SlideShare ist ein Scribd-Unternehmen logo
1 von 33
Downloaden Sie, um offline zu lesen
POLITECNICO DI TORINO
Dipartimento di Ingegneria Meccanica ed Aereospaziale
Corso di Laurea Triennale
in Ingegneria Meccanica
Prova finale
Ottimizzazione di un veicolo elettrico
portatile
Comparazione dei central frame di due prototipi di PAMD: dal
progetto alla produzione
Relatore
Prof.re Stefano Tornincasa
Candidato
Michele Giovanni Massafra
Luglio 2016
Indice
1. Introduzione 1!
1.1! Obiettivi ed organizzazione della tesi 2!
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame 3!
2.1 Requisiti di un PAMD e risultati ottenuti con E7 – Tirke 3!
2.2 Progetto dei telai dei central frame E7 – Trike, E7.1 – Trike 4!
2.2.1 Central frame E7 – Trike 5!
2.3 Analisi FEM dei telai e confronto dei risultati 7!
2.3.1 Analisi FEM del central frame dell’E7 – Trike 8!
2.3.2 Analisi FEM del central frame dell’E7.1 – Trike 11!
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame 16!
3.1 Sistema di seduta dell’E7 – Trike 16!
3.2 Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7 – Trike 17!
3.3 Stima del peso del central frame dell’E7 – Trike 18!
3.4 Sistema di seduta dell’E7.1 – Trike 19!
3.5 Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7.1 – Trike 21!
3.6 Stima del peso del central frame dell’E7.1 – Trike 22!
3.7 Confronto degli ingombri dei central frame dell’E7 – Trike e dell’E7.1 – Trike 23!
3.8 Confronto tra i pesi dei central frame dell’E7 – Trike e dell’E7.1 – Trike 24!
4. Cenni sulla tecnologia MBD 25!
5. Conclusioni 27!
Appendice I I!
Appendice II II!
Bibliografia III!
1. Introduzione Michele Giovanni Massafra
Pagina | 1
1. Introduzione
Per far fronte alla impellente necessità di ridurre le emissioni di CO2, fissate per l’Europa alla
quota di 95#
$
%&
'() entro il 2020 [1], il mercato cerca di incrementare la produzione e vendita
di veicoli eco sostenibili. Secondo una ricerca condotta dall'istituto francese di studi e analisi
Xerfi, per cercare di raggiungere l’obbiettivo imposto dal Consiglio di Regolazione Europeo, è
necessario ricorrere a tecnologie che impieghino motori ibridi o motori elettrici. Secondo una
stima dello stesso Xerfi nel 2020 circa l’8% dei veicoli circolanti saranno veicoli “verdi”; nel
particolare la stima parla di una maggioranza sul mercato di veicoli ibridi, circa il 7% del totale,
ed il rimanente 1% di veicoli elettrici [2].
In questo contesto si inserisce la proposta progettuale lanciata dal consorzio PACE1
nel
triennio 2011 – 2014. Lo scopo di questa competizione che vedeva impegnate numerose
università del mondo era la progettazione e produzione di un prototipo di PAMD2
. Il nostro
Politecnico, in collaborazione con Technion Israel Institute of Technology e la Tongji
University hanno preso parte a questa competizione presentando al Global Annual Forum,
Turin 2014 il prototipo E7 – Trike.
Un PAMD è un veicolo elettrico portatile che sostiene la mobilità giornaliera delle persone
aiutandole a percorrere il “primo – ultimo miglio”: un tragitto giornaliero che prevede la
percorrenza di medie distanze che portino da casa alla fermata dei mezzi di trasporto pubblico
al posto di lavoro e ritorno. Affinché possa essere agevole compiere questi spostamenti, i quali
potrebbero prevedere il superamento ostacoli quali gradini, ascensori, utilizzare mezzi di
trasporto pubblico. Per tale ragione le caratteristiche principali di un PAMD devono essere
facilità di trasporto e leggerezza, oltre essere dotato di autonomia sufficiente per permettere di
percorrere i tragitti voluti.
Figura 1.1: Concetto di "primo - ultimo miglio".
1
PACE: Partners for the Advancement Collaborative Engeneering Education, consorzio di aziende che
sponsorizzano e finanziano competizioni accademiche in ambito industriale.
2
PAMD: Portable Assisted Mobility Device, veicolo per la mobilità giornaliera.
1. Introduzione Michele Giovanni Massafra
Pagina | 2
1.1!Obiettivi ed organizzazione della tesi
Al termine del progetto, il futuro del primo prototipo è stato il suo sviluppo nell’intento di
ottimizzare peso del veicolo e le sue dimensioni senza influenzarne le prestazioni ed il concept
di partenza.
Il lavoro al quale mi sono dedicato è stata la rimodellazione della parte centrale (central frame)
del nostro PAMD, in seguito ad una parziale riprogettazione. Si vogliono qui mostrare le
principali novità che riguardano il nuovo frame e paragonarle con il precedente dal punto di
vista della rigidezza strutturale, peso, ingombri e produzione, con uno sguardo al futuro di
quest’ultimo punto affacciandoci a quella che è la tecnologia MBD3
.
Figura 1.2: Primo prototipo dell'E7 – Trike (Central frame).
Il capitolo seguente inizierà con una parte espositiva dei traguardi raggiunti con il primo
prototipo E7 – Trike, focalizzando l’attenzione sulla rigidezza della struttura del central frame.
Questi dati verranno confrontati con i corrispettivi ottenuti dagli studi che ho svolto sul nuovo
central frame.
La trattazione continuerà con le modifiche che sono state apportate al fine di migliorare il
sistema di seduta, gli ingombri ed il peso della struttura del prototipo. Verrà mostrata la
tecnologia utilizzata per la realizzazione del primo prototipo e le modifiche previste dalla
riprogettazione. Verrà mostrato come questo nuovo concept, limitatamente sempre al central
frame, incrementa le qualità del prototipo in termini di facilità di trasporto.
Ultimo argomento della trattazione riguarda la produzione del prototipo. Nel particolare si
vuole porre l’attenzione alle novità che i software CAD 3D propongono per velocizzare e
facilitare la comprensione dei modelli progettati.
Per gli studi sono stati utilizzati gli strumenti messi a disposizione dal software di
modellazione e simulazione CAD 3D utilizzato durante il corso di studi: SolidWorks®
, con i
suoi componenti SolidWorks®
Simulation [3], per l’analisi statica FEM, e SolidWorks®
MBD
[4], per la tecnologia MBD.
3
MBD: Model Based Definition.
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 3
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame
2.1 Requisiti di un PAMD e risultati ottenuti con E7 – Tirke
I requisiti richiesti per la progettazione del prototipo di PAMD erano dei criteri che
permettessero di ottenere un veicolo a basso impatto ambientale, facilmente trasportabile, che
rispetti i limiti di legge per i veicoli che possano circolare senza immatricolazione e la guida
senza casco4
. Per questa categoria di veicoli l’Europa e l’Italia richiedono che vengano rispettati
i seguenti criteri:
•! Potenza massima del motore 250#0;
•! Massimo peso del veicolo 40#23;
•! Velocità massima di 20#
%&
4
;
•! Sistema di auto limitatore di velocità a 6#
%&
4
nelle zone pedonali;
•! Età minima per poter condurre il veicolo di 16 anni;
•! Divieto di circolo in situazioni di scarsa visibilità.
Figura 2.1: E7 – Trike.
In quest’ottica il nostro team ha sviluppato il prototipo di un triciclo elettrico che potesse
essere trasportato, una volta richiuso, come una valigia di medie dimensioni. È stata sviluppata
l’idea di triciclo in quanto questa tipologia di veicolo, poggiando su tre ruote, mantiene una
buona stabilità sia durante la guida e da fermo. Ciò permette una maggiore facilità di guida in
modo da poter essere utilizzato da una ampia gamma di possibili fruitori, dai giovani agli
anziani. Per poter rientrare all’interno della gamma dei green vehicle, quindi essere considerato
un veicolo a basso impatto ambientale, il progetto PACE – PAMD imponeva la trazione di tipo
elettrico per i veicoli sviluppati; si è optato per un motore ruota anteriore da 250#0 capace di
raggiungere una velocità massima non superiore ai 20#
%&
4
. Per quel che riguarda la facilità di
4
Normative EN 1594 e EN 14764.
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 4
trasporto, il sistema di chiusura dell’E7 – Trike è costituito da un quadrilatero articolato che
collega central frame con frontal frame; tale meccanismo permette con un semplice gesto di
richiudere il triciclo ottenendo delle dimensioni non molto superiori ad una valigia di medie
dimensioni: 684,41#77##8#446#77#8#500,46#77. In aggiunta il peso complessivo del
veicolo è stato stimato di 23#23, 3#23 superiore rispetto al limite imposto dal target del
progetto. Tuttavia è stato notato che il prototipo dispone una batteria del peso di 3#23 che
garantisce una autonomia di 20#ℎ con un tempo di ricarica di 4#ℎ, leggermente
sovradimensionata per l’utilizzo ultimo del veicolo.
Figura 2.2: Dimensioni dell'E7 - Trike in configurazione chiusa.
Lo scopo principale della riprogettazione è quello di ridurre il peso del veicolo cercando di
farlo rientrare all’interno dei 20#23.
2.2 Progetto dei telai dei central frame E7 – Trike, E7.1 – Trike5
In questo capitolo verranno presentate le due scelte progettuali per i telai dei central frame dei
prototipi. Verranno mostrate le varie parti che compongono li compongono.
Successivamente verranno mostrati i risultati delle analisi FEM eseguite nelle medesime
condizioni di carico e vincoli applicati ai telai in modo da confrontare le due risposte dai telai
alla sollecitazione statica.
5
E7.1 – Trike: con questa dicitura verrà indicato il nuovo prototipo sviluppato, nell’A.A. 2015/2016, dal
precedente prototipo E7 – Trike.
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 5
2.2.1 Central frame E7 – Trike
Il central frame del’E7 – Trike è costituito da un telaio, due piastre di collegamento,
Supp_lamierades, del telaio al rear frame, l’assieme di seduta. Quest’ultimo verrà discusso nel
capitolo 3.
Il telaio è stato realizzato con un unico tubo di alluminio di diametro 40#77 spesso 2,5#77.
Questo tubo è stato piegato in tre punti con dei raggi di curvatura di 90° in modo da ottenere
una struttura, in vista laterale, al “L”. Sulla parte superiore della struttura è stato saldato un
supporto per canotto circolare di diametro 32#77, spessore 2#77, lunghezza 200#77, sede
del tubolare della seduta del veicolo. Come materiale è stata scelto l’alluminio per poter ottenere
un buon compromesso tra proprietà meccaniche, peso della struttura, costi dei materiali ed in
fine smaltimento una volta arrivato alla fine del ciclo di vita del prodotto; proprio su
quest’ultimo punto vale la pena sottolineare che la maggior parte dell’E7 – Trike è realizzato
in lega di alluminio.
L’impiego della geometria circolare, nel particolare circolare cava, per il telaio del veicolo è
stata effettuata in quanto si è reputato fosse più semplice interfacciarla con le altre parti del
veicolo, frontal e rear frame, ed anche con gli eventuali agganci per la copertura dello stesso.
La sezione cava, confrontata inoltre con una sezione circolare piena, permette di ottenere un
notevole risparmio di peso e risponde meglio alle sollecitazioni a torsione, alla quale la struttura
del veicolo potrebbe risultare sollecitata nel caso in cui si trovi a dover affrontare una curva ed
il preso non sia perfettamente bilanciato sull’intera struttura.
Le piastre di collegamento sono realizzate da due lamiere di alluminio dello spessore di 4#77
unite tra loro da un blocchetto che ha inoltre la funzione di riferire in montaggio i bracci delle
ruote posteriori facenti parte del rear frame. Queste lamiere presentano due fori, il foro superiore
per l’alloggiamento dell’ammortizzatore, impiegato per incrementare il comfort di guida del
veicolo, quello inferiore per l’alloggiamento del silentblock montato sul braccio del rear frame.
Figura 2.3: Bollatura del central frame dell’E7 – Trike.
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 6
Tabella 2.1: Distinta del base central frame dell’E7 – Trike.
N° articolo Nome parte Descrizione Quantità
1 Telaio Tubo 40#8#2,5#77 – alluminio 6061 1
2 supp_canotto Tubo 32#8#2#77 – alluminio 6061 1
3 Supp_lamierades Lamiera 4#77 – alluminio 6061 2
2.2.3 Central frame E7.1 – Trike
Nel central frame del nuovo prototipo risiedono le modifiche principali apportate al triciclo.
Sostanziale è stata la modifica apportata al telaio che ha permesso l’eliminazione delle piastre
di collegamento. Totalmente rinnovata è anche la seduta del veicolo, verrà discussa e
confrontata con la versione precedente nel capitolo 3. Tuttavia la riprogettazione ha portato ad
ottenere un central frame interamente prodotto in officina con un numero di parti da produrre
molto maggiore rispetto alla versione essenziale proposta nella prima versione del prototipo.
Il telaio, interamente in alluminio come la precedente versione, è costituito da quattro parti
differenti: C_0001, C_0002, C_0003, C_profilato rinforzo. Queste quattro parti vanno a
comporre un telaio ibrido i cui componenti hanno sezioni diverse saldate tra loro. Nel
particolare il componente C_0001 è un tubo di diametro 30#77 e spessore 3#77, realizzato
mediante due piegature con angolazioni differenti. La parte C_0002 è ottenuta da un profilato
a “C”, di dimensioni 35#77#8#35#77#8#3#77, nel quale sono ricavati quattro fori, sulle due
facce parallele. Questi quattro fori corrispondono ai quattro ricavati sulle piastre di
collegamento della versione precedente di prototipo, quindi i due superiori alloggiano gli
ammortizzatori, presenti anche in questa versione, i due inferiori alloggiano i silentblock
montati sui bracci del rear frame. Sia i silentblock che gli ammortizzatori sono montati su perni
di sezioni circolare cave in acciaio che fungono da supporto anche per il sistema di seduta. I
perni sono accoppiati con il telaio per mezzo di quattro boccole in alluminio le quali si
interfacciano con i fori interni del profilato C_0002 aventi dimensioni di 18#77. Questi perni
hanno dimensioni: diametro 12#77, spessore 1#77, lunghezza 338#77. La parte C_0003 è
un tubo di alluminio di diametro 35#77 e spessore 3#77. Il suo scopo è completare la porzione
superiore del telaio, e tramite due sporgenze ricavate superiormente, realizzare il sistema di
bloccaggio e sbloccaggio del sistema di seduta per mezzo di un leveraggio. Il C_profilo rinforzo
è un lamierino ricavato da un profilato ad “L” di dimensioni 15#77#8#10#77#8#2#77, piegato
in due punti per interfacciarsi, ed andare a rinforzare il giunto saldato tra le parti C_0001 e
C_0002.
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 7
Figura 2.4: Bollatura del central frame dell’E7.1 – Trike.
Tabella 2.2: Distinta del base central frame dell’E7.1 – Trike.
N°
articolo
Nome parte Descrizione Quantità
1 C_0001 Tubo 30#8#3#77 – alluminio 6061 1
2 C_0002
Profilato “C” 35#8#35#8#3#77 – alluminio
6061
2
3 C_0003 Tubo 35#8#3#77 – alluminio 6061 1
4
C_profilato
rinforzo
Profilato “L” 15#8#10#8#2#77 – alluminio
6061
2
5
C_0010 –
Boccola_
Alluminio 6061 4
6
C_0007 –
Perno.inf
Perno 12#8#1#77 – Acciaio A286 generico 1
7
C_0007 –
Perno.sup
Perno 12#8#1#77 – Acciaio A286 generico 1
2.3 Analisi FEM dei telai e confronto dei risultati
Per lo studio statico delle strutture per mezzo dell’analisi FEM, ho utilizzato il sistema di
simulazione presente all’interno della versione professional di SolidWorks®
: SolidWorks®
Simulation.
Ho svolto le simulazioni solamente sui telai dei due central frame: per l’E7 – Trike non è stata
tenuta in conto la presenza delle piastre di collegamento e del sistema di seduta; per l’E7.1 –
Trike non è stata tenuta in conto la presenza del sistema si seduta e la presenza dei perni
superiore ed inferiore e delle boccole del telaio. Ho adottato questa scelta per rendere più
semplice la risoluzione del problema da parte del solver del software. Lo scopo primo di questo
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 8
studio è la valutazione delle differenze tra due strutture ugualmente vincolate e sollecitate, ma
aventi l’una geometria fissa ma un processo di lavorazione che ha indotto numerosi stress
sull’intera struttura, l’altra geometria ibrida nella quale le lavorazioni meccaniche sulle singole
parti sono limitate ma il maggior numero di saldature ha introdotto un numero maggiore di
stress localizzati negli intorni di queste ultime.
I telai sono entrambi realizzati interamente in lega di alluminio, nello studio sono quindi stati
impostati gli stessi materiali per le parti che costituiscono il telaio. Il materiale utilizzato
nell’analisi è la lega di alluminio 6061 presente all’interno della libreria dei materiali di
SolidWorks®
. Nella tabella seguente vengono indicate le proprietà del materiale utilizzato.
Tabella 2.3: Proprietà meccaniche dalla libreria SolidWorks®
materials per alluminio Lega 6061.
Proprietà Quantità Unità di misura
Modulo elastico 69000 <=>
Coefficiente di Poisson 0,33 –
Modulo di taglio 26000 <=>
Resistenza alla trazione 124,08 <=>
Snervamento 55,15 <=>
2.3.1 Analisi FEM del central frame dell’E7 – Trike
Essendo il telaio del E7 – Trike ricavato da un unico tubo dove sulla parte superiore è saldato
un supporto per canotto sempre tubolare, dettaglio in Figura 2.2, ho impostato come contatti tra
le parte del central frame un contatto globale unito per l’intera struttura.
La struttura è stata vincolata con una cerniera sul tubolare anteriore, che simula la connessione
con la cerniera che unisce central frame con frontal frame impedendo la traslazione laterale e
verticale della struttura, con un doppio doppio pendolo sulle due parte laterali di raccordo tra
tubolare anteriore e superiore, a simulare la connessione con i bracci del rear frame impedendo
la rotazione della struttura lungo l’asse verticale @. Nella figura seguente in verde verranno
indicati i vincoli imposti alla struttura.
La struttura è stata caricata con una forza concentrata A = 1570#C sul bordo del
supp_canotto della seduta in direzione A = −AE. Ho scelto di sollecitare la struttura con un
carico di questa entità considerando che il veicolo sia guidato da una persona di peso = = 80#23
e sottoposto ad una accelerazione pari a 23, ipotizzando che possa essere la massima
accelerazione alla quale può essere sottoposta la struttura durante il suo utilizzo, in viola verrà
indicato il carico concentrato sulla struttura:
A = = ∗ 23 = 80 ∗ 2 ∗ 9,81 = 1569,6C# ≈ 1570#C
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 9
Figura 2.5: Carico e vincoli sulla struttura dell’E7 – Trike.
Il tipo di mesh utilizzata è una mesh standard congruente ad elementi solidi di dimensioni
11,529#77 con una tolleranza di 0,577#77 e 16 punti jacobiani. Con questa mesh la struttura
è stata divisa in 16456 nodi ed un totale di 8310 elementi. Per la semplicità della struttura e
per i pochi contatti tra diversi elementi che la componevano non è stato necessario utilizzare
una mash fine e non è stato necessario eseguire alcun controllo sulla mash.
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 10
Figura 2.6: Mesh eseguita sul telaio del central frame dell’E7 – Trike.
Lo studio statico è stato svolto secondo la teoria dell’energia di deformazione massima di Von
Mises. Il risultato ottenuto è congruente con quanto ci si poteva aspettare: la zona maggiormente
sollecitata è la parte dove si ha la curvatura della struttura che porta alla zona superiore del
central frame. Stando ai risultati dell’analisi questa zona è fortemente sollecitata al punto da
raggiungere e superare di circa un ordine di grandezza la tensione di snervamento del materiale,
quindi la struttura dovrebbe cedere se sottoposta ad un carico di 1570#C. La tensione che si
raggiunge risulta essere pari a:
HIJ = 132,30#<=> HKJ = 55,15#<=> ⇒ 'M =
NOP
NQP
=
RR,SR
ST),TU
= 0,417
Le tensioni massime raggiunte, e quindi i coefficienti di sicurezza, sono stati calcolati secondo
la teoria dell’energia massima di deformazione di Von Mises. I valori di tensione di
snervamento e tensione massima di rottura sono stati considerati quelli impostati dalla libreria
dei materiali di SolidWorks®
, come riportato in Tabella 2.3.
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 11
Figura 2.7: Diagramma delle sollecitazioni sul central frame dell’E7 – Trike.
Sebbene lo studio effettuato porta a sostenere che la struttura fallisca durante il suo utilizzo,
possono essere fatte diverse considerazioni a favore della rigidezza della struttura. In primo
luogo la struttura è stata progettata con una lamiera di alluminio che copre lo spazio vuoto del
central frame (dettaglio in Figura 1.2) che per questioni di semplicità di risoluzione del
problema da parte del solver del programma è stata omessa. La presenza di questa lamiera da
maggiore continuità alla struttura e quindi potrebbe andare a risolvere il problema della
concentrazione degli sforzi nella zona rossa del grafico. Altra considerazione a favore, il
vincolo del doppio doppio pendolo dovrebbe essere applicato ai fori delle Supp_lamierades che
congiungono il central frame al rear frame, ovvero i fori dove vengono montati i silentblock dei
bracci delle ruote posteriori. Come anticipato all’inizio del paragrafo, le lamiere di supporto
non sono state inserite all’interno del modello per rendere più facile la risoluzione del problema.
Tuttavia è evidente che la struttura presenta delle zone di concentrazione degli sforzi proprio
dove sono state effettuate le lavorazioni meccaniche di piegatura del telaio per ottenere la forma
voluta, quindi proprio dove la struttura risulta maggiormente stressata dalle lavorazioni
meccaniche.
2.3.2 Analisi FEM del central frame dell’E7.1 – Trike
Ciò che caratterizza la nuova versione dell’E7.1 – Trike, come già anticipato nel paragrafo
2.2.3, è la progettazione di un telaio ibrido formato da sei parti saldate tra loro. Essendo il telaio
formato da diverse parti, ed essendo complicato inserire gli effetti indotti sulla struttura dai
processi di saldatura, sono stati impostati come informazioni sui contatti, un contatto globale
unito per le parti C_0001, C_0002, C_0003, e contatti di gruppo di tipo unito tra i profilati di
rinforzo e le parti C_0001 e C_0002.
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 12
I vincoli alla quale la struttura è stata sottoposta sono gli stessi dell’analisi svolta sull’E7 –
Trike, una cerniera nella parte anteriore del central frame all’interfaccia con la piastra che
unisce central con frontal frame, e due doppi doppi pendoli sui fori dove vengono alloggiati i
silentblock dei bracci del rear frame. In verde verranno indicati nella figura successiva.
Per quel che riguarda il carico al quale è sottoposta la struttura, è stata impostata sempre una
forza rivolta verso il basso in direzione verticale di modulo A = 1570#C. Questa è l’intensità
totale della forza che è stata inserita sui fori superiori delle parti C_0002, ovvero dove è inserito
il perno C_0007 – Perno.sup supponendo che il peso del guidatore si scarichi, per mezzo del
sistema di seduta, principalmente su questo perno. Nella figura seguente il carico è indicato con
dei vettori di colore viola.
Figura 2.8: Carichi e vincoli sulla struttura dell’E7.1 – Trike.
Il tipo di mesh utilizzata per il telaio dell’E7.1 – Trike è una mesh mista standard con elementi
di dimensioni medie di 10,177#77 e tolleranza di 0, 509#77, con 16 punti jacobiani. I nodi
totali individuati dal tipo di mesh impostata sono 43522 per un totale di 21893 elementi finiti.
Per definire meglio il contatto tra i C_profilato rinforzo, semplificati come travi, ed il
componente C_0001 è stato impostato un controllo sulla mesh del componente tubolare
impostando una mesh i cui elementi hanno dimensioni di 5,089#77 ed un rapporto di 1,5.
Questo perché la piegatura del profilato a contatto con il tubolare non segue il profilo di
quest’ultimo; il modello della piegatura dovrebbe avere un raggio di curvatura di 15#77 che
non è stato modellato, quindi le due parti sono accoppiate con un accoppiamento di tangenza
tra la superficie piana e la curvatura del tubolare.
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 13
Figura 2.9: Mesh eseguita sul telaio del central frame dell’E7.1 – Trike.
La tipologia di studio statico effettuata sul telaio dell’E7.1 – Trike è la stessa effettuata sulla
versione precedente, lo studio della tensione massima secondo la teoria dell’energia di
deformazione di Von Mises. I risultati ottenuti sono molto confortanti e mostrano come la
progettazione di una struttura ibrida porta ad avere delle tensioni che nella maggior parte della
struttura non raggiungono il limite di snervamento del materiale. Come mostrarà la figura
successiva vi è un unico punto dove si raggiunge un valore di tensione superiore al limite di
snervamento ma ugualmente inferiore alla tensione massima di rottura. Questo punto
corrisponde al contatto tra il C_profilato rinforzo destro e il tubolare C_0001. Possono essere
fatte due considerazioni: questo picco di tensione è stato rilevato unicamente nella parte destra
seppur la struttura risulta sollecitata e vincolata in maniera simmetrica al piano di mezzeria
della struttura, inoltre come ribadito nelle considerazioni di inizio paragrafo il contatto in quella
zona del telaio è poco definibile dato che quella zona è una zona termicamente alterata dalla
saldatura tra i due componenti; per queste due ragioni non vi è motivo di preoccupazione
riguardo il possibile fallimento della rigidezza della struttura in seguito al superamento del
limite di snervamento. I valori ottenuti alla simulazione sono qui sotto riportati:
HIJ = 60,16#<=> HKJ = 55,15#<=> ⇒ 'M =
NOP
NQP
=
RR,SR
VU,SV
= 0,917
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 14
Figura 2.10: Diagramma delle sollecitazioni del central frame dell’E7.1 – Trike.
Figura 2.11: Dettaglio della tensione equivalente di Von Mises massima raggiunta sulla struttura.
Di maggiore interesse risulta indagare le tensioni massime raggiunte nella zona dove è stato
impostato il vincolo di doppio doppio pendolo, ovvero dove è presente il C_0007 – Perno.inf.
Attraverso la funzione sonda presente negli strumenti grafici di SolidWorks®
ho studiato
l’andamento delle sollecitazioni della faccia interna del foro inferiore dell’elemento C_0002.
La sollecitazione massima trovata dal solver risulta pari a:
HIJ = 40,61#<=> HKJ = 55,15#<=> ⇒ 'M =
NOP
NQP
=
RR,SR
WU,VS
= 1,358
2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 15
Figura 2.12: Dettaglio della sollecitazione massima nella zona di interesse applicativo del telaio
dell’E7.1 – Trike.
Solitamente i valori di coefficiente di sicurezza tipici per i materiali duttili sollecitati
staticamente si aggirano intorno al valore 1,5 [5]. Per questa tipologia di materiale utilizzato il
coefficiente di sicurezza ottenuto è leggermente inferiore e sarebbe necessario indagare meglio
i motivi di questi picchi di tensione in questa determinata zona. Probabilmente eseguendo lo
studio con un tipo di mesh più fine e considerando anche la presenza degli elementi C_0010 –
Boccola_ gli andamenti delle tensioni potrebbero scendere ottenendo devi valori di coefficiente
di sicurezza superiori ad 1,5.
Non ostante le considerazioni sopra riportate questi risultati portano a notare un effettivo
beneficio nell’aver progettato una struttura ibrida rispetto ad una ricavata da un unico
componente da dover lavorare per ottenere la forma desiderata. Da notare che in fase di
produzione diverse aziende incaricate della produzione del prototipo, hanno comunicato la
difficoltà di realizzare delle piegature su elementi tubolari. Questo viene maggiormente
confermato dalla forma data al componente C_0001 che in prima fase di progetto era realizzato
con una unica piegatura a 90° avendo una forma ad “U”. Per la difficoltà comunicata
dall’azienda nella realizzazione di quella lavorazione, la forma è stata modificata come la si
vede nelle figure sopra riportate.
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 16
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame
In questo capitolo verranno mostrate le scelte progettuali relative alle sedute delle due versioni
di veicoli e gli ingombri dei central frame una volta richiusi. Si vedrà come la riprogettazione
ha modificato le qualità del prototipo per quel che riguarda il sistema di seduta e la facilità di
trasporto una volta chiuso il veicolo.
3.1 Sistema di seduta dell’E7 – Trike
Nelle prime fasi del progetto sono stati analizzati diversi veicoli che rispettassero i criteri
richiesti per un PAMD [6]. Sono state studiate tecnologie di veicoli a piattaforma auto
bilanciati, come il Robin M1, ed i veicoli a due ruote elettrici Charly MZ e Speed 23.
Figura 3.1: Robin M1 [7]. Figura 3.2: Charly MZ [8]. Figura 3.3: Speed 23 [9].
Il central frame dell’E7 – Trike è una struttura ibrida, ovvero è una struttura costituita da parti
prodotte in officina e parti commerciali. L’assieme di seduta è una delle parti commerciali
presenti sul prototipo, quindi non progettato e non realizzato in officina, ed è costituito una sella
di una bicicletta da città con canotto in alluminio.
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 17
Figura 3.4: Bollatura del sistema di seduta dell’E7 – Trike.
Tabella 3.1: Distinta base del central frame dell’E7 – Trike.
N° articolo Nome parte Descrizione Quantità
1 Canotto Tubo 27,20#8#1,6#77 – alluminio 1060 1
2 SEATdes Gomma naturale 1
Per il nostro veicolo è stato scelto di impiegare un sistema del genere principalmente per
contenere i costi di produzione. In questo modo non si sono dovute progettare parti aggiuntive
che andassero a costituire un sistema di seduta complesso, limitandosi a dimensionare in
maniera opportuna unicamente il supp_canotto nella quale il sellino va ad inserirsi. A conferma
della scelta del team sono arrivate le proposte progettuali presentate dai competitors dei veicoli
Charly MZ e Speed 23 i quali entrambi utilizzano dei comuni sellini impiegati sulle biciclette
da città.
Il sellino da bicicletta utilizzato ha la possibilità di essere regolato in altezza in modo da
garantire una comoda guida per persone di stature differenti. La posizione è regolabile tramite
un sistema di chiusura commerciale a camma. Li studi condotti durante il periodo del progetto
[6] rivelano che la regolazione del sistema di seduta dell’E7 – Trike permette di avere una
postura di guida ergonomica per fruitori di statura compresa tra 150#X7 e 180#X7.
3.2 Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7 – Trike
Il sistema a camma per la regolazione dell’altezza della seduta risulta particolarmente comodo
anche in fase di chiusura del triciclo. Da richiuso infatti si vogliono avere dimensioni di
ingombro il più piccolo possibile. Mantenere il sellino all’altezza impostata dal guidatore
quando si trasporta il veicolo da richiuso potrebbe portare a manovre poco agevoli in spazzi
angusti quali ascensori o mezzi pubblici affollati. Il sistema a camma permette un rapido
sgancio del sellino che può ridurre lo spessore della parte centrale fino a 130#77, supponendo
che la seduta sia posizionata all’altezza massima.
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 18
Le dimensioni del central frame completo del sistema di seduta, in configurazione chiusa
vengono riportate nella figura seguente.
Figura 3.5: Dimensioni del central frame dell’E7 – Trike in configurazione chiusa.
3.3 Stima del peso del central frame dell’E7 – Trike
I componenti che costituiscono il central frame sono sei, come è possibile notare dalle tabelle
2.1 e 3.1. Nella tabella seguente verranno indicate le parti che costituiscono la struttura e i loro
materiali impostati dalla libreria SolidWorks®
materials.
Tabella 3.2: Proprietà dei materiali della libreria di SolidWorks®
materials impiegati per la stima del
peso del central frame dell’E7 – Trike.
Materiale Densità Y =
Z[
]
Nome parte Quantità
Alluminio – lega
6061
2700
Telaio 1
supp_canotto 2
Supp_lamierades 1
Alluminio – lega
1060
2700 Canotto 1
Gomma naturale 960 SEATdes 1
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 19
Il calcolo del peso della struttura è stato approssimato utilizzando la funzione proprietà di
massa presente in SolidWorks®
, il quale calcola il volume del modello 3D ed utilizza la densità
presente all’interno della libreria dei materiali del programma per calcolarne e stimare il peso
della struttura modellata. La struttura dell’E7 – Trike, dai calcoli del software, risulta avere un
volume pari a 0 = 1,219 ∗ 10^T
#7T
, quindi un peso pari a = = 2,31#23.
3.4 Sistema di seduta dell’E7.1 – Trike
Una delle principali modifiche dell’intero progetto riguarda il sistema di seduta. A differenza
della versione precedente, la nuova seduta è completamente ottenuta da parti prodotte in
officina ed anche questa, come il telaio, è costituita da parti aventi sezioni differenti tra loro.
La seduta, la parte C_Seduta, è un profilato ad “L” di dimensioni 20#77#8#10#77#8#2#77.
Sulla faccia di dimensione 20#77 sono ricavati i fori al quale si collegano i bracci del
quadrilatero articolato che permette di chiudere il sistema per ridurre le dimensioni del veicolo
in configurazione chiusa. Il quadrilatero articolato è composto da due tipologie di bracci:
C_Barra collegamento e C_Schienale. La C_Barra collegamento è un profilato in acciaio a
sezione rettangolare cava di dimensioni 20#77#8#10#77#8#1#77; è stato progettato in acciaio
dato che su questo elemento del sistema di seduta viene scaricato il peso del passeggiero. A sua
volta la C_Barra collegamento va a collegarsi al telaio per mezzo del C_0007 – Perno.sup. Il
componente C_Schienale è un profilato in alluminio delle stesse dimensioni di C_Barra
collegamento, 20#77#8#10#77#8#1#77. Il carico di questa parte viene scaricato invece sul
C_0007 – Perno.inf. Le due parti destra e sinistra di C_Schienale vengono unite per mezzo di
un tubo in alluminio di diametro 12#77 e spessore 1#77, C_Sedile, che funge da schienale e
soprattutto da appoggio per il triciclo quando questo è in posizione verticale da chiuso.
Il sistema di bloccaggio del sistema di seduta è formato da due piastrine in alluminio calettate
su un perno in alluminio delle stesse dimensioni dei perni C_0007 (12#77 di diametro e 1#77
di spessore). L’azionamento di questo sistema è manuale.
Figura 3.6: C_0014 – Piastrina. Figura 3.7: C_Schienale.
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 20
Figura 3.8: Bollatura del sistema di seduta del central frame dell’E7.1 – Trike.
Tabella 3.3: Distinta base del sistema di seduta del central frame dell’E7.1 – Trike.
N°
articolo
Nome parte Descrizione Quantità
1 C_Schienale Profilato “C” – alluminio 6061 2
2 C_Seduta Profilato “L” – alluminio 6061 1
3 C_Sedile Tubo 12#8#1#77 – alluminio 6061 1
4
C_Barra
collegamento
Profilato “C” – Acciaio A286 generico 2
5
C_0007 –
Perno.leva
chiusura
Perno 12#8#1#77 – Alluminio 1060 1
6 C_0014 – Piastrina Alluminio 6061 2
7
C_Boccola leva
chiusura
Alluminio 1060 1
8
C_Perno leva
chiusura
Alluninio 1060 1
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 21
Come si può notare dalla figura 3.6, la nuova seduta offre una superficie di seduta maggiore
e quindi una maggiore stabilità durante la guida dato che il peso del guidatore è distribuito su
una superficie maggiore e non unicamente sul centro della struttura come per la versione
precedente di triciclo. Altro particolare che nella versione precedente mancava è la presenza
dell’elemento C_Sedile che permette di poter poggiare la schiena a questo elemento durante la
guida.
Un elemento a sfavore per la nuova versione rispetto alla precedente riguarda la possibilità di
regolazione dell’altezza della seduta. Nella nuova versione si ha un’unica altezza di seduta
necessariamente imposta dal sistema di bloccaggio composto dagli elementi C_0007 –
Perno.leva chiusura, C_0014 – Piastrina, C_Boccola leva chiusura e C_Perno leva chiusura.
Per poter richiudere completamente il veicolo i passaggi da compiere sono aumentati per via
del cinematismo del sistema di bloccaggio, dovendo necessariamente sbloccare il quadrilatero
articolato della seduta per mezzo del C_Perno leva chiusura. Ora i passaggi richiesti per la
chiusura del veicolo sono tre: chiudere il sistema di rientro delle ruote posteriori, non affrontato
in questa trattazione, chiudere il quadrilatero articolato del sistema di seduta e successivamente
il quadrilatero articolato che unisce central frame con frontal frame.
3.5 Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7.1 – Trike
Come la figura 3.7 mostra, la riprogettazione ha permesso di ottenere un notevole risparmio
riguardante gli ingombri in versione chiusa del veicolo. Due sono le dimensioni che
principalmente interessa confrontare: la dimensione nella direzione “Y” e nella direzione “Z”.
Nelle foto seguenti vengono mostrate le quote di ingombro del central frame in
configurazione chiusa.
Figura 3.9: Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7.1 – Trike.
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 22
3.6 Stima del peso del central frame dell’E7.1 – Trike
Il central frame dell’E7.1 – Trike è un sistema complesso formato da numerose parti
principalmente in leghe di alluminio, fatta eccezione per quattro parti in acciaio. Come fatto per
le parti dell’E7 – Trike, nella tabella seguente elencherò tutte le parti che costituiscono il central
frame, i rispettivi materiali e proprietà impostati dalla libreria SolidWorks®
materials.
Tabella 3.2: Proprietà dei materiali della libreria di SolidWorks®
materials impiegati per la stima del
peso del central frame dell’E7.1 – Trike.
Materiale Densità Y =
Z[
]
Nome parte Quantità
Alluminio – lega
6061
2700
C_0001 1
C_0002 2
C_0003 1
C_profilato rinforzo 2
C_0010 – Boccola_ 4
C_Schienale 2
C_Seduta 1
C_Sedile 1
C_0014 – Piastrina 2
Alluminio – lega
1060
2700
C_0007 – Perno.leva
chiusura
1
C_Boccola leva
chiusura
1
C_Perno leva
chiusura
1
Acciao – A286
generico
7920
C_0007 – Perno.inf 1
C_0007 – Perno.sup 1
C_Barra
collegamento
2
Per mezzo della funzione proprietà di massa degli strumenti di valutazione presenti in
SolidWorks®
, ho potuto fare una stima del volume della struttura e del relativo peso. I dati
ottenuti dal software sono i seguenti: volume totale pari a 0_
= 6,898 ∗ 10^`
#7T
per un
corrispettivo peso stimato a =_
= 2,24#23.
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 23
3.7 Confronto degli ingombri dei central frame dell’E7 – Trike e dell’E7.1 –
Trike
Dal confronto fra le messe in tavola nelle figure 3.5 e 3.7 si nota che lo spessore del central
frame in configurazione chiusa è passato da una dimensione @ = 296,24#77 ad una
dimensione dopo la riprogettazione di @_
= 247,33#77 con un risparmio di circa 49#77
Altro piccolo guadagno lo si ottiene nella dimensione Z. Questa si riduce dalla dimensione di
a = 351,94#77 del’E7 – Trike alla dimensione di a_
= 335#77 dopo la riprogettazione, con
un risparmio di circa 17#77. Seppur non ho abbia valutato in questo studio gli effetti che si
sono avuti dopo la riprogettazione sul rear frame, è possibile stimare che la diminuzione della
dimensione “Z” possa portare ad un restringimento di circa 10#77 anche la carreggiata delle
ruote posteriori.
Lungo la direzione “X” in prima analisi sembrerebbe che la riprogettazione abbia portato ad
un incremento notevole delle dimensioni della struttura: si passa da un precedente b =
404,59#77 ad una dimensione di b_
= 723,45#77, circa 319#77 in più dalla vecchia alla
nuova versione. Alcune considerazioni vanno effettuate. In configurazione chiusa l’E7 – Trike
per poter restare in posizione verticale poggia sulle ruote posteriori folli e su due travi a sezione
circolare di piccole dimensioni, il motore ruota anteriore resta sollevato dal terreno. Queste travi
sono saldate alla parte superiore del telaio e permettono al veicolo di avere un appoggio sul
terreno su quattro punto garantendo stabilità anche in posizione verticale. La nuova versione
non prevede questi perni. I perni sono stati sostituiti dalla parte C_Sedile che, una volta che il
sistema di seduta viene chiuso, arriva a contatto con il terreno garantendo così un appoggio per
tre punti, le due ruote folli posteriori e la parte orizzontale del C_Sedile. Per tale ragione la
dimensione X’ non va confrontata con quella della versione precedente, ma con le dimensioni
di ingombro totali del veicolo, mostrate nella messa in tavola di figura 2.1: b__
= 684,41#77.
In ogni caso abbiamo un aumento delle dimensioni in altezza ci circa 39#77.
Figura 3.10: E7.1 – Trike in configurazione chiusa.
3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra
Pagina | 24
3.8 Confronto tra i pesi dei central frame dell’E7 – Trike e dell’E7.1 – Trike
Dalla riprogettazione non si è riusciti ad ottenere un gran guadagno di peso della struttura,
poco meno di 100#3 passando dalla vecchia versione alla nuova. Considerando l’intero
progetto, è possibile stimare che il peso dell’intero triciclo non vari dalle due versioni. Ciò
significa che uno degli obiettivi principali dello sviluppo del prototipo, scendere al di sotto dei
20#23 totali di peso dell’intero triciclo sarà difficile da raggiungere rimanendo di pochi chili
sopra il target desiderato.
Figura 3.11: C_Barra collegamento, elemento in acciaio del central frame.
4. Cenni sulla tecnologia MBD Michele Giovanni Massafra
Pagina | 25
4. Cenni sulla tecnologia MBD
Il disegno tecnico ad oggi riveste un ruolo fondamentale nel ciclo di vita del prodotto. Infatti
il disegno tecnico grazie ad un linguaggio standardizzato a livello internazionale permette di
dare informazioni relative le fasi di produzione, il controllo e l’assemblaggio delle parti.
Ad oggi i software CAD 3D permettono eseguire messe in tavola in maniera rapida e
completa, potendo inserire in un disegno in 2D digitale tutte le informazioni che verrebbero
normalmente inserite se la messa in tavola fosse fatta manualmente. In questa maniera il
disegno viene velocizzato minimizzando gli errori che si potrebbero commettere svolgendo la
messa in tavola manualmente.
Ci sono tuttavia delle problematiche riguardanti il disegno in 2D. Un progettista quando
concepisce un progetto, o una parte di esso, lo idealizza con una forma tridimensionale e lo
esprime, grazie ai software in commercio, in 3D. Il passo successivo della progettazione
prevede la messa in tavola 2D tale da mettere in evidenza tutti i dettagli della parte; vanno
quindi eseguite le corrette viste in sezione anche su piani differenti ed inserite le corrette quote.
Il disegno verrà successivamente fornito ad un operaio che dovrà leggerlo ed interpretarlo
immaginando come il modello in 2D possa essere realizzato alle macchine utensili. Leggendo
le quote su diverse viste del disegno l’operaio addetto alle macchine deve immaginare il
prodotto finito nelle tre dimensioni per poter eseguire le diverse lavorazioni sul grezzo di
partenza. Alla fine si ottiene il pezzo in 3D come progettato dal progettista. Per la complessità
delle parti spesso le messe in tavola possono essere fraintendibili e soggette ad un possibile
errore di produzione per un difetto di comunicazione tra progettista e operaio dovuto appunto
al messo di comunicazione: la messa in tavola 2D.
Per poter ovviare a questo ripetuto passaggio da 3D a 2D, gli sviluppatori dei software hanno
ideato delle tecnologie di quotatura tridimensionale. Queste tecnologie permettono di quotare
la parte sul modello 3D con tutti i livelli di dettaglio richiesti, quote dimensionali, tolleranze
dimensionali e geometriche, finiture superficiali, processi di piegatura, saldature. In questa
maniera si ha un modello 3D facilmente indagabile che rispecchia esattamente l’idea di partenza
del progettista, e la quotatura necessaria affinché la parte possa essere prodotta.
Fino a questo punto si ha un modello 3D facilmente comprensibile, ma che per poter essere
letto necessiterebbe del software specifico per l’apertura del file digitale. A tal proposito
interviene la Model Based Definition di SolidWorks®
. Questa funzione del software, che
attualmente è una delle più prestanti in materia di quotatura tridimensionale e pubblicazione
della stessa, permette di ottenere modelli 3D quotati esportabili in formato .pdf. Il formato .pdf
è un formato facilmente consultabile avente la proprietà di non poter essere modificato. Per
poter aprire un file pdf 3D si necessita di leggeri programmi open source che abbiano la
possibilità di leggere un file 3D.
La peculiarità di questa tipologia di file non è solo avere tutte le viste necessarie alla lettura e
comprensione del modello in un unico file che occupa poco spazio in memoria ed eseguibile da
chiunque, fin qui non cambia molto da avere una messa in tavola digitalizzata in un normale
file. La novità sostanziale del pdf 3D risiede nella possibilità di poter visualizzare il modello
quotato all’interno del file stesso come se lo si avesse sul CAD. All’interno del file è possibile
ruotare, traslare, zoommare la vista selezionata in modo da poterla leggere con più facilità.
Le messe in tavola 3D sono provviste di cartiglio come tutti i disegni e prevedono una zona
laterale dove è possibile inserire note riguardanti la parte o le sue lavorazioni o trattamenti
4. Cenni sulla tecnologia MBD Michele Giovanni Massafra
Pagina | 26
superficiali. Inoltre l’ambiente della messa in tavola è facilmente modificabile e
personalizzabile caricando all’interno delle librerie di SolidWorks®
i template personalizzati.
In questa maniera si ottiene un foglio di lavoro personalizzato, proprio come per i cartigli delle
messe in tavola fino ad ora impiegate.
Nelle appendici I e II vi sono gli esempi di due parti prismatiche dell’E7.1 – Trike, facenti
parte dell’assieme della piastra di collegamento del central frame al frontal frame.
Figura 4.1: Cerniera fissa di collegamento central frame con frontal frame.
Figura 4.2: Piastra frontale della cerniera fissa di collegamento central frame con frontal frame.
Questo esempio permette di vedere come la parte può essere facilmente compresa da chi la
legge mentre la si osserva in formato digitale. In questo modo si possono selezionare le viste
preimpostate, oppure una vista particolare, individuata ruotando la parte nell’ambiente di
lavoro, e successivamente si può decidere di stampare le viste necessarie all’addetto alla
produzione.
5. Conclusioni Michele Giovanni Massafra
Pagina | 27
5. Conclusioni
In seguito alla riprogettazione del PAMD sviluppato dal nostro team studentesco si sono
notati diversi aspetti positivi ed altri ancora migliorabili.
Partendo dal presupposto che lo studio svolto si concentra unicamente sulla parte centrale del
veicolo è possibile trarre una stima globale dei benefici ottenuti dalla riprogettazione ricordando
gli obiettivi da voler raggiungere con la stessa.
Lo scopo principale della riprogettazione è stato quello di abbattere il peso del veicolo in
modo da renderlo il più facile possibile da trasportare, prima qualità che un PAMD deve avere.
Dallo studio svolto si può concludere che la parte centrale non ha portato ad un notevole
risparmio di peso, come riportato nel paragrafo 3.8 si è stimato un risparmio di circa 1003.
Analizzando i due prototipi si nota un notevole aumento di parti che compongono il progetto
del central frame: il modello nuovo è composto da ben quindici parti ottenute tutte in officina,
contro le cinque parti del precedente modello, alcune delle quali sono componenti acquistati.
Parte del peso potrebbe essere guadagnato andando a snellire il progetto riducendo il numero
delle parti, ad esempio andando a semplificare il sistema di chiusura del quadrilatero articolato
che compone la seduta del veicolo. Inoltre è da notare come il nuovo central frame abbia le
parti C_Barra collegamento, C_0007 – Perno.inf e C_0007 – Perno.sup di acciaio. Sarebbe
interessante compiere uno studio sulla effettiva necessità di avere questi elementi in acciaio o
se fosse possibile andare a sostituirli con dei corrispettivi in altro materiale a densità inferiore.
Lo studio sulla rigidezza dei telai ha portato a concludere che passare ad un telaio composto
da elementi aventi sezioni differenti porta ad una effettiva riduzione della sollecitazione della
struttura. La risposta alle sollecitazioni statiche che la nuova struttura ha, rispetto alla
precedente, porta a concludere che si migliora la rigidezza andando a minimizzare le lavorazioni
meccaniche sulle parti. Nel particolare si è passati sa un telaio a sezione circolare con tre angoli
di piegatura a 90° su tre piani differenti incrementando notevolmente gli stress residui dal
processo di piegatura. Meno pericoloso per la struttura risulta l’assemblaggio di parti a sezioni
differenti saldate tra loro.
Altro punto focale della riprogettazione è stato l’ottimizzazione delle dimensioni del veicolo
in configurazione chiusa, per rendere più agevole in trasporto manuale. Da questo punto di vista
i cambiamenti hanno portato ottimi risultati. Il veicolo risulta notevolmente più piccolo nello
spessore, questo guadagno è stato possibile introducendo il sistema a quadrilatero articolato del
sistema di chiusura che rende molto compatto lo spessore. Anche la larghezza è stata ridotta
leggermente avendo ridotto la larghezza della struttura centrale ed avendo introdotto un sistema
di chiusura delle ruote posteriori, della quale non si è discusso in questo lavoro. Leggermente
ridotta risulta anche la carreggiata posteriore del veicolo, ciò ha permesso di rendere più
compatta la struttura. Aumentata risulta la dimensione in altezza la quale va ad incidere meno
delle altre sulla facilità di trasporto, infatti l’altezza in configurazione richiusa del veicolo incide
principalmente sull’impugnatura per poter trasportare in veicolo da richiuso.
Durante la progettazione dell’E7 – Trike è stato svolto uno studio sull’ergonomia del veicolo,
andando a vedere come persone di statura diversa trovino confortevole la guida andando a
variare l’altezza della seduta. La possibilità di variare l’altezza della seduta è stata persa
passando alla nuova versione di PAMD, infatti la seduta ha una unica altezza comandata dal
sistema di bloccaggio. Il futuro del progetto potrebbe riguardare l’ottimizzazione
dell’ergonomia del veicolo, andando a progettare un sistema di seduta che unisca la
compattezza in configurazione chiusa del veicolo, la comodità della seduta che distribuisca il
5. Conclusioni Michele Giovanni Massafra
Pagina | 28
peso del guidatore sull’intera struttura del veicolo, a differenza della seduta della versione
precedente costituita da un sellino di bicicletta che concentrava il peso nel puto centrale del
telaio, e la possibilità di regolare la seduta per poter rendere confortevole la guida a persone di
diversa statura.
Per quanto riguarda la tecnologia MBD, potrebbe sembrare in un primo momento che il suo
scopo sia quello di rendere il disegno completamente digitale in un epoca che cerca di ridurre
al minimo ogni spreco come può sembrare quello della carta per i disegni 2D. Lo scopo
principale di questa nuova tecnologia è velocizzare il processo di progettazione bypassando il
disegno bidimensionale andando a riportare le quote direttamente sul modello 3D, per poter
ridurre al minimo i possibili errori di produzione causati da un errore di lettura ed
interpretazione dei disegni fornendo da parte dei progettisti un disegno facilmente
comprensibile.
Appendici Michele Giovanni Massafra
Pagina | I
Appendice I
Figura I.1: Messa in tavola 3D, con tecnologia MBD, della cernira di collegamento tra central frame e rear frame, dell’assieme cerniera frontale.
Appendici Michele Giovanni Massafra
Pagina | II
Appendice II
Figura II.1: Messa in tavola 3D, con tecnologia MBD, della piastra di collegamento tra central frame e rear frame dell’assieme cerniera frontale.
Pagina | III
Bibliografia
[1] Office of European Union, "Regulation (EC) No 443/2009," European Council, Brussels,
2009c.
[2] ANSA, «Nel 2020 veicoli ibridi e elettrici saranno l'8% del mercato,» ANSA Motori, 14
Novembre 2015. [Online]. Available:
http://www.ansa.it/motori/notizie/rubriche/mobilita/2014/11/14/nel-2020-veicoli-ibridi-e-
elettrici-saranno-l8-del-mercato_8aed6814-eb4e-4aa8-948e-9c8603b5dc8a.html.
[3] ©2016 Dassault Systemes, «Analisi degli elementi finiti,» SolidWorks Corporation,
[Online]. Available: http://www.solidworks.it/sw/products/simulation/finite-element-
analysis.htm.
[4] ©2016 Dassault Systemes, «SolidWorks MBD,» SolidWorks Corporation, [Online].
Available: http://www.solidworks.it/sw/products/technical-
communication/32619_ITA_HTML.htm.
[5] L. Goglio, «Cedimento statico,» in Dispensa per il corso "Fondamenti di Meccanica
Strutturale", pp. 48 - 49.
[6] Team 7, «FINAL REPORT_Team7,» Plitecnico di Torino, Tongji University, Technion
Israel Institute of Technology, Torino, 2014.
[7] [Online]. Available: http://katteway.com/images/Robstep-Robin-M1-High-Tech-
Intelligent-Robot-Scooter-Red.jpg.
[8] [Online]. Available: http://www.motorstown.com/images/mz-charly-02.jpg.
[9] [Online]. Available:
http://moto.brick7.it/media/it/872501_872600/872512_f6acdce280ceb47e.jpg.

Weitere ähnliche Inhalte

Ähnlich wie Tesi Michele G. Massafra

Articolo ATA - Paolo Ferrua
Articolo ATA - Paolo FerruaArticolo ATA - Paolo Ferrua
Articolo ATA - Paolo FerruaPaolo Ferrua
 
Articolo Aias 2008 Carena
Articolo Aias 2008 CarenaArticolo Aias 2008 Carena
Articolo Aias 2008 Carenaguestb7ee30
 
Application of hydrogen in logistical transport: a multi-criteria analysis fo...
Application of hydrogen in logistical transport: a multi-criteria analysis fo...Application of hydrogen in logistical transport: a multi-criteria analysis fo...
Application of hydrogen in logistical transport: a multi-criteria analysis fo...ClaudioDeToma
 
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula saeDesign Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula saeMarco Basilici
 
Smau Napoli 2013 Dattilo
Smau Napoli 2013 DattiloSmau Napoli 2013 Dattilo
Smau Napoli 2013 DattiloSMAU
 
Fairchild partecipa a PCIM 2013
Fairchild partecipa a PCIM 2013Fairchild partecipa a PCIM 2013
Fairchild partecipa a PCIM 2013SEIGRADI
 
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - PisaLaurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - PisaMarcoGabiccini
 
VirtualEnergy - Attività svolte e risultati ottenuti
VirtualEnergy - Attività svolte e risultati ottenutiVirtualEnergy - Attività svolte e risultati ottenuti
VirtualEnergy - Attività svolte e risultati ottenutiSardegna Ricerche
 
Rinnovabili ITAE CNR nuovo servizio di TEST Auto Elettriche
Rinnovabili ITAE CNR nuovo servizio di TEST Auto ElettricheRinnovabili ITAE CNR nuovo servizio di TEST Auto Elettriche
Rinnovabili ITAE CNR nuovo servizio di TEST Auto ElettricheRinnovabiliIT
 
L’Impegno Enel per la Mobilità Elettrica
L’Impegno Enel per la Mobilità ElettricaL’Impegno Enel per la Mobilità Elettrica
L’Impegno Enel per la Mobilità ElettricaEnel S.p.A.
 
Presentazione Tesi Magistrale Francesca Abbattista
Presentazione Tesi Magistrale Francesca AbbattistaPresentazione Tesi Magistrale Francesca Abbattista
Presentazione Tesi Magistrale Francesca AbbattistaFrancesca Abbattista
 
Metodi ed algoritmi per la progettazione, gestione il controllo di distretti ...
Metodi ed algoritmi per la progettazione, gestione il controllo di distretti ...Metodi ed algoritmi per la progettazione, gestione il controllo di distretti ...
Metodi ed algoritmi per la progettazione, gestione il controllo di distretti ...Confindustria Emilia-Romagna Ricerca
 
Iveco ECODAILY
Iveco ECODAILYIveco ECODAILY
Iveco ECODAILYivecoitaly
 
Un sistema di persistenza per motori di workflow business-oriented BPMN
Un sistema di persistenza per motori di workflow business-oriented BPMNUn sistema di persistenza per motori di workflow business-oriented BPMN
Un sistema di persistenza per motori di workflow business-oriented BPMNAlessandro Segatto
 
I moduli di alimentazione a inverter trifase a velocità variabile di Fairchil...
I moduli di alimentazione a inverter trifase a velocità variabile di Fairchil...I moduli di alimentazione a inverter trifase a velocità variabile di Fairchil...
I moduli di alimentazione a inverter trifase a velocità variabile di Fairchil...SEIGRADI
 
La meccanizzazione nelle imprese e strumenti per la scelta delle trattrici p...
La meccanizzazione nelle imprese e strumenti per  la scelta delle trattrici p...La meccanizzazione nelle imprese e strumenti per  la scelta delle trattrici p...
La meccanizzazione nelle imprese e strumenti per la scelta delle trattrici p...AgerRicercaeConsulen
 

Ähnlich wie Tesi Michele G. Massafra (20)

Articolo ATA - Paolo Ferrua
Articolo ATA - Paolo FerruaArticolo ATA - Paolo Ferrua
Articolo ATA - Paolo Ferrua
 
Articolo Aias 2008 Carena
Articolo Aias 2008 CarenaArticolo Aias 2008 Carena
Articolo Aias 2008 Carena
 
Application of hydrogen in logistical transport: a multi-criteria analysis fo...
Application of hydrogen in logistical transport: a multi-criteria analysis fo...Application of hydrogen in logistical transport: a multi-criteria analysis fo...
Application of hydrogen in logistical transport: a multi-criteria analysis fo...
 
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula saeDesign Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
 
Smau Napoli 2013 Dattilo
Smau Napoli 2013 DattiloSmau Napoli 2013 Dattilo
Smau Napoli 2013 Dattilo
 
Fairchild partecipa a PCIM 2013
Fairchild partecipa a PCIM 2013Fairchild partecipa a PCIM 2013
Fairchild partecipa a PCIM 2013
 
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - PisaLaurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
 
VirtualEnergy - Attività svolte e risultati ottenuti
VirtualEnergy - Attività svolte e risultati ottenutiVirtualEnergy - Attività svolte e risultati ottenuti
VirtualEnergy - Attività svolte e risultati ottenuti
 
Rinnovabili ITAE CNR nuovo servizio di TEST Auto Elettriche
Rinnovabili ITAE CNR nuovo servizio di TEST Auto ElettricheRinnovabili ITAE CNR nuovo servizio di TEST Auto Elettriche
Rinnovabili ITAE CNR nuovo servizio di TEST Auto Elettriche
 
L’Impegno Enel per la Mobilità Elettrica
L’Impegno Enel per la Mobilità ElettricaL’Impegno Enel per la Mobilità Elettrica
L’Impegno Enel per la Mobilità Elettrica
 
Federico Galliano a SCE 2012
Federico Galliano a SCE 2012Federico Galliano a SCE 2012
Federico Galliano a SCE 2012
 
European e-competence-framework-3.0 Italian language
European e-competence-framework-3.0 Italian languageEuropean e-competence-framework-3.0 Italian language
European e-competence-framework-3.0 Italian language
 
Presentazione Tesi Magistrale Francesca Abbattista
Presentazione Tesi Magistrale Francesca AbbattistaPresentazione Tesi Magistrale Francesca Abbattista
Presentazione Tesi Magistrale Francesca Abbattista
 
Metodi ed algoritmi per la progettazione, gestione il controllo di distretti ...
Metodi ed algoritmi per la progettazione, gestione il controllo di distretti ...Metodi ed algoritmi per la progettazione, gestione il controllo di distretti ...
Metodi ed algoritmi per la progettazione, gestione il controllo di distretti ...
 
Iveco ECODAILY
Iveco ECODAILYIveco ECODAILY
Iveco ECODAILY
 
MMTECHS Magazine November 2019
MMTECHS Magazine November 2019MMTECHS Magazine November 2019
MMTECHS Magazine November 2019
 
Un sistema di persistenza per motori di workflow business-oriented BPMN
Un sistema di persistenza per motori di workflow business-oriented BPMNUn sistema di persistenza per motori di workflow business-oriented BPMN
Un sistema di persistenza per motori di workflow business-oriented BPMN
 
I moduli di alimentazione a inverter trifase a velocità variabile di Fairchil...
I moduli di alimentazione a inverter trifase a velocità variabile di Fairchil...I moduli di alimentazione a inverter trifase a velocità variabile di Fairchil...
I moduli di alimentazione a inverter trifase a velocità variabile di Fairchil...
 
La meccanizzazione nelle imprese e strumenti per la scelta delle trattrici p...
La meccanizzazione nelle imprese e strumenti per  la scelta delle trattrici p...La meccanizzazione nelle imprese e strumenti per  la scelta delle trattrici p...
La meccanizzazione nelle imprese e strumenti per la scelta delle trattrici p...
 
Zet mote presentation
Zet mote presentationZet mote presentation
Zet mote presentation
 

Tesi Michele G. Massafra

  • 1. POLITECNICO DI TORINO Dipartimento di Ingegneria Meccanica ed Aereospaziale Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Meccanica Prova finale Ottimizzazione di un veicolo elettrico portatile Comparazione dei central frame di due prototipi di PAMD: dal progetto alla produzione Relatore Prof.re Stefano Tornincasa Candidato Michele Giovanni Massafra Luglio 2016
  • 2. Indice 1. Introduzione 1! 1.1! Obiettivi ed organizzazione della tesi 2! 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame 3! 2.1 Requisiti di un PAMD e risultati ottenuti con E7 – Tirke 3! 2.2 Progetto dei telai dei central frame E7 – Trike, E7.1 – Trike 4! 2.2.1 Central frame E7 – Trike 5! 2.3 Analisi FEM dei telai e confronto dei risultati 7! 2.3.1 Analisi FEM del central frame dell’E7 – Trike 8! 2.3.2 Analisi FEM del central frame dell’E7.1 – Trike 11! 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame 16! 3.1 Sistema di seduta dell’E7 – Trike 16! 3.2 Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7 – Trike 17! 3.3 Stima del peso del central frame dell’E7 – Trike 18! 3.4 Sistema di seduta dell’E7.1 – Trike 19! 3.5 Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7.1 – Trike 21! 3.6 Stima del peso del central frame dell’E7.1 – Trike 22! 3.7 Confronto degli ingombri dei central frame dell’E7 – Trike e dell’E7.1 – Trike 23! 3.8 Confronto tra i pesi dei central frame dell’E7 – Trike e dell’E7.1 – Trike 24! 4. Cenni sulla tecnologia MBD 25! 5. Conclusioni 27! Appendice I I! Appendice II II! Bibliografia III!
  • 3. 1. Introduzione Michele Giovanni Massafra Pagina | 1 1. Introduzione Per far fronte alla impellente necessità di ridurre le emissioni di CO2, fissate per l’Europa alla quota di 95# $ %& '() entro il 2020 [1], il mercato cerca di incrementare la produzione e vendita di veicoli eco sostenibili. Secondo una ricerca condotta dall'istituto francese di studi e analisi Xerfi, per cercare di raggiungere l’obbiettivo imposto dal Consiglio di Regolazione Europeo, è necessario ricorrere a tecnologie che impieghino motori ibridi o motori elettrici. Secondo una stima dello stesso Xerfi nel 2020 circa l’8% dei veicoli circolanti saranno veicoli “verdi”; nel particolare la stima parla di una maggioranza sul mercato di veicoli ibridi, circa il 7% del totale, ed il rimanente 1% di veicoli elettrici [2]. In questo contesto si inserisce la proposta progettuale lanciata dal consorzio PACE1 nel triennio 2011 – 2014. Lo scopo di questa competizione che vedeva impegnate numerose università del mondo era la progettazione e produzione di un prototipo di PAMD2 . Il nostro Politecnico, in collaborazione con Technion Israel Institute of Technology e la Tongji University hanno preso parte a questa competizione presentando al Global Annual Forum, Turin 2014 il prototipo E7 – Trike. Un PAMD è un veicolo elettrico portatile che sostiene la mobilità giornaliera delle persone aiutandole a percorrere il “primo – ultimo miglio”: un tragitto giornaliero che prevede la percorrenza di medie distanze che portino da casa alla fermata dei mezzi di trasporto pubblico al posto di lavoro e ritorno. Affinché possa essere agevole compiere questi spostamenti, i quali potrebbero prevedere il superamento ostacoli quali gradini, ascensori, utilizzare mezzi di trasporto pubblico. Per tale ragione le caratteristiche principali di un PAMD devono essere facilità di trasporto e leggerezza, oltre essere dotato di autonomia sufficiente per permettere di percorrere i tragitti voluti. Figura 1.1: Concetto di "primo - ultimo miglio". 1 PACE: Partners for the Advancement Collaborative Engeneering Education, consorzio di aziende che sponsorizzano e finanziano competizioni accademiche in ambito industriale. 2 PAMD: Portable Assisted Mobility Device, veicolo per la mobilità giornaliera.
  • 4. 1. Introduzione Michele Giovanni Massafra Pagina | 2 1.1!Obiettivi ed organizzazione della tesi Al termine del progetto, il futuro del primo prototipo è stato il suo sviluppo nell’intento di ottimizzare peso del veicolo e le sue dimensioni senza influenzarne le prestazioni ed il concept di partenza. Il lavoro al quale mi sono dedicato è stata la rimodellazione della parte centrale (central frame) del nostro PAMD, in seguito ad una parziale riprogettazione. Si vogliono qui mostrare le principali novità che riguardano il nuovo frame e paragonarle con il precedente dal punto di vista della rigidezza strutturale, peso, ingombri e produzione, con uno sguardo al futuro di quest’ultimo punto affacciandoci a quella che è la tecnologia MBD3 . Figura 1.2: Primo prototipo dell'E7 – Trike (Central frame). Il capitolo seguente inizierà con una parte espositiva dei traguardi raggiunti con il primo prototipo E7 – Trike, focalizzando l’attenzione sulla rigidezza della struttura del central frame. Questi dati verranno confrontati con i corrispettivi ottenuti dagli studi che ho svolto sul nuovo central frame. La trattazione continuerà con le modifiche che sono state apportate al fine di migliorare il sistema di seduta, gli ingombri ed il peso della struttura del prototipo. Verrà mostrata la tecnologia utilizzata per la realizzazione del primo prototipo e le modifiche previste dalla riprogettazione. Verrà mostrato come questo nuovo concept, limitatamente sempre al central frame, incrementa le qualità del prototipo in termini di facilità di trasporto. Ultimo argomento della trattazione riguarda la produzione del prototipo. Nel particolare si vuole porre l’attenzione alle novità che i software CAD 3D propongono per velocizzare e facilitare la comprensione dei modelli progettati. Per gli studi sono stati utilizzati gli strumenti messi a disposizione dal software di modellazione e simulazione CAD 3D utilizzato durante il corso di studi: SolidWorks® , con i suoi componenti SolidWorks® Simulation [3], per l’analisi statica FEM, e SolidWorks® MBD [4], per la tecnologia MBD. 3 MBD: Model Based Definition.
  • 5. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 3 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame 2.1 Requisiti di un PAMD e risultati ottenuti con E7 – Tirke I requisiti richiesti per la progettazione del prototipo di PAMD erano dei criteri che permettessero di ottenere un veicolo a basso impatto ambientale, facilmente trasportabile, che rispetti i limiti di legge per i veicoli che possano circolare senza immatricolazione e la guida senza casco4 . Per questa categoria di veicoli l’Europa e l’Italia richiedono che vengano rispettati i seguenti criteri: •! Potenza massima del motore 250#0; •! Massimo peso del veicolo 40#23; •! Velocità massima di 20# %& 4 ; •! Sistema di auto limitatore di velocità a 6# %& 4 nelle zone pedonali; •! Età minima per poter condurre il veicolo di 16 anni; •! Divieto di circolo in situazioni di scarsa visibilità. Figura 2.1: E7 – Trike. In quest’ottica il nostro team ha sviluppato il prototipo di un triciclo elettrico che potesse essere trasportato, una volta richiuso, come una valigia di medie dimensioni. È stata sviluppata l’idea di triciclo in quanto questa tipologia di veicolo, poggiando su tre ruote, mantiene una buona stabilità sia durante la guida e da fermo. Ciò permette una maggiore facilità di guida in modo da poter essere utilizzato da una ampia gamma di possibili fruitori, dai giovani agli anziani. Per poter rientrare all’interno della gamma dei green vehicle, quindi essere considerato un veicolo a basso impatto ambientale, il progetto PACE – PAMD imponeva la trazione di tipo elettrico per i veicoli sviluppati; si è optato per un motore ruota anteriore da 250#0 capace di raggiungere una velocità massima non superiore ai 20# %& 4 . Per quel che riguarda la facilità di 4 Normative EN 1594 e EN 14764.
  • 6. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 4 trasporto, il sistema di chiusura dell’E7 – Trike è costituito da un quadrilatero articolato che collega central frame con frontal frame; tale meccanismo permette con un semplice gesto di richiudere il triciclo ottenendo delle dimensioni non molto superiori ad una valigia di medie dimensioni: 684,41#77##8#446#77#8#500,46#77. In aggiunta il peso complessivo del veicolo è stato stimato di 23#23, 3#23 superiore rispetto al limite imposto dal target del progetto. Tuttavia è stato notato che il prototipo dispone una batteria del peso di 3#23 che garantisce una autonomia di 20#ℎ con un tempo di ricarica di 4#ℎ, leggermente sovradimensionata per l’utilizzo ultimo del veicolo. Figura 2.2: Dimensioni dell'E7 - Trike in configurazione chiusa. Lo scopo principale della riprogettazione è quello di ridurre il peso del veicolo cercando di farlo rientrare all’interno dei 20#23. 2.2 Progetto dei telai dei central frame E7 – Trike, E7.1 – Trike5 In questo capitolo verranno presentate le due scelte progettuali per i telai dei central frame dei prototipi. Verranno mostrate le varie parti che compongono li compongono. Successivamente verranno mostrati i risultati delle analisi FEM eseguite nelle medesime condizioni di carico e vincoli applicati ai telai in modo da confrontare le due risposte dai telai alla sollecitazione statica. 5 E7.1 – Trike: con questa dicitura verrà indicato il nuovo prototipo sviluppato, nell’A.A. 2015/2016, dal precedente prototipo E7 – Trike.
  • 7. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 5 2.2.1 Central frame E7 – Trike Il central frame del’E7 – Trike è costituito da un telaio, due piastre di collegamento, Supp_lamierades, del telaio al rear frame, l’assieme di seduta. Quest’ultimo verrà discusso nel capitolo 3. Il telaio è stato realizzato con un unico tubo di alluminio di diametro 40#77 spesso 2,5#77. Questo tubo è stato piegato in tre punti con dei raggi di curvatura di 90° in modo da ottenere una struttura, in vista laterale, al “L”. Sulla parte superiore della struttura è stato saldato un supporto per canotto circolare di diametro 32#77, spessore 2#77, lunghezza 200#77, sede del tubolare della seduta del veicolo. Come materiale è stata scelto l’alluminio per poter ottenere un buon compromesso tra proprietà meccaniche, peso della struttura, costi dei materiali ed in fine smaltimento una volta arrivato alla fine del ciclo di vita del prodotto; proprio su quest’ultimo punto vale la pena sottolineare che la maggior parte dell’E7 – Trike è realizzato in lega di alluminio. L’impiego della geometria circolare, nel particolare circolare cava, per il telaio del veicolo è stata effettuata in quanto si è reputato fosse più semplice interfacciarla con le altre parti del veicolo, frontal e rear frame, ed anche con gli eventuali agganci per la copertura dello stesso. La sezione cava, confrontata inoltre con una sezione circolare piena, permette di ottenere un notevole risparmio di peso e risponde meglio alle sollecitazioni a torsione, alla quale la struttura del veicolo potrebbe risultare sollecitata nel caso in cui si trovi a dover affrontare una curva ed il preso non sia perfettamente bilanciato sull’intera struttura. Le piastre di collegamento sono realizzate da due lamiere di alluminio dello spessore di 4#77 unite tra loro da un blocchetto che ha inoltre la funzione di riferire in montaggio i bracci delle ruote posteriori facenti parte del rear frame. Queste lamiere presentano due fori, il foro superiore per l’alloggiamento dell’ammortizzatore, impiegato per incrementare il comfort di guida del veicolo, quello inferiore per l’alloggiamento del silentblock montato sul braccio del rear frame. Figura 2.3: Bollatura del central frame dell’E7 – Trike.
  • 8. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 6 Tabella 2.1: Distinta del base central frame dell’E7 – Trike. N° articolo Nome parte Descrizione Quantità 1 Telaio Tubo 40#8#2,5#77 – alluminio 6061 1 2 supp_canotto Tubo 32#8#2#77 – alluminio 6061 1 3 Supp_lamierades Lamiera 4#77 – alluminio 6061 2 2.2.3 Central frame E7.1 – Trike Nel central frame del nuovo prototipo risiedono le modifiche principali apportate al triciclo. Sostanziale è stata la modifica apportata al telaio che ha permesso l’eliminazione delle piastre di collegamento. Totalmente rinnovata è anche la seduta del veicolo, verrà discussa e confrontata con la versione precedente nel capitolo 3. Tuttavia la riprogettazione ha portato ad ottenere un central frame interamente prodotto in officina con un numero di parti da produrre molto maggiore rispetto alla versione essenziale proposta nella prima versione del prototipo. Il telaio, interamente in alluminio come la precedente versione, è costituito da quattro parti differenti: C_0001, C_0002, C_0003, C_profilato rinforzo. Queste quattro parti vanno a comporre un telaio ibrido i cui componenti hanno sezioni diverse saldate tra loro. Nel particolare il componente C_0001 è un tubo di diametro 30#77 e spessore 3#77, realizzato mediante due piegature con angolazioni differenti. La parte C_0002 è ottenuta da un profilato a “C”, di dimensioni 35#77#8#35#77#8#3#77, nel quale sono ricavati quattro fori, sulle due facce parallele. Questi quattro fori corrispondono ai quattro ricavati sulle piastre di collegamento della versione precedente di prototipo, quindi i due superiori alloggiano gli ammortizzatori, presenti anche in questa versione, i due inferiori alloggiano i silentblock montati sui bracci del rear frame. Sia i silentblock che gli ammortizzatori sono montati su perni di sezioni circolare cave in acciaio che fungono da supporto anche per il sistema di seduta. I perni sono accoppiati con il telaio per mezzo di quattro boccole in alluminio le quali si interfacciano con i fori interni del profilato C_0002 aventi dimensioni di 18#77. Questi perni hanno dimensioni: diametro 12#77, spessore 1#77, lunghezza 338#77. La parte C_0003 è un tubo di alluminio di diametro 35#77 e spessore 3#77. Il suo scopo è completare la porzione superiore del telaio, e tramite due sporgenze ricavate superiormente, realizzare il sistema di bloccaggio e sbloccaggio del sistema di seduta per mezzo di un leveraggio. Il C_profilo rinforzo è un lamierino ricavato da un profilato ad “L” di dimensioni 15#77#8#10#77#8#2#77, piegato in due punti per interfacciarsi, ed andare a rinforzare il giunto saldato tra le parti C_0001 e C_0002.
  • 9. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 7 Figura 2.4: Bollatura del central frame dell’E7.1 – Trike. Tabella 2.2: Distinta del base central frame dell’E7.1 – Trike. N° articolo Nome parte Descrizione Quantità 1 C_0001 Tubo 30#8#3#77 – alluminio 6061 1 2 C_0002 Profilato “C” 35#8#35#8#3#77 – alluminio 6061 2 3 C_0003 Tubo 35#8#3#77 – alluminio 6061 1 4 C_profilato rinforzo Profilato “L” 15#8#10#8#2#77 – alluminio 6061 2 5 C_0010 – Boccola_ Alluminio 6061 4 6 C_0007 – Perno.inf Perno 12#8#1#77 – Acciaio A286 generico 1 7 C_0007 – Perno.sup Perno 12#8#1#77 – Acciaio A286 generico 1 2.3 Analisi FEM dei telai e confronto dei risultati Per lo studio statico delle strutture per mezzo dell’analisi FEM, ho utilizzato il sistema di simulazione presente all’interno della versione professional di SolidWorks® : SolidWorks® Simulation. Ho svolto le simulazioni solamente sui telai dei due central frame: per l’E7 – Trike non è stata tenuta in conto la presenza delle piastre di collegamento e del sistema di seduta; per l’E7.1 – Trike non è stata tenuta in conto la presenza del sistema si seduta e la presenza dei perni superiore ed inferiore e delle boccole del telaio. Ho adottato questa scelta per rendere più semplice la risoluzione del problema da parte del solver del software. Lo scopo primo di questo
  • 10. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 8 studio è la valutazione delle differenze tra due strutture ugualmente vincolate e sollecitate, ma aventi l’una geometria fissa ma un processo di lavorazione che ha indotto numerosi stress sull’intera struttura, l’altra geometria ibrida nella quale le lavorazioni meccaniche sulle singole parti sono limitate ma il maggior numero di saldature ha introdotto un numero maggiore di stress localizzati negli intorni di queste ultime. I telai sono entrambi realizzati interamente in lega di alluminio, nello studio sono quindi stati impostati gli stessi materiali per le parti che costituiscono il telaio. Il materiale utilizzato nell’analisi è la lega di alluminio 6061 presente all’interno della libreria dei materiali di SolidWorks® . Nella tabella seguente vengono indicate le proprietà del materiale utilizzato. Tabella 2.3: Proprietà meccaniche dalla libreria SolidWorks® materials per alluminio Lega 6061. Proprietà Quantità Unità di misura Modulo elastico 69000 <=> Coefficiente di Poisson 0,33 – Modulo di taglio 26000 <=> Resistenza alla trazione 124,08 <=> Snervamento 55,15 <=> 2.3.1 Analisi FEM del central frame dell’E7 – Trike Essendo il telaio del E7 – Trike ricavato da un unico tubo dove sulla parte superiore è saldato un supporto per canotto sempre tubolare, dettaglio in Figura 2.2, ho impostato come contatti tra le parte del central frame un contatto globale unito per l’intera struttura. La struttura è stata vincolata con una cerniera sul tubolare anteriore, che simula la connessione con la cerniera che unisce central frame con frontal frame impedendo la traslazione laterale e verticale della struttura, con un doppio doppio pendolo sulle due parte laterali di raccordo tra tubolare anteriore e superiore, a simulare la connessione con i bracci del rear frame impedendo la rotazione della struttura lungo l’asse verticale @. Nella figura seguente in verde verranno indicati i vincoli imposti alla struttura. La struttura è stata caricata con una forza concentrata A = 1570#C sul bordo del supp_canotto della seduta in direzione A = −AE. Ho scelto di sollecitare la struttura con un carico di questa entità considerando che il veicolo sia guidato da una persona di peso = = 80#23 e sottoposto ad una accelerazione pari a 23, ipotizzando che possa essere la massima accelerazione alla quale può essere sottoposta la struttura durante il suo utilizzo, in viola verrà indicato il carico concentrato sulla struttura: A = = ∗ 23 = 80 ∗ 2 ∗ 9,81 = 1569,6C# ≈ 1570#C
  • 11. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 9 Figura 2.5: Carico e vincoli sulla struttura dell’E7 – Trike. Il tipo di mesh utilizzata è una mesh standard congruente ad elementi solidi di dimensioni 11,529#77 con una tolleranza di 0,577#77 e 16 punti jacobiani. Con questa mesh la struttura è stata divisa in 16456 nodi ed un totale di 8310 elementi. Per la semplicità della struttura e per i pochi contatti tra diversi elementi che la componevano non è stato necessario utilizzare una mash fine e non è stato necessario eseguire alcun controllo sulla mash.
  • 12. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 10 Figura 2.6: Mesh eseguita sul telaio del central frame dell’E7 – Trike. Lo studio statico è stato svolto secondo la teoria dell’energia di deformazione massima di Von Mises. Il risultato ottenuto è congruente con quanto ci si poteva aspettare: la zona maggiormente sollecitata è la parte dove si ha la curvatura della struttura che porta alla zona superiore del central frame. Stando ai risultati dell’analisi questa zona è fortemente sollecitata al punto da raggiungere e superare di circa un ordine di grandezza la tensione di snervamento del materiale, quindi la struttura dovrebbe cedere se sottoposta ad un carico di 1570#C. La tensione che si raggiunge risulta essere pari a: HIJ = 132,30#<=> HKJ = 55,15#<=> ⇒ 'M = NOP NQP = RR,SR ST),TU = 0,417 Le tensioni massime raggiunte, e quindi i coefficienti di sicurezza, sono stati calcolati secondo la teoria dell’energia massima di deformazione di Von Mises. I valori di tensione di snervamento e tensione massima di rottura sono stati considerati quelli impostati dalla libreria dei materiali di SolidWorks® , come riportato in Tabella 2.3.
  • 13. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 11 Figura 2.7: Diagramma delle sollecitazioni sul central frame dell’E7 – Trike. Sebbene lo studio effettuato porta a sostenere che la struttura fallisca durante il suo utilizzo, possono essere fatte diverse considerazioni a favore della rigidezza della struttura. In primo luogo la struttura è stata progettata con una lamiera di alluminio che copre lo spazio vuoto del central frame (dettaglio in Figura 1.2) che per questioni di semplicità di risoluzione del problema da parte del solver del programma è stata omessa. La presenza di questa lamiera da maggiore continuità alla struttura e quindi potrebbe andare a risolvere il problema della concentrazione degli sforzi nella zona rossa del grafico. Altra considerazione a favore, il vincolo del doppio doppio pendolo dovrebbe essere applicato ai fori delle Supp_lamierades che congiungono il central frame al rear frame, ovvero i fori dove vengono montati i silentblock dei bracci delle ruote posteriori. Come anticipato all’inizio del paragrafo, le lamiere di supporto non sono state inserite all’interno del modello per rendere più facile la risoluzione del problema. Tuttavia è evidente che la struttura presenta delle zone di concentrazione degli sforzi proprio dove sono state effettuate le lavorazioni meccaniche di piegatura del telaio per ottenere la forma voluta, quindi proprio dove la struttura risulta maggiormente stressata dalle lavorazioni meccaniche. 2.3.2 Analisi FEM del central frame dell’E7.1 – Trike Ciò che caratterizza la nuova versione dell’E7.1 – Trike, come già anticipato nel paragrafo 2.2.3, è la progettazione di un telaio ibrido formato da sei parti saldate tra loro. Essendo il telaio formato da diverse parti, ed essendo complicato inserire gli effetti indotti sulla struttura dai processi di saldatura, sono stati impostati come informazioni sui contatti, un contatto globale unito per le parti C_0001, C_0002, C_0003, e contatti di gruppo di tipo unito tra i profilati di rinforzo e le parti C_0001 e C_0002.
  • 14. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 12 I vincoli alla quale la struttura è stata sottoposta sono gli stessi dell’analisi svolta sull’E7 – Trike, una cerniera nella parte anteriore del central frame all’interfaccia con la piastra che unisce central con frontal frame, e due doppi doppi pendoli sui fori dove vengono alloggiati i silentblock dei bracci del rear frame. In verde verranno indicati nella figura successiva. Per quel che riguarda il carico al quale è sottoposta la struttura, è stata impostata sempre una forza rivolta verso il basso in direzione verticale di modulo A = 1570#C. Questa è l’intensità totale della forza che è stata inserita sui fori superiori delle parti C_0002, ovvero dove è inserito il perno C_0007 – Perno.sup supponendo che il peso del guidatore si scarichi, per mezzo del sistema di seduta, principalmente su questo perno. Nella figura seguente il carico è indicato con dei vettori di colore viola. Figura 2.8: Carichi e vincoli sulla struttura dell’E7.1 – Trike. Il tipo di mesh utilizzata per il telaio dell’E7.1 – Trike è una mesh mista standard con elementi di dimensioni medie di 10,177#77 e tolleranza di 0, 509#77, con 16 punti jacobiani. I nodi totali individuati dal tipo di mesh impostata sono 43522 per un totale di 21893 elementi finiti. Per definire meglio il contatto tra i C_profilato rinforzo, semplificati come travi, ed il componente C_0001 è stato impostato un controllo sulla mesh del componente tubolare impostando una mesh i cui elementi hanno dimensioni di 5,089#77 ed un rapporto di 1,5. Questo perché la piegatura del profilato a contatto con il tubolare non segue il profilo di quest’ultimo; il modello della piegatura dovrebbe avere un raggio di curvatura di 15#77 che non è stato modellato, quindi le due parti sono accoppiate con un accoppiamento di tangenza tra la superficie piana e la curvatura del tubolare.
  • 15. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 13 Figura 2.9: Mesh eseguita sul telaio del central frame dell’E7.1 – Trike. La tipologia di studio statico effettuata sul telaio dell’E7.1 – Trike è la stessa effettuata sulla versione precedente, lo studio della tensione massima secondo la teoria dell’energia di deformazione di Von Mises. I risultati ottenuti sono molto confortanti e mostrano come la progettazione di una struttura ibrida porta ad avere delle tensioni che nella maggior parte della struttura non raggiungono il limite di snervamento del materiale. Come mostrarà la figura successiva vi è un unico punto dove si raggiunge un valore di tensione superiore al limite di snervamento ma ugualmente inferiore alla tensione massima di rottura. Questo punto corrisponde al contatto tra il C_profilato rinforzo destro e il tubolare C_0001. Possono essere fatte due considerazioni: questo picco di tensione è stato rilevato unicamente nella parte destra seppur la struttura risulta sollecitata e vincolata in maniera simmetrica al piano di mezzeria della struttura, inoltre come ribadito nelle considerazioni di inizio paragrafo il contatto in quella zona del telaio è poco definibile dato che quella zona è una zona termicamente alterata dalla saldatura tra i due componenti; per queste due ragioni non vi è motivo di preoccupazione riguardo il possibile fallimento della rigidezza della struttura in seguito al superamento del limite di snervamento. I valori ottenuti alla simulazione sono qui sotto riportati: HIJ = 60,16#<=> HKJ = 55,15#<=> ⇒ 'M = NOP NQP = RR,SR VU,SV = 0,917
  • 16. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 14 Figura 2.10: Diagramma delle sollecitazioni del central frame dell’E7.1 – Trike. Figura 2.11: Dettaglio della tensione equivalente di Von Mises massima raggiunta sulla struttura. Di maggiore interesse risulta indagare le tensioni massime raggiunte nella zona dove è stato impostato il vincolo di doppio doppio pendolo, ovvero dove è presente il C_0007 – Perno.inf. Attraverso la funzione sonda presente negli strumenti grafici di SolidWorks® ho studiato l’andamento delle sollecitazioni della faccia interna del foro inferiore dell’elemento C_0002. La sollecitazione massima trovata dal solver risulta pari a: HIJ = 40,61#<=> HKJ = 55,15#<=> ⇒ 'M = NOP NQP = RR,SR WU,VS = 1,358
  • 17. 2. Studio e confronto della rigidezza dei telai dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 15 Figura 2.12: Dettaglio della sollecitazione massima nella zona di interesse applicativo del telaio dell’E7.1 – Trike. Solitamente i valori di coefficiente di sicurezza tipici per i materiali duttili sollecitati staticamente si aggirano intorno al valore 1,5 [5]. Per questa tipologia di materiale utilizzato il coefficiente di sicurezza ottenuto è leggermente inferiore e sarebbe necessario indagare meglio i motivi di questi picchi di tensione in questa determinata zona. Probabilmente eseguendo lo studio con un tipo di mesh più fine e considerando anche la presenza degli elementi C_0010 – Boccola_ gli andamenti delle tensioni potrebbero scendere ottenendo devi valori di coefficiente di sicurezza superiori ad 1,5. Non ostante le considerazioni sopra riportate questi risultati portano a notare un effettivo beneficio nell’aver progettato una struttura ibrida rispetto ad una ricavata da un unico componente da dover lavorare per ottenere la forma desiderata. Da notare che in fase di produzione diverse aziende incaricate della produzione del prototipo, hanno comunicato la difficoltà di realizzare delle piegature su elementi tubolari. Questo viene maggiormente confermato dalla forma data al componente C_0001 che in prima fase di progetto era realizzato con una unica piegatura a 90° avendo una forma ad “U”. Per la difficoltà comunicata dall’azienda nella realizzazione di quella lavorazione, la forma è stata modificata come la si vede nelle figure sopra riportate.
  • 18. 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 16 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame In questo capitolo verranno mostrate le scelte progettuali relative alle sedute delle due versioni di veicoli e gli ingombri dei central frame una volta richiusi. Si vedrà come la riprogettazione ha modificato le qualità del prototipo per quel che riguarda il sistema di seduta e la facilità di trasporto una volta chiuso il veicolo. 3.1 Sistema di seduta dell’E7 – Trike Nelle prime fasi del progetto sono stati analizzati diversi veicoli che rispettassero i criteri richiesti per un PAMD [6]. Sono state studiate tecnologie di veicoli a piattaforma auto bilanciati, come il Robin M1, ed i veicoli a due ruote elettrici Charly MZ e Speed 23. Figura 3.1: Robin M1 [7]. Figura 3.2: Charly MZ [8]. Figura 3.3: Speed 23 [9]. Il central frame dell’E7 – Trike è una struttura ibrida, ovvero è una struttura costituita da parti prodotte in officina e parti commerciali. L’assieme di seduta è una delle parti commerciali presenti sul prototipo, quindi non progettato e non realizzato in officina, ed è costituito una sella di una bicicletta da città con canotto in alluminio.
  • 19. 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 17 Figura 3.4: Bollatura del sistema di seduta dell’E7 – Trike. Tabella 3.1: Distinta base del central frame dell’E7 – Trike. N° articolo Nome parte Descrizione Quantità 1 Canotto Tubo 27,20#8#1,6#77 – alluminio 1060 1 2 SEATdes Gomma naturale 1 Per il nostro veicolo è stato scelto di impiegare un sistema del genere principalmente per contenere i costi di produzione. In questo modo non si sono dovute progettare parti aggiuntive che andassero a costituire un sistema di seduta complesso, limitandosi a dimensionare in maniera opportuna unicamente il supp_canotto nella quale il sellino va ad inserirsi. A conferma della scelta del team sono arrivate le proposte progettuali presentate dai competitors dei veicoli Charly MZ e Speed 23 i quali entrambi utilizzano dei comuni sellini impiegati sulle biciclette da città. Il sellino da bicicletta utilizzato ha la possibilità di essere regolato in altezza in modo da garantire una comoda guida per persone di stature differenti. La posizione è regolabile tramite un sistema di chiusura commerciale a camma. Li studi condotti durante il periodo del progetto [6] rivelano che la regolazione del sistema di seduta dell’E7 – Trike permette di avere una postura di guida ergonomica per fruitori di statura compresa tra 150#X7 e 180#X7. 3.2 Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7 – Trike Il sistema a camma per la regolazione dell’altezza della seduta risulta particolarmente comodo anche in fase di chiusura del triciclo. Da richiuso infatti si vogliono avere dimensioni di ingombro il più piccolo possibile. Mantenere il sellino all’altezza impostata dal guidatore quando si trasporta il veicolo da richiuso potrebbe portare a manovre poco agevoli in spazzi angusti quali ascensori o mezzi pubblici affollati. Il sistema a camma permette un rapido sgancio del sellino che può ridurre lo spessore della parte centrale fino a 130#77, supponendo che la seduta sia posizionata all’altezza massima.
  • 20. 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 18 Le dimensioni del central frame completo del sistema di seduta, in configurazione chiusa vengono riportate nella figura seguente. Figura 3.5: Dimensioni del central frame dell’E7 – Trike in configurazione chiusa. 3.3 Stima del peso del central frame dell’E7 – Trike I componenti che costituiscono il central frame sono sei, come è possibile notare dalle tabelle 2.1 e 3.1. Nella tabella seguente verranno indicate le parti che costituiscono la struttura e i loro materiali impostati dalla libreria SolidWorks® materials. Tabella 3.2: Proprietà dei materiali della libreria di SolidWorks® materials impiegati per la stima del peso del central frame dell’E7 – Trike. Materiale Densità Y = Z[ ] Nome parte Quantità Alluminio – lega 6061 2700 Telaio 1 supp_canotto 2 Supp_lamierades 1 Alluminio – lega 1060 2700 Canotto 1 Gomma naturale 960 SEATdes 1
  • 21. 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 19 Il calcolo del peso della struttura è stato approssimato utilizzando la funzione proprietà di massa presente in SolidWorks® , il quale calcola il volume del modello 3D ed utilizza la densità presente all’interno della libreria dei materiali del programma per calcolarne e stimare il peso della struttura modellata. La struttura dell’E7 – Trike, dai calcoli del software, risulta avere un volume pari a 0 = 1,219 ∗ 10^T #7T , quindi un peso pari a = = 2,31#23. 3.4 Sistema di seduta dell’E7.1 – Trike Una delle principali modifiche dell’intero progetto riguarda il sistema di seduta. A differenza della versione precedente, la nuova seduta è completamente ottenuta da parti prodotte in officina ed anche questa, come il telaio, è costituita da parti aventi sezioni differenti tra loro. La seduta, la parte C_Seduta, è un profilato ad “L” di dimensioni 20#77#8#10#77#8#2#77. Sulla faccia di dimensione 20#77 sono ricavati i fori al quale si collegano i bracci del quadrilatero articolato che permette di chiudere il sistema per ridurre le dimensioni del veicolo in configurazione chiusa. Il quadrilatero articolato è composto da due tipologie di bracci: C_Barra collegamento e C_Schienale. La C_Barra collegamento è un profilato in acciaio a sezione rettangolare cava di dimensioni 20#77#8#10#77#8#1#77; è stato progettato in acciaio dato che su questo elemento del sistema di seduta viene scaricato il peso del passeggiero. A sua volta la C_Barra collegamento va a collegarsi al telaio per mezzo del C_0007 – Perno.sup. Il componente C_Schienale è un profilato in alluminio delle stesse dimensioni di C_Barra collegamento, 20#77#8#10#77#8#1#77. Il carico di questa parte viene scaricato invece sul C_0007 – Perno.inf. Le due parti destra e sinistra di C_Schienale vengono unite per mezzo di un tubo in alluminio di diametro 12#77 e spessore 1#77, C_Sedile, che funge da schienale e soprattutto da appoggio per il triciclo quando questo è in posizione verticale da chiuso. Il sistema di bloccaggio del sistema di seduta è formato da due piastrine in alluminio calettate su un perno in alluminio delle stesse dimensioni dei perni C_0007 (12#77 di diametro e 1#77 di spessore). L’azionamento di questo sistema è manuale. Figura 3.6: C_0014 – Piastrina. Figura 3.7: C_Schienale.
  • 22. 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 20 Figura 3.8: Bollatura del sistema di seduta del central frame dell’E7.1 – Trike. Tabella 3.3: Distinta base del sistema di seduta del central frame dell’E7.1 – Trike. N° articolo Nome parte Descrizione Quantità 1 C_Schienale Profilato “C” – alluminio 6061 2 2 C_Seduta Profilato “L” – alluminio 6061 1 3 C_Sedile Tubo 12#8#1#77 – alluminio 6061 1 4 C_Barra collegamento Profilato “C” – Acciaio A286 generico 2 5 C_0007 – Perno.leva chiusura Perno 12#8#1#77 – Alluminio 1060 1 6 C_0014 – Piastrina Alluminio 6061 2 7 C_Boccola leva chiusura Alluminio 1060 1 8 C_Perno leva chiusura Alluninio 1060 1
  • 23. 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 21 Come si può notare dalla figura 3.6, la nuova seduta offre una superficie di seduta maggiore e quindi una maggiore stabilità durante la guida dato che il peso del guidatore è distribuito su una superficie maggiore e non unicamente sul centro della struttura come per la versione precedente di triciclo. Altro particolare che nella versione precedente mancava è la presenza dell’elemento C_Sedile che permette di poter poggiare la schiena a questo elemento durante la guida. Un elemento a sfavore per la nuova versione rispetto alla precedente riguarda la possibilità di regolazione dell’altezza della seduta. Nella nuova versione si ha un’unica altezza di seduta necessariamente imposta dal sistema di bloccaggio composto dagli elementi C_0007 – Perno.leva chiusura, C_0014 – Piastrina, C_Boccola leva chiusura e C_Perno leva chiusura. Per poter richiudere completamente il veicolo i passaggi da compiere sono aumentati per via del cinematismo del sistema di bloccaggio, dovendo necessariamente sbloccare il quadrilatero articolato della seduta per mezzo del C_Perno leva chiusura. Ora i passaggi richiesti per la chiusura del veicolo sono tre: chiudere il sistema di rientro delle ruote posteriori, non affrontato in questa trattazione, chiudere il quadrilatero articolato del sistema di seduta e successivamente il quadrilatero articolato che unisce central frame con frontal frame. 3.5 Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7.1 – Trike Come la figura 3.7 mostra, la riprogettazione ha permesso di ottenere un notevole risparmio riguardante gli ingombri in versione chiusa del veicolo. Due sono le dimensioni che principalmente interessa confrontare: la dimensione nella direzione “Y” e nella direzione “Z”. Nelle foto seguenti vengono mostrate le quote di ingombro del central frame in configurazione chiusa. Figura 3.9: Ingombri in configurazione chiusa del central frame dell’E7.1 – Trike.
  • 24. 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 22 3.6 Stima del peso del central frame dell’E7.1 – Trike Il central frame dell’E7.1 – Trike è un sistema complesso formato da numerose parti principalmente in leghe di alluminio, fatta eccezione per quattro parti in acciaio. Come fatto per le parti dell’E7 – Trike, nella tabella seguente elencherò tutte le parti che costituiscono il central frame, i rispettivi materiali e proprietà impostati dalla libreria SolidWorks® materials. Tabella 3.2: Proprietà dei materiali della libreria di SolidWorks® materials impiegati per la stima del peso del central frame dell’E7.1 – Trike. Materiale Densità Y = Z[ ] Nome parte Quantità Alluminio – lega 6061 2700 C_0001 1 C_0002 2 C_0003 1 C_profilato rinforzo 2 C_0010 – Boccola_ 4 C_Schienale 2 C_Seduta 1 C_Sedile 1 C_0014 – Piastrina 2 Alluminio – lega 1060 2700 C_0007 – Perno.leva chiusura 1 C_Boccola leva chiusura 1 C_Perno leva chiusura 1 Acciao – A286 generico 7920 C_0007 – Perno.inf 1 C_0007 – Perno.sup 1 C_Barra collegamento 2 Per mezzo della funzione proprietà di massa degli strumenti di valutazione presenti in SolidWorks® , ho potuto fare una stima del volume della struttura e del relativo peso. I dati ottenuti dal software sono i seguenti: volume totale pari a 0_ = 6,898 ∗ 10^` #7T per un corrispettivo peso stimato a =_ = 2,24#23.
  • 25. 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 23 3.7 Confronto degli ingombri dei central frame dell’E7 – Trike e dell’E7.1 – Trike Dal confronto fra le messe in tavola nelle figure 3.5 e 3.7 si nota che lo spessore del central frame in configurazione chiusa è passato da una dimensione @ = 296,24#77 ad una dimensione dopo la riprogettazione di @_ = 247,33#77 con un risparmio di circa 49#77 Altro piccolo guadagno lo si ottiene nella dimensione Z. Questa si riduce dalla dimensione di a = 351,94#77 del’E7 – Trike alla dimensione di a_ = 335#77 dopo la riprogettazione, con un risparmio di circa 17#77. Seppur non ho abbia valutato in questo studio gli effetti che si sono avuti dopo la riprogettazione sul rear frame, è possibile stimare che la diminuzione della dimensione “Z” possa portare ad un restringimento di circa 10#77 anche la carreggiata delle ruote posteriori. Lungo la direzione “X” in prima analisi sembrerebbe che la riprogettazione abbia portato ad un incremento notevole delle dimensioni della struttura: si passa da un precedente b = 404,59#77 ad una dimensione di b_ = 723,45#77, circa 319#77 in più dalla vecchia alla nuova versione. Alcune considerazioni vanno effettuate. In configurazione chiusa l’E7 – Trike per poter restare in posizione verticale poggia sulle ruote posteriori folli e su due travi a sezione circolare di piccole dimensioni, il motore ruota anteriore resta sollevato dal terreno. Queste travi sono saldate alla parte superiore del telaio e permettono al veicolo di avere un appoggio sul terreno su quattro punto garantendo stabilità anche in posizione verticale. La nuova versione non prevede questi perni. I perni sono stati sostituiti dalla parte C_Sedile che, una volta che il sistema di seduta viene chiuso, arriva a contatto con il terreno garantendo così un appoggio per tre punti, le due ruote folli posteriori e la parte orizzontale del C_Sedile. Per tale ragione la dimensione X’ non va confrontata con quella della versione precedente, ma con le dimensioni di ingombro totali del veicolo, mostrate nella messa in tavola di figura 2.1: b__ = 684,41#77. In ogni caso abbiamo un aumento delle dimensioni in altezza ci circa 39#77. Figura 3.10: E7.1 – Trike in configurazione chiusa.
  • 26. 3. Analisi delle dimensioni e dei pesi dei central frame Michele Giovanni Massafra Pagina | 24 3.8 Confronto tra i pesi dei central frame dell’E7 – Trike e dell’E7.1 – Trike Dalla riprogettazione non si è riusciti ad ottenere un gran guadagno di peso della struttura, poco meno di 100#3 passando dalla vecchia versione alla nuova. Considerando l’intero progetto, è possibile stimare che il peso dell’intero triciclo non vari dalle due versioni. Ciò significa che uno degli obiettivi principali dello sviluppo del prototipo, scendere al di sotto dei 20#23 totali di peso dell’intero triciclo sarà difficile da raggiungere rimanendo di pochi chili sopra il target desiderato. Figura 3.11: C_Barra collegamento, elemento in acciaio del central frame.
  • 27. 4. Cenni sulla tecnologia MBD Michele Giovanni Massafra Pagina | 25 4. Cenni sulla tecnologia MBD Il disegno tecnico ad oggi riveste un ruolo fondamentale nel ciclo di vita del prodotto. Infatti il disegno tecnico grazie ad un linguaggio standardizzato a livello internazionale permette di dare informazioni relative le fasi di produzione, il controllo e l’assemblaggio delle parti. Ad oggi i software CAD 3D permettono eseguire messe in tavola in maniera rapida e completa, potendo inserire in un disegno in 2D digitale tutte le informazioni che verrebbero normalmente inserite se la messa in tavola fosse fatta manualmente. In questa maniera il disegno viene velocizzato minimizzando gli errori che si potrebbero commettere svolgendo la messa in tavola manualmente. Ci sono tuttavia delle problematiche riguardanti il disegno in 2D. Un progettista quando concepisce un progetto, o una parte di esso, lo idealizza con una forma tridimensionale e lo esprime, grazie ai software in commercio, in 3D. Il passo successivo della progettazione prevede la messa in tavola 2D tale da mettere in evidenza tutti i dettagli della parte; vanno quindi eseguite le corrette viste in sezione anche su piani differenti ed inserite le corrette quote. Il disegno verrà successivamente fornito ad un operaio che dovrà leggerlo ed interpretarlo immaginando come il modello in 2D possa essere realizzato alle macchine utensili. Leggendo le quote su diverse viste del disegno l’operaio addetto alle macchine deve immaginare il prodotto finito nelle tre dimensioni per poter eseguire le diverse lavorazioni sul grezzo di partenza. Alla fine si ottiene il pezzo in 3D come progettato dal progettista. Per la complessità delle parti spesso le messe in tavola possono essere fraintendibili e soggette ad un possibile errore di produzione per un difetto di comunicazione tra progettista e operaio dovuto appunto al messo di comunicazione: la messa in tavola 2D. Per poter ovviare a questo ripetuto passaggio da 3D a 2D, gli sviluppatori dei software hanno ideato delle tecnologie di quotatura tridimensionale. Queste tecnologie permettono di quotare la parte sul modello 3D con tutti i livelli di dettaglio richiesti, quote dimensionali, tolleranze dimensionali e geometriche, finiture superficiali, processi di piegatura, saldature. In questa maniera si ha un modello 3D facilmente indagabile che rispecchia esattamente l’idea di partenza del progettista, e la quotatura necessaria affinché la parte possa essere prodotta. Fino a questo punto si ha un modello 3D facilmente comprensibile, ma che per poter essere letto necessiterebbe del software specifico per l’apertura del file digitale. A tal proposito interviene la Model Based Definition di SolidWorks® . Questa funzione del software, che attualmente è una delle più prestanti in materia di quotatura tridimensionale e pubblicazione della stessa, permette di ottenere modelli 3D quotati esportabili in formato .pdf. Il formato .pdf è un formato facilmente consultabile avente la proprietà di non poter essere modificato. Per poter aprire un file pdf 3D si necessita di leggeri programmi open source che abbiano la possibilità di leggere un file 3D. La peculiarità di questa tipologia di file non è solo avere tutte le viste necessarie alla lettura e comprensione del modello in un unico file che occupa poco spazio in memoria ed eseguibile da chiunque, fin qui non cambia molto da avere una messa in tavola digitalizzata in un normale file. La novità sostanziale del pdf 3D risiede nella possibilità di poter visualizzare il modello quotato all’interno del file stesso come se lo si avesse sul CAD. All’interno del file è possibile ruotare, traslare, zoommare la vista selezionata in modo da poterla leggere con più facilità. Le messe in tavola 3D sono provviste di cartiglio come tutti i disegni e prevedono una zona laterale dove è possibile inserire note riguardanti la parte o le sue lavorazioni o trattamenti
  • 28. 4. Cenni sulla tecnologia MBD Michele Giovanni Massafra Pagina | 26 superficiali. Inoltre l’ambiente della messa in tavola è facilmente modificabile e personalizzabile caricando all’interno delle librerie di SolidWorks® i template personalizzati. In questa maniera si ottiene un foglio di lavoro personalizzato, proprio come per i cartigli delle messe in tavola fino ad ora impiegate. Nelle appendici I e II vi sono gli esempi di due parti prismatiche dell’E7.1 – Trike, facenti parte dell’assieme della piastra di collegamento del central frame al frontal frame. Figura 4.1: Cerniera fissa di collegamento central frame con frontal frame. Figura 4.2: Piastra frontale della cerniera fissa di collegamento central frame con frontal frame. Questo esempio permette di vedere come la parte può essere facilmente compresa da chi la legge mentre la si osserva in formato digitale. In questo modo si possono selezionare le viste preimpostate, oppure una vista particolare, individuata ruotando la parte nell’ambiente di lavoro, e successivamente si può decidere di stampare le viste necessarie all’addetto alla produzione.
  • 29. 5. Conclusioni Michele Giovanni Massafra Pagina | 27 5. Conclusioni In seguito alla riprogettazione del PAMD sviluppato dal nostro team studentesco si sono notati diversi aspetti positivi ed altri ancora migliorabili. Partendo dal presupposto che lo studio svolto si concentra unicamente sulla parte centrale del veicolo è possibile trarre una stima globale dei benefici ottenuti dalla riprogettazione ricordando gli obiettivi da voler raggiungere con la stessa. Lo scopo principale della riprogettazione è stato quello di abbattere il peso del veicolo in modo da renderlo il più facile possibile da trasportare, prima qualità che un PAMD deve avere. Dallo studio svolto si può concludere che la parte centrale non ha portato ad un notevole risparmio di peso, come riportato nel paragrafo 3.8 si è stimato un risparmio di circa 1003. Analizzando i due prototipi si nota un notevole aumento di parti che compongono il progetto del central frame: il modello nuovo è composto da ben quindici parti ottenute tutte in officina, contro le cinque parti del precedente modello, alcune delle quali sono componenti acquistati. Parte del peso potrebbe essere guadagnato andando a snellire il progetto riducendo il numero delle parti, ad esempio andando a semplificare il sistema di chiusura del quadrilatero articolato che compone la seduta del veicolo. Inoltre è da notare come il nuovo central frame abbia le parti C_Barra collegamento, C_0007 – Perno.inf e C_0007 – Perno.sup di acciaio. Sarebbe interessante compiere uno studio sulla effettiva necessità di avere questi elementi in acciaio o se fosse possibile andare a sostituirli con dei corrispettivi in altro materiale a densità inferiore. Lo studio sulla rigidezza dei telai ha portato a concludere che passare ad un telaio composto da elementi aventi sezioni differenti porta ad una effettiva riduzione della sollecitazione della struttura. La risposta alle sollecitazioni statiche che la nuova struttura ha, rispetto alla precedente, porta a concludere che si migliora la rigidezza andando a minimizzare le lavorazioni meccaniche sulle parti. Nel particolare si è passati sa un telaio a sezione circolare con tre angoli di piegatura a 90° su tre piani differenti incrementando notevolmente gli stress residui dal processo di piegatura. Meno pericoloso per la struttura risulta l’assemblaggio di parti a sezioni differenti saldate tra loro. Altro punto focale della riprogettazione è stato l’ottimizzazione delle dimensioni del veicolo in configurazione chiusa, per rendere più agevole in trasporto manuale. Da questo punto di vista i cambiamenti hanno portato ottimi risultati. Il veicolo risulta notevolmente più piccolo nello spessore, questo guadagno è stato possibile introducendo il sistema a quadrilatero articolato del sistema di chiusura che rende molto compatto lo spessore. Anche la larghezza è stata ridotta leggermente avendo ridotto la larghezza della struttura centrale ed avendo introdotto un sistema di chiusura delle ruote posteriori, della quale non si è discusso in questo lavoro. Leggermente ridotta risulta anche la carreggiata posteriore del veicolo, ciò ha permesso di rendere più compatta la struttura. Aumentata risulta la dimensione in altezza la quale va ad incidere meno delle altre sulla facilità di trasporto, infatti l’altezza in configurazione richiusa del veicolo incide principalmente sull’impugnatura per poter trasportare in veicolo da richiuso. Durante la progettazione dell’E7 – Trike è stato svolto uno studio sull’ergonomia del veicolo, andando a vedere come persone di statura diversa trovino confortevole la guida andando a variare l’altezza della seduta. La possibilità di variare l’altezza della seduta è stata persa passando alla nuova versione di PAMD, infatti la seduta ha una unica altezza comandata dal sistema di bloccaggio. Il futuro del progetto potrebbe riguardare l’ottimizzazione dell’ergonomia del veicolo, andando a progettare un sistema di seduta che unisca la compattezza in configurazione chiusa del veicolo, la comodità della seduta che distribuisca il
  • 30. 5. Conclusioni Michele Giovanni Massafra Pagina | 28 peso del guidatore sull’intera struttura del veicolo, a differenza della seduta della versione precedente costituita da un sellino di bicicletta che concentrava il peso nel puto centrale del telaio, e la possibilità di regolare la seduta per poter rendere confortevole la guida a persone di diversa statura. Per quanto riguarda la tecnologia MBD, potrebbe sembrare in un primo momento che il suo scopo sia quello di rendere il disegno completamente digitale in un epoca che cerca di ridurre al minimo ogni spreco come può sembrare quello della carta per i disegni 2D. Lo scopo principale di questa nuova tecnologia è velocizzare il processo di progettazione bypassando il disegno bidimensionale andando a riportare le quote direttamente sul modello 3D, per poter ridurre al minimo i possibili errori di produzione causati da un errore di lettura ed interpretazione dei disegni fornendo da parte dei progettisti un disegno facilmente comprensibile.
  • 31. Appendici Michele Giovanni Massafra Pagina | I Appendice I Figura I.1: Messa in tavola 3D, con tecnologia MBD, della cernira di collegamento tra central frame e rear frame, dell’assieme cerniera frontale.
  • 32. Appendici Michele Giovanni Massafra Pagina | II Appendice II Figura II.1: Messa in tavola 3D, con tecnologia MBD, della piastra di collegamento tra central frame e rear frame dell’assieme cerniera frontale.
  • 33. Pagina | III Bibliografia [1] Office of European Union, "Regulation (EC) No 443/2009," European Council, Brussels, 2009c. [2] ANSA, «Nel 2020 veicoli ibridi e elettrici saranno l'8% del mercato,» ANSA Motori, 14 Novembre 2015. [Online]. Available: http://www.ansa.it/motori/notizie/rubriche/mobilita/2014/11/14/nel-2020-veicoli-ibridi-e- elettrici-saranno-l8-del-mercato_8aed6814-eb4e-4aa8-948e-9c8603b5dc8a.html. [3] ©2016 Dassault Systemes, «Analisi degli elementi finiti,» SolidWorks Corporation, [Online]. Available: http://www.solidworks.it/sw/products/simulation/finite-element- analysis.htm. [4] ©2016 Dassault Systemes, «SolidWorks MBD,» SolidWorks Corporation, [Online]. Available: http://www.solidworks.it/sw/products/technical- communication/32619_ITA_HTML.htm. [5] L. Goglio, «Cedimento statico,» in Dispensa per il corso "Fondamenti di Meccanica Strutturale", pp. 48 - 49. [6] Team 7, «FINAL REPORT_Team7,» Plitecnico di Torino, Tongji University, Technion Israel Institute of Technology, Torino, 2014. [7] [Online]. Available: http://katteway.com/images/Robstep-Robin-M1-High-Tech- Intelligent-Robot-Scooter-Red.jpg. [8] [Online]. Available: http://www.motorstown.com/images/mz-charly-02.jpg. [9] [Online]. Available: http://moto.brick7.it/media/it/872501_872600/872512_f6acdce280ceb47e.jpg.