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L’AZIONE DI GESÙ PER FARCI CONOSCERE IL PADRE CELESTE
Per i Giudei il Padre Celeste era un padre padrone nonostante l’insegnamento dell’Antico
Testamento 1
, sempre pronto a punire più che a correggere, e del quale si doveva avere paura
più che timore. Il Padre di cui parla Gesù era buono, generosissimo e attentissimo ai bisogni dei
figli, anche se giusto per educarci a vivere secondo i Suoi Comandamenti.
Il Padre Celeste che Gesù conosceva così bene, doveva essere fatto conoscere a tutti i
Giudei, anzi a tutti gli uomini; i Vangeli hanno questo scopo.
Ma vediamo la presentazione del Padre Celeste fatta da Gesù nei primi tempi della Sua
predicazione: cominciò con poche frasi di straordinaria efficacia, vero esempio di pedagogia
cristica; infatti non usò aggettivi di uso comune quali buono, gentile, premuroso o simili; lo presentò
invece come il Dio provvidente e successivamente come lo Spirito Santo che insegna ogni cosa 2
.
Dal brano evangelico della Provvidenza ( Matteo 6, 25-34 ) - che esaminerò nell’azione di
Gesù per la Provvidenza - emerge con plastica chiarezza che il Padre Celeste non è il Dio che
condanna o peggio che si vendica come temevano molti Giudei, ma il Dio che provvede
spontaneamente ai bisogni dei Suoi figli educando gli uomini a comportarsi bene secondo il
Decalogo e il Comandamenti dell’amore 3
.
Il Cristo ci disse anche che nella preghiera il Padre avrebbe dato ai figli le cose buone che i
figli, non i servi 4
, Gli avessero chiesti 5
.
Il Bambino Gesù iniziò presto la Sua missione messianica: la iniziò a dodici anni discutendo
con i dottori della legge nel tempio di Gerusalemme; penso che si sia portato dietro tutta la vita le
impressioni avute in quei tre giorni nel Tempio quando assistette e poi intervenne nella discussione
sull’Avvento messianico tra Hillel e Gamaliele da una parte e Sciammai dall’altra, tutti e tre maestri
della legge; il Messia dette ragione a Gamaliele e aggiunse che sia il Precursore Giovanni Battista
che il Messia si trovavano già in Israele 6
.
1
Sapienza 11, 21-26 ; Siracide 18, 13-14 ; Isaia 49, 15 e 66, 12 - 13
2
Giovanni 14,26
3
Levitico 19,18 e Deuteronomio 6, 1 - 9
4
Maria Valtorta, l’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I°, pagina 226, CEV srl, 03036 Isola del Liri, Frosinone
5
Matteo 7, 7-11
6
Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I°, Pagina 227, CEV srl, 03036, Isola del Liri, Frosinone
1
Ritengo che da tale discussione il Bambino Gesù, dodicenne, abbia tratto la convinzione
che la sua Missione terrena sarebbe stata irta di difficoltà, ma tutto ciò – invece di deprimerlo – lo
rese più forte e più determinato a portare a termine la Sua missione. Se quando cominciò a parlare
nel Tempio con i dottori aveva delle illusioni, alla fine della discussione con Sciammai, che definì “
maestro che non sai 7
“dovette perderle tutte. Durante il suo ritorno a casa è probabile che Gesù
cominciasse a pensare a quali strategie dovesse adottare per rinnovare la vita religiosa e civile dei
Giudei per fare la volontà del Padre suo e “sostenerne e diffonderne i valori”.
E’ da qui che i suoi miti progetti rivoluzionari presero le prime forme, perché non tutti i
dottori del Tempio - le massime autorità per l’interpretazione della legge mosaica e della Tradizione
Orale - avevano accettato la Sua verità è cioè che il tempo del Messia era già giunto 8
. Ritengo
certo che Gesù abbia discusso prima con Giuseppe e Maria di tutto ciò che espose ai dottori, e
che è proprio parlando con loro (e, molto probabilmente anche con altri familiari e amici) che scoprì
gradualmente quanto grandi fossero le differenze che c’erano tra le Realtà spirituali della vita e del
modo di viverla rispetto a quella insegnata dai farisei e dai dottori della legge dei suoi
correligionari. E’ possibile anche che Gesù abbia esposto le Sue verità anche ai sacerdoti e agli
anziani di Nazareth seppur con cautela; ritengo che le risposte che ottenne da quest’ultimi capi
Giudei furono del tutto negative.
E così le sue speranze di rinnovare pacificamente Israele crollarono miseramente di fronte
alla cultura che si era radicata nelle menti e nei cuori degli uomini del suo tempo, troppo egoisti per
aprirsi al Suo insegnamento, tranne le solite eccezioni.
Dal Vangelo secondo Matteo risulta che all’inizio della Sua predicazione (capitoli 5, 6 e 7)
Gesù parlò impersonalmente del Padre: cominciò ad esporre i principi e i valori della vita che sono
eterni. Ci parlò della vera giustizia 9
- che non è mai disgiunta dalla misericordia - del rispetto
degli altri e di altre cose, sottintendendo i valori del perdono, della tolleranza, della pazienza, della
solidarietà, della giusta considerazione di se stessi e di Dio; ma anche della supremazia del
perdono sulla vendetta e dell’amore sull’odio. Parlando della giustizia fece un chiaro accenno
all’amore e alla comprensione del Padre per ciascun figlio, perché dava spontaneamente ad
7
Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I°, pagina 227, CEV srl, 03036 Isola del Liri, Frosinone
8
Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I°, Pagine 226/228, CEV srl, 03036 Isola del Liri, Frosinone
9
Matteo 5, 20 - 48
2
ognuno il necessario senza distinzioni, condizioni o riserve. Il Dio del quale parlava il Cristo è il Dio
che dà per il dare senza altri scopi che non siano quelli del bene altrui.
Gesù ci insegnò a comportarci con carità sin dall’inizio della Sua predicazione; ci insegnò anche
l’efficacia della preghiera invitandoci a rivolgersi a Dio con fiducia 10
e a fare scelte utili anche agli
altri, per farci accumulare tesori in Cielo 11
. Questo insegnamento rivoluzionario non sfuggì
certamente a farisei, sadducei e dottori della legge che volevano mantenere in essere la religione
delle trecento e passa regole formali da osservare.
Parlando della Provvidenza il Messia completò l’immagine di Dio Padre, che è invisibile ai
nostri occhi, pur essendo sempre presente con il Suo Santo Spirito che è ovunque 12
per
comprendere quello di cui abbiamo bisogno e provvedervi. Sappiamo che l’Altissimo provvede ai
nostri bisogni senza esserne richiesto, anche per insegnarci a donare ai poveri. Il Messia concluse
il discorso sulla Provvidenza 13
con altri due insegnamenti fondamentali:
 cercate il Regno di Dio e la Sua giustizia (perché dalla giustizia deriva la pace e quindi una
vita degna d’essere vissuta); in tal modo il Cristo ci indicò praticamente la chiave del Regno
dei Cieli, che apre la porta del Regno purché si metta in pratica la Dottrina che ne consegue,
la qual cosa ci riesce molto difficile perché esige sacrifici e rinunce;
 non preoccupatevi del domani perché a ciascun giorno basta la sua pena: con quest’ultimo
insegnamento ci insegna implicitamente quanto importante sia un corretto uso del pensiero
e che il vivere quotidiano è di per se stesso un bell’impegno, nonostante i doni della
Provvidenza.
L’immagine del Dio che Gesù presentava agli Israeliti, era troppo diversa da come molti di loro
lo concepivano.
L’accettazione della figura del Padre secondo il Cristo avrebbe dato luogo ad un cambiamento
radicale di mentalità, di gestione del potere religioso e civile e dei relativi stili di vita ecclesiale e
sociale, nonché della convivenza nelle famiglie e negli altri rapporti interpersonali.
10
Matteo 7, 7-11
11
Matteo 6, 19 - 21
12
Sapienza 12, 1 ; Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 28 Marzo e del 17 Luglio, Amrita
13
Matteo 6, 25-34
3
Le proposte del Messia richiedevano conversione, impegno, sacrifici, attitudine a dare e a
servire invece che a godere di autorità, poteri, privilegi e onori.
Per la loro dura cervice, mentalità ed egoismo tali innovazioni erano inaccettabili, anzi
improponibili a molti farisei, sadducei e dottori della legge mosaica, modificata dai farisei con le
mere formalità della Tradizione Orale, tra cui quella del lavarsi le mani prima di mangiare che Il
Signore Gesù sconfessò con l’insegnamento del puro e dell’impuro 14
.
L’Evangelista Giovanni nel capitolo diciassette del suo Vangelo riferisce la preghiera
personale (del cuore) di Gesù al Padre Celeste; questo parlare del Messia al Padre è come una
preghiera è quasi ininterrotta; è inframmezzata da insegnamenti e verità utili al futuro magistero dei
discepoli e alla loro stessa vita.
Questo capitolo è importante anche perché Gesù si dichiara capo di tutti gli uomini 15
e
perché ci parla del dono della vita eterna, della quale dà anche una definizione. Disse infatti che Il
Padre gli aveva dato potere sopra gli uomini affinché donasse loro la vita eterna, che definì così:
conoscere Dio e Gesù stesso 16
.
Il compito di far conoscere agli uomini la natura intima di Dio come Padre buono, ma giusto
e misericordioso, e i Suoi rapporti con il Figlio prediletto sono elementi fondamentali della missione
del Cristo per correggere la figura del Dio che avevano i farisei.
Infatti, il credere che il Dio onnipotente è anche Amore 17
e Giustizia/Misericordia 18
dà a
noi la possibilità di imparare a conoscerlo e ad apprezzarlo per quello che merita e di rispettarlo
per tutto ciò che fa per noi come Provvidenza che dona e corregge allo stesso tempo, ma che ha
per fine sempre e soltanto il nostro vero bene e mai la vendetta, o il castigo fine a se stesso, bensì
e soltanto quella educazione sapienziale che è correzione e che ci fa crescere in coscienza.
La Sequenza dello Spirito Santo riassume in modo eccellente il ruolo del Padre/Madre/Dio
poiché Dio è anche Madre; l’ha detto Lui stesso nel XX° secolo ad una donna inglese19
.
14
Matteo 15, 10 - 20
15
Giovanni 17, 2
16
Giovanni 17,3
17
Isaia 66, 13 ; Tommaso Apostolo, trad. Mario Pincherle, pagina 101, Mediterranee – Eileen Caddy, Le porte interiori,
Messaggio del 17 Luglio, Amrita
18
Sapienza 11, 21- 26
19
Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagine 103-104, Mediterranee
4
La consapevolezza della vera natura di Dio, che è amore 20
e della cura paziente e
amorosa che ha per noi, uno per uno, buoni o cattivi che si sia, ci induce ad amarLo e a seguire le
orme del Figlio che ebbe come unico scopo della Sua vita terrena quello di fare la Sua volontà e di
sostenerne/diffonderne i valori durante la Sua Missione.
Dai Vangeli, ma specialmente da quello luminoso di Giovanni, emergono chiaramente i
rapporti filiali/familiari tra il Padre, il Suo Santo Spirito e il Figlio. La profonda relazione
interpersonale che c’è tra il Padre e il Figlio e la devozione di quest’ultimo verso il Padre, nonché la
Sua assoluta fiducia nel Padre stesso, emergono con grande chiarezza anche dal Pater Noster 21
.
Il capitolo 17 del Vangelo di Giovanni è emblematico per quanto riguarda tali rapporti. Gesù
dette una definizione della vita eterna: conoscere Dio e Gesù stesso sia nel senso di persone 22
,
che in quello dello stile i familiare dei loro rapporti.
La missione del Figlio era amplissima, ma i compiti di far conoscere agli uomini la natura
intima di Dio come Padre buono, ma giusto e misericordioso, nonché il Suo regno fondato
sull’amore reciproco sono preminenti per correggere lo stile di vita umano. La regola aurea è
emblematica per insegnarci i comportamenti da tenere: “ Fate anche agli altri tutto quello che
volete che essi facciano a voi: così comanda la legge di Mosè e così hanno insegnato i Profeti 23
.
Gesù insegnò in tutto l’arco del suo magistero, agli Apostoli in particolare, che tra Padre e i
figli ci deve essere totale fiducia e confidenza, senza mai dimenticare il rispetto dovuto al Padre
Celeste così come l’obbedienza ai Suoi Comandamenti sintetizzati dal Decalogo e dai
Comandamenti dell’amore.
Anche nelle famiglie umane i figli devono rispettare gli insegnamenti dei genitori perché i
bambini non hanno esperienza di vita; è in famiglia che essi apprendono dai genitori come
dovranno comportarsi; lo stesso accade nel piano spirituale nel quale gli adulti sono bambini
spirituali se non sono Cristiani maturi nella fede. Se non si è Cristiani maturi nella fede,
spiritualmente parlando, siamo come bambini anche quando abbiamo cento anni; fortunatamente
20
1 Giovanni, 4,7 ; che Dio è amore è stato confermato da Lui stesso nel XX° secolo: Eileen Caddy, Le porte interiori,
Messaggio del 17 Luglio, Amrita e La Voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee
21
Matteo 6, 9 - 15
22
Giovanni 17, 3
23
Matteo 7, 12
5
nel pianeta Terra la Vita ci è maestra ad ogni istante e ogni istante è buono per imparare se si sta
attenti a noi stessi e a ciò che accade intorno a noi, dentro e fuori di casa o dall’ambiente di lavoro.
Lo stile di vita che Gesù insegnò in Palestina, era improntato all’ubbidienza, alla fiducia e
alla dipendenza da Dio, ma per la nostra salvezza il Signore Gesù ebbe il coraggio, giovane
com’era, di dare anche la vita per noi.
E’ per questo che il Figlio si fece arrestare, processare e crocifiggere: per farci sapere fino
a qual punto poteva arrivare l’Amore divino; infatti, Il Cristo disse anche “ Nessuno ha un amore
più grande di questo: di dare la vita per i propri amici 24
”, e come sappiamo Lui la dette fino
all’ultima goccia di sangue, soffrendo pene fisiche e psichiche acutissime, anzi insopportabili.
Ma è per questo dono gratuito che Gesù fu glorificato, perché si dimostrò capace di fronte
al Padre di dare la vita per la nostra salvezza affinché si capisse bene il profondo significato
dell’amore divino. Con la Passione Gesù ci dimostrò anche che bisogna aver fiducia in Dio
totalmente, oltre qualsiasi dubbio; infatti anche nell’orto del Getsemani, quando si rese conto che
era giunto il momento in cui stava per incontrare il volto gelido di una morte dolorosissima e
infamante, dopo una o due ore di crisi durante le quali sudò sangue, ritrovò la sua totale fede in
Dio e il Suo coraggio ultraumano.
La sua fiducia nella resurrezione e nella forza dello Spirito fu grande anche sulla croce;
infatti, immediatamente prima di morire. il Messia disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio
Spirito 25
“, ma prima aveva detto “ Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno 26
“ .
Il Cristo, consegnandosi ai suoi nemici per essere giudicato, ci dimostrò anche che i Suoi
insegnamenti sull’Amore permeavano tutto il Suo Essere.
E’ con tale sacrificio che il Figlio ci mostrò il vero volto del Padre Celeste, che è il volto
dell’amore incondizionato, e ci insegnò allo stesso tempo che l’uomo può osservare anche i
Comandamenti dell’Amore quando ha perseverato nella ricerca dei beni dello Spirito; i discepoli –
a cominciare dagli Apostoli - che si sono incamminati fino in fondo sulla strada tracciata da Gesù,
sono esempi di persone che hanno vissuto ad imitazione del Cristo versando il loro sangue; ce ne
24
Giovanni 15, 13
25
Luca 23, 46
26
Luca 23, 34
6
sono molti anche in questa travagliata e caotica epoca, specialmente tra i Missionari nel Sud del
mondo.
Tuttavia non bisogna mai dimenticare che questi veri eroi possono immolarsi perché lo
Spirito, che è Uno 27
, dona loro la forza per farlo. Con il dono della vita Cristo ed i Suoi discepoli
migliori ci dimostrano anche la verità contenuta nella Genesi circa la somiglianza che abbiamo con
il Creatore.
Di seguito citerò alcuni passi del Vangelo di San Giovanni perché sono molto significativi:
 “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato a compiere la Sua opera” 28
 “… io non giudico nessuno e anche se giudico il mio giudizio è vero, perché non sono
solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. Nella vostra legge sta scritto che la
testimonianza di due persone è vera: orbene, sono io che do testimonianza di me
stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza …29
.
 Dov’è tuo Padre gli domandarono. Rispose Gesù: voi non conoscete né me né il
Padre. Se conosceste me conoscereste anche il Padre mio 30
“ . Il Messia perciò
conferma di essere uguale, in Spirito, al Padre; come esempio materiale si potrebbe
fare quello dei gemelli nati in un solo ovulo, che sono quasi identici nel fisico. Invece la
somiglianza/unità tra Gesù e Dio è una somiglianza interiore fondata sulla coscienza e
sui sentimenti a cominciare dal più grande, l’amore, dal quale discende tutto anche la
carità/misericordia/giustizia e la nostra stessa vita.
 “ Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo 31
allora saprete che IO SONO e che non
faccio nulla da me stesso ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che
mi ha mandato è con me e non mi ha mai lasciato solo, perché io faccio sempre le
cose che gli sono gradite …” 32
 “Io dico quello che ho visto presso il Padre… se Dio fosse vostro Padre certo mi
amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui
27
Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 26, Mediterranee e Le porte interiori, Messaggi del 28 Marzo e del
17 Luglio, Amrita
28
Giovanni 4, 34
29
Giovanni 8, 15-18
30
Giovanni 8, 19
31
Il Cristo si riferisce alla Sua crocefissione
32
Giovanni 8, 27-29
7
mi ha mandato … voi che avete per padre il diavolo …chi è da Dio ascolta le parole di
Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio … Io invece lo conosco…
e osservo la sua parola … In verità in verità vi dico: prima che Abramo fosse, IO
SONO . Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e
uscì dal tempio33
“ .
 “ Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,
come il Padre conosce me e io conosco il Padre e offro la vita per le pecore . E ho
altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre;
ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo
il Padre mi ama, perché offro la mia vita per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la
toglie, ma io la offro da me stesso poiché ho il potere di offrirla e ho il potere di
riprenderla di nuovo. (mia nota: con questo ci disse che la Risurrezione sarebbe stata
essere opera Sua 34
). Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio 35
“
 “… Ve l’ho detto e non credete: le opere che io compio nel nome del Padre mio
queste mi danno testimonianza; ma voi non credete perché non siete le mie pecore.
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la
vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre
mio che me le ha date è il più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del
Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola “. I Giudei portarono di nuovo delle pietre
per lapidarlo 36
“.
 “… voi dite: <<Tu bestemmi perché ho detto sono figlio di Dio? Se non compio le
opere del Padre mio non credetemi; ma se le compio anche se non volete credere a
me, credete almeno alle opere perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io
nel Padre. >> Tentarono nuovamente di arrestarlo ma egli sfuggì dalle loro mani 37
>> .
33
Giovanni 8, 38 -58
34
Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. X°, pagina 171 e ss, CEV srl, 03036 Isola del Liri (FR)
35
Giovanni 10, 14 -18
36
Giovanni 10, 24 -31
37
Giovanni 10, 24 -39
8
 “Chi crede in me non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede
colui che mi ha mandato ( mia nota: una verità dello Spirito: due Esseri Divini, il Padre
e il Figlio, ma un solo Spirito, un solo Dio ). Io come luce sono venuto nel mondo,
perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie
parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare
il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha
chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché
io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato
che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. La
cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me 38
“.
 “ Gli disse Gesù: << Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non
per mezzo di me. Se conoscete me conoscete anche il Padre ( Mia nota: verità
spirituale per dire l’unità che c’è in Dio ); conoscerete anche il Padre: fin da ora lo
conoscete e lo avete veduto. ( Mia nota: il Cristo ripete la stessa verità spirituale con
altre parole ). Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù:
<< Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto Filippo? Chi ha
visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire mostraci il Padre? Non credi che io sono
nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico non le dico da me; ma il Padre
che è con me compie le sue opere. Credetemi io sono nel Padre e il Padre è in me se
non altro credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in
me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi perché io vado al Padre.
Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò perché il Padre sia glorificato nel
Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò 39
>>.
 “ Se mi amate osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà
un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre ( Mia nota: il terzo Essere
Divino della SS. ma Trinità nell’unico Dio è la Madre Spirito Santo che apparve a La
38
Giovanni 12, 44 -50
39
Giovanni 14, 6-14
9
Salette in Francia a due pastorelli il 19 Settembre 1846 40
) lo Spirito di verità che il
mondo non può ricevere , perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscerete,
perché Egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.
Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e
voi vivrete. ( Mia nota: il Signore si riferisce al dopo della Sua crocefissione, al dopo
della Resurrezione 41
, al dopo delle Apparizioni successive e oltre la vita terrena degli
Apostoli per confortarli e ammaestrarli ancora ). In quel giorno voi saprete che io sono
nel Padre e voi in me e io in voi. ( Mia nota: il Signore si riferisce ad un giorno del
futuro nell’Aldilà ). Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva questi mi ama. Chi mi
ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui 42
>> . Gli
disse Giuda, non l’Iscariota: << Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e
non al mondo ? >> . Gli rispose Gesù: << Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il
Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi
ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre
che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il
Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà
ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace.
Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia
timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a Voi. ( Mia nota: ancora un
accenno alla Sua morte, alla Sua resurrezione e alle Sue apparizione successive ); se
mi amaste vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.
Ve l’ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà voi crediate. Non
parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun
potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello
che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via da qui 43
>> .
40
Giuseppe Barbero,La Vergine alla Salette, pagina 18 e ss, San Paolo ( mia nota: Non la Madonna, ma Dio Madre
apparve a Melania e Massimino i due pastorelli. Lo si deduce dall’aspetto della Bella Signora come la chiamarono i
bambini, dalle Luci che emanava e dalle parole che pronunciò che erano quelle di Dio.
41
Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. X°, pagina 171 e ss, CEV srl, 03036 Isola del Liri,
Frosinone
42
Vangelodi Giovanni 14, 15 - 21
43
Giovanni 14, 15 -31
10
 << Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta
frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete
già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il
tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non
rimanete in me . Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto,
perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come
il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. ( Mia nota:
accenno alle pene dell’Inferno ). Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi,
chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che
portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così
anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti
rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e
rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra
gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi
ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se farete ciò che vi io comando. Non vi chiamo più servi, perché il
servo non sa quello che fa il suo padrone, ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò
che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho
scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga;
perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi
comando: amatevi gli uni gli altri 44
>>.
Il diciassettesimo capitolo del Vangelo di Giovanni è denso di contenuti; i brani selezionati sono
utili per la conoscenza dei rapporti tra il Padre Celeste e il Figlio Gesù:
- Il Signore Gesù alzati gli occhi al cielo disse: << Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo,
perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli
dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te,
l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra,
44
Giovanni 15, 1- 17
11
compiendo l’opera che mi hai dato di fare. E ora, Padre glorificami davanti a te, con quella
gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse 45
>>.
- Continuando la preghiera del “cuore” al Padre, il Cristo affida i discepoli a Lui perché, avendo
rivelato loro i tesori della Parola di Dio, che è verità, sono odiati dal mondo ovvero dai capi
Giudei, eredi di quei capi che avevano modificato la Parola di Dio anche con la Tradizione
Orale. Poi il Messia chiede al Padre che li “custodisca dal maligno e li consacri nella verità 46
”,
ovvero che li custodisca affinché si dedichino per tutta la vita al servizio della Parola che è
verità.
- Riassumo così la preghiera dei versetti 20-23 del predetto capitolo 17: ho glorificato con la tua
gloria i miei discepoli e tutti quelli che per la loro parola crederanno in me perché tutti si sia
una cosa sola. Io in loro e Tu Padre in me affinché siano perfetti nell’unità. Ciò significa riunirsi
con Dio per mezzo del Cristo e perciò diventare Uno con Dio attraverso Gesù stesso con tutta
la sua gloria, l’amore, le qualità, le virtù e la potenza; in questo evento cosmico gli uomini
saranno deificati .
In tal modo Gesù conferma ai discepoli la descrizione che aveva fatto loro del Padre buono
nelle parabole del figliol prodigo e degli operai mandati nella vigna 47
, perché dicendo così ci
fa sapere che Dio ci ama come ha amato il Figlio prediletto in cui si compiacque 48
.
Implicitamente il Messia ci dice anche che l’Amore, il vero Amore non fa preferenze tra chi
merita di più e chi merita di meno in quanto ci ama tutti allo stesso modo 49
; in senso lato ciò
vale non soltanto nel confronto tra Gesù e i cristiani, ma anche tra Gesù e tutti gli altri uomini di
ogni epoca che vivono evangelicamente anche se non lo conoscono ( le pecore di altri ovili
50
).
- Nel versetto 24 di questo diciassettesimo capitolo del Vangelo di S. Giovanni si può intravedere
una realtà sconosciuta anche a moltissimi uomini del ventesimo secolo : si può vivere
contemporaneamente su diversi piani di esistenza 51
. Secondo me, infatti, Gesù fu con il
45
Giovanni 17, 1-5
46
Giovanni 17, 15-19
47
Matteo 20, 1-16
48
Matteo 3, 17
49
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 17 Luglio e del 4 Settembre, Amrita
50
Giovanni 10, 14-16
51
Cerchio Firenze 77, Maestro perché ?, pagina 33, Mediterranee
12
corpo fisico e il cervello in Palestina con gli Apostoli, ma il Suo corpo astrale, la Sua mente e la
Sua coscienza insieme con la Sua Anima, erano - allo stesso tempo - insieme al Padre, perché
il Regno di Dio è Dio e il Padre e il Figlio Gesù sono una cosa sola . Il Cristo fece al Padre una
richiesta singolare “… quelli che mi hai dato siano con me dove sono io ( mia nota: non disse
dove sarò io) perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato poiché tu mi hai amato
prima della creazione del mondo …52
. Penso che ciò sia possibile anche perché nell’Empireo,
si vive in condizioni di eternità e tutti gli eventi sono presenti all’Essere contemporaneamente.
Il Regno dei Cieli arriva anche nel piccolo mondo interiore dei discepoli; per me, infatti, soltanto
una porta simbolica divide l’uomo dal Regno ovvero da Dio; questa porta non può essere
aperta dall’uomo, ma lo sarà non appena lo desidererà o lo chiederà.
- Il Cristo si rivolge di nuovo a Dio, chiamandolo Padre giusto, per sottolineare ancora la Sua
giustizia misericordiosa e ripete anche che gli uomini non lo conoscevano prima del Suo
avvento in terra. E’ bene ricordare però che coloro che lo conoscono e quelli che lo
conosceranno (anche noi) avranno maggiore responsabilità perché dalla conoscenza del
Padre deriva la conoscenza della Legge ( Decalogo ) e da questa l’obbligo di osservarla. Il
Messia aggiunge anche che ci ha fatto conoscere il Padre affinché si possa essere amati come
Lui stesso affinché Dio, che è Amore 53
sia in noi come lo è in Gesù, la Presenza divina
nell’uomo 54
. Questi mi pare siano i significati dei versetti 25-26 del capitolo diciassette del
Vangelo di Giovanni. Queste ripetizioni di Gesù servivano ai discepoli di allora come a quelli di
oggi ad assimilare la vera natura del Padre, avendone il giusto timore/rispetto, ma sapendo
che ci ama. Quindi, il Cristo ci ha messo in grado di aprirGli le porte del nostro intimo, il
minuscolo mondo interiore dell’uomo, affinché Dio e i tre Esseri della SS. Trinità possano
emergere in noi 55
. Della SS. ma Trinità il Signore Gesù parlo diffusamente al suo scrivano
viennese Jakob Lorber nel diciannovesimo secolo 56
. L’esistenza in Dio della SS. ma Trinità,
ovvero dei tre Esseri Divini in cui si è manifestato il Signore Dio per rendersi visibile agli
52
Giovanni 17, 24
53
Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee
54
Eileen Caddy, La Voice di Dio a Findhorn, pagina 144, Mediterranee
55
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 29 Maggio, Amrita
56
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 36 e ss, Armenia
13
uomini: nel Padre, nel Figlio Gesù e nella Madre Spirito Santo 57
è stata confermata anche
dall’Angelo della Pace a Fatima nel 1917 58
.
In questo discorso, come in qualunque altra occasione, Gesù proclamò sempre il primato
del Padre e perciò, per me il Signore, è anche l’onestà personificata. Durante la vita pubblica il
rapporto di Gesù con il Padre e il riferimento alla Sua volontà è tanto frequente da costituire il
modello di vita del Cristo, il quale si identificava nel Padre. Se vogliamo progredire sul nostro
sentiero spirituale avendo come obiettivo una partecipazione consapevole nel Suo corpo mistico
dobbiamo seguire il Suo esempio.
Dai brani del Vangelo che ho finora citato si può dedurre tra l’altro quanto segue:
- Padre e Figlio hanno la stessa natura intima che essenzialmente è carità amore e
giustizia/misericordia;
- I Giudei sapevano che erano parte di Dio perché glielo disse Mosè 59
(mia nota: sia come
popolo che come persone; e questo vale anche oggi per tutti i popoli e le persone della terra. In
questo senso si veda il discorso della Bella Signora durante l’Apparizione a La Salette in
Francia 60
);
- perciò Filippo, così come tutti gli altri discepoli, avrebbe dovuto credere che Gesù era uno con
il Padre e che il Padre era buono come Gesù; è in forza di tale unione che il Padre poteva
compiere facilmente le Sue opere attraverso il Figlio. Ma non soltanto: i discepoli avrebbero
potuto compiere anche cose più grandi (perché ormai erano entrati a far parte del corpo
mistico del Cristo ad un alto livello). Gesù fece loro tale promessa non per glorificare se
stesso ,ma il Padre e così dimostrò ai discepoli sia il suo amore per il Padre che la sua fedeltà;
Dai versetti che ho citato emerge - oltre alla perfetta comunione tra il Padre e il Figlio -
anche la totale obbedienza e l’assoluta fedeltà e la sottomissione del Figlio al Padre e la
perseveranza di Gesù nel portare a compimento la Sua missione per fare la volontà dell’Altissimo
volontà che ha per obiettivo la salvezza di tutti gli uomini perché l’amore di Dio commuove anche i
cuori di pietra.
57
La Madre Spirito Santo è apparsa a La Salette in Francia il 19-9-1846 a due pastorelli, Melania e Massimino
58
Lucia racconta Fatima, pagina 48, Queriniana
59
Deuteronomio 32, 9
60
Giuseppe Barbero, La Vergine a La Salette, pagina 18 e ss, San Paolo
14
I Vangeli sono pervasi dall’amore e dalla misericordia del Padre; è stato più che giusto che
Gesù ne abbia corretto l’immagine del tutto erronea di un padre padrone che lascia i Suoi figli in
balia di se stessi. Questa immagine emerge dalla legge mosaica, ma sarebbe meglio chiamarla
farisaica tanto che Gesù disse più volte la vostra o loro legge 61
( tante furono le modifiche
introdotte dalla Tradizione Orale 62
).
Esempi di un Dio che istiga uno dei Suoi popoli, Israele, alla crudeltà:
 Numeri 21, 34-35; 25, 16-18; 31, 1-20:
Non credo assolutamente che il Padre Celeste abbia mai potuto esprimersi in questo modo. Per
quanto possa capire se il Padre vuol fare giustizia è più che capace di farla da sé nel modo che
ritiene più adatto per far comprendere ai peccatori, che possono essere anche un intero popolo, i
loro errori. Infatti l’uomo non ha libertà di farsi giustizia da solo neppure secondo le leggi umane.
Ne è un esempio eccezionale l’esodo di Israele dall’Egitto.
Alcune delle parabole del Messia sono veramente eloquenti per manifestare l’amore e la
misericordia del Padre verso i Suoi figli:
- La parabola degli invitati scortesi 63
: il padrone di casa simbolizza il Padre Celeste. Egli li
aveva invitati ad accogliere la Buona Novella (simbolizzata dalla grande cena) offerta per
dare l’annuncio del Regno di Dio tramite la Parola del Figlio Gesù. Questa parabola
rappresenta il forte desiderio del Padre, che vorrebbe riavere i figli presso di sé: I figli
rappresentano i Giudei. Quando però il Padrone di casa si rende conto che gli invitati non
hanno rispetto per lui, allora rivolge l’invito ad altri. Il Signore Gesù in questa parabola
parla di Dio come di un uomo giusto. Con tale immagine il Cristo ci insegna che il Signore
invita più volte alla comprensione/conversione durante le vicende della vita delle persone e
dei popoli. Egli dà in ogni epoca ai singoli e ai popoli tante occasioni per comprendere gli
errori commessi nel voler dominare gli altri per compiacere le proprie brame. Quando
l’Altissimo si accorge che persone o popoli non vogliono proprio capire, allora ritira la Sua
mano misericordiosa e lascia alle leggi della vita (legge del contrappasso o del taglione o
legge Karmica o legge di causa ad effetto) il compito di far comprendere agli irriducibili gli
61
Giovanni 8, 17; 10, 34 e 15, 25
62
Matteo 5, 15, 16, 19, 23
63
Luca 14, 15 - 24
15
errori che hanno commesso. Dopodiché interverranno le lezioni del dolore che inducono
singoli, comunità o popoli alla riflessione dalla quale discende la classica domanda: perché
accade questo proprio a Me? La tribolazione e quindi le riflessioni durano tanto quanto
occorre al dolore per donare comprensione. ( Mia nota: chiunque accoglie Gesù ed osserva
la Sua dottrina diventa degno del Regno dei Cieli a qualunque religione o popolo
appartenga 64
. Per me sono degni del Regno dei Cieli anche i non religiosi e i non
appartenenti ad alcuna religione se vivono evangelicamente senza chiedere alcun
vantaggio o sperare in alcun tornaconto. Questi ultimi possono vivere così perché la
Coscienza del Cristo agisce in loro 65
).
- La parabola del Padre misericordioso, del figliol prodigo e del figlio interessato per egoismo
ai beni di suo Padre e ostile nei confronti del fratello, mostra ai Giudei e a tutti noi quanto
diversa fosse la natura intima di Dio Padre da quella che si erano tramandati con la loro
legge 66
. La bontà del Padre non si limita all’aver accolto la richiesta del figlio di
anticipargli la sua quota di eredità; nel piano spirituale questa quota simbolizza la vita del
figliol prodigo, il quale voleva viverla a modo suo lontano dal Padre, che gliela liquidò senza
obiezioni in virtù del fatto che ci ha dato fin dal principio la libertà di scelta di vivere
osservando o meno i Suoi Comandamenti. Sappiamo che il figliol prodigo 67
si allontanò
dalla casa paterna e dissipò con la sua insensata prodigalità l’eredità che gli fu anticipata.
La ricchezza dissipata simbolizza lo spreco degli anni perduti in bagordi anziché nella
ricerca di Dio nel suo intimo, conducendo una vita sobria e osservando tutti i
comandamenti divini. Il figliol prodigo, quando rientrò in se stesso dopo aver sofferto la
fame (che simbolizza le delusioni che subentrano ad una vita vissuta nei piaceri carnali
lontano da Dio), divenne consapevole della bontà e tolleranza del Padre. Il Figlio ebbe
conferma dell’amore del Padre quando lo vide mentre gli correva incontro per abbracciarlo
e baciarlo, segno che l’aveva già perdonato; ma non soltanto, riebbe dal Padre quella
64
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le Grandi verità
ricercate dall’uomo, pagina 160, Mediterranee
65
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le Grandi Verità
ricercate dagli uomini, pagina 160, Medfiterranee
66
Giovanni 8, 17
67
Luca 15, 11 - 32
16
dignità di figlio che aveva rifiutato lasciandolo. Questa parabola è per noi di grande
conforto perché ci dice che non dobbiamo fare cose astruse o complicate per farci
riabbracciare dal Padre: al limite basta comprendere gli errori che abbiamo fatto vivendo
egoisticamente e cambiare vita, obbedendo ai comandamenti divini ( Decalogo e
Comandamenti dell’amore, i soli che ci garantiscono la vita eterna ). Anche per noi sarà
fatta una grande festa quando saremo riammessi in Paradiso. Emblematico è invece il
comportamento del figlio interessato, così come lo è la risposta che il Padre gli dette,
perché si capisce che la lontananza da Dio corrisponde alla morte spirituale mentre il
ritorno alla vita simbolizza l’abbandono del desiderio di cose materiali. La felicità del Padre
è determinata dall’aver ritrovato il figlio.
- Anche nella parabola del padrone buono si può riconoscere il Padre Celeste che dà agli
operai, che ha assunto alle cinque del pomeriggio, la stessa paga di quelli che hanno
lavorato tutto il giorno. Il criterio del Padre nel remunerare gli operai della sua messe è
fondato sulla Sua giustizia misericordiosa in forza della quale Egli non tiene conto della
rapidità o della lentezza di coloro che si mettono alla sequela di Gesù, ma dei meriti che
essi acquisiscono cominciando a vivere evangelicamente. Quindi anche gli ultimi possono
diventare come i primi che si sono convertiti. 68
Nei versetti conclusivi del capitolo 19 di San Matteo viene riportata la risposta di Gesù a
una domanda di Pietro; anche questa risposta è molto importante perché il Signore disse
che coloro che avevano lasciato tutto per seguirlo avrebbero ricevuto cento volte tanto e
che avrebbero avuto in eredità la vita eterna ( Gli Apostoli siederanno su dodici troni a
giudicare le tribù di Israele ).
Beati dunque coloro che prendono rapidamente una tal decisione come gli apostoli. Ma
beati saranno anche coloro che la prenderanno tardi perché avranno la possibilità, per la
misericordia divina, di diventare primi tra i figli di Dio
- Per me Gesù è il Figlio più perfetto che sia mai nato in Terra perché ha amato
profondamente Suo Padre, ha fatto la Sua volontà, Gli è stato fedele, obbediente e
sottomesso fino al sacrificio della Sua vita.
68
Matteo 20, 1-16
17
E ne ha avuto rispetto in ogni occasione mettendolo sempre al primo posto. Anche quando
la madre dei figli di Zebedeo gli chiese di farli sedere nella Sua gloria uno alla sua destra e
uno alla sua sinistra, la risposta del Cristo fu esemplare: “…Ma sedere alla mia destra o
alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato.” 69
- Ma è nel Getsemani, quando sudò sangue, pensando alle grandi sofferenze fisiche e morali
degli imminenti processi e al martirio della croce, che il Cristo dimostrò la Sua grandezza – che
gli fruttò la gloria – perché affrontò processi e crocifissione invece di fuggire come avrebbe
potuto fare risparmiandosi ingiustissime mortificazioni e dolori. Per la salvezza del genere
umano preferì il dono di se stesso e lasciò che Giudei e Romani imponessero la peggiore
Variante al Piano d’amore divino. Nell’orto in cui fu poi catturato, appena si riprese dalla crisi in
cui era caduto, si rivolse al Padre dicendogli, : “Padre mio se proprio devo bere di questo
calice di dolore sia fatta la tua volontà”. Per come interpreto le vicende della vita terrena di
Gesù, la volontà del Padre non era quella che Gesù soffrisse, ma quella che il Figlio
dimostrasse il suo amore per Dio e l’umanità accettando di offrire la Sua vita per la salvezza
degli uomini; ed è il dono gratuito di questa vita ( dette tutto ) che gli ottenne la gloria 70
, ebbe
cioè tutto. Infatti il dono volontario e gratuito di se stesso non realizzò soltanto l’obiettivo
essenziale del Piano di Dio, che era quello di ridare la felicità celeste che gli uomini persero a
causa di Adamo ed Eva, ma anche quello di dimostrare fino a qual punto arrivava il Suo Amore
e quello del Figlio.
Ai Giudei spettava la scelta di accogliere o rifiutare Gesù come Messia e la Sua Dottrina come
perfezionamento e completamento della Legge Mosaica che i farisei modificarono a tal punto
che il Cristo, rivolgendosi a loro, disse più volte: “Nella vostra legge sta scritto 71
… “.
Sappiamo quale fu la scelta che loro fecero tra Gesù e Barabba 72
.
- Negli ultimi istanti della Sua vita Gesù manifestò ancora una volta la Sua assoluta fiducia nel
Padre dicendoGli: “ Padre nelle tuo mani consegno il mio spirito ” 73
.
69
Matteo 10, 35-40
70
Eileen Caddy, Le porte interiori, mEssaggio del 27 Agosto, Amrita
71
Giovanni 8, 17; 10, 34
72
Matteo 27, 11-26
73
Luca 23, 46
18
- A Maria di Magdala Gesù disse: “ Non mi trattenere perché non sono ancora salito al Padre, ma
va dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro ”. 74
Riassumendo, si può dire che lo scopo della vita del Cristo fu sempre quello di fare la volontà del
Padre e di diffonderne e sostenerne i valori con il Suo Vangelo, la Buona Novella, che spiegò, con
divina sapienza il significato completo del Decalogo 75
. Tutto il resto per Lui era consequenziale
perché Dio deve essere sempre messo al primo posto. Il Padre fu la Sua guida e il Suo consigliere
per tutta la vita, specialmente per quella pubblica, così come i Vangeli dimostrano. Egli, pur
vivendo in terra, si mantenne sempre in comunione con il Padre così come risulta anche dai
versetti dei Vangeli che ho citato. Ho già fatto ricorso a due parabole per sottolineare la giustizia
misericordiosa del Padre e la Sua precisione; anche quest’ultima era ben nota ai Giudei: infatti
nell’esodo, del quale segnalo un solo episodio perché ha una rappresentatività esemplare: “ Ecco
che cosa comanda il Signore: raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa,
secondo il numero delle persone con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda.
Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto chi poco. Si misurò con l’omer: colui che ne aveva
preso di più non ne aveva di troppo, colui che ne aveva preso di meno non ne mancava: avevano
raccolto ciascuno quanto potevano mangiarne…76
”
Da questo comando e dalla misurazione si può dedurre non soltanto la perfezione del Dio
che ci è Padre e Madre, considerato che la manna cadde nella giusta quantità, ma anche la regola
che tutti gli uomini di ogni epoca hanno avuto, hanno e avranno il pane quotidiano nella giusta
misura, purché anche i ricchi egoisti facciano la loro parte nei confronti dei poveri, perché l’uomo
-per crescere spiritualmente - deve sempre farla 77
.
Potremo domandarci a questo punto per quale ragione ci sono tante persone nel mondo
che vivono o che hanno vissuto o che vivranno morendo di fame e di sete; la risposta non può
essere che una, visto che nella Terra c’è abbondanza di risorse per tutti: perché gli uomini non se
le ripartiscono con equità, sia quelle naturali che quelle derivate dal loro lavoro e dai loro
commerci.
74
Giovanni 20, 17
75
Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. VII°, pagina 123. CEV srl, 03036 Isola del Liri
( Frosinone )
76
Esodo 16, 16 - 21
77
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 30 Maggio, Amrita
19
Nel dare il cibo con la manna, il Padre volle insegnar agli uomini anche l’obbedienza e le pene
conseguenti alla disobbedienza:
a. l’obbedienza : essa è fondamentale nella vita spirituale; il Padre Celeste a volle insegnare
aggiungendo questo comando: “Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino. Essi non obbedirono
a Mosè ed alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì … 78
” .
b. le conseguenze delle disubbidienze : nella vita del Dio della perfezione nessuna disobbedienza
anche la più piccola, può essere tollerata perché le disobbedienze sono segno di mancanza di
rispetto per il Creatore; ma non soltanto: le disobbedienze, che sono trasgressione al comando
divino e allo stesso tempo peccati, sono segno di mancanza di coscienza (per questo si vive sulla
Terra,per crescere in coscienza attraverso le lezioni del dolore, le uniche che l’uomo capisce ). E’
per questi motivi che nessuna disobbedienza, anche la più piccola (peccato veniale), può essere
tollerata perché deve essere corretta per il nostro stesso bene in forza della legge karmica o di
causa ad effetto. In proposito i Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 insegnano, in uno dei
loro libri, che il dolore è un balsamo per l’anima che amplia la nostra coscienza perché ci fa
comprendere gli errori che commettiamo o che commettemmo in una precedente esistenza terrena
79
.
c. la pena. Nel caso della manna la pena consistette nel deteriorarsi del cibo. Come si vede la
sanzione non consistette in un rimprovero dell’Altissimo, ma nella automatica applicazione di una
delle leggi della Sua giustizia, quella di causa ad effetto 80
o del contrappasso o del taglione. Io
credo che la maggior parte dei giudizi che correggono gli uomini non siano emessi da qualcuno,
ma siano insiti nelle leggi della vita, ai quali qualche grande saggio, molto probabilmente umano,
sovrintende 81
. In questo caso ritengo che la manna fosse stata appositamente studiata per
mantenersi integra soltanto per pochissimo tempo, perché nulla succede a caso nella nostra vita.
La causa (violazione del comando divino) mosse l’effetto (putrefazione della manna). Questo è un
esempio di applicazione della legge del contrappasso, che non ha scopi di vendetta bensì di
insegnamento.
78
Esodo 16, 16-20
79
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 238, Mediterranee
80
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 49, Mediterranee
81
Sono chiamati Maestri del Karma in uno dei libri dei Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77, Edizioni
Mediterranee
20
d. la fedeltà: dopo che l’uomo ha compreso che, nel suo stesso interesse, le leggi divine non
debbono essere violate (come pure quelle umane), comincia ad abituarsi ad essere fedele, perché
le conseguenze della violazione del comando gli procurano danno e dolore, ed è riflettendo su
questi danni e dolori che l’uomo comprende il comportamento altruista che deve tenere nella vita
associata ( il comportamento altruista deriva da un ampliamento della coscienza o corpo akasico
82
.
e. lo scopo ultimo delle leggi divine: è quello di far capire all’uomo l’importanza di vivere in armonia
con il suo Dio, gli altri uomini e la natura obbedendo alle leggi divine ( il Decalogo e le leggi
dell’amore ) e a quelle umane, le leggi di Cesare 83
, non facendo agli altri quello che non
vorrebbe fosse fatto a se stesso ( è la regola aurea trascritta in Matteo 7, 12 ).
Ritornando a Gesù: penso che si possa sostenere che tutte le opere che fece in Palestina
mostrano sia la giustizia che la misericordia di Dio. I miracoli non sono altro che una dimostrazione
pratica di questa giustizia misericordiosa e allo stesso tempo segni che Gesù Cristo era una sola
cosa con il Padre.
Ricordo altri passi dei Vangeli che mostrano la misericordia del Padre attraverso le opere del
Figlio:
- Matteo: 6, 25-34; 9,13; 9, 27; 12, 7; 15, 22 e 20, 31.
- Marco: 5; 6,13; 6, 54-56; 7, 25-37; 8, 22-26; 9,14-29.
- Luca: il suo Vangelo è anche conosciuto come il Vangelo della misericordia, ma a me piace –
l’ho imparato dagli Ebrei - a non disgiungere mai la misericordia dalla giustizia di Dio, per cui
quando penso al Vangelo di Luca lo penso come il Vangelo della giustizia misericordiosa. Dei
tanti passi di questo Vangelo cito soltanto la parabola del buon samaritano 84
, la parabola del
buon proprietario di vigna che simbolizza il Padre misericordioso 85
e la parabola del figliol
prodigo 86
delle quali ho già parlato.
- Giovanni: 4, 19-26; 5, 1-18; 5, 19-47; 6, 32-40; 6, 65; 9, 1-12; 8, 1-21; 11, 1-44; 12, 23-36; 12,
44-50; 13, 1-20; 19, 25-27.
82
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 58, Mediterranee
83
Matteo 22, 15 - 22
84
Luca 10, 25-37
85
Matteo 20, 1 - 16
86
Luca 15, 11 - 32
21
Da tutti i Vangeli, ma specialmente dai versetti che ho citato emerge la figura del Dio
Padre/Madre 87
buono, ma giusto e misericordioso. La Sua figura emerge con grande chiarezza e
magnificenza in stridente contrasto con quella del Dio padre – padrone che ci è pervenuto dai
Giudei. Nessun profeta parlò del Dio dell’amore e della vita, della carità e della giustizia, nonché
della Provvidenza come il Signore Gesù, il Figlio di Dio e della donna, l’uoma, nella persona di
Maria di Nazareth, la Corredentrice.
La figura intima dell’Altissimo che emerge dai Vangeli è quella del Dio unico, Padre e
Madre che provvede a tutti i nostri bisogni, ma è allo stesso tempo il Dio che educa e forma, che
aiuta e che consola nelle ore del dolore (che è indispensabile alla trasformazione dell’uomo da
essere materiale a essere spirituale), perché il Padre celeste è il Dio che perdona, insegna e
redime 88
.
Il Dio che Gesù ci presenta per la nostra consolazione e conoscenza è un’eterna Presenza
nell’uomo 89
, che non impugna mai la spada e non scatena mai i Suoi eserciti di Angeli per
vendicarsi. La Sua giustizia misericordiosa tien conto delle nostre fragilità e povertà; Egli è il Dio
che ci fa crescere in coscienza facendoci vivere molteplici incarnazioni nel pianeta Terra
avvalendosi della legge della reincarnazione 90
e di quella di causa ad effetto o karmica 91
, leggi
che ha promulgato per educarci e correggerci nel corso delle miriadi vicende quotidiane che
viviamo, per trasformarci in esseri spirituali.
Le correzioni, che sono insegnamenti, ci vengono impartite tramite le mille e mille
interrelazioni che ci sono negli ambienti tra popoli, uomini e animali, perché ciascuno è allo stesso
tempo attore, oggetto e strumento della divina Provvidenza.
Anche il male è strumentale al bene, anche Satana che ci tenta, gli empi e i malvagi che ci
fanno del male, cosiccome l’Inferno e il Purgatorio; tutto, proprio tutto è strumentale al bene, così
come le numerose esistenze dell’uomo nei diversi luoghi in cui vive, sia nell’Aldilà 92
che
nell’Aldiquà.
87
Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagine 103/104, Mediterranee
88
Salmo 130
89
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 28 Marzo e del 17 Luglio, Amrita ; Cerchio Firenze 77, La Fonte
Preziosa, pagina 267, Mediterranee ; Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 170 e ss, Armenia
90
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 238 e Oltre l’illusione, pagina 185, Mediterranee
91
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 210, Mediterranee
92
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 170 e ss, Armenia
22
Anche le traversie e le malattie quindi sono strumentali alla nostra crescita in coscienza;
beati coloro che si rendono conto della funzione trasformatrice della vita inventata dal Padre –
Madre - Dio, che è anche nell’uomo, tramite il Signore Gesù, la Presenza Divina, il Cristo in noi 93
E’ tramite il Cristo in noi che il Signore Dio conosce anche le nostre intenzioni e – allo stesso
tempo - può essere attentissimo anche ai nostri bisogni perché è Amore 94
.
Oggi sappiamo anche dalla scienza che lo Spirito genera, pervade e sostiene ogni cosa
95
, così come meglio cerco di dire nel capitolo dedicato all’azione di Gesù per farci conoscere lo
Spirito Santo. Il Dio che ci è Padre e Madre è uno Spirito onnipotente 96
e onnipresente in ogni
essere vivente e in ogni cosa che esiste 97
, da un virus all’uomo, da un atomo di materia a tutte le
galassie di questo universo e ai mondi ultraterreni 98
. Egli è dunque uno Spirito che comprende
tutto e tiene tutto in una mano 99
, ma rispetta sempre la libertà di scelta che ci ha donato.
E questo tutto è perfetto e bellissimo perché Dio è anche la Perfezione. In tale perfezione si
specchiano anche i nostri difetti: li abbiamo per crescere in sapienza, coscienza e amore, vivendo,
soffrendo e gioendo nel pianeta Terra.
Al Cristo dobbiamo essere eternamente grati per aver portato il Decalogo a compimento
con la Sua Dottrina, sintetizzata dai Vangeli canonici ed esplicitata nell’Evangelo rivelato a Maria
Valtorta, che consiste in dieci volumi di circa quattromila pagine complessive editi da CEV srl,
03036 Isola del Liri, Frosinone.
In conclusione, se mai si potesse concludere qualcosa sull’Altissimo, che è infinito, Egli è il
Dio tutto Uno-Assoluto 100
, ma non è un monolite; è il Dio dei molti nell’Unità dello Spirito,
dove ognuno di noi vive, ma lo splendore della vita ciascuno di noi lo vedrà e lo capirà quando lo
Spirito Santo lo avrà trasformato, dopo che Gesù e Sua Madre, Maria di Nazareth, avranno finito
93
Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 144, Mediterranee ; Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del
24 e 25 Dicembre, Amrita
94
1 Giovanni 4, 8. 16 ; Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 17 Luglio, Amrita
95
Jean E. Charon, Lo Spirito questo sconosciuto, pagine 61-104
96
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 13 Febbraio, Amrita
97
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 28 Marzo, Amrita
98
Si veda l’Azione di Gesù per farci conoscere e mandarci lo Spirito Santo
99
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 13 Febbraio, Amrita ; Siracide 43; S. Francesco d’Assisi, Le
Preghiere, ediz. Porziuncola, pagg. 91 (onnipotente, eterno), 115 (le lodi di Dio Altissimo) e 129 (il cantico delle
creature).
100
Cerchio Firenze 77, Dizionario, pag. 296, Ediz. Mediterranee
23
di redimerlo. Ma anche questo è un modo di dire, un cercare di spiegarmi per farmi intendere quel
cerco di dire: Maria è nel Figlio, come il Figlio è nel Padre.
Nella SS. Trinità, il Padre, il Figlio e la Madre Spirito Santo sono una cosa sola e perciò
ciascuno è anche l’altro, pur restando se stesso, ma operano insieme pur essendo diversi, perché
nella SS. Trinità Dio Padre è l’Amore, Gesù la Sapienza che è Luce e Rivelazione, e lo Spirito
Santo la Potenza e la Volontà dell’Amore 101
. Perdonate questo tentativo di spiegare il mistero
insondabile del Dio Padre, Figlio e Madre, che è amore, energia e potenza 102
.
Da tutto quanto sopra scritto azzardo una sintesi: ogni discepolo del Signore Gesù, se
osserverà i Suoi Comandamenti, a qualunque popolo o religione appartenga 103
, realizzerà
l’unione con il Padre attraverso il Figlio Gesù. La promessa del Cristo è stata confermata dal
Signore Dio stesso che ha detto: << … Dunque Io Sono la sostanza che ti costituisce e lo Spirito
che ti anima, poiché tu sei in Me e Io sono in te, figlio mio. Ma non mi fermo solo a questo, perché
rendo partecipe di Me stesso ogni essere ed a ciascuno mi dono interamente senza riserve, fino al
punto che ogni distinzione Io e te, ogni separazione, sono solo illusorie, e lo sono quel tanto
necessario a farti esistere, a donare all’essere la coscienza assoluta. Questo Io Sono >>. La frase
predetta del Signore Dio è stata riferita dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 104
.
Infine mi preme aggiungere che quando il Signore Gesù si rivolge al Padre, intende
rivolgersi all’Essere Supremo, il Signore Dio; si rivolse al Padre a causa della tradizione ebraica.
Si veda l’Azione di Gesù per farci conoscere e mandarci lo Spirito Santo.
101
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 36 e ss, Armenia
102
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 13 Febbraio, Amrita.
103
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate
dall’uomo, pagina 160, Mediterranee
104
Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina 267, Mediterranee
24

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104 - Azione per farci conoscere il padre

  • 1. L’AZIONE DI GESÙ PER FARCI CONOSCERE IL PADRE CELESTE Per i Giudei il Padre Celeste era un padre padrone nonostante l’insegnamento dell’Antico Testamento 1 , sempre pronto a punire più che a correggere, e del quale si doveva avere paura più che timore. Il Padre di cui parla Gesù era buono, generosissimo e attentissimo ai bisogni dei figli, anche se giusto per educarci a vivere secondo i Suoi Comandamenti. Il Padre Celeste che Gesù conosceva così bene, doveva essere fatto conoscere a tutti i Giudei, anzi a tutti gli uomini; i Vangeli hanno questo scopo. Ma vediamo la presentazione del Padre Celeste fatta da Gesù nei primi tempi della Sua predicazione: cominciò con poche frasi di straordinaria efficacia, vero esempio di pedagogia cristica; infatti non usò aggettivi di uso comune quali buono, gentile, premuroso o simili; lo presentò invece come il Dio provvidente e successivamente come lo Spirito Santo che insegna ogni cosa 2 . Dal brano evangelico della Provvidenza ( Matteo 6, 25-34 ) - che esaminerò nell’azione di Gesù per la Provvidenza - emerge con plastica chiarezza che il Padre Celeste non è il Dio che condanna o peggio che si vendica come temevano molti Giudei, ma il Dio che provvede spontaneamente ai bisogni dei Suoi figli educando gli uomini a comportarsi bene secondo il Decalogo e il Comandamenti dell’amore 3 . Il Cristo ci disse anche che nella preghiera il Padre avrebbe dato ai figli le cose buone che i figli, non i servi 4 , Gli avessero chiesti 5 . Il Bambino Gesù iniziò presto la Sua missione messianica: la iniziò a dodici anni discutendo con i dottori della legge nel tempio di Gerusalemme; penso che si sia portato dietro tutta la vita le impressioni avute in quei tre giorni nel Tempio quando assistette e poi intervenne nella discussione sull’Avvento messianico tra Hillel e Gamaliele da una parte e Sciammai dall’altra, tutti e tre maestri della legge; il Messia dette ragione a Gamaliele e aggiunse che sia il Precursore Giovanni Battista che il Messia si trovavano già in Israele 6 . 1 Sapienza 11, 21-26 ; Siracide 18, 13-14 ; Isaia 49, 15 e 66, 12 - 13 2 Giovanni 14,26 3 Levitico 19,18 e Deuteronomio 6, 1 - 9 4 Maria Valtorta, l’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I°, pagina 226, CEV srl, 03036 Isola del Liri, Frosinone 5 Matteo 7, 7-11 6 Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I°, Pagina 227, CEV srl, 03036, Isola del Liri, Frosinone 1
  • 2. Ritengo che da tale discussione il Bambino Gesù, dodicenne, abbia tratto la convinzione che la sua Missione terrena sarebbe stata irta di difficoltà, ma tutto ciò – invece di deprimerlo – lo rese più forte e più determinato a portare a termine la Sua missione. Se quando cominciò a parlare nel Tempio con i dottori aveva delle illusioni, alla fine della discussione con Sciammai, che definì “ maestro che non sai 7 “dovette perderle tutte. Durante il suo ritorno a casa è probabile che Gesù cominciasse a pensare a quali strategie dovesse adottare per rinnovare la vita religiosa e civile dei Giudei per fare la volontà del Padre suo e “sostenerne e diffonderne i valori”. E’ da qui che i suoi miti progetti rivoluzionari presero le prime forme, perché non tutti i dottori del Tempio - le massime autorità per l’interpretazione della legge mosaica e della Tradizione Orale - avevano accettato la Sua verità è cioè che il tempo del Messia era già giunto 8 . Ritengo certo che Gesù abbia discusso prima con Giuseppe e Maria di tutto ciò che espose ai dottori, e che è proprio parlando con loro (e, molto probabilmente anche con altri familiari e amici) che scoprì gradualmente quanto grandi fossero le differenze che c’erano tra le Realtà spirituali della vita e del modo di viverla rispetto a quella insegnata dai farisei e dai dottori della legge dei suoi correligionari. E’ possibile anche che Gesù abbia esposto le Sue verità anche ai sacerdoti e agli anziani di Nazareth seppur con cautela; ritengo che le risposte che ottenne da quest’ultimi capi Giudei furono del tutto negative. E così le sue speranze di rinnovare pacificamente Israele crollarono miseramente di fronte alla cultura che si era radicata nelle menti e nei cuori degli uomini del suo tempo, troppo egoisti per aprirsi al Suo insegnamento, tranne le solite eccezioni. Dal Vangelo secondo Matteo risulta che all’inizio della Sua predicazione (capitoli 5, 6 e 7) Gesù parlò impersonalmente del Padre: cominciò ad esporre i principi e i valori della vita che sono eterni. Ci parlò della vera giustizia 9 - che non è mai disgiunta dalla misericordia - del rispetto degli altri e di altre cose, sottintendendo i valori del perdono, della tolleranza, della pazienza, della solidarietà, della giusta considerazione di se stessi e di Dio; ma anche della supremazia del perdono sulla vendetta e dell’amore sull’odio. Parlando della giustizia fece un chiaro accenno all’amore e alla comprensione del Padre per ciascun figlio, perché dava spontaneamente ad 7 Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I°, pagina 227, CEV srl, 03036 Isola del Liri, Frosinone 8 Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I°, Pagine 226/228, CEV srl, 03036 Isola del Liri, Frosinone 9 Matteo 5, 20 - 48 2
  • 3. ognuno il necessario senza distinzioni, condizioni o riserve. Il Dio del quale parlava il Cristo è il Dio che dà per il dare senza altri scopi che non siano quelli del bene altrui. Gesù ci insegnò a comportarci con carità sin dall’inizio della Sua predicazione; ci insegnò anche l’efficacia della preghiera invitandoci a rivolgersi a Dio con fiducia 10 e a fare scelte utili anche agli altri, per farci accumulare tesori in Cielo 11 . Questo insegnamento rivoluzionario non sfuggì certamente a farisei, sadducei e dottori della legge che volevano mantenere in essere la religione delle trecento e passa regole formali da osservare. Parlando della Provvidenza il Messia completò l’immagine di Dio Padre, che è invisibile ai nostri occhi, pur essendo sempre presente con il Suo Santo Spirito che è ovunque 12 per comprendere quello di cui abbiamo bisogno e provvedervi. Sappiamo che l’Altissimo provvede ai nostri bisogni senza esserne richiesto, anche per insegnarci a donare ai poveri. Il Messia concluse il discorso sulla Provvidenza 13 con altri due insegnamenti fondamentali:  cercate il Regno di Dio e la Sua giustizia (perché dalla giustizia deriva la pace e quindi una vita degna d’essere vissuta); in tal modo il Cristo ci indicò praticamente la chiave del Regno dei Cieli, che apre la porta del Regno purché si metta in pratica la Dottrina che ne consegue, la qual cosa ci riesce molto difficile perché esige sacrifici e rinunce;  non preoccupatevi del domani perché a ciascun giorno basta la sua pena: con quest’ultimo insegnamento ci insegna implicitamente quanto importante sia un corretto uso del pensiero e che il vivere quotidiano è di per se stesso un bell’impegno, nonostante i doni della Provvidenza. L’immagine del Dio che Gesù presentava agli Israeliti, era troppo diversa da come molti di loro lo concepivano. L’accettazione della figura del Padre secondo il Cristo avrebbe dato luogo ad un cambiamento radicale di mentalità, di gestione del potere religioso e civile e dei relativi stili di vita ecclesiale e sociale, nonché della convivenza nelle famiglie e negli altri rapporti interpersonali. 10 Matteo 7, 7-11 11 Matteo 6, 19 - 21 12 Sapienza 12, 1 ; Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 28 Marzo e del 17 Luglio, Amrita 13 Matteo 6, 25-34 3
  • 4. Le proposte del Messia richiedevano conversione, impegno, sacrifici, attitudine a dare e a servire invece che a godere di autorità, poteri, privilegi e onori. Per la loro dura cervice, mentalità ed egoismo tali innovazioni erano inaccettabili, anzi improponibili a molti farisei, sadducei e dottori della legge mosaica, modificata dai farisei con le mere formalità della Tradizione Orale, tra cui quella del lavarsi le mani prima di mangiare che Il Signore Gesù sconfessò con l’insegnamento del puro e dell’impuro 14 . L’Evangelista Giovanni nel capitolo diciassette del suo Vangelo riferisce la preghiera personale (del cuore) di Gesù al Padre Celeste; questo parlare del Messia al Padre è come una preghiera è quasi ininterrotta; è inframmezzata da insegnamenti e verità utili al futuro magistero dei discepoli e alla loro stessa vita. Questo capitolo è importante anche perché Gesù si dichiara capo di tutti gli uomini 15 e perché ci parla del dono della vita eterna, della quale dà anche una definizione. Disse infatti che Il Padre gli aveva dato potere sopra gli uomini affinché donasse loro la vita eterna, che definì così: conoscere Dio e Gesù stesso 16 . Il compito di far conoscere agli uomini la natura intima di Dio come Padre buono, ma giusto e misericordioso, e i Suoi rapporti con il Figlio prediletto sono elementi fondamentali della missione del Cristo per correggere la figura del Dio che avevano i farisei. Infatti, il credere che il Dio onnipotente è anche Amore 17 e Giustizia/Misericordia 18 dà a noi la possibilità di imparare a conoscerlo e ad apprezzarlo per quello che merita e di rispettarlo per tutto ciò che fa per noi come Provvidenza che dona e corregge allo stesso tempo, ma che ha per fine sempre e soltanto il nostro vero bene e mai la vendetta, o il castigo fine a se stesso, bensì e soltanto quella educazione sapienziale che è correzione e che ci fa crescere in coscienza. La Sequenza dello Spirito Santo riassume in modo eccellente il ruolo del Padre/Madre/Dio poiché Dio è anche Madre; l’ha detto Lui stesso nel XX° secolo ad una donna inglese19 . 14 Matteo 15, 10 - 20 15 Giovanni 17, 2 16 Giovanni 17,3 17 Isaia 66, 13 ; Tommaso Apostolo, trad. Mario Pincherle, pagina 101, Mediterranee – Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 17 Luglio, Amrita 18 Sapienza 11, 21- 26 19 Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagine 103-104, Mediterranee 4
  • 5. La consapevolezza della vera natura di Dio, che è amore 20 e della cura paziente e amorosa che ha per noi, uno per uno, buoni o cattivi che si sia, ci induce ad amarLo e a seguire le orme del Figlio che ebbe come unico scopo della Sua vita terrena quello di fare la Sua volontà e di sostenerne/diffonderne i valori durante la Sua Missione. Dai Vangeli, ma specialmente da quello luminoso di Giovanni, emergono chiaramente i rapporti filiali/familiari tra il Padre, il Suo Santo Spirito e il Figlio. La profonda relazione interpersonale che c’è tra il Padre e il Figlio e la devozione di quest’ultimo verso il Padre, nonché la Sua assoluta fiducia nel Padre stesso, emergono con grande chiarezza anche dal Pater Noster 21 . Il capitolo 17 del Vangelo di Giovanni è emblematico per quanto riguarda tali rapporti. Gesù dette una definizione della vita eterna: conoscere Dio e Gesù stesso sia nel senso di persone 22 , che in quello dello stile i familiare dei loro rapporti. La missione del Figlio era amplissima, ma i compiti di far conoscere agli uomini la natura intima di Dio come Padre buono, ma giusto e misericordioso, nonché il Suo regno fondato sull’amore reciproco sono preminenti per correggere lo stile di vita umano. La regola aurea è emblematica per insegnarci i comportamenti da tenere: “ Fate anche agli altri tutto quello che volete che essi facciano a voi: così comanda la legge di Mosè e così hanno insegnato i Profeti 23 . Gesù insegnò in tutto l’arco del suo magistero, agli Apostoli in particolare, che tra Padre e i figli ci deve essere totale fiducia e confidenza, senza mai dimenticare il rispetto dovuto al Padre Celeste così come l’obbedienza ai Suoi Comandamenti sintetizzati dal Decalogo e dai Comandamenti dell’amore. Anche nelle famiglie umane i figli devono rispettare gli insegnamenti dei genitori perché i bambini non hanno esperienza di vita; è in famiglia che essi apprendono dai genitori come dovranno comportarsi; lo stesso accade nel piano spirituale nel quale gli adulti sono bambini spirituali se non sono Cristiani maturi nella fede. Se non si è Cristiani maturi nella fede, spiritualmente parlando, siamo come bambini anche quando abbiamo cento anni; fortunatamente 20 1 Giovanni, 4,7 ; che Dio è amore è stato confermato da Lui stesso nel XX° secolo: Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 17 Luglio, Amrita e La Voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee 21 Matteo 6, 9 - 15 22 Giovanni 17, 3 23 Matteo 7, 12 5
  • 6. nel pianeta Terra la Vita ci è maestra ad ogni istante e ogni istante è buono per imparare se si sta attenti a noi stessi e a ciò che accade intorno a noi, dentro e fuori di casa o dall’ambiente di lavoro. Lo stile di vita che Gesù insegnò in Palestina, era improntato all’ubbidienza, alla fiducia e alla dipendenza da Dio, ma per la nostra salvezza il Signore Gesù ebbe il coraggio, giovane com’era, di dare anche la vita per noi. E’ per questo che il Figlio si fece arrestare, processare e crocifiggere: per farci sapere fino a qual punto poteva arrivare l’Amore divino; infatti, Il Cristo disse anche “ Nessuno ha un amore più grande di questo: di dare la vita per i propri amici 24 ”, e come sappiamo Lui la dette fino all’ultima goccia di sangue, soffrendo pene fisiche e psichiche acutissime, anzi insopportabili. Ma è per questo dono gratuito che Gesù fu glorificato, perché si dimostrò capace di fronte al Padre di dare la vita per la nostra salvezza affinché si capisse bene il profondo significato dell’amore divino. Con la Passione Gesù ci dimostrò anche che bisogna aver fiducia in Dio totalmente, oltre qualsiasi dubbio; infatti anche nell’orto del Getsemani, quando si rese conto che era giunto il momento in cui stava per incontrare il volto gelido di una morte dolorosissima e infamante, dopo una o due ore di crisi durante le quali sudò sangue, ritrovò la sua totale fede in Dio e il Suo coraggio ultraumano. La sua fiducia nella resurrezione e nella forza dello Spirito fu grande anche sulla croce; infatti, immediatamente prima di morire. il Messia disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito 25 “, ma prima aveva detto “ Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno 26 “ . Il Cristo, consegnandosi ai suoi nemici per essere giudicato, ci dimostrò anche che i Suoi insegnamenti sull’Amore permeavano tutto il Suo Essere. E’ con tale sacrificio che il Figlio ci mostrò il vero volto del Padre Celeste, che è il volto dell’amore incondizionato, e ci insegnò allo stesso tempo che l’uomo può osservare anche i Comandamenti dell’Amore quando ha perseverato nella ricerca dei beni dello Spirito; i discepoli – a cominciare dagli Apostoli - che si sono incamminati fino in fondo sulla strada tracciata da Gesù, sono esempi di persone che hanno vissuto ad imitazione del Cristo versando il loro sangue; ce ne 24 Giovanni 15, 13 25 Luca 23, 46 26 Luca 23, 34 6
  • 7. sono molti anche in questa travagliata e caotica epoca, specialmente tra i Missionari nel Sud del mondo. Tuttavia non bisogna mai dimenticare che questi veri eroi possono immolarsi perché lo Spirito, che è Uno 27 , dona loro la forza per farlo. Con il dono della vita Cristo ed i Suoi discepoli migliori ci dimostrano anche la verità contenuta nella Genesi circa la somiglianza che abbiamo con il Creatore. Di seguito citerò alcuni passi del Vangelo di San Giovanni perché sono molto significativi:  “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato a compiere la Sua opera” 28  “… io non giudico nessuno e anche se giudico il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. Nella vostra legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera: orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza …29 .  Dov’è tuo Padre gli domandarono. Rispose Gesù: voi non conoscete né me né il Padre. Se conosceste me conoscereste anche il Padre mio 30 “ . Il Messia perciò conferma di essere uguale, in Spirito, al Padre; come esempio materiale si potrebbe fare quello dei gemelli nati in un solo ovulo, che sono quasi identici nel fisico. Invece la somiglianza/unità tra Gesù e Dio è una somiglianza interiore fondata sulla coscienza e sui sentimenti a cominciare dal più grande, l’amore, dal quale discende tutto anche la carità/misericordia/giustizia e la nostra stessa vita.  “ Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo 31 allora saprete che IO SONO e che non faccio nulla da me stesso ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha mai lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite …” 32  “Io dico quello che ho visto presso il Padre… se Dio fosse vostro Padre certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui 27 Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 26, Mediterranee e Le porte interiori, Messaggi del 28 Marzo e del 17 Luglio, Amrita 28 Giovanni 4, 34 29 Giovanni 8, 15-18 30 Giovanni 8, 19 31 Il Cristo si riferisce alla Sua crocefissione 32 Giovanni 8, 27-29 7
  • 8. mi ha mandato … voi che avete per padre il diavolo …chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio … Io invece lo conosco… e osservo la sua parola … In verità in verità vi dico: prima che Abramo fosse, IO SONO . Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio33 “ .  “ Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre e offro la vita per le pecore . E ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama, perché offro la mia vita per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma io la offro da me stesso poiché ho il potere di offrirla e ho il potere di riprenderla di nuovo. (mia nota: con questo ci disse che la Risurrezione sarebbe stata essere opera Sua 34 ). Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio 35 “  “… Ve l’ho detto e non credete: le opere che io compio nel nome del Padre mio queste mi danno testimonianza; ma voi non credete perché non siete le mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è il più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola “. I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo 36 “.  “… voi dite: <<Tu bestemmi perché ho detto sono figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio non credetemi; ma se le compio anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre. >> Tentarono nuovamente di arrestarlo ma egli sfuggì dalle loro mani 37 >> . 33 Giovanni 8, 38 -58 34 Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. X°, pagina 171 e ss, CEV srl, 03036 Isola del Liri (FR) 35 Giovanni 10, 14 -18 36 Giovanni 10, 24 -31 37 Giovanni 10, 24 -39 8
  • 9.  “Chi crede in me non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato ( mia nota: una verità dello Spirito: due Esseri Divini, il Padre e il Figlio, ma un solo Spirito, un solo Dio ). Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. La cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me 38 “.  “ Gli disse Gesù: << Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me conoscete anche il Padre ( Mia nota: verità spirituale per dire l’unità che c’è in Dio ); conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto. ( Mia nota: il Cristo ripete la stessa verità spirituale con altre parole ). Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: << Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi io sono nel Padre e il Padre è in me se non altro credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò 39 >>.  “ Se mi amate osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre ( Mia nota: il terzo Essere Divino della SS. ma Trinità nell’unico Dio è la Madre Spirito Santo che apparve a La 38 Giovanni 12, 44 -50 39 Giovanni 14, 6-14 9
  • 10. Salette in Francia a due pastorelli il 19 Settembre 1846 40 ) lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere , perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscerete, perché Egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. ( Mia nota: il Signore si riferisce al dopo della Sua crocefissione, al dopo della Resurrezione 41 , al dopo delle Apparizioni successive e oltre la vita terrena degli Apostoli per confortarli e ammaestrarli ancora ). In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. ( Mia nota: il Signore si riferisce ad un giorno del futuro nell’Aldilà ). Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui 42 >> . Gli disse Giuda, non l’Iscariota: << Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo ? >> . Gli rispose Gesù: << Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a Voi. ( Mia nota: ancora un accenno alla Sua morte, alla Sua resurrezione e alle Sue apparizione successive ); se mi amaste vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via da qui 43 >> . 40 Giuseppe Barbero,La Vergine alla Salette, pagina 18 e ss, San Paolo ( mia nota: Non la Madonna, ma Dio Madre apparve a Melania e Massimino i due pastorelli. Lo si deduce dall’aspetto della Bella Signora come la chiamarono i bambini, dalle Luci che emanava e dalle parole che pronunciò che erano quelle di Dio. 41 Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. X°, pagina 171 e ss, CEV srl, 03036 Isola del Liri, Frosinone 42 Vangelodi Giovanni 14, 15 - 21 43 Giovanni 14, 15 -31 10
  • 11.  << Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me . Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. ( Mia nota: accenno alle pene dell’Inferno ). Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che vi io comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone, ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri 44 >>. Il diciassettesimo capitolo del Vangelo di Giovanni è denso di contenuti; i brani selezionati sono utili per la conoscenza dei rapporti tra il Padre Celeste e il Figlio Gesù: - Il Signore Gesù alzati gli occhi al cielo disse: << Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, 44 Giovanni 15, 1- 17 11
  • 12. compiendo l’opera che mi hai dato di fare. E ora, Padre glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse 45 >>. - Continuando la preghiera del “cuore” al Padre, il Cristo affida i discepoli a Lui perché, avendo rivelato loro i tesori della Parola di Dio, che è verità, sono odiati dal mondo ovvero dai capi Giudei, eredi di quei capi che avevano modificato la Parola di Dio anche con la Tradizione Orale. Poi il Messia chiede al Padre che li “custodisca dal maligno e li consacri nella verità 46 ”, ovvero che li custodisca affinché si dedichino per tutta la vita al servizio della Parola che è verità. - Riassumo così la preghiera dei versetti 20-23 del predetto capitolo 17: ho glorificato con la tua gloria i miei discepoli e tutti quelli che per la loro parola crederanno in me perché tutti si sia una cosa sola. Io in loro e Tu Padre in me affinché siano perfetti nell’unità. Ciò significa riunirsi con Dio per mezzo del Cristo e perciò diventare Uno con Dio attraverso Gesù stesso con tutta la sua gloria, l’amore, le qualità, le virtù e la potenza; in questo evento cosmico gli uomini saranno deificati . In tal modo Gesù conferma ai discepoli la descrizione che aveva fatto loro del Padre buono nelle parabole del figliol prodigo e degli operai mandati nella vigna 47 , perché dicendo così ci fa sapere che Dio ci ama come ha amato il Figlio prediletto in cui si compiacque 48 . Implicitamente il Messia ci dice anche che l’Amore, il vero Amore non fa preferenze tra chi merita di più e chi merita di meno in quanto ci ama tutti allo stesso modo 49 ; in senso lato ciò vale non soltanto nel confronto tra Gesù e i cristiani, ma anche tra Gesù e tutti gli altri uomini di ogni epoca che vivono evangelicamente anche se non lo conoscono ( le pecore di altri ovili 50 ). - Nel versetto 24 di questo diciassettesimo capitolo del Vangelo di S. Giovanni si può intravedere una realtà sconosciuta anche a moltissimi uomini del ventesimo secolo : si può vivere contemporaneamente su diversi piani di esistenza 51 . Secondo me, infatti, Gesù fu con il 45 Giovanni 17, 1-5 46 Giovanni 17, 15-19 47 Matteo 20, 1-16 48 Matteo 3, 17 49 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 17 Luglio e del 4 Settembre, Amrita 50 Giovanni 10, 14-16 51 Cerchio Firenze 77, Maestro perché ?, pagina 33, Mediterranee 12
  • 13. corpo fisico e il cervello in Palestina con gli Apostoli, ma il Suo corpo astrale, la Sua mente e la Sua coscienza insieme con la Sua Anima, erano - allo stesso tempo - insieme al Padre, perché il Regno di Dio è Dio e il Padre e il Figlio Gesù sono una cosa sola . Il Cristo fece al Padre una richiesta singolare “… quelli che mi hai dato siano con me dove sono io ( mia nota: non disse dove sarò io) perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo …52 . Penso che ciò sia possibile anche perché nell’Empireo, si vive in condizioni di eternità e tutti gli eventi sono presenti all’Essere contemporaneamente. Il Regno dei Cieli arriva anche nel piccolo mondo interiore dei discepoli; per me, infatti, soltanto una porta simbolica divide l’uomo dal Regno ovvero da Dio; questa porta non può essere aperta dall’uomo, ma lo sarà non appena lo desidererà o lo chiederà. - Il Cristo si rivolge di nuovo a Dio, chiamandolo Padre giusto, per sottolineare ancora la Sua giustizia misericordiosa e ripete anche che gli uomini non lo conoscevano prima del Suo avvento in terra. E’ bene ricordare però che coloro che lo conoscono e quelli che lo conosceranno (anche noi) avranno maggiore responsabilità perché dalla conoscenza del Padre deriva la conoscenza della Legge ( Decalogo ) e da questa l’obbligo di osservarla. Il Messia aggiunge anche che ci ha fatto conoscere il Padre affinché si possa essere amati come Lui stesso affinché Dio, che è Amore 53 sia in noi come lo è in Gesù, la Presenza divina nell’uomo 54 . Questi mi pare siano i significati dei versetti 25-26 del capitolo diciassette del Vangelo di Giovanni. Queste ripetizioni di Gesù servivano ai discepoli di allora come a quelli di oggi ad assimilare la vera natura del Padre, avendone il giusto timore/rispetto, ma sapendo che ci ama. Quindi, il Cristo ci ha messo in grado di aprirGli le porte del nostro intimo, il minuscolo mondo interiore dell’uomo, affinché Dio e i tre Esseri della SS. Trinità possano emergere in noi 55 . Della SS. ma Trinità il Signore Gesù parlo diffusamente al suo scrivano viennese Jakob Lorber nel diciannovesimo secolo 56 . L’esistenza in Dio della SS. ma Trinità, ovvero dei tre Esseri Divini in cui si è manifestato il Signore Dio per rendersi visibile agli 52 Giovanni 17, 24 53 Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee 54 Eileen Caddy, La Voice di Dio a Findhorn, pagina 144, Mediterranee 55 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 29 Maggio, Amrita 56 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 36 e ss, Armenia 13
  • 14. uomini: nel Padre, nel Figlio Gesù e nella Madre Spirito Santo 57 è stata confermata anche dall’Angelo della Pace a Fatima nel 1917 58 . In questo discorso, come in qualunque altra occasione, Gesù proclamò sempre il primato del Padre e perciò, per me il Signore, è anche l’onestà personificata. Durante la vita pubblica il rapporto di Gesù con il Padre e il riferimento alla Sua volontà è tanto frequente da costituire il modello di vita del Cristo, il quale si identificava nel Padre. Se vogliamo progredire sul nostro sentiero spirituale avendo come obiettivo una partecipazione consapevole nel Suo corpo mistico dobbiamo seguire il Suo esempio. Dai brani del Vangelo che ho finora citato si può dedurre tra l’altro quanto segue: - Padre e Figlio hanno la stessa natura intima che essenzialmente è carità amore e giustizia/misericordia; - I Giudei sapevano che erano parte di Dio perché glielo disse Mosè 59 (mia nota: sia come popolo che come persone; e questo vale anche oggi per tutti i popoli e le persone della terra. In questo senso si veda il discorso della Bella Signora durante l’Apparizione a La Salette in Francia 60 ); - perciò Filippo, così come tutti gli altri discepoli, avrebbe dovuto credere che Gesù era uno con il Padre e che il Padre era buono come Gesù; è in forza di tale unione che il Padre poteva compiere facilmente le Sue opere attraverso il Figlio. Ma non soltanto: i discepoli avrebbero potuto compiere anche cose più grandi (perché ormai erano entrati a far parte del corpo mistico del Cristo ad un alto livello). Gesù fece loro tale promessa non per glorificare se stesso ,ma il Padre e così dimostrò ai discepoli sia il suo amore per il Padre che la sua fedeltà; Dai versetti che ho citato emerge - oltre alla perfetta comunione tra il Padre e il Figlio - anche la totale obbedienza e l’assoluta fedeltà e la sottomissione del Figlio al Padre e la perseveranza di Gesù nel portare a compimento la Sua missione per fare la volontà dell’Altissimo volontà che ha per obiettivo la salvezza di tutti gli uomini perché l’amore di Dio commuove anche i cuori di pietra. 57 La Madre Spirito Santo è apparsa a La Salette in Francia il 19-9-1846 a due pastorelli, Melania e Massimino 58 Lucia racconta Fatima, pagina 48, Queriniana 59 Deuteronomio 32, 9 60 Giuseppe Barbero, La Vergine a La Salette, pagina 18 e ss, San Paolo 14
  • 15. I Vangeli sono pervasi dall’amore e dalla misericordia del Padre; è stato più che giusto che Gesù ne abbia corretto l’immagine del tutto erronea di un padre padrone che lascia i Suoi figli in balia di se stessi. Questa immagine emerge dalla legge mosaica, ma sarebbe meglio chiamarla farisaica tanto che Gesù disse più volte la vostra o loro legge 61 ( tante furono le modifiche introdotte dalla Tradizione Orale 62 ). Esempi di un Dio che istiga uno dei Suoi popoli, Israele, alla crudeltà:  Numeri 21, 34-35; 25, 16-18; 31, 1-20: Non credo assolutamente che il Padre Celeste abbia mai potuto esprimersi in questo modo. Per quanto possa capire se il Padre vuol fare giustizia è più che capace di farla da sé nel modo che ritiene più adatto per far comprendere ai peccatori, che possono essere anche un intero popolo, i loro errori. Infatti l’uomo non ha libertà di farsi giustizia da solo neppure secondo le leggi umane. Ne è un esempio eccezionale l’esodo di Israele dall’Egitto. Alcune delle parabole del Messia sono veramente eloquenti per manifestare l’amore e la misericordia del Padre verso i Suoi figli: - La parabola degli invitati scortesi 63 : il padrone di casa simbolizza il Padre Celeste. Egli li aveva invitati ad accogliere la Buona Novella (simbolizzata dalla grande cena) offerta per dare l’annuncio del Regno di Dio tramite la Parola del Figlio Gesù. Questa parabola rappresenta il forte desiderio del Padre, che vorrebbe riavere i figli presso di sé: I figli rappresentano i Giudei. Quando però il Padrone di casa si rende conto che gli invitati non hanno rispetto per lui, allora rivolge l’invito ad altri. Il Signore Gesù in questa parabola parla di Dio come di un uomo giusto. Con tale immagine il Cristo ci insegna che il Signore invita più volte alla comprensione/conversione durante le vicende della vita delle persone e dei popoli. Egli dà in ogni epoca ai singoli e ai popoli tante occasioni per comprendere gli errori commessi nel voler dominare gli altri per compiacere le proprie brame. Quando l’Altissimo si accorge che persone o popoli non vogliono proprio capire, allora ritira la Sua mano misericordiosa e lascia alle leggi della vita (legge del contrappasso o del taglione o legge Karmica o legge di causa ad effetto) il compito di far comprendere agli irriducibili gli 61 Giovanni 8, 17; 10, 34 e 15, 25 62 Matteo 5, 15, 16, 19, 23 63 Luca 14, 15 - 24 15
  • 16. errori che hanno commesso. Dopodiché interverranno le lezioni del dolore che inducono singoli, comunità o popoli alla riflessione dalla quale discende la classica domanda: perché accade questo proprio a Me? La tribolazione e quindi le riflessioni durano tanto quanto occorre al dolore per donare comprensione. ( Mia nota: chiunque accoglie Gesù ed osserva la Sua dottrina diventa degno del Regno dei Cieli a qualunque religione o popolo appartenga 64 . Per me sono degni del Regno dei Cieli anche i non religiosi e i non appartenenti ad alcuna religione se vivono evangelicamente senza chiedere alcun vantaggio o sperare in alcun tornaconto. Questi ultimi possono vivere così perché la Coscienza del Cristo agisce in loro 65 ). - La parabola del Padre misericordioso, del figliol prodigo e del figlio interessato per egoismo ai beni di suo Padre e ostile nei confronti del fratello, mostra ai Giudei e a tutti noi quanto diversa fosse la natura intima di Dio Padre da quella che si erano tramandati con la loro legge 66 . La bontà del Padre non si limita all’aver accolto la richiesta del figlio di anticipargli la sua quota di eredità; nel piano spirituale questa quota simbolizza la vita del figliol prodigo, il quale voleva viverla a modo suo lontano dal Padre, che gliela liquidò senza obiezioni in virtù del fatto che ci ha dato fin dal principio la libertà di scelta di vivere osservando o meno i Suoi Comandamenti. Sappiamo che il figliol prodigo 67 si allontanò dalla casa paterna e dissipò con la sua insensata prodigalità l’eredità che gli fu anticipata. La ricchezza dissipata simbolizza lo spreco degli anni perduti in bagordi anziché nella ricerca di Dio nel suo intimo, conducendo una vita sobria e osservando tutti i comandamenti divini. Il figliol prodigo, quando rientrò in se stesso dopo aver sofferto la fame (che simbolizza le delusioni che subentrano ad una vita vissuta nei piaceri carnali lontano da Dio), divenne consapevole della bontà e tolleranza del Padre. Il Figlio ebbe conferma dell’amore del Padre quando lo vide mentre gli correva incontro per abbracciarlo e baciarlo, segno che l’aveva già perdonato; ma non soltanto, riebbe dal Padre quella 64 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le Grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 160, Mediterranee 65 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le Grandi Verità ricercate dagli uomini, pagina 160, Medfiterranee 66 Giovanni 8, 17 67 Luca 15, 11 - 32 16
  • 17. dignità di figlio che aveva rifiutato lasciandolo. Questa parabola è per noi di grande conforto perché ci dice che non dobbiamo fare cose astruse o complicate per farci riabbracciare dal Padre: al limite basta comprendere gli errori che abbiamo fatto vivendo egoisticamente e cambiare vita, obbedendo ai comandamenti divini ( Decalogo e Comandamenti dell’amore, i soli che ci garantiscono la vita eterna ). Anche per noi sarà fatta una grande festa quando saremo riammessi in Paradiso. Emblematico è invece il comportamento del figlio interessato, così come lo è la risposta che il Padre gli dette, perché si capisce che la lontananza da Dio corrisponde alla morte spirituale mentre il ritorno alla vita simbolizza l’abbandono del desiderio di cose materiali. La felicità del Padre è determinata dall’aver ritrovato il figlio. - Anche nella parabola del padrone buono si può riconoscere il Padre Celeste che dà agli operai, che ha assunto alle cinque del pomeriggio, la stessa paga di quelli che hanno lavorato tutto il giorno. Il criterio del Padre nel remunerare gli operai della sua messe è fondato sulla Sua giustizia misericordiosa in forza della quale Egli non tiene conto della rapidità o della lentezza di coloro che si mettono alla sequela di Gesù, ma dei meriti che essi acquisiscono cominciando a vivere evangelicamente. Quindi anche gli ultimi possono diventare come i primi che si sono convertiti. 68 Nei versetti conclusivi del capitolo 19 di San Matteo viene riportata la risposta di Gesù a una domanda di Pietro; anche questa risposta è molto importante perché il Signore disse che coloro che avevano lasciato tutto per seguirlo avrebbero ricevuto cento volte tanto e che avrebbero avuto in eredità la vita eterna ( Gli Apostoli siederanno su dodici troni a giudicare le tribù di Israele ). Beati dunque coloro che prendono rapidamente una tal decisione come gli apostoli. Ma beati saranno anche coloro che la prenderanno tardi perché avranno la possibilità, per la misericordia divina, di diventare primi tra i figli di Dio - Per me Gesù è il Figlio più perfetto che sia mai nato in Terra perché ha amato profondamente Suo Padre, ha fatto la Sua volontà, Gli è stato fedele, obbediente e sottomesso fino al sacrificio della Sua vita. 68 Matteo 20, 1-16 17
  • 18. E ne ha avuto rispetto in ogni occasione mettendolo sempre al primo posto. Anche quando la madre dei figli di Zebedeo gli chiese di farli sedere nella Sua gloria uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, la risposta del Cristo fu esemplare: “…Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato.” 69 - Ma è nel Getsemani, quando sudò sangue, pensando alle grandi sofferenze fisiche e morali degli imminenti processi e al martirio della croce, che il Cristo dimostrò la Sua grandezza – che gli fruttò la gloria – perché affrontò processi e crocifissione invece di fuggire come avrebbe potuto fare risparmiandosi ingiustissime mortificazioni e dolori. Per la salvezza del genere umano preferì il dono di se stesso e lasciò che Giudei e Romani imponessero la peggiore Variante al Piano d’amore divino. Nell’orto in cui fu poi catturato, appena si riprese dalla crisi in cui era caduto, si rivolse al Padre dicendogli, : “Padre mio se proprio devo bere di questo calice di dolore sia fatta la tua volontà”. Per come interpreto le vicende della vita terrena di Gesù, la volontà del Padre non era quella che Gesù soffrisse, ma quella che il Figlio dimostrasse il suo amore per Dio e l’umanità accettando di offrire la Sua vita per la salvezza degli uomini; ed è il dono gratuito di questa vita ( dette tutto ) che gli ottenne la gloria 70 , ebbe cioè tutto. Infatti il dono volontario e gratuito di se stesso non realizzò soltanto l’obiettivo essenziale del Piano di Dio, che era quello di ridare la felicità celeste che gli uomini persero a causa di Adamo ed Eva, ma anche quello di dimostrare fino a qual punto arrivava il Suo Amore e quello del Figlio. Ai Giudei spettava la scelta di accogliere o rifiutare Gesù come Messia e la Sua Dottrina come perfezionamento e completamento della Legge Mosaica che i farisei modificarono a tal punto che il Cristo, rivolgendosi a loro, disse più volte: “Nella vostra legge sta scritto 71 … “. Sappiamo quale fu la scelta che loro fecero tra Gesù e Barabba 72 . - Negli ultimi istanti della Sua vita Gesù manifestò ancora una volta la Sua assoluta fiducia nel Padre dicendoGli: “ Padre nelle tuo mani consegno il mio spirito ” 73 . 69 Matteo 10, 35-40 70 Eileen Caddy, Le porte interiori, mEssaggio del 27 Agosto, Amrita 71 Giovanni 8, 17; 10, 34 72 Matteo 27, 11-26 73 Luca 23, 46 18
  • 19. - A Maria di Magdala Gesù disse: “ Non mi trattenere perché non sono ancora salito al Padre, ma va dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro ”. 74 Riassumendo, si può dire che lo scopo della vita del Cristo fu sempre quello di fare la volontà del Padre e di diffonderne e sostenerne i valori con il Suo Vangelo, la Buona Novella, che spiegò, con divina sapienza il significato completo del Decalogo 75 . Tutto il resto per Lui era consequenziale perché Dio deve essere sempre messo al primo posto. Il Padre fu la Sua guida e il Suo consigliere per tutta la vita, specialmente per quella pubblica, così come i Vangeli dimostrano. Egli, pur vivendo in terra, si mantenne sempre in comunione con il Padre così come risulta anche dai versetti dei Vangeli che ho citato. Ho già fatto ricorso a due parabole per sottolineare la giustizia misericordiosa del Padre e la Sua precisione; anche quest’ultima era ben nota ai Giudei: infatti nell’esodo, del quale segnalo un solo episodio perché ha una rappresentatività esemplare: “ Ecco che cosa comanda il Signore: raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda. Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto chi poco. Si misurò con l’omer: colui che ne aveva preso di più non ne aveva di troppo, colui che ne aveva preso di meno non ne mancava: avevano raccolto ciascuno quanto potevano mangiarne…76 ” Da questo comando e dalla misurazione si può dedurre non soltanto la perfezione del Dio che ci è Padre e Madre, considerato che la manna cadde nella giusta quantità, ma anche la regola che tutti gli uomini di ogni epoca hanno avuto, hanno e avranno il pane quotidiano nella giusta misura, purché anche i ricchi egoisti facciano la loro parte nei confronti dei poveri, perché l’uomo -per crescere spiritualmente - deve sempre farla 77 . Potremo domandarci a questo punto per quale ragione ci sono tante persone nel mondo che vivono o che hanno vissuto o che vivranno morendo di fame e di sete; la risposta non può essere che una, visto che nella Terra c’è abbondanza di risorse per tutti: perché gli uomini non se le ripartiscono con equità, sia quelle naturali che quelle derivate dal loro lavoro e dai loro commerci. 74 Giovanni 20, 17 75 Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. VII°, pagina 123. CEV srl, 03036 Isola del Liri ( Frosinone ) 76 Esodo 16, 16 - 21 77 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 30 Maggio, Amrita 19
  • 20. Nel dare il cibo con la manna, il Padre volle insegnar agli uomini anche l’obbedienza e le pene conseguenti alla disobbedienza: a. l’obbedienza : essa è fondamentale nella vita spirituale; il Padre Celeste a volle insegnare aggiungendo questo comando: “Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino. Essi non obbedirono a Mosè ed alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì … 78 ” . b. le conseguenze delle disubbidienze : nella vita del Dio della perfezione nessuna disobbedienza anche la più piccola, può essere tollerata perché le disobbedienze sono segno di mancanza di rispetto per il Creatore; ma non soltanto: le disobbedienze, che sono trasgressione al comando divino e allo stesso tempo peccati, sono segno di mancanza di coscienza (per questo si vive sulla Terra,per crescere in coscienza attraverso le lezioni del dolore, le uniche che l’uomo capisce ). E’ per questi motivi che nessuna disobbedienza, anche la più piccola (peccato veniale), può essere tollerata perché deve essere corretta per il nostro stesso bene in forza della legge karmica o di causa ad effetto. In proposito i Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 insegnano, in uno dei loro libri, che il dolore è un balsamo per l’anima che amplia la nostra coscienza perché ci fa comprendere gli errori che commettiamo o che commettemmo in una precedente esistenza terrena 79 . c. la pena. Nel caso della manna la pena consistette nel deteriorarsi del cibo. Come si vede la sanzione non consistette in un rimprovero dell’Altissimo, ma nella automatica applicazione di una delle leggi della Sua giustizia, quella di causa ad effetto 80 o del contrappasso o del taglione. Io credo che la maggior parte dei giudizi che correggono gli uomini non siano emessi da qualcuno, ma siano insiti nelle leggi della vita, ai quali qualche grande saggio, molto probabilmente umano, sovrintende 81 . In questo caso ritengo che la manna fosse stata appositamente studiata per mantenersi integra soltanto per pochissimo tempo, perché nulla succede a caso nella nostra vita. La causa (violazione del comando divino) mosse l’effetto (putrefazione della manna). Questo è un esempio di applicazione della legge del contrappasso, che non ha scopi di vendetta bensì di insegnamento. 78 Esodo 16, 16-20 79 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 238, Mediterranee 80 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 49, Mediterranee 81 Sono chiamati Maestri del Karma in uno dei libri dei Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77, Edizioni Mediterranee 20
  • 21. d. la fedeltà: dopo che l’uomo ha compreso che, nel suo stesso interesse, le leggi divine non debbono essere violate (come pure quelle umane), comincia ad abituarsi ad essere fedele, perché le conseguenze della violazione del comando gli procurano danno e dolore, ed è riflettendo su questi danni e dolori che l’uomo comprende il comportamento altruista che deve tenere nella vita associata ( il comportamento altruista deriva da un ampliamento della coscienza o corpo akasico 82 . e. lo scopo ultimo delle leggi divine: è quello di far capire all’uomo l’importanza di vivere in armonia con il suo Dio, gli altri uomini e la natura obbedendo alle leggi divine ( il Decalogo e le leggi dell’amore ) e a quelle umane, le leggi di Cesare 83 , non facendo agli altri quello che non vorrebbe fosse fatto a se stesso ( è la regola aurea trascritta in Matteo 7, 12 ). Ritornando a Gesù: penso che si possa sostenere che tutte le opere che fece in Palestina mostrano sia la giustizia che la misericordia di Dio. I miracoli non sono altro che una dimostrazione pratica di questa giustizia misericordiosa e allo stesso tempo segni che Gesù Cristo era una sola cosa con il Padre. Ricordo altri passi dei Vangeli che mostrano la misericordia del Padre attraverso le opere del Figlio: - Matteo: 6, 25-34; 9,13; 9, 27; 12, 7; 15, 22 e 20, 31. - Marco: 5; 6,13; 6, 54-56; 7, 25-37; 8, 22-26; 9,14-29. - Luca: il suo Vangelo è anche conosciuto come il Vangelo della misericordia, ma a me piace – l’ho imparato dagli Ebrei - a non disgiungere mai la misericordia dalla giustizia di Dio, per cui quando penso al Vangelo di Luca lo penso come il Vangelo della giustizia misericordiosa. Dei tanti passi di questo Vangelo cito soltanto la parabola del buon samaritano 84 , la parabola del buon proprietario di vigna che simbolizza il Padre misericordioso 85 e la parabola del figliol prodigo 86 delle quali ho già parlato. - Giovanni: 4, 19-26; 5, 1-18; 5, 19-47; 6, 32-40; 6, 65; 9, 1-12; 8, 1-21; 11, 1-44; 12, 23-36; 12, 44-50; 13, 1-20; 19, 25-27. 82 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 58, Mediterranee 83 Matteo 22, 15 - 22 84 Luca 10, 25-37 85 Matteo 20, 1 - 16 86 Luca 15, 11 - 32 21
  • 22. Da tutti i Vangeli, ma specialmente dai versetti che ho citato emerge la figura del Dio Padre/Madre 87 buono, ma giusto e misericordioso. La Sua figura emerge con grande chiarezza e magnificenza in stridente contrasto con quella del Dio padre – padrone che ci è pervenuto dai Giudei. Nessun profeta parlò del Dio dell’amore e della vita, della carità e della giustizia, nonché della Provvidenza come il Signore Gesù, il Figlio di Dio e della donna, l’uoma, nella persona di Maria di Nazareth, la Corredentrice. La figura intima dell’Altissimo che emerge dai Vangeli è quella del Dio unico, Padre e Madre che provvede a tutti i nostri bisogni, ma è allo stesso tempo il Dio che educa e forma, che aiuta e che consola nelle ore del dolore (che è indispensabile alla trasformazione dell’uomo da essere materiale a essere spirituale), perché il Padre celeste è il Dio che perdona, insegna e redime 88 . Il Dio che Gesù ci presenta per la nostra consolazione e conoscenza è un’eterna Presenza nell’uomo 89 , che non impugna mai la spada e non scatena mai i Suoi eserciti di Angeli per vendicarsi. La Sua giustizia misericordiosa tien conto delle nostre fragilità e povertà; Egli è il Dio che ci fa crescere in coscienza facendoci vivere molteplici incarnazioni nel pianeta Terra avvalendosi della legge della reincarnazione 90 e di quella di causa ad effetto o karmica 91 , leggi che ha promulgato per educarci e correggerci nel corso delle miriadi vicende quotidiane che viviamo, per trasformarci in esseri spirituali. Le correzioni, che sono insegnamenti, ci vengono impartite tramite le mille e mille interrelazioni che ci sono negli ambienti tra popoli, uomini e animali, perché ciascuno è allo stesso tempo attore, oggetto e strumento della divina Provvidenza. Anche il male è strumentale al bene, anche Satana che ci tenta, gli empi e i malvagi che ci fanno del male, cosiccome l’Inferno e il Purgatorio; tutto, proprio tutto è strumentale al bene, così come le numerose esistenze dell’uomo nei diversi luoghi in cui vive, sia nell’Aldilà 92 che nell’Aldiquà. 87 Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagine 103/104, Mediterranee 88 Salmo 130 89 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 28 Marzo e del 17 Luglio, Amrita ; Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina 267, Mediterranee ; Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 170 e ss, Armenia 90 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 238 e Oltre l’illusione, pagina 185, Mediterranee 91 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 210, Mediterranee 92 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 170 e ss, Armenia 22
  • 23. Anche le traversie e le malattie quindi sono strumentali alla nostra crescita in coscienza; beati coloro che si rendono conto della funzione trasformatrice della vita inventata dal Padre – Madre - Dio, che è anche nell’uomo, tramite il Signore Gesù, la Presenza Divina, il Cristo in noi 93 E’ tramite il Cristo in noi che il Signore Dio conosce anche le nostre intenzioni e – allo stesso tempo - può essere attentissimo anche ai nostri bisogni perché è Amore 94 . Oggi sappiamo anche dalla scienza che lo Spirito genera, pervade e sostiene ogni cosa 95 , così come meglio cerco di dire nel capitolo dedicato all’azione di Gesù per farci conoscere lo Spirito Santo. Il Dio che ci è Padre e Madre è uno Spirito onnipotente 96 e onnipresente in ogni essere vivente e in ogni cosa che esiste 97 , da un virus all’uomo, da un atomo di materia a tutte le galassie di questo universo e ai mondi ultraterreni 98 . Egli è dunque uno Spirito che comprende tutto e tiene tutto in una mano 99 , ma rispetta sempre la libertà di scelta che ci ha donato. E questo tutto è perfetto e bellissimo perché Dio è anche la Perfezione. In tale perfezione si specchiano anche i nostri difetti: li abbiamo per crescere in sapienza, coscienza e amore, vivendo, soffrendo e gioendo nel pianeta Terra. Al Cristo dobbiamo essere eternamente grati per aver portato il Decalogo a compimento con la Sua Dottrina, sintetizzata dai Vangeli canonici ed esplicitata nell’Evangelo rivelato a Maria Valtorta, che consiste in dieci volumi di circa quattromila pagine complessive editi da CEV srl, 03036 Isola del Liri, Frosinone. In conclusione, se mai si potesse concludere qualcosa sull’Altissimo, che è infinito, Egli è il Dio tutto Uno-Assoluto 100 , ma non è un monolite; è il Dio dei molti nell’Unità dello Spirito, dove ognuno di noi vive, ma lo splendore della vita ciascuno di noi lo vedrà e lo capirà quando lo Spirito Santo lo avrà trasformato, dopo che Gesù e Sua Madre, Maria di Nazareth, avranno finito 93 Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 144, Mediterranee ; Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita 94 1 Giovanni 4, 8. 16 ; Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 17 Luglio, Amrita 95 Jean E. Charon, Lo Spirito questo sconosciuto, pagine 61-104 96 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 13 Febbraio, Amrita 97 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 28 Marzo, Amrita 98 Si veda l’Azione di Gesù per farci conoscere e mandarci lo Spirito Santo 99 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 13 Febbraio, Amrita ; Siracide 43; S. Francesco d’Assisi, Le Preghiere, ediz. Porziuncola, pagg. 91 (onnipotente, eterno), 115 (le lodi di Dio Altissimo) e 129 (il cantico delle creature). 100 Cerchio Firenze 77, Dizionario, pag. 296, Ediz. Mediterranee 23
  • 24. di redimerlo. Ma anche questo è un modo di dire, un cercare di spiegarmi per farmi intendere quel cerco di dire: Maria è nel Figlio, come il Figlio è nel Padre. Nella SS. Trinità, il Padre, il Figlio e la Madre Spirito Santo sono una cosa sola e perciò ciascuno è anche l’altro, pur restando se stesso, ma operano insieme pur essendo diversi, perché nella SS. Trinità Dio Padre è l’Amore, Gesù la Sapienza che è Luce e Rivelazione, e lo Spirito Santo la Potenza e la Volontà dell’Amore 101 . Perdonate questo tentativo di spiegare il mistero insondabile del Dio Padre, Figlio e Madre, che è amore, energia e potenza 102 . Da tutto quanto sopra scritto azzardo una sintesi: ogni discepolo del Signore Gesù, se osserverà i Suoi Comandamenti, a qualunque popolo o religione appartenga 103 , realizzerà l’unione con il Padre attraverso il Figlio Gesù. La promessa del Cristo è stata confermata dal Signore Dio stesso che ha detto: << … Dunque Io Sono la sostanza che ti costituisce e lo Spirito che ti anima, poiché tu sei in Me e Io sono in te, figlio mio. Ma non mi fermo solo a questo, perché rendo partecipe di Me stesso ogni essere ed a ciascuno mi dono interamente senza riserve, fino al punto che ogni distinzione Io e te, ogni separazione, sono solo illusorie, e lo sono quel tanto necessario a farti esistere, a donare all’essere la coscienza assoluta. Questo Io Sono >>. La frase predetta del Signore Dio è stata riferita dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 104 . Infine mi preme aggiungere che quando il Signore Gesù si rivolge al Padre, intende rivolgersi all’Essere Supremo, il Signore Dio; si rivolse al Padre a causa della tradizione ebraica. Si veda l’Azione di Gesù per farci conoscere e mandarci lo Spirito Santo. 101 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 36 e ss, Armenia 102 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 13 Febbraio, Amrita. 103 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 160, Mediterranee 104 Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina 267, Mediterranee 24