La conduzione del nervo surale dorsale in pazienti con carenza di vitamina B1...
Trombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina s
1. 72° CONGRESSO NAZIONALE http://www2.sicardiologia.it/wsc2011/eabstract/html/152.htm
72° CONGRESSO NAZIONALE
della Società Italiana di Cardiologia
Roma, 10 – 12 dicembre 2011
Trombosi della vena cava inferiore e deficit di proteina S
Maria Carmela Mascolo (a), Domenico Zanna (a), Cosimo Pietro Ettorre (b), Arnaldo Scardapane (c),
Stefano Favale (a)
(a) U. O. di Cardiologia, Dipartimento dell'Emergenza e dei Trapianti d'Organo, Università di Bari, (b) U.
O. S. Centro Emostasi e Trombosi, Centro Interregionale per le Malattie Rare, Università di Bari, (c)
DIMIP, Sezione di Diagnostica per Immagini, Università di Bari
La trombosi cavale inferiore è una rara e grave patologia che riconosce eziologia e patogenesi
sovrapponibili a quelli determinanti la trombosi venosa profonda (TVP). I meccanismi principali
implicati nell’eziologia della trombosi cavale inferiore si identificano in uno stato di ipercoagulabilità
causato da disordini ematologici o neoplastici, stasi venosa secondaria ad una pressione extraluminale
esercitata da tumori o processi infiammatori o danno endoteliale conseguente a trauma della parete
venosa.
Presentiamo il caso clinico di una giovane donna di 32 anni giunta alla nostra osservazione con diagnosi
di embolia polmonare con segni clinici di TVP interessante l’arto inferiore sinistro dopo circa un mese
dall’esecuzione di un taglio cesareo; la profilassi antitrombotica con eparina a basso peso molecolare
(EBPM) è stata eseguita per una settimana dopo il parto. I test di screening per la trombofilia hanno
mostrato deficit di proteina S e mutazione eterozigote della protrombina.
La TC torace-addome-pelvi ha mostrato, a livello polmonare, difetto di canalizzazione pressochè
completo delle diramazioni per i lobi inferiori dei rami dell’arteria polmonare; a livello addominale
trombosi completa della vena cava inferiore sino alla biforcazione estendentesi a sinistra all’asse venoso
iliaco-femorale omolaterale. Il quadro clinico è stato complicato da segni di sepsi e successivamente di
ileo paralitico. Il trattamento eparinico embricato con warfarin nelle settimane successive ha prodotto un
graduale ma significativo miglioramento clinico e radiologico. Attualmente la paziente è in trattamento
con warfarin per via orale con monitoraggio del PT-INR. Presentiamo questo caso clinico per dimostrare
l’importanza del riconoscimento di diatesi trombofilica in donne gravide per effettuare una adeguata
profilassi antitrombotica da eseguire per tutta la durata della gravidanza e nel successivo periodo
puerperale. Inoltre, il caso evidenzia l’efficacia di una pronta ed adeguata terapia antitrombotica nel
risolvere trombosi venose anche di grado severo.
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