni che ho citato ci viene indicata la Meta che non dobbiamo realizzare, in quanto già conseguita, ma della quale dobbiamo diventare consapevoli, anche se può risultare difficile sentire che Dio è realmente dentro di noi da sempre e aspetta da non so quanti mai millenni che si riconosca e si faccia emergere 12 . La consapevolezza che Dio è in noi di cui dicevo prima appagherà finalmente l’uomo. Allora ci si renderà compiutamente conto che ricchezza, potere, carriera e piaceri non potevano soddisfarci pienamente perché ad ogni conquista subentrava una insoddisfazione che ci spingeva a ricercare altre soddisfazioni, per poi ricominciare daccapo, subito dopo, a cercare un nuovo successo, per trovare/provare un’altra felicità effimera o per dimostrare qualcosa a noi stessi. Il lavoro, la carriera, il potere, la ricchezza e i piaceri possono diventare una dipendenza quando assorbono ogni pensiero, energia e tempo. In proposito il Signore Gesù disse che il peccato è una schiavitù. Tale volontaria schiavitù ci impedisce di pensare all’unica cosa necessaria di cui prendere coscienza: che nel Cristo siamo Uno con Dio 13 ; perciò il sentirsi separati è solo il parto della nostra mente, parto indotto dalla Realtà relativa 14 in cui viviamo poiché il corpo fisico dell’uomo è separato da qualsiasi altro e da qualsiasi cosa, mentre nella Realtà dello Spirito l’unione con gli altri - attraverso il Signore Gesù - la Vite della parabola giovannea di cui ho parlato prima - è un fatto. Di fatto quindi, per il Cristo, siamo uniti a Tutti e a Tutto, perché il Tutto è Dio, l’UNO 15 ; ne deriva che nella Realtà siamo uniti, tramite il Cristo 16 con quel Tutto che si credeva separato da noi e che erroneamente si cerca nei cieli 17 . 10 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 33, Mediterranee ; La Voce di Dio a Findhorn, pagina 26, Mediterranee 11 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 28 Marzo e del 17 Luglio, Amrita 12 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 29 Maggio, Amrita 13 Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 144, Mediterranee 14 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 210, 235/237, Mediterranee 15 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 29 Agosto, Amrita 16 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita 17 Deuteronomio 30, 11-14 ; Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 29 Maggio, Amrita 2
  3. Cristo è la Presenza Divina nell’uomo 18 . La separatività è frutto della nostra mente 19 e del mondo in cui si vive come ho già detto, ma è contraria alla Realtà Assoluta dello Spirito 20 dove il Tutto è ricondotto a unità 21 , sia gli esseri viventi che la natura e le cose 22 . Quando si scopre quest’unica Realtà che è anche liberante, non ci sarà più posto per eccessi nel lavoro, nell’acquistare smodatamente beni di ogni tipo, né per arricchire o per far fare carriera o per acquisire potere e via e via. In altri termini, come Gesù era padrone del Sabato 23 , noi si diventa padroni di noi stessi scoprendo i nostri limiti, limitando le brame dell’Ego - che ci schiavizza per diversi millenni, poiché ci reincarniamo molteplici volte su questa Terra 24 - con il complesso istinti/sensi/bisogni/desideri. Si diventa padroni di noi stessi quando abbiamo imparato a conoscerci 25 poiché allora si comprende che lavoro e ricchezza, carriera, potere e piaceri non sono obiettivi primari, ma mezzi per diventare uomini nel vero senso della parola, per imparare a conoscere la vita e a crescere in coscienza per diventare in grado di porsi degli obiettivi spirituali. Ad esempio, il benessere si può condividere con altri: dapprima con i nostri parenti, poi con gli amici, poi con i conoscenti per arrivare fino ai confini della terra adottando, ad esempio, qualche bambino povero dell’emisero sud del pianeta Terra. Ma gli obiettivi mondani che ho sopra indicato per categorie non sono inutili; sono anzi indispensabili all’uomo per crescere come cittadino del mondo, per misurarsi con gli altri e scoprire così i propri limiti. Ma è bene che nello scalare la montagna del successo personale non si diventi preda dell’egoismo, dei successi nel lavoro, nella politica o nella professione, perché ogni capacità che Dio dà all’uomo non è soltanto per l’individuo; ogni successo, ogni ricavato,ogni dono individuale quindi, deve essere condiviso. Si comprende presto il nostro ruolo nel mondo se la lettura delle Sacre Scritture e la frequentazione nelle chiese è assidua, la qual cosa può avvenire soltanto se non si fa degli 18 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 144, Mediterranee 19 Eileen Caddy, Messaggio del 29 Maggio, Amrita 20 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 237, Mediterranee 21 Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina 267 ; Dizionario del Cerchio pagina 192, Mediterranee 22 Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 26, Mediterranee ; Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 13 Febbraio, del 28 Marzo e del 29 Agosto, Amrita 23 Matteo 12, 1-8 24 Cerchio Firenze 77, Oltre l’Illusione, pagina 185, Mediterranee 25 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 54, Mediterranee 3
  4. obiettivi mondani e dei sensi l’unica occupazione dei nostri pensieri e del nostro tempo. Ma se non si fanno letture quotidiane della Bibbia, delle vite dei Santi e delle Rivelazioni moderne 26 e non si frequentano le Chiese che raramente, perseverando in questi errori, allora ci si ammala perché la nostra Anima, scontenta, somatizza malattie nei nostri corpi fisico e psichico 27 . E in tal caso interverranno le lezioni del dolore, le uniche che l’uomo veramente comprende perché lo fanno soffrire 28 , ma sono - a loro volta - fonti di comprensione. Concludendo posso dire che l’unico scopo della nostra vita terrena è quello unirci al Cristo 29 e in Lui diventare una sola cosa con l’Altissimo; questo obiettivo si può raggiungere soltanto vivendo i Vangeli antichi e moderni al meglio delle nostre possibilità 30 . In tal modo diventeremo una sola cosa con l’Altissimo e attraverso il Corpo Mistico del Cristo faremo parte della Comunione dei Santi 31 . 26 di Jakob Lorber, di Maria Valtorta, di Eileen Caddy, La Madonna da Medjugorje e dei Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 27 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 133 e ss, Armenia ; Cerchio Firenze, Dizionario del Cerchio, pagine 171/172, Mediterranee, Cerchio Firenze 77, Maestro Perché ?, pagina 158 e ss, Mediterranee 28 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 75, Mediterranee 29 Eileen Caddy, Lew porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita 30 Ai Vangeli antichi bisogna aggiungerci il Quinto Vangelo dell’Apostolo Tommaso edito da MacroEdizioni 31 Vangelo di Giovanni 17, 20-26 4
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