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L’AZIONE DI GESÙ PER LE DONNE
Premessa: dell’Antico Testamento si cita il versetto 24 del secondo capitolo della Genesi per la sua
valenza spirituale e perché tratta del fondamento di una nuova famiglia: “ Perciò l’uomo lascerà
suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due saranno una cosa sola “. . Faccio ora
una riflessione sulle conseguenze del matrimonio: l’uomo e la donna sono una cosa sola disse il
Creatore cioè un solo essere spirituale; il Messia confermò il versetto della Genesi aggiungendo
questo comando: “Perciò l’uomo non separi ciò che Dio ha unito 1
”. Che cosa potrebbe
essere questa cosa sola, se non un essere ? Non dovrebbe essere l’Anima ( o Spirito o Scintilla
Divina ); non dovrebbe essere la mente, anch’essa individuale e per di più destinata a perire, né il
corpo astrale anch’esso individuale e destinato a perire prima del corpo mentale, né il corpo
eterico per la stessa ragione 2
; perciò riteniamo che il marito e la moglie diventeranno un solo
essere a livello di coscienza; la coscienza o corpo akasico è il corpo destinato a vivere in eterno
insieme alla Scintilla Divina o Anima, con la quale forma l’Ego che è stato così definito: “Parte più
elevata dell’individuo soggetta ad evoluzione. E’ chiamato<< Ego>> l’insieme della Scintilla Divina
e della << coscienza individuale >>. L’Ego è quindi ciò che permane dell’individuo quando questi
ha terminato l’evoluzione come uomo 3
“ .
La coscienza o corpo akasico è stato così definito dai Maestri disincarnati del Cerchio
Firenze 77: “ Ciò che riceve e trascrive, facendolo diventare natura stessa dell’individuo, le Realtà
che lo stesso individuo, esistendo, scopre ed acquisisce. Non viene mai abbandonato
dall’individuo nel corso delle molteplici incarnazioni, ma si costituisce man mano che l’individuo
evolve 4
.“ Nel loro insieme le coscienze degli individui dovrebbero formare la Comunione degli
Esseri.
Sappiamo dell’esistenza della comunione degli esseri e della comunione dei santi dalle
religioni. Tale comunione deriva dalla virtuale frantumazione 5
dell’Uno nei molti, cioè dell’Essere
Dio.
1
Vangelo di Marco 10,9
2
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 58-59 con relativi riferimenti ; idem, Per un mondo migliore,
pagina 205, Edizioni Mediterranee.
3
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206, Mediterranee
4
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 205, Mediterranee
5
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 122, Mediterranee
1
Il Signore Dio è l’Essere Uno – Tutto che si è virtualmente frantumato nelle creature, per
dar loro la vita 6
. L’Altissimo disse: “….Dunque Io Sono la sostanza che ti costituisce e lo Spirito
che ti anima, poiché tu sei in me ed io sono in te, figlio mio. Ma non mi fermo solo a questo,
perché rendo partecipe di me stesso ogni essere ed a ciascuno mi dono interamente senza
riserve, fino al punto che ogni distinzione, Io e te, ogni separazione sono solo illusorie, e lo sono
quel tanto necessario a farti esistere, a donare all’essere la Coscienza Assoluta. Questo Io Sono
7
”.
A parer mio ne deriva che oltre allo Spirito, cioè all’Anima o alla Scintilla Divina, c’è anche
la sostanza che ci costituisce. Tale sostanza dovrebbe essere la coscienza, ma non escludo che il
termine sostanza possa essere includere anche gli altri corpi dell’uomo (il fisico, l’eterico, l’astrale e
il mentale ) 8
.
Tra la coscienza dell’uomo e la sua mente o corpo mentale c’è un rapporto conflittuale
perché nella mente dell’uomo si forma l’Io umano, che è egoista e egocentrico, mentre nella
coscienza si affaccia il Sé superiore o Io divino che è altruista e universale. Riflettendo sulle sue
vicende quotidiane ciascuno può rendersi conto di come l’impulso altruista della sua coscienza sia
spesso soffocato dall’interesse dell’Io umano, o piccolo sé.
Nel rapporto matrimoniale, pur nella diversità della mentalità, si finisce con il somigliarsi a
livello di coscienza, ma bisogna che il marito e la moglie sorveglino il proprio Io umano che cerca
di indurli a privilegiare l’interesse personale o della famiglia. E qui mi fermo, lasciando a ciascuno
di sviluppare le proprie riflessioni su questo delicato tema.
Sulla coscienza e sulla comunione degli esseri, a partire dal XX ° secolo, è possibile aggiungere
un insegnamento significativo che è stato dato da uno dei Maestri del Cerchio Firenze 77, il
Maestro Kempis, che a Firenze disse tramite il medium Roberto Setti:
“ Certo, se si prende in esame ad esempio il mondo mentale, esiste solo il pensiero; così e
per il mondo akasico ( nostra nota: o della coscienza): il sentire ( nostra nota: di coscienza ) solo
esiste. Ma se si vuole avere un’idea generale della molteplicità, allora esistono moltissime altre
categorie, l’una uscente dall’altra. Si tratterà di vedere come esse possano coesistere.
6
Cerchio Firenze 77, Oltre l’illusione, pagina 258 e ss., Mediterranee
7
Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina 267; Si veda anche Oltre l’Illusione, pagina 276 e ss, Mediterranee
8
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 58/60, Mediterranee
2
Indubbiamente sul piano assoluto esiste solo Dio. Ma ciò non significa che i mondi soggettivi non
esistano, altrimenti non sarebbero percepiti. E’ una esistenza che si coglie in una condizione
parziale, valida e vera solo per chi si trova in quella condizione, ma ciò non significa che sia
un’esistenza oggettiva. Il mondo della percezione ha tutta la concretezza, tutta la parvenza di
oggettività che deve avere ciò che esiste per esistere; e al tempo stesso tutta la soggettività di ciò
che è soggettivo. Ora la parvenza di oggettività, la concretezza, nasce dal fatto che tutti gli
individui appartenenti ad una stessa specie – per esempio gli uomini – hanno in comune certe
limitazioni, chiamiamole limitazioni di base, limitazioni fondamentali, le quali possono essere
analoghe alle limitazioni fondamentali degli individui appartenenti ad altre specie, per esempio gli
animali. Questo comporta una analogia nella percezione individuale: << il soggettivo universale di
Kant >>, il << comun denominatore delle percezioni individuali >> come noi lo abbiamo chiamato.
Inoltre ciascun individuo interpreta personalmente le proprie percezioni e questa è la relatività del
processo della percezione. Ma quale funzione ha il mondo della percezione nei confronti del <<
sentire relativo >> ? Dicemmo che il <<sentire relativo>> è il prodotto della virtuale limitazione del
<< sentire assoluto >>. Allorché il sentire relativo si manifesta, non può che esprimersi con le
medesime limitazioni che ne determinano la natura relativa. Ora se il sentire relativo si manifesta,
cioè sembra collocarsi in una successione temporale apparentemente oggettiva, ciò significa che
esso sentire esiste nel tempo. Ma se il sentire relativo esiste nel non tempo – cioè al di là
dell’apparente affermarsi e quindi trascorrere – non può che esistere con le medesime limitazioni
che gli conferiscono una natura relativa, sicché sentire relativo e limitazioni sono una cosa sola,
essendo queste ultime parte integrante del sentire relativo. E se il mondo della percezione è la
proiezione dei sentire relativi, ciò significa che il mondo della percezione nasce, anche, dalla
proiezione delle limitazioni che rendono relativo il sentire. Sicché quelle limitazioni, non meno del
sentire, sono all’origine, costituiscono il mondo della percezione, mondo che si può considerare <<
in potenza >> allorché il sentire non è manifestato e in << atto >> quando il sentire si manifesta.
Avverto subito che questa distinzione << potenza >> ed << atto >> ha solo lo scopo di rendere a
voi più accettabile, di rendere in sé più plausibile il fatto che il mondo del sentire e il mondo della
percezione sono sempre uniti. Ripeto: il mondo della percezione prende tempo, dimensione e
3
significato allorché i sentire cui è legato si manifestano; ma mondo della percezione, limitazioni e
sentire sono inscindibili. Se poi si pensa alla condizione di Eterno Presente del Tutto, questa
inscindibilità appare più evidente. Allora, ciascuna individualità, considerata nella sua completezza,
con i sentire relativi di cui è costituita contiene tutto il mondo della percezione che quei sentire
manifestano o riassumono….. Questo immenso organismo del sentire cosmico ha un numero
altissimo di atomi di sentire, ed un numero sempre minore di sentire compositi a mano a mano
che il sentire è sempre più composto - cioè è sempre più ampio – fino ad essere un solo, unico
sentire quando è coscienza << cosmica >>. Per dare una indicazione della disposizione di questi
sentire, abbiamo detto che se la limitazione fosse esprimibile in numeri, la quantità dei sentire
relativi originati da ciascuna limitazione, sarebbe pari al numero delle possibili disposizioni che si
possono dare alle cifre dall’1 al numero che esprime la limitazione. Così una sola limitazione
origina un solo sentire relativo: la << coscienza cosmica >>. Due limitazioni originano due sentire
relativi, tanti quante sono le possibili disposizioni che si possono dare alle cifre dall’1 al 2 : 1-2, 2-
1. Tre limitazioni originano sei sentire relativi, tanti quante sono le possibili disposizioni che si
possono dare alle cifre dall’1 a 3 e così via; fino alla limitazione massima che origina un numero
altissimo di atomi di sentire, un numero tendente all’infinito – ma non infinito – di atomi di
sentire…….In altre parole, la << coscienza cosmica >> contiene e abbraccia tutti i sentire del
Cosmo…..( la nota che segue queste parole si trova a pagina 194 del libro “ Per un mondo
migliore “, dei Maestri del Cerchio Firenze 77, edito da Mediterranee) la nota è questa:” Il concetto
di comunione degli esseri, espresso spesso dai nostri Maestri, è qui reso razionalmente
comprensibile. Infatti, prendendo in esame il prospetto che abbiamo ricavato da questa
spiegazione e seguendolo dal basso verso l’alto, nella nostra posizione di umani, vediamo che
quando, ad esempio, un gruppo di individualità aventi un grado di sentire di limitazione 6, legate
tra loro da una analoga disposizione delle cifre da 1 a 6, perde per evoluzione raggiunta la sesta
limitazione, rimangono sei sentire con cinque limitazioni di identica disposizione. A questo punto
non c’è più ragione che questi sentire esistano separati, perciò entrano in comunione formando
un sentire – un essere – di grado più ampio esprimente cinque limitazioni. E così per tutti i gruppi
legati tra loro in maniera logica della stessa disposizione delle limitazioni, come è detto anche a
4
pagina 178; finché, di comunione in comunione, si giunge al sentire più alto, la << coscienza
cosmica >> , che è la massima espressione del sentire nel nostro Cosmo. E’ chiaro adesso che
l’identificazione in Dio non giunge a un tratto, alla fine dell’evoluzione del sentire, ma inizia fin dal
basso con la comunione degli esseri in sentire sempre più ampi che abbracciano tutti gli esseri di
sentire inferiore. I sentire originati dal virtuale frazionamento della << coscienza cosmica >>,
espressa in gradi di sentire Z, possono essere paragonati alle possibili disposizioni delle limitazioni
corrispondenti……Guardando il nostro prospetto dall’alto verso il basso si ha un’idea di come
avviene il virtuale frazionamento dell’Assoluto negli esseri; mentre guardandolo dal basso verso
l’alto si intravede la meravigliosa verità che, in effetti, ognuno di noi è legato da sempre all’unico
sentire e che il senso della separatività è dato dal fatto che noi, atomi del sentire cosmico, stiamo
sperimentando il mondo dell’illusione. ( Fine della nota di pagina 194 e 196) .
…..Questa è quella continuità, quella sopravvivenza che voi temete possa venir meno, possa
mancare. Quel divino collegamento, garanzia non solo che << l’essere non si estingue >>, ma
soprattutto che le contingenti limitazioni ad una ad una cadono, rivelando l’<<essere>> in tutto il
suo inimmaginabile splendore. Perché paventare di perdere ciò che racchiude la vostra
consapevolezza entro l’angustia di una condizione relativa ? Perché temere di perdere la vostra
insufficienza ? Quale fragile velo è in sé l’illusione che vi distingue e divide dalle altre creature di
voi stessi complemento! Che ancora la vostra consapevolezza a ciò che credete di essere e che fa
ritenere le vostre limitazioni tanto preziose da temere di perderle! E quanto tenace lo fate diventare
con un simile attaccamento! Ma chi mai potrà dirvi che questa è la Verità? Eppure, credervi
significa por fine ad ogni angoscia, ad ogni sofferenza, ad ogni umiliazione, perché è troncare alla
radice la ragione di ogni dolore. E che cos’è il dolore se non un segnale che non avete compreso,
uno stimolo a ricercare, un invito a comprendere ? E quale mai può essere lo scopo per cui ogni
uomo si affanna, arrovella, contempla, costruisce, distrugge, se non quello di dargli una coscienza
che rifletta la realtà del mondo del sentire ? Ma chi mai potrà convincervi, darvi questa certezza?
Nel mondo da cui vi parlo, nessuno può vedere ciò che non crede, mai la prova viene prima della
certezza! La Realtà è nell’intimo dell’ <<essere >> e solo lì può esser scoperta. ( nostra nota: fine
della lezione del Maestro Kempis, uno dei Maestri del Cerchio Firenze 77 9
).
La lunga ma interessantissima citazione di una parte della lezione del Maestro Kempis è
stata fatta per avvalorare l’opinione che l’unico essere spirituale a cui accenna la Genesi, si può
formare, a parer mio, soltanto a livello di coscienza dal momento in cui, l’uomo e la donna si
sposano.
9
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore pagina 190 e ss, Mediterranee
5
Commento: L’importanza della donna nella vita dell’uomo deriva anche dallo stretto
rapporto che si instaura con la madre sin dal momento del concepimento, che avviene con il
concorso del padre, tuttavia la vita di ogni individuo inizia nel corpo della madre fino al momento
della nascita; successivamente il primo cibo del bambino o della bambina è il latte. E poi c’è una
serie lunghissima di cure, attenzioni, relazioni e interrelazioni amorevoli che vanno ben oltre la
maturità del figlio o della figlia: infatti durano tutta la vita ( e oltre, perché nell’Aldilà ci sono forme di
riconoscimento così come insegnano i Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 ).
Sappiamo che questo rapporto madre-figli e figli-madre è una realtà per tutti, fatte le solite
eccezioni, ma si può tutti concordare che questa realtà è stata particolarmente amorevole tra Gesù
e la Mamma, Maestra e discepola del Figlio. L’affetto e la stima che legava il Signore alla Mamma
è evidenziato in tutta la sua bellezza dall’Evangelo fatto rivivere all’italiana Maria Valtorta, la cui
lettura raccomando a tutti 10
.
Della grandezza di Maria di Nazareth, nessuno può aver dubbi, se non altro perché è stata
scelta da Dio per essere la Madre dell’Emmanuele, cioè del Dio con noi 11
, ma anche per aver
accettato di esserne la madre, pur sapendo i rischi di lapidazione che avrebbe corso nella società
ebraica e che le furono risparmiati per la giustizia e l’obbedienza di quel grand’uomo che fu San
Giuseppe, il padre putativo di Gesù.
Ciascuno di noi, però, può valutare in modo autonomo la grandezza spirituale di Maria,
anche da un solo episodio evangelico: le nozze di Cana, quando il Figlio era già conosciuto come
un Maestro, così come risulta dal Vangelo di San Giovanni ( aveva già iniziato da pochi mesi la
Sua attività messianica ). Il Signore, come rabbi, fu invitato alle nozze con i suoi discepoli.
Fatta tale premessa si potranno prendere in esame i versetti dei Vangeli che trattano degli
incontri del Messia con singole donne tra cui: la samaritana, la cananea, Marta, l’adultera, Maria e
Marta. Da tali incontri emergono con chiarezza le qualità delle donne, dominate dagli uomini di
Israele dell’epoca.
Si rileva che la compassione e l’amore del Signore Gesù si riscontrano in tutte le pagine dei
Vangeli, ma è nei rapporti con gli ammalati, i bambini e le donne che essi risultano ancor più
evidenti, soprattutto nell’Evangelo narrato a Maria Valtorta.
L’azione del Cristo in favore delle donne produsse un effetto rivoluzionario nel sistema del
pensiero e dei tabù ebraici. Infatti il Signore parlava con le donne come con persone aventi pari
dignità, chiunque fossero e qualunque fossero stati i peccati che avevano commesso; anzi, il
Signore, rispetto agli uomini, dimostra chiaramente di riconoscere nelle donne maggiore fede,
generosità, laboriosità, sensibilità, intuizione, abnegazione, senso del dovere, determinazione,
coraggio e soprattutto amore. Le discepole dimostrarono sul Golgota le loro qualità nel giorno della
crocefissione alla quale, tra gli uomini, assistette il solo Giovanni, il più giovane tra gli apostoli.
10
Si vedano i dieci volumi dell’Evangelo come mi è stato rivelato, di Maria Valtorta, CEV srl, 03036 Isola del Liri (FR)
11
Matteo 1,22 - 25
6
Per avere un’idea di quanto poca considerazione si avesse allora per le donne nel mondo
giudaico, basta riflettere sulla domanda della madre dei figli di Zebedeo a Gesù: l’Evangelista
Matteo non ne cita nemmeno il nome 12
.
Trattando delle donne nella vita del Cristo, la prima da menzionare è indubbiamente la
Mamma del Signore, Maria di Nazareth la Corredentrice, che tanta parte ebbe, ha avuto, ha e
avrà nella storia dell’ Umanità per ciascun uomo o donna 13
. Ma per saperne di più sulla Vergine
Maria bisogna far ricorso soprattutto all’Evangelo rivelato a Maria Valtorta, anche per avere un’idea
delle Sue sofferenze e angosce 14
, che culminarono ai piedi della croce 15
.
Sono diversi i versetti dei Vangeli che trattano delle donne; primo fra tutti si cita quello che tratta
del miracolo di Cana e del ruolo della Madonna in tal miracolo
1. In Giovanni 2, 1-13 viene riferito : “ Due giorni dopo ci fu un matrimonio a Cana, una città
della Galilea. C’era anche la madre di Gesù e Gesù fu invitato alle nozze con i suoi
discepoli. Ad un certo punto mancò il vino. Allora la madre di Gesù gli dice: non hanno più
vino. Risponde Gesù: donna che vuoi da me? L’ora mia non è ancora giunta. La madre di
lui dice ai servi: fate tutto quel che vi dirà. C’erano lì sei recipienti di pietra di circa cento litri
ciascuno. Servivano per i riti di purificazione degli Ebrei. Gesù disse ai servi: riempiteli
d’acqua! Essi li riempirono fino all’orlo. Poi Gesù disse loro: adesso prendetene un po’ e
portatelo ad assaggiare al capotavola. Glielo portarono. Il capotavola assaggiò l’acqua che
era diventata vino. Ma egli non sapeva da dove veniva quel vino. Lo sapevano solo i servi
che avevano portato l’acqua. Quando lo ebbe assaggiato il capotavola chiamò lo sposo e
gli disse: tutti servono prima il vino buono e poi, quando si è già bevuto molto, servono il
vino più scadente. Tu invece hai conservato il vino buono fino a questo momento. Così
Gesù fece il primo dei suoi segni miracolosi nella città di Cana, in Galilea, e manifestò la
sua grandezza, e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto andarono tutti a
Cafarnao, Gesù, sua madre, i fratelli, i suoi discepoli, e ci rimasero qualche giorno “.
Commento: Sono state sottolineate le frasi significative dell’episodio evangelico. La prima frase
la pronunciò la Mamma di Gesù quando si accorse che non avevano più vino. Il Figlio aveva già
iniziato la Sua attività pubblica, ma non aveva ancora fatto alcun miracolo. Per i Giudei era un
rabbi, per quanto potesse aver già dato la dimostrazione che sulle Sue labbra c’era la Parola di Dio
con la relativa sapienza e autorevolezza. Che non avesse ancora fatto alcun miracolo lo dimostra
la risposta che il Signore dette all’ invito implicito della Mamma a manifestare la potenza dello
Spirito Santo che operava in Lui: “ …L’ora mia non è ancora giunta…. “ . La Madonna era
perfettamente consapevole del ruolo che il figlio Gesù avrebbe assunto nella storia della Salvezza,
come dimostrano i soli versetti che ho sopracitato, ma lo era anche perché fin dall’età di tre anni
12
Matteo 20, 20 - 23
13
Paola Giovetti, Le Apparizioni della Vergine Maria, San Paolo ; Maria di Nazareth, Messaggi da Medjugorje, MIR
14
Si veda, ad esempio, “ Nascita e vita nascosta di Maria e Gesù “, pagine 2/ 237, dell’Evangelo rivelato a Maria
Valtorta, CEV srl, Viale Piscitelli 89/91, 03036, Isola del Liri, Frosinone
15
Giovanni 19, 25-27; Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, volume X°, pagine 51 e ss, 94 e ss, 115 e ss,
135 e ss, CEV srl, Isola del Liri (FR)
7
era stata una delle vergini del Tempio e perciò conosceva la Bibbia e tutto ciò che i profeti avevano
detto del Messia, inclusa la fine terribile. Sapeva anche che il Figlio voleva fare la volontà di Dio a
qualunque costo. E anche Lei voleva farla.
Per quanto mi riguarda sono stato sempre convinto che il Signore Gesù avesse fatto dei
miracoli anche prima della vita pubblica; perciò feci delle ricerche al di fuori dei Vangeli canonici e
scoprii che il Signore fece miracoli sin da bambino, come riferisce il Signore stesso nel libro “
L’Infanzia di Gesù “ dettato a Jakob Lorber, il Suo scrivano viennese; il libro è edito da La Nuova
Rivelazione, Via Vetrego 148, 30035 Mirano (VE). Si veda anche il Vangelo di Gesù Bambino, di
Mario Pincherle, edito da MacroEdizioni, Via Isei 29/31 – 47023 Cesena ( FO ). Si veda, infine, il
Vangelo dello pseudo Matteo 16
.
La Madonna, come San Giuseppe, non poteva ignorare i miracoli di Gesù Bambino; è così che
si spiega il comportamento della Madonna alle nozze di Cana. Alle nozze di Cana Maria SS. ma si
fece segno per il Figlio che manifestò la Sua potenza divina trasformando l’acqua in vino.
2. In Giovanni 4, 5 –26 viene riferito dell’incontro con la samaritana: Il Signore Gesù “… arrivò
alla città di Sicar. Lì vicino c’era il campo che anticamente Giacobbe aveva dato a suo figlio
Giuseppe, e c’era anche il pozzo di Giacobbe. Gesù era stanco di camminare e si fermò,
seduto sul pozzo. Era circa mezzogiorno. I discepoli entrarono in città per comprare
qualcosa da mangiare. Intanto una donna della Samaria viene al pozzo a prendere acqua.
Gesù le dice: dammi un po’ d’acqua da bere. Risponde la donna: perché tu che vieni dalla
Giudea chiedi da bere a me che sono Samaritana ? ( Si sa che i Giudei non hanno buoni
rapporti con i Samaritani ). Gesù le dice: tu non sai chi è chi ti ha chiesto da bere e non sai
che cosa Dio può darti per mezzo di lui. Se tu lo sapessi, saresti tu a chiederglielo, ed egli
ti darebbe acqua viva. La donna osserva: Signore, tu non hai un secchio, e il pozzo è
profondo. Dove la prendi l’acqua viva ? Non sei mica più grande di Giacobbe, nostro padre,
che usò questo pozzo per sé, per i figli e per le sue bestie, e poi lo lasciò a noi! Gesù
risponde alla donna: chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete. Invece, se uno
beve dell’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente per l’eternità. La donna disse a
Gesù: Signore, dammela quest’acqua, così non avrò più sete e non dovrò più venir qui a
prendere acqua. Gesù dice alla donna: Và a chiamare tuo marito e torna qui. La donna gli
risponde: Non ho marito. Gesù le dice:giusto. E’ vero che non hai marito. Ne hai avuti
cinque, di mariti, e l’uomo che ora hai non è tuo marito. La donna esclama: Signore, vedo
che sei un profeta. I nostri padri, Samaritani, adoravano Dio su questo monte; voi in
Giudea dite che il posto per adorare Dio è a Gerusalemme. Gesù le dice: Voi Samaritani
adorate Dio senza conoscerlo; noi in Giudea lo adoriamo e lo conosciamo, perché Dio
salva gli uomini cominciando dal nostro popolo. Ma credimi: viene il momento in cui
l’adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme; viene un’ora,
anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla verità di
16
Marcello Crateri, I Vangeli apocrifi, pagina 90, Einaudi Tascabili
8
Dio. Dio è Spirito. Chi lo adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla verità di Dio. La
donna risponde: so che deve venire un Messia, cioè il Cristo, l’inviato di Dio. Quando verrà
ci spiegherà ogni cosa. E Gesù: Sono io il Messia, io che parlo con te….”
Commento: La samaritana all’inizio non capisce che l’acqua di cui le parla il Signore è la Sua
Parola, che è sapienza e verità, che donano la vita eterna così come, invece, comprenderanno i
Samaritani che ascolteranno la Parola del Signore dopo essere stati chiamati dalla donna.
Quest’ultima, però, folgorata dalla conoscenza che il Messia aveva dimostrato di avere della sua
vita, avendo compreso che si trovava di fronte ad un inviato di Dio va a chiamare i suoi
compaesani, diventando così strumento della Missione del Cristo, che si rivela a lei, donna e
straniera per giunta, come il Messia.
Nel frattempo arrivarono i discepoli del Signore.
3. Giovanni 4, 27 – 38: “….. A questo punto giunsero i discepoli di Gesù, Videro che parlava
con una donna, e si meravigliarono. Nessuno però gli disse: << Che vuoi ?>> o: << Perché
parli con lei ? >>. Intanto la donna aveva lasciato la brocca dell’acqua ed era tornata in
città a dire alla gente: << Venite a vedere: c’è uno che mi ha detto tutto quello che ho fatto.
Non sarà per caso il Messia ?>>. La gente allora uscì dalla città, e andò verso il pozzo
dove c’era Gesù. Intanto i discepoli gli dicevano: Maestro, mangia qualcosa! Ma egli disse:
Io ho un cibo che voi non conoscete. I discepoli chiedevano l’un all’altro: Forse qualcuno gli
ha portato da mangiare ? Ma Gesù disse loro: Il mio cibo è fare la volontà di Dio che mi ha
mandato, e compiere la sua opera fino in fondo. C’è un proverbio da voi che dice: <<
Ancora quattro mesi, poi è ora di tagliare il grano >> Bene, io vi dico: alzate gli occhi e
guardate i campi! E’ il momento di mietere. I mietitori ricevono già la paga e mettono
insieme un raccolto per la vita eterna. Chi semina e chi raccoglie si rallegrano insieme. Un
altro proverbio dice: << Uno semina e l’altro raccoglie >>. Ebbene questo si realizza ora:
voi non avevate faticato a seminare, eppure io vi ho mandati a raccogliere. Altri hanno
faticato prima di voi, e voi siete venuti a raccogliere i frutti della loro fatica.
Commento: l’ultimo proverbio fa venire in mente la parabola degli operai chiamati a ore diverse a
lavorare nella vigna del padrone buono, cioè il Padre Celeste, la cui giustizia è molto diversa da
quella umana 17
.
4. Giovanni 4, 39- 44: “…. La donna samaritana, intanto, raccontava che Gesù aveva saputo
dirle tutto quello che lei aveva fatto; per questo, molti abitanti di quella città della Samaria
credettero in Gesù. I Samaritani dunque andarono a cercarlo e lo pregarono di rimanere
con loro, e Gesù restò due giorni in quella città. E quando ascoltarono le sue parole, furono
molti di più a credere. E dicevano alla donna: <<Prima ci aveva persuasi la tua storia, ma
ora crediamo in lui, perché l’abbiamo sentito con le nostre orecchie, e sappiamo che egli è
veramente il salvatore del mondo…. >> “.
17
Matteo 20, 1-16
9
Commento: Il Signore coglie l’occasione di evangelizzare anche i Samaritani, a cominciare dalla
donna del pozzo, seguendo l’impulso universale della sua coscienza. In quei momenti il Signore
sentì profondamente che lo scopo della Sua missione non era limitato agli Israeliti perché, in effetti,
era venuto al mondo per redimere e salvare tutti gli uomini a qualunque popolo appartengano 18
.
5. In Matteo 15, 21-28 ( si veda anche Marco 7, 24-30) si riferisce dell’incontro con la
cananea: “ Poi Gesù andò via di là e si ritirò dalle parti di Tiro e di Sidone. Una donna
pagana che veniva da quella regione si presentò a Gesù gridando: Signore, figlio di
Davide, abbia pietà di me! Mia figlia sta molto male, uno spirito maligno la tormenta. Ma
Gesù non rispondeva nulla. Si avvicinarono allora i suoi discepoli e gli dissero: mandala a
casa, perché continua a venirci dietro e a gridare. Gesù disse: Io sono stato mandato
soltanto per le pecore perdute del popolo di Israele. Ma quella donna si metteva in
ginocchio davanti a lui e diceva: Signore, aiutami! Allora Gesù rispose: Non è giusto
prendere il pane dei figli e buttarlo ai cagnolini. E la donna disse: E’ vero Signore. Però,
sotto la tavola, i cagnolini possono mangiare le briciole che cadono ai loro padroni. Allora
Gesù le disse: O donna, davvero la tua fede è grande! Accada come tu vuoi. E in quel
momento la figlia guarì “.
Commento: Ancora una volta, la fede e l’amore per gli altri induce il Signore fare il miracolo,
nonostante che la donna non fosse ebrea.
6. In Giovanni 8, 1-11 viene riferito dell’adultera: “ Gesù, invece andò al monte degli Ulivi. La
mattina presto tornò al Tempio, e il popolo si affollò intorno a lui. Gesù si mise seduto e
cominciò ad insegnare. I maestri della legge e i farisei portarono davanti a Gesù una donna
sorpresa in adulterio e gli dissero: Maestro, questa donna è stata sorpresa mentre tradiva
suo marito. Nella sua legge Mosè ci ha ordinato di uccidere queste donne infedeli a colpi di
pietra. Tu, che cosa ne dici ? Parlavano così per metterlo alla prova: volevano avere
pretesti per accusarlo. Ma Gesù guardava in terra, e scriveva col dito nella polvere. Quelli
però insistevano con le domande. Allora Gesù alzò la testa e disse: chi tra voi è senza
peccati scagli per primo una pietra contro di lei. Poi si curvò di nuovo a scrivere in terra.
Udite queste parole, quelli se ne andarono uno dopo l’altro, cominciando dai più anziani.
Rimase soltanto Gesù, e la donna che era là in mezzo. Gesù si alzò e le disse: Dove sono
andati ? Nessuno ti ha condannata ? La donna rispose: nessuno, Signore. Gesù disse:
neppure io ti condanno. Và, ma d’ora in poi non peccare più !”.
Commento : In tal modo dichiara di ammetterla implicitamente nel popolo di Dio popolo che
puniva l’adulterio della donna con la lapidazione 19
. Il Signore abolisce implicitamente un ordine di
Mosè e implicitamente dichiara che gli uomini non possono emettere sentenze di morte perché la
vita è di Dio e soltanto Lui può toglierla. Il Cristo preferisce dare alla donna la possibilità di pentirsi
e di non peccare più; perciò il perdono del Signore è più grande della legge mosaica. Non si sa più
18
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita
19
Marco Garzonio, Gesù e le donne, pagina 96 e ss, Rizzoli
10
nulla di questa donna, ma si ritiene che Gesù le abbia toccato il cuore. Sempre implicitamente il
Signore ci insegna a dare occasioni di conversione più che punizioni, ordinandoci di obbedire ai
Suoi Comandamenti 20
. Ma agendo così il Signore si espose alle critiche di farisei e anziani di
Israele.
7. In Luca 7, 11-17 viene riferito della risurrezione del figlio della vedova: “ In seguito Gesù
andò in un villaggio chiamato Naim: lo accompagnavano i suoi discepoli insieme a una
gran folla. Quando fu vicino all’entrata di quel villaggio, Gesù incontrò un funerale: veniva
portato alla sepoltura l’unico figlio di una vedova, e molti abitanti di quel villaggio erano con
lei. Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: << Non piangere ! >>. Poi si
avvicinò alla bara e la toccò: quelli che la portarono si fermarono. Allora Gesù disse: <<
Ragazzo te lo dico io: alzati ! >>. Il morto si alzò e cominciò a parlare. Gesù allora lo
restituì a sua madre. Tutti furono presi da stupore e ringraziavano Dio con queste parole:
<< Tra noi è apparso una grande profeta !>>. Altri dicevano: << Dio è venuto a salvare il
suo popolo >>. E la notizia di questi fatti si diffuse in quella regione e in tutta la Giudea “.
Commento: la misericordia di Gesù per la vedova e il ragazzo appare di tutta evidenza. La triste
sorte delle vedove di Israele stava particolarmente a cuore al Messia.
8. In Luca 7, 36-50 viene riferito l’episodio della prostituta che Gli lavò e Gli profumò i piedi e i
capelli:” Un giorno un fariseo invitò Gesù a pranzo da lui. Gesù entrò in casa sua e si mise
a tavola. In quel villaggio vi era una prostituta. Quando ella seppe che Gesù si trovava a
casa di quel fariseo, venne con un vasetto di olio profumato, si fermò dietro a Gesù si
rannicchiò ai suoi piedi piangendo e cominciò a bagnarli con le sue lacrime; poi li
asciugava con i suoi capelli e li baciava e li cospargeva di profumo. Il fariseo che aveva
invitato Gesù, vedendo quella scena, pensò tra se: << Se costui fosse proprio un profeta
saprebbe che donna è questa che lo tocca: è una prostituta !>>. Gesù allora si voltò verso
di lui e gli disse: << Simone, ho una cosa da dirti ! Ed egli rispose: << Dì pure, Maestro ! >>
Gesù riprese: << Un tale aveva due debitori: uno doveva restituirgli cinquecento denari,
l’altro solo cinquanta, ma nessuno dei due aveva la possibilità di restituire i soldi. Allora
quell’uomo condonò il debito a tutti e due. Dei due chi gli sarà più riconoscente ?>>.
Simone rispose subito: << Penso, quello che ha ricevuto un favore più grande >>. E Gesù
gli disse: << Hai ragione ! >>. Poi rivolgendosi verso quella donna, Gesù disse a Simone :
<< Vedi questa donna ? Sono venuto in casa tua e tu non mi hai dato dell’acqua per
lavarmi i piedi; lei invece, con le sue lacrime, mi ha bagnato i piedi e con i suoi capelli me li
ha asciugati. Tu non mi hai salutato con il bacio; lei invece da quando sono qui non ha
ancora smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi hai versato il profumo sul capo; lei invece mi
ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: i suoi peccati sono molti, ma le sono
perdonati perché ha mostrato un amore riconoscente. Invece quelli ai quali si perdona
poco sono meno riconoscenti >>. Poi Gesù disse alla donna: << Io ti perdono i tuoi peccati
20
Giovanni 14, 15-24
11
>>. Allora quelli che erano a tavola con lui cominciarono a dire tra loro: << Chi è costui che
osa anche perdonare i peccati ? >>. Ma Gesù disse alla donna: << La tua fede ti ha
salvata. Và in pace >>.
Commento: ci sembra di poter dire che la donna non aveva soltanto fede nel Signore, ma anche
amore per Lui; le sue lacrime indicano il dispiacere per la sua vita dissoluta; il lavaggio dei piedi e il
profumo indicano la riconoscenza e la sottomissione della donna al Messia, che con le sue parole (
che la donna aveva evidentemente ascoltate durante uno dei discorsi del Signore ) le avevano
aperto il cuore e la mente, aprendole così la via della conversione alla vita evangelica. Quanto
all’accettazione del lavaggio da parte della prostituta, si ritiene che il Signore Gesù abbia deciso di
cogliere l’occasione di dare alcuni insegnamenti ai farisei che non avrebbero mancato di criticare il
suo comportamento: Tra questi insegnamenti ce n’erano due fondamentali:
a. il primo era che anche le prostitute ( come del resto i pubblicani ) facevano parte del popolo di
Dio e che perciò erano anch’essi meritevoli di Salvezza, indipendentemente dai loro peccati e
professioni. In tal modo la tradizione ebraica veniva sconfessata 21
in quanto tutti gli esseri umani
avevano diritto a godere della redenzione cristica e quindi della Salvezza, ma disse “Perché io non
sono venuto a chiamare quelli che si credono giusti, ma quelli che si sentono peccatori 22
. Ma ciò
che scandalizzò di più i Giudei presenti fu il perdono dei peccati della prostituta in quanto il
perdono dei peccati era una prerogativa divina.
b. il secondo, rivelare a tutti che era il Redentore e Salvatore degli uomini, cioè il Messia.
9. In Luca 10, 38 – 42 viene riferito l’incontro con Marta e Maria, dove viene messo a
confronto l’attivismo di Marta per la preparazione del cibo con l’ascolto della parola di Dio
fatto da Maria sua sorella : “Mentre era in cammino con i suoi discepoli Gesù entrò in un
villaggio e una donna, che si chiamava Marta, lo ospitò in casa sua. Marta si mise subito a
preparare per loro, ed era molto affaccendata. Sua sorella invece, che si chiamava Maria,
si era seduta ai piedi del Signore e stava ad ascoltare quel che diceva. Allora Marta si fece
avanti e disse:Signore non vedi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire ? Dille di
aiutarmi ! Ma il Signore rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose !
Una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la cosa migliore e nessuno gliela porterà via “.
Commento: il Signore ci fa rilevare i due diversi tipi di donna: una che si preoccupa delle cose di
questo mondo, Marta, e l’altra, Maria, che preferisce nutrire prima la sua anima con la Parola di
Dio e poi provvedere alle faccende di casa. L’attivismo di Marta significava che lei non aveva
compreso qual’era la cosa più importante; il rimprovero del Cristo fu però dolce. L’episodio ricorda
l’insegnamento circa le vere ricchezze 23
e le parabole del tesoro e della perla preziosa 24
.
Maria, sorella di Marta e di Lazzaro è la Maddalena, una delle donne alle quali Gesù perdonò
molto. Ma Maria di Magdala, una volta liberata dai sette demoni che la possedevano, rivelò più
21
Marco Garzonio, Gesù e le donne, pagina 58 e ss, Rizzoli
22
Matteo 9, 10 - 13
23
Matteo 6, 19-21 e Luca 12, 33-34
24
Matteo 13, 44-46
12
coraggio, amore e fede di qualsiasi altro discepolo o discepola, fatta eccezione per Giovanni;
Marta, bravissima donna, non aveva la sensibilità spirituale di Maria, nel senso che non aveva
ancora capito qual’era la cosa più importante della sua vita: ascoltare la Parola del Signore
lasciando ai suoi servi l’incarico di preparare il pranzo o la cena.
10. In Giovanni 11, 17 – 37 si riferisce di uno degli incontri con Marta e Maria, sorelle di
Lazzaro, amico di Gesù, sepolto da 4 giorni:” Betania era un villaggio distante circa tre
chilometri da Gerusalemme: quando vi giunse Gesù, Lazzaro era nella tomba da quattro
giorni….Quando Marta sentì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece rimase in
casa. Marta disse a Gesù: Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva! E anche ora so
che Dio ascolterà tutto quello che tu gli domandi. Gesù le disse: tuo fratello risorgerà.
Marta rispose: si, lo so; nell’ultimo giorno risorgerà anche lui. Gesù le disse: Io sono
risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me
non morirà mai. Credi tu questo ? Marta gli disse: Signore, si! Io credo che tu sei il Messia,
il figlio di Dio che deve venire nel mondo. Detto questo Marta andò a chiamare di nascosto
Maria, sua sorella: il Maestro è qui e ti chiama. Appena Maria lo seppe si alzò e andò da
lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata
incontro. …… Maria giunse dove era Gesù, e lo vide. Allora si inginocchiò ai suoi piedi e
disse: Signore, se tu eri qui mio fratello non moriva. Quando Gesù vide Maria che
piangeva, e vide piangere anche quelli che erano venuti con lei, fu scosso dalla tristezza e
dalla emozione….Poi giunse alla tomba… Gesù disse togliete la pietra ! Marta sorella del
morto osservò: Signore, da quattro giorni è lì dentro; ormai puzza ! Gesù replicò: non ti ho
detto che se credi vedrai la gloriosa potenza di Dio ?
Commento: La risurrezione di Lazzaro dimostra, sia l’amore di Gesù per lui e le sorelle, sia che
niente è impossibile a Dio.
11. In Marco 12, 41.42 – 44 ( si veda anche Luca 21, 1-4): “Gesù andò a sedersi vicino al
tesoro del tempio e guardava la gente che metteva i soldi nelle cassette delle offerte.
C’erano molti ricchi i quali buttavano dentro molto denaro. Venne anche una povera
vedova e vi mise soltanto due monetine di rame. Allora Gesù chiamò i suoi discepoli e
disse: << Io vi assicuro che questa vedova, povera com’è, ha dato un’offerta più grande di
quella di tutti gli altri! Infatti gli altri hanno offerto quello che avevano d’avanzo, mentre
questa donna, povera com’è, ha dato tutto quello che possedeva, quel che le serviva per
vivere>> “.
Commento: l’obolo della vedova dà al Signore l’occasione di insegnare il diverso valore che può
assumere il danaro agli occhi di Dio e degli uomini.
12. In Luca 8, 1 – 3 si riferisce: “ Qualche tempo dopo Gesù se ne andava per città e villaggi,
predicando e annunciando il lieto messaggio del Regno di Dio. Con lui c’erano dodici
discepoli e alcune donne che egli aveva guarito da malattie e liberato da spiriti maligni. Le
donne erano Maria di Màgdala, dalla quale Gesù aveva scacciato sette demoni, Giovanna,
13
moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre. Con i loro beni esse
aiutavano Gesù e i suoi discepoli “ .
Commento: Gesù accoglie alcune donne come discepole e in tal modo dimostra che per la sua
missione era necessaria anche la loro presenza per le caratteristiche peculiari che hanno . Tra le
discepole aveva accolto anche una prostituta, Maria di Magdala, la Maddalena, sorella di Lazzaro
e Marta, dimostrando così di non tenere conto degli errori della Tradizione ebraica. Dalla
Maddalena il Cristo aveva scacciato sette demoni. Maria Maddalena fu la prima ad andare alla
tomba di Gesù la mattina della Domenica e ad essa il Signore apparve dopo la Risurrezione 25
.
Dall’Evangelo rivelato a Maria Valtorta le qualità femminili delle discepole risultano più evidenti che
nei Vangeli canonici. Esse erano amorevoli e rispettosissime verso Gesù e la Madonna , ma erano
anche ricche di fede, coraggio, perseveranza e misericordia verso i poveri.
13. In Matteo 28, 8 - 10 ( si veda anche Marco 16, 9-11; Luca 24, 8-12 e Giovanni 20, 11-18 ) si
riferisce : “Le donne partirono subito, spaventate, ma piene di gioia e andarono di corsa a
portare la notizia ai discepoli. Ma all’improvviso Gesù venne loro incontro e disse.
<<Salve ! >>. Allora si avvicinarono a lui, abbracciarono i suoi piedi e lo adorarono. Gesù
disse: << Non abbiate paura. Andate a dire ai miei discepoli di recarsi in Galilea: là mi
vedranno >>.
Commento: Apparendo prima alle donne il Signore Gesù premiò il loro amore, la loro fedeltà e il
loro coraggio.
14. In Giovanni 20, 1-18 ( si veda anche Matteo 28, 8-10, Marco 16, 9-11) si riferisce: “ Il primo
giorno della settimana, la mattina presto, Maria di Màgdala va verso la tomba, mentre è
ancora buio, e vede che la pietra è stata tolta dall’ingresso….. Maria era rimasta a piangere
vicino alla tomba. A un tratto, chinandosi verso il sepolcro, vide due angeli vestiti di bianco.
Stavano seduti dove prima c’era il corpo di Gesù, uno dalla parte della testa e uno dalla
parte dei piedi. Gli angeli le dissero: donna, perché piangi ? Maria rispose: hanno portato
via il mio Signore e non so dove lo hanno messo. Mentre parlava si voltò e vide Gesù in
piedi, ma non sapeva che era lui. Gesù le disse: perché piangi ? Chi cerchi ? Maria pensò
che era il giardiniere e gli disse: Signore, se tu l’hai portato via dimmi dove l’hai messo, e io
andrò a prenderlo. Gesù le disse: Maria ! Lei subito si voltò e gli disse: Rabbuni ! ( che in
ebraico vuol dire: Maestro !). Gesù le disse: lasciami, perché io non sono ancora tornato al
Padre. Và e dì ai miei fratelli che io torno al Padre mio e vostro, al Dio mio e vostro. Allora
Maria di Màgdala andò dai discepoli e disse: << Ho visto il Signore! >> Poi riferì tutto quello
che Gesù le aveva detto “.
Si veda la nota fatta ai versetti di Matteo 28, 8-10 sopratrascritti: Maria di Magdala, fu tra le
discepole più fedeli al Signore, se non la più fedele e coraggiosa. E credette sempre fermamente
in Lui, anche nella Sua capacità di risorgere dalla morte.
25
Giovanni 19, 11-18 – Matteo 28, 9 – 10 e Marco 16, 9-11; Dall’Evangelo rivelato a Maria Valtorta risulta che la prima
apparizione di Gesù dopo la risurrezione fu fatta alla Madonna, volume X°, pagina 175 e ss, CEV srl, Isola del Liri (FR)
14
Negli episodi evangelici seguenti si tratta dell’indissolubilità del matrimonio tranne il caso
di concubinato:
1. In Matteo 5, 31-32 ( si veda anche Marco 10, 2-12 ; Luca 16, 18 e Matteo 19, 7-9 ) si
riferisce: “ Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; ma io vi dico:
chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e
chiunque sposa una ripudiata commette adulterio “
Commento: Gesù rende giustizia alla donna e ammonisce gli uomini a non diventare adulteri, e
nello stesso tempo a non esporre la moglie al pericolo di diventare adultera, macchiandosi così di
un’altra colpa; ne deriva l’indissolubilità del matrimonio “ eccetto il caso di concubinato “ ( Si veda
Marco 10,9 ).
2. In Marco 10, 2-12 ( si veda anche Matteo 5, 31-32 e 19, 1-12 ; Luca 16, 18). I versetti si
riferiscono dell’illegittimità del divorzio forzato delle donne: “….Gesù si mise a insegnare.
Alcuni che erano del gruppo dei farisei gli si avvicinarono. Essi volevano metterlo in
difficoltà, perciò gli domandarono: un uomo può divorziare dalla propria moglie ? Gesù
rispose con una domanda: che cosa vi ha comandato Mosè nella legge ? I farisei
replicarono: Mosè ha permesso di mandar via la moglie, dopo averle dato una
dichiarazione scritta di divorzio. Allora Gesù disse: Mosè ha scritto questa regola perché
voi avete il cuore duro. Ma da principio, al tempo della creazione, come dice la Bibbia, Dio
maschio e femmina li creò. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua
donna e i due saranno una cosa sola. Così essi non sono più due, ma un unico essere.
Queste le parole della Genesi alle quali il Cristo aggiunse “ Perciò l’uomo non separi ciò
che Dio ha unito ”; dichiarò così l’indissolubilità del matrimonio.
Commento:
a. La sacralità del matrimonio attestata dalla Genesi è stata confermata dal Signore Gesù che
ha vietato il divorzio ( versetto 9 ) introdotto da Mosè salvo il caso di concubinato della donna con
un altro uomo; tale divieto ci fa dire che in Italia non sono stati la Chiesa e i cristiani ad essere
sconfitti in materia di separazione e di divorzio, ma tutti gli altri poiché hanno approvato una legge
in palese contrasto con un comandamento del Cristo ( Marco 10,9 ), che aveva avvertito delle
conseguenze dei divorzi: diventare adulteri, sia la donna che l’uomo; si veda Matteo 5,32 e 19,9.
b. La condizione delle donne era quella di totale soggezione al maschio: la donna non aveva
pari dignità sociale e uguaglianza di fronte alla legge, né nella casa paterna, né in quella maritale.
In altre parole la donna non era salvaguardata nei suoi diritti, nemmeno sotto il profilo economico,
e nelle sue libertà fondamentali. La lesione dei diritti delle donne era particolarmente grave nel
caso del divorzio che poteva esser richiesto a piacere e a semplice richiesta scritta del marito. La
correzione della legge mosaica si sostanzia in una azione di Gesù in favore delle donne per la
giustizia nel matrimonio.
3. In Matteo 19, 7 - 12 ( si veda anche Matteo 5, 31-32, Marco 10, 2 - 12 e Luca 16,18 ) si
riferisce: “…..perché dunque Mosè ha comandato di mandar via la moglie dopo averle
15
dato una dichiarazione scritta di divorzio ? Gesù rispose: Mosè vi ha permesso di mandar
via le vostre donne perché voi avete il cuore duro; ma la principio non era così. Ora io vi
dico: se uno manda via la propria donna – salvo il caso di relazione illegale – e poi ne
sposa un’altra, costui commette adulterio.
Allora i suoi discepoli gli dissero: Se questa e la condizione dell’uomo che si sposa, è
meglio non sposarsi. Gesù rispose: non tutti capiscono questo insegnamento: lo accolgono
soltanto quelli ai quali Dio dà la capacità di farlo. Vi sono diversi motivi per cui certe
persone non si sposano: per alcuni vi è una impossibilità fisica, fin dalla nascita; altri sono
incapaci di sposarsi perché gli uomini li hanno fatti diventare così; altri poi non si sposano
per servire meglio il regno di Dio. Chi può capire, cerchi di capire “.
Riflessioni conclusive: Nelle società primitive, che esistono ancora oggi, l’uomo è il signore e la
donna gli è subordinata sia nella famiglia di origine che nella famiglia che crea con il marito; e i
suoi diritti anche economici vengono calpestati. Il Signore Gesù riconobbe alle donne diritti e pari
dignità con l’uomo.
In ogni occasione il Signore fu misericordioso con le donne delle quali apprezzò le qualità ed ebbe
pietà della loro condizione.
L’azione del Messia in favore delle donne si rivela di fondamentale importanza nelle società
primitive del XX° secolo.
16

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100 - Azione per le donne

  • 1. L’AZIONE DI GESÙ PER LE DONNE Premessa: dell’Antico Testamento si cita il versetto 24 del secondo capitolo della Genesi per la sua valenza spirituale e perché tratta del fondamento di una nuova famiglia: “ Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due saranno una cosa sola “. . Faccio ora una riflessione sulle conseguenze del matrimonio: l’uomo e la donna sono una cosa sola disse il Creatore cioè un solo essere spirituale; il Messia confermò il versetto della Genesi aggiungendo questo comando: “Perciò l’uomo non separi ciò che Dio ha unito 1 ”. Che cosa potrebbe essere questa cosa sola, se non un essere ? Non dovrebbe essere l’Anima ( o Spirito o Scintilla Divina ); non dovrebbe essere la mente, anch’essa individuale e per di più destinata a perire, né il corpo astrale anch’esso individuale e destinato a perire prima del corpo mentale, né il corpo eterico per la stessa ragione 2 ; perciò riteniamo che il marito e la moglie diventeranno un solo essere a livello di coscienza; la coscienza o corpo akasico è il corpo destinato a vivere in eterno insieme alla Scintilla Divina o Anima, con la quale forma l’Ego che è stato così definito: “Parte più elevata dell’individuo soggetta ad evoluzione. E’ chiamato<< Ego>> l’insieme della Scintilla Divina e della << coscienza individuale >>. L’Ego è quindi ciò che permane dell’individuo quando questi ha terminato l’evoluzione come uomo 3 “ . La coscienza o corpo akasico è stato così definito dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77: “ Ciò che riceve e trascrive, facendolo diventare natura stessa dell’individuo, le Realtà che lo stesso individuo, esistendo, scopre ed acquisisce. Non viene mai abbandonato dall’individuo nel corso delle molteplici incarnazioni, ma si costituisce man mano che l’individuo evolve 4 .“ Nel loro insieme le coscienze degli individui dovrebbero formare la Comunione degli Esseri. Sappiamo dell’esistenza della comunione degli esseri e della comunione dei santi dalle religioni. Tale comunione deriva dalla virtuale frantumazione 5 dell’Uno nei molti, cioè dell’Essere Dio. 1 Vangelo di Marco 10,9 2 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 58-59 con relativi riferimenti ; idem, Per un mondo migliore, pagina 205, Edizioni Mediterranee. 3 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206, Mediterranee 4 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 205, Mediterranee 5 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 122, Mediterranee 1
  • 2. Il Signore Dio è l’Essere Uno – Tutto che si è virtualmente frantumato nelle creature, per dar loro la vita 6 . L’Altissimo disse: “….Dunque Io Sono la sostanza che ti costituisce e lo Spirito che ti anima, poiché tu sei in me ed io sono in te, figlio mio. Ma non mi fermo solo a questo, perché rendo partecipe di me stesso ogni essere ed a ciascuno mi dono interamente senza riserve, fino al punto che ogni distinzione, Io e te, ogni separazione sono solo illusorie, e lo sono quel tanto necessario a farti esistere, a donare all’essere la Coscienza Assoluta. Questo Io Sono 7 ”. A parer mio ne deriva che oltre allo Spirito, cioè all’Anima o alla Scintilla Divina, c’è anche la sostanza che ci costituisce. Tale sostanza dovrebbe essere la coscienza, ma non escludo che il termine sostanza possa essere includere anche gli altri corpi dell’uomo (il fisico, l’eterico, l’astrale e il mentale ) 8 . Tra la coscienza dell’uomo e la sua mente o corpo mentale c’è un rapporto conflittuale perché nella mente dell’uomo si forma l’Io umano, che è egoista e egocentrico, mentre nella coscienza si affaccia il Sé superiore o Io divino che è altruista e universale. Riflettendo sulle sue vicende quotidiane ciascuno può rendersi conto di come l’impulso altruista della sua coscienza sia spesso soffocato dall’interesse dell’Io umano, o piccolo sé. Nel rapporto matrimoniale, pur nella diversità della mentalità, si finisce con il somigliarsi a livello di coscienza, ma bisogna che il marito e la moglie sorveglino il proprio Io umano che cerca di indurli a privilegiare l’interesse personale o della famiglia. E qui mi fermo, lasciando a ciascuno di sviluppare le proprie riflessioni su questo delicato tema. Sulla coscienza e sulla comunione degli esseri, a partire dal XX ° secolo, è possibile aggiungere un insegnamento significativo che è stato dato da uno dei Maestri del Cerchio Firenze 77, il Maestro Kempis, che a Firenze disse tramite il medium Roberto Setti: “ Certo, se si prende in esame ad esempio il mondo mentale, esiste solo il pensiero; così e per il mondo akasico ( nostra nota: o della coscienza): il sentire ( nostra nota: di coscienza ) solo esiste. Ma se si vuole avere un’idea generale della molteplicità, allora esistono moltissime altre categorie, l’una uscente dall’altra. Si tratterà di vedere come esse possano coesistere. 6 Cerchio Firenze 77, Oltre l’illusione, pagina 258 e ss., Mediterranee 7 Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina 267; Si veda anche Oltre l’Illusione, pagina 276 e ss, Mediterranee 8 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 58/60, Mediterranee 2
  • 3. Indubbiamente sul piano assoluto esiste solo Dio. Ma ciò non significa che i mondi soggettivi non esistano, altrimenti non sarebbero percepiti. E’ una esistenza che si coglie in una condizione parziale, valida e vera solo per chi si trova in quella condizione, ma ciò non significa che sia un’esistenza oggettiva. Il mondo della percezione ha tutta la concretezza, tutta la parvenza di oggettività che deve avere ciò che esiste per esistere; e al tempo stesso tutta la soggettività di ciò che è soggettivo. Ora la parvenza di oggettività, la concretezza, nasce dal fatto che tutti gli individui appartenenti ad una stessa specie – per esempio gli uomini – hanno in comune certe limitazioni, chiamiamole limitazioni di base, limitazioni fondamentali, le quali possono essere analoghe alle limitazioni fondamentali degli individui appartenenti ad altre specie, per esempio gli animali. Questo comporta una analogia nella percezione individuale: << il soggettivo universale di Kant >>, il << comun denominatore delle percezioni individuali >> come noi lo abbiamo chiamato. Inoltre ciascun individuo interpreta personalmente le proprie percezioni e questa è la relatività del processo della percezione. Ma quale funzione ha il mondo della percezione nei confronti del << sentire relativo >> ? Dicemmo che il <<sentire relativo>> è il prodotto della virtuale limitazione del << sentire assoluto >>. Allorché il sentire relativo si manifesta, non può che esprimersi con le medesime limitazioni che ne determinano la natura relativa. Ora se il sentire relativo si manifesta, cioè sembra collocarsi in una successione temporale apparentemente oggettiva, ciò significa che esso sentire esiste nel tempo. Ma se il sentire relativo esiste nel non tempo – cioè al di là dell’apparente affermarsi e quindi trascorrere – non può che esistere con le medesime limitazioni che gli conferiscono una natura relativa, sicché sentire relativo e limitazioni sono una cosa sola, essendo queste ultime parte integrante del sentire relativo. E se il mondo della percezione è la proiezione dei sentire relativi, ciò significa che il mondo della percezione nasce, anche, dalla proiezione delle limitazioni che rendono relativo il sentire. Sicché quelle limitazioni, non meno del sentire, sono all’origine, costituiscono il mondo della percezione, mondo che si può considerare << in potenza >> allorché il sentire non è manifestato e in << atto >> quando il sentire si manifesta. Avverto subito che questa distinzione << potenza >> ed << atto >> ha solo lo scopo di rendere a voi più accettabile, di rendere in sé più plausibile il fatto che il mondo del sentire e il mondo della percezione sono sempre uniti. Ripeto: il mondo della percezione prende tempo, dimensione e 3
  • 4. significato allorché i sentire cui è legato si manifestano; ma mondo della percezione, limitazioni e sentire sono inscindibili. Se poi si pensa alla condizione di Eterno Presente del Tutto, questa inscindibilità appare più evidente. Allora, ciascuna individualità, considerata nella sua completezza, con i sentire relativi di cui è costituita contiene tutto il mondo della percezione che quei sentire manifestano o riassumono….. Questo immenso organismo del sentire cosmico ha un numero altissimo di atomi di sentire, ed un numero sempre minore di sentire compositi a mano a mano che il sentire è sempre più composto - cioè è sempre più ampio – fino ad essere un solo, unico sentire quando è coscienza << cosmica >>. Per dare una indicazione della disposizione di questi sentire, abbiamo detto che se la limitazione fosse esprimibile in numeri, la quantità dei sentire relativi originati da ciascuna limitazione, sarebbe pari al numero delle possibili disposizioni che si possono dare alle cifre dall’1 al numero che esprime la limitazione. Così una sola limitazione origina un solo sentire relativo: la << coscienza cosmica >>. Due limitazioni originano due sentire relativi, tanti quante sono le possibili disposizioni che si possono dare alle cifre dall’1 al 2 : 1-2, 2- 1. Tre limitazioni originano sei sentire relativi, tanti quante sono le possibili disposizioni che si possono dare alle cifre dall’1 a 3 e così via; fino alla limitazione massima che origina un numero altissimo di atomi di sentire, un numero tendente all’infinito – ma non infinito – di atomi di sentire…….In altre parole, la << coscienza cosmica >> contiene e abbraccia tutti i sentire del Cosmo…..( la nota che segue queste parole si trova a pagina 194 del libro “ Per un mondo migliore “, dei Maestri del Cerchio Firenze 77, edito da Mediterranee) la nota è questa:” Il concetto di comunione degli esseri, espresso spesso dai nostri Maestri, è qui reso razionalmente comprensibile. Infatti, prendendo in esame il prospetto che abbiamo ricavato da questa spiegazione e seguendolo dal basso verso l’alto, nella nostra posizione di umani, vediamo che quando, ad esempio, un gruppo di individualità aventi un grado di sentire di limitazione 6, legate tra loro da una analoga disposizione delle cifre da 1 a 6, perde per evoluzione raggiunta la sesta limitazione, rimangono sei sentire con cinque limitazioni di identica disposizione. A questo punto non c’è più ragione che questi sentire esistano separati, perciò entrano in comunione formando un sentire – un essere – di grado più ampio esprimente cinque limitazioni. E così per tutti i gruppi legati tra loro in maniera logica della stessa disposizione delle limitazioni, come è detto anche a 4
  • 5. pagina 178; finché, di comunione in comunione, si giunge al sentire più alto, la << coscienza cosmica >> , che è la massima espressione del sentire nel nostro Cosmo. E’ chiaro adesso che l’identificazione in Dio non giunge a un tratto, alla fine dell’evoluzione del sentire, ma inizia fin dal basso con la comunione degli esseri in sentire sempre più ampi che abbracciano tutti gli esseri di sentire inferiore. I sentire originati dal virtuale frazionamento della << coscienza cosmica >>, espressa in gradi di sentire Z, possono essere paragonati alle possibili disposizioni delle limitazioni corrispondenti……Guardando il nostro prospetto dall’alto verso il basso si ha un’idea di come avviene il virtuale frazionamento dell’Assoluto negli esseri; mentre guardandolo dal basso verso l’alto si intravede la meravigliosa verità che, in effetti, ognuno di noi è legato da sempre all’unico sentire e che il senso della separatività è dato dal fatto che noi, atomi del sentire cosmico, stiamo sperimentando il mondo dell’illusione. ( Fine della nota di pagina 194 e 196) . …..Questa è quella continuità, quella sopravvivenza che voi temete possa venir meno, possa mancare. Quel divino collegamento, garanzia non solo che << l’essere non si estingue >>, ma soprattutto che le contingenti limitazioni ad una ad una cadono, rivelando l’<<essere>> in tutto il suo inimmaginabile splendore. Perché paventare di perdere ciò che racchiude la vostra consapevolezza entro l’angustia di una condizione relativa ? Perché temere di perdere la vostra insufficienza ? Quale fragile velo è in sé l’illusione che vi distingue e divide dalle altre creature di voi stessi complemento! Che ancora la vostra consapevolezza a ciò che credete di essere e che fa ritenere le vostre limitazioni tanto preziose da temere di perderle! E quanto tenace lo fate diventare con un simile attaccamento! Ma chi mai potrà dirvi che questa è la Verità? Eppure, credervi significa por fine ad ogni angoscia, ad ogni sofferenza, ad ogni umiliazione, perché è troncare alla radice la ragione di ogni dolore. E che cos’è il dolore se non un segnale che non avete compreso, uno stimolo a ricercare, un invito a comprendere ? E quale mai può essere lo scopo per cui ogni uomo si affanna, arrovella, contempla, costruisce, distrugge, se non quello di dargli una coscienza che rifletta la realtà del mondo del sentire ? Ma chi mai potrà convincervi, darvi questa certezza? Nel mondo da cui vi parlo, nessuno può vedere ciò che non crede, mai la prova viene prima della certezza! La Realtà è nell’intimo dell’ <<essere >> e solo lì può esser scoperta. ( nostra nota: fine della lezione del Maestro Kempis, uno dei Maestri del Cerchio Firenze 77 9 ). La lunga ma interessantissima citazione di una parte della lezione del Maestro Kempis è stata fatta per avvalorare l’opinione che l’unico essere spirituale a cui accenna la Genesi, si può formare, a parer mio, soltanto a livello di coscienza dal momento in cui, l’uomo e la donna si sposano. 9 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore pagina 190 e ss, Mediterranee 5
  • 6. Commento: L’importanza della donna nella vita dell’uomo deriva anche dallo stretto rapporto che si instaura con la madre sin dal momento del concepimento, che avviene con il concorso del padre, tuttavia la vita di ogni individuo inizia nel corpo della madre fino al momento della nascita; successivamente il primo cibo del bambino o della bambina è il latte. E poi c’è una serie lunghissima di cure, attenzioni, relazioni e interrelazioni amorevoli che vanno ben oltre la maturità del figlio o della figlia: infatti durano tutta la vita ( e oltre, perché nell’Aldilà ci sono forme di riconoscimento così come insegnano i Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 ). Sappiamo che questo rapporto madre-figli e figli-madre è una realtà per tutti, fatte le solite eccezioni, ma si può tutti concordare che questa realtà è stata particolarmente amorevole tra Gesù e la Mamma, Maestra e discepola del Figlio. L’affetto e la stima che legava il Signore alla Mamma è evidenziato in tutta la sua bellezza dall’Evangelo fatto rivivere all’italiana Maria Valtorta, la cui lettura raccomando a tutti 10 . Della grandezza di Maria di Nazareth, nessuno può aver dubbi, se non altro perché è stata scelta da Dio per essere la Madre dell’Emmanuele, cioè del Dio con noi 11 , ma anche per aver accettato di esserne la madre, pur sapendo i rischi di lapidazione che avrebbe corso nella società ebraica e che le furono risparmiati per la giustizia e l’obbedienza di quel grand’uomo che fu San Giuseppe, il padre putativo di Gesù. Ciascuno di noi, però, può valutare in modo autonomo la grandezza spirituale di Maria, anche da un solo episodio evangelico: le nozze di Cana, quando il Figlio era già conosciuto come un Maestro, così come risulta dal Vangelo di San Giovanni ( aveva già iniziato da pochi mesi la Sua attività messianica ). Il Signore, come rabbi, fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. Fatta tale premessa si potranno prendere in esame i versetti dei Vangeli che trattano degli incontri del Messia con singole donne tra cui: la samaritana, la cananea, Marta, l’adultera, Maria e Marta. Da tali incontri emergono con chiarezza le qualità delle donne, dominate dagli uomini di Israele dell’epoca. Si rileva che la compassione e l’amore del Signore Gesù si riscontrano in tutte le pagine dei Vangeli, ma è nei rapporti con gli ammalati, i bambini e le donne che essi risultano ancor più evidenti, soprattutto nell’Evangelo narrato a Maria Valtorta. L’azione del Cristo in favore delle donne produsse un effetto rivoluzionario nel sistema del pensiero e dei tabù ebraici. Infatti il Signore parlava con le donne come con persone aventi pari dignità, chiunque fossero e qualunque fossero stati i peccati che avevano commesso; anzi, il Signore, rispetto agli uomini, dimostra chiaramente di riconoscere nelle donne maggiore fede, generosità, laboriosità, sensibilità, intuizione, abnegazione, senso del dovere, determinazione, coraggio e soprattutto amore. Le discepole dimostrarono sul Golgota le loro qualità nel giorno della crocefissione alla quale, tra gli uomini, assistette il solo Giovanni, il più giovane tra gli apostoli. 10 Si vedano i dieci volumi dell’Evangelo come mi è stato rivelato, di Maria Valtorta, CEV srl, 03036 Isola del Liri (FR) 11 Matteo 1,22 - 25 6
  • 7. Per avere un’idea di quanto poca considerazione si avesse allora per le donne nel mondo giudaico, basta riflettere sulla domanda della madre dei figli di Zebedeo a Gesù: l’Evangelista Matteo non ne cita nemmeno il nome 12 . Trattando delle donne nella vita del Cristo, la prima da menzionare è indubbiamente la Mamma del Signore, Maria di Nazareth la Corredentrice, che tanta parte ebbe, ha avuto, ha e avrà nella storia dell’ Umanità per ciascun uomo o donna 13 . Ma per saperne di più sulla Vergine Maria bisogna far ricorso soprattutto all’Evangelo rivelato a Maria Valtorta, anche per avere un’idea delle Sue sofferenze e angosce 14 , che culminarono ai piedi della croce 15 . Sono diversi i versetti dei Vangeli che trattano delle donne; primo fra tutti si cita quello che tratta del miracolo di Cana e del ruolo della Madonna in tal miracolo 1. In Giovanni 2, 1-13 viene riferito : “ Due giorni dopo ci fu un matrimonio a Cana, una città della Galilea. C’era anche la madre di Gesù e Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. Ad un certo punto mancò il vino. Allora la madre di Gesù gli dice: non hanno più vino. Risponde Gesù: donna che vuoi da me? L’ora mia non è ancora giunta. La madre di lui dice ai servi: fate tutto quel che vi dirà. C’erano lì sei recipienti di pietra di circa cento litri ciascuno. Servivano per i riti di purificazione degli Ebrei. Gesù disse ai servi: riempiteli d’acqua! Essi li riempirono fino all’orlo. Poi Gesù disse loro: adesso prendetene un po’ e portatelo ad assaggiare al capotavola. Glielo portarono. Il capotavola assaggiò l’acqua che era diventata vino. Ma egli non sapeva da dove veniva quel vino. Lo sapevano solo i servi che avevano portato l’acqua. Quando lo ebbe assaggiato il capotavola chiamò lo sposo e gli disse: tutti servono prima il vino buono e poi, quando si è già bevuto molto, servono il vino più scadente. Tu invece hai conservato il vino buono fino a questo momento. Così Gesù fece il primo dei suoi segni miracolosi nella città di Cana, in Galilea, e manifestò la sua grandezza, e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto andarono tutti a Cafarnao, Gesù, sua madre, i fratelli, i suoi discepoli, e ci rimasero qualche giorno “. Commento: Sono state sottolineate le frasi significative dell’episodio evangelico. La prima frase la pronunciò la Mamma di Gesù quando si accorse che non avevano più vino. Il Figlio aveva già iniziato la Sua attività pubblica, ma non aveva ancora fatto alcun miracolo. Per i Giudei era un rabbi, per quanto potesse aver già dato la dimostrazione che sulle Sue labbra c’era la Parola di Dio con la relativa sapienza e autorevolezza. Che non avesse ancora fatto alcun miracolo lo dimostra la risposta che il Signore dette all’ invito implicito della Mamma a manifestare la potenza dello Spirito Santo che operava in Lui: “ …L’ora mia non è ancora giunta…. “ . La Madonna era perfettamente consapevole del ruolo che il figlio Gesù avrebbe assunto nella storia della Salvezza, come dimostrano i soli versetti che ho sopracitato, ma lo era anche perché fin dall’età di tre anni 12 Matteo 20, 20 - 23 13 Paola Giovetti, Le Apparizioni della Vergine Maria, San Paolo ; Maria di Nazareth, Messaggi da Medjugorje, MIR 14 Si veda, ad esempio, “ Nascita e vita nascosta di Maria e Gesù “, pagine 2/ 237, dell’Evangelo rivelato a Maria Valtorta, CEV srl, Viale Piscitelli 89/91, 03036, Isola del Liri, Frosinone 15 Giovanni 19, 25-27; Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, volume X°, pagine 51 e ss, 94 e ss, 115 e ss, 135 e ss, CEV srl, Isola del Liri (FR) 7
  • 8. era stata una delle vergini del Tempio e perciò conosceva la Bibbia e tutto ciò che i profeti avevano detto del Messia, inclusa la fine terribile. Sapeva anche che il Figlio voleva fare la volontà di Dio a qualunque costo. E anche Lei voleva farla. Per quanto mi riguarda sono stato sempre convinto che il Signore Gesù avesse fatto dei miracoli anche prima della vita pubblica; perciò feci delle ricerche al di fuori dei Vangeli canonici e scoprii che il Signore fece miracoli sin da bambino, come riferisce il Signore stesso nel libro “ L’Infanzia di Gesù “ dettato a Jakob Lorber, il Suo scrivano viennese; il libro è edito da La Nuova Rivelazione, Via Vetrego 148, 30035 Mirano (VE). Si veda anche il Vangelo di Gesù Bambino, di Mario Pincherle, edito da MacroEdizioni, Via Isei 29/31 – 47023 Cesena ( FO ). Si veda, infine, il Vangelo dello pseudo Matteo 16 . La Madonna, come San Giuseppe, non poteva ignorare i miracoli di Gesù Bambino; è così che si spiega il comportamento della Madonna alle nozze di Cana. Alle nozze di Cana Maria SS. ma si fece segno per il Figlio che manifestò la Sua potenza divina trasformando l’acqua in vino. 2. In Giovanni 4, 5 –26 viene riferito dell’incontro con la samaritana: Il Signore Gesù “… arrivò alla città di Sicar. Lì vicino c’era il campo che anticamente Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe, e c’era anche il pozzo di Giacobbe. Gesù era stanco di camminare e si fermò, seduto sul pozzo. Era circa mezzogiorno. I discepoli entrarono in città per comprare qualcosa da mangiare. Intanto una donna della Samaria viene al pozzo a prendere acqua. Gesù le dice: dammi un po’ d’acqua da bere. Risponde la donna: perché tu che vieni dalla Giudea chiedi da bere a me che sono Samaritana ? ( Si sa che i Giudei non hanno buoni rapporti con i Samaritani ). Gesù le dice: tu non sai chi è chi ti ha chiesto da bere e non sai che cosa Dio può darti per mezzo di lui. Se tu lo sapessi, saresti tu a chiederglielo, ed egli ti darebbe acqua viva. La donna osserva: Signore, tu non hai un secchio, e il pozzo è profondo. Dove la prendi l’acqua viva ? Non sei mica più grande di Giacobbe, nostro padre, che usò questo pozzo per sé, per i figli e per le sue bestie, e poi lo lasciò a noi! Gesù risponde alla donna: chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete. Invece, se uno beve dell’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente per l’eternità. La donna disse a Gesù: Signore, dammela quest’acqua, così non avrò più sete e non dovrò più venir qui a prendere acqua. Gesù dice alla donna: Và a chiamare tuo marito e torna qui. La donna gli risponde: Non ho marito. Gesù le dice:giusto. E’ vero che non hai marito. Ne hai avuti cinque, di mariti, e l’uomo che ora hai non è tuo marito. La donna esclama: Signore, vedo che sei un profeta. I nostri padri, Samaritani, adoravano Dio su questo monte; voi in Giudea dite che il posto per adorare Dio è a Gerusalemme. Gesù le dice: Voi Samaritani adorate Dio senza conoscerlo; noi in Giudea lo adoriamo e lo conosciamo, perché Dio salva gli uomini cominciando dal nostro popolo. Ma credimi: viene il momento in cui l’adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme; viene un’ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla verità di 16 Marcello Crateri, I Vangeli apocrifi, pagina 90, Einaudi Tascabili 8
  • 9. Dio. Dio è Spirito. Chi lo adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla verità di Dio. La donna risponde: so che deve venire un Messia, cioè il Cristo, l’inviato di Dio. Quando verrà ci spiegherà ogni cosa. E Gesù: Sono io il Messia, io che parlo con te….” Commento: La samaritana all’inizio non capisce che l’acqua di cui le parla il Signore è la Sua Parola, che è sapienza e verità, che donano la vita eterna così come, invece, comprenderanno i Samaritani che ascolteranno la Parola del Signore dopo essere stati chiamati dalla donna. Quest’ultima, però, folgorata dalla conoscenza che il Messia aveva dimostrato di avere della sua vita, avendo compreso che si trovava di fronte ad un inviato di Dio va a chiamare i suoi compaesani, diventando così strumento della Missione del Cristo, che si rivela a lei, donna e straniera per giunta, come il Messia. Nel frattempo arrivarono i discepoli del Signore. 3. Giovanni 4, 27 – 38: “….. A questo punto giunsero i discepoli di Gesù, Videro che parlava con una donna, e si meravigliarono. Nessuno però gli disse: << Che vuoi ?>> o: << Perché parli con lei ? >>. Intanto la donna aveva lasciato la brocca dell’acqua ed era tornata in città a dire alla gente: << Venite a vedere: c’è uno che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Non sarà per caso il Messia ?>>. La gente allora uscì dalla città, e andò verso il pozzo dove c’era Gesù. Intanto i discepoli gli dicevano: Maestro, mangia qualcosa! Ma egli disse: Io ho un cibo che voi non conoscete. I discepoli chiedevano l’un all’altro: Forse qualcuno gli ha portato da mangiare ? Ma Gesù disse loro: Il mio cibo è fare la volontà di Dio che mi ha mandato, e compiere la sua opera fino in fondo. C’è un proverbio da voi che dice: << Ancora quattro mesi, poi è ora di tagliare il grano >> Bene, io vi dico: alzate gli occhi e guardate i campi! E’ il momento di mietere. I mietitori ricevono già la paga e mettono insieme un raccolto per la vita eterna. Chi semina e chi raccoglie si rallegrano insieme. Un altro proverbio dice: << Uno semina e l’altro raccoglie >>. Ebbene questo si realizza ora: voi non avevate faticato a seminare, eppure io vi ho mandati a raccogliere. Altri hanno faticato prima di voi, e voi siete venuti a raccogliere i frutti della loro fatica. Commento: l’ultimo proverbio fa venire in mente la parabola degli operai chiamati a ore diverse a lavorare nella vigna del padrone buono, cioè il Padre Celeste, la cui giustizia è molto diversa da quella umana 17 . 4. Giovanni 4, 39- 44: “…. La donna samaritana, intanto, raccontava che Gesù aveva saputo dirle tutto quello che lei aveva fatto; per questo, molti abitanti di quella città della Samaria credettero in Gesù. I Samaritani dunque andarono a cercarlo e lo pregarono di rimanere con loro, e Gesù restò due giorni in quella città. E quando ascoltarono le sue parole, furono molti di più a credere. E dicevano alla donna: <<Prima ci aveva persuasi la tua storia, ma ora crediamo in lui, perché l’abbiamo sentito con le nostre orecchie, e sappiamo che egli è veramente il salvatore del mondo…. >> “. 17 Matteo 20, 1-16 9
  • 10. Commento: Il Signore coglie l’occasione di evangelizzare anche i Samaritani, a cominciare dalla donna del pozzo, seguendo l’impulso universale della sua coscienza. In quei momenti il Signore sentì profondamente che lo scopo della Sua missione non era limitato agli Israeliti perché, in effetti, era venuto al mondo per redimere e salvare tutti gli uomini a qualunque popolo appartengano 18 . 5. In Matteo 15, 21-28 ( si veda anche Marco 7, 24-30) si riferisce dell’incontro con la cananea: “ Poi Gesù andò via di là e si ritirò dalle parti di Tiro e di Sidone. Una donna pagana che veniva da quella regione si presentò a Gesù gridando: Signore, figlio di Davide, abbia pietà di me! Mia figlia sta molto male, uno spirito maligno la tormenta. Ma Gesù non rispondeva nulla. Si avvicinarono allora i suoi discepoli e gli dissero: mandala a casa, perché continua a venirci dietro e a gridare. Gesù disse: Io sono stato mandato soltanto per le pecore perdute del popolo di Israele. Ma quella donna si metteva in ginocchio davanti a lui e diceva: Signore, aiutami! Allora Gesù rispose: Non è giusto prendere il pane dei figli e buttarlo ai cagnolini. E la donna disse: E’ vero Signore. Però, sotto la tavola, i cagnolini possono mangiare le briciole che cadono ai loro padroni. Allora Gesù le disse: O donna, davvero la tua fede è grande! Accada come tu vuoi. E in quel momento la figlia guarì “. Commento: Ancora una volta, la fede e l’amore per gli altri induce il Signore fare il miracolo, nonostante che la donna non fosse ebrea. 6. In Giovanni 8, 1-11 viene riferito dell’adultera: “ Gesù, invece andò al monte degli Ulivi. La mattina presto tornò al Tempio, e il popolo si affollò intorno a lui. Gesù si mise seduto e cominciò ad insegnare. I maestri della legge e i farisei portarono davanti a Gesù una donna sorpresa in adulterio e gli dissero: Maestro, questa donna è stata sorpresa mentre tradiva suo marito. Nella sua legge Mosè ci ha ordinato di uccidere queste donne infedeli a colpi di pietra. Tu, che cosa ne dici ? Parlavano così per metterlo alla prova: volevano avere pretesti per accusarlo. Ma Gesù guardava in terra, e scriveva col dito nella polvere. Quelli però insistevano con le domande. Allora Gesù alzò la testa e disse: chi tra voi è senza peccati scagli per primo una pietra contro di lei. Poi si curvò di nuovo a scrivere in terra. Udite queste parole, quelli se ne andarono uno dopo l’altro, cominciando dai più anziani. Rimase soltanto Gesù, e la donna che era là in mezzo. Gesù si alzò e le disse: Dove sono andati ? Nessuno ti ha condannata ? La donna rispose: nessuno, Signore. Gesù disse: neppure io ti condanno. Và, ma d’ora in poi non peccare più !”. Commento : In tal modo dichiara di ammetterla implicitamente nel popolo di Dio popolo che puniva l’adulterio della donna con la lapidazione 19 . Il Signore abolisce implicitamente un ordine di Mosè e implicitamente dichiara che gli uomini non possono emettere sentenze di morte perché la vita è di Dio e soltanto Lui può toglierla. Il Cristo preferisce dare alla donna la possibilità di pentirsi e di non peccare più; perciò il perdono del Signore è più grande della legge mosaica. Non si sa più 18 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita 19 Marco Garzonio, Gesù e le donne, pagina 96 e ss, Rizzoli 10
  • 11. nulla di questa donna, ma si ritiene che Gesù le abbia toccato il cuore. Sempre implicitamente il Signore ci insegna a dare occasioni di conversione più che punizioni, ordinandoci di obbedire ai Suoi Comandamenti 20 . Ma agendo così il Signore si espose alle critiche di farisei e anziani di Israele. 7. In Luca 7, 11-17 viene riferito della risurrezione del figlio della vedova: “ In seguito Gesù andò in un villaggio chiamato Naim: lo accompagnavano i suoi discepoli insieme a una gran folla. Quando fu vicino all’entrata di quel villaggio, Gesù incontrò un funerale: veniva portato alla sepoltura l’unico figlio di una vedova, e molti abitanti di quel villaggio erano con lei. Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: << Non piangere ! >>. Poi si avvicinò alla bara e la toccò: quelli che la portarono si fermarono. Allora Gesù disse: << Ragazzo te lo dico io: alzati ! >>. Il morto si alzò e cominciò a parlare. Gesù allora lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da stupore e ringraziavano Dio con queste parole: << Tra noi è apparso una grande profeta !>>. Altri dicevano: << Dio è venuto a salvare il suo popolo >>. E la notizia di questi fatti si diffuse in quella regione e in tutta la Giudea “. Commento: la misericordia di Gesù per la vedova e il ragazzo appare di tutta evidenza. La triste sorte delle vedove di Israele stava particolarmente a cuore al Messia. 8. In Luca 7, 36-50 viene riferito l’episodio della prostituta che Gli lavò e Gli profumò i piedi e i capelli:” Un giorno un fariseo invitò Gesù a pranzo da lui. Gesù entrò in casa sua e si mise a tavola. In quel villaggio vi era una prostituta. Quando ella seppe che Gesù si trovava a casa di quel fariseo, venne con un vasetto di olio profumato, si fermò dietro a Gesù si rannicchiò ai suoi piedi piangendo e cominciò a bagnarli con le sue lacrime; poi li asciugava con i suoi capelli e li baciava e li cospargeva di profumo. Il fariseo che aveva invitato Gesù, vedendo quella scena, pensò tra se: << Se costui fosse proprio un profeta saprebbe che donna è questa che lo tocca: è una prostituta !>>. Gesù allora si voltò verso di lui e gli disse: << Simone, ho una cosa da dirti ! Ed egli rispose: << Dì pure, Maestro ! >> Gesù riprese: << Un tale aveva due debitori: uno doveva restituirgli cinquecento denari, l’altro solo cinquanta, ma nessuno dei due aveva la possibilità di restituire i soldi. Allora quell’uomo condonò il debito a tutti e due. Dei due chi gli sarà più riconoscente ?>>. Simone rispose subito: << Penso, quello che ha ricevuto un favore più grande >>. E Gesù gli disse: << Hai ragione ! >>. Poi rivolgendosi verso quella donna, Gesù disse a Simone : << Vedi questa donna ? Sono venuto in casa tua e tu non mi hai dato dell’acqua per lavarmi i piedi; lei invece, con le sue lacrime, mi ha bagnato i piedi e con i suoi capelli me li ha asciugati. Tu non mi hai salutato con il bacio; lei invece da quando sono qui non ha ancora smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi hai versato il profumo sul capo; lei invece mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: i suoi peccati sono molti, ma le sono perdonati perché ha mostrato un amore riconoscente. Invece quelli ai quali si perdona poco sono meno riconoscenti >>. Poi Gesù disse alla donna: << Io ti perdono i tuoi peccati 20 Giovanni 14, 15-24 11
  • 12. >>. Allora quelli che erano a tavola con lui cominciarono a dire tra loro: << Chi è costui che osa anche perdonare i peccati ? >>. Ma Gesù disse alla donna: << La tua fede ti ha salvata. Và in pace >>. Commento: ci sembra di poter dire che la donna non aveva soltanto fede nel Signore, ma anche amore per Lui; le sue lacrime indicano il dispiacere per la sua vita dissoluta; il lavaggio dei piedi e il profumo indicano la riconoscenza e la sottomissione della donna al Messia, che con le sue parole ( che la donna aveva evidentemente ascoltate durante uno dei discorsi del Signore ) le avevano aperto il cuore e la mente, aprendole così la via della conversione alla vita evangelica. Quanto all’accettazione del lavaggio da parte della prostituta, si ritiene che il Signore Gesù abbia deciso di cogliere l’occasione di dare alcuni insegnamenti ai farisei che non avrebbero mancato di criticare il suo comportamento: Tra questi insegnamenti ce n’erano due fondamentali: a. il primo era che anche le prostitute ( come del resto i pubblicani ) facevano parte del popolo di Dio e che perciò erano anch’essi meritevoli di Salvezza, indipendentemente dai loro peccati e professioni. In tal modo la tradizione ebraica veniva sconfessata 21 in quanto tutti gli esseri umani avevano diritto a godere della redenzione cristica e quindi della Salvezza, ma disse “Perché io non sono venuto a chiamare quelli che si credono giusti, ma quelli che si sentono peccatori 22 . Ma ciò che scandalizzò di più i Giudei presenti fu il perdono dei peccati della prostituta in quanto il perdono dei peccati era una prerogativa divina. b. il secondo, rivelare a tutti che era il Redentore e Salvatore degli uomini, cioè il Messia. 9. In Luca 10, 38 – 42 viene riferito l’incontro con Marta e Maria, dove viene messo a confronto l’attivismo di Marta per la preparazione del cibo con l’ascolto della parola di Dio fatto da Maria sua sorella : “Mentre era in cammino con i suoi discepoli Gesù entrò in un villaggio e una donna, che si chiamava Marta, lo ospitò in casa sua. Marta si mise subito a preparare per loro, ed era molto affaccendata. Sua sorella invece, che si chiamava Maria, si era seduta ai piedi del Signore e stava ad ascoltare quel che diceva. Allora Marta si fece avanti e disse:Signore non vedi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire ? Dille di aiutarmi ! Ma il Signore rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose ! Una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la cosa migliore e nessuno gliela porterà via “. Commento: il Signore ci fa rilevare i due diversi tipi di donna: una che si preoccupa delle cose di questo mondo, Marta, e l’altra, Maria, che preferisce nutrire prima la sua anima con la Parola di Dio e poi provvedere alle faccende di casa. L’attivismo di Marta significava che lei non aveva compreso qual’era la cosa più importante; il rimprovero del Cristo fu però dolce. L’episodio ricorda l’insegnamento circa le vere ricchezze 23 e le parabole del tesoro e della perla preziosa 24 . Maria, sorella di Marta e di Lazzaro è la Maddalena, una delle donne alle quali Gesù perdonò molto. Ma Maria di Magdala, una volta liberata dai sette demoni che la possedevano, rivelò più 21 Marco Garzonio, Gesù e le donne, pagina 58 e ss, Rizzoli 22 Matteo 9, 10 - 13 23 Matteo 6, 19-21 e Luca 12, 33-34 24 Matteo 13, 44-46 12
  • 13. coraggio, amore e fede di qualsiasi altro discepolo o discepola, fatta eccezione per Giovanni; Marta, bravissima donna, non aveva la sensibilità spirituale di Maria, nel senso che non aveva ancora capito qual’era la cosa più importante della sua vita: ascoltare la Parola del Signore lasciando ai suoi servi l’incarico di preparare il pranzo o la cena. 10. In Giovanni 11, 17 – 37 si riferisce di uno degli incontri con Marta e Maria, sorelle di Lazzaro, amico di Gesù, sepolto da 4 giorni:” Betania era un villaggio distante circa tre chilometri da Gerusalemme: quando vi giunse Gesù, Lazzaro era nella tomba da quattro giorni….Quando Marta sentì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece rimase in casa. Marta disse a Gesù: Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva! E anche ora so che Dio ascolterà tutto quello che tu gli domandi. Gesù le disse: tuo fratello risorgerà. Marta rispose: si, lo so; nell’ultimo giorno risorgerà anche lui. Gesù le disse: Io sono risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo ? Marta gli disse: Signore, si! Io credo che tu sei il Messia, il figlio di Dio che deve venire nel mondo. Detto questo Marta andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella: il Maestro è qui e ti chiama. Appena Maria lo seppe si alzò e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. …… Maria giunse dove era Gesù, e lo vide. Allora si inginocchiò ai suoi piedi e disse: Signore, se tu eri qui mio fratello non moriva. Quando Gesù vide Maria che piangeva, e vide piangere anche quelli che erano venuti con lei, fu scosso dalla tristezza e dalla emozione….Poi giunse alla tomba… Gesù disse togliete la pietra ! Marta sorella del morto osservò: Signore, da quattro giorni è lì dentro; ormai puzza ! Gesù replicò: non ti ho detto che se credi vedrai la gloriosa potenza di Dio ? Commento: La risurrezione di Lazzaro dimostra, sia l’amore di Gesù per lui e le sorelle, sia che niente è impossibile a Dio. 11. In Marco 12, 41.42 – 44 ( si veda anche Luca 21, 1-4): “Gesù andò a sedersi vicino al tesoro del tempio e guardava la gente che metteva i soldi nelle cassette delle offerte. C’erano molti ricchi i quali buttavano dentro molto denaro. Venne anche una povera vedova e vi mise soltanto due monetine di rame. Allora Gesù chiamò i suoi discepoli e disse: << Io vi assicuro che questa vedova, povera com’è, ha dato un’offerta più grande di quella di tutti gli altri! Infatti gli altri hanno offerto quello che avevano d’avanzo, mentre questa donna, povera com’è, ha dato tutto quello che possedeva, quel che le serviva per vivere>> “. Commento: l’obolo della vedova dà al Signore l’occasione di insegnare il diverso valore che può assumere il danaro agli occhi di Dio e degli uomini. 12. In Luca 8, 1 – 3 si riferisce: “ Qualche tempo dopo Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando il lieto messaggio del Regno di Dio. Con lui c’erano dodici discepoli e alcune donne che egli aveva guarito da malattie e liberato da spiriti maligni. Le donne erano Maria di Màgdala, dalla quale Gesù aveva scacciato sette demoni, Giovanna, 13
  • 14. moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre. Con i loro beni esse aiutavano Gesù e i suoi discepoli “ . Commento: Gesù accoglie alcune donne come discepole e in tal modo dimostra che per la sua missione era necessaria anche la loro presenza per le caratteristiche peculiari che hanno . Tra le discepole aveva accolto anche una prostituta, Maria di Magdala, la Maddalena, sorella di Lazzaro e Marta, dimostrando così di non tenere conto degli errori della Tradizione ebraica. Dalla Maddalena il Cristo aveva scacciato sette demoni. Maria Maddalena fu la prima ad andare alla tomba di Gesù la mattina della Domenica e ad essa il Signore apparve dopo la Risurrezione 25 . Dall’Evangelo rivelato a Maria Valtorta le qualità femminili delle discepole risultano più evidenti che nei Vangeli canonici. Esse erano amorevoli e rispettosissime verso Gesù e la Madonna , ma erano anche ricche di fede, coraggio, perseveranza e misericordia verso i poveri. 13. In Matteo 28, 8 - 10 ( si veda anche Marco 16, 9-11; Luca 24, 8-12 e Giovanni 20, 11-18 ) si riferisce : “Le donne partirono subito, spaventate, ma piene di gioia e andarono di corsa a portare la notizia ai discepoli. Ma all’improvviso Gesù venne loro incontro e disse. <<Salve ! >>. Allora si avvicinarono a lui, abbracciarono i suoi piedi e lo adorarono. Gesù disse: << Non abbiate paura. Andate a dire ai miei discepoli di recarsi in Galilea: là mi vedranno >>. Commento: Apparendo prima alle donne il Signore Gesù premiò il loro amore, la loro fedeltà e il loro coraggio. 14. In Giovanni 20, 1-18 ( si veda anche Matteo 28, 8-10, Marco 16, 9-11) si riferisce: “ Il primo giorno della settimana, la mattina presto, Maria di Màgdala va verso la tomba, mentre è ancora buio, e vede che la pietra è stata tolta dall’ingresso….. Maria era rimasta a piangere vicino alla tomba. A un tratto, chinandosi verso il sepolcro, vide due angeli vestiti di bianco. Stavano seduti dove prima c’era il corpo di Gesù, uno dalla parte della testa e uno dalla parte dei piedi. Gli angeli le dissero: donna, perché piangi ? Maria rispose: hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno messo. Mentre parlava si voltò e vide Gesù in piedi, ma non sapeva che era lui. Gesù le disse: perché piangi ? Chi cerchi ? Maria pensò che era il giardiniere e gli disse: Signore, se tu l’hai portato via dimmi dove l’hai messo, e io andrò a prenderlo. Gesù le disse: Maria ! Lei subito si voltò e gli disse: Rabbuni ! ( che in ebraico vuol dire: Maestro !). Gesù le disse: lasciami, perché io non sono ancora tornato al Padre. Và e dì ai miei fratelli che io torno al Padre mio e vostro, al Dio mio e vostro. Allora Maria di Màgdala andò dai discepoli e disse: << Ho visto il Signore! >> Poi riferì tutto quello che Gesù le aveva detto “. Si veda la nota fatta ai versetti di Matteo 28, 8-10 sopratrascritti: Maria di Magdala, fu tra le discepole più fedeli al Signore, se non la più fedele e coraggiosa. E credette sempre fermamente in Lui, anche nella Sua capacità di risorgere dalla morte. 25 Giovanni 19, 11-18 – Matteo 28, 9 – 10 e Marco 16, 9-11; Dall’Evangelo rivelato a Maria Valtorta risulta che la prima apparizione di Gesù dopo la risurrezione fu fatta alla Madonna, volume X°, pagina 175 e ss, CEV srl, Isola del Liri (FR) 14
  • 15. Negli episodi evangelici seguenti si tratta dell’indissolubilità del matrimonio tranne il caso di concubinato: 1. In Matteo 5, 31-32 ( si veda anche Marco 10, 2-12 ; Luca 16, 18 e Matteo 19, 7-9 ) si riferisce: “ Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata commette adulterio “ Commento: Gesù rende giustizia alla donna e ammonisce gli uomini a non diventare adulteri, e nello stesso tempo a non esporre la moglie al pericolo di diventare adultera, macchiandosi così di un’altra colpa; ne deriva l’indissolubilità del matrimonio “ eccetto il caso di concubinato “ ( Si veda Marco 10,9 ). 2. In Marco 10, 2-12 ( si veda anche Matteo 5, 31-32 e 19, 1-12 ; Luca 16, 18). I versetti si riferiscono dell’illegittimità del divorzio forzato delle donne: “….Gesù si mise a insegnare. Alcuni che erano del gruppo dei farisei gli si avvicinarono. Essi volevano metterlo in difficoltà, perciò gli domandarono: un uomo può divorziare dalla propria moglie ? Gesù rispose con una domanda: che cosa vi ha comandato Mosè nella legge ? I farisei replicarono: Mosè ha permesso di mandar via la moglie, dopo averle dato una dichiarazione scritta di divorzio. Allora Gesù disse: Mosè ha scritto questa regola perché voi avete il cuore duro. Ma da principio, al tempo della creazione, come dice la Bibbia, Dio maschio e femmina li creò. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due saranno una cosa sola. Così essi non sono più due, ma un unico essere. Queste le parole della Genesi alle quali il Cristo aggiunse “ Perciò l’uomo non separi ciò che Dio ha unito ”; dichiarò così l’indissolubilità del matrimonio. Commento: a. La sacralità del matrimonio attestata dalla Genesi è stata confermata dal Signore Gesù che ha vietato il divorzio ( versetto 9 ) introdotto da Mosè salvo il caso di concubinato della donna con un altro uomo; tale divieto ci fa dire che in Italia non sono stati la Chiesa e i cristiani ad essere sconfitti in materia di separazione e di divorzio, ma tutti gli altri poiché hanno approvato una legge in palese contrasto con un comandamento del Cristo ( Marco 10,9 ), che aveva avvertito delle conseguenze dei divorzi: diventare adulteri, sia la donna che l’uomo; si veda Matteo 5,32 e 19,9. b. La condizione delle donne era quella di totale soggezione al maschio: la donna non aveva pari dignità sociale e uguaglianza di fronte alla legge, né nella casa paterna, né in quella maritale. In altre parole la donna non era salvaguardata nei suoi diritti, nemmeno sotto il profilo economico, e nelle sue libertà fondamentali. La lesione dei diritti delle donne era particolarmente grave nel caso del divorzio che poteva esser richiesto a piacere e a semplice richiesta scritta del marito. La correzione della legge mosaica si sostanzia in una azione di Gesù in favore delle donne per la giustizia nel matrimonio. 3. In Matteo 19, 7 - 12 ( si veda anche Matteo 5, 31-32, Marco 10, 2 - 12 e Luca 16,18 ) si riferisce: “…..perché dunque Mosè ha comandato di mandar via la moglie dopo averle 15
  • 16. dato una dichiarazione scritta di divorzio ? Gesù rispose: Mosè vi ha permesso di mandar via le vostre donne perché voi avete il cuore duro; ma la principio non era così. Ora io vi dico: se uno manda via la propria donna – salvo il caso di relazione illegale – e poi ne sposa un’altra, costui commette adulterio. Allora i suoi discepoli gli dissero: Se questa e la condizione dell’uomo che si sposa, è meglio non sposarsi. Gesù rispose: non tutti capiscono questo insegnamento: lo accolgono soltanto quelli ai quali Dio dà la capacità di farlo. Vi sono diversi motivi per cui certe persone non si sposano: per alcuni vi è una impossibilità fisica, fin dalla nascita; altri sono incapaci di sposarsi perché gli uomini li hanno fatti diventare così; altri poi non si sposano per servire meglio il regno di Dio. Chi può capire, cerchi di capire “. Riflessioni conclusive: Nelle società primitive, che esistono ancora oggi, l’uomo è il signore e la donna gli è subordinata sia nella famiglia di origine che nella famiglia che crea con il marito; e i suoi diritti anche economici vengono calpestati. Il Signore Gesù riconobbe alle donne diritti e pari dignità con l’uomo. In ogni occasione il Signore fu misericordioso con le donne delle quali apprezzò le qualità ed ebbe pietà della loro condizione. L’azione del Messia in favore delle donne si rivela di fondamentale importanza nelle società primitive del XX° secolo. 16