SlideShare a Scribd company logo
1 of 162
Download to read offline
Università della Basilicata – Biblioteca Interdipartimentale di Ateneo
                                   Potenza, 28 aprile 2011


                             Michele Santoro

  Quattro trends per le biblioteche
                             nel web 2000

Michele Santoro
Coordinamento delle biblioteche dell’Area Scientifico-tecnica
Università di Bologna
e-mail: michele.santoro@unibo.it                                                    1
I quattro trends

Le risorse
Gli e-book
Il Web 2.0
Gli spazi
                   2
Parte prima
Le risorse




              3
La realtà di Internet
Internet è un contenitore di informazioni da cui è
impossibile prescindere
tuttavia, è proprio l’immensa mole di informazioni
disponibili in rete che provoca i problemi maggiori
    information overload
    data deluge




                                                      4
La soluzione per eccellenza?




        qual è la chiave del suo successo?
senza dubbio il suo famoso “algoritmo di ricerca”
                                                    5
La ricerca con Google
com’è noto, il criterio adottato da Google per
definire il “ranking” di una pagina
è basato sul grado di “popolarità” della pagina
stessa
ossia sul numero di legami (links) che essa riceve
da parte di altre pagine
    più una pagina è linkata, più è conosciuta e
   quindi (si suppone), più è importante e utile


                                                     6
La ricerca con Google
tuttavia ben presto si è capito che questo non
poteva essere l’unico criterio impiegato da Google
per indicizzare le pagine web
e offrirle all’utente in un preciso ordine di
importanza
   così sono stati individuati gli elementi che
   compongono il famoso (anche se tuttora
   “segreto”) algoritmo di ricerca di Google
   in base a queste analisi si è quindi compreso
   che
                                                     7
L’algoritmo di ricerca di Google
il “punteggio” ottenuto da una risorsa in seguito
ad una ricerca con Google è dato da:
    utilizzo delle parole chiave (0.3) +
    importanza del dominio (0.25) +
    link in ingresso (0.25) +
    dati degli utenti (0.1) +
    qualità del contenuto (0.1) +
    altre variabili (spinte manuali; penalizzazioni
    automatiche e manuali, etc.)
                                                      8
1. Utilizzo di parole chiave
parole chiave nel tag del titolo
parole chiave nei tag degli header
parole chiave nel testo del documento
parole chiave nei link interni che puntano alla
pagina
parole chiave nel nome di dominio e/o
nell’indirizzo della pagina (URL)


                                                  9
2. Importanza del dominio
storia della registrazione
età del dominio
importanza dei link che puntano al dominio
rilevanza del dominio sull’argomento basata sui
link in entrata ed in uscita
utilizzo storico e reattività dei link verso il dominio



                                                          10
3. Punteggio dei link in entrata
età dei link
qualità dei domini che mandano il link
qualità delle pagine che mandano il link
testo dei link
valutazione della quantità e del peso dei link
rilevanza sull’argomento delle pagine e dei siti che
mandano i link



                                                       11
4. Dati degli utenti
storia della percentuale dei click effettuati sulla
pagina nei risultati dei motori di ricerca
tempo speso dagli utenti sulla pagina
numero di ricerche per URL o per nome del
dominio
storia delle visite e degli utilizzi dell’URL o del
nome del dominio, da parte degli utenti, che
Google può monitorare

                                                      12
5. Qualità del contenuto
dati rilevati per le ricerche e le pagine più popolari
dati forniti da valutatori interni di Google
algoritmi automatizzati per valutare il testo (qualità,
leggibilità, etc.)         ._




                                                          13
La ricerca con Google
tutto bene, dunque?
per le nostre ricerche possiamo affidarci con fiducia
alla potenza di calcolo di Google ed alla razionalità
del suo algoritmo?
non esattamente...
proviamo a porci qualche domanda:




                                                        14
La ricerca con Google
siamo proprio sicuri che con Google si ottenga tutto
ciò che è disponibile su Internet?
siamo proprio sicuri che ciò che troviamo con
Google su un certo argomento sia davvero tutto ciò
che esiste su quell’argomento?
siamo proprio sicuri che le soluzioni offerte da
Google siano autorevoli, cioè adeguate ai fini di una
seria ricerca bibliotecaria?
    lo stesso Google ha compreso la necessità di
   strumenti di ricerca più specifici
    dando vita a Google Books e Google Scholar 15
Google Books
progetto (attivo fino a circa un mese fa...)
per cui molti milioni di libri sono stati digitalizzati e
messi a disposizione gratuitamente
fonte ricchissima e utilissima a fini scientifici
   la ricerca avviene per parola chiave
   ma, il più delle volte, non è possibile né la stampa
   né il downloading delle pagine
http://books.google.it/

                                                        16
Google Scholar
Google Books si rivolge alle monografie
mentre la maggior parte dell’informazione scientifica
è veicolata dai periodici
per questo Google ha creato Google Scholar, un
motore di ricerca specifico che esplora le diverse
tipologie di letteratura scientifica




                                                    17
Google Scholar
Google Scholar infatti indicizza non solo libri
ma anche articoli di riviste liberamente disponibili
in rete o concessi a Google da autori o editori
altri articoli sono invece accessibili sulla base di
determinati requisiti




                                                       18
I “competitors” di Google
per quanto raffinati, i criteri di ricerca di Google sono
comunque soggetti a numerose critiche
oggi sono comparsi nuovi strumenti che si presentano
come più “intelligenti” e semanticamente affidabili
   fra questi, segnaliamo il motore di ricerca
   “computazionale” Wolphram Alpha
   il nuovissimo sistema Trove, elaborato dalla
   National Library of Australia
   il motore di ricerca per risorse accademiche
   Scientific Commons                                     19
Wolfram Alpha
è un “motore computazionale di conoscenza”
che interpreta le parole chiave inserite dall’utente e
propone direttamente una risposta, invece che offrire
una lista di collegamenti ad altri siti web
è un software molto sofisticato, che elabora dei
precisi input sia in linguaggio matematico che
in linguaggio naturale, fornendo una risposta
dettagliata alla domanda
il modo in cui si pone la domanda dunque può
influenzare l’efficacia della risposta
                                                     20
21
http://www18.wolframalpha.com/input/?i=semiconductors




                                                        22
Trove
motore di ricerca realizzato dalla National Library of
Australia, http://trove.nla.gov.au/
dà accesso a oltre 90 milioni di documenti
   inizialmente i dati provenivano solo da fonti
   australiane
   poi sono state incluse numerose fonti “esterne”
a differenza di Google, che fornisce un elenco di siti
web a seconda della rilevanza
Trove visualizza i link ai documenti individuati
                                                         23
Trove
il sito è suddiviso in otto grandi categorie:
   libri, giornali, riviste, articoli
   immagini e foto
   giornali australiani (1803 - 1954)
   diari, lettere, archivi
   mappe
   musica, suoni e video
   siti web archiviati dal 1996 a oggi
   persone e organizzazioni
la ricerca può essere effettuata:
   in modalità separata, all’interno di ogni categoria
   o in modalità “globale”, e successivamente filtrata
   (ad esempio per articolo, libro, rivista…)          24
25
26
Scientific Commons
progetto dell’Università di St. Gallen (Svizzera)
l’obiettivo è permettere l’accesso a pubblicazioni
scientifiche gratuite distribuite dalle università e dai
centri di ricerca di tutto il mondo
indicizza circa 10 milioni di pubblicazioni
grazie al motore di ricerca, che rende facile la
navigazione all’interno dell’enorme database
è possibile trovare informazioni e link alle
pubblicazioni su qualsiasi argomento scientifico
                                                           27
28
29
Oltre i motori di ricerca
Google e i suoi “derivati”, così come i nuovi motori
di ricerca, sono strumenti molto importanti per il
reperimento dell’informazione
   essi infatti rendono disponibile un patrimonio
   conoscitivo enorme
   ma…
   la ricerca sul web continua ad essere ancora
   problematica

                                                       30
Problemi del web
problemi legati al linguaggio naturale:
   polisemia (termini con più significati)
   sinonimia (diversi termini con lo stesso
   significato)
integrazione di informazioni provenienti da più fonti
assenza di “macchine intelligenti”
cioè in grado di comprendere le informazioni
strutturate in maniera differente e di “ragionarci
sopra”
                                                    31
Il web profondo
oltre al web “di superficie”, ossia quello visibile e
ricercabile attraverso i motori di ricerca
esiste un “web profondo”, che risulterebbe essere
molto più grande (da 400 a 550 volte) rispetto a
quello di superficie
   deep web: parte del web che non è accessibile ai
   motori di ricerca
   per due motivi principali:

                                                        32
Il web profondo
1. il sito è protetto da password (ad esempio un
   periodico elettronico non accessibile
   gratuitamente)
2. il contenuto informativo del sito è raggiungibile
   solo attraverso una ricerca interattiva in una base
   di dati (esempio tipico: gli opac!)
   studi recenti affermano che il web profondo è il
   più consultato (ha il 50% del traffico in più)
   cresce più velocemente
   ed è di qualità più elevata                           33
Possibili soluzioni
1) trovare una serie di criteri per “forzare” il web
   profondo
2) perfezionare la tecnologia e rendere le macchine
   più intelligenti
3) migliorare gli algoritmi di ricerca dei motori
4) accrescere la “significatività” delle parole
   utilizzate per le ricerche


                                                       34
Possibili soluzioni
tutte queste possibilità sono state sviluppate negli
anni più recenti
in particolare, l’idea di migliorare i criteri di
recupero per termini significativi ha trovato una
sua realizzazione attraverso l’impiego dei metadati
che permettono di descrivere le risorse elettroniche,
i testi e i documenti multimediali
rendendo meno caotico l’ambiente digitale
e consentendo un più efficace recupero
dell’informazione ricercata
                                                        35
I metadati
si tratta, com’è noto, di un criterio assai simile a
quello della descrizione bibliografica
ma diversamente dalla catalogazione tradizionale
che dà vita a prodotti “esterni” ai documenti descritti
(e cioè schede catalografiche o record bibliografici)
i metadati sono inclusi nella stessa risorsa che
descrivono



                                                      36
Un esempio di metadati




                         37
Tipi di metadati
in realtà, esistono almeno tre categorie di metadati:
1. metadati descrittivi: hanno il compito di facilitare
   l’identificazione e l’accesso alla risorsa
2. metadati amministrativi: volti a supportare la
   gestione della risorsa attraverso la presenza di
   informazioni appropriate, ad es. la definizione del
   formato dei file, il riconoscimento dei diritti, etc.
3. metadati strutturali: diretti a fornire specifiche
   informazioni sulla composizione e
   l’organizzazione delle risorse digitali               38
Metadati descrittivi
fra i molti set di metadati predisposti per la
descrizione delle risorse di Internet
si è imposto (in particolare nel mondo bibliotecario)
il modello Dublin Core
sviluppato a partire dal Metadata Workshop del
marzo 1995 tenutosi presso la sede dell’OCLC a
Dublin (Ohio)
e sponsorizzato da Online Computer Library Center
(OCLC) e dal National Center for Supercomputing
Applications (NCSA)
                                                        39
I quindici elementi del Dublin Core simple
1. Title            Titolo della risorsa
2. Subject          Parole chiave o termini tratti da un vocabolario controllato
3. Description      Descrizione o abstract
4. Creator          Persona o organizzazione primariamente responsabile del contenuto
                    intellettuale della risorsa
5. Publisher        Editore
6. Contributor      Autore di ulteriore contributo al contenuto intellettuale della risorsa
7. Date             Data associata con la creazione o la disponibilità della risorsa
8. Type             Genere della risorsa (home page, articolo, tesi, data set, etc.)
9. Format           Normalmente di tipo MIME (ad es. text/html)
10. Identifier      URL, DOI, ISBN, ISSN, URN o altro identificatore
11. Source          Risorsa da cui deriva la risorsa descritta
12. Language        Lingua della risorsa
13. Relation        Identificatore di una seconda risorsa e sue relazioni con la risorsa descritta
14. Coverage        Caratteristiche spazio-temporali della risorsa
15. Rights          Condizioni di copyright della risorsa                                            40
Una pagina XML con metadati




                              ._   41
Web semantico
il termine “Semantic Web” è stato proposto per la
prima volta nel 2001 da Tim Berners Lee
da allora il termine è stato associato all’idea di un
web nel quale agiscano “agenti intelligenti”
ossia applicazioni in grado di comprendere il
significato dei documenti presenti sulla rete
    quindi guidare l’utente direttamente verso
    l’informazione ricercata
    o sostituirsi a lui nello svolgimento di alcune
    operazioni
                                                        42
Web semantico
in tal modo saranno possibili ricerche molto più
evolute delle attuali
ed altre operazioni specialistiche come la
costruzione di reti di relazioni e connessioni tra
documenti
secondo logiche più elaborate rispetto a quella
basata sui semplici link ipertestuali
difatti, è vero che il web è un insieme di testi
collegati tra loro
ma questi collegamenti sono “deboli”, nel senso che
sono troppo generici e vaghi                        43
Web semantico
con il web semantico invece è possibile recuperare
documenti esprimendo query complesse:
  ad esempio, partendo da concetti semplici, si
  può raffinare la ricerca esprimendo vere e
  proprie asserzioni
  composte da un soggetto, un predicato e un
  oggetto
  si può quindi fare una richiesta del tipo: aziende
  (soggetto) che hanno come servizio (predicato)
  la fornitura di scarpe (oggetto)                     44
Web semantico
tale possibilità è radicalmente diversa
dall’interrogazione effettuata con un motore di
ricerca
   attraverso il quale si possono indicare i tre
   concetti di azienda, di servizio e di scarpe
   ma non si può esprimere in nessun modo il
   legame esistente fra essi
      e da ciò derivano tutte le imprecisioni tipiche
      dei motori di ricerca
                                                        45
Problemi del web semantico
ma quanto tempo e quanto denaro occorrono per
“mappare” in questo modo tutto il web?
“purtroppo molte delle persone coinvolte in questo
progetto tendono a sottovalutare l’estrema
difficoltà insita nella creazione e manutenzione
degli opportuni metadati, sia che essa venga
effettuata da umani sia che venga realizzata da
computer” (Metitieri-Ridi)


                                                     46
Problemi del web semantico
“l’estrazione delle descrizioni potrebbe infatti essere
parzialmente automatizzata, partendo comunque dalle
informazioni inserite dagli autori stessi nelle pagine
scritte in XML, ma risulterebbe poco accurata,
oppure potrebbe essere completamente manuale, da
parte di catalogatori esperti, ma con costi (fino a 50
euro per record) e tempi che rendono impossibile
pensare a qualcosa di più di progetti limitati e
riguardanti biblioteche e musei o enti accademici e di
ricerca” (Metitieri-Ridi)._ ._
                                                      47
Parte seconda
 Gli e-book




                48
Piccola bibliografia per immagini




                                    49
Piccola bibliografia per immagini




                                    50
Piccola bibliografia per immagini




                                    51
Piccola bibliografia per immagini




                                    52
Piccola bibliografia per immagini




                                    53
Piccola bibliografia per immagini




                                    54
http://www.youtube.com/watch?v=gxzZtk0w1tk&feature=youtu.be
                                                              55
Che cos’è un libro?
un libro è un oggetto che, da almeno due millenni, è
rimasto sostanzialmente immutato, identificandosi di
fatto con le forme del codice manoscritto




                                                   56
La rivoluzione del codice




                            57
La rivoluzione del codice
presenta caratteristiche così vantaggiose da
assicurarne il successo rispetto alle precedenti forme
di trasmissione delle conoscenze (G. Cavallo):
   “capienza e tipologia delle pagine del codice”
   possibilità di “collocare una quantità di testo assai
   più estesa di quella che può contenere un rotolo”
   capacità di “riunire in un unico libro-
   contentenitore una serie di unità testuali
   organiche”, dando vita a “un mutamento profondo
   nella nozione sia di libro sia di lettura”
                                                      58
Il rotolo




            59
Il codice




            60
L’uso delle mani




                   61
L’avvento della stampa




                         62
Il libro a stampa
il libro a stampa è l’erede del manoscritto
    di cui rafforza le caratteristiche (leggibilità,
    comprensibilità, capacità di memorizzazione,
    maneggevolezza, trasportabilità)
    con in più il fondamentale requisito della
    riproducibilità in serie dei testi
il libro è un prodotto ergonomicamente perfetto
    perché è in grado di realizzare la miglior
    integrazione possibile con le persone e l’ambiente
    e quindi di garantire il maggior rendimento
    possibile nel suo utilizzo                       63
Che cos’è un libro?
sia l’oggetto fisico     sia il suo contenuto




                                                64
Il libro come oggetto fisico




              l’e-book
                               65
L’e-book come contenuto
                   e come oggetto




monografie in formato digitale   e-book reader
                                                 66
L’e-book reader
  vantaggi:
     grande capacità di memoria, portabilità, connettività,
     ipertestualità...
  problemi tecnici:
     insufficiente grado di risoluzione degli schermi,
     retroilluminazione…
  problemi legati alle strategie di commercializzazione:
     utilizzo di hardware e software proprietari
     volti a decodificare in modo esclusivo documenti presenti in
     forma protetta sulla rete
→ una lunga gestazione…                                         67
Libro a stampa vs. e-book
visione “deterministica”
    gli e-book possono anche non possedere tutte le
    caratteristiche di leggibilità che hanno fatto il successo del
    libro cartaceo
    ma la tecnologia ha comunque in sé i requisiti per superare
    ogni difficoltà
 visione “nostalgica”
    “il libro è come la ruota. Una volta inventato, non si può
    fare di più” (Umberto Eco)
“rassicurante ecumenismo”
    anche se l’e-book finisse per imporsi, non sostituirà mai il
    libro cartaceo ma si affiancherà ad esso
                                                                     68
L’e-book oggi
                             sembra aver superato (dopo
                             oltre 30 anni) le difficoltà di
                             lettura da schermo
                             dà la possibilità di scaricare
                             migliaia di libri da Internet
                             presenta requisiti di duttilità
                             e amichevolezza
                             analoghi a quelli che hanno
                             determinato il successo dei
                             telefoni cellulari

Kindle (Amazon.com)
                                                           69
L’e-book oggi/Kindle
dimensioni: 19,1 x 13,5 cm x
1,8 cm di spessore
peso: 292 gr
schermo monocromatico da 6
pollici, 600x800 ris. a 167 ppi
capacità di memoria: 2 Giga
totali, di cui 1,4 disponibili per
l’utente (=1.500 volumi)
autonomia: da 4 giorni a 2
settimane
costo: 189 $
a oggi venduti 11 milioni di
esemplari (41,5% del comparto)            70
Una “killer application”?
             tecnologia dell’inchiostro
             elettronico (E-ink)
             garantisce un’alta leggibilità
             del tutto analoga a quella
             della stampa su carta:
                 lo schermo non è
                 retroilluminato
                 si legge ottimamente da
                 tutte le angolazioni
                 non affatica la vista

                                              71
Cosa leggere con Kindle?
Amazon rende disponibili oltre 400.000 libri
(prevalentemente in lingua inglese), ma anche quotidiani e
riviste internazionali, blog, etc.




                                  ↓
                     ←



                                                             72
La guerra degli e-book
marzo 2009: la Sony stringe un
accordo con Google per
distribuire, attraverso i suoi
lettori di e-book, oltre mezzo
milione di volumi dei circa sette
milioni presenti su Google
Books
testi liberi da copyright,
pubblicati prima del 1923, che
possono essere letti in formato
ePub, un formato elettronico
aperto
                                        73
La guerra degli e-books
27 gennaio 2010:   18,5 cm di larghezza e
                   24,1 cm di altezza
l’iPad (Apple)
                   peso: 601 grammi
                   schermo a colori multi-
                   touch da 9,7 pollici
                   costo: 499 $
                   obiettivo: creare una
                   “terza via”
                   dell’informatica
                   a metà fra i computer
                   portatili e i telefoni
                   cellulari evoluti
                                             74
iPad vs. Kindle
1) aspetti tecnici:
    schermo multi-touch, già noto
    a milioni di utenti di iPod e
    iPhone
    ma retroilluminato…

2) strategie commerciali:
    una volta uscito l’iPad, molti
    editori hanno abbandonato lo
    store di Amazon
    forti perdite in borsa per
    Amazon, che ora cerca
    soluzioni alternative
                                         75
Non solo “reader”
ma oltre a leggere monografie in formato digitale,
a cosa può servire un “tablet” come l’iPad?
scopriamolo seguendo la giornata di Luca, 40
anni, architetto che usa un tablet durante tutta la
giornata, a casa come al lavoro
il tablet può infatti sostituire il pc portatile in
tantissime occasioni
offrendo un’alternativa più leggera e pratica
anche se ugualmente versatile
                                                      76
Una giornata con l’iPad




                          77
Una giornata con l’iPad




                          78
Una giornata con l’iPad




                          79
Che cos’è un libro?
       avvento tardivo ma assai
       impetuoso degli e-book
       (secondo Jeff Bezos, CEO della
       Amazon, nel 2010 le vendite di
       libri digitali del proprio store
       hanno superato quelle dei libri in
       formato cartaceo)
       siamo di fronte alla svolta così
       tanto attesa e temuta?
       quali conseguenze comporta dal
       punto di vista psicologico,
       culturale, economico, sociale?
       quali impatti avrà sulla “filiera”
       editoriale?
                                        80
La “filiera” editoriale




                          ←

→                             81
Leggere con gli e-book/1
          come cambiano le modalità di
          lettura e le qualità percettuali
          della lettura stessa?
          l’e-book va incontro ai bisogni
          delle nuove generazioni di
          lettori/utenti della rete?
              skimming: scorrimento
              “orizzontale” di una grande
              quantità di risorse
              e non più consultazione
              approfondita (“verticale”) di
              poche risorse importanti
                                              82
Leggere con gli e-book/2
l’e-book è in grado di
soddisfare le esigenze dei
lettori più esperti e
consapevoli?
    lettore “polilogico”
    ossia quel lettore che,
    anche grazie alla rete,
    persegue molteplici
    strategie cognitive di
    comprensione e di
    approccio alla
    conoscenza
                                          83
E le biblioteche?
         biblioteche accademiche:
            ampio utilizzo di
            monografie digitali
         biblioteche pubbliche:
            interesse anche per gli e-
            book reader
            acquistati e dati in prestito
            agli utenti (con esiti
            alterni)
            di recente si sta
            affermando il prestito di
            libri in formato digitale
                                        84
85
86
87
Il digital lending




    ↓
→




                         88
Il digital lending




                     ._ . 89
                           ._
Parte terza
Il Web 2.0




              90
Web 2.0
nel 2005 Tim O’Reilly e Dale Dougherty
enunciano il concetto di Web 2.0
lo stesso anno Tim O’Reilly pubblica l’articolo
What is Web 2.0 (trad. it.
http://www.bitmama.it/articles/14-Cos-Web-2-0)

(su questi argomenti cfr. Rossana Morriello, Web
2.0: la rivoluzione siamo noi, “Biblioteche oggi”,
28, aprile 2010).
                                                     91
Web 2.0
tuttavia già negli anni precedenti sono comparsi una
serie di strumenti che contribuiranno notevolmente
allo sviluppo del Web 2.0:
   1998: nascono Google; Intermix (che poi
   diventerà MySpace); Open Diary (la prima
   piattaforma gratuita per i blog)
   2000: nasce Napster, piattaforma per lo scambio
   “peer-to-peer” di file musicali, chiusa nel 2001
   2001-2003: nascono Wikipedia; Rize (il primo
   social network); Skype; Del.icio.us; Flickr
   2004: nasce Facebook                              92
Web 2.0
come si può intuire, l’idea trainante del Web 2.0 è
quella di condivisione, di partecipazione
e ciò è agevolato dalle tecnologie:
   il web diventa una “piattaforma” di gestione
   le risorse cioè vengono utilizzate direttamente su
   una piattaforma web, e non sono più legate al
   computer sul quale opera l’utente
   la parte tecnologica non è gestita dall’utente, che
   deve solo inserire i contenuti (modalità cloud-
   computing)
                                                         93
Caratteristiche del Web 2.0
“intelligenza collettiva” (possibilità di confronto e di
elaborazione che derivano da un numero così vasto
di persone)
possibilità per chiunque di creare contenuti e di
rielaborare i contenuti altrui (i contenuti sono “user
generated”)
presenza di piattaforme, servizi e strumenti gratuiti,
semplici e amichevoli
diffusione di una cultura “aperta”: open source, open
applications, open data, open content...
                                                       94
Library 2.0
termine coniato nel 2005 da Michael Casey per
esprimere l’applicazione e l’uso del Web 2.0 in
biblioteca
Library 2.0: siamo di fronte, come vogliono alcuni,
ad un cambiamento epocale, a una vera e propria
cesura con il passato?
iniziale periodo di entusiasmo per la possibile svolta
apportata dalle tecnologie del Web 2.0
il principale documento teorico sulla Library 2.0 è
Le reti partecipative: la biblioteca come
conversazione
                                                     95
96
La biblioteca come conversazione
il documento si basa sull’assunto secondo cui “la
conoscenza si crea tramite la conversazione”:
    poiché “le biblioteche sono nel business della
    conversazione”
    esse sono profondamente coinvolte nei processi di
    diffusione e trasferimento di conoscenza




                                                    97
La biblioteca come conversazione
analisi sviluppata alla luce della “teoria della
conversazione” del cibernetico e psicologo inglese
Gordon Pask
che elabora un modello per spiegare la “costruzione di
conoscenza” knowing
esso descrive le interazioni fra due o più “sistemi
cognitivi”:
   questi intraprendono un dialogo su un determinato
   concetto
   per cui diventa possibile individuare le differenze
   sul modo in cui ciascun sistema “comprende” tale
   concetto
                                                   98
La teoria della conversazione
attraverso una serie di “interazioni ricorsive”
chiamate “conversazioni”
queste differenze si riducono fino a trovare un
“accordo su una comprensione”
un “residuo” di questa interazione entra a far parte di
una “raccolta pubblicamente disponibile di
conoscenza”
che può dar vita a importanti applicazioni quali reti
semantiche e altre forme di rappresentazione della
conoscenza                                            99
La teoria della conversazione




                                100
La biblioteca come conversazione
in base a ciò, gli autori del documento sulle Reti
partecipative scrivono:
   “La gente conversa, le organizzazioni
   conversano, gli stati conversano, le società
   conversano. Il risultato di queste conversazioni
   […] sono libri, video, ed artefatti che
   documentano, espandono o risultano dalle
   conversazioni”


                                                      101
La biblioteca come conversazione
conclusione quanto meno discutibile
difatti, non è così assiomatico che i libri e gli altri
materiali documentari siano necessariamente prodotti
di conversazioni
   ad es., secondo la teoria del Mondo 3 di Popper, i
   libri e gli altri artefatti sono “contenuti oggettivi”,
   “oggetti possibili del pensiero”, veri e propri
   contenitori di conoscenza in senso oggettivo
   e dunque in grado di esistere anche
   indipendentemente da conversazioni o analoghe
   fenomenologie interattive
                                                       102
La biblioteca come conversazione
la teoria della conversazione di Pask sembra insomma
ridursi a un quotidiano “scambio comunicativo” più o
meno basato sugli artefatti
a cui la biblioteca parteciperebbe creando un
“ambiente informativo ottimale”
difatti, affermano gli autori, “concentrarsi sulle
conversazioni potrebbe mettere la comunità
bibliotecaria nelle condizioni di identificare meglio le
conversazioni ‘importanti’ e dimostrare, attraverso le
proprie funzioni, i contributi diretti a queste
conversazioni”
                                                     103
La biblioteca come conversazione
è una conclusione che non solo riduce di molto la
portata della teoria di Pask
ma sminuisce - relegandolo a una mera possibilità -
il ruolo delle biblioteche
da sempre rivolto alla individuazione (attraverso le
acquisizioni e la gestione delle raccolte), alla
elaborazione (tramite la catalogazione e
l’indicizzazione) ed alla diffusione (mediante la
consultazione, il prestito e il reference) delle
conoscenze
                                                   104
Il Web 2.0 in biblioteca
• una volta fatte queste osservazioni, possiamo
  esaminare i vantaggi del Web 2.0 nelle biblioteche:
 a) il Web 2.0 trova la sua migliore applicazione nei
     servizi rivolti direttamente agli utenti
 b) dà vita a nuove modalità, più semplici e amichevoli,
     attraverso cui gli utenti possono entrare in relazione
     con la biblioteca e i suoi servizi
 c) crea un nuovo modo di comunicare e di condividere
     le informazioni bibliografiche
 d) favorisce un coinvolgimento diretto degli utenti
     attraverso i social media                           105
Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni
1. blog
i blog sono uno dei principali strumenti che hanno
determinato il successo del Web 2.0
nell’ambito delle biblioteche, essi offrono agli utenti
la possibilità di comunicare con i bibliotecari
ed esprimere direttamente le proprie esigenze ed
opinioni
cfr. Juliana Mazzocchi, Blog di biblioteche italiane:
repertorio di blog di biblioteche italiane rivolti
all’utenza, http://www.burioni.it/forum/mazzoc-
blog.htm
                                                     106
Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni
2. microblogging
il più noto servizio di
microblogging è Twitter
consente l’invio e la
ricezione di messaggi
(anche tramite cellulare)
non più lunghi di 140
caratteri
molto usato nelle
biblioteche anglo-
americane                              107
Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni
3. servizi di social bookmarking e social referencing
piattaforme che permettono di condividere
bookmark, pagine web o riferimenti bibliografici
molto utili in biblioteca per completare una ricerca
tra i servizi di social bookmarking il più conosciuto è
Delicious, mentre fra i siti di social referencing i più
importanti sono Connotea e CiteULike
cfr. Barbara Fiorentini, Il Social bookmarking nel
servizio di reference,
http://spbo.unibo.it/bibliotime/num-xi-1/fiorenti.htm
                                                      108
109
↓




    110
Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni
4. Facebook
molte biblioteche hanno una pagina su Facebook
alcune di esse, soprattutto in area anglosassone, danno la
possibilità di accedere al catalogo, alle banche dati e alle
raccolte di periodici elettronici
e di comunicare tramite chat con il bibliotecario
il quale in tal modo potrà fornire un efficace servizio di
reference
cfr. Maria Cassella, Comunicare con gli utenti:
Facebook nella biblioteca accademica, “B.O.”, 6, 2010    111
112
113
114
Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni
5. social opac: cataloghi integrati e “partecipativi”
   inserimento delle copertine dei libri
   possibilità per gli utenti di aggiungere commenti e tag
   suggerimenti per gli utenti (“se ti piace questo
   documento forse ti interessa anche…”)
   segnalazioni delle novità
   possibilità di condividere fra più utenti le informazioni
   bibliografiche
   cfr. A. Marchitelli – T. Piazzini, OPAC, SOPAC e social
   networking: cataloghi di biblioteca 2.0?,
   http://www.bibliotecheoggi.it/2008/20080208201.pdf 115
Parte quarta
 Gli spazi




               116
La biblioteca come luogo
dibattito sulla dimensione fisica delle biblioteche
   la biblioteca come luogo
dopo il tumultuoso avvento del digitale
tema sviluppato sia da un punto di vista
architettonico che sociologico e culturale
ed esteso a diverse tipologie bibliotecarie
ma uno degli aspetti più interessanti
sembra essere legato al solo ambito della biblioteca
pubblica:
   la biblioteca come “luogo terzo”
                                                       117
L’idea di third place
Ray Oldenburg (metà anni Ottanta)
un third place è ogni ambiente sociale diverso dalla
casa e dal lavoro
ambienti confortevoli, accoglienti, accessibili
dove è possibile socializzare e incontrare persone con
interessi analoghi ai propri
luoghi di svago ma anche di discussione intellettuale e
di costruzione di nuovi ideali
chi li frequenta prova sentimenti di forte attaccamento
verso di essi                                       118
La biblioteca pubblica come third place
dimensione sociale della
public library:
  espressione di una
  comunità locale
  luogo di condivisione di
  eventi, pratiche ed
  esperienze
  e non solo centro di
  distribuzione di
  documenti
                                     119
Gli Idea Store
oggi questa visione sembra essere incarnata dagli Idea
Store
nuova concezione della biblioteca pubblica
volta a sostituire l’immagine tradizionale - e ormai in
declino - con servizi più moderni ed attraenti
utilizzando il linguaggio architettonico delle strutture
commerciali
cfr. Anna Galluzzi, Gli Idea Store di Londra,
http://spbo.unibo.it/bibliotime/num-xi-2/galluzzi.htm;
Anna Galluzzi, Gli Idea Store dieci anni dopo,
http://www.bibliotecheoggi.it/content/n20110100701.
pdf
                                                      120
Gli Idea Store
iniziativa del Tower Hamlets Borough di Londra,
nata in seguito ad una indagine di mercato
che ha evidenziato come le biblioteche si trovavano
di solito nei posti sbagliati:
    vecchie scuole, aree residenziali al di fuori dei
    percorsi commerciali, zone prive di parcheggi e di
    attrattive
il 61% degli intervistati ha affermato che
utilizzerebbe maggiormente i servizi delle
biblioteche, se queste fossero collocate in aree che
frequenta per altri motivi, in particolare commerciali121
Gli Idea Store
le biblioteche pubbliche insomma dovrebbero essere
collocate in contesti che garantiscono un’offerta più
ampia di servizi
   ad esempio vicino alle principali stazioni dei mezzi
   pubblici, ai centri commerciali, ai luoghi di
   ristorazione, etc.
difatti le aree commerciali sono quelle in cui la gente
trascorre preferibilmente il proprio tempo libero
(utilizzandole quindi non solo per le loro funzioni
specifiche)
e che spesso corrispondono alle zone della città meglio
servite dai mezzi pubblici                              122
Gli Idea Store
queste analisi hanno portato alla realizzazione di una
serie di Idea Stores in luoghi ritenuti idonei
con l’obiettivo di sfruttare le sinergie fra le attività
bibliotecarie e le esigenze di formazione degli
individui (il cosiddetto lifelong learning)
dando così vita anche ad attività formative per
diverse fasce di pubblico



                                                      123
Gli Idea Store come luogo terzo
ma quello che più è interessante è che
  gli Idea Stores si propongono come luoghi dove
  le persone possano incontrarsi e godere della
  compagnia reciproca
  giocando un ruolo sociale significativo
  e contribuendo ad accrescere la qualità della vita
  delle persone all’interno del quartiere
dunque un vero e proprio third place

                                                   124
Gli Idea Store come luogo terzo




                                  125
Whitechapel Idea Store   126
Whitechapel Idea Store
“si configura come una biblioteca territoriale, un
centro di formazione, ricerca e scambio sociale e
culturale, uno spazio aperto per le idee, una zona di
contatto tra saperi
esso inoltre riempie di significato il termine ‘store’,
che da un lato evoca il negozio dell’angolo, una
struttura finalizzata a un’offerta commerciale
dall’altro appare come un luogo di deposito, di
conservazione e preservazione
racchiudendo dunque in un’unica struttura concezioni
diverse della biblioteca” (A. Galluzzi)
                                                     127
Whitechapel Idea Store
“il Whitechapel Idea Store è
anche uno spazio sociale e di
incontro
in cui è rappresentata la
molteplicità delle identità
urbane, con i suoi caratteri
multietnici e multiculturali”



                                      128
La biblioteca accademica
se è plausibile che la biblioteca pubblica venga a
configurarsi come un luogo terzo
è possibile considerare anche la biblioteca
accademica come un third place?
per rispondere a questa domanda occorre uscire dai
confini nazionali
e verificare quanto accade in area anglosassone e
soprattutto negli Stati Uniti
per questo proponiamo un percorso che ha una sua
precisa data d’inizio...                           129
La biblioteca accademica
il 16 novembre 2001: Scott Carlson, The deserted
library
fa sua la preoccupazione dei bibliotecari per la
diminuzione delle presenze da parte degli studenti
    diffusione delle risorse elettroniche
    utilizzo di altri ambienti (sale comuni, coffee
    shop, librerie...)
    usati come luoghi di incontro e di socializzazione
    e capaci di soddisfare le esigenze di studio e di
    apprendimento degli studenti
                                                     130
La biblioteca accademica
1. richiesta (finora trascurata) di spazi comuni, di
   maggiore “socialità” che viene dagli utenti
2. cambiamento nel paradigma pedagogico:
      vantaggi derivanti dallo studio di gruppo e da
      forme collaborative di apprendimento
      maggior coinvolgimento degli studenti
      ruolo di assistenza dei docenti
   nuova visione degli spazi

                                                       131
Rapporto spazi/apprendimento
built pedagogy (Torin Monahan)
“rappresentazione architettonica delle filosofie
educative”
   la disposizione spaziale di ambienti e attrezzature
   influisce sull’apprendimento
   perché può favorire o meno la dinamicità, il
   movimento e lo scambio comunicativo
   necessità di ambienti “aperti”, cioè finalizzati “a
   far sì che gli individui si approprino di uno spazio
   per i loro bisogni” (T. Monahan)                    132
La biblioteca accademica
non solo una compagine volta ad erogare servizi
informativi
ma un luogo in cui si concentrano le esigenze di
conoscenza e di apprendimento degli utenti
gli spazi non devono essere legati soltanto a una
visione “funzionale” della biblioteca
ma essere capaci di venire incontro ai bisogni di
socialità degli utenti
e di rispondere ai nuovi criteri di apprendimento
                                                    133
Biblioteche e apprendimento
Scott Bennett, “bibliotecario emerito” di Yale:
il ruolo chiave per le biblioteche accademiche è di
“sostenere l’apprendimento collaborativo”
le biblioteche sono riuscite a rispondere a questa
sfida?
sono state in grado di progettare spazi focalizzati sia
sulle nuove modalità di apprendimento
che sulle richieste di ambienti comuni che vengono
dagli utenti?

                                                      134
L’Information Commons
una risposta sembra venire dagli Information
Commons
“commons”: risorsa di uso o possesso comune, che
è libera e può essere utilizzata da chiunque
spazio civico aperto e condiviso di una comunità
la piazza, il mercato
o qualsiasi ambiente in cui i membri della comunità
possono incontrarsi
Donald Beagle → Information Commons: spazi e
servizi in comune
                                                      135
L’Information Commons
stretta integrazione tra le funzioni bibliotecarie e le
attività di apprendimento
“spazio concettuale, fisico e didattico” in grado di
offrire un “continuum di erogazione del servizio in
un ambiente digitale integrato” (D. Beagle)
gli elementi fondamentali delle biblioteche
accademiche (tecnologie digitali, attività di gruppo,
ruolo chiave dell’apprendimento)
confluiscono insieme per creare un’entità del tutto
nuova
                                                      136
137
138
139
L’Information Commons
straordinario successo dovuto alla capacità di
soddisfare le esigenze degli utenti
volte alla richiesta di spazi comuni ed orientate alle
attività di gruppo
organizzazione degli spazi del tutto diversa da quella
delle biblioteche tradizionali, caratterizzate da
    ambienti per lo studio individuale
    mancanza di mobilità e di scambio comunicativo

                                                    140
141
142
143
144
145
146
147
L’Information Commons
le biblioteche accrescono il proprio appeal
continuum nell’erogazione dei servizi:
   le tradizionali attività bibliotecarie
   più altre strutture di servizio
funzioni bibliotecarie
funzioni tecnologiche
                                       Information
funzioni del centro di scrittura       Commons

continuum dei servizi = one stop shopping
                                                     148
149
ENTRY
        150
NEWSPAPER
 LOUNGE
            151
CAFE
       152
PRINT AREA
             153
LAPTOP BENCH
               154
EXPRESS
TERMINALS
            155
L’Information Commons
risposta alle istanze di socialità degli utenti:
   nuova concezione degli spazi
   presenza di arredamenti confortevoli
   disponibilità di attrezzature di supporto
   atmosfera di accoglienza e di accessibilità
   creazione di un senso del luogo
   l’Information Commons come un vero e proprio
   third place
                                               156
Biblioteche e apprendimento
l’apprendimento come fulcro intorno a cui ruotano
le attività bibliotecarie
trasformare l’Information Commons mettendo al
centro il ruolo dell’apprendimento
i bibliotecari devono “pensare più come educatori
e meno come fornitori di servizi
e adottare fino in fondo la mission
dell’apprendimento, e non essere solo di supporto
a esso” (S. Bennett)
   nuove funzioni per le biblioteche
   nuovo ruolo per i bibliotecari                 157
Il Learning Commons
collegamento fra le attività dell’Information
Commons e le “iniziative di apprendimento
promosse da altre unità accademiche” (D. Beagle)
molti Information Commons sono ancora library-
centric
in altri casi essi ampliano le loro funzioni fino a
includere le attività di supporto all’apprendimento
da Information Commons a Learning Commons

                                                      158
Il Learning Commons
punto di vista organizzativo:
  stretta condivisione fra servizi di natura diversa
punto di vista bibliotecario:
  profondo cambiamento
  le biblioteche accademiche devono far proprie
  funzioni appartenenti ad altre sfere del mondo
  universitario


                                                       159
160
Il Learning Commons
fondato sul coinvolgimento delle unità accademiche
preposte all’apprendimento
la differenza fondamentale fra un Information
Commons e un Learning Commons è che “il primo
supporta la mission dell’istituzione, mentre il
secondo la realizza”
spazi “centrati sulle persone”
non “che cosa dovrebbe esserci in uno spazio”
ma “che cosa dovrebbe accadere in questo spazio!”
                                              ._ ._ 161
Michele Santoro

Quattro trends per le biblioteche
          nel web 2000

 Grazie per l’attenzione!


                                    162

More Related Content

Similar to Quattro trends per le biblioteche nel web 2000

Usare il web in modo consapevole
Usare il web in modo consapevoleUsare il web in modo consapevole
Usare il web in modo consapevolebanlu27
 
Usare il web in modo consapevole
Usare il web in modo consapevoleUsare il web in modo consapevole
Usare il web in modo consapevolebanlu
 
Do it ourselves : Social Technologies for Information Retrieval
Do it ourselves : Social Technologies for Information RetrievalDo it ourselves : Social Technologies for Information Retrieval
Do it ourselves : Social Technologies for Information RetrievalBonaria Biancu
 
7 - Ricercare nel web - 16/17
7 - Ricercare nel web - 16/177 - Ricercare nel web - 16/17
7 - Ricercare nel web - 16/17Giuseppe Vizzari
 
Opac - Andrea Marchitelli & Giovanna Frigimelica
Opac - Andrea Marchitelli & Giovanna FrigimelicaOpac - Andrea Marchitelli & Giovanna Frigimelica
Opac - Andrea Marchitelli & Giovanna FrigimelicaAndrea Marchitelli
 
Biblioteconomia web 201010
Biblioteconomia web 201010Biblioteconomia web 201010
Biblioteconomia web 201010Lucia Bertini
 
Presentazione Cama_Primiceri_Atro
Presentazione Cama_Primiceri_AtroPresentazione Cama_Primiceri_Atro
Presentazione Cama_Primiceri_AtroBernadetteCama
 
7 - Ricercare nel web - 17/18
7 - Ricercare nel web - 17/187 - Ricercare nel web - 17/18
7 - Ricercare nel web - 17/18Giuseppe Vizzari
 
educare alla ricerca
educare alla ricercaeducare alla ricerca
educare alla ricercaMadiaA
 
Glil strumenti della Biblioteca a supporto del ricercatore
Glil strumenti della Biblioteca a supporto del ricercatoreGlil strumenti della Biblioteca a supporto del ricercatore
Glil strumenti della Biblioteca a supporto del ricercatoreOrnella Russo
 
Linked Open Data di Vittorio Di Tomaso
Linked Open Data di Vittorio Di TomasoLinked Open Data di Vittorio Di Tomaso
Linked Open Data di Vittorio Di TomasoCELI
 
Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...
Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...
Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...libriedocumenti
 
201304011 comphumanities 2013
201304011 comphumanities 2013201304011 comphumanities 2013
201304011 comphumanities 2013Stefano Lariccia
 

Similar to Quattro trends per le biblioteche nel web 2000 (20)

9 - Ricercare nel Web
9 - Ricercare nel Web9 - Ricercare nel Web
9 - Ricercare nel Web
 
Usare il web in modo consapevole
Usare il web in modo consapevoleUsare il web in modo consapevole
Usare il web in modo consapevole
 
Usare il web in modo consapevole
Usare il web in modo consapevoleUsare il web in modo consapevole
Usare il web in modo consapevole
 
Cercare sul web
Cercare sul webCercare sul web
Cercare sul web
 
Do it ourselves : Social Technologies for Information Retrieval
Do it ourselves : Social Technologies for Information RetrievalDo it ourselves : Social Technologies for Information Retrieval
Do it ourselves : Social Technologies for Information Retrieval
 
7 - Ricercare nel web - 16/17
7 - Ricercare nel web - 16/177 - Ricercare nel web - 16/17
7 - Ricercare nel web - 16/17
 
Opac - Andrea Marchitelli & Giovanna Frigimelica
Opac - Andrea Marchitelli & Giovanna FrigimelicaOpac - Andrea Marchitelli & Giovanna Frigimelica
Opac - Andrea Marchitelli & Giovanna Frigimelica
 
Biblioteconomia web 201010
Biblioteconomia web 201010Biblioteconomia web 201010
Biblioteconomia web 201010
 
Semantic Search Engine
Semantic Search EngineSemantic Search Engine
Semantic Search Engine
 
Presentazione Cama_Primiceri_Atro
Presentazione Cama_Primiceri_AtroPresentazione Cama_Primiceri_Atro
Presentazione Cama_Primiceri_Atro
 
Machina impresa 1. Social web
Machina impresa 1. Social webMachina impresa 1. Social web
Machina impresa 1. Social web
 
7 - Ricercare nel web - 17/18
7 - Ricercare nel web - 17/187 - Ricercare nel web - 17/18
7 - Ricercare nel web - 17/18
 
Modulo3
Modulo3Modulo3
Modulo3
 
Ricercare nel web
Ricercare nel webRicercare nel web
Ricercare nel web
 
educare alla ricerca
educare alla ricercaeducare alla ricerca
educare alla ricerca
 
Web20 Agripolis 2009
Web20 Agripolis 2009Web20 Agripolis 2009
Web20 Agripolis 2009
 
Glil strumenti della Biblioteca a supporto del ricercatore
Glil strumenti della Biblioteca a supporto del ricercatoreGlil strumenti della Biblioteca a supporto del ricercatore
Glil strumenti della Biblioteca a supporto del ricercatore
 
Linked Open Data di Vittorio Di Tomaso
Linked Open Data di Vittorio Di TomasoLinked Open Data di Vittorio Di Tomaso
Linked Open Data di Vittorio Di Tomaso
 
Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...
Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...
Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...
 
201304011 comphumanities 2013
201304011 comphumanities 2013201304011 comphumanities 2013
201304011 comphumanities 2013
 

Recently uploaded

descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxtecongo2007
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................giorgiadeascaniis59
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxlorenzodemidio01
 
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereUna breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereMarco Chizzali
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxtecongo2007
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.camillaorlando17
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileNicola Rabbi
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoyanmeng831
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxtecongo2007
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaSalvatore Cianciabella
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................giorgiadeascaniis59
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....giorgiadeascaniis59
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxlorenzodemidio01
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxtecongo2007
 

Recently uploaded (16)

descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
 
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereUna breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibile
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
 

Quattro trends per le biblioteche nel web 2000

  • 1. Università della Basilicata – Biblioteca Interdipartimentale di Ateneo Potenza, 28 aprile 2011 Michele Santoro Quattro trends per le biblioteche nel web 2000 Michele Santoro Coordinamento delle biblioteche dell’Area Scientifico-tecnica Università di Bologna e-mail: michele.santoro@unibo.it 1
  • 2. I quattro trends Le risorse Gli e-book Il Web 2.0 Gli spazi 2
  • 4. La realtà di Internet Internet è un contenitore di informazioni da cui è impossibile prescindere tuttavia, è proprio l’immensa mole di informazioni disponibili in rete che provoca i problemi maggiori information overload data deluge 4
  • 5. La soluzione per eccellenza? qual è la chiave del suo successo? senza dubbio il suo famoso “algoritmo di ricerca” 5
  • 6. La ricerca con Google com’è noto, il criterio adottato da Google per definire il “ranking” di una pagina è basato sul grado di “popolarità” della pagina stessa ossia sul numero di legami (links) che essa riceve da parte di altre pagine più una pagina è linkata, più è conosciuta e quindi (si suppone), più è importante e utile 6
  • 7. La ricerca con Google tuttavia ben presto si è capito che questo non poteva essere l’unico criterio impiegato da Google per indicizzare le pagine web e offrirle all’utente in un preciso ordine di importanza così sono stati individuati gli elementi che compongono il famoso (anche se tuttora “segreto”) algoritmo di ricerca di Google in base a queste analisi si è quindi compreso che 7
  • 8. L’algoritmo di ricerca di Google il “punteggio” ottenuto da una risorsa in seguito ad una ricerca con Google è dato da: utilizzo delle parole chiave (0.3) + importanza del dominio (0.25) + link in ingresso (0.25) + dati degli utenti (0.1) + qualità del contenuto (0.1) + altre variabili (spinte manuali; penalizzazioni automatiche e manuali, etc.) 8
  • 9. 1. Utilizzo di parole chiave parole chiave nel tag del titolo parole chiave nei tag degli header parole chiave nel testo del documento parole chiave nei link interni che puntano alla pagina parole chiave nel nome di dominio e/o nell’indirizzo della pagina (URL) 9
  • 10. 2. Importanza del dominio storia della registrazione età del dominio importanza dei link che puntano al dominio rilevanza del dominio sull’argomento basata sui link in entrata ed in uscita utilizzo storico e reattività dei link verso il dominio 10
  • 11. 3. Punteggio dei link in entrata età dei link qualità dei domini che mandano il link qualità delle pagine che mandano il link testo dei link valutazione della quantità e del peso dei link rilevanza sull’argomento delle pagine e dei siti che mandano i link 11
  • 12. 4. Dati degli utenti storia della percentuale dei click effettuati sulla pagina nei risultati dei motori di ricerca tempo speso dagli utenti sulla pagina numero di ricerche per URL o per nome del dominio storia delle visite e degli utilizzi dell’URL o del nome del dominio, da parte degli utenti, che Google può monitorare 12
  • 13. 5. Qualità del contenuto dati rilevati per le ricerche e le pagine più popolari dati forniti da valutatori interni di Google algoritmi automatizzati per valutare il testo (qualità, leggibilità, etc.) ._ 13
  • 14. La ricerca con Google tutto bene, dunque? per le nostre ricerche possiamo affidarci con fiducia alla potenza di calcolo di Google ed alla razionalità del suo algoritmo? non esattamente... proviamo a porci qualche domanda: 14
  • 15. La ricerca con Google siamo proprio sicuri che con Google si ottenga tutto ciò che è disponibile su Internet? siamo proprio sicuri che ciò che troviamo con Google su un certo argomento sia davvero tutto ciò che esiste su quell’argomento? siamo proprio sicuri che le soluzioni offerte da Google siano autorevoli, cioè adeguate ai fini di una seria ricerca bibliotecaria? lo stesso Google ha compreso la necessità di strumenti di ricerca più specifici dando vita a Google Books e Google Scholar 15
  • 16. Google Books progetto (attivo fino a circa un mese fa...) per cui molti milioni di libri sono stati digitalizzati e messi a disposizione gratuitamente fonte ricchissima e utilissima a fini scientifici la ricerca avviene per parola chiave ma, il più delle volte, non è possibile né la stampa né il downloading delle pagine http://books.google.it/ 16
  • 17. Google Scholar Google Books si rivolge alle monografie mentre la maggior parte dell’informazione scientifica è veicolata dai periodici per questo Google ha creato Google Scholar, un motore di ricerca specifico che esplora le diverse tipologie di letteratura scientifica 17
  • 18. Google Scholar Google Scholar infatti indicizza non solo libri ma anche articoli di riviste liberamente disponibili in rete o concessi a Google da autori o editori altri articoli sono invece accessibili sulla base di determinati requisiti 18
  • 19. I “competitors” di Google per quanto raffinati, i criteri di ricerca di Google sono comunque soggetti a numerose critiche oggi sono comparsi nuovi strumenti che si presentano come più “intelligenti” e semanticamente affidabili fra questi, segnaliamo il motore di ricerca “computazionale” Wolphram Alpha il nuovissimo sistema Trove, elaborato dalla National Library of Australia il motore di ricerca per risorse accademiche Scientific Commons 19
  • 20. Wolfram Alpha è un “motore computazionale di conoscenza” che interpreta le parole chiave inserite dall’utente e propone direttamente una risposta, invece che offrire una lista di collegamenti ad altri siti web è un software molto sofisticato, che elabora dei precisi input sia in linguaggio matematico che in linguaggio naturale, fornendo una risposta dettagliata alla domanda il modo in cui si pone la domanda dunque può influenzare l’efficacia della risposta 20
  • 21. 21
  • 23. Trove motore di ricerca realizzato dalla National Library of Australia, http://trove.nla.gov.au/ dà accesso a oltre 90 milioni di documenti inizialmente i dati provenivano solo da fonti australiane poi sono state incluse numerose fonti “esterne” a differenza di Google, che fornisce un elenco di siti web a seconda della rilevanza Trove visualizza i link ai documenti individuati 23
  • 24. Trove il sito è suddiviso in otto grandi categorie: libri, giornali, riviste, articoli immagini e foto giornali australiani (1803 - 1954) diari, lettere, archivi mappe musica, suoni e video siti web archiviati dal 1996 a oggi persone e organizzazioni la ricerca può essere effettuata: in modalità separata, all’interno di ogni categoria o in modalità “globale”, e successivamente filtrata (ad esempio per articolo, libro, rivista…) 24
  • 25. 25
  • 26. 26
  • 27. Scientific Commons progetto dell’Università di St. Gallen (Svizzera) l’obiettivo è permettere l’accesso a pubblicazioni scientifiche gratuite distribuite dalle università e dai centri di ricerca di tutto il mondo indicizza circa 10 milioni di pubblicazioni grazie al motore di ricerca, che rende facile la navigazione all’interno dell’enorme database è possibile trovare informazioni e link alle pubblicazioni su qualsiasi argomento scientifico 27
  • 28. 28
  • 29. 29
  • 30. Oltre i motori di ricerca Google e i suoi “derivati”, così come i nuovi motori di ricerca, sono strumenti molto importanti per il reperimento dell’informazione essi infatti rendono disponibile un patrimonio conoscitivo enorme ma… la ricerca sul web continua ad essere ancora problematica 30
  • 31. Problemi del web problemi legati al linguaggio naturale: polisemia (termini con più significati) sinonimia (diversi termini con lo stesso significato) integrazione di informazioni provenienti da più fonti assenza di “macchine intelligenti” cioè in grado di comprendere le informazioni strutturate in maniera differente e di “ragionarci sopra” 31
  • 32. Il web profondo oltre al web “di superficie”, ossia quello visibile e ricercabile attraverso i motori di ricerca esiste un “web profondo”, che risulterebbe essere molto più grande (da 400 a 550 volte) rispetto a quello di superficie deep web: parte del web che non è accessibile ai motori di ricerca per due motivi principali: 32
  • 33. Il web profondo 1. il sito è protetto da password (ad esempio un periodico elettronico non accessibile gratuitamente) 2. il contenuto informativo del sito è raggiungibile solo attraverso una ricerca interattiva in una base di dati (esempio tipico: gli opac!) studi recenti affermano che il web profondo è il più consultato (ha il 50% del traffico in più) cresce più velocemente ed è di qualità più elevata 33
  • 34. Possibili soluzioni 1) trovare una serie di criteri per “forzare” il web profondo 2) perfezionare la tecnologia e rendere le macchine più intelligenti 3) migliorare gli algoritmi di ricerca dei motori 4) accrescere la “significatività” delle parole utilizzate per le ricerche 34
  • 35. Possibili soluzioni tutte queste possibilità sono state sviluppate negli anni più recenti in particolare, l’idea di migliorare i criteri di recupero per termini significativi ha trovato una sua realizzazione attraverso l’impiego dei metadati che permettono di descrivere le risorse elettroniche, i testi e i documenti multimediali rendendo meno caotico l’ambiente digitale e consentendo un più efficace recupero dell’informazione ricercata 35
  • 36. I metadati si tratta, com’è noto, di un criterio assai simile a quello della descrizione bibliografica ma diversamente dalla catalogazione tradizionale che dà vita a prodotti “esterni” ai documenti descritti (e cioè schede catalografiche o record bibliografici) i metadati sono inclusi nella stessa risorsa che descrivono 36
  • 37. Un esempio di metadati 37
  • 38. Tipi di metadati in realtà, esistono almeno tre categorie di metadati: 1. metadati descrittivi: hanno il compito di facilitare l’identificazione e l’accesso alla risorsa 2. metadati amministrativi: volti a supportare la gestione della risorsa attraverso la presenza di informazioni appropriate, ad es. la definizione del formato dei file, il riconoscimento dei diritti, etc. 3. metadati strutturali: diretti a fornire specifiche informazioni sulla composizione e l’organizzazione delle risorse digitali 38
  • 39. Metadati descrittivi fra i molti set di metadati predisposti per la descrizione delle risorse di Internet si è imposto (in particolare nel mondo bibliotecario) il modello Dublin Core sviluppato a partire dal Metadata Workshop del marzo 1995 tenutosi presso la sede dell’OCLC a Dublin (Ohio) e sponsorizzato da Online Computer Library Center (OCLC) e dal National Center for Supercomputing Applications (NCSA) 39
  • 40. I quindici elementi del Dublin Core simple 1. Title Titolo della risorsa 2. Subject Parole chiave o termini tratti da un vocabolario controllato 3. Description Descrizione o abstract 4. Creator Persona o organizzazione primariamente responsabile del contenuto intellettuale della risorsa 5. Publisher Editore 6. Contributor Autore di ulteriore contributo al contenuto intellettuale della risorsa 7. Date Data associata con la creazione o la disponibilità della risorsa 8. Type Genere della risorsa (home page, articolo, tesi, data set, etc.) 9. Format Normalmente di tipo MIME (ad es. text/html) 10. Identifier URL, DOI, ISBN, ISSN, URN o altro identificatore 11. Source Risorsa da cui deriva la risorsa descritta 12. Language Lingua della risorsa 13. Relation Identificatore di una seconda risorsa e sue relazioni con la risorsa descritta 14. Coverage Caratteristiche spazio-temporali della risorsa 15. Rights Condizioni di copyright della risorsa 40
  • 41. Una pagina XML con metadati ._ 41
  • 42. Web semantico il termine “Semantic Web” è stato proposto per la prima volta nel 2001 da Tim Berners Lee da allora il termine è stato associato all’idea di un web nel quale agiscano “agenti intelligenti” ossia applicazioni in grado di comprendere il significato dei documenti presenti sulla rete quindi guidare l’utente direttamente verso l’informazione ricercata o sostituirsi a lui nello svolgimento di alcune operazioni 42
  • 43. Web semantico in tal modo saranno possibili ricerche molto più evolute delle attuali ed altre operazioni specialistiche come la costruzione di reti di relazioni e connessioni tra documenti secondo logiche più elaborate rispetto a quella basata sui semplici link ipertestuali difatti, è vero che il web è un insieme di testi collegati tra loro ma questi collegamenti sono “deboli”, nel senso che sono troppo generici e vaghi 43
  • 44. Web semantico con il web semantico invece è possibile recuperare documenti esprimendo query complesse: ad esempio, partendo da concetti semplici, si può raffinare la ricerca esprimendo vere e proprie asserzioni composte da un soggetto, un predicato e un oggetto si può quindi fare una richiesta del tipo: aziende (soggetto) che hanno come servizio (predicato) la fornitura di scarpe (oggetto) 44
  • 45. Web semantico tale possibilità è radicalmente diversa dall’interrogazione effettuata con un motore di ricerca attraverso il quale si possono indicare i tre concetti di azienda, di servizio e di scarpe ma non si può esprimere in nessun modo il legame esistente fra essi e da ciò derivano tutte le imprecisioni tipiche dei motori di ricerca 45
  • 46. Problemi del web semantico ma quanto tempo e quanto denaro occorrono per “mappare” in questo modo tutto il web? “purtroppo molte delle persone coinvolte in questo progetto tendono a sottovalutare l’estrema difficoltà insita nella creazione e manutenzione degli opportuni metadati, sia che essa venga effettuata da umani sia che venga realizzata da computer” (Metitieri-Ridi) 46
  • 47. Problemi del web semantico “l’estrazione delle descrizioni potrebbe infatti essere parzialmente automatizzata, partendo comunque dalle informazioni inserite dagli autori stessi nelle pagine scritte in XML, ma risulterebbe poco accurata, oppure potrebbe essere completamente manuale, da parte di catalogatori esperti, ma con costi (fino a 50 euro per record) e tempi che rendono impossibile pensare a qualcosa di più di progetti limitati e riguardanti biblioteche e musei o enti accademici e di ricerca” (Metitieri-Ridi)._ ._ 47
  • 48. Parte seconda Gli e-book 48
  • 56. Che cos’è un libro? un libro è un oggetto che, da almeno due millenni, è rimasto sostanzialmente immutato, identificandosi di fatto con le forme del codice manoscritto 56
  • 57. La rivoluzione del codice 57
  • 58. La rivoluzione del codice presenta caratteristiche così vantaggiose da assicurarne il successo rispetto alle precedenti forme di trasmissione delle conoscenze (G. Cavallo): “capienza e tipologia delle pagine del codice” possibilità di “collocare una quantità di testo assai più estesa di quella che può contenere un rotolo” capacità di “riunire in un unico libro- contentenitore una serie di unità testuali organiche”, dando vita a “un mutamento profondo nella nozione sia di libro sia di lettura” 58
  • 59. Il rotolo 59
  • 60. Il codice 60
  • 63. Il libro a stampa il libro a stampa è l’erede del manoscritto di cui rafforza le caratteristiche (leggibilità, comprensibilità, capacità di memorizzazione, maneggevolezza, trasportabilità) con in più il fondamentale requisito della riproducibilità in serie dei testi il libro è un prodotto ergonomicamente perfetto perché è in grado di realizzare la miglior integrazione possibile con le persone e l’ambiente e quindi di garantire il maggior rendimento possibile nel suo utilizzo 63
  • 64. Che cos’è un libro? sia l’oggetto fisico sia il suo contenuto 64
  • 65. Il libro come oggetto fisico l’e-book 65
  • 66. L’e-book come contenuto e come oggetto monografie in formato digitale e-book reader 66
  • 67. L’e-book reader vantaggi: grande capacità di memoria, portabilità, connettività, ipertestualità... problemi tecnici: insufficiente grado di risoluzione degli schermi, retroilluminazione… problemi legati alle strategie di commercializzazione: utilizzo di hardware e software proprietari volti a decodificare in modo esclusivo documenti presenti in forma protetta sulla rete → una lunga gestazione… 67
  • 68. Libro a stampa vs. e-book visione “deterministica” gli e-book possono anche non possedere tutte le caratteristiche di leggibilità che hanno fatto il successo del libro cartaceo ma la tecnologia ha comunque in sé i requisiti per superare ogni difficoltà visione “nostalgica” “il libro è come la ruota. Una volta inventato, non si può fare di più” (Umberto Eco) “rassicurante ecumenismo” anche se l’e-book finisse per imporsi, non sostituirà mai il libro cartaceo ma si affiancherà ad esso 68
  • 69. L’e-book oggi sembra aver superato (dopo oltre 30 anni) le difficoltà di lettura da schermo dà la possibilità di scaricare migliaia di libri da Internet presenta requisiti di duttilità e amichevolezza analoghi a quelli che hanno determinato il successo dei telefoni cellulari Kindle (Amazon.com) 69
  • 70. L’e-book oggi/Kindle dimensioni: 19,1 x 13,5 cm x 1,8 cm di spessore peso: 292 gr schermo monocromatico da 6 pollici, 600x800 ris. a 167 ppi capacità di memoria: 2 Giga totali, di cui 1,4 disponibili per l’utente (=1.500 volumi) autonomia: da 4 giorni a 2 settimane costo: 189 $ a oggi venduti 11 milioni di esemplari (41,5% del comparto) 70
  • 71. Una “killer application”? tecnologia dell’inchiostro elettronico (E-ink) garantisce un’alta leggibilità del tutto analoga a quella della stampa su carta: lo schermo non è retroilluminato si legge ottimamente da tutte le angolazioni non affatica la vista 71
  • 72. Cosa leggere con Kindle? Amazon rende disponibili oltre 400.000 libri (prevalentemente in lingua inglese), ma anche quotidiani e riviste internazionali, blog, etc. ↓ ← 72
  • 73. La guerra degli e-book marzo 2009: la Sony stringe un accordo con Google per distribuire, attraverso i suoi lettori di e-book, oltre mezzo milione di volumi dei circa sette milioni presenti su Google Books testi liberi da copyright, pubblicati prima del 1923, che possono essere letti in formato ePub, un formato elettronico aperto 73
  • 74. La guerra degli e-books 27 gennaio 2010: 18,5 cm di larghezza e 24,1 cm di altezza l’iPad (Apple) peso: 601 grammi schermo a colori multi- touch da 9,7 pollici costo: 499 $ obiettivo: creare una “terza via” dell’informatica a metà fra i computer portatili e i telefoni cellulari evoluti 74
  • 75. iPad vs. Kindle 1) aspetti tecnici: schermo multi-touch, già noto a milioni di utenti di iPod e iPhone ma retroilluminato… 2) strategie commerciali: una volta uscito l’iPad, molti editori hanno abbandonato lo store di Amazon forti perdite in borsa per Amazon, che ora cerca soluzioni alternative 75
  • 76. Non solo “reader” ma oltre a leggere monografie in formato digitale, a cosa può servire un “tablet” come l’iPad? scopriamolo seguendo la giornata di Luca, 40 anni, architetto che usa un tablet durante tutta la giornata, a casa come al lavoro il tablet può infatti sostituire il pc portatile in tantissime occasioni offrendo un’alternativa più leggera e pratica anche se ugualmente versatile 76
  • 77. Una giornata con l’iPad 77
  • 78. Una giornata con l’iPad 78
  • 79. Una giornata con l’iPad 79
  • 80. Che cos’è un libro? avvento tardivo ma assai impetuoso degli e-book (secondo Jeff Bezos, CEO della Amazon, nel 2010 le vendite di libri digitali del proprio store hanno superato quelle dei libri in formato cartaceo) siamo di fronte alla svolta così tanto attesa e temuta? quali conseguenze comporta dal punto di vista psicologico, culturale, economico, sociale? quali impatti avrà sulla “filiera” editoriale? 80
  • 82. Leggere con gli e-book/1 come cambiano le modalità di lettura e le qualità percettuali della lettura stessa? l’e-book va incontro ai bisogni delle nuove generazioni di lettori/utenti della rete? skimming: scorrimento “orizzontale” di una grande quantità di risorse e non più consultazione approfondita (“verticale”) di poche risorse importanti 82
  • 83. Leggere con gli e-book/2 l’e-book è in grado di soddisfare le esigenze dei lettori più esperti e consapevoli? lettore “polilogico” ossia quel lettore che, anche grazie alla rete, persegue molteplici strategie cognitive di comprensione e di approccio alla conoscenza 83
  • 84. E le biblioteche? biblioteche accademiche: ampio utilizzo di monografie digitali biblioteche pubbliche: interesse anche per gli e- book reader acquistati e dati in prestito agli utenti (con esiti alterni) di recente si sta affermando il prestito di libri in formato digitale 84
  • 85. 85
  • 86. 86
  • 87. 87
  • 88. Il digital lending ↓ → 88
  • 89. Il digital lending ._ . 89 ._
  • 91. Web 2.0 nel 2005 Tim O’Reilly e Dale Dougherty enunciano il concetto di Web 2.0 lo stesso anno Tim O’Reilly pubblica l’articolo What is Web 2.0 (trad. it. http://www.bitmama.it/articles/14-Cos-Web-2-0) (su questi argomenti cfr. Rossana Morriello, Web 2.0: la rivoluzione siamo noi, “Biblioteche oggi”, 28, aprile 2010). 91
  • 92. Web 2.0 tuttavia già negli anni precedenti sono comparsi una serie di strumenti che contribuiranno notevolmente allo sviluppo del Web 2.0: 1998: nascono Google; Intermix (che poi diventerà MySpace); Open Diary (la prima piattaforma gratuita per i blog) 2000: nasce Napster, piattaforma per lo scambio “peer-to-peer” di file musicali, chiusa nel 2001 2001-2003: nascono Wikipedia; Rize (il primo social network); Skype; Del.icio.us; Flickr 2004: nasce Facebook 92
  • 93. Web 2.0 come si può intuire, l’idea trainante del Web 2.0 è quella di condivisione, di partecipazione e ciò è agevolato dalle tecnologie: il web diventa una “piattaforma” di gestione le risorse cioè vengono utilizzate direttamente su una piattaforma web, e non sono più legate al computer sul quale opera l’utente la parte tecnologica non è gestita dall’utente, che deve solo inserire i contenuti (modalità cloud- computing) 93
  • 94. Caratteristiche del Web 2.0 “intelligenza collettiva” (possibilità di confronto e di elaborazione che derivano da un numero così vasto di persone) possibilità per chiunque di creare contenuti e di rielaborare i contenuti altrui (i contenuti sono “user generated”) presenza di piattaforme, servizi e strumenti gratuiti, semplici e amichevoli diffusione di una cultura “aperta”: open source, open applications, open data, open content... 94
  • 95. Library 2.0 termine coniato nel 2005 da Michael Casey per esprimere l’applicazione e l’uso del Web 2.0 in biblioteca Library 2.0: siamo di fronte, come vogliono alcuni, ad un cambiamento epocale, a una vera e propria cesura con il passato? iniziale periodo di entusiasmo per la possibile svolta apportata dalle tecnologie del Web 2.0 il principale documento teorico sulla Library 2.0 è Le reti partecipative: la biblioteca come conversazione 95
  • 96. 96
  • 97. La biblioteca come conversazione il documento si basa sull’assunto secondo cui “la conoscenza si crea tramite la conversazione”: poiché “le biblioteche sono nel business della conversazione” esse sono profondamente coinvolte nei processi di diffusione e trasferimento di conoscenza 97
  • 98. La biblioteca come conversazione analisi sviluppata alla luce della “teoria della conversazione” del cibernetico e psicologo inglese Gordon Pask che elabora un modello per spiegare la “costruzione di conoscenza” knowing esso descrive le interazioni fra due o più “sistemi cognitivi”: questi intraprendono un dialogo su un determinato concetto per cui diventa possibile individuare le differenze sul modo in cui ciascun sistema “comprende” tale concetto 98
  • 99. La teoria della conversazione attraverso una serie di “interazioni ricorsive” chiamate “conversazioni” queste differenze si riducono fino a trovare un “accordo su una comprensione” un “residuo” di questa interazione entra a far parte di una “raccolta pubblicamente disponibile di conoscenza” che può dar vita a importanti applicazioni quali reti semantiche e altre forme di rappresentazione della conoscenza 99
  • 100. La teoria della conversazione 100
  • 101. La biblioteca come conversazione in base a ciò, gli autori del documento sulle Reti partecipative scrivono: “La gente conversa, le organizzazioni conversano, gli stati conversano, le società conversano. Il risultato di queste conversazioni […] sono libri, video, ed artefatti che documentano, espandono o risultano dalle conversazioni” 101
  • 102. La biblioteca come conversazione conclusione quanto meno discutibile difatti, non è così assiomatico che i libri e gli altri materiali documentari siano necessariamente prodotti di conversazioni ad es., secondo la teoria del Mondo 3 di Popper, i libri e gli altri artefatti sono “contenuti oggettivi”, “oggetti possibili del pensiero”, veri e propri contenitori di conoscenza in senso oggettivo e dunque in grado di esistere anche indipendentemente da conversazioni o analoghe fenomenologie interattive 102
  • 103. La biblioteca come conversazione la teoria della conversazione di Pask sembra insomma ridursi a un quotidiano “scambio comunicativo” più o meno basato sugli artefatti a cui la biblioteca parteciperebbe creando un “ambiente informativo ottimale” difatti, affermano gli autori, “concentrarsi sulle conversazioni potrebbe mettere la comunità bibliotecaria nelle condizioni di identificare meglio le conversazioni ‘importanti’ e dimostrare, attraverso le proprie funzioni, i contributi diretti a queste conversazioni” 103
  • 104. La biblioteca come conversazione è una conclusione che non solo riduce di molto la portata della teoria di Pask ma sminuisce - relegandolo a una mera possibilità - il ruolo delle biblioteche da sempre rivolto alla individuazione (attraverso le acquisizioni e la gestione delle raccolte), alla elaborazione (tramite la catalogazione e l’indicizzazione) ed alla diffusione (mediante la consultazione, il prestito e il reference) delle conoscenze 104
  • 105. Il Web 2.0 in biblioteca • una volta fatte queste osservazioni, possiamo esaminare i vantaggi del Web 2.0 nelle biblioteche: a) il Web 2.0 trova la sua migliore applicazione nei servizi rivolti direttamente agli utenti b) dà vita a nuove modalità, più semplici e amichevoli, attraverso cui gli utenti possono entrare in relazione con la biblioteca e i suoi servizi c) crea un nuovo modo di comunicare e di condividere le informazioni bibliografiche d) favorisce un coinvolgimento diretto degli utenti attraverso i social media 105
  • 106. Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni 1. blog i blog sono uno dei principali strumenti che hanno determinato il successo del Web 2.0 nell’ambito delle biblioteche, essi offrono agli utenti la possibilità di comunicare con i bibliotecari ed esprimere direttamente le proprie esigenze ed opinioni cfr. Juliana Mazzocchi, Blog di biblioteche italiane: repertorio di blog di biblioteche italiane rivolti all’utenza, http://www.burioni.it/forum/mazzoc- blog.htm 106
  • 107. Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni 2. microblogging il più noto servizio di microblogging è Twitter consente l’invio e la ricezione di messaggi (anche tramite cellulare) non più lunghi di 140 caratteri molto usato nelle biblioteche anglo- americane 107
  • 108. Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni 3. servizi di social bookmarking e social referencing piattaforme che permettono di condividere bookmark, pagine web o riferimenti bibliografici molto utili in biblioteca per completare una ricerca tra i servizi di social bookmarking il più conosciuto è Delicious, mentre fra i siti di social referencing i più importanti sono Connotea e CiteULike cfr. Barbara Fiorentini, Il Social bookmarking nel servizio di reference, http://spbo.unibo.it/bibliotime/num-xi-1/fiorenti.htm 108
  • 109. 109
  • 110. 110
  • 111. Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni 4. Facebook molte biblioteche hanno una pagina su Facebook alcune di esse, soprattutto in area anglosassone, danno la possibilità di accedere al catalogo, alle banche dati e alle raccolte di periodici elettronici e di comunicare tramite chat con il bibliotecario il quale in tal modo potrà fornire un efficace servizio di reference cfr. Maria Cassella, Comunicare con gli utenti: Facebook nella biblioteca accademica, “B.O.”, 6, 2010 111
  • 112. 112
  • 113. 113
  • 114. 114
  • 115. Web 2.0 in biblioteca - Applicazioni 5. social opac: cataloghi integrati e “partecipativi” inserimento delle copertine dei libri possibilità per gli utenti di aggiungere commenti e tag suggerimenti per gli utenti (“se ti piace questo documento forse ti interessa anche…”) segnalazioni delle novità possibilità di condividere fra più utenti le informazioni bibliografiche cfr. A. Marchitelli – T. Piazzini, OPAC, SOPAC e social networking: cataloghi di biblioteca 2.0?, http://www.bibliotecheoggi.it/2008/20080208201.pdf 115
  • 116. Parte quarta Gli spazi 116
  • 117. La biblioteca come luogo dibattito sulla dimensione fisica delle biblioteche la biblioteca come luogo dopo il tumultuoso avvento del digitale tema sviluppato sia da un punto di vista architettonico che sociologico e culturale ed esteso a diverse tipologie bibliotecarie ma uno degli aspetti più interessanti sembra essere legato al solo ambito della biblioteca pubblica: la biblioteca come “luogo terzo” 117
  • 118. L’idea di third place Ray Oldenburg (metà anni Ottanta) un third place è ogni ambiente sociale diverso dalla casa e dal lavoro ambienti confortevoli, accoglienti, accessibili dove è possibile socializzare e incontrare persone con interessi analoghi ai propri luoghi di svago ma anche di discussione intellettuale e di costruzione di nuovi ideali chi li frequenta prova sentimenti di forte attaccamento verso di essi 118
  • 119. La biblioteca pubblica come third place dimensione sociale della public library: espressione di una comunità locale luogo di condivisione di eventi, pratiche ed esperienze e non solo centro di distribuzione di documenti 119
  • 120. Gli Idea Store oggi questa visione sembra essere incarnata dagli Idea Store nuova concezione della biblioteca pubblica volta a sostituire l’immagine tradizionale - e ormai in declino - con servizi più moderni ed attraenti utilizzando il linguaggio architettonico delle strutture commerciali cfr. Anna Galluzzi, Gli Idea Store di Londra, http://spbo.unibo.it/bibliotime/num-xi-2/galluzzi.htm; Anna Galluzzi, Gli Idea Store dieci anni dopo, http://www.bibliotecheoggi.it/content/n20110100701. pdf 120
  • 121. Gli Idea Store iniziativa del Tower Hamlets Borough di Londra, nata in seguito ad una indagine di mercato che ha evidenziato come le biblioteche si trovavano di solito nei posti sbagliati: vecchie scuole, aree residenziali al di fuori dei percorsi commerciali, zone prive di parcheggi e di attrattive il 61% degli intervistati ha affermato che utilizzerebbe maggiormente i servizi delle biblioteche, se queste fossero collocate in aree che frequenta per altri motivi, in particolare commerciali121
  • 122. Gli Idea Store le biblioteche pubbliche insomma dovrebbero essere collocate in contesti che garantiscono un’offerta più ampia di servizi ad esempio vicino alle principali stazioni dei mezzi pubblici, ai centri commerciali, ai luoghi di ristorazione, etc. difatti le aree commerciali sono quelle in cui la gente trascorre preferibilmente il proprio tempo libero (utilizzandole quindi non solo per le loro funzioni specifiche) e che spesso corrispondono alle zone della città meglio servite dai mezzi pubblici 122
  • 123. Gli Idea Store queste analisi hanno portato alla realizzazione di una serie di Idea Stores in luoghi ritenuti idonei con l’obiettivo di sfruttare le sinergie fra le attività bibliotecarie e le esigenze di formazione degli individui (il cosiddetto lifelong learning) dando così vita anche ad attività formative per diverse fasce di pubblico 123
  • 124. Gli Idea Store come luogo terzo ma quello che più è interessante è che gli Idea Stores si propongono come luoghi dove le persone possano incontrarsi e godere della compagnia reciproca giocando un ruolo sociale significativo e contribuendo ad accrescere la qualità della vita delle persone all’interno del quartiere dunque un vero e proprio third place 124
  • 125. Gli Idea Store come luogo terzo 125
  • 127. Whitechapel Idea Store “si configura come una biblioteca territoriale, un centro di formazione, ricerca e scambio sociale e culturale, uno spazio aperto per le idee, una zona di contatto tra saperi esso inoltre riempie di significato il termine ‘store’, che da un lato evoca il negozio dell’angolo, una struttura finalizzata a un’offerta commerciale dall’altro appare come un luogo di deposito, di conservazione e preservazione racchiudendo dunque in un’unica struttura concezioni diverse della biblioteca” (A. Galluzzi) 127
  • 128. Whitechapel Idea Store “il Whitechapel Idea Store è anche uno spazio sociale e di incontro in cui è rappresentata la molteplicità delle identità urbane, con i suoi caratteri multietnici e multiculturali” 128
  • 129. La biblioteca accademica se è plausibile che la biblioteca pubblica venga a configurarsi come un luogo terzo è possibile considerare anche la biblioteca accademica come un third place? per rispondere a questa domanda occorre uscire dai confini nazionali e verificare quanto accade in area anglosassone e soprattutto negli Stati Uniti per questo proponiamo un percorso che ha una sua precisa data d’inizio... 129
  • 130. La biblioteca accademica il 16 novembre 2001: Scott Carlson, The deserted library fa sua la preoccupazione dei bibliotecari per la diminuzione delle presenze da parte degli studenti diffusione delle risorse elettroniche utilizzo di altri ambienti (sale comuni, coffee shop, librerie...) usati come luoghi di incontro e di socializzazione e capaci di soddisfare le esigenze di studio e di apprendimento degli studenti 130
  • 131. La biblioteca accademica 1. richiesta (finora trascurata) di spazi comuni, di maggiore “socialità” che viene dagli utenti 2. cambiamento nel paradigma pedagogico: vantaggi derivanti dallo studio di gruppo e da forme collaborative di apprendimento maggior coinvolgimento degli studenti ruolo di assistenza dei docenti nuova visione degli spazi 131
  • 132. Rapporto spazi/apprendimento built pedagogy (Torin Monahan) “rappresentazione architettonica delle filosofie educative” la disposizione spaziale di ambienti e attrezzature influisce sull’apprendimento perché può favorire o meno la dinamicità, il movimento e lo scambio comunicativo necessità di ambienti “aperti”, cioè finalizzati “a far sì che gli individui si approprino di uno spazio per i loro bisogni” (T. Monahan) 132
  • 133. La biblioteca accademica non solo una compagine volta ad erogare servizi informativi ma un luogo in cui si concentrano le esigenze di conoscenza e di apprendimento degli utenti gli spazi non devono essere legati soltanto a una visione “funzionale” della biblioteca ma essere capaci di venire incontro ai bisogni di socialità degli utenti e di rispondere ai nuovi criteri di apprendimento 133
  • 134. Biblioteche e apprendimento Scott Bennett, “bibliotecario emerito” di Yale: il ruolo chiave per le biblioteche accademiche è di “sostenere l’apprendimento collaborativo” le biblioteche sono riuscite a rispondere a questa sfida? sono state in grado di progettare spazi focalizzati sia sulle nuove modalità di apprendimento che sulle richieste di ambienti comuni che vengono dagli utenti? 134
  • 135. L’Information Commons una risposta sembra venire dagli Information Commons “commons”: risorsa di uso o possesso comune, che è libera e può essere utilizzata da chiunque spazio civico aperto e condiviso di una comunità la piazza, il mercato o qualsiasi ambiente in cui i membri della comunità possono incontrarsi Donald Beagle → Information Commons: spazi e servizi in comune 135
  • 136. L’Information Commons stretta integrazione tra le funzioni bibliotecarie e le attività di apprendimento “spazio concettuale, fisico e didattico” in grado di offrire un “continuum di erogazione del servizio in un ambiente digitale integrato” (D. Beagle) gli elementi fondamentali delle biblioteche accademiche (tecnologie digitali, attività di gruppo, ruolo chiave dell’apprendimento) confluiscono insieme per creare un’entità del tutto nuova 136
  • 137. 137
  • 138. 138
  • 139. 139
  • 140. L’Information Commons straordinario successo dovuto alla capacità di soddisfare le esigenze degli utenti volte alla richiesta di spazi comuni ed orientate alle attività di gruppo organizzazione degli spazi del tutto diversa da quella delle biblioteche tradizionali, caratterizzate da ambienti per lo studio individuale mancanza di mobilità e di scambio comunicativo 140
  • 141. 141
  • 142. 142
  • 143. 143
  • 144. 144
  • 145. 145
  • 146. 146
  • 147. 147
  • 148. L’Information Commons le biblioteche accrescono il proprio appeal continuum nell’erogazione dei servizi: le tradizionali attività bibliotecarie più altre strutture di servizio funzioni bibliotecarie funzioni tecnologiche Information funzioni del centro di scrittura Commons continuum dei servizi = one stop shopping 148
  • 149. 149
  • 150. ENTRY 150
  • 152. CAFE 152
  • 153. PRINT AREA 153
  • 154. LAPTOP BENCH 154
  • 156. L’Information Commons risposta alle istanze di socialità degli utenti: nuova concezione degli spazi presenza di arredamenti confortevoli disponibilità di attrezzature di supporto atmosfera di accoglienza e di accessibilità creazione di un senso del luogo l’Information Commons come un vero e proprio third place 156
  • 157. Biblioteche e apprendimento l’apprendimento come fulcro intorno a cui ruotano le attività bibliotecarie trasformare l’Information Commons mettendo al centro il ruolo dell’apprendimento i bibliotecari devono “pensare più come educatori e meno come fornitori di servizi e adottare fino in fondo la mission dell’apprendimento, e non essere solo di supporto a esso” (S. Bennett) nuove funzioni per le biblioteche nuovo ruolo per i bibliotecari 157
  • 158. Il Learning Commons collegamento fra le attività dell’Information Commons e le “iniziative di apprendimento promosse da altre unità accademiche” (D. Beagle) molti Information Commons sono ancora library- centric in altri casi essi ampliano le loro funzioni fino a includere le attività di supporto all’apprendimento da Information Commons a Learning Commons 158
  • 159. Il Learning Commons punto di vista organizzativo: stretta condivisione fra servizi di natura diversa punto di vista bibliotecario: profondo cambiamento le biblioteche accademiche devono far proprie funzioni appartenenti ad altre sfere del mondo universitario 159
  • 160. 160
  • 161. Il Learning Commons fondato sul coinvolgimento delle unità accademiche preposte all’apprendimento la differenza fondamentale fra un Information Commons e un Learning Commons è che “il primo supporta la mission dell’istituzione, mentre il secondo la realizza” spazi “centrati sulle persone” non “che cosa dovrebbe esserci in uno spazio” ma “che cosa dovrebbe accadere in questo spazio!” ._ ._ 161
  • 162. Michele Santoro Quattro trends per le biblioteche nel web 2000 Grazie per l’attenzione! 162