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…“Arte Contemporanea”…
11 Novembre 2013
n.178

Area Research e Investor Relation
Monte dei Paschi di Siena

Seguici anche su
Nero su Bianco

Artista è soltanto chi sa fare della soluzione un enigma
Karl Kraus

Karl Kraus (Jičín, 28 aprile 1874 –
Vienna, 12 giugno 1936) è stato uno
scrittore, giornalista, aforista e
autore satirico austriaco.
Saggista, aforista, commediografo
e poeta, viene generalmente
considerato uno dei principali
autori satirici di lingua tedesca del
XX secolo, ed è noto specialmente
per le sue critiche taglienti alla
cultura, alla società, ai politici
tedeschi e alla stampa.

Karl Kraus

Fonte Fote: www.roma2oggi.it

A cura della Dott.ssa Elena Benicchi

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 2
Andamento mensile del Mps Art Market Value Index degli ultimi tre anni
(11/11/2010 – 11/11/2013)
170
+51.6%

150

Matrice di correlazione

+44.4%

130

(X): MPS Index Vs. S&P 500
(Y): MPS Index Vs. FTSE Mib

110
90

-13.7%

70

X
+82.3%

Y
+30.1%

50
30

Mps Art Market Value

FTSE Mib

S&P 500

Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da
info provider.

Il rendimento espresso dall’MPS Art Market Value Index resta
superiore agli altri due indici considerati, raggiungendo nel
triennio la performance del +51.6%, rispetto al +44.4% dello
S&P500 e al dato del -13.7% di Piazza Affari.
Con riferimento alle performance dei 3 indici dall’inizio dell’anno
(01/01/2013) ad oggi, si registrano le seguenti variazioni: miglior
performer il MPS Art Market Value Index (+43.5%) seguito dal
S&P500 (+21.1%), chiude il Ftse Mib (+15.6%).

L’analisi mensile del MPS Art Market Value Index* mostra
negli ultimi tre anni (Novembre 2010 – Novembre 2013)
una correlazione con il Ftse Mib** diretta (+30,1%);
rimane positiva la correlazione con il principale indice del
mercato americano S&P 500, il cui dato aggiornato
sull’ultima settimana si attesta a: +82.3%.

* Indice costruito su un paniere di 10 società quotate su mercati finanziari internazionali e operanti nel comparto artistico, ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere; l’indice è
espresso in dollari poiché il fatturato del mercato artistico è realizzato prevalentemente in tale valuta (principio di competenza territoriale).
** Tutti e tre gli indici sono espressi in dollari

Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito:
http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 3
Andamento settimanale del Mps Art Market Value Index
(dal 04/11/2013 al 08/11/2013)
In calo il FTSE Mib (-1.60%). L’evento della
settimana è rappresentato dalla riunione
della BCE. A sorpresa la BCE ha tagliato di 25
pb il tasso di riferimento portandolo al
nuovo minimo storico dello 0,25%.
Contestualmente è stato tagliato della
stessa entità anche il tasso sui prestiti
overnight (ora allo 0,75%) mentre è rimasto
invariato allo 0% il tasso sui depositi presso
BCE. Draghi ha motivato questa decisione
con l’attesa di un periodo prolungato di
bassa inflazione. Il comunicato reca anche
altre due importanti decisioni: 1) il
mantenimento dell’impegno a mantenere i
tassi su livelli bassi o anche più bassi per un
periodo esteso di tempo; 2) l’estensione
fino a metà del 2015 delle operazioni
(ordinarie ed a tre mesi) di rifinanziamento
con piena allocazione delle richieste.
In salita l’ S&P 500 (+0.51%). Negli Usa, le
attese di un mantenimento del piano di QE
da parte della FED continua a favorire gli
acquisti sul mercato azionario anche se la
serie di record registrati nelle ultime
settimane potrebbe portare a prese di
profitto nel breve termine. Negativa la
chiusura di Venerdì, gli operatori hanno
interpretato la lettura positiva del PIL del
terzo trimestre come un fattore a favore di
una maggiore probabilità di riduzione del QE
da parte della FED già nella riunione di
dicembre.

103

101
+0.51%
-0.98%

99
-1.60%

97
04/11/2013
apertura lunedì

05/11/13

06/11/13

Mps Art Market Value

07/11/13

S&P 500

08/11/13

Prezzo di
chiusura
venerdì

Ftse Mib

Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da info provider.

Settimana negativa per il Mps Art Market Value Index (-0.98%).
Tra le aste della settimana spicca l’impressionismo con risultati
importanti:
- per Christie’s l’asta “Impressionist & Modern Evening Sale” battuta a
Rockefeller Plaza di New York ha realizzato oltre $144 milioni di dollari
con un tasso di sold per lotto del 76% e del 65% per valore.
- per Sotheby’s
buoni risultati nell’asta ” Evening Auction of
Impressionist & Modern Art”, presentata a New York il 6 Novembre
realizzando $290,244,000, con un tasso di sold per lotto dell’81,2%.

Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito:
http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 4
Andamento semestrale del Mps Art Global Painting Index negli ultimi sette anni
(01/01/2006 – 30/06/2013)
MPS Global Painting Art Index
(in $)

400
350
300
250
200
150
100
50
0

Confronto
1H13 vs 1H12
-18,4%

 I risultati consuntivi del I semestre 2013 mostrano
un lieve calo rispetto al precedente semestre e dopo la
fase di assestamento degli ultimi 3 anni: il MPS Global
Painting Index è in diminuzione del -18,4 % su a.p.
 Il mercato resta ancora lontano dal picco del 2008,
favorito dal boom dell’arte contemporanea e
dall’effetto valuta, e la ripresa sembra oggi ostacolata
nei segmenti a maggior capitalizzazione: MPS Art Prewar Index (-35,3% su a.p.) e Mps Art Post war Index (4,6% su a.p.) in ribasso nonostante i record mondiali di
questo semestre.

Fonte: il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti
delle principali case d’aste.

 Il catalogo fa la differenza: la clientela è molto più attenta ed esigente
rispetto alla fase euforica del 2008. Bene le opere di qualità, a conferma di
un pubblico orientato per i capolavori di rilevanza storica.
 Il rafforzamento del $ sulla sterlina, ha influito negativamente sulla
performance complessiva dell’indice globale, anche se l’effetto è stato
parzialmente compensato dalla crescita dell’Euro.

Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito:
http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 5
Highlights dalle Evening Sale di New York
Per New York questa è la settimana
del contemporaneo. Il 12, 13 e 14
Novembre ci saranno, infatti, le
vendite di arte contemporanea delle
due case d’asta Christie’s e
Sotheby’s, una rassegna delle opere
degli artisti più quotati dal
dopoguerra ad oggi. Ma saranno,
come sempre, le Evening Sales a
rappresentare la walk of fame delle
opere che saranno battute in asta nei
prossimi giorni: due aste che
propongono una selezione – 35 i lotti
proposti da Sotheby’s, 73 quelli di
Christie’sdi
capolavori
del
contemporaneo, l’89% dei quali
quotati ben oltre il milione di dollari.
Grandi le aspettative per le opere di
Andy Warhol. Da Christie’s, proprio
durante la Evening Sale del 12
Novembre, sarà proposta l’opera
COCA-COLA [3], del 1962, stimata
$40,000,000- $60,000,000; si tratta
non di una serigrafia, come per la
maggior parte delle opere di Warhol
generalmente proposte in asta, ma di
un opera dipinta a mano che ritrae, in
maniera monumentale, un’icona pop
come quella della bottiglia della
Coca-Cola. E’ un’opera rimasta nella
stessa collezione negli ultimi 20 anni
ed ha fatto il giro del mondo nelle
maggiori mostre su Andy Warhol e la
Pop Art.

A sinistra; Andy Warhol, CocaCola [3] , 1962, casein su cotone,
176.2 x 137.2 cm
Credits: Christie’s
Opera valutato tra i 40 e i 60
milioni di dollari. Secondo
l'agenzia Reuters, le vendite delle
opere dell'artista americano
saranno gli indicatori migliori
della ripresa del mercato dell'arte

Di Andy Warhol anche alcune delle
opere principali della Contemporary Art
Evening Auction di Sotheby’s, che si
terrà il 13 Novembre; si tratta di Silver
Car Crash (Double Disaster), con stima su
richiesta, che ha già nella storia della sua
provenienza, che vanta collezioni come
quelle di Gian Enzo Sperone e Charles
Saatchi, un grande valore aggiunto.
L’opera, del 1963, dalle dimensioni
monumentali di 267.4 x 417.1 cm,
comparabile per dimensioni e soggetto a
sole altre due opere di Warhol, è rimasta
nella stessa collezione privata negli
ultimi 20 anni ed esposta pubblicamente

1/2
durante questo intervallo di tempo solo una
volta alla Fondazione Beyeler nel 2000. Ancora
di Andy Warhol è Liz#1, opera serigrafica
eseguita tra l’ottobre e il novembre 1963,
stimata $20,000,000 — $30,000,000 e proposta
in asta da Sotheby’s. Provenienza importante
anche per questo lotto, passato per la Galleria
Leo Castelli e la Sonnabend Gallery, prima di
essere acquisita dall’attuale proprietario.
Risultano essere quindi in prima linea le opere
di Andy Warhol, per valore, ma anche per
numero: 8 i lotti proposti da Christie’s,
altrettanti quelli proposti da Sotheby’s, e solo
nella sessione serale.

A sinistra: Andy Warhol,
Liz#1, 1963,
acrilico e inchiostro
serigrafico su tela, 101.6 x
101.6 cm.
Credits: Sotheby’s
Opera stimata tra i
20,000,000 e i 30,000,000
USD

A cura del Dott.ssa Manuela Porcu
www.sothebys.com
www.christies.com

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 6
Highlights dalle Evening Sale di New York
Sopra: Gerhard Richter, Abstraktes Bild
(809-1), 1994, olio su tela, 225 x 200 cm
Credits: Christie’s
Opera proveniente dalla collezione di Eric
Clapton con stima su richiesta

Sotto: Gerhard Richter, A.B. Courbet, 1986,
olio su tela, 300 x 250 cm
Credits: Sotheby’s
Stima:
15,000,000 — 20,000,000 USD

Proposte da entrambe le case d’asta anche
delle opere importanti di Gerard Richter: da
Christie’s si troverà Abstraktes Bild (809-1),
opera proveniente dalla collezione di Eric
Clapton, che aveva acquistato nel 2001 un
lotto di tre opere di Richter per $3,200,000
(Sotheby’s New York, Novembre 2001) e
che già un anno fa aveva rivenduto una di
queste, Abstraktes Bild (809-4), tramite
Sotheby’s Londra per oltre $34,000,000
rispetto ad una stima iniziale di $
14.467.500 - $ 19.290.000, fissando il nuovo
record di vendita all’asta per l’artista e
nuovo record per un artista vivente.
Abstraktes Bild (809-1), creata nel 1994,
rappresenta
una
delle
più
belle
testimonianze del periodo astratto di
Richter, stilisticamente molto vicine alla
serie del 1992 adesso ospitata al Moderna
Museet di Stoccolma. La stima per questo
dipinto è disponibile solo su richiesta, ma
potrebbe aggirarsi intorno ai 20-25 milioni
di dollari. Sotheby’s proporrà l’opera A.B.
Courbet, con una stima di $15,000,000 —
$20,000,000, sempre opera astratta che

2/2

cita, per contrapposizione, il realismo di Courbet, realizzata nel 1986, e un
Abstraktes Bild del 1988 stimato tra i $2,000,000 — $3,000,000, già battuto da
Sotheby’s New York nel 1991 per $60,000. Dagli anni ’90 ad oggi, le
valutazioni per le opere di Richter sono molto più che raddoppiate,
testimoniando l’importanza di un artista che, anche se ancora vivente, ha
vissuto tutti i cambiamenti e le fasi dell’arte e della società degli ultimi 80 anni.
Tra le opere chiave delle aste dei prossimi giorni anche il trittico Three Studies
of Lucian Freud di Francis Bacon di grandi dimensioni, dipinto nel 1969
(Christie’s, stima su richiesta, ma supererà con facilità i 100 milioni di dollari di
aggiudicazione) e un’opera di Willem De Kooning del 1975, Untitled V, stimata
$25,000,000 — $35,000,000. Tanti i grandi nomi, a partire da Jeff Koons, Cindy
Sherman, Bruce Newmann, Lucio Fontana, Maurizio Cattelan, Mark Rothko,
Jean-Michel Basquiat, Jackson
Pollock, Roy Lichtenstein,
Christopher Wool, Anish
Kapoor, Martin Kippenberger,
Takashi Murakami, Robert
Rauschenberg, e tanti altri, le
cui opere saranno proposte
anche
nelle
sessioni
successive delle aste di arte
contemporanea.

Jean-Michel Basquiat
1960 - 1988
UNTITLED (YELLOW TAR AND FEATHERS)
Stima
15,000,000 — 20,000,000 USD

A cura del Dott.ssa Manuela Porcu
www.sothebys.com
www.christies.com

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 7
Kerouac e la “Beat Generation”:
un Viaggio tra Arte, Musica e Letteratura

1/2
Da Sinistra J.Kerouac, Charlie Parker, sotto Jean-Michel Basquiat

«Danzavano lungo le strade leggeri come piume, e io
arrancavo loro appresso come ho fatto tutta la mia vita
con la gente che m’interessa, perché per me l’unica gente
possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi
per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa
allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono
un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano
come favolosi fuochi artificiali color giallo che
esplodono come ragni traverso le stelle e nel mezzo si
vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno
“Ooohhh!”».
(On the road, J.Kerouac)
Il protagonista del romanzo (alter ego
dello stesso Kerouac) è un giovane
scrittore che tenta di prendere il volo
sottraendosi da ogni obbligo morale e
dalle falsità sociali per cercare
l’avventura nella strada; è circondato
da amici squinternati che vivono alla
giornata alleggerendo il costo della
vita per sopravvivere. Sì. Sopravvivere
al tedio, il tedio quello che arde nelle
viscere e corrode l’anima, un’anima
che è già stata deportata oltre i
confini di ogni regola. I viaggi dei
ragazzi di “On the road” (1957) sono
perciò sia fisici che mentali, concreti e
astratti: peregrinano per gli USA e allo
stesso tempo fanno uso di alcool,
benzedrina e sostanze allucinogene
con lo scopo di staccarsi dalle
circostanze della realtà.
Il romanzo di Kerouac è considerato il
manifesto della cosiddetta “Beat
Generation”: movimento artistico,

letterario e musicale nato negli Stati
Uniti tra gli anni ’50 e ’60 del
ventesimo secolo. I “Beats” erano i
“battuti”, quelli che venivano definiti
tali in senso dispregiativo per le
caratteristiche che accomunavano il
gruppo. «Ma beat», diceva Kerouac,
«non
significa
“battuto”,
ma
“beatitudine”». Ostentando il rifiuto
di qualsiasi regola o valore morale e
ortodosso che sia, gli esponenti della
Beat Generation manifestano la loro
ribellione attraverso una violenza che
si riversa non sulla società, ma su loro
stessi; una sorta di processo di
alienazione volto a liberarsi da una
società a cui non si appartiene.
Pertanto per trovare la propria
individualità ed uscire fuori da
schemi e sovrastrutture sfociano in
mezzi quali la droga e l’alcool.
Sebbene appaiano riluttanti, la
droga, l’alcool, la promiscuità

sessuale e l’esaltazione musicale
rappresentano di fatto i mezzi per
riscoprire un’identità persa tra quelle
di un mondo costituito da falsità e
convenzioni. Privi di costrizioni e
obblighi di qualsiasi genere, i
bohémiens americani tentano la
perdizione come unica alternativa
possibile; alternativa che molto
spesso confina
nella follia, nella prigione, nella
morte prematura o addirittura nel
suicidio. La musica che scandisce i
battiti di questa generazione è quella
improvvisata,
costituita
da
folgorazioni istantanee tradotte dai
battiti del jazz, del bebop, che vedrà
il trionfo attraverso musicisti quali
Charlie Parker o Dexter Gordon: il
tenorsassofonista di quasi due metri
accese, infatti, la fantasia degli
scrittori Kerouac e Holmes. In “On
the Road”, il co-protagonista di

A cura della Dott.ssa Gisella Tropea
http://www.newstalk.ie/Bird-Lives-The-Story-of-Charlie-Parker
http://urbanepop.com/2012/08/16/jean-michel-basquiat-his-legacy-lives-on/

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 8
Kerouac e la “Beat Generation”:
un Viaggio tra Arte, Musica e Letteratura
Jean Michel Basquiat
Dustheads
15 maggio 2013
Christie‘s
New York
Stima:
$ 30.000.000$ 40.000.000
Aggiudicato:
$ 43.845.000
Kerouac Dean Moriarty «si inchinò davanti al
fonografo ascoltando un disco di bop
selvaggio, ‘The Hunt”, con Dexter Gordon e
Wardell Gray che soffiavano alla loro altezza
davanti ad un pubblico urlante, che dava alla
registrazione un volume fantasticamente
delirante».
Kerouac e gli scrittori della Beat Generation,
così come la musica jazz, non potevano non
influenzare artisti come il giovane Jean-Michel
Basquiat. Nato a Brooklyn nel 1960, diventa
noto attraverso i murales siglati SAMO,
acronimo di “SAMe Old shit”. Raggiunto il
successo come artista di strada, abbandona i
muri per dipingere grandi tele riempite di
frasi, parole e numeri. Le sue opere
raccontano la sua città, e in generale ciò che
vive nelle grandi metropoli: scontri razziali,
droga, violenza, povertà. Si tratta, tuttavia, di
narrazioni visive in cui si manifestano l’amore
per la cultura pop, per la musica, nonché la
sua straordinaria capacità di improvvisazione
tipica dei jazzisti a lui tanto cari; tutto ciò che
rientra nella quotidianità viene reinventato da

«La musica è la tua
esperienza, i tuoi pensieri,
la tua saggezza. Se non fa
parte della tua vita, non
potrà uscire dal tuo
strumento»
Charlie Parker

Da quando avevo 17 anni,
ho sempre pensato che
sarei diventato una star.
Dovrei pensare ai miei
eroi, Charlie Parker, Jimi
Hendrix... avevo un'idea
romantica di come le
persone diventassero
famose.
Jean Michel Basquiat

2/2
Basquiat ai fini della creazione di un
“linguaggio” nuovo e del tutto
personale. Nel 1983 entrerà a far parte
della Factory di Andy Warhol; un tassello
fondamentale della sua carriera,
brutalmente e precocemente interrotta
dalla
morte
dell’artista
ancora
giovanissimo.
È ciò che succede a molti dei
protagonisti della Beat Generation,
bramosi di vita e di folgorazioni
istantanee, nostalgici di emozioni
represse, che viaggiano verso mete
ignote (perché ciò che conta non è dove
si va, ciò che conta è andare); corrono il
rischio di imbattersi in ciò che rifiutano,
ma che allo stesso tempo è presenza
incontrastabile, la morte: «l’unica cosa
per la quale languiamo nei nostri giorni
di vita, che ci fa sospirare e lamentarci e
sottostare a dolci nausee di ogni specie,
è il ricordo di una certa felicità perduta
che probabilmente è stata sperimentata
nell’alvo materno e può riprodursi
solamente (quantunque noi si detesti
ammetterlo) nella morte» (Kerouac, “On
the road”).
Gisella Tropea

« Dobbiamo andare e non fermarci
finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo
andare».
Jack Kerouac, On the Road, pg.17

On the Road è un romanzo autobiografico,
scritto nel 1951 basato su una serie di viaggi
in automobile attraverso gli Stati Uniti, in
parte con il suo amico Neal Cassady e in
parte in autostop. È stata pubblicata in
italiano la versione non censurata di On the
Road, quella scritta sul "rotolo". In tale
versione sono presenti paragrafi tagliati
nell'edizione del 1957 e i nomi dei
personaggi sono quelli reali. Kerouac voleva
trarre un film dal romanzo e propose a
Marlon Brando di lavorare assieme, ma non
se ne fece nulla. Il regista brasiliano Walter
Salles ne ha tratto l'omonimo adattamento
cinematografico uscito nel 2012

A cura della Dott.ssa Gisella Tropea
http://www.newstalk.ie/Bird-Lives-The-Story-of-Charlie-Parker
http://urbanepop.com/2012/08/16/jean-michel-basquiat-his-legacy-lives-on/

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 9
Il mercato dell’arte contemporanea
In un contesto socio economico globale altamente
instabile anche il mercato dell’arte contemporanea
si inserisce in maniera talvolta contraddittoria e
volubile. Nel valutare un settore dove la differenza
tra la domanda e l’offerta non segue dei parametri
fissi, ma anzi è basata sulla complessa variabilità del
mercato, è difficile trovare un assioma universale e
tracciare dei filoni di discussione reali e concreti.
L’arte contemporanea, che a differenza di quella
antica è in continuo divenire, si rivolge ad un
mercato in continua crescita ed evoluzione legato
dunque ad altri fattori che esulano da quello
prettamente culturale.
La liberalizzazione dei mercati, l’innovazione
tecnologica, l’apertura di nuovi canali commerciali
finora bloccati (ad esempio Africa, America Latina,
Cina, Taiwan, Hong Kong, Vietnam o Russia) hanno
fatto si che il numero dei collezionisti del settore
aumentasse in maniera esponenziale. Il processo di
globalizzazione che riguarda l’economia culturale è
caratterizzato dalla presenza di competitor che
mentre prima si servivano di particolari soggetti di
tipo tradizionale (galleristi, collezionisti, aste, fiere
del settore ecc.) adesso hanno a che fare con un
nuovo modello gestionale più dinamico e
suscettibile alle innovazioni.
A differenza dell’arte antica che usava la materia in
maniera
abbastanza
naturale,
quella
contemporanea si serve di opere la cui qualità e il
cui valore non sono facilmente quantificabili a prima
vista, anche perché vengono perlopiù realizzate con
tecniche e materiali spesso inusuali. Rispetto al
mercato, la caratteristica principale che distingue gli
artisti contemporanei dai maestri antichi è la
necessità di individuare la domanda, le preferenze e
le attese che la caratterizzano, indirizzandovi in

A cura di Vernice Progetti culturali
www.verniceprogetti.it

Con questa sezione del report si è voluto interrogare alcuni tra i maggiori
operatori nazionali ed internazionali del mondo dell’arte e della cultura,
al fine di lasciare loro esprimere un proprio personale punto di vista sulle
tendenze attuali del settore, le aspettative future.
*****
La riflessione vuole essere uno “spazio libero di espressione”, consapevoli
che spesso sia utile sentire voci diverse, per riconoscere meglio la propria.

seguito un’offerta adeguata. Quando
però dette variabili si trovano ad agire in
un contesto, come quello odierno,
caratterizzato da forte mutabilità e
altissima concorrenza, le strategie di
mercato devono tener conto di fattori
ancora diversi. Il mercato dell’arte
contemporanea, dopo una forte e
parzialmente giustificata caduta (a causa
della crisi finanziaria iniziata negli Usa nel
2007) sta vedendo crescere le sue
quotazioni
raggiungendo
risultati
insperati.
La struttura del mercato dell'arte
contemporanea è cambiata, soprattutto
in seguito alla concorrenza generata
dalle oltre 154 fiere che si tengono ogni
anno in tutto il mondo e all'importanza
degli investitori e dei fondi di
investimento nel ramo dell'arte.
L’aspetto singolare che riguarda il nostro
Pino Pascali, Wall of stone
paese è comunque il fatto che l’arte
contemporanea italiana vola nelle aste
internazionali, ma questo sembra
riflettersi solo in modo marginale sul
mercato del nostro paese.
Le Italian Sale di Londra che hanno come
obiettivo quello di presentare sul
palcoscenico internazionale la miglior
produzione dei migliori artisti italiani
battendo all’asta una cinquantina di
opere di qualità altissima, hanno
registrato anche quest’anno, per la XIII
edizione di Christie’s dei picchi altissimi:
Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base
31,6 milioni di euro, un record assoluto!
di dati provenienti da info provider.

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 10
Da Pollock alla Pop Art di Andy Warhol
Milano presenta Autunno Americano

1/2

Nel 1950 Hans Namuth, un giovane
fotografo, si propose di realizzare un
servizio che ritraeva Pollock mentre era
all'opera. Il pittore gli promise che
avrebbe iniziato un nuovo dipinto
appositamente per il servizio, ma
quando Namuth arrivò al laboratorio
Pollock gli andò incontro scusandosi e
dicendogli che il quadro era già finito.
Questa la descrizione di Namuth del
momento in cui entrò nel laboratorio:
« Una tela coperta di colore ancora
fresco occupava tutto il pavimento... Il
silenzio era assoluto... Pollock guardò
il quadro, quindi, all'improvviso, prese
un barattolo di colore e un pennello e
iniziò a muoversi attorno al quadro
stesso. Fu come se avesse capito di
colpo che il lavoro non era ancora
finito. I suoi movimenti, lenti all'inizio,
diventarono via via più veloci e sempre
più simili ad una danza mentre gettava
sulla tela i colori. Si dimenticò
completamente che Lee ed io eravamo
lì; sembrava non sentire minimamente
gli scatti della macchina fotografica...
Il mio servizio fotografico continuò per
tutto il tempo in cui lui dipinse, forse
una mezz'ora. In tutto quel tempo
Pollock non si fermò mai. Come può
una persona mantenere un ritmo così
frenetico?
Alla
fine
disse
semplicemente: «E' finito». (Hans
Namuth)

Jackson Pollock in azione, in uno scatto della
celebre serie di Hans Namuth

.

In alto Hans Namuth
http://en.wikipedia.org/wiki/Hans_Namuth

«Quello che finiva sulla tela non era un quadro,
ma un evento. Il punto di svolta c'è stato
quando ha deciso di dipingere "solo per
dipingere". I gesti che si riflettevano sulla tela
erano gesti di liberazione dai valori - politici,
estetici e morali » Jackson Pollock,

http://www.mostrapollock.it/
A cura del Dott. Paolo Ceccherini

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 11
Da Pollock alla Pop Art di Andy Warhol
Milano presenta Autunno Americano
Andy Warhol dalla Brant
Foundation è un occasione
rarissima per il pubblico di
poter vedere uno dei gruppi di
opere più importanti dell’artista
Americano padre della Pop Art,
raccolto non da un semplice
collezionista,
ma
da
un
personaggio,
Peter
Brant,
intimo amico di Warhol con il
quale ha condiviso gli anni
artisticamente e culturalmente
più vivaci della New York degli
anno ’60 e ’70. Ancora
ventenne nel 1967 Peter Brant
acquistò la sua prima opera di
Warhol, un disegno della
famosa
Campbell’s
Soup,
iniziando quella che sarebbe
diventata
una
delle
più
importanti collezioni di arte
contemporanea del mondo.
La
mostra,
Prodotta
dall’Assessorato alla Cultura
del Comune di Milano, Palazzo
Reale, 24 ORE Cultura –
Gruppo 24 ORE e Arthemisia
Group, curata da Peter Brant e
Francesco Bonami, presenta
oltre 150 opere, tele, fotografie,
sculture che fanno parte della
Brant Foundation e raccontano
una storia intensa ed uno
scambio culturale unico fra il
giovane collezionista e l’artista.
Un incontro dal quale nascerà

2/2

Liz #5 (Early Colored Liz) // 1963 // Courtesy The
Brant Foundation, Greenwich, CT, USA //
© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts
Inc. by SIAE 2013

Red Elvis // 1962 // Courtesy The Brant Foundation,
Greenwich, CT, USA //
Red Elvis // 1962 // Courtesy The Brant
© The Andy Warhol Foundation for the Foundation, Greenwich, CT, USA //
Visual Arts Inc.
© The Andy Warhol Foundation for the
by SIAE 2013
Visual Arts Inc. by SIAE 2013

Mao // 1964 // Courtesy The Brant Foundation, Greenwich, CT, USA //
© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2013

un sodalizio unico dal quale
sfocerà la mitica e rivoluzionaria
rivista Interview fondata da
Warhol stesso nel 1969 e che
Brant acquisterà con la sua casa
editrice subito dopo la morte
dell’artista nel 1987.
La mostra parte dai primi
disegni del Warhol illustratore
per finire con le spettacolari
Ultime
Cene
e
gli
autoritratti passando attraverso
le opere più iconiche come le
Electric Chairs, il grande ritratto
di Mao, i fiori e uno dei più
famosi capolavori di Warhol,
Blue Shot Marilyn, il ritratto
della famosa attrice Americana
con in mezzo agli occhi il segno
restaurato di un dei colpi di
pistola esploso da un’amica
dell’artista nel 1964, che Brant
avrebbe poi acquistato per 5000
dollari nel 1967 con i proventi di
un
piccolo
investimento.
Attraverso capolavori e opere
altrettanto sorprendenti ma meno
conosciute, come una serie di
Polaroid mai viste prima in
Europa, la mostra della Brant
Foundation
non
racconta
semplicemente il Warhol star del
mondo dell’arte e del mercato
ma
anche
il
Warhol
intimo, l’amico, l’uomo.

www.warholmilano.it/
A cura del Dott. Paolo Ceccherini

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 12
RODIN Il marmo, la vita
Nella suggestiva Sala delle Cariatidi di
Palazzo Reale a Milano la mostra più
completa mai realizzata sulle sculture in
marmo di Auguste Rodin, una delle figure
maggiori della tradizione plastica moderna.
Realizzata in collaborazione con il Musée
Rodin di Parigi, la rassegna presenta più di
60 opere provenienti, oltre che dall’ente
parigino che custodisce la memoria
dell’artista, anche da importanti istituzioni
pubbliche come il Petit Palais-Musée des
Beaux-Arts de la Ville di Parigi, il Musée
Faure di Aix-les-Bains e il Musée de
Picardie di Amiens.
La prima sezione è dedicata alle opere
giovanili, caratterizzate da una forte
impronta classica, tra cui troneggia
l’enorme blocco raffigurante Il bacio, che
rappresenta due amanti avvinghiati e che
fece grande scalpore nella Francia di fine
Ottocento a causa della sua forte carica
erotica.
Nella seconda sezione sono esposti alcuni
capolavori del periodo più maturo, quando
Rodin da vita a figure che emergono dai
blocchi di pietra e si liberano dal peso della
materia, ricordando la tecnica della
maieutica tipica di Michelangelo, grande
fonte di ispirazione per l’artista francese,
che costruisce un dialogo continuo tra
recupero della tradizione e affermazione di
una nuova idea di scultura.

A cura della Dott.ssa Silvia Cambiaggi
www.mostrarodin.it

17 ottobre 2013
26 gennaio 2014
Milano, Palazzo Reale
Sala delle Cariatidi

Altro
spunto
di
derivazione
michelangiolesca
è
la
poetica
dell’incompiuto, che caratterizza la terza
sezione e che Rodin rielabora in una
chiave di assoluta modernità.
L’allestimento è stato progettato dallo
studio internazionale Bureau des
Mésarchitectures—
Didier
Faustino
appositamente
per
lo
spazio
architettonico della Sala delle Cariatidi.
I marmi bianchi sono disposti in un
contesto suggestivo e sorprendente, che
consente una fruizione ravvicinata e
completa.
Questa mostra ha permesso di
approfondire
tutti
i
temi
che
caratterizzano la produzione plastica di
Rodin: non solo i materiali usati dal
maestro, ma anche i rapporti fra lo
scultore e i collaboratori di cui egli si
avvaleva.
Anche in questo aspetto, infatti, Rodin si
pone come un anticipatore della pratica
contemporanea, pur riprendendo le
consuetudini delle antiche botteghe.
Già in passato le opere di Rodin erano
arrivate in Italia, ma questa è la prima
volta che viene allestita una mostra di
tale imponenza, che consente di
apprezzare un così grande numero di
opere e di studiare la produzione del
grande scultore francese in modo
esaustivo.

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 13
“L'arte contemporanea aiuta ad approfondire presente e futuro grazie ad occhi
dotati di particolare sensibilità”. Intervista a Claudio Palmigiano
1/2
La rubrica “Collezionisti” è dedicata ad
approfondire, di volta in volta, il pensiero, le
scelte e le opere dei principali collezionisti d'arte
contemporanea del territorio nazionale.

IDENTIKIT:
Nome e cognome: Claudio Palmigiano
Luogo e data di nascita: Milano, 18 luglio 1954
Città di residenza: Milano
Attività lavorativa: Libero professionista
Stato civile: Sposato con Maria Grazia
Longoni; 2 figli, Matteo di 23 anni e Francesca
di 19 anni
Prima opera acquistata: "Cristo morto" di
Mario Sironi

Un opera di Richard Prince

A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone

Il collezionista Claudio Palmigiano

Come è nato il tuo interesse per l’arte
contemporanea? Quali sono stati i tuoi
primi passi da collezionista nel mondo
delle gallerie d’arte? E’ nato attraverso la
frequentazione della casa del Notaio
Paolo Consolandi, noto collezionista d'arte
scomparso
pochi
anni
fa,
e
successivamente frequentando gallerie,
musei e fiere. Quasi subito la
frequentazione di gallerie si è rivolta
soprattutto a gallerie italiane specializzate
nel contemporaneo, come Raffaella
Cortese, Claudio Guenzani, Le Case d’Arte,
Monica De Cardenas, Massimo De Carlo,
per poi passare alle gallerie straniere.

Come fai a scegliere, come arrivi
all’acquisizione di un nuovo lavoro?
La scelta avviene assieme a mia moglie,
approfondendo la conoscenza degli artisti e
delle loro opere attraverso visite a mostre,
scambi di opinioni con gli stessi artisti, con
galleristi, direttori di musei e critici.
Come fai a decidere se vendere un pezzo e
quando venderlo?
Non ho quasi mai venduto, però potrebbe
essere possibile in futuro. Poiché col tempo
e con le modifiche che subentrano in una
collezione alcune opere potrebbero apparire
non più in linea col resto dei lavori.
Quali fiere frequenti regolarmente? Quale è
la differenza tra l’acquistare in fiera e
l’acquistare nelle gallerie?
Frequento regolarmente Art Basel, Frieze e
le fiere italiane. Saltuariamente altre fiere
quali l'Armory, Arco, Fiac, Paris Photo. Trovo
che le fiere siano utili per valutare le novità
e le nuove tendenze che il mercato dell’arte
propone. L'aspetto negativo è che, salvo per
certi rapporti consolidati negli anni, spesso
un’opera in fiera può costare di più dato che
i galleristi debbono fronteggiare ingenti costi
per lo stand, l’assicurazione ed i trasporti.
Qual è tua definizione di "arte
contemporanea"?
L'arte contemporanea esprime, in modo
particolarmente
affascinante
ed
emozionante, la visione del mondo in cui
viviamo attraverso gli occhi degli artisti ed

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 14
“L'arte contemporanea aiuta ad approfondire presente e futuro grazie ad occhi
dotati di particolare sensibilità”. Intervista a Claudio Palmigiano
2/2
evidenzia,
tramite
la
loro
interpretazione, gli aspetti più
significativi della realtà che ci
circonda. E le creazioni degli artisti,
anche attraverso i diversi "media" di
volta in volta utilizzati, ci aiutano a
riflettere e ad approfondire
presente e futuro con gli occhi di
soggetti spesso dotati di particolare
sensibilità.
Sei nel board di "Acacia –
Associazione
Amici
Arte
Contemporanea", costituita nel
2003 a Milano e attiva affinché
l'arte contemporanea italiana
venga sostenuta e valorizzata. Che
rapporto esiste tra la sua
esperienza di collezionista e
ACACIA?
E' in corso un continuo dibattito sul
ruolo del collezionista.

C’è chi sostiene che il collezionista sia
semplicemente un privato che
amando l’arte acquista opere per la
propria collezione personale e chi,
all’opposto,
afferma
che
il
collezionista di un certo pregio debba
assumere un ruolo più pubblico, che
le opere che acquisisce e le proprie
competenze debbano essere mostrate
ed essere messe a disposizione della
comunità. Io mi trovo in una posizione
intermedia: facendo parte, ad
esempio, di una Associazione che ha
quale fine nel proprio statuto lo
sviluppo dell’arte contemporanea e la
promozione degli artisti italiani,
ritengo di svolgere un ruolo che va
oltre l’ambito prettamente privato,
che è di supporto, appunto, alla
diffusione
sul
territorio
della
contemporaneità.

ACACIA:
Amici Arte Contemporanea Italiana
Lo scopo principale dell’Associazione ACACIA Amici Arte Contemporanea Italiana
è quello di promuovere l’arte e, soprattutto, coincide con la volontà di stimolare
la costituzione di un museo pubblico di arte contemporanea a Milano, attraverso
un dialogo costante con le Istituzioni cittadine. La stessa Associazione ha già
creato una collezione esclusivamente con l’intento di donarla al futuro Museo
pubblico. L’Associazione è composta da circa un centinaio di soci, tra cui spiccano
prestigiosi nomi del collezionismo italiano. Lo spirito dell’associazione è quello di
evidenziare il ruolo del collezionista attivo, assumendosi la responsabilità di una
coscienza pubblica, esponendosi in prima persona, operando concretamente
perchè l’arte contemporanea sia promossa, conservata e tutelata. Per
raggiungere il suo scopo, ACACIA sin dalla sua nascita ha lavorato per
promuovere gli artisti e i loro progetti attraverso mostre, premi e conferenze,
con l’intento di creare a Milano un terreno comune, nell’ottica di facilitare la
dimestichezza con l’arte contemporanea e di stimolare la curiosità attorno a
questa, affinché si sentisse l’esigenza pubblica di realizzare una struttura, il
museo, che rappresenti un insieme di eccellenza nel panorama dell'arte
contemporanea italiana. Attualmente la collezione di ACACIA è composta dalle
opere di giovani artisti italiani già affermati a livello internazionale ed emergenti
in rapida crescita, i quali rappresentano adeguatamente il fermento dell’arte
contemporanea italiana

Un opera di PhilipLorca diCorcia

http://www.acaciaweb.it/

A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 15
La Fondazione FILA Museum Biella:
Ezio Gribaudo e Lucio Fontana. Cronaca di un Viaggio Americano, 1961
Il prossimo venerdì 15 novembre alle 18 negli spazi
della Fondazione FILA Museum , in collaborazione
con LOCANDA DELL’ARTE si
inaugurerà l’esposizione della rassegna che l’Istituto
di Cultura Italiana di New York, sotto l’egida
di Presidente e di Ministro degli Esteri della
Repubblica Italiana, nel corso dell’estate ha
presentato
nel programma 2013 Anno della Cultura Italiana in
svolgimento negli USA con scambi bi-laterali.
La mostra viene proposta dal museo aziendale di
Biella fino al 24 novembre, nel calendario di
eventi della XII Settimana della Cultura d’Impresa
promossa da Museimpresa di Confindustria.
Nel 1961, per allestire la mostra alla galleria
americana che consacrò la sua fama a livello
mondiale, Lucio Fontana si recò a New York
“N.Y., UNA CITTÀ FATTA DI COLOSSI DI
accompagnato da alcuni collaboratori, tra cui Ezio
CRISTALLO SUI QUALI IL SOLE BATTE
Gribaudo, curatore della stampa di DEVENIR DE
PROVOCANDO TORRENTI DI LUCE”
FONTANA, appena edito in Italia e in procinto di
L. Fontana, 1961
essere pubblicato negli Stati Uniti. Affascinato dal
misterioso e incredibile panorama urbano in cui
proiettare la propria immaginazione e rispecchiare
e moltiplicare le proprie scelte stilistiche d’artista,
Fontana realizzò lavori intitolati alla città delle mille LA BELLEZZA
luci. Nel soggiorno, e fertile percorso di acquisizione CI SALVERÀ della nuova visione, visse e condivise con Gribaudo
E. Gribaudo,
l’intensa esperienza, che trasformò il loro rapporto
New York, 5
professionale in stretto sodalizio artistico e forte
giugno 2013
amicizia.
Cristoforo
Colombo
dell’arte
contemporanea, artista italiano di cui alcune opere
sono conservate a Collezione Guggenheim di
Venezia e MoMA di New York, Gribaudo poi è
tornato spesso nella città americana. Nel 2013
accolto con entusiasmo dal pubblico di esperti,
A cura del Dott. Paolo Ceccherini in collaborazione con la Dott.ssa Paola Gribaudo
http://www.locandadellarte.it/
http://paolagribaudo.org/

1/2

critici, amici e visitatori della mostra che, a cura
di sua figlia Paola Gribaudo, ha presentato vivide testimonianze dei protagonisti degli
eventi - opere e documenti che rievocano
atmosfera e sensazioni della città nel periodo in
cui i suoi fermenti culturali cominciavano a
contrassegnare la contemporaneità. Da New
York la mostra ha attraversato l’oceano per
“approdare” direttamente a Biella… dove
Gribaudo arriverà, per il vernissage, facendovi
graditissimo ritorno. Presentando 38 opere, tra
cui molti paesaggi, al Circolo degli Artisti nel
1958 ha esposto un’antologica che, precorrendo
i tempi, illustrava la propria esperienza nel
Realismo Esistenziale. Il duplice “viaggio
americano” - del 1961 e nel 2013 - lo riconduce
tra palazzi e stabilimenti d’epoca e
avveniristiche architetture della capitale laniera
italiana, dove fa altre “scoperte” e incontra le
sue avanguardie: a Fondazione FILA Museum,
infatti, è conservato un patrimonio di storici
esemplari delle produzioni tessili e moda
italiane, tra cui un modello “speciale”, frutto di
una positiva contaminazione tra il mondo
dell’arte e quello industriale - il costume da
nuoto che lo stilista di FILA Pierluigi Rolando
disegnato nel 1981 ha realizzato ispirandosi
proprio ai lavori di Fontana, e la inea F13, una
collezione di abiti e accessori che fa esplicito
riferimento a New York. Realizzato in
collaborazione con la galleria di Locanda
dell’Arte, l’allestimento presenta un capolavoro
di Fontana, CONCETTO SPAZIALE, NEW YORK
1961 accanto al costume di Rolando e negli spazi
museali dedicati allo stile della moda italiana

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 16
La Fondazione FILA Museum Biella:
Ezio Gribaudo e Lucio Fontana. Cronaca di un Viaggio Americano, 1961
ambienta la collezione newyorkese di Gribaudo
- i disegni a pastello del CARNET DI VIAGGIO, i
dipinti della serie DIARIO DI NEW YORK e la tela
PONTE SU NEW YORK. La rassegna presenta
anche materiali documentali dell’Archivio
Gribaudo, tra cui: le riprese di New York filmate
con Francesco Aschieri nel 1961 e montate con
colonna sonora musicale dei Supershock, la cui
“prima” è stata proiettata al Museo Nazionale
del Cinema di Torino nel 2012; il libro,
pubblicato da Skira Editore e presentato a
Museo del Novecento di Milano, che raccoglie e
documenta gli scambi colloquiali ed epistolari
con Fontana; un reportage fotografico
realizzato all’atelier di Gribaudo nel 2013 da
Stefania Monsini. Un programma di iniziative
coinvolgerà il pubblico alla partecipazione attiva
e creativa, come il laboratorio per la
costruzione di modellini LEGO Architecture
degli edifici newyorkesi Guggenheim Museum,
Empire State Building e Rockefeller Center e
dell’italiana Torre “pendente” di Pisa.
Un evento unico, voluto dalla Fondazione FILA
Museum e ospitato nelle sale che presentano
al pubblico la storia e le creazioni del brand
italiano della moda sportiva e casual più
conosciuto al mondo, nato proprio a Biella. Un
meraviglioso esempio del connubio tutto
italiano tra arte e industria, che nel territorio
affonda le proprie radici tra fine ‘700 e inizio
‘800, quando la manifattura si fece affiancare
dalle cosiddette “arti decorative” con lo scopo
di rendere il prodotto gradevole anche
esteticamente. Attraverso l’arte il manufatto
non diventa solo utile e bello ma anche in grado
di emozionare.

Il Presidente della Fondazione FILA
Museum, Gene Yoon, dichiara:

“Sono particolarmente contento di
questa esposizione nei locali della
nostra Fondazione, ospitare opere di
grandi autori non solo è un onore
ma contiene in sé un potenziale
importantissimo perché la creatività
artistica ha la straordinaria capacità di
aprire le menti e di spingere gli
uomini a vedere il mondo in modo
nuovo, dando vera e reale libertà di
pensiero e di azione. Quella libertà
intellettuale che permette la nascita e
la crescita delle grandi imprese e la
storia di FILA ne è un esempio”.

2/2

Ezio Gribaudo, Pittore,
scultore e grafico italiano
Ha studiato architettura e si
è interessato alle tecniche
grafiche e tipografiche.
Vicino alle esperienze di Tapies, Burri,
Fontana, G. esalta l'importanza della materia;
per le sue tavole (rilievi, rilievi e serigrafie,
bassorilievi) e per le sue sculture, realizzate in
polistirolo (Logogrifi), usa prevalentemente il
bianco su bianco. Come grafico ha ricevuto
numerosi premî (Quadriennale di Roma, 1965;
Biennale di Venezia, 1966; Biennale di San
Paolo del Brasile, 1967). Nel corso degli anni
Novanta G. ha partecipato a diverse
esposizioni collettive e a importanti personali,
tra le quali si segnalano quelle di Parigi (in cui
ha esposto la serie degli Alberi, 1993), New
York (1995), Buenos Aires (1998), Torino
(Galleria 44, 2006), New York (Briggs
Robinson Gallery, 2006). Dal 2005 è
presidente dell'Accademia Albertina di Torino.

.

A cura del Dott. Paolo Ceccherini in collaborazione con la Dott.ssa Paola Gribaudo
http://www.locandadellarte.it/
http://paolagribaudo.org/

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 17
ARTISSIMA: osservatorio artistico di nuova generazione
Si è conclusa ieri la ventesima edizione della fiera-mercato italiana ARTISSIMA.
Quattro giorni di fermento culturale che hanno saputo offrire al pubblico degli amanti
dell’arte e all’insieme degli addetti ai lavori, un ventaglio di iniziative in grado di
valorizzare, come nella migliore tradizione di questa manifestazione, le potenzialità
della città di Torino. Il legame tra la città e la sua fiera d’arte contemporanea è
volutamente ben radicato e appare come un elemento focale, capace di soddisfare le
esigenze e le aspettative di un pubblico variegato per età, background e interessi.

stand Editalia (Roma), sezione Artissima Art
Editions. Opere di artisti quali Emilio Isgrò,
Mimmo Rotella, Carla Accardi, Joe Tilson.

A cura del Dott.ssa Giuseppina Greci
http://www.artissima.it/

L’aumento delle presenze complessive
sul territorio da un anno all’altro, lo
testimonia: il 2012 ha registrato un
+59% rispetto l’anno precedente.
Terminata la manifestazione, è tempo di
bilanci e riflessioni per lo staff guidato
dalla direttrice Sarah Cosulich Canarutto
e per le istituzioni coinvolte. Detto ciò, i
numeri iniziali e le novità introdotte
sono di buon auspicio e documentano la
volontà degli organizzatori di assestarsi
sull’alto livello qualitativo degli ultimi
anni. L’aumento delle gallerie presenti,
provenienti da 38 Paesi – 12 in più
rispetto al 2012 – è sintomatico
dell’interesse crescente verso Artissima.
Per la prima volta, inoltre, la sfera dei
collezionisti invitati è stata estesa al Sud
America, al Sudest asiatico e al Medio
Oriente. Ricerca, sperimentazione,
approfondimento sono termini che
orientano
i
criteri
organizzativi
dell’evento. Le sezioni espositive
costruiscono un dialogo ben equilibrato
“passato-presente-futuro”,
accompagnando il visitatore attraverso
un percorso che si snoda tra gallerie
note(Main Section),,

1/3

Carta d’Identità

Veduta interna di Artissima 2013, nel padiglione
espositivo “Oval”, area Lingotto Fiere. In basso, a
destra, è visibile l'opera di Danilo Correale, “The warp
and the Weft” 2012, nello stand della galleria
Supportico Lopez (Berlino

Nome: ARTISSIMA
Data di nascita
Artissima S.r.l.: 1994
Titolari del marchio:
Città di Torino,
Regione Piemonte,
Provincia di Torino.
Ente gestore:
Fondazione Torino
Musei
(www.fondazionetori
nomusei.it ), dal 2004
Direttrice in carica:
Sarah Cosulich
Canarutto. Sede
attuale: Padiglione
“Oval”, Lingotto Fiere

Segni Particolari: Prima Fiera
d’arte contemporanea, in Italia,
Quinta tra le 30 top fiere d’arte
mondiali secondo lo Skate’s Art
Market Research di New York
Curiosità: il colore “rosa” simbolo
della fiera richiama la declinazione
prettamente femminile dello staff
organizzativo.

ART WEEKLY –11 NOVEMBRE 2013

pag. 18
ARTISSIMA: osservatorio artistico di nuova generazione
gallerie emergenti (New Entries), progetti monografici di
talenti di nuova generazione (Present Future), opere di
innovatori del linguaggio artistico degli anni Sessanta
Settanta e Ottanta (Back to the Future). A edizioni, stampe
e multipli di artisti contemporanei è riservata la sezione
Art Editions. Il livello di interazione del pubblico è stato
garantito dalle numerose iniziative in programma:
momenti di ascolto e di confronto svoltisi in spazi dedicati,
Meeting Point, Book Corner e ZonArte.
Lungo 20.000 mq del Padiglione espositivo del Lingotto,
cospicua è stata la presenza degli addetti stampa, italiani
Opera di Santiago Sierra, “40 m3 of Earth
ed esteri, e affollate le visite guidate condotte da 20
from the Iberian Peninsula” 2013, galleria
curatori internazionali (Walkie Talkies), pensate per
Kow (Berlino), sezione Artissima New Entries.
soddisfare curiosità e fornire sostegno nella comprensione
delle opere.
Grande novità 2013 è stata la rassegna One Torino: cinque mostre in cinque sedi diverse (Castello
di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea,
Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Palazzo Cavour), della durata di due
mesi, per estendere al di là del periodo di apertura la forza attrattiva di Artissima.
Se in una fiera-mercato di opere d’arte è consentito utilizzare termini come “domanda” e
“offerta”, aiuta nella comprensione generale di un evento così importante approfondire il punto di
vista di galleristi, artisti, collezionisti.
La partecipazione dei galleristi alle
principali
fiere-mercato
mondiali
rappresenta, ieri come oggi, una vetrina
dall’immediato riscontro, sia in termini
di rapporti con i collezionisti e di vendite,
sia in termini di nascita di nuove
collaborazioni e progetti. Ma cosa vuol
dire essere gallerista oggi? L’analisi
comparata di realtà già consolidate ed
emergenti ha messo in evidenza come il
mestiere del gallerista richieda forte
dedizione e sacrificio. Il sostegno ad
artisti di nuova generazione risulta più
A cura del Dott.ssa Giuseppina Greci
http://www.artissima.it/

2/3

ARTISSIMA 2013 in breve
190 gallerie (130 straniere e 60 italiane).
38 Paesi partecipanti:
26 presenti negli anni precedenti (Arabia Saudita,
Austria, Belgio, Brasile, Cina, Danimarca, Estonia,
Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia,
Guatemala, Irlanda, Israele, Italia, Marocco, Olanda,
Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Slovenia, Spagna, Stati
Uniti, Svizzera, Ungheria)
12 nuovi (Albania, Argentina, Azerbaigian, Canada, Cile,
Emirati Arabi Uniti, Filippine, Lussemburgo, Malesia,
Portogallo, Romania, Turchia)
5 Sezioni espositive:
•Main Section (108 gallerie)
•New Entries (27 gallerie)
•Present Future (25 gallerie e 24 artisti)
•Back to the Future (30 gallerie e 32 artisti)
•Art Editions (4 realtà culturali)
(Segue)

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 19
ARTISSIMA: osservatorio artistico di nuova generazione
rischioso rispetto al passato, non solo per gallerie blasonate come Giorgio Persano di Torino
(www.giorgiopersano.com) o Lia Rumma (www.liarumma.it), ma anche per realtà nuove come Mario
Mazzoli con sede a Berlino (www.galeriemazzoli.com ), o per la Galleria Upp di Venezia
(www.galleriaupp.com ). E questo naturalmente a discapito dei giovani talenti.
La saturazione del settore e, in Italia, le rigidità fiscali oltre, a mio avviso, la scarsa apertura mentale
verso sperimentazioni artistiche, sono tra e motivazioni che invogliano alcuni giovani galleristi italiani a
spostare la propria attività all’estero. Tuttavia esistono canali istituzionali “made in Italy” che ancora
funzionano: la partecipazione di artisti alla Biennale di Venezia significa ancora, per le gallerie che li
sostengono, un momento di grande visibilità, come sostiene la galleria Continua, con sede centrale a
San Gimignano (www.galleriacontinua.com ). Ciò non toglie che i galleristi emergenti sentono
maggiormente il richiamo delle nuove sperimentazioni, condotte per lo più attraverso supporti audio e
video o mediante l’utilizzo dei materiali più disparati, evocazioni, per lo più provocatorie, di valori
perduti o della ridondanza consumistica della società contemporanea.
Diversi anche i galleristi che hanno esibito opere fotografiche.
L’alternanza tra artisti di richiamo e artisti di nuova generazione caratterizza anche lo stand della
giovane gallerista francese Eva Meyer (Parigi), alla sua prima partecipazione ad Artissima
(www.galerieevameyer.com). Riassumendo, la partecipazione alle fiere-mercato risulta ancora essere
un importante canale comunicativo, ma per le gallerie ciò comporta un impegno economico e di
tempo da ponderare oggi più che in passato.
Artissima spicca nel panorama internazionale,
accanto alle più prestigiose fiere quali, per
citarne alcune, la svizzera Art Basel
(www.artbasel.com ), la francese FIAC
(www.fiac.com ), l’americana Armory Show
(www.thearmoryshow.com ).
Il nome non è più sinonimo di presenza sul
mercato:
le
gallerie
note
dovranno
costantemente confrontarsi con gallerie più
recenti su tendenze artistiche dell’ultima ora, in
contesti pubblici a respiro internazionale. E i
collezionisti? La maggior parte di loro si muove
con accortezza a causa dell’Iva troppo alta e
Stand della Galleria Mario Mazzoli (Berlino), sezione Artissima
dell’assenza di sgravi fiscali, elementi questi che
New Entries. Presenti opere di Paolo Inverni, Pe Lang, Roberto
tuttavia non scoraggiano gli investitori più
Pugliese.
facoltosi.
A cura del Dott.ssa Giuseppina Greci
http://www.artissima.it/

3/3

Stand Galleria Upp (Venezia), sezione Artissima
New Entries.

(Segue) 3 Novità
Walkie Talkies (visite guidate)
One Torino (rassegna espositiva annuale)
Collaborazione con Club To Club (Festival
internazionale di musica elettronica)
3 aree d’incontro e di dialogo:
Meeting Point (presentazione di progetti, ricerche
ed eventi)
Con/TEXT (presentazioni di libri e cataloghi d’arte
nel Book Corner)
Musei in mostra (progetto “ZonArte” a cura dei
Dipartimenti di Educazione delle principali
istituzioni artistiche torinesi)

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 20
La Fondazione Re Rebaudengo e la mostra Soft Pictures
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
nasce a Torino il 6 aprile 1995 ad opera
del suo Presidente, Patrizia Sandretto Re
Rebaudengo, che vede nella creazione di
una Fondazione la possibilità di
trasformare la propria passione e
l’attività di sostegno ai giovani artisti,
che già svolge dal 1992 a titolo
personale, in “attività organizzata”,
collaborando
così
ancora
più
efficacemente con istituzioni italiane e
straniere. L’incontro, nel 1995, con
Francesco Bonami dà vita al programma
culturale
della
Fondazione
che,
attraverso incontri e scambi fra le nuove
generazioni di artisti e critici provenienti
da ogni parte del mondo, si pone fin da
subito come un osservatorio sulla ricerca
e la produzione delle più interessanti
avanguardie artistiche dei nostri giorni.
L’obiettivo della Fondazione Sandretto
Re Rebaudengo è far conoscere ad un
pubblico sempre più ampio i fermenti e
le tendenze più attuali nel panorama
dell’arte contemporanea internazionale.
Il vasto campo delle arti visive – pittura,
scultura, fotografia, video, installazioni e
performance – viene analizzato e
proposto al pubblico non solo grazie alle
mostre, ma anche attraverso molteplici
attività didattiche ed eventi collaterali di
approfondimento, come conferenze,
incontri con gli artisti, i curatori e i critici
provenienti
dalle più importanti
istituzioni italiane e straniere, oltre a
lezioni di arte contemporanea realizzate

A cura del Dott. Paolo Ceccherini
www.fsrr.org

in collaborazione con docenti
universitari affermati a livello
nazionale. Una struttura flessibile che
raccoglie il contributo di artisti, con i
critici, con i curatori e con i
collezionisti.
Un
luogo
per
l’aggiornamento di appassionati e
conoscitori e per la formazione di chi
al contemporaneo si deve ancora
avvicinare. La Direzione Artistica della
Fondazione è affidata a Francesco
Bonami. Filippo Maggia cura la
sezione di fotografia italiana.

La Fondazione Re Rebaudengo

1/3

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 23 ottobre 2013 al 23 marzo
2014, Soft Pictures, mostra collettiva dedicata all’uso del medium tessile nell’arte
contemporanea, a cura di Irene Calderoni. Storicamente posto al confine tra arti
liberali e arti applicate, l’uso del tessuto come materiale per creare immagini artistiche
oggi ripreso dagli artisti nelle sue molteplici valenze, storiche, politiche, sociali e
simboliche, una ricca trama di significati di cui questa mostra rende conto.
Al tempo dell’immagine digitale, scegliere il tessuto come materiale e antiche tecniche
per lavorarlo diviene il primo gesto significante, un gesto forte, che riapre un campo di
possibilità espressive per l’arte. Durevole e facile da trasportare, il tessile anche stato
la merce per eccellenza, protagonista delle dinamiche commerciali ed economiche
che hanno rivoluzionato la Storia. Come ricorda Seth Siegelaub, collezionista di tessuti
antichi e grande conoscitore della materia, è forse
un caso che Cristoforo Colombo, come suo padre
prima di lui, fosse un produttore e mercante di lana;
ma piuttosto logico che il telaio Jacquard, creato
nell’800 in Francia, sia stato l’ispirazione per il lavoro
dell’inglese Charles Babbage, che ha portato
direttamente all’invenzione del computer nel 20
secolo Funzione e decorazione, design e arte,
tradizione e modernità tra questi diversi poli si
muovono gli artisti in mostra per riflettere
sull’immagine e sul materiale stesso come
concentrazione di tensioni e simboli differenti.

Immagini dalla mostra Soft Pictures, mostra collettiva dedicata all’uso del
medium tessile nell’arte

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 21
La Fondazione Re Rebaudengo e Serpentine Grants:
Sostegno e promozione ai giovani nel mondo dell’arte
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Serpentine Gallery
presentano il premio Re Rebaudengo Serpentine Grants rivolto
a giovani artisti nati nel o prima del 1989. Quest'anno si è
tenuta la prima edizione.
Tra luglio e agosto 2013, i partecipanti al Re Rebaudengo
Serpentine Grants, hanno potuto iscriversi e inserire l'opera
nella piattaforma online Discrit 89plus. Il 1989 è l'anno in cui è
crollato il muro di Berlino ed è nato il World Wide Web: chi è
nato dopo il 1989 è cresciuto in una società globalizzata, e
costituisce la metà della popolazione mondiale, ma appartiene
ad una generazione le cui voci stanno solo iniziando a farsi
sentire. La giuria internazionale è composta da Francesco
Bonami (Direttore Artistico Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo), Lauren Boyle (DIS magazine), Simon Castets
(89plus), Solomon Chase (DIS magazine), Kevin McGarry, Hans
Ulrich Obrist, Julia Peyton-Jones (Serpentine Gallery), Eugenio Re
Rebaudengo
(Consigliere
Fondazione
Sandretto
Re
Rebaudengo), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (Presidente
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo) e Jochen
Volz (Serpentine Gallery). Il vincitore designato
dalla Giuria Internazionale è Riccardo Paratore
(Germania, 1990). I vincitori designati dalla giuria
popolare sono Niko Karamyan (USA, 1992) e
Tierney Finster (USA, 1991). Ogni vincitore
riceverà 15.000 euro per produrre l'opera, che
verrà presentata alla Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo il prossimo anno. L'8 novembre, i
vincitori sono stati presentati ad Artissima
(Meeting Point), durante un incontro con Patrizia
Sandretto Re Rebaudengo, Hans Ulrich Obrist,
Julia Peyton-Jones.

Patrizia Sandretto Re
Rebaudengo dopo essersi
laureata in Economia e
Commercio all’università
di Torino, si avvicina
all’arte contemporanea,
come collezionista,
all’inizio degli anni ’90.
Nel 1995 dà vita alla
Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo, di cui è
presidente. Nel 1997 viene
inaugurata la prima sede
della Fondazione a
Guarene d’Alba, Palazzo
Re Rebaudengo.

2/3
ONE TORINO
A NEW ANNUAL EXHIBITION
PROJECT AROUND TORINO AND
PIEMONTE
Prima edizione
7 novembre 2013 – 12 gennaio 2014
Rassegna espositiva annuale ideata e prodotta
da Artissima in collaborazione con le maggiori
istituzioni d’arte contemporanea della città:
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea,
GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e
Contemporanea, Fondazione Merz e Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo, e un progetto
speciale per Palazzo Cavour. Il progetto curato
da Chris Fitzpatrick per la project-room della
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo non è
una mostra, bensì l’apertura su una serie di
mostre collettive simultanee, in costante
evoluzione. I dispositivi messi in gioco da questo
inedito esperimento espositivo propongono non
solo opere d’arte tangibili, ma anche racconti
orali, gossip, materiali stampati, contenuti web,
visite guidate e performate della mostra,
screening di un giorno, e interventi in spazi
residenziali del quartiere. VEERLE è un nome
olandese di persona, scelto per riunire in una
singola, distinguibile corporalità qualcosa di
molteplice, di vasta portata. Inserendo una serie
di opere all’interno di una conversazione e
mettendo una serie di conversazioni in dialogo
con le opere, VEERLE produce continuamente
qualcosa di nuovo.

Riccardo
Paratore

A cura del Dott. Paolo Ceccherini
www.fsrr.org

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 22
La Fondazione Re Rebaudengo A Linking Park:
Sostegno e promozione ai giovani nel mondo dell’arte

corsART
Prima corsa dentro un museo
La Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo presenta corsART,
la prima corsa dentro un
museo.
Il contest permetterà ai
visitatori di correre nello spazio
espositivo. A differenza dei
protagonisti di Band à part di
Jean Luc Godard e di The
dreamers di Bernardo
Bertolucci, i visitatori non
dovranno battere un record. Un
modo divertente di vivere il
museo, all’insegna della
trasversalità e della
contaminazione: cinema, arte,
sport, creatività e fotografia.

A cura del Dott. Paolo Ceccherini
www.fsrr.org

La Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo presenta, dal 23
ottobre al 23 gennaio, A
Linking Park, progetto che
nasce da CAMPO 12, prima
edizione del corso per curatori
italiani
promosso
dalla
Fondazione Sandretto
Re
Rebaudengo, in collaborazione
con la Fondazione per l'Arte
Contemporanea CRT.
A Linking Park potrebbe
sembrare una mostra senza
opere:
per
vederla
è
necessario trovarsi di fronte
alla Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo
con
uno
smartphone in mano e
fotografare
i
venti
QR
posizionati sulla sua facciata. I
QR si presentano come codici
minimali, decodificabili solo da
un dispositivo connesso a
internet. Spazio effettivo di
fruizione di A Linking Park,
quindi, sono gli smartphone,
mentre la facciata della
Fondazione
diventa
l’interfaccia e il supporto su cui
sono allineati i codici.
A Linking Park sfrutta le logiche
del web e della comunicazione
informatica per riflettere sulla
fruizione e la circolazione dei
dati e sull’adattamento della

pratica
curatoriale
alle
dinamiche culturali attuali,
fortemente legate all’uso
quotidiano della tecnologia
web digitale.
Sulla facciata, i codici QR sono
tracce di un dialogo a distanza
intercorso tra i dieci curatori di
CAMPO12, corso-residenza
promosso dalla Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo.
Ricalcando l'immediatezza
della “Quick Response” dei
codici, i curatori si sono
scambiati a turno una serie di
link con due sole condizioni:
dare una “risposta veloce” non impiegando più di due
giorni per scegliere il proprio
link - e selezionare materiali
che facessero già parte della
grande collezione del web
visibile, ovvero l'insieme dei
siti raggiungibili tramite
Google. Un limite non
indifferente se si considera che
la parte del web indicizzata dal
motore di ricerca conta 2
miliardi di documenti sui 550
miliardi totali. Al tempo stesso,
il processo di selezione dei link
ha origine da una riflessione su
temi specifici quali l'evoluzione
dell'architettura in risposta alla
proliferazione delle interfacce

3/3

tecnologiche; l'uomo come strumento per la diffusione di
immagini; lo statuto delle opere d'arte digitalizzate e archiviate
online e gli aspetti legali connessi alla loro diffusione e utilizzo.
La selezione dei dieci curatori ha incluso senza distinzione estratti
di film, video e brani musicali caricati su Youtube e Vimeo, siti e
pagine web creati da artisti e progetti pensati appositamente per
la rete. Così da una web chat con Andy Warhol attraverso un
medium (Oliver Laric) si passa a Tom Waits, Roberto Benigni e
John Lurie che si sgolano in prigione per un gelato (Jim Jarmush),
idealmente seguiti da riprese di lavoratori che escono dalle
grandi fabbriche della prima metà del secolo (Harun Farocki). Il
lato “in chiaro” del web, quello ipercontrollato di Google e dei
suoi algoritmi di ricerca diventa così il contenuto di un gioco di
perdita di controllo: ogni nuova risposta è un’interpretazione
personale del link che l’ha preceduta e modifica il percorso di A
Linking Park nel suo complesso. Alla mostra A Linking Park si
affianca la pubblicazione A Linking Book, un libro la cui
dimensione tascabile ricalca quella di uno smartphone. La
pubblicazione si avvale di contributi teorici commissionati ad
artisti, scrittori e professionisti della rete quali Riccardo Benassi,
Joseph Nechvatal, Alessandra Donati ed Emilio Vavarella.
CAMPO12 si è svolto da novembre 2012 a giugno 2013.

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 23
ART 7 ARTS e la valorizzazione degli artisti contemporanei emergenti:

Pier Paolo Maggini
L’Associazione culturale ART 7
ARTS è una associazione
fondata da Arianna Grava,
Esmeralda Mapelli, Grisca
Grava, che ha lo scopo di
valorizzare e dare uno spazio
ad artisti contemporanei
emergenti; l’attenzione di ART
7 ARTS è rivolta a forme d’arte
tradizionali come pittura,
scultura, stampa, fotografia,
ma anche ad espressioni che
implicano una molteplicità di
strumenti
tecnologici
innovativi e di forte interesse
come video art, light art, arte
cinetica e street art.
L’attenzione a queste nuove
espressioni
artistiche
è
l’elemento costitutivo del
nome dell’associazione; le arti
di cui le soci fondatrici si
occupano sono sette e il nome
le rappresenta e le anticipa.
L’intento è quello di dare un
risalto ad artisti giovani e di
talento
all’interno
del
panorama artistico italiano e
di dare loro la più ampia
visibilità al fine di farli
conoscere non solo dentro i
confini nazionali ma anche
all’estero. Oggi ART 7 ARTS
presenta due artisti Pier Paolo

A cura della Dott.ssa Grisca Grava

Maggini e Riccardo Gusmaroli
artista
dalla
grande
sperimentalità, Pier Paolo
Maggini ci introduce in un
mondo tutto nuovo e dal
grande fascino. Una serie di
opere realizzate tra il 2004 e
il 2007 saranno caratterizzate
da silenzio, assenza e
immobilità: è il caso delle
opere appartenenti al ciclo
Stadi e Attese, linguaggio ben
presto lasciato per dare
spazio a folle che diverranno
le protagoniste di un nuovo
percorso
pittorico dell’
artista.
Sono
atmosfere
rarefatte che danno forma ad
una
“raggelante
e
paradossale immobilità in cui
una moltitudine indistinta di
persone” popolano le tele di
questo artista d’Avanguardia.
I suoi lavori si distinguono per
impostazione, per linearismo
e per la resa decorativa delle
figure che si stagliano sulla
superficie e la animano.
L’effetto è ottenuto con un
forte contrasto cromatico: le
piccolissime e colorate figure
emergono prepotenti sui
fondi scuri. Sono masse che si
muovono freneticamente alla

ricerca di un’identità in uno spazio senza
tempo in cui “rimbomba l’eco
assordante del vuoto esistenziale
dell’individuo. Dove va questa folla
travolta dal flusso dell’anonimato?”. Per
Maggini è il tema dell’identità collettiva
a permeare le sue caratteristiche
superfici in movimento, è una
”ricognizione
sull’identità”
quella
operata dall’artista, una costante ricerca
dei valori fondanti la vita di ogni giorno
come le tradizioni e il folclore, ma che
qui vengono svuotati e non palesemente
riconoscibili,
trasformandosi
magicamente in astrattismo puro.
“Folle tumultuose ma silenti, caotiche e
paradossalmente ordinate, fotografate
dall’alto” come macro pixel di uno
schermo gigante come schermo della
vita, questo possiamo percepire
trovandoci di fronte ad un sua opera.
I lavori di Maggini sono delle assolute
metafore: smaschera senza alcun filtro la
solitudine dell’uomo privo di una sua
identità e di una reale appartenenza.
Nei sui lavori peculiare è la sintesi tra
pittura e fotografia, l’artista procede per
sottrazione
dal
fondo
nero-blu
costruendo la sua immagine attraverso
codici di percezione che nelle opere di
Maggini si traducono in spazi di evasione
nei quali l’osservatore si immerge per
trasformarlo in uno spazio inviolabile.

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 24
ART 7 ARTS e la valorizzazione degli artisti contemporanei emergenti:

Riccardo Gusmaroli
Giovane artista di origine
veneziane ma attivo a Milano già
agli inizi degli anni ’90. I sui primi
lavori lo vedono impegnato
nell’attività di fotografo poi la
prima personale alla Galleria
Toselli a Milano nel 1992 regalano
all’artista
l’attenzione
della
critica. Ma è con la mostra del
1998 alla Galleria Ca di Fra di
Milano accanto a Damien Hirst, a
Konrad Klapheck, a Tano Festa e a
Mauro Benetti che Riccardo
Gusmaroli si fa conoscere al
grande pubblico.
Il suo linguaggio è intriso della
lezione di Piero Manzoni unito
sapientemente alla componente
ludica e concettuale di Alighiero
Boetti
regalandoci
un
minimalismo nuovo che nasce
dalla ricerca sul viaggio. Sono
infatti i viaggi il tema centrale
delle
opere
di
Riccardo
Gusmaroli, egli consapevole della
volontà secolare dell’uomo di
esplorare e di cercare nuove
terre, traccia immaginari viaggi
con
rotte impossibili che si
muovono incessantemente sulle
sue monocrome tele: vortici
concentrici
disegnati
da
minuscole
barchette
o
aeroplanini.

A cura della Dott.ssa Grisca Grava

Gusmaroli ci regala una sapiente
lezione di come la materia si possa
piegare alla volontà, la carta con lui
diventa corpo e volume, si plasma in
forme anonime di un insieme più
grande che ha una sua voce. E’ lo
stesso artista a dirci che “ogni
materiale è uno spunto per concepire
qualsiasi lavoro”. La quantità infinità di
materia a disposizione gli permette di
lavorare in molteplici direzioni: la sua
non è la solita immagine artistica, il
linguaggio a volte si dissolve in
immagini che si smaterializzano in
altre, la forma plastica diventa
scultorea con un forte contrasto
chiaroscurale. Possiamo parlare delle
opere di Riccardo Gusmaroli come
vere e proprie sculture di carta ad alto
rilievo dove la luce crea un gioco
plastico di sorprendente bellezza,
rende le monocrome superfici un
mare mosso in cui la superficie si fa
vibrante, multiforme e sempre
variabile come vere immagini di un
mare in tempesta. Tutto può servire a
Gusmaroli per animare le sue superfici:
i francobolli, le cartine di Tutto Città, le
carte geografiche i vortici di barche
bianco su bianco, sono il risultato di
continue associazioni che scaturiscono
da emozione pura e da collegamenti
che sono intrinsechi nei materiali
stessi.

Ciò che emerge prepotente nel linguaggio
dell’artista è un ritmo incalzante che
accompagna l’osservatore nel viaggio di
memoria e di evasione e ci regala spazi
sconosciuti di grande eleganza.

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 25
BRAC: la libreria dove i libri non si leggono ma si assaporano

La Libreria Brac nasce nel maggio del 2009 e
si afferma da subito come punto di
riferimento per tutti gli appassionati della
cucina e dell’arte contemporanea.
La formula di “libreria con cucina” è infatti
una novità nel panorama cittadino e fonde
la storia di due passioni, quelle dei titolari
Sascha e Melisa: uno chef fantasioso
specializzato in cucina vegetariana – vegana
innamorato del fumetto e dell’illustrazione
e una bibliofila con interessi verso la
Contemporaneità in tutte le sue forme
espressive (arte, teatro, danza, cinema,
fotografia). Una libreria dedicata alle arti

1/2

grandi valori che l arte ha prodotto e
continua a produrre.
Nell editoria di settore, cartacea e non,
viene riconosciuta la possibilità di attingere
e degustare ciò che solo l’esperienza ci
consente di consumare, nel cibo il
repertorio ideale per veicolare il proprio
gusto, nell’arte un atto irrinunciabile di
socializzazione.
Una commistione di pietanze, libri, idee ed
eventi fanno della BRAC una sede ideale per
esprimersi, convergere ed intervenire nella
realtà fondata sulla dialettica dell’io e
l’oggettività del mondo.
contemporanee, uno spazio di pensiero
votato all azione, al consumo dell’arte e del
cibo.
Linguaggi e fragranze convivono all’interno
della BRAC nata dall’esigenza di esprimere
la più naturale funzione del vivere
quotidiano: nutrirsi di informazioni e
pietanze, di idee ed esperienze al fine di
valorizzare la conoscenza e la sensibilità
dell’arte.
La BRAC apre le proprie librerie e la propria
cucina alla società del divenire per
riconoscere, segnalare e non offendere i

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 26
BRAC: la libreria dove i libri non si leggono ma si assaporano

Dal 2009 a oggi la Brac ha ospitato
nello spazio di Via de’ Vagellai
presentazioni di libri, reading e
rassegne di fotografia. La sala e la
corte della Brac accolgono, inoltre,
installazioni
ed
esposizioni
appositamente create per il luogo
da giovani artisti.
Dal 2011 vi si svolgono anche
importanti rassegne tra cui
“Scripta: l’arte a parole”, a cura di
Pietro Gaglianò che, con cadenza
mensile da settembre a maggio,
incontra autori e curatori di volumi
dedicati alla critica e all’analisi dei
linguaggi artistici.
La scelta si focalizza su libri in cui
le parole alimentano il dibattito, e
considera saggi, volumi tematici,
traduzioni, raccolte di interviste e
approfondimenti, ma anche libri in
cui gli artisti si impegnano in una
riflessione sul proprio lavoro, sui
processi e sugli esiti della ricerca
artistica. Si tratta di una porzione
di industria libraria meno in vista,
rivolta più all’approfondimento
che alla facile divulgazione,
faticosamente e coraggiosamente
promossa da case editrici secondo

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

le quali i libri non sono eventi.
“Scripta” si rinnova ormai da tre
anni, confermando il proprio
successo anche grazie a un
pubblico di giovani artisti, studiosi
e appassionati che trovano negli
incontri in programma un
appuntamento per il confronto sui
linguaggi dell’arte, un’occasione di
approfondimento e di scoperta tra
i titoli della più recente e meno
convenzionale letteratura critica.
La conversazione tra Pietro
Gaglianò e gli autori si svolge
secondo un tono informale e non
cattedratico che estendendosi al
pubblico assume quasi il carattere
di un raccolto cenacolo culturale,
ma democraticamente aperto.
La Brac è oggi l’unica libreria
indipendente di Firenze dedicata
alle arti contemporanee, con
un’offerta che dai linguaggi più
innovativi
si
estende
all’architettura e al design, al
cinema e alla graphic novel.
Il prossimo appuntamento in
programma è con Lucilla Meloni,
che
giovedì
14
novembre
presenterà “Arte guarda arte”.

2/2

Arte guarda arte
Pratiche della citazione nell'arte contemporanea
di Lucilla Meloni
La citazione, intesa come sguardo e prelevamento operato da un
artista su opere d'arte o frammenti di esse, percorre l'arte
contemporanea, dalle avanguardie fino ad oggi. Tocca
trasversalmente i diversi linguaggi della ricerca visiva: dalla
pittura alla scultura, dalla fotografia al cinema e alla videoarte.
Le pratiche della citazione non sono dunque riconducibili alla
cultura del postmoderno. Assunta nel Novecento come
operazione critica di scarto linguistico, la citazione appare
intrinsecamente legata a un procedimento concettuale, là dove
l'arte, in una dinamica intermediale, riflette su se stessa, si
decostruisce per manifestarsi in nuove forme, anche popolari,
come i re-enactment o i flash-mob.

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 27
Carlo Buzzi: antologia pubblica (quasi tutte le opere)
Dicono che l'estate 1990 fosse calda,
quando l'8 giugno, allo stadio
Giuseppe Meazza di Milano furono
inaugurati i “mitici” Mondiali di
calcio: Italia'90. Pare che sia stato un
anno particolarmente importante
per la storia dell'umanità. Il 1
gennaio di quell'anno, a Berna, il
Consiglio Federale Svizzero elegge
Arnold Koller Presidente della
Confederazione Elvetica, mentre
dall'altra parte del globo, a Los
Angeles il film di Giuseppe
Tornatore, Nuovo cinema paradiso,
viene premiato con l'Oscar come
miglior film straniero dell'anno. L'11
febbraio 1990, dopo 28 anni di
carcere, in Sudafrica, Nelson
Mandela viene liberato, la data
diviene
subito
simbolo
dell'abolizione dell'Apartheid. Le due
Germanie si riuniscono formalmente
in unico paese, e il 18 marzo si
tengono le prime elezioni libere in
Germania Est. Nel mese di giugno, a
pagina 27 della blasonata rivista
internazionale
d'arte
contemporanea, Flash Art, appare la
prima opera di arte pubblica di Carlo
Buzzi. Si tratta del noto “scopino da
cesso” che celebra una fittizia
mostra personale di Picasso con
“Tutte le opere”.
A cura del Dott. Andrea Carlo Alpini
http://www.theca-art.com/

1/2

Ecco perchè ititolare il testo “Antologia
pubblica:(quasi) tutte le opere” strizzare l'occhiolino
a quel “Tutte le opere” di Piacasso e Van Gogh di
ventitre anni prima. Ma torniamo alla cronistoria
dell'anno 1990. Il 22 novembre, la Lady di ferro,
Margareth Thatcher, rassegna le dimissioni da Primo
Ministro del Regno Unito. Una decina di giorni prima,
il 13 novembre, per la strade di Milano inizia la prima
pubblica affissione di Carlo Buzzi. Si tratta di
un'operazione concettuale composta da 140
manifesti formato 100x70cm esposti per 15 giorni
nelle zone più centrali della città meneghina. Alea
iacta est. L'anno finisce il 31 gennaio, come sempre,
ma per l'occasione con una

Carlo Buzzi, FFPP, manifesti strappati, 90x75cm, 2013

La critica legge questa operazione come
ontologica, ovvero come qualcosa che aspira a
parlare dell'essere per mezzo di altri segni che
riconducono all'oggetto di studio iniziale. I più
colti vi diranno che l'ontologia ha a che fare
con la metafisica, con l'aristotelismo e con il
grande pensatore Martin Heidegger. Carlo
Buzzi ha sempre rifiutato di definire il suo
lavoro “metafisico”, ma piuttosto “ironico”.

Carlo Buzzi, Red Back Wine, manifesti strappati,
146x220cm, 2013

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 28
Carlo Buzzi: antologia pubblica (quasi tutte le opere)

grande sfida di scacchi planetaria:
Garry Kasparov che batte il
connazionale russo Anatoly Karpov.
Sono passati ventitreanni da allora,
e molte sono state le mostre e le
pubbliche affissioni internazionali
di Carlo Buzzi. L'11 febbraio 2013
Papa Benedetto XVI si dimette da
Sommo Pontefice, sarà poi eletto,
nel mese di marzo, Papa Francesco,
il primo Pontefice gesuita della
storia, che lascia il saio bruno per le
vesti bianche. Il 3 marzo 2013 per
le strade di Milano, all'interno della
Cerchia dei Bastioni, inizia la
pubblica affissione di Carlo Buzzi
intitolata “FFPP”, in cui l'artista
porta le vesti e i segni di Francesco
Forgione, in “arte” Padre Pio.

L’operazione milanese è stata
presentata dal critico Francesco
Tedeschi,
curatore
anche
dell’allestimento delle Gallerie
d’Italia di Banca Intesa in Piazza
della Scala a Milano. Se si domanda
all’artista quale sia il rapporto che
si instaura tra la sua arte e lo spazio
pubblico eccome come risponde:
“Nel mio discorso è sicuramente più
determinate il luogo/contesto
piuttosto
che
il
pubblico/spettatore".
Similmente, nell'estate appena
trascorsa, ho lavorato nei "territori"
del comasco e del Canton Ticino
(Svizzera), realizzando l'operazione
"Red Back Wine” strettamente
coadiuvata da

Mappa della pubblica affissione “Rabdomante” di Carlo Buzzi alla 55° Biennale di
Venezia, 2013

A cura del Dott. Andrea Carlo Alpini
http://www.theca-art.com/

2/2

Carlo Buzzi, Rabdomante, manifesti strappati, 80x110cm,
2013

Carlo Buzzi, Rabdomante, stampa fine art su dbond,
30x45cm, 2013

strettamente coadiuvata da
Andrea
Carlo
Alpini,
direttore di Theca Gallery e
Stefano Roberto Mazzatorta,
direttore della Galleria Civica
di Campione d'Italia, dove è
anche stata ospitata una mia
mostra personale.”
Concludendo, perchè un
gallerista che nel 1990 aveva
solo 5 anni si deve occupare
di un'artista che oggi ha
quasi il doppio della sua età?
Perchè come diceva Robert
Somol
“progettare
[...]
significa prima di tutto
rendere
possibile
il
verificarsi di un incidente;
questo è il pre-progetto del
diagramma, che predispone
lo scenario nel quale la
macchina da cucire e
l’ombrello
possono
incontrarsi e produrre un
effetto
specifico
e
intenzionale”. L'opera di
Carlo Buzzi è diagrammatica.
Si serve di uno strumento, di
una forma, di un segno,
un'immagine per parlare di
sè e dire tutt'altro. In fondo
è (forse) ontologia.

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 29
L’angolo dell’artista: Attilio Mangini e la pittura genovese
Attilio Mangini (Genova, 1912 –
Genova, 2004) è stato un pittore e
ceramista italiano.
Partecipa alla Resistenza durante
la seconda guerra mondiale. Dopo
aver frequentato l'Accademia
ligustica delle belle arti negli
anni'20, ed aver svolto vari lavori
in gioventù tra cui l'operaio nel
porto di Genova, debutta a livello
artistico nel 1946 con una mostra
alla Galleria Genova. Ha avuto
oltre cento mostre personali,
prevalentemente in Liguria. Temi
ricorrenti nelle sue opere sono il
lavoro e la fatica; l'ambiente
circense; la città di Genova con il
suo centro storico e le opere
industriali
del
porto;
la
Resistenza. Tra le esposizioni che
lo hanno visto partecipe o
protagonista, si ricordano la XXV
Biennale di Venezia del 1950, la
mostra del 1978 a Odessa
(Ucraina), la mostra antologica al
museo di Villa Croce a Genova
nel 1992, ed al Palazzo Ducale di
Genova nel 2002.

Sopra:
Genova in giallo
70x120 cm

A fianco:
Darsena
70x100 cm

A cura del Dott. Riccardo Taddei

“…La pittura di Mangini è genovese
anche storicamente, psicologicamente
e, appunto pittoricamente.
Storicamente il gotico, il romanico, il
rinascimento e il barocco delle
architetture delle sculture e delle
pitture genovesi sono il sustrato,
inconsapevole, certo, ma non per
questo meno operante, dell’arte di
Mangini. Quell’affastellamento, quella
vitalità esplosiva, quella compressione
che caratterizzano le strutture urbane
di Genova, caratterizzano, anche, le
particolari e successive forme codesti
stili, italiani ed europei, assunsero via
via nelle loro versioni genovesi. Dal
gotico
residuo,
provenzale
e
fiammingo, del Braccesco, alla
rinascenza e al barocco del Cambiaso,
dello Strozzi, dell’Assereto, del
Grechetto, qualcosa di ciascuno di
coloro filtrò fino a Mangini. E non
parliamo poi del Magnasco, a
proposito del quale si potrebbe
parlare addirittura di un’affinità
nervosa.”
(Mario Soldati)

“Ha frequentato l’Accademia Ligustica di
belle Arti, ma si considera un
autodidatta.”
(Attilio Mangini)

“Attilio Mangini è senza dubbio uno degli artisti più amati
dai genovesi che hanno trovato nel suo lungo lavoro di
pittore, ceramista, illustratore, l’equivalente visivo della
città, rappresentata nella particolare atmosfera di un
quotidiano che si trasforma in un sogno leggero di segno e
colore. La Genova di Mangini è diventata negli anni il logo
della città e Mangini a sua volta il logo del pittore genovese.
(….) Opere realizzate da Attilio Mangini negli anni ’50 nella
dimensione di un realismo con venature espressioniste che
ben si inserisce nell'ambito della ricerca artistica italiana del
secondo dopoguerra. L’artista affronta qui in maniera più
esplicita i temi a lui cari dei luoghi del lavoro e della fatica
singolarmente intrecciati con uno dei suoi soggetti preferiti,
il circo, rivisitato in questa fase iniziale in chiave di metafora
esistenziale, che sembra guardare laicamente alla religiosità
di Roualt. Seguono tra anni ’60 e ’70 stilizzati disegni en
arabesque che si alternano a dipinti della città, del centro
storico, dei suoi abitanti in una variante di espressionismo
surreale e fiabesco che - come scrive Sandra Solimano in
catalogo - è la lente deformante che Mangini applica al
quotidiano trasfigurandolo in malinconiche "cronache di
poveri amanti“. Di segno assai diverso il partecipato
racconto della Resistenza attraverso una serie di disegni a
china del 1975 e la successiva produzione degli anni ’80,
quasi transavanguardistica nella ricercata deformazione
della figura e nel recupero di stilemi neo-fauves di alcuni
paesaggi marini che richiamano un precedente nucleo di
dipinti degli anni ’60 e 70 in una sorta di percorso parallelo
alla più nota produzione dell’artista che pur ritorna nelle
opere dedicate al porto e nelle vedute della città”.
(www.palazzoducale.genova.it, presentazione della mostra:
Attilio Mangini - La pittura come un sogno di vita quotidiana
Loggia degli Abati Dal 14 dicembre 2002 al 26 gennaio 2003)

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 30
“Reaching art” è la rubrica in collaborazione
con
Artribune,
dedicata
ad
un
approfondimento sul pensiero e le opere degli
artisti esposti nelle principali mostre
organizzate sul territorio nazionale.
Questa settimana:
La galassia di Arp
MAN Museo d’Arte della Provincia di Nuoro
15 novembre-16 febbraio
Nato a Strasburgo da madre alsaziana e padre
tedesco, Arp usò per tutta la vita due nomi:
quello tedesco (Hans) e quello francese (Jean).
Noto per il contributo giovanile ai movimenti
del Dadaismo – di cui fu tra i fondatori a
Zurigo e a Colonia - e del Surrealismo, Arp
deve la sua fama all’elaborazione di un
linguaggio astratto originale, di matrice
organica e naturale, rivolto all’individuazione
di un principio creativo e primigenio della
forma. Un’attitudine che l’artista sviluppò nel
corso degli anni Trenta, con la partecipazione
ai movimenti astrattisti Cercle et Carré e
Abstraction-Création, e successivamente,
nella maniera caratteristica che lo ha reso
noto in tutto il mondo occidentale, tra
l’immediato dopoguerra e la metà degli anni
Sessanta. Nell’importante mostra al MAN di
Nuoro saranno riunite alcune tra le sue più
celebri sculture – “Hurlou”, “Pas encore de
titre”, “Feuille-miroir” e “Torse-amphore” –
realizzate tra l’inizio degli anni Cinquanta e la
metà dei Sessanta, rappresentative della sua

Foto: Jean Arp: Nadir II, 1960, Rilievo, masonite
dipinta, cm 152x131

singolare attitudine alla creazione di forme
organiche, insieme a dodici straordinari rilievi,
realizzati da Arp nel periodo della piena
maturità creativa, due arazzi e una serie di
collage e découpage di grandi dimensioni. Una
seconda sezione ospiterà invece i lavori del
gruppo di artisti che con Arp hanno condiviso,
oltre che un sentimento di amicizia, una parte
significativa del loro percorso creativo. Tra
questi Paul Klee, uno dei più noti artisti del XX
secolo, sperimentatore delle possibilità
espressive della linea come elemento figurativo
indipendente.

A cura di Claudia Giraud
www.artribune.com

ART WEEKLY – 05 NOVEMBRE 2013

pag. 31
Il calendario delle Aste della settimana di ArtsLife
11 Novembre – 17 Novembre 2013
11 novembre
Babuino Roma Arte cinese e dell'estremo oriente. Archeologia e arte etnica (anche il 12)
Christie's Ginevra Orologi
Dorotheum Vienna Macchine fotografiche d'epoca e accessori
Dorotheum Vienna Strumenti scientifici e globi d'epoca
Dreweatts Londra Ceramiche cinesi e oggetti d’arte asiatica
Phillips New York Arte contemporanea (Evening Sale)

12 novembre
Artcurial Parigi Hermès Vintage
Bonhams New York Arte contemporanea
Christie's Ginevra Vini (anche il 13)
Christie's Ginevra Gioielli
Christie's New York Arte contemporanea e del dopo guerra (Evening Sale)
Il Ponte Milano Dipinti del XIX e XX secolo
Phillips New York Arte contemporanea (Day Sale)
Poleschi Milano Arte Moderna e Contemporanea (anche il 13)
Sotheby’s Ginevra Orologi
Sotheby’s Londra Opere selezionate del mercante Danny Katz
Sotheby’s Londra Mappe, storia naturale, viaggi, atlanti
13 novembre
Artcurial Parigi Sculture, disegni e dipinti antichi e del XIX secolo
Bonhams Londra Porcellane, ceramiche e vetri
Christie's Londra Gioielli
Christie's Londra Moda Vintage & borse di lusso (charity)
Christie's New York Arte contemporanea e del dopo guerra (Morning Session)
Christie's New York Arte contemporanea e del dopo guerra (Afternoon Session)
Dorotheum Vienna Gioielli
Piasa Parigi Stampe antiche e moderne
Sotheby’s Ginevra Gioielli
Sotheby’s Londra Vini (anche il 14)
Sotheby’s New York Arte contemporanea (Evening Auction)
Tajan Parigi Design e architettura – Design americano

www.artslife.com
A cura di ArtsLife, portale di critica ed economia dell’arte

14 novembre
Bonhams New York Arte africana, dell’Oceania e precolombiana
Christie's Londra Bartolozzi, Firenze: Quattro generazioni di antiquari dal 1887
Christie's Londra Arte impressionista, inglese e vittoriana
Christie's Londra Il collezionista inglese
Christie's New York George Washington's Thanksgiving Proclamation
Christie's Parigi Agathe Gaillard e la fotografia: una pioniera a Parigi
Dorotheum Vienna Gioielli
Mecenate Aste Milano Arte Moderna e Contemporanea
Minerva Auctions Roma Arte Moderna e Contemporanea
Sotheby’s New York Arte contemporanea (Day Auction)
15 novembre
Artcurial Parigi Una vendita dedicate a Nicolas de Crécy - New-York sur Loire
Christie's Londra Libri a stampa e manoscritti
Christie's New York Vini
Piasa Parigi Dipinti antichi, mobili e oggetti d’arte
Sotheby’s New York La collezione di Allan Stone: arte indonesiana, Africana e
dell’Oceania (volume uno)
Sotheby’s Parigi Fotografie
16 novembre
Artcurial Parigi Fumetti
Christie's Parigi Fotografie
Christie's Parigi Fotografie contemporanee
Iori Piacenza L'importante eredita' di un collezionista piacentino
Meeting Art Vercelli Orologi moderni e d’epoca
17 novembre
Artcurial Parigi Vini
Christie's Beaune vini
Meeting Art Vercelli Orologi moderni e d’epoca

www.artslife.com/tv
ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 32
Gli Appuntamenti In Evidenza Della Settimana

ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013

pag. 33
CONTATTI
Responsabile Area Pianificazione Strategica, Research & Investor Relations
Alessandro Santoni, PhD
Email: alessandro.santoni@banca.mps.it
Tel:+39 0577-293753

Autori della Pubblicazione
Paolo Ceccherini
Responsabile Art Weekly Report
Email: paolo.ceccherini@banca.mps.it
Tel:+39 0577-29-8424

Si ringrazia, il Dott. Simone D’Onofrio, il Dott. Claudio Coniglio e il Dott. Giulio Trambusti per la preziosa collaborazione alla realizzazione del
report
I grafici sono frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle principali case d’aste e dai principali infoprovider.

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DISCLAIMER: La presente analisi è stata predisposta esclusivamente a fini d’informazione. Il presente documento non costituisce offerta o invito alla
vendita o all’acquisto di titoli o di qualsivoglia altro bene, esercizio o attività in esso descritti, né potrà costituire la base di alcun contratto. Nessun
affidamento potrà essere fatto per alcuna finalità sulle predette informazioni. Banca Monte dei Paschi non ha provveduto a verifica indipendente delle
informazioni e non intende fornire alcuna dichiarazione o garanzia, esplicita o implicita, in merito all’accuratezza o completezza delle informazioni
contenute nel presente documento. Nei limiti consentiti dalla legislazione vigente, la Società (inclusi suoi amministratori, partner, dipendenti, consulenti o
altri soggetti) declina ogni responsabilità in relazione a qualsivoglia informazione ovvero omissione di cui al presente documento, ovvero all’eventuale
affidamento che possa esservi fatto da alcuno. Banca Monte dei Paschi non si assume alcun impegno a fornire al destinatario alcun accesso ad
informazioni aggiuntive ovvero ad aggiornarle o correggerle. Le presenti informazioni non potranno essere estratte, riassunte, distribuite, riprodotte o
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soggetto da parte di Banca Monte dei Paschi. In nessuna circostanza, Banca Monte dei Paschi, ovvero qualsivoglia azionista, controllata o dipendente della
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  • 1. …“Arte Contemporanea”… 11 Novembre 2013 n.178 Area Research e Investor Relation Monte dei Paschi di Siena Seguici anche su
  • 2. Nero su Bianco Artista è soltanto chi sa fare della soluzione un enigma Karl Kraus Karl Kraus (Jičín, 28 aprile 1874 – Vienna, 12 giugno 1936) è stato uno scrittore, giornalista, aforista e autore satirico austriaco. Saggista, aforista, commediografo e poeta, viene generalmente considerato uno dei principali autori satirici di lingua tedesca del XX secolo, ed è noto specialmente per le sue critiche taglienti alla cultura, alla società, ai politici tedeschi e alla stampa. Karl Kraus Fonte Fote: www.roma2oggi.it A cura della Dott.ssa Elena Benicchi ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 2
  • 3. Andamento mensile del Mps Art Market Value Index degli ultimi tre anni (11/11/2010 – 11/11/2013) 170 +51.6% 150 Matrice di correlazione +44.4% 130 (X): MPS Index Vs. S&P 500 (Y): MPS Index Vs. FTSE Mib 110 90 -13.7% 70 X +82.3% Y +30.1% 50 30 Mps Art Market Value FTSE Mib S&P 500 Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da info provider. Il rendimento espresso dall’MPS Art Market Value Index resta superiore agli altri due indici considerati, raggiungendo nel triennio la performance del +51.6%, rispetto al +44.4% dello S&P500 e al dato del -13.7% di Piazza Affari. Con riferimento alle performance dei 3 indici dall’inizio dell’anno (01/01/2013) ad oggi, si registrano le seguenti variazioni: miglior performer il MPS Art Market Value Index (+43.5%) seguito dal S&P500 (+21.1%), chiude il Ftse Mib (+15.6%). L’analisi mensile del MPS Art Market Value Index* mostra negli ultimi tre anni (Novembre 2010 – Novembre 2013) una correlazione con il Ftse Mib** diretta (+30,1%); rimane positiva la correlazione con il principale indice del mercato americano S&P 500, il cui dato aggiornato sull’ultima settimana si attesta a: +82.3%. * Indice costruito su un paniere di 10 società quotate su mercati finanziari internazionali e operanti nel comparto artistico, ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere; l’indice è espresso in dollari poiché il fatturato del mercato artistico è realizzato prevalentemente in tale valuta (principio di competenza territoriale). ** Tutti e tre gli indici sono espressi in dollari Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 3
  • 4. Andamento settimanale del Mps Art Market Value Index (dal 04/11/2013 al 08/11/2013) In calo il FTSE Mib (-1.60%). L’evento della settimana è rappresentato dalla riunione della BCE. A sorpresa la BCE ha tagliato di 25 pb il tasso di riferimento portandolo al nuovo minimo storico dello 0,25%. Contestualmente è stato tagliato della stessa entità anche il tasso sui prestiti overnight (ora allo 0,75%) mentre è rimasto invariato allo 0% il tasso sui depositi presso BCE. Draghi ha motivato questa decisione con l’attesa di un periodo prolungato di bassa inflazione. Il comunicato reca anche altre due importanti decisioni: 1) il mantenimento dell’impegno a mantenere i tassi su livelli bassi o anche più bassi per un periodo esteso di tempo; 2) l’estensione fino a metà del 2015 delle operazioni (ordinarie ed a tre mesi) di rifinanziamento con piena allocazione delle richieste. In salita l’ S&P 500 (+0.51%). Negli Usa, le attese di un mantenimento del piano di QE da parte della FED continua a favorire gli acquisti sul mercato azionario anche se la serie di record registrati nelle ultime settimane potrebbe portare a prese di profitto nel breve termine. Negativa la chiusura di Venerdì, gli operatori hanno interpretato la lettura positiva del PIL del terzo trimestre come un fattore a favore di una maggiore probabilità di riduzione del QE da parte della FED già nella riunione di dicembre. 103 101 +0.51% -0.98% 99 -1.60% 97 04/11/2013 apertura lunedì 05/11/13 06/11/13 Mps Art Market Value 07/11/13 S&P 500 08/11/13 Prezzo di chiusura venerdì Ftse Mib Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da info provider. Settimana negativa per il Mps Art Market Value Index (-0.98%). Tra le aste della settimana spicca l’impressionismo con risultati importanti: - per Christie’s l’asta “Impressionist & Modern Evening Sale” battuta a Rockefeller Plaza di New York ha realizzato oltre $144 milioni di dollari con un tasso di sold per lotto del 76% e del 65% per valore. - per Sotheby’s buoni risultati nell’asta ” Evening Auction of Impressionist & Modern Art”, presentata a New York il 6 Novembre realizzando $290,244,000, con un tasso di sold per lotto dell’81,2%. Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 4
  • 5. Andamento semestrale del Mps Art Global Painting Index negli ultimi sette anni (01/01/2006 – 30/06/2013) MPS Global Painting Art Index (in $) 400 350 300 250 200 150 100 50 0 Confronto 1H13 vs 1H12 -18,4%  I risultati consuntivi del I semestre 2013 mostrano un lieve calo rispetto al precedente semestre e dopo la fase di assestamento degli ultimi 3 anni: il MPS Global Painting Index è in diminuzione del -18,4 % su a.p.  Il mercato resta ancora lontano dal picco del 2008, favorito dal boom dell’arte contemporanea e dall’effetto valuta, e la ripresa sembra oggi ostacolata nei segmenti a maggior capitalizzazione: MPS Art Prewar Index (-35,3% su a.p.) e Mps Art Post war Index (4,6% su a.p.) in ribasso nonostante i record mondiali di questo semestre. Fonte: il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle principali case d’aste.  Il catalogo fa la differenza: la clientela è molto più attenta ed esigente rispetto alla fase euforica del 2008. Bene le opere di qualità, a conferma di un pubblico orientato per i capolavori di rilevanza storica.  Il rafforzamento del $ sulla sterlina, ha influito negativamente sulla performance complessiva dell’indice globale, anche se l’effetto è stato parzialmente compensato dalla crescita dell’Euro. Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 5
  • 6. Highlights dalle Evening Sale di New York Per New York questa è la settimana del contemporaneo. Il 12, 13 e 14 Novembre ci saranno, infatti, le vendite di arte contemporanea delle due case d’asta Christie’s e Sotheby’s, una rassegna delle opere degli artisti più quotati dal dopoguerra ad oggi. Ma saranno, come sempre, le Evening Sales a rappresentare la walk of fame delle opere che saranno battute in asta nei prossimi giorni: due aste che propongono una selezione – 35 i lotti proposti da Sotheby’s, 73 quelli di Christie’sdi capolavori del contemporaneo, l’89% dei quali quotati ben oltre il milione di dollari. Grandi le aspettative per le opere di Andy Warhol. Da Christie’s, proprio durante la Evening Sale del 12 Novembre, sarà proposta l’opera COCA-COLA [3], del 1962, stimata $40,000,000- $60,000,000; si tratta non di una serigrafia, come per la maggior parte delle opere di Warhol generalmente proposte in asta, ma di un opera dipinta a mano che ritrae, in maniera monumentale, un’icona pop come quella della bottiglia della Coca-Cola. E’ un’opera rimasta nella stessa collezione negli ultimi 20 anni ed ha fatto il giro del mondo nelle maggiori mostre su Andy Warhol e la Pop Art. A sinistra; Andy Warhol, CocaCola [3] , 1962, casein su cotone, 176.2 x 137.2 cm Credits: Christie’s Opera valutato tra i 40 e i 60 milioni di dollari. Secondo l'agenzia Reuters, le vendite delle opere dell'artista americano saranno gli indicatori migliori della ripresa del mercato dell'arte Di Andy Warhol anche alcune delle opere principali della Contemporary Art Evening Auction di Sotheby’s, che si terrà il 13 Novembre; si tratta di Silver Car Crash (Double Disaster), con stima su richiesta, che ha già nella storia della sua provenienza, che vanta collezioni come quelle di Gian Enzo Sperone e Charles Saatchi, un grande valore aggiunto. L’opera, del 1963, dalle dimensioni monumentali di 267.4 x 417.1 cm, comparabile per dimensioni e soggetto a sole altre due opere di Warhol, è rimasta nella stessa collezione privata negli ultimi 20 anni ed esposta pubblicamente 1/2 durante questo intervallo di tempo solo una volta alla Fondazione Beyeler nel 2000. Ancora di Andy Warhol è Liz#1, opera serigrafica eseguita tra l’ottobre e il novembre 1963, stimata $20,000,000 — $30,000,000 e proposta in asta da Sotheby’s. Provenienza importante anche per questo lotto, passato per la Galleria Leo Castelli e la Sonnabend Gallery, prima di essere acquisita dall’attuale proprietario. Risultano essere quindi in prima linea le opere di Andy Warhol, per valore, ma anche per numero: 8 i lotti proposti da Christie’s, altrettanti quelli proposti da Sotheby’s, e solo nella sessione serale. A sinistra: Andy Warhol, Liz#1, 1963, acrilico e inchiostro serigrafico su tela, 101.6 x 101.6 cm. Credits: Sotheby’s Opera stimata tra i 20,000,000 e i 30,000,000 USD A cura del Dott.ssa Manuela Porcu www.sothebys.com www.christies.com ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 6
  • 7. Highlights dalle Evening Sale di New York Sopra: Gerhard Richter, Abstraktes Bild (809-1), 1994, olio su tela, 225 x 200 cm Credits: Christie’s Opera proveniente dalla collezione di Eric Clapton con stima su richiesta Sotto: Gerhard Richter, A.B. Courbet, 1986, olio su tela, 300 x 250 cm Credits: Sotheby’s Stima: 15,000,000 — 20,000,000 USD Proposte da entrambe le case d’asta anche delle opere importanti di Gerard Richter: da Christie’s si troverà Abstraktes Bild (809-1), opera proveniente dalla collezione di Eric Clapton, che aveva acquistato nel 2001 un lotto di tre opere di Richter per $3,200,000 (Sotheby’s New York, Novembre 2001) e che già un anno fa aveva rivenduto una di queste, Abstraktes Bild (809-4), tramite Sotheby’s Londra per oltre $34,000,000 rispetto ad una stima iniziale di $ 14.467.500 - $ 19.290.000, fissando il nuovo record di vendita all’asta per l’artista e nuovo record per un artista vivente. Abstraktes Bild (809-1), creata nel 1994, rappresenta una delle più belle testimonianze del periodo astratto di Richter, stilisticamente molto vicine alla serie del 1992 adesso ospitata al Moderna Museet di Stoccolma. La stima per questo dipinto è disponibile solo su richiesta, ma potrebbe aggirarsi intorno ai 20-25 milioni di dollari. Sotheby’s proporrà l’opera A.B. Courbet, con una stima di $15,000,000 — $20,000,000, sempre opera astratta che 2/2 cita, per contrapposizione, il realismo di Courbet, realizzata nel 1986, e un Abstraktes Bild del 1988 stimato tra i $2,000,000 — $3,000,000, già battuto da Sotheby’s New York nel 1991 per $60,000. Dagli anni ’90 ad oggi, le valutazioni per le opere di Richter sono molto più che raddoppiate, testimoniando l’importanza di un artista che, anche se ancora vivente, ha vissuto tutti i cambiamenti e le fasi dell’arte e della società degli ultimi 80 anni. Tra le opere chiave delle aste dei prossimi giorni anche il trittico Three Studies of Lucian Freud di Francis Bacon di grandi dimensioni, dipinto nel 1969 (Christie’s, stima su richiesta, ma supererà con facilità i 100 milioni di dollari di aggiudicazione) e un’opera di Willem De Kooning del 1975, Untitled V, stimata $25,000,000 — $35,000,000. Tanti i grandi nomi, a partire da Jeff Koons, Cindy Sherman, Bruce Newmann, Lucio Fontana, Maurizio Cattelan, Mark Rothko, Jean-Michel Basquiat, Jackson Pollock, Roy Lichtenstein, Christopher Wool, Anish Kapoor, Martin Kippenberger, Takashi Murakami, Robert Rauschenberg, e tanti altri, le cui opere saranno proposte anche nelle sessioni successive delle aste di arte contemporanea. Jean-Michel Basquiat 1960 - 1988 UNTITLED (YELLOW TAR AND FEATHERS) Stima 15,000,000 — 20,000,000 USD A cura del Dott.ssa Manuela Porcu www.sothebys.com www.christies.com ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 7
  • 8. Kerouac e la “Beat Generation”: un Viaggio tra Arte, Musica e Letteratura 1/2 Da Sinistra J.Kerouac, Charlie Parker, sotto Jean-Michel Basquiat «Danzavano lungo le strade leggeri come piume, e io arrancavo loro appresso come ho fatto tutta la mia vita con la gente che m’interessa, perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni traverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno “Ooohhh!”». (On the road, J.Kerouac) Il protagonista del romanzo (alter ego dello stesso Kerouac) è un giovane scrittore che tenta di prendere il volo sottraendosi da ogni obbligo morale e dalle falsità sociali per cercare l’avventura nella strada; è circondato da amici squinternati che vivono alla giornata alleggerendo il costo della vita per sopravvivere. Sì. Sopravvivere al tedio, il tedio quello che arde nelle viscere e corrode l’anima, un’anima che è già stata deportata oltre i confini di ogni regola. I viaggi dei ragazzi di “On the road” (1957) sono perciò sia fisici che mentali, concreti e astratti: peregrinano per gli USA e allo stesso tempo fanno uso di alcool, benzedrina e sostanze allucinogene con lo scopo di staccarsi dalle circostanze della realtà. Il romanzo di Kerouac è considerato il manifesto della cosiddetta “Beat Generation”: movimento artistico, letterario e musicale nato negli Stati Uniti tra gli anni ’50 e ’60 del ventesimo secolo. I “Beats” erano i “battuti”, quelli che venivano definiti tali in senso dispregiativo per le caratteristiche che accomunavano il gruppo. «Ma beat», diceva Kerouac, «non significa “battuto”, ma “beatitudine”». Ostentando il rifiuto di qualsiasi regola o valore morale e ortodosso che sia, gli esponenti della Beat Generation manifestano la loro ribellione attraverso una violenza che si riversa non sulla società, ma su loro stessi; una sorta di processo di alienazione volto a liberarsi da una società a cui non si appartiene. Pertanto per trovare la propria individualità ed uscire fuori da schemi e sovrastrutture sfociano in mezzi quali la droga e l’alcool. Sebbene appaiano riluttanti, la droga, l’alcool, la promiscuità sessuale e l’esaltazione musicale rappresentano di fatto i mezzi per riscoprire un’identità persa tra quelle di un mondo costituito da falsità e convenzioni. Privi di costrizioni e obblighi di qualsiasi genere, i bohémiens americani tentano la perdizione come unica alternativa possibile; alternativa che molto spesso confina nella follia, nella prigione, nella morte prematura o addirittura nel suicidio. La musica che scandisce i battiti di questa generazione è quella improvvisata, costituita da folgorazioni istantanee tradotte dai battiti del jazz, del bebop, che vedrà il trionfo attraverso musicisti quali Charlie Parker o Dexter Gordon: il tenorsassofonista di quasi due metri accese, infatti, la fantasia degli scrittori Kerouac e Holmes. In “On the Road”, il co-protagonista di A cura della Dott.ssa Gisella Tropea http://www.newstalk.ie/Bird-Lives-The-Story-of-Charlie-Parker http://urbanepop.com/2012/08/16/jean-michel-basquiat-his-legacy-lives-on/ ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 8
  • 9. Kerouac e la “Beat Generation”: un Viaggio tra Arte, Musica e Letteratura Jean Michel Basquiat Dustheads 15 maggio 2013 Christie‘s New York Stima: $ 30.000.000$ 40.000.000 Aggiudicato: $ 43.845.000 Kerouac Dean Moriarty «si inchinò davanti al fonografo ascoltando un disco di bop selvaggio, ‘The Hunt”, con Dexter Gordon e Wardell Gray che soffiavano alla loro altezza davanti ad un pubblico urlante, che dava alla registrazione un volume fantasticamente delirante». Kerouac e gli scrittori della Beat Generation, così come la musica jazz, non potevano non influenzare artisti come il giovane Jean-Michel Basquiat. Nato a Brooklyn nel 1960, diventa noto attraverso i murales siglati SAMO, acronimo di “SAMe Old shit”. Raggiunto il successo come artista di strada, abbandona i muri per dipingere grandi tele riempite di frasi, parole e numeri. Le sue opere raccontano la sua città, e in generale ciò che vive nelle grandi metropoli: scontri razziali, droga, violenza, povertà. Si tratta, tuttavia, di narrazioni visive in cui si manifestano l’amore per la cultura pop, per la musica, nonché la sua straordinaria capacità di improvvisazione tipica dei jazzisti a lui tanto cari; tutto ciò che rientra nella quotidianità viene reinventato da «La musica è la tua esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non fa parte della tua vita, non potrà uscire dal tuo strumento» Charlie Parker Da quando avevo 17 anni, ho sempre pensato che sarei diventato una star. Dovrei pensare ai miei eroi, Charlie Parker, Jimi Hendrix... avevo un'idea romantica di come le persone diventassero famose. Jean Michel Basquiat 2/2 Basquiat ai fini della creazione di un “linguaggio” nuovo e del tutto personale. Nel 1983 entrerà a far parte della Factory di Andy Warhol; un tassello fondamentale della sua carriera, brutalmente e precocemente interrotta dalla morte dell’artista ancora giovanissimo. È ciò che succede a molti dei protagonisti della Beat Generation, bramosi di vita e di folgorazioni istantanee, nostalgici di emozioni represse, che viaggiano verso mete ignote (perché ciò che conta non è dove si va, ciò che conta è andare); corrono il rischio di imbattersi in ciò che rifiutano, ma che allo stesso tempo è presenza incontrastabile, la morte: «l’unica cosa per la quale languiamo nei nostri giorni di vita, che ci fa sospirare e lamentarci e sottostare a dolci nausee di ogni specie, è il ricordo di una certa felicità perduta che probabilmente è stata sperimentata nell’alvo materno e può riprodursi solamente (quantunque noi si detesti ammetterlo) nella morte» (Kerouac, “On the road”). Gisella Tropea « Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati» «Dove andiamo?» «Non lo so, ma dobbiamo andare». Jack Kerouac, On the Road, pg.17 On the Road è un romanzo autobiografico, scritto nel 1951 basato su una serie di viaggi in automobile attraverso gli Stati Uniti, in parte con il suo amico Neal Cassady e in parte in autostop. È stata pubblicata in italiano la versione non censurata di On the Road, quella scritta sul "rotolo". In tale versione sono presenti paragrafi tagliati nell'edizione del 1957 e i nomi dei personaggi sono quelli reali. Kerouac voleva trarre un film dal romanzo e propose a Marlon Brando di lavorare assieme, ma non se ne fece nulla. Il regista brasiliano Walter Salles ne ha tratto l'omonimo adattamento cinematografico uscito nel 2012 A cura della Dott.ssa Gisella Tropea http://www.newstalk.ie/Bird-Lives-The-Story-of-Charlie-Parker http://urbanepop.com/2012/08/16/jean-michel-basquiat-his-legacy-lives-on/ ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 9
  • 10. Il mercato dell’arte contemporanea In un contesto socio economico globale altamente instabile anche il mercato dell’arte contemporanea si inserisce in maniera talvolta contraddittoria e volubile. Nel valutare un settore dove la differenza tra la domanda e l’offerta non segue dei parametri fissi, ma anzi è basata sulla complessa variabilità del mercato, è difficile trovare un assioma universale e tracciare dei filoni di discussione reali e concreti. L’arte contemporanea, che a differenza di quella antica è in continuo divenire, si rivolge ad un mercato in continua crescita ed evoluzione legato dunque ad altri fattori che esulano da quello prettamente culturale. La liberalizzazione dei mercati, l’innovazione tecnologica, l’apertura di nuovi canali commerciali finora bloccati (ad esempio Africa, America Latina, Cina, Taiwan, Hong Kong, Vietnam o Russia) hanno fatto si che il numero dei collezionisti del settore aumentasse in maniera esponenziale. Il processo di globalizzazione che riguarda l’economia culturale è caratterizzato dalla presenza di competitor che mentre prima si servivano di particolari soggetti di tipo tradizionale (galleristi, collezionisti, aste, fiere del settore ecc.) adesso hanno a che fare con un nuovo modello gestionale più dinamico e suscettibile alle innovazioni. A differenza dell’arte antica che usava la materia in maniera abbastanza naturale, quella contemporanea si serve di opere la cui qualità e il cui valore non sono facilmente quantificabili a prima vista, anche perché vengono perlopiù realizzate con tecniche e materiali spesso inusuali. Rispetto al mercato, la caratteristica principale che distingue gli artisti contemporanei dai maestri antichi è la necessità di individuare la domanda, le preferenze e le attese che la caratterizzano, indirizzandovi in A cura di Vernice Progetti culturali www.verniceprogetti.it Con questa sezione del report si è voluto interrogare alcuni tra i maggiori operatori nazionali ed internazionali del mondo dell’arte e della cultura, al fine di lasciare loro esprimere un proprio personale punto di vista sulle tendenze attuali del settore, le aspettative future. ***** La riflessione vuole essere uno “spazio libero di espressione”, consapevoli che spesso sia utile sentire voci diverse, per riconoscere meglio la propria. seguito un’offerta adeguata. Quando però dette variabili si trovano ad agire in un contesto, come quello odierno, caratterizzato da forte mutabilità e altissima concorrenza, le strategie di mercato devono tener conto di fattori ancora diversi. Il mercato dell’arte contemporanea, dopo una forte e parzialmente giustificata caduta (a causa della crisi finanziaria iniziata negli Usa nel 2007) sta vedendo crescere le sue quotazioni raggiungendo risultati insperati. La struttura del mercato dell'arte contemporanea è cambiata, soprattutto in seguito alla concorrenza generata dalle oltre 154 fiere che si tengono ogni anno in tutto il mondo e all'importanza degli investitori e dei fondi di investimento nel ramo dell'arte. L’aspetto singolare che riguarda il nostro Pino Pascali, Wall of stone paese è comunque il fatto che l’arte contemporanea italiana vola nelle aste internazionali, ma questo sembra riflettersi solo in modo marginale sul mercato del nostro paese. Le Italian Sale di Londra che hanno come obiettivo quello di presentare sul palcoscenico internazionale la miglior produzione dei migliori artisti italiani battendo all’asta una cinquantina di opere di qualità altissima, hanno registrato anche quest’anno, per la XIII edizione di Christie’s dei picchi altissimi: Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base 31,6 milioni di euro, un record assoluto! di dati provenienti da info provider. ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 10
  • 11. Da Pollock alla Pop Art di Andy Warhol Milano presenta Autunno Americano 1/2 Nel 1950 Hans Namuth, un giovane fotografo, si propose di realizzare un servizio che ritraeva Pollock mentre era all'opera. Il pittore gli promise che avrebbe iniziato un nuovo dipinto appositamente per il servizio, ma quando Namuth arrivò al laboratorio Pollock gli andò incontro scusandosi e dicendogli che il quadro era già finito. Questa la descrizione di Namuth del momento in cui entrò nel laboratorio: « Una tela coperta di colore ancora fresco occupava tutto il pavimento... Il silenzio era assoluto... Pollock guardò il quadro, quindi, all'improvviso, prese un barattolo di colore e un pennello e iniziò a muoversi attorno al quadro stesso. Fu come se avesse capito di colpo che il lavoro non era ancora finito. I suoi movimenti, lenti all'inizio, diventarono via via più veloci e sempre più simili ad una danza mentre gettava sulla tela i colori. Si dimenticò completamente che Lee ed io eravamo lì; sembrava non sentire minimamente gli scatti della macchina fotografica... Il mio servizio fotografico continuò per tutto il tempo in cui lui dipinse, forse una mezz'ora. In tutto quel tempo Pollock non si fermò mai. Come può una persona mantenere un ritmo così frenetico? Alla fine disse semplicemente: «E' finito». (Hans Namuth) Jackson Pollock in azione, in uno scatto della celebre serie di Hans Namuth . In alto Hans Namuth http://en.wikipedia.org/wiki/Hans_Namuth «Quello che finiva sulla tela non era un quadro, ma un evento. Il punto di svolta c'è stato quando ha deciso di dipingere "solo per dipingere". I gesti che si riflettevano sulla tela erano gesti di liberazione dai valori - politici, estetici e morali » Jackson Pollock, http://www.mostrapollock.it/ A cura del Dott. Paolo Ceccherini ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 11
  • 12. Da Pollock alla Pop Art di Andy Warhol Milano presenta Autunno Americano Andy Warhol dalla Brant Foundation è un occasione rarissima per il pubblico di poter vedere uno dei gruppi di opere più importanti dell’artista Americano padre della Pop Art, raccolto non da un semplice collezionista, ma da un personaggio, Peter Brant, intimo amico di Warhol con il quale ha condiviso gli anni artisticamente e culturalmente più vivaci della New York degli anno ’60 e ’70. Ancora ventenne nel 1967 Peter Brant acquistò la sua prima opera di Warhol, un disegno della famosa Campbell’s Soup, iniziando quella che sarebbe diventata una delle più importanti collezioni di arte contemporanea del mondo. La mostra, Prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, curata da Peter Brant e Francesco Bonami, presenta oltre 150 opere, tele, fotografie, sculture che fanno parte della Brant Foundation e raccontano una storia intensa ed uno scambio culturale unico fra il giovane collezionista e l’artista. Un incontro dal quale nascerà 2/2 Liz #5 (Early Colored Liz) // 1963 // Courtesy The Brant Foundation, Greenwich, CT, USA // © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2013 Red Elvis // 1962 // Courtesy The Brant Foundation, Greenwich, CT, USA // Red Elvis // 1962 // Courtesy The Brant © The Andy Warhol Foundation for the Foundation, Greenwich, CT, USA // Visual Arts Inc. © The Andy Warhol Foundation for the by SIAE 2013 Visual Arts Inc. by SIAE 2013 Mao // 1964 // Courtesy The Brant Foundation, Greenwich, CT, USA // © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2013 un sodalizio unico dal quale sfocerà la mitica e rivoluzionaria rivista Interview fondata da Warhol stesso nel 1969 e che Brant acquisterà con la sua casa editrice subito dopo la morte dell’artista nel 1987. La mostra parte dai primi disegni del Warhol illustratore per finire con le spettacolari Ultime Cene e gli autoritratti passando attraverso le opere più iconiche come le Electric Chairs, il grande ritratto di Mao, i fiori e uno dei più famosi capolavori di Warhol, Blue Shot Marilyn, il ritratto della famosa attrice Americana con in mezzo agli occhi il segno restaurato di un dei colpi di pistola esploso da un’amica dell’artista nel 1964, che Brant avrebbe poi acquistato per 5000 dollari nel 1967 con i proventi di un piccolo investimento. Attraverso capolavori e opere altrettanto sorprendenti ma meno conosciute, come una serie di Polaroid mai viste prima in Europa, la mostra della Brant Foundation non racconta semplicemente il Warhol star del mondo dell’arte e del mercato ma anche il Warhol intimo, l’amico, l’uomo. www.warholmilano.it/ A cura del Dott. Paolo Ceccherini ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 12
  • 13. RODIN Il marmo, la vita Nella suggestiva Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano la mostra più completa mai realizzata sulle sculture in marmo di Auguste Rodin, una delle figure maggiori della tradizione plastica moderna. Realizzata in collaborazione con il Musée Rodin di Parigi, la rassegna presenta più di 60 opere provenienti, oltre che dall’ente parigino che custodisce la memoria dell’artista, anche da importanti istituzioni pubbliche come il Petit Palais-Musée des Beaux-Arts de la Ville di Parigi, il Musée Faure di Aix-les-Bains e il Musée de Picardie di Amiens. La prima sezione è dedicata alle opere giovanili, caratterizzate da una forte impronta classica, tra cui troneggia l’enorme blocco raffigurante Il bacio, che rappresenta due amanti avvinghiati e che fece grande scalpore nella Francia di fine Ottocento a causa della sua forte carica erotica. Nella seconda sezione sono esposti alcuni capolavori del periodo più maturo, quando Rodin da vita a figure che emergono dai blocchi di pietra e si liberano dal peso della materia, ricordando la tecnica della maieutica tipica di Michelangelo, grande fonte di ispirazione per l’artista francese, che costruisce un dialogo continuo tra recupero della tradizione e affermazione di una nuova idea di scultura. A cura della Dott.ssa Silvia Cambiaggi www.mostrarodin.it 17 ottobre 2013 26 gennaio 2014 Milano, Palazzo Reale Sala delle Cariatidi Altro spunto di derivazione michelangiolesca è la poetica dell’incompiuto, che caratterizza la terza sezione e che Rodin rielabora in una chiave di assoluta modernità. L’allestimento è stato progettato dallo studio internazionale Bureau des Mésarchitectures— Didier Faustino appositamente per lo spazio architettonico della Sala delle Cariatidi. I marmi bianchi sono disposti in un contesto suggestivo e sorprendente, che consente una fruizione ravvicinata e completa. Questa mostra ha permesso di approfondire tutti i temi che caratterizzano la produzione plastica di Rodin: non solo i materiali usati dal maestro, ma anche i rapporti fra lo scultore e i collaboratori di cui egli si avvaleva. Anche in questo aspetto, infatti, Rodin si pone come un anticipatore della pratica contemporanea, pur riprendendo le consuetudini delle antiche botteghe. Già in passato le opere di Rodin erano arrivate in Italia, ma questa è la prima volta che viene allestita una mostra di tale imponenza, che consente di apprezzare un così grande numero di opere e di studiare la produzione del grande scultore francese in modo esaustivo. ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 13
  • 14. “L'arte contemporanea aiuta ad approfondire presente e futuro grazie ad occhi dotati di particolare sensibilità”. Intervista a Claudio Palmigiano 1/2 La rubrica “Collezionisti” è dedicata ad approfondire, di volta in volta, il pensiero, le scelte e le opere dei principali collezionisti d'arte contemporanea del territorio nazionale. IDENTIKIT: Nome e cognome: Claudio Palmigiano Luogo e data di nascita: Milano, 18 luglio 1954 Città di residenza: Milano Attività lavorativa: Libero professionista Stato civile: Sposato con Maria Grazia Longoni; 2 figli, Matteo di 23 anni e Francesca di 19 anni Prima opera acquistata: "Cristo morto" di Mario Sironi Un opera di Richard Prince A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone Il collezionista Claudio Palmigiano Come è nato il tuo interesse per l’arte contemporanea? Quali sono stati i tuoi primi passi da collezionista nel mondo delle gallerie d’arte? E’ nato attraverso la frequentazione della casa del Notaio Paolo Consolandi, noto collezionista d'arte scomparso pochi anni fa, e successivamente frequentando gallerie, musei e fiere. Quasi subito la frequentazione di gallerie si è rivolta soprattutto a gallerie italiane specializzate nel contemporaneo, come Raffaella Cortese, Claudio Guenzani, Le Case d’Arte, Monica De Cardenas, Massimo De Carlo, per poi passare alle gallerie straniere. Come fai a scegliere, come arrivi all’acquisizione di un nuovo lavoro? La scelta avviene assieme a mia moglie, approfondendo la conoscenza degli artisti e delle loro opere attraverso visite a mostre, scambi di opinioni con gli stessi artisti, con galleristi, direttori di musei e critici. Come fai a decidere se vendere un pezzo e quando venderlo? Non ho quasi mai venduto, però potrebbe essere possibile in futuro. Poiché col tempo e con le modifiche che subentrano in una collezione alcune opere potrebbero apparire non più in linea col resto dei lavori. Quali fiere frequenti regolarmente? Quale è la differenza tra l’acquistare in fiera e l’acquistare nelle gallerie? Frequento regolarmente Art Basel, Frieze e le fiere italiane. Saltuariamente altre fiere quali l'Armory, Arco, Fiac, Paris Photo. Trovo che le fiere siano utili per valutare le novità e le nuove tendenze che il mercato dell’arte propone. L'aspetto negativo è che, salvo per certi rapporti consolidati negli anni, spesso un’opera in fiera può costare di più dato che i galleristi debbono fronteggiare ingenti costi per lo stand, l’assicurazione ed i trasporti. Qual è tua definizione di "arte contemporanea"? L'arte contemporanea esprime, in modo particolarmente affascinante ed emozionante, la visione del mondo in cui viviamo attraverso gli occhi degli artisti ed ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 14
  • 15. “L'arte contemporanea aiuta ad approfondire presente e futuro grazie ad occhi dotati di particolare sensibilità”. Intervista a Claudio Palmigiano 2/2 evidenzia, tramite la loro interpretazione, gli aspetti più significativi della realtà che ci circonda. E le creazioni degli artisti, anche attraverso i diversi "media" di volta in volta utilizzati, ci aiutano a riflettere e ad approfondire presente e futuro con gli occhi di soggetti spesso dotati di particolare sensibilità. Sei nel board di "Acacia – Associazione Amici Arte Contemporanea", costituita nel 2003 a Milano e attiva affinché l'arte contemporanea italiana venga sostenuta e valorizzata. Che rapporto esiste tra la sua esperienza di collezionista e ACACIA? E' in corso un continuo dibattito sul ruolo del collezionista. C’è chi sostiene che il collezionista sia semplicemente un privato che amando l’arte acquista opere per la propria collezione personale e chi, all’opposto, afferma che il collezionista di un certo pregio debba assumere un ruolo più pubblico, che le opere che acquisisce e le proprie competenze debbano essere mostrate ed essere messe a disposizione della comunità. Io mi trovo in una posizione intermedia: facendo parte, ad esempio, di una Associazione che ha quale fine nel proprio statuto lo sviluppo dell’arte contemporanea e la promozione degli artisti italiani, ritengo di svolgere un ruolo che va oltre l’ambito prettamente privato, che è di supporto, appunto, alla diffusione sul territorio della contemporaneità. ACACIA: Amici Arte Contemporanea Italiana Lo scopo principale dell’Associazione ACACIA Amici Arte Contemporanea Italiana è quello di promuovere l’arte e, soprattutto, coincide con la volontà di stimolare la costituzione di un museo pubblico di arte contemporanea a Milano, attraverso un dialogo costante con le Istituzioni cittadine. La stessa Associazione ha già creato una collezione esclusivamente con l’intento di donarla al futuro Museo pubblico. L’Associazione è composta da circa un centinaio di soci, tra cui spiccano prestigiosi nomi del collezionismo italiano. Lo spirito dell’associazione è quello di evidenziare il ruolo del collezionista attivo, assumendosi la responsabilità di una coscienza pubblica, esponendosi in prima persona, operando concretamente perchè l’arte contemporanea sia promossa, conservata e tutelata. Per raggiungere il suo scopo, ACACIA sin dalla sua nascita ha lavorato per promuovere gli artisti e i loro progetti attraverso mostre, premi e conferenze, con l’intento di creare a Milano un terreno comune, nell’ottica di facilitare la dimestichezza con l’arte contemporanea e di stimolare la curiosità attorno a questa, affinché si sentisse l’esigenza pubblica di realizzare una struttura, il museo, che rappresenti un insieme di eccellenza nel panorama dell'arte contemporanea italiana. Attualmente la collezione di ACACIA è composta dalle opere di giovani artisti italiani già affermati a livello internazionale ed emergenti in rapida crescita, i quali rappresentano adeguatamente il fermento dell’arte contemporanea italiana Un opera di PhilipLorca diCorcia http://www.acaciaweb.it/ A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 15
  • 16. La Fondazione FILA Museum Biella: Ezio Gribaudo e Lucio Fontana. Cronaca di un Viaggio Americano, 1961 Il prossimo venerdì 15 novembre alle 18 negli spazi della Fondazione FILA Museum , in collaborazione con LOCANDA DELL’ARTE si inaugurerà l’esposizione della rassegna che l’Istituto di Cultura Italiana di New York, sotto l’egida di Presidente e di Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana, nel corso dell’estate ha presentato nel programma 2013 Anno della Cultura Italiana in svolgimento negli USA con scambi bi-laterali. La mostra viene proposta dal museo aziendale di Biella fino al 24 novembre, nel calendario di eventi della XII Settimana della Cultura d’Impresa promossa da Museimpresa di Confindustria. Nel 1961, per allestire la mostra alla galleria americana che consacrò la sua fama a livello mondiale, Lucio Fontana si recò a New York “N.Y., UNA CITTÀ FATTA DI COLOSSI DI accompagnato da alcuni collaboratori, tra cui Ezio CRISTALLO SUI QUALI IL SOLE BATTE Gribaudo, curatore della stampa di DEVENIR DE PROVOCANDO TORRENTI DI LUCE” FONTANA, appena edito in Italia e in procinto di L. Fontana, 1961 essere pubblicato negli Stati Uniti. Affascinato dal misterioso e incredibile panorama urbano in cui proiettare la propria immaginazione e rispecchiare e moltiplicare le proprie scelte stilistiche d’artista, Fontana realizzò lavori intitolati alla città delle mille LA BELLEZZA luci. Nel soggiorno, e fertile percorso di acquisizione CI SALVERÀ della nuova visione, visse e condivise con Gribaudo E. Gribaudo, l’intensa esperienza, che trasformò il loro rapporto New York, 5 professionale in stretto sodalizio artistico e forte giugno 2013 amicizia. Cristoforo Colombo dell’arte contemporanea, artista italiano di cui alcune opere sono conservate a Collezione Guggenheim di Venezia e MoMA di New York, Gribaudo poi è tornato spesso nella città americana. Nel 2013 accolto con entusiasmo dal pubblico di esperti, A cura del Dott. Paolo Ceccherini in collaborazione con la Dott.ssa Paola Gribaudo http://www.locandadellarte.it/ http://paolagribaudo.org/ 1/2 critici, amici e visitatori della mostra che, a cura di sua figlia Paola Gribaudo, ha presentato vivide testimonianze dei protagonisti degli eventi - opere e documenti che rievocano atmosfera e sensazioni della città nel periodo in cui i suoi fermenti culturali cominciavano a contrassegnare la contemporaneità. Da New York la mostra ha attraversato l’oceano per “approdare” direttamente a Biella… dove Gribaudo arriverà, per il vernissage, facendovi graditissimo ritorno. Presentando 38 opere, tra cui molti paesaggi, al Circolo degli Artisti nel 1958 ha esposto un’antologica che, precorrendo i tempi, illustrava la propria esperienza nel Realismo Esistenziale. Il duplice “viaggio americano” - del 1961 e nel 2013 - lo riconduce tra palazzi e stabilimenti d’epoca e avveniristiche architetture della capitale laniera italiana, dove fa altre “scoperte” e incontra le sue avanguardie: a Fondazione FILA Museum, infatti, è conservato un patrimonio di storici esemplari delle produzioni tessili e moda italiane, tra cui un modello “speciale”, frutto di una positiva contaminazione tra il mondo dell’arte e quello industriale - il costume da nuoto che lo stilista di FILA Pierluigi Rolando disegnato nel 1981 ha realizzato ispirandosi proprio ai lavori di Fontana, e la inea F13, una collezione di abiti e accessori che fa esplicito riferimento a New York. Realizzato in collaborazione con la galleria di Locanda dell’Arte, l’allestimento presenta un capolavoro di Fontana, CONCETTO SPAZIALE, NEW YORK 1961 accanto al costume di Rolando e negli spazi museali dedicati allo stile della moda italiana ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 16
  • 17. La Fondazione FILA Museum Biella: Ezio Gribaudo e Lucio Fontana. Cronaca di un Viaggio Americano, 1961 ambienta la collezione newyorkese di Gribaudo - i disegni a pastello del CARNET DI VIAGGIO, i dipinti della serie DIARIO DI NEW YORK e la tela PONTE SU NEW YORK. La rassegna presenta anche materiali documentali dell’Archivio Gribaudo, tra cui: le riprese di New York filmate con Francesco Aschieri nel 1961 e montate con colonna sonora musicale dei Supershock, la cui “prima” è stata proiettata al Museo Nazionale del Cinema di Torino nel 2012; il libro, pubblicato da Skira Editore e presentato a Museo del Novecento di Milano, che raccoglie e documenta gli scambi colloquiali ed epistolari con Fontana; un reportage fotografico realizzato all’atelier di Gribaudo nel 2013 da Stefania Monsini. Un programma di iniziative coinvolgerà il pubblico alla partecipazione attiva e creativa, come il laboratorio per la costruzione di modellini LEGO Architecture degli edifici newyorkesi Guggenheim Museum, Empire State Building e Rockefeller Center e dell’italiana Torre “pendente” di Pisa. Un evento unico, voluto dalla Fondazione FILA Museum e ospitato nelle sale che presentano al pubblico la storia e le creazioni del brand italiano della moda sportiva e casual più conosciuto al mondo, nato proprio a Biella. Un meraviglioso esempio del connubio tutto italiano tra arte e industria, che nel territorio affonda le proprie radici tra fine ‘700 e inizio ‘800, quando la manifattura si fece affiancare dalle cosiddette “arti decorative” con lo scopo di rendere il prodotto gradevole anche esteticamente. Attraverso l’arte il manufatto non diventa solo utile e bello ma anche in grado di emozionare. Il Presidente della Fondazione FILA Museum, Gene Yoon, dichiara: “Sono particolarmente contento di questa esposizione nei locali della nostra Fondazione, ospitare opere di grandi autori non solo è un onore ma contiene in sé un potenziale importantissimo perché la creatività artistica ha la straordinaria capacità di aprire le menti e di spingere gli uomini a vedere il mondo in modo nuovo, dando vera e reale libertà di pensiero e di azione. Quella libertà intellettuale che permette la nascita e la crescita delle grandi imprese e la storia di FILA ne è un esempio”. 2/2 Ezio Gribaudo, Pittore, scultore e grafico italiano Ha studiato architettura e si è interessato alle tecniche grafiche e tipografiche. Vicino alle esperienze di Tapies, Burri, Fontana, G. esalta l'importanza della materia; per le sue tavole (rilievi, rilievi e serigrafie, bassorilievi) e per le sue sculture, realizzate in polistirolo (Logogrifi), usa prevalentemente il bianco su bianco. Come grafico ha ricevuto numerosi premî (Quadriennale di Roma, 1965; Biennale di Venezia, 1966; Biennale di San Paolo del Brasile, 1967). Nel corso degli anni Novanta G. ha partecipato a diverse esposizioni collettive e a importanti personali, tra le quali si segnalano quelle di Parigi (in cui ha esposto la serie degli Alberi, 1993), New York (1995), Buenos Aires (1998), Torino (Galleria 44, 2006), New York (Briggs Robinson Gallery, 2006). Dal 2005 è presidente dell'Accademia Albertina di Torino. . A cura del Dott. Paolo Ceccherini in collaborazione con la Dott.ssa Paola Gribaudo http://www.locandadellarte.it/ http://paolagribaudo.org/ ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 17
  • 18. ARTISSIMA: osservatorio artistico di nuova generazione Si è conclusa ieri la ventesima edizione della fiera-mercato italiana ARTISSIMA. Quattro giorni di fermento culturale che hanno saputo offrire al pubblico degli amanti dell’arte e all’insieme degli addetti ai lavori, un ventaglio di iniziative in grado di valorizzare, come nella migliore tradizione di questa manifestazione, le potenzialità della città di Torino. Il legame tra la città e la sua fiera d’arte contemporanea è volutamente ben radicato e appare come un elemento focale, capace di soddisfare le esigenze e le aspettative di un pubblico variegato per età, background e interessi. stand Editalia (Roma), sezione Artissima Art Editions. Opere di artisti quali Emilio Isgrò, Mimmo Rotella, Carla Accardi, Joe Tilson. A cura del Dott.ssa Giuseppina Greci http://www.artissima.it/ L’aumento delle presenze complessive sul territorio da un anno all’altro, lo testimonia: il 2012 ha registrato un +59% rispetto l’anno precedente. Terminata la manifestazione, è tempo di bilanci e riflessioni per lo staff guidato dalla direttrice Sarah Cosulich Canarutto e per le istituzioni coinvolte. Detto ciò, i numeri iniziali e le novità introdotte sono di buon auspicio e documentano la volontà degli organizzatori di assestarsi sull’alto livello qualitativo degli ultimi anni. L’aumento delle gallerie presenti, provenienti da 38 Paesi – 12 in più rispetto al 2012 – è sintomatico dell’interesse crescente verso Artissima. Per la prima volta, inoltre, la sfera dei collezionisti invitati è stata estesa al Sud America, al Sudest asiatico e al Medio Oriente. Ricerca, sperimentazione, approfondimento sono termini che orientano i criteri organizzativi dell’evento. Le sezioni espositive costruiscono un dialogo ben equilibrato “passato-presente-futuro”, accompagnando il visitatore attraverso un percorso che si snoda tra gallerie note(Main Section),, 1/3 Carta d’Identità Veduta interna di Artissima 2013, nel padiglione espositivo “Oval”, area Lingotto Fiere. In basso, a destra, è visibile l'opera di Danilo Correale, “The warp and the Weft” 2012, nello stand della galleria Supportico Lopez (Berlino Nome: ARTISSIMA Data di nascita Artissima S.r.l.: 1994 Titolari del marchio: Città di Torino, Regione Piemonte, Provincia di Torino. Ente gestore: Fondazione Torino Musei (www.fondazionetori nomusei.it ), dal 2004 Direttrice in carica: Sarah Cosulich Canarutto. Sede attuale: Padiglione “Oval”, Lingotto Fiere Segni Particolari: Prima Fiera d’arte contemporanea, in Italia, Quinta tra le 30 top fiere d’arte mondiali secondo lo Skate’s Art Market Research di New York Curiosità: il colore “rosa” simbolo della fiera richiama la declinazione prettamente femminile dello staff organizzativo. ART WEEKLY –11 NOVEMBRE 2013 pag. 18
  • 19. ARTISSIMA: osservatorio artistico di nuova generazione gallerie emergenti (New Entries), progetti monografici di talenti di nuova generazione (Present Future), opere di innovatori del linguaggio artistico degli anni Sessanta Settanta e Ottanta (Back to the Future). A edizioni, stampe e multipli di artisti contemporanei è riservata la sezione Art Editions. Il livello di interazione del pubblico è stato garantito dalle numerose iniziative in programma: momenti di ascolto e di confronto svoltisi in spazi dedicati, Meeting Point, Book Corner e ZonArte. Lungo 20.000 mq del Padiglione espositivo del Lingotto, cospicua è stata la presenza degli addetti stampa, italiani Opera di Santiago Sierra, “40 m3 of Earth ed esteri, e affollate le visite guidate condotte da 20 from the Iberian Peninsula” 2013, galleria curatori internazionali (Walkie Talkies), pensate per Kow (Berlino), sezione Artissima New Entries. soddisfare curiosità e fornire sostegno nella comprensione delle opere. Grande novità 2013 è stata la rassegna One Torino: cinque mostre in cinque sedi diverse (Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Palazzo Cavour), della durata di due mesi, per estendere al di là del periodo di apertura la forza attrattiva di Artissima. Se in una fiera-mercato di opere d’arte è consentito utilizzare termini come “domanda” e “offerta”, aiuta nella comprensione generale di un evento così importante approfondire il punto di vista di galleristi, artisti, collezionisti. La partecipazione dei galleristi alle principali fiere-mercato mondiali rappresenta, ieri come oggi, una vetrina dall’immediato riscontro, sia in termini di rapporti con i collezionisti e di vendite, sia in termini di nascita di nuove collaborazioni e progetti. Ma cosa vuol dire essere gallerista oggi? L’analisi comparata di realtà già consolidate ed emergenti ha messo in evidenza come il mestiere del gallerista richieda forte dedizione e sacrificio. Il sostegno ad artisti di nuova generazione risulta più A cura del Dott.ssa Giuseppina Greci http://www.artissima.it/ 2/3 ARTISSIMA 2013 in breve 190 gallerie (130 straniere e 60 italiane). 38 Paesi partecipanti: 26 presenti negli anni precedenti (Arabia Saudita, Austria, Belgio, Brasile, Cina, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Guatemala, Irlanda, Israele, Italia, Marocco, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Ungheria) 12 nuovi (Albania, Argentina, Azerbaigian, Canada, Cile, Emirati Arabi Uniti, Filippine, Lussemburgo, Malesia, Portogallo, Romania, Turchia) 5 Sezioni espositive: •Main Section (108 gallerie) •New Entries (27 gallerie) •Present Future (25 gallerie e 24 artisti) •Back to the Future (30 gallerie e 32 artisti) •Art Editions (4 realtà culturali) (Segue) ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 19
  • 20. ARTISSIMA: osservatorio artistico di nuova generazione rischioso rispetto al passato, non solo per gallerie blasonate come Giorgio Persano di Torino (www.giorgiopersano.com) o Lia Rumma (www.liarumma.it), ma anche per realtà nuove come Mario Mazzoli con sede a Berlino (www.galeriemazzoli.com ), o per la Galleria Upp di Venezia (www.galleriaupp.com ). E questo naturalmente a discapito dei giovani talenti. La saturazione del settore e, in Italia, le rigidità fiscali oltre, a mio avviso, la scarsa apertura mentale verso sperimentazioni artistiche, sono tra e motivazioni che invogliano alcuni giovani galleristi italiani a spostare la propria attività all’estero. Tuttavia esistono canali istituzionali “made in Italy” che ancora funzionano: la partecipazione di artisti alla Biennale di Venezia significa ancora, per le gallerie che li sostengono, un momento di grande visibilità, come sostiene la galleria Continua, con sede centrale a San Gimignano (www.galleriacontinua.com ). Ciò non toglie che i galleristi emergenti sentono maggiormente il richiamo delle nuove sperimentazioni, condotte per lo più attraverso supporti audio e video o mediante l’utilizzo dei materiali più disparati, evocazioni, per lo più provocatorie, di valori perduti o della ridondanza consumistica della società contemporanea. Diversi anche i galleristi che hanno esibito opere fotografiche. L’alternanza tra artisti di richiamo e artisti di nuova generazione caratterizza anche lo stand della giovane gallerista francese Eva Meyer (Parigi), alla sua prima partecipazione ad Artissima (www.galerieevameyer.com). Riassumendo, la partecipazione alle fiere-mercato risulta ancora essere un importante canale comunicativo, ma per le gallerie ciò comporta un impegno economico e di tempo da ponderare oggi più che in passato. Artissima spicca nel panorama internazionale, accanto alle più prestigiose fiere quali, per citarne alcune, la svizzera Art Basel (www.artbasel.com ), la francese FIAC (www.fiac.com ), l’americana Armory Show (www.thearmoryshow.com ). Il nome non è più sinonimo di presenza sul mercato: le gallerie note dovranno costantemente confrontarsi con gallerie più recenti su tendenze artistiche dell’ultima ora, in contesti pubblici a respiro internazionale. E i collezionisti? La maggior parte di loro si muove con accortezza a causa dell’Iva troppo alta e Stand della Galleria Mario Mazzoli (Berlino), sezione Artissima dell’assenza di sgravi fiscali, elementi questi che New Entries. Presenti opere di Paolo Inverni, Pe Lang, Roberto tuttavia non scoraggiano gli investitori più Pugliese. facoltosi. A cura del Dott.ssa Giuseppina Greci http://www.artissima.it/ 3/3 Stand Galleria Upp (Venezia), sezione Artissima New Entries. (Segue) 3 Novità Walkie Talkies (visite guidate) One Torino (rassegna espositiva annuale) Collaborazione con Club To Club (Festival internazionale di musica elettronica) 3 aree d’incontro e di dialogo: Meeting Point (presentazione di progetti, ricerche ed eventi) Con/TEXT (presentazioni di libri e cataloghi d’arte nel Book Corner) Musei in mostra (progetto “ZonArte” a cura dei Dipartimenti di Educazione delle principali istituzioni artistiche torinesi) ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 20
  • 21. La Fondazione Re Rebaudengo e la mostra Soft Pictures La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nasce a Torino il 6 aprile 1995 ad opera del suo Presidente, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che vede nella creazione di una Fondazione la possibilità di trasformare la propria passione e l’attività di sostegno ai giovani artisti, che già svolge dal 1992 a titolo personale, in “attività organizzata”, collaborando così ancora più efficacemente con istituzioni italiane e straniere. L’incontro, nel 1995, con Francesco Bonami dà vita al programma culturale della Fondazione che, attraverso incontri e scambi fra le nuove generazioni di artisti e critici provenienti da ogni parte del mondo, si pone fin da subito come un osservatorio sulla ricerca e la produzione delle più interessanti avanguardie artistiche dei nostri giorni. L’obiettivo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è far conoscere ad un pubblico sempre più ampio i fermenti e le tendenze più attuali nel panorama dell’arte contemporanea internazionale. Il vasto campo delle arti visive – pittura, scultura, fotografia, video, installazioni e performance – viene analizzato e proposto al pubblico non solo grazie alle mostre, ma anche attraverso molteplici attività didattiche ed eventi collaterali di approfondimento, come conferenze, incontri con gli artisti, i curatori e i critici provenienti dalle più importanti istituzioni italiane e straniere, oltre a lezioni di arte contemporanea realizzate A cura del Dott. Paolo Ceccherini www.fsrr.org in collaborazione con docenti universitari affermati a livello nazionale. Una struttura flessibile che raccoglie il contributo di artisti, con i critici, con i curatori e con i collezionisti. Un luogo per l’aggiornamento di appassionati e conoscitori e per la formazione di chi al contemporaneo si deve ancora avvicinare. La Direzione Artistica della Fondazione è affidata a Francesco Bonami. Filippo Maggia cura la sezione di fotografia italiana. La Fondazione Re Rebaudengo 1/3 La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 23 ottobre 2013 al 23 marzo 2014, Soft Pictures, mostra collettiva dedicata all’uso del medium tessile nell’arte contemporanea, a cura di Irene Calderoni. Storicamente posto al confine tra arti liberali e arti applicate, l’uso del tessuto come materiale per creare immagini artistiche oggi ripreso dagli artisti nelle sue molteplici valenze, storiche, politiche, sociali e simboliche, una ricca trama di significati di cui questa mostra rende conto. Al tempo dell’immagine digitale, scegliere il tessuto come materiale e antiche tecniche per lavorarlo diviene il primo gesto significante, un gesto forte, che riapre un campo di possibilità espressive per l’arte. Durevole e facile da trasportare, il tessile anche stato la merce per eccellenza, protagonista delle dinamiche commerciali ed economiche che hanno rivoluzionato la Storia. Come ricorda Seth Siegelaub, collezionista di tessuti antichi e grande conoscitore della materia, è forse un caso che Cristoforo Colombo, come suo padre prima di lui, fosse un produttore e mercante di lana; ma piuttosto logico che il telaio Jacquard, creato nell’800 in Francia, sia stato l’ispirazione per il lavoro dell’inglese Charles Babbage, che ha portato direttamente all’invenzione del computer nel 20 secolo Funzione e decorazione, design e arte, tradizione e modernità tra questi diversi poli si muovono gli artisti in mostra per riflettere sull’immagine e sul materiale stesso come concentrazione di tensioni e simboli differenti. Immagini dalla mostra Soft Pictures, mostra collettiva dedicata all’uso del medium tessile nell’arte ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 21
  • 22. La Fondazione Re Rebaudengo e Serpentine Grants: Sostegno e promozione ai giovani nel mondo dell’arte La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Serpentine Gallery presentano il premio Re Rebaudengo Serpentine Grants rivolto a giovani artisti nati nel o prima del 1989. Quest'anno si è tenuta la prima edizione. Tra luglio e agosto 2013, i partecipanti al Re Rebaudengo Serpentine Grants, hanno potuto iscriversi e inserire l'opera nella piattaforma online Discrit 89plus. Il 1989 è l'anno in cui è crollato il muro di Berlino ed è nato il World Wide Web: chi è nato dopo il 1989 è cresciuto in una società globalizzata, e costituisce la metà della popolazione mondiale, ma appartiene ad una generazione le cui voci stanno solo iniziando a farsi sentire. La giuria internazionale è composta da Francesco Bonami (Direttore Artistico Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Lauren Boyle (DIS magazine), Simon Castets (89plus), Solomon Chase (DIS magazine), Kevin McGarry, Hans Ulrich Obrist, Julia Peyton-Jones (Serpentine Gallery), Eugenio Re Rebaudengo (Consigliere Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (Presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo) e Jochen Volz (Serpentine Gallery). Il vincitore designato dalla Giuria Internazionale è Riccardo Paratore (Germania, 1990). I vincitori designati dalla giuria popolare sono Niko Karamyan (USA, 1992) e Tierney Finster (USA, 1991). Ogni vincitore riceverà 15.000 euro per produrre l'opera, che verrà presentata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo il prossimo anno. L'8 novembre, i vincitori sono stati presentati ad Artissima (Meeting Point), durante un incontro con Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Hans Ulrich Obrist, Julia Peyton-Jones. Patrizia Sandretto Re Rebaudengo dopo essersi laureata in Economia e Commercio all’università di Torino, si avvicina all’arte contemporanea, come collezionista, all’inizio degli anni ’90. Nel 1995 dà vita alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, di cui è presidente. Nel 1997 viene inaugurata la prima sede della Fondazione a Guarene d’Alba, Palazzo Re Rebaudengo. 2/3 ONE TORINO A NEW ANNUAL EXHIBITION PROJECT AROUND TORINO AND PIEMONTE Prima edizione 7 novembre 2013 – 12 gennaio 2014 Rassegna espositiva annuale ideata e prodotta da Artissima in collaborazione con le maggiori istituzioni d’arte contemporanea della città: Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, e un progetto speciale per Palazzo Cavour. Il progetto curato da Chris Fitzpatrick per la project-room della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo non è una mostra, bensì l’apertura su una serie di mostre collettive simultanee, in costante evoluzione. I dispositivi messi in gioco da questo inedito esperimento espositivo propongono non solo opere d’arte tangibili, ma anche racconti orali, gossip, materiali stampati, contenuti web, visite guidate e performate della mostra, screening di un giorno, e interventi in spazi residenziali del quartiere. VEERLE è un nome olandese di persona, scelto per riunire in una singola, distinguibile corporalità qualcosa di molteplice, di vasta portata. Inserendo una serie di opere all’interno di una conversazione e mettendo una serie di conversazioni in dialogo con le opere, VEERLE produce continuamente qualcosa di nuovo. Riccardo Paratore A cura del Dott. Paolo Ceccherini www.fsrr.org ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 22
  • 23. La Fondazione Re Rebaudengo A Linking Park: Sostegno e promozione ai giovani nel mondo dell’arte corsART Prima corsa dentro un museo La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta corsART, la prima corsa dentro un museo. Il contest permetterà ai visitatori di correre nello spazio espositivo. A differenza dei protagonisti di Band à part di Jean Luc Godard e di The dreamers di Bernardo Bertolucci, i visitatori non dovranno battere un record. Un modo divertente di vivere il museo, all’insegna della trasversalità e della contaminazione: cinema, arte, sport, creatività e fotografia. A cura del Dott. Paolo Ceccherini www.fsrr.org La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 23 ottobre al 23 gennaio, A Linking Park, progetto che nasce da CAMPO 12, prima edizione del corso per curatori italiani promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in collaborazione con la Fondazione per l'Arte Contemporanea CRT. A Linking Park potrebbe sembrare una mostra senza opere: per vederla è necessario trovarsi di fronte alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con uno smartphone in mano e fotografare i venti QR posizionati sulla sua facciata. I QR si presentano come codici minimali, decodificabili solo da un dispositivo connesso a internet. Spazio effettivo di fruizione di A Linking Park, quindi, sono gli smartphone, mentre la facciata della Fondazione diventa l’interfaccia e il supporto su cui sono allineati i codici. A Linking Park sfrutta le logiche del web e della comunicazione informatica per riflettere sulla fruizione e la circolazione dei dati e sull’adattamento della pratica curatoriale alle dinamiche culturali attuali, fortemente legate all’uso quotidiano della tecnologia web digitale. Sulla facciata, i codici QR sono tracce di un dialogo a distanza intercorso tra i dieci curatori di CAMPO12, corso-residenza promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Ricalcando l'immediatezza della “Quick Response” dei codici, i curatori si sono scambiati a turno una serie di link con due sole condizioni: dare una “risposta veloce” non impiegando più di due giorni per scegliere il proprio link - e selezionare materiali che facessero già parte della grande collezione del web visibile, ovvero l'insieme dei siti raggiungibili tramite Google. Un limite non indifferente se si considera che la parte del web indicizzata dal motore di ricerca conta 2 miliardi di documenti sui 550 miliardi totali. Al tempo stesso, il processo di selezione dei link ha origine da una riflessione su temi specifici quali l'evoluzione dell'architettura in risposta alla proliferazione delle interfacce 3/3 tecnologiche; l'uomo come strumento per la diffusione di immagini; lo statuto delle opere d'arte digitalizzate e archiviate online e gli aspetti legali connessi alla loro diffusione e utilizzo. La selezione dei dieci curatori ha incluso senza distinzione estratti di film, video e brani musicali caricati su Youtube e Vimeo, siti e pagine web creati da artisti e progetti pensati appositamente per la rete. Così da una web chat con Andy Warhol attraverso un medium (Oliver Laric) si passa a Tom Waits, Roberto Benigni e John Lurie che si sgolano in prigione per un gelato (Jim Jarmush), idealmente seguiti da riprese di lavoratori che escono dalle grandi fabbriche della prima metà del secolo (Harun Farocki). Il lato “in chiaro” del web, quello ipercontrollato di Google e dei suoi algoritmi di ricerca diventa così il contenuto di un gioco di perdita di controllo: ogni nuova risposta è un’interpretazione personale del link che l’ha preceduta e modifica il percorso di A Linking Park nel suo complesso. Alla mostra A Linking Park si affianca la pubblicazione A Linking Book, un libro la cui dimensione tascabile ricalca quella di uno smartphone. La pubblicazione si avvale di contributi teorici commissionati ad artisti, scrittori e professionisti della rete quali Riccardo Benassi, Joseph Nechvatal, Alessandra Donati ed Emilio Vavarella. CAMPO12 si è svolto da novembre 2012 a giugno 2013. ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 23
  • 24. ART 7 ARTS e la valorizzazione degli artisti contemporanei emergenti: Pier Paolo Maggini L’Associazione culturale ART 7 ARTS è una associazione fondata da Arianna Grava, Esmeralda Mapelli, Grisca Grava, che ha lo scopo di valorizzare e dare uno spazio ad artisti contemporanei emergenti; l’attenzione di ART 7 ARTS è rivolta a forme d’arte tradizionali come pittura, scultura, stampa, fotografia, ma anche ad espressioni che implicano una molteplicità di strumenti tecnologici innovativi e di forte interesse come video art, light art, arte cinetica e street art. L’attenzione a queste nuove espressioni artistiche è l’elemento costitutivo del nome dell’associazione; le arti di cui le soci fondatrici si occupano sono sette e il nome le rappresenta e le anticipa. L’intento è quello di dare un risalto ad artisti giovani e di talento all’interno del panorama artistico italiano e di dare loro la più ampia visibilità al fine di farli conoscere non solo dentro i confini nazionali ma anche all’estero. Oggi ART 7 ARTS presenta due artisti Pier Paolo A cura della Dott.ssa Grisca Grava Maggini e Riccardo Gusmaroli artista dalla grande sperimentalità, Pier Paolo Maggini ci introduce in un mondo tutto nuovo e dal grande fascino. Una serie di opere realizzate tra il 2004 e il 2007 saranno caratterizzate da silenzio, assenza e immobilità: è il caso delle opere appartenenti al ciclo Stadi e Attese, linguaggio ben presto lasciato per dare spazio a folle che diverranno le protagoniste di un nuovo percorso pittorico dell’ artista. Sono atmosfere rarefatte che danno forma ad una “raggelante e paradossale immobilità in cui una moltitudine indistinta di persone” popolano le tele di questo artista d’Avanguardia. I suoi lavori si distinguono per impostazione, per linearismo e per la resa decorativa delle figure che si stagliano sulla superficie e la animano. L’effetto è ottenuto con un forte contrasto cromatico: le piccolissime e colorate figure emergono prepotenti sui fondi scuri. Sono masse che si muovono freneticamente alla ricerca di un’identità in uno spazio senza tempo in cui “rimbomba l’eco assordante del vuoto esistenziale dell’individuo. Dove va questa folla travolta dal flusso dell’anonimato?”. Per Maggini è il tema dell’identità collettiva a permeare le sue caratteristiche superfici in movimento, è una ”ricognizione sull’identità” quella operata dall’artista, una costante ricerca dei valori fondanti la vita di ogni giorno come le tradizioni e il folclore, ma che qui vengono svuotati e non palesemente riconoscibili, trasformandosi magicamente in astrattismo puro. “Folle tumultuose ma silenti, caotiche e paradossalmente ordinate, fotografate dall’alto” come macro pixel di uno schermo gigante come schermo della vita, questo possiamo percepire trovandoci di fronte ad un sua opera. I lavori di Maggini sono delle assolute metafore: smaschera senza alcun filtro la solitudine dell’uomo privo di una sua identità e di una reale appartenenza. Nei sui lavori peculiare è la sintesi tra pittura e fotografia, l’artista procede per sottrazione dal fondo nero-blu costruendo la sua immagine attraverso codici di percezione che nelle opere di Maggini si traducono in spazi di evasione nei quali l’osservatore si immerge per trasformarlo in uno spazio inviolabile. ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 24
  • 25. ART 7 ARTS e la valorizzazione degli artisti contemporanei emergenti: Riccardo Gusmaroli Giovane artista di origine veneziane ma attivo a Milano già agli inizi degli anni ’90. I sui primi lavori lo vedono impegnato nell’attività di fotografo poi la prima personale alla Galleria Toselli a Milano nel 1992 regalano all’artista l’attenzione della critica. Ma è con la mostra del 1998 alla Galleria Ca di Fra di Milano accanto a Damien Hirst, a Konrad Klapheck, a Tano Festa e a Mauro Benetti che Riccardo Gusmaroli si fa conoscere al grande pubblico. Il suo linguaggio è intriso della lezione di Piero Manzoni unito sapientemente alla componente ludica e concettuale di Alighiero Boetti regalandoci un minimalismo nuovo che nasce dalla ricerca sul viaggio. Sono infatti i viaggi il tema centrale delle opere di Riccardo Gusmaroli, egli consapevole della volontà secolare dell’uomo di esplorare e di cercare nuove terre, traccia immaginari viaggi con rotte impossibili che si muovono incessantemente sulle sue monocrome tele: vortici concentrici disegnati da minuscole barchette o aeroplanini. A cura della Dott.ssa Grisca Grava Gusmaroli ci regala una sapiente lezione di come la materia si possa piegare alla volontà, la carta con lui diventa corpo e volume, si plasma in forme anonime di un insieme più grande che ha una sua voce. E’ lo stesso artista a dirci che “ogni materiale è uno spunto per concepire qualsiasi lavoro”. La quantità infinità di materia a disposizione gli permette di lavorare in molteplici direzioni: la sua non è la solita immagine artistica, il linguaggio a volte si dissolve in immagini che si smaterializzano in altre, la forma plastica diventa scultorea con un forte contrasto chiaroscurale. Possiamo parlare delle opere di Riccardo Gusmaroli come vere e proprie sculture di carta ad alto rilievo dove la luce crea un gioco plastico di sorprendente bellezza, rende le monocrome superfici un mare mosso in cui la superficie si fa vibrante, multiforme e sempre variabile come vere immagini di un mare in tempesta. Tutto può servire a Gusmaroli per animare le sue superfici: i francobolli, le cartine di Tutto Città, le carte geografiche i vortici di barche bianco su bianco, sono il risultato di continue associazioni che scaturiscono da emozione pura e da collegamenti che sono intrinsechi nei materiali stessi. Ciò che emerge prepotente nel linguaggio dell’artista è un ritmo incalzante che accompagna l’osservatore nel viaggio di memoria e di evasione e ci regala spazi sconosciuti di grande eleganza. ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 25
  • 26. BRAC: la libreria dove i libri non si leggono ma si assaporano La Libreria Brac nasce nel maggio del 2009 e si afferma da subito come punto di riferimento per tutti gli appassionati della cucina e dell’arte contemporanea. La formula di “libreria con cucina” è infatti una novità nel panorama cittadino e fonde la storia di due passioni, quelle dei titolari Sascha e Melisa: uno chef fantasioso specializzato in cucina vegetariana – vegana innamorato del fumetto e dell’illustrazione e una bibliofila con interessi verso la Contemporaneità in tutte le sue forme espressive (arte, teatro, danza, cinema, fotografia). Una libreria dedicata alle arti 1/2 grandi valori che l arte ha prodotto e continua a produrre. Nell editoria di settore, cartacea e non, viene riconosciuta la possibilità di attingere e degustare ciò che solo l’esperienza ci consente di consumare, nel cibo il repertorio ideale per veicolare il proprio gusto, nell’arte un atto irrinunciabile di socializzazione. Una commistione di pietanze, libri, idee ed eventi fanno della BRAC una sede ideale per esprimersi, convergere ed intervenire nella realtà fondata sulla dialettica dell’io e l’oggettività del mondo. contemporanee, uno spazio di pensiero votato all azione, al consumo dell’arte e del cibo. Linguaggi e fragranze convivono all’interno della BRAC nata dall’esigenza di esprimere la più naturale funzione del vivere quotidiano: nutrirsi di informazioni e pietanze, di idee ed esperienze al fine di valorizzare la conoscenza e la sensibilità dell’arte. La BRAC apre le proprie librerie e la propria cucina alla società del divenire per riconoscere, segnalare e non offendere i A cura della Dott.ssa Giulia Ferri ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 26
  • 27. BRAC: la libreria dove i libri non si leggono ma si assaporano Dal 2009 a oggi la Brac ha ospitato nello spazio di Via de’ Vagellai presentazioni di libri, reading e rassegne di fotografia. La sala e la corte della Brac accolgono, inoltre, installazioni ed esposizioni appositamente create per il luogo da giovani artisti. Dal 2011 vi si svolgono anche importanti rassegne tra cui “Scripta: l’arte a parole”, a cura di Pietro Gaglianò che, con cadenza mensile da settembre a maggio, incontra autori e curatori di volumi dedicati alla critica e all’analisi dei linguaggi artistici. La scelta si focalizza su libri in cui le parole alimentano il dibattito, e considera saggi, volumi tematici, traduzioni, raccolte di interviste e approfondimenti, ma anche libri in cui gli artisti si impegnano in una riflessione sul proprio lavoro, sui processi e sugli esiti della ricerca artistica. Si tratta di una porzione di industria libraria meno in vista, rivolta più all’approfondimento che alla facile divulgazione, faticosamente e coraggiosamente promossa da case editrici secondo A cura della Dott.ssa Giulia Ferri le quali i libri non sono eventi. “Scripta” si rinnova ormai da tre anni, confermando il proprio successo anche grazie a un pubblico di giovani artisti, studiosi e appassionati che trovano negli incontri in programma un appuntamento per il confronto sui linguaggi dell’arte, un’occasione di approfondimento e di scoperta tra i titoli della più recente e meno convenzionale letteratura critica. La conversazione tra Pietro Gaglianò e gli autori si svolge secondo un tono informale e non cattedratico che estendendosi al pubblico assume quasi il carattere di un raccolto cenacolo culturale, ma democraticamente aperto. La Brac è oggi l’unica libreria indipendente di Firenze dedicata alle arti contemporanee, con un’offerta che dai linguaggi più innovativi si estende all’architettura e al design, al cinema e alla graphic novel. Il prossimo appuntamento in programma è con Lucilla Meloni, che giovedì 14 novembre presenterà “Arte guarda arte”. 2/2 Arte guarda arte Pratiche della citazione nell'arte contemporanea di Lucilla Meloni La citazione, intesa come sguardo e prelevamento operato da un artista su opere d'arte o frammenti di esse, percorre l'arte contemporanea, dalle avanguardie fino ad oggi. Tocca trasversalmente i diversi linguaggi della ricerca visiva: dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al cinema e alla videoarte. Le pratiche della citazione non sono dunque riconducibili alla cultura del postmoderno. Assunta nel Novecento come operazione critica di scarto linguistico, la citazione appare intrinsecamente legata a un procedimento concettuale, là dove l'arte, in una dinamica intermediale, riflette su se stessa, si decostruisce per manifestarsi in nuove forme, anche popolari, come i re-enactment o i flash-mob. ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 27
  • 28. Carlo Buzzi: antologia pubblica (quasi tutte le opere) Dicono che l'estate 1990 fosse calda, quando l'8 giugno, allo stadio Giuseppe Meazza di Milano furono inaugurati i “mitici” Mondiali di calcio: Italia'90. Pare che sia stato un anno particolarmente importante per la storia dell'umanità. Il 1 gennaio di quell'anno, a Berna, il Consiglio Federale Svizzero elegge Arnold Koller Presidente della Confederazione Elvetica, mentre dall'altra parte del globo, a Los Angeles il film di Giuseppe Tornatore, Nuovo cinema paradiso, viene premiato con l'Oscar come miglior film straniero dell'anno. L'11 febbraio 1990, dopo 28 anni di carcere, in Sudafrica, Nelson Mandela viene liberato, la data diviene subito simbolo dell'abolizione dell'Apartheid. Le due Germanie si riuniscono formalmente in unico paese, e il 18 marzo si tengono le prime elezioni libere in Germania Est. Nel mese di giugno, a pagina 27 della blasonata rivista internazionale d'arte contemporanea, Flash Art, appare la prima opera di arte pubblica di Carlo Buzzi. Si tratta del noto “scopino da cesso” che celebra una fittizia mostra personale di Picasso con “Tutte le opere”. A cura del Dott. Andrea Carlo Alpini http://www.theca-art.com/ 1/2 Ecco perchè ititolare il testo “Antologia pubblica:(quasi) tutte le opere” strizzare l'occhiolino a quel “Tutte le opere” di Piacasso e Van Gogh di ventitre anni prima. Ma torniamo alla cronistoria dell'anno 1990. Il 22 novembre, la Lady di ferro, Margareth Thatcher, rassegna le dimissioni da Primo Ministro del Regno Unito. Una decina di giorni prima, il 13 novembre, per la strade di Milano inizia la prima pubblica affissione di Carlo Buzzi. Si tratta di un'operazione concettuale composta da 140 manifesti formato 100x70cm esposti per 15 giorni nelle zone più centrali della città meneghina. Alea iacta est. L'anno finisce il 31 gennaio, come sempre, ma per l'occasione con una Carlo Buzzi, FFPP, manifesti strappati, 90x75cm, 2013 La critica legge questa operazione come ontologica, ovvero come qualcosa che aspira a parlare dell'essere per mezzo di altri segni che riconducono all'oggetto di studio iniziale. I più colti vi diranno che l'ontologia ha a che fare con la metafisica, con l'aristotelismo e con il grande pensatore Martin Heidegger. Carlo Buzzi ha sempre rifiutato di definire il suo lavoro “metafisico”, ma piuttosto “ironico”. Carlo Buzzi, Red Back Wine, manifesti strappati, 146x220cm, 2013 ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 28
  • 29. Carlo Buzzi: antologia pubblica (quasi tutte le opere) grande sfida di scacchi planetaria: Garry Kasparov che batte il connazionale russo Anatoly Karpov. Sono passati ventitreanni da allora, e molte sono state le mostre e le pubbliche affissioni internazionali di Carlo Buzzi. L'11 febbraio 2013 Papa Benedetto XVI si dimette da Sommo Pontefice, sarà poi eletto, nel mese di marzo, Papa Francesco, il primo Pontefice gesuita della storia, che lascia il saio bruno per le vesti bianche. Il 3 marzo 2013 per le strade di Milano, all'interno della Cerchia dei Bastioni, inizia la pubblica affissione di Carlo Buzzi intitolata “FFPP”, in cui l'artista porta le vesti e i segni di Francesco Forgione, in “arte” Padre Pio. L’operazione milanese è stata presentata dal critico Francesco Tedeschi, curatore anche dell’allestimento delle Gallerie d’Italia di Banca Intesa in Piazza della Scala a Milano. Se si domanda all’artista quale sia il rapporto che si instaura tra la sua arte e lo spazio pubblico eccome come risponde: “Nel mio discorso è sicuramente più determinate il luogo/contesto piuttosto che il pubblico/spettatore". Similmente, nell'estate appena trascorsa, ho lavorato nei "territori" del comasco e del Canton Ticino (Svizzera), realizzando l'operazione "Red Back Wine” strettamente coadiuvata da Mappa della pubblica affissione “Rabdomante” di Carlo Buzzi alla 55° Biennale di Venezia, 2013 A cura del Dott. Andrea Carlo Alpini http://www.theca-art.com/ 2/2 Carlo Buzzi, Rabdomante, manifesti strappati, 80x110cm, 2013 Carlo Buzzi, Rabdomante, stampa fine art su dbond, 30x45cm, 2013 strettamente coadiuvata da Andrea Carlo Alpini, direttore di Theca Gallery e Stefano Roberto Mazzatorta, direttore della Galleria Civica di Campione d'Italia, dove è anche stata ospitata una mia mostra personale.” Concludendo, perchè un gallerista che nel 1990 aveva solo 5 anni si deve occupare di un'artista che oggi ha quasi il doppio della sua età? Perchè come diceva Robert Somol “progettare [...] significa prima di tutto rendere possibile il verificarsi di un incidente; questo è il pre-progetto del diagramma, che predispone lo scenario nel quale la macchina da cucire e l’ombrello possono incontrarsi e produrre un effetto specifico e intenzionale”. L'opera di Carlo Buzzi è diagrammatica. Si serve di uno strumento, di una forma, di un segno, un'immagine per parlare di sè e dire tutt'altro. In fondo è (forse) ontologia. ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 29
  • 30. L’angolo dell’artista: Attilio Mangini e la pittura genovese Attilio Mangini (Genova, 1912 – Genova, 2004) è stato un pittore e ceramista italiano. Partecipa alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale. Dopo aver frequentato l'Accademia ligustica delle belle arti negli anni'20, ed aver svolto vari lavori in gioventù tra cui l'operaio nel porto di Genova, debutta a livello artistico nel 1946 con una mostra alla Galleria Genova. Ha avuto oltre cento mostre personali, prevalentemente in Liguria. Temi ricorrenti nelle sue opere sono il lavoro e la fatica; l'ambiente circense; la città di Genova con il suo centro storico e le opere industriali del porto; la Resistenza. Tra le esposizioni che lo hanno visto partecipe o protagonista, si ricordano la XXV Biennale di Venezia del 1950, la mostra del 1978 a Odessa (Ucraina), la mostra antologica al museo di Villa Croce a Genova nel 1992, ed al Palazzo Ducale di Genova nel 2002. Sopra: Genova in giallo 70x120 cm A fianco: Darsena 70x100 cm A cura del Dott. Riccardo Taddei “…La pittura di Mangini è genovese anche storicamente, psicologicamente e, appunto pittoricamente. Storicamente il gotico, il romanico, il rinascimento e il barocco delle architetture delle sculture e delle pitture genovesi sono il sustrato, inconsapevole, certo, ma non per questo meno operante, dell’arte di Mangini. Quell’affastellamento, quella vitalità esplosiva, quella compressione che caratterizzano le strutture urbane di Genova, caratterizzano, anche, le particolari e successive forme codesti stili, italiani ed europei, assunsero via via nelle loro versioni genovesi. Dal gotico residuo, provenzale e fiammingo, del Braccesco, alla rinascenza e al barocco del Cambiaso, dello Strozzi, dell’Assereto, del Grechetto, qualcosa di ciascuno di coloro filtrò fino a Mangini. E non parliamo poi del Magnasco, a proposito del quale si potrebbe parlare addirittura di un’affinità nervosa.” (Mario Soldati) “Ha frequentato l’Accademia Ligustica di belle Arti, ma si considera un autodidatta.” (Attilio Mangini) “Attilio Mangini è senza dubbio uno degli artisti più amati dai genovesi che hanno trovato nel suo lungo lavoro di pittore, ceramista, illustratore, l’equivalente visivo della città, rappresentata nella particolare atmosfera di un quotidiano che si trasforma in un sogno leggero di segno e colore. La Genova di Mangini è diventata negli anni il logo della città e Mangini a sua volta il logo del pittore genovese. (….) Opere realizzate da Attilio Mangini negli anni ’50 nella dimensione di un realismo con venature espressioniste che ben si inserisce nell'ambito della ricerca artistica italiana del secondo dopoguerra. L’artista affronta qui in maniera più esplicita i temi a lui cari dei luoghi del lavoro e della fatica singolarmente intrecciati con uno dei suoi soggetti preferiti, il circo, rivisitato in questa fase iniziale in chiave di metafora esistenziale, che sembra guardare laicamente alla religiosità di Roualt. Seguono tra anni ’60 e ’70 stilizzati disegni en arabesque che si alternano a dipinti della città, del centro storico, dei suoi abitanti in una variante di espressionismo surreale e fiabesco che - come scrive Sandra Solimano in catalogo - è la lente deformante che Mangini applica al quotidiano trasfigurandolo in malinconiche "cronache di poveri amanti“. Di segno assai diverso il partecipato racconto della Resistenza attraverso una serie di disegni a china del 1975 e la successiva produzione degli anni ’80, quasi transavanguardistica nella ricercata deformazione della figura e nel recupero di stilemi neo-fauves di alcuni paesaggi marini che richiamano un precedente nucleo di dipinti degli anni ’60 e 70 in una sorta di percorso parallelo alla più nota produzione dell’artista che pur ritorna nelle opere dedicate al porto e nelle vedute della città”. (www.palazzoducale.genova.it, presentazione della mostra: Attilio Mangini - La pittura come un sogno di vita quotidiana Loggia degli Abati Dal 14 dicembre 2002 al 26 gennaio 2003) ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 30
  • 31. “Reaching art” è la rubrica in collaborazione con Artribune, dedicata ad un approfondimento sul pensiero e le opere degli artisti esposti nelle principali mostre organizzate sul territorio nazionale. Questa settimana: La galassia di Arp MAN Museo d’Arte della Provincia di Nuoro 15 novembre-16 febbraio Nato a Strasburgo da madre alsaziana e padre tedesco, Arp usò per tutta la vita due nomi: quello tedesco (Hans) e quello francese (Jean). Noto per il contributo giovanile ai movimenti del Dadaismo – di cui fu tra i fondatori a Zurigo e a Colonia - e del Surrealismo, Arp deve la sua fama all’elaborazione di un linguaggio astratto originale, di matrice organica e naturale, rivolto all’individuazione di un principio creativo e primigenio della forma. Un’attitudine che l’artista sviluppò nel corso degli anni Trenta, con la partecipazione ai movimenti astrattisti Cercle et Carré e Abstraction-Création, e successivamente, nella maniera caratteristica che lo ha reso noto in tutto il mondo occidentale, tra l’immediato dopoguerra e la metà degli anni Sessanta. Nell’importante mostra al MAN di Nuoro saranno riunite alcune tra le sue più celebri sculture – “Hurlou”, “Pas encore de titre”, “Feuille-miroir” e “Torse-amphore” – realizzate tra l’inizio degli anni Cinquanta e la metà dei Sessanta, rappresentative della sua Foto: Jean Arp: Nadir II, 1960, Rilievo, masonite dipinta, cm 152x131 singolare attitudine alla creazione di forme organiche, insieme a dodici straordinari rilievi, realizzati da Arp nel periodo della piena maturità creativa, due arazzi e una serie di collage e découpage di grandi dimensioni. Una seconda sezione ospiterà invece i lavori del gruppo di artisti che con Arp hanno condiviso, oltre che un sentimento di amicizia, una parte significativa del loro percorso creativo. Tra questi Paul Klee, uno dei più noti artisti del XX secolo, sperimentatore delle possibilità espressive della linea come elemento figurativo indipendente. A cura di Claudia Giraud www.artribune.com ART WEEKLY – 05 NOVEMBRE 2013 pag. 31
  • 32. Il calendario delle Aste della settimana di ArtsLife 11 Novembre – 17 Novembre 2013 11 novembre Babuino Roma Arte cinese e dell'estremo oriente. Archeologia e arte etnica (anche il 12) Christie's Ginevra Orologi Dorotheum Vienna Macchine fotografiche d'epoca e accessori Dorotheum Vienna Strumenti scientifici e globi d'epoca Dreweatts Londra Ceramiche cinesi e oggetti d’arte asiatica Phillips New York Arte contemporanea (Evening Sale) 12 novembre Artcurial Parigi Hermès Vintage Bonhams New York Arte contemporanea Christie's Ginevra Vini (anche il 13) Christie's Ginevra Gioielli Christie's New York Arte contemporanea e del dopo guerra (Evening Sale) Il Ponte Milano Dipinti del XIX e XX secolo Phillips New York Arte contemporanea (Day Sale) Poleschi Milano Arte Moderna e Contemporanea (anche il 13) Sotheby’s Ginevra Orologi Sotheby’s Londra Opere selezionate del mercante Danny Katz Sotheby’s Londra Mappe, storia naturale, viaggi, atlanti 13 novembre Artcurial Parigi Sculture, disegni e dipinti antichi e del XIX secolo Bonhams Londra Porcellane, ceramiche e vetri Christie's Londra Gioielli Christie's Londra Moda Vintage & borse di lusso (charity) Christie's New York Arte contemporanea e del dopo guerra (Morning Session) Christie's New York Arte contemporanea e del dopo guerra (Afternoon Session) Dorotheum Vienna Gioielli Piasa Parigi Stampe antiche e moderne Sotheby’s Ginevra Gioielli Sotheby’s Londra Vini (anche il 14) Sotheby’s New York Arte contemporanea (Evening Auction) Tajan Parigi Design e architettura – Design americano www.artslife.com A cura di ArtsLife, portale di critica ed economia dell’arte 14 novembre Bonhams New York Arte africana, dell’Oceania e precolombiana Christie's Londra Bartolozzi, Firenze: Quattro generazioni di antiquari dal 1887 Christie's Londra Arte impressionista, inglese e vittoriana Christie's Londra Il collezionista inglese Christie's New York George Washington's Thanksgiving Proclamation Christie's Parigi Agathe Gaillard e la fotografia: una pioniera a Parigi Dorotheum Vienna Gioielli Mecenate Aste Milano Arte Moderna e Contemporanea Minerva Auctions Roma Arte Moderna e Contemporanea Sotheby’s New York Arte contemporanea (Day Auction) 15 novembre Artcurial Parigi Una vendita dedicate a Nicolas de Crécy - New-York sur Loire Christie's Londra Libri a stampa e manoscritti Christie's New York Vini Piasa Parigi Dipinti antichi, mobili e oggetti d’arte Sotheby’s New York La collezione di Allan Stone: arte indonesiana, Africana e dell’Oceania (volume uno) Sotheby’s Parigi Fotografie 16 novembre Artcurial Parigi Fumetti Christie's Parigi Fotografie Christie's Parigi Fotografie contemporanee Iori Piacenza L'importante eredita' di un collezionista piacentino Meeting Art Vercelli Orologi moderni e d’epoca 17 novembre Artcurial Parigi Vini Christie's Beaune vini Meeting Art Vercelli Orologi moderni e d’epoca www.artslife.com/tv ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 32
  • 33. Gli Appuntamenti In Evidenza Della Settimana ART WEEKLY – 11 NOVEMBRE 2013 pag. 33
  • 34. CONTATTI Responsabile Area Pianificazione Strategica, Research & Investor Relations Alessandro Santoni, PhD Email: alessandro.santoni@banca.mps.it Tel:+39 0577-293753 Autori della Pubblicazione Paolo Ceccherini Responsabile Art Weekly Report Email: paolo.ceccherini@banca.mps.it Tel:+39 0577-29-8424 Si ringrazia, il Dott. Simone D’Onofrio, il Dott. Claudio Coniglio e il Dott. Giulio Trambusti per la preziosa collaborazione alla realizzazione del report I grafici sono frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle principali case d’aste e dai principali infoprovider. Vuoi ricevere gratuitamente via Email l’Art Weekly Report? DISCLAIMER: La presente analisi è stata predisposta esclusivamente a fini d’informazione. Il presente documento non costituisce offerta o invito alla vendita o all’acquisto di titoli o di qualsivoglia altro bene, esercizio o attività in esso descritti, né potrà costituire la base di alcun contratto. Nessun affidamento potrà essere fatto per alcuna finalità sulle predette informazioni. Banca Monte dei Paschi non ha provveduto a verifica indipendente delle informazioni e non intende fornire alcuna dichiarazione o garanzia, esplicita o implicita, in merito all’accuratezza o completezza delle informazioni contenute nel presente documento. Nei limiti consentiti dalla legislazione vigente, la Società (inclusi suoi amministratori, partner, dipendenti, consulenti o altri soggetti) declina ogni responsabilità in relazione a qualsivoglia informazione ovvero omissione di cui al presente documento, ovvero all’eventuale affidamento che possa esservi fatto da alcuno. Banca Monte dei Paschi non si assume alcun impegno a fornire al destinatario alcun accesso ad informazioni aggiuntive ovvero ad aggiornarle o correggerle. Le presenti informazioni non potranno essere estratte, riassunte, distribuite, riprodotte o utilizzate senza il previo consenso di Banca Monte dei Paschi. La ricezione delle presenti informazioni da parte di qualsivoglia soggetto e le informazioni stesse di cui al presente documento non costituiscono, né dovranno essere ritenute come costituenti, prestazione di consulenza all’investimento a detto soggetto da parte di Banca Monte dei Paschi. In nessuna circostanza, Banca Monte dei Paschi, ovvero qualsivoglia azionista, controllata o dipendente della stessa, potrà essere contattato direttamente in relazione alle presenti informazioni.