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Scuola di fotografia - Lezione 3: Il ritratto in studio
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Il ritratto in studio
• Il ritratto in studio è una delle maggiori espressioni della
fotografia
• Per quanto possa sembrare banale una foto
«preparata» completamente in studio, il ritratto affonda
fino all’anima del soggetto, ne studia lo sguardo, e ne
lascia immaginare i pensieri e le emozioni
• Per questo il ritratto non deve sfociare nella banalità e
nell’effetto «piatto» tipico della fototessera, ma deve
puntare dritto all’emozione che si vuole rappresentare,
non deve mai essere banale, e deve avvalersi di tutta la
conoscenza tecnica e della vena artistica del fotografo.
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Il ritratto in studio
• Il fotografo ritrattista non può essere timido. E’ importante
che il fotografo impari a conoscere e interpretare il
soggetto, che ci parli, che stabilisca un rapporto senza il
quale la posa giusta non si troverà mai.
• Soltanto unendo la tecnica fotografica all'umanità e alla
sensibilità e anche a un pizzico di simpatia, il risultato
sarà un buon ritratto e non solo un'impeccabile fotografia.
• E’ importante poi valorizzare il soggetto nel momento
dello scatto, senza lasciarsi distrarre dallo sfondo, che
deve essere usato con gusto e cautela.
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Il ritratto in studio
• Di solito per i ritratti si preferisce impostare sull'obiettivo
un diaframma aperto, perché questo fornisce una
profondità di campo non troppo estesa.
• E’ importante sfocare lo sfondo per fare risaltare il primo
piano, e nello stesso tempo permette al fotografo di
scattare con tempi abbastanza veloci non avere dei
micro-mossi.
• Gli ISO devono rimanere bassi, per non introdurre
«rumore» eccessivo negli scatti in primo piano.
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Il ritratto in studio
• Ricordarsi le regole di composizione valgono anche per i
ritratti.
• E’ consigliato usare il formato RAW delle macchine digitali
Reflex per poter poi agire in fase di post-produzione.
• Siccome si usano i diaframmi molto aperti, ricordarsi di far
attenzione al punto di fuoco. E’ spesso consigliabile impostare
il punto di fuoco sugli occhi del soggetto.
• Usualmente, si cerca di far provenire la luce da un punto più
alto rispetto al soggetto, ma ci sono delle eccezioni a seconda
dello schema di luce utilizzato.
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Il ritratto in studio
• Come lunghezza focale, gli obiettivi usuali per il ritratto sono
quelli compresi tra gli 80 e i 105 mm.
• Ricordarsi che se c’è molta differenza tra le zone in ombra e
quelle illuminate nel soggetto, è sempre meglio sovraesporre
leggermente.
• Quando si parla con la modella/o e si fa riferimento alla destra
o alla sinistra, ci si riferisce sempre alla destra o alla sinistra
del modello/a e non del fotografo.
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Il ritratto in studio
• Bisogna fare attenzione alle ombre. Se l’ombra è troppo netta o
vi disturba, per eliminarla basta allontanare il soggetto dalla
sfondo o cambiare lo schema di luci.
• In alcuni casi, specie nelle figure intere, le ombre potrebbero
invece essere incluse volutamente.
• Il punto di ripresa è fondamentale:
• Per il ritratto in primo piano, è bene posizionarsi esattamente di fronte al
soggetto, alla stessa altezza degli occhi.
• Nella figura intera, ricordarsi che:
• Le riprese dal basso «slanciano» le figure e le snelliscono.
• Le riprese dall’alto «schiacciano» il soggetto e distorcono l’elemento più vicino.
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Il ritratto in studio
• Le foto dei ritratti devono trasmettere emozioni: i ritratti devono
sembrare spontanei o in posa, ma mai forzati nelle espressioni,
il soggetto deve sempre sembrare a proprio agio.
• Gli accessori, acconciatura ed espressioni del soggetto,
devono essere funzionali al sentimento che volete esprimere.
• Nel ritratto, ricordarsi di usare le linee guida naturali del corpo
per portare l’attenzione dell’osservatore al punto focale del
ritratto. Dovete quindi usare bene la posizione del corpo, delle
braccia, delle mani e delle gambe.
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Il ritratto in studio: Differenze Uomo - Donna
• A seconda del sesso del soggetto, ci sono delle considerazioni
da tenere a mente:
• La posizione del corpo è funzionale alle linee del soggetto,
quindi per una donna è opportuno usare pose a ¾ e sinuose
per enfatizzarne la siluette e le forme. Nell’uomo invece è
opportuno sfruttarne la forza muscolare con riprese
simmetriche e decise.
• La luce scelta è importante: nelle donne è bene utilizzare luci
più diffuse per avere meno contrasto per nascondere eventuali
difetti o imperfezioni. Negli uomini sono consigliate luci forti e
decise (puntiformi) per esaltare le espressioni e la muscolatura.
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La scelta delle inquadrature: figura intera
• Più spazio sulla testa, meno sotto i piedi. Occhi su un punto
nodale e sguardo in direzione dello spazio (a seconda del tipo
di sentimento espresso)
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La scelta delle inquadrature: taglio al ginocchio
• Si lascia poco spazio sopra la testa, e si taglia la figura al di
sopra del ginocchio.
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La scelta delle inquadrature: primo piano
• Poco spazio sulla testa, taglio sul petto
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La scelta delle inquadrature: Taglio americano
• Si esclude il parte inferiore del mento e quella superiore della
fronte. Foto di impatto e di tensione. Occhio sul punto nodale.
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La scelta delle inquadrature
• Esistono molti altri tagli, a seconda delle emozioni che si
vogliono trasmettere. Si può essere molto creativi, a patto di
non tagliare bruscamente parti devo corpo come mani, dita e
piedi.
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Le luci artificiali
• Si definiscono luci artificiali tutte quelle luci non naturali,
prodotte da attrezzatura fotografica, come luci da studio,
luci spot, luci elettriche, flash e pannelli riflettenti.
• Le luci artificiali si dividono luci in vari modi, e possono
essere sia «fredde» che «calde».
• Per semplificare, le luci da studio che tratteremo, le
penseremo come «neutre».
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Le luci artificiali
• Le luci definite puntiformi sono quelle che producono un
fascio di luce forte e direzionato, che crea ombre molto
scure e soggetti molto illuminati. Ci sarà quindi un forte
contrato tra le ombre e il soggetto. Fanno parte di questa
categoria, i faretti a incandescenza, e le luci artificiali
senza schermo. (Nel ritratto si usano soprattutto per gli
uomini)
• Le luci definiti omogenee o diffuse, rendono le ombre più
morbide e meno scure, come meno contrasto tra le parti
in ombra e quelle chiare. Le fonti di luce omogenee sono
le luci fotografiche offuscate da diffusori, teli o panni, e le
luci riflesse dal pannello riflettente. (Nel ritratto si usano
soprattutto per le donne)
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Le luci artificiali: componenti
1) Telo o fondale
2) Luce primaria - Puntiforme
3) Luce secondaria - Puntiforme
2 4) Soft-box - Diffusa
5) Ombrello Silver - Diffusore
3 6) Ombrello White - Diffusore
7) Flash ausiliario - Puntiforme
8) Luce spot - Puntiforme
1 4 9) Riflettente Silver - Riflettente
10)Riflettente White – Riflettente
Gli ombrelli e i diffusori servono a
5 6 trasformare una luce puntiforme in
7 8 omogenea.
• N.B. Anche dei teli o schermi
possono trasformare una duce
10 11
puntiforme in diffusa
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Gli schemi luci principali
• Per scattare in studio, specie i ritratti si fa ricorso a degli
schemi luci ben precisi, ognuno dei quasi si differenzia
per numero e posizione delle luci, e che danno un effetto
diverso al soggetto.
• Questi schemi ovviamente, oltre a modificare
l’illuminazione del soggetto, influiscono in maniera
determinante sulle ombre, marcandole, riducendole,
allungandole o eliminandole.
• Bisogna tener presente che per ogni luce puntiforme, è
possibile applicare un diffusore per convertirla in luce
diffusa a seconda delle necessità.
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Schema classico a 2 luci
• Illuminazione totale da un lato inclinata a 45° sul soggetto.
Seconda luce meno potente di supporto sull’altro lato.
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Schema a taglio o «lama di coltello»
• Luce da un solo lato che illumina solo un profilo del
soggetto lasciando completamente in ombra l’altro.
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Schema a taglio o «lama di coltello»
• La parte in ombra può essere schiarita con l’ausilio di un
pannello riflettente (Silver + decisa, White + tenue)
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Schema Rembrant
• Prende il nome dal pittore che la introdusse. Usa una sola luce
a 45° posta in alto rispetto al soggetto. Forma un un’area scura
a triangolo sotto l’occhio in ombra. Da un effetto
tridimensionale alla foto. Ottimo se usato con sfondo nero.
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Schema a farfalla o «bounce»
• Schema che toglie tutte le ombre dal volto inquadrato, ad eccezione
di una piccola ombra sotto il mento appunto a forma di farfalla. Si usa
soprattutto per ritratti pubblicitari, foto make up e acconciature.
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Schema Flare
• Applicabile a tutti gli altri schemi. Si usa una luce ulteriore da
mettere dietro il soggetto e/o una supplementare laterale che
punta sempre lo sfondo. Si usa per staccare il soggetto dallo
sfondo (es. capelli neri su sfondo) e per eliminare le ombre su
di esso.
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Schema Flare
• Anche con lo schema a farfalla spesso di una luce «flare» per
staccare il soggetto dallo sfondo
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Altri schemi luci e varianti
• Esistono molti altri schemi luci più complessi, adatti a determinati
scopi, che si basano anche su un numero maggiore di luci e di flash
ausiliari e di luci spot.
• Tutti questi schemi possono essere modificati in base al tipo di luce e
di ombra che si vuole ottenere, modificandone l’altezza, la distanza e
l’inclinazione.
• Si possono trasformare le luci puntiformi in omogenee aggiungendo
un diffusore.
• Si possono mitigare le ombre usando dei pannelli riflettenti.
• Si può eliminare l’ombra dal soggetto allontanandolo dallo sfondo.
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Lezione 1 – Fine
Ci sono domande?
FINE
© Stefano di Pede Officina Fotografica - Foto di Officina Fotografica e tratte dal web