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La digitalizzazione:
  Progetti europei
    e standard


      Sapienza Università di Roma
     Anno Accademico 2012 – 2013
Informatica per gli Archivi e le Biblioteche
          Prof.ssa Linda Giuva

         Prof. Maurizio Caminito
                                               1
                Lezione 1
Il quadro di riferimento europeo

                      L'iniziativa
eEurope - Una società dell'informazione per tutti
varata dalla Commissione europea nel dic. 1999
e approvata dal Consiglio Europeo di Lisbona nel marzo
2000.

La "strategia di Lisbona", aveva l'obiettivo di fare
dell'Unione europea entro il 2010 l'economia della
conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.


                                                         2
eEurope 2002

Consiglio Europeo di Feira (giugno 2000): viene adottato il
Piano d’azione eEurope 2002, che definisce le misure
necessarie per conseguire gli obiettivi di eEurope:
        1. Accesso più economico, più rapido e più sicuro ad Internet
        2. Investire nelle risorse umane e nella formazione
        3. Promuovere l'utilizzo di Internet, e in particolare:
           d) Contenuti europei digitali per reti globali


Gli Stati membri e la Commissione europea
vengono invitati a creare un meccanismo di
coordinamento per le politiche e i programmi di
digitalizzazione.
                                                                        3
Principi di Lund - 1

      La Commissione europea organizza a Lund
                    (4 aprile 2001)
 un incontro fra rappresentanti ed esperti degli Stati
    membri per mettere in atto un meccanismo di
      coordinamento di politiche e programmi di
  digitalizzazione negli Stati membri e incentivare i
      contenuti culturali europei sulle reti globali.

A conclusione del meeting di esperti vengono redatti i
Principi di Lund, a partire dai quali è stato poi
sviluppato il Piano d’azione di Lund.
                                                         4
Principi di Lund - 2
“Le conoscenze culturali e scientifiche europee formano un
patrimonio esclusivo di pubblico valore che riflette la memoria
collettiva in perenne evoluzione delle diverse società d’Europa,
fornendo una solida piattaforma per lo sviluppo dell’industria
europea dei contenuti digitali nella società della conoscenza”

                      PATRIMONIO
                   PUBBLICO ACCESSO
    DIGITALIZZAZIONE DEI CONTENUTI CULTURALI EUROPEI
    DIVERSITÀ CULTURALE IN UN AMBIENTE GLOBALIZZATO



                                                                   5
Piano d’azione di Lund



                               OSTACOLI
•Approccio frammentato delle attività di digitalizzazione.
•Obsolescenza delle tecnologie e di standard inadeguati.
•Mancanza di modalità di accesso semplici e universali per tutti
i cittadini. Mancanza di strutture e sistemi che consentano
l’accesso multilingue.
•I diritti di proprietà intellettuale (DPI).
•Mancanza di sinergie tra i programmi culturali e quelli basati
sulle nuove tecnologie.
•Necessità di investimenti e di un impegno da parte delle
istituzioni.                                                    6
Nascita dell’NRG




        La Commissione Europea chiede
agli Stati membri di nominare ufficialmente dei
rappresentanti nazionali per la digitalizzazione.

L’insieme di tali rappresentanti costituisce
il Gruppo dei Rappresentanti Nazionali
(NRG - National Representatives Group).             7
Compiti dell’NRG

             Il NRG si riunisce ogni 6 mesi,
      ospite della Presidenza di turno dell’Unione.

Compiti del NRG:
•garantire una stretta collaborazione tra i Ministeri e le
istituzioni governative e la Commissione Europea;
•essere portavoce delle politiche e dei programmi
nazionali e assicurare la diffusione delle politiche e dei
programmi comunitari a livello locale;
•dare visibilità alle iniziative nazionali;
•promuovere e monitorare l’attuazione dei principi di
Lund.
                                                             8
Il progetto Minerva

MINERVA è lo strumento operativo del NRG.
•progetto finanziato dalla Commissione Europea
nell’ambito del programma IST (Information Society
Technologies) nel 5° PQ.
•supporta l’attuazione del Piano di azione di Lund

MINERVA ha costituito una rete dei ministeri della
cultura europei. Ne sono membri tutti e 15 (e poi vi
aderiscono tutti gli altri) gli Stati dell’Unione.
       L’Italia coordina il progetto.
                                                       9
La rete MINERVA (2002-2008)

• MINERVA
− finanziamento IST - FP5
− 2002-2005
                               • MINERVAeC
− 7 paesi europei
                               − finanziamento
                                 eContentplus
   •MINERVAplus                − 2006-2008
   − finanziamento IST – FP6   − 21 paesi europei
   −2004-2006
   − 14 paesi europei            www.minervaeurope.org
   −+ Russia e Israele

                                                     10
Parole chiave MINERVA
Condivisione di buone pratiche di
digitalizzazione      Rete di centinaia di esperti
 Stretto legame con i programmi nazionali di
 digitalizzazione   Coordinamento tra
Stati membri Monitoraggio dei
 progressi Promozione degli
standard di digitalizzazione

                                                     11
Parole chiave MINERVA



  APPROCCIO CROSS DOMAIN

Interscambio tra ambiti differenti
   (archivi, biblioteche, musei)     12
Strumenti e pubblicazioni
• MINERVA – MINERVA Plus – MINERVA EC
  BP: più di 150.000 download!




                Buone pratiche di digitalizzazione
                Cost reduction in digitisation
                Multilinguismo
                Qualità, accessibilità, usabilità dei
                  contenuti
                Linee guida tecniche
                relazione annuale sulla digitalizzazione
                Museo & Web
                Linee guida sull’IPR
                                              Disponibili su     13
                                              www.minervaeurope.org
La Carta di Parma (2003)


        Riprende e rinforza e i Principi di Lund.

“Il Gruppo dei Rappresentanti Nazionali (NRG) nominati dalle
Autorità nazionali si è riunito a Parma il 19 novembre 2003 e si è
accordato sulle seguenti premesse ed articoli, che tutti insieme
costituiscono il Documento. La Carta va intesa come un documento
in evoluzione. La sua attuazione sarà portata avanti nel quadro
fornito dal Piano di Azione di Lund e dagli incontri regolari dell'NRG,
                                                                     14
con il supporto operativo della Rete europea di Minerva.”
La Carta di Parma (2003)

• L'enorme ricchezza del patrimonio culturale e scientifico
  europeo richiede che si rivolga la massima attenzione alla sua
  conservazione e valorizzazione. L'avvento della società
  dell'informazione e la diffusione delle nuove tecnologie
  dell'informazione e della comunicazione influenzano fortemente
  le politiche degli Stati Membri per quanto attiene alle iniziative
  nel settore del patrimonio culturale e scientifico.

• La digitalizzazione è un passo essenziale che le istituzioni
  culturali europee devono compiere, allo scopo di tutelare e
  valorizzare il patrimonio culturale comune dell'Europa, di
  salvaguardare la diversità culturale, di fornire ai cittadini un
  migliore accesso a quel patrimonio, di sviluppare la formazione
  e il turismo e contribuire allo sviluppo delle imprese nel settore
                                                                   15
  dei nuovi contenuti digitali e dei servizi.
La Carta di Parma (2003)
Articolo 10 - Costruire il futuro insieme: in prima linea verso la
              società della conoscenza

Gli emergenti portali culturali on-line rappresentano un elemento di grande
importanza nello sviluppo di una società dell'informazione inclusiva. Occorre
che questi portali vengano progettati sulle solide fondamenta offerte da siti
web culturali di buona qualità, interoperabili, sviluppati per incontrare le reali
esigenze dei cittadini europei. […]
Il Gruppo dei Rappresentanti Nazionali svolgerà un ruolo guida/centrale in questo
processo, incoraggiando e supportando iniziative mirate a:
• promuovere la collaborazione fra servizi nazionali e regionali,
• incoraggiare l'adozione di modelli di successo in altri Paesi e regioni,
• sviluppare servizi on-line (e-services) per la cultura che soddisfino esigenze di
    studio, del turismo e dei cittadini, nonché delle imprese del settore culturale e
    creativo;
• avviare portali culturali e scientifici transeuropei basati su sistemi distribuiti.
                                                                                16
MICHAEL (2004-2008)
 Multilingual Inventory of Cultural Heritage in Europe


Censimento delle collezioni culturali di musei,
biblioteche e archivi

Creazione di servizi di
accesso nazionali

Creazione del portale europeo
                                                         17
Una rete, 20 nodi, migliaia di istituzioni culturali



•20 portali nazionali che condividono la stessa
filosofia
•Invio automatico dei dati al portale europeo
•Condivisione della piattaforma open source e degli
standard
•Campagne nazionali e locali per il censimento e la
catalogazione delle collezioni digitali
•Coinvolgimento di istituzioni culturali di ogni
settore e livello                                 18
La rappresentazione di un documento
  presente in biblioteca è unica, ma
  essa può essere ricuperata in vari
                modi.

Nell’universo delle schede cartacee
questo dava origine a più cataloghi.

Nel catalogo elettronico invece, una
 Oltre 10.000 collezioni digitali di 4.000
    sola registrazione può essere
 istituzioni culturali europee
individuata attraverso più opzioni di
                 ricerca. http://www.michael-culture.org
                                                     20
Un modello di collaborazione su tre livelli

Coordinamento
europeo                                        Europeana




Coordinamento
                                                   Aggregatore
nazionale
                                                   nazionale
         Servizio
        tematico


Coordinamento
regionale


                    Servizio regionale   Servizio locale
                                                                 21
MICHAEL: il modello dei dati
      Descrive la collezione e il suo contesto

 

• Collezione digitale
• Istituzione (che crea, conserva e gestisce la c.d.)
• Progetto / programma (finanziamento)
• Servizio / prodotto (che rende possibile l’accesso alla c.d.)
• Collezione fisica (rappresentata in tutto o in parte)

                                                                  22
Accesso multilingue
                   
            Traduzione delle pagine
            statiche e dei contenuti
            editoriali.

            Traduzione delle
            terminologie standard: gli
            utenti possono navigare
            nel portale europeo nella
            loro madrelingua.

            Strumenti di traduzione
            automatica dei campi a
            testo libero.
                                       23
MICHAEL-IT: la struttura organizzativa

• Coordinamento
• MiBAC
• Collaborazioni
• 20 Regioni
• Conferenza dei Rettori Italiani (CRUI)
• Istituzioni coinvolte
• Oltre 600 istituzioni culturali afferenti al MiBAC
  (biblioteche, musei, archivi, siti archeologici, uffici di tutela,
  istituti centrali…
• 20 Regioni: migliaia di musei, biblioteche e archivi di
  interesse locale
• Biblioteche e musei delle 77 università italiane (CRUI) 24
 
http://www.michael-culture.it

Presenti nel sistema: (dati 2013)
• 4039 collezioni digitali
• 1932 istituzioni
• 2292 servizi/prodotti
• 1957 collezioni
• 591 progetti



                                    25
Le Istituzioni presenti in MICHAEL - IT
Per comprendere la portata dei cambiamenti proposti da REICA
  e
FRBR, occorre visualizzare il tipo di catalogo che si intende
  ottenere.

Quando si esegue una ricerca nei cataloghi attuali, considerato
    che
si tratta ormai di cataloghi collettivi di grosse dimensioni, quello
che si ottiene il più delle volte è una gran quantità di record fra i
quali è difficile districarsi.

Esempio: cercando Goffredo Parise nel catalogo SBN si
   ottengono
304 risultati, in ordine di titolo, senza distinzione fra le opere
   vere e
proprie di Parise e opere in cui Parise è autore secondario
   perché
parte del suo materiale è stato usato in saggi di varia natura o        26
perché ha dato un contributo secondario in opere di altri autori.
MICHAEL IT

Benefici per ministeri e enti locali


MICHAEL è uno strumento efficace per:
• costruire una mappa del digitale
• pianificare attività di digitalizzazione
• monitorare lo stato di avanzamento
  dei programmi
• valorizzare i risultati della digitalizzazione
  in un contesto europeo

                                                   27
MICHAEL – IT: BENEFICI


Benefici per le istituzioni culturali

• raggiungere un pubblico più vasto, nazionale e
  internazionale
• ampliare le modalità di accesso alle proprie
  collezioni




                                                   28
MICHAEL – IT
Benefici per gli utenti

Raggiungere informazioni
   • di ogni settore culturale: archivi, biblioteche,
     musei, patrimonio, audiovisivo, paesaggio…
   • di istituzioni di ogni tipo: nazionali, regionali,
     locali, piccole e grandi, pubbliche e private
   • su base multilingue
   • per soggetto, periodo, copertura geografica, tipo
     di istituzione, full text
                                                          29
MICHAEL & Culturaitalia




MICHAEL
livello collezione digitale (mappa del digitale)


CulturaItalia
livello oggetto digitale
                                             30
Gli STANDARD APERTI
• Piattaforma Open source
• Modello dati allineato al Dublin Core metadata
  element set e al Dublin Core Collection Description
  Application Profile
• Data base XML
• Harvesting dei metadati attraverso OAI-PMH
• Terminologie basate su standard internazionali
  (ISO, UNESCO, Dublin Core, W3C…)
• I record sono pubblicati su licenza Creative
  Commons ‘Attribution Non-commercial’


                                                   31
Open source
                     CODICE SORGENTE APERTO
software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne
favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di
altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante
l'applicazione di apposite licenze d'uso.
Permette a programmatori geograficamente distanti di lavorare
allo stesso progetto.
Alla filosofia dell’open source si ispira il movimento open
content (contenuti aperti): in questo caso ad essere liberamente
disponibile non è il codice sorgente di un software ma contenuti
editoriali quali testi, immagini, video e musica.
Wikipedia è un esempio dei frutti di questo movimento.
                                                                  32
Gli standard 1 – Il modello dei dati



      Dublin Core metadata element set e
      Dublin Core Collection Description:

sistema di metadati costituito da un nucleo di
elementi essenziali ai fini della descrizione di
qualsiasi materiale digitale accessibile via rete
informatica.
                                                    33
Gli standard 1 – Il modello dei dati:
                     Il Dublin Core
Il nucleo, proposto nel dicembre 1996, era costituito da quindici elementi di
base e si è poi esteso anche a sottoelementi o qualificatori, pur mantenendo,
nonostante gli sviluppi, una struttura stabile.

Titolo (Title)
Autore (Creator)
Soggetto (Subject)
Descrizione (Description)
Editore (Publisher)
Autore di contributo subordinato (Contributor)
Data (Date)
Tipo (Type) Natura o genere del contenuto della risorsa. L'elemento "Tipo"
include termini che descrivono categorie generali, funzioni, generi, o livelli di
aggregazione per contenuto presi generalmente da un vocabolario
controllato.
Formato (Format) Manifestazione fisica o digitale della risorsa.

                                                                                    34
Gli standard 1 – Il modello dei dati
                     Il Dublin Core
Identificatore (Identifier) Riferimento univoco alla risorsa. Solitamente le
risorse sono identificate per mezzo di una sequenza di caratteri alfa-
numerici.
Esempi di tali sistemi di identificazione: l’Uniform Resource Identifier (URI) (incluso l’Uniform Resource Locator
o URL), il Digital Object Identifier (DOI) e l’International Standard Book Number (ISBN).
Fonte (Source) Riferimento a una risorsa dalla quale è derivata la risorsa in
oggetto. La risorsa in questione potrebbe derivare, in tutto o in parte, da
un’altra risorsa fonte.
Lingua (Language)
Relazione (Relation) Riferimento ad una risorsa correlata.
Copertura (Coverage) Estensione o scopo del contenuto della risorsa. Include
la localizzazione spaziale (il nome o le coordinate geografiche di un luogo), il
periodo temporale (l’indicazione di un periodo, una data o una serie di date)
o una giurisdizione (ad esempio il nome di un’entità amministrativa).
Gestione dei diritti (Rights Management) Informazione sui diritti esercitati
sulla risorsa. Normalmente un elemento "Diritti" contiene un’indicazione sulla
gestione dei diritti sulla risorsa, o un riferimento al servizio che fornisce
questa informazione. Questo campo comprende gli Intellectual Property
Rights (IPR), il copyright, e vari diritti di proprietà.
                                                                                                                35
Gli standard 2 – Data base XML


In seguito alla guerra dei browser (negli anni '90 tra Microsoft e Netscape)
si diffondono diverse versioni del linguaggio HTML.

Il World Wide Web Consortium (W3C), definisce un linguaggio HTML
standard e si crea un linguaggio di markup che dia maggiore libertà nella
definizione dei TAG, pur rimanendo all’interno di uno standard.


        Nel 1998 le specifiche prendono il nome di
             Extensible Mark-up Language.

          L'XML è oggi molto utilizzato come mezzo per
               lo scambio di dati tra diversi DBMS
                (Database Management System).                              36
TAG ?




        37
TAG




Il tag è un testo racchiuso tra ‘<‘ e ‘>’ che
contiene informazioni circa il testo,
costituisce quindi un meta-dato circa il
dato vero e proprio che è nel testo             38
HTML : scrivere con le tag

<html>
<body>
Note: <br>
To: <i> Mario</i><br>
From: <i> Luca</i><br>
Title: <b>Appuntamento</b><br>
Ci vediamo domani
</body>
</html>
                                 Note:
                                 To: Mario
                                 from: Luca
                                 Title: Appuntamento
                                 Ci vediamo domani     39
Dall’HTML all’XML
XML (eXtensible Markup Language) nasce
dall’intento di applicare il paradigma dei tag in
campi diversi dalla presentazione di ipertesti
•Si basa sul markup in modo simile ad HTML
•XML è pensato per descrivere dati
•I tag XML non sono predefiniti
•XML non è un linguaggio, ma un insieme di
regole per costruire particolari linguaggi
(metalinguaggio)                                 40
Gli standard 2 – XML


L’HTML definisce una grammatica per la descrizione e
la formattazione di pagine web e di ipertesti
L’XML è un metalinguaggio utilizzato per descrivere
documenti strutturati.
Mentre l'HTML ha un insieme ben definito e ristretto
di tag, con l'XML è invece possibile definirne di propri
a seconda delle esigenze

L’XML può essere usato nella definizione della
struttura di documenti, nello scambio delle
informazioni tra sistemi diversi, nella definizione di
formati di dati.
                                                         41
Gli standard 3 – OAI - PMH


OAI-PMH (Open Archives Initiative Protocol for
Metadata Harvesting o Protocollo per il raccoglimento
dei metadati dell'Open Archive Initiative)

La Open Archives Initiative, nota anche con l'acronimo OAI, nasce come idea
di rendere facilmente fruibili gli archivi che contengono documenti prodotti
in ambito accademico. L'intento è di promuovere strumenti semplici per
consentire di ricercare e creare servizi che rendano utilizzabili tutti i
contenuti dell'attività di ricerca.
Dopo alcuni anni lo schema OAI è stato generalizzato anche per altri tipi di
materiali digitali non strettamente legati alla ricerca accademica.


                                                                          42
Gli standard 3 – OAI - PMH




       Il modello OAI può essere descritto a due livelli:

              1) Modello      funzionale che ha a sua volta due componenti:
data provider: gestiscono uno o più archivi (repositories) di collezioni di oggetti digitali e
sono responsabili del loro mantenimento e della generazione dei metadati che li
caratterizzano. Supportano il protocollo OAI per consentire l'accesso ai metadati sul
        contenuto.
Il data provider, al tempo stesso, mette a disposizione i metadati e ne cura la qualità e la
completezza.

service provider: gestiscono i servizi a valore aggiunto per l'aggregazione e
l'indicizzazione dei metadati (ricerca, scoperta, localizzazione degli oggetti digitali) e
interrogano gli archivi dei data provider usando le richieste del protocollo OAI per catturarne i 43
metadati.
Gli standard 3 – OAI - PMH

           2) Modello tecnico o "Harvesting di metadati“

I service provider interrogano i data provider da cui prelevano i metadati
tramite il protocollo OAI-PMH, ("Protocol for Metadata Harvesting") e
confezionano servizi di valore aggiunto ponendosi più vicino all'utente finale
perché ne facilitano la ricerca, l'individuazione e la localizzazione di oggetti
digitali in rete.

                L'informazione digitale viene vista su tre livelli:
risorsa: è l'oggetto contenuto nei digital repository mantenuti
dai data provider;
item: contenitore di tipo logico a partire dal quale vengono
diffusi i metadati;
record: sono i metadati espressi in sintassi XML secondo lo
schema DUBLIN CORE
                                                                               44

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  • 1. La digitalizzazione: Progetti europei e standard Sapienza Università di Roma Anno Accademico 2012 – 2013 Informatica per gli Archivi e le Biblioteche Prof.ssa Linda Giuva Prof. Maurizio Caminito 1 Lezione 1
  • 2. Il quadro di riferimento europeo L'iniziativa eEurope - Una società dell'informazione per tutti varata dalla Commissione europea nel dic. 1999 e approvata dal Consiglio Europeo di Lisbona nel marzo 2000. La "strategia di Lisbona", aveva l'obiettivo di fare dell'Unione europea entro il 2010 l'economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo. 2
  • 3. eEurope 2002 Consiglio Europeo di Feira (giugno 2000): viene adottato il Piano d’azione eEurope 2002, che definisce le misure necessarie per conseguire gli obiettivi di eEurope: 1. Accesso più economico, più rapido e più sicuro ad Internet 2. Investire nelle risorse umane e nella formazione 3. Promuovere l'utilizzo di Internet, e in particolare: d) Contenuti europei digitali per reti globali Gli Stati membri e la Commissione europea vengono invitati a creare un meccanismo di coordinamento per le politiche e i programmi di digitalizzazione. 3
  • 4. Principi di Lund - 1 La Commissione europea organizza a Lund (4 aprile 2001) un incontro fra rappresentanti ed esperti degli Stati membri per mettere in atto un meccanismo di coordinamento di politiche e programmi di digitalizzazione negli Stati membri e incentivare i contenuti culturali europei sulle reti globali. A conclusione del meeting di esperti vengono redatti i Principi di Lund, a partire dai quali è stato poi sviluppato il Piano d’azione di Lund. 4
  • 5. Principi di Lund - 2 “Le conoscenze culturali e scientifiche europee formano un patrimonio esclusivo di pubblico valore che riflette la memoria collettiva in perenne evoluzione delle diverse società d’Europa, fornendo una solida piattaforma per lo sviluppo dell’industria europea dei contenuti digitali nella società della conoscenza” PATRIMONIO PUBBLICO ACCESSO DIGITALIZZAZIONE DEI CONTENUTI CULTURALI EUROPEI DIVERSITÀ CULTURALE IN UN AMBIENTE GLOBALIZZATO 5
  • 6. Piano d’azione di Lund OSTACOLI •Approccio frammentato delle attività di digitalizzazione. •Obsolescenza delle tecnologie e di standard inadeguati. •Mancanza di modalità di accesso semplici e universali per tutti i cittadini. Mancanza di strutture e sistemi che consentano l’accesso multilingue. •I diritti di proprietà intellettuale (DPI). •Mancanza di sinergie tra i programmi culturali e quelli basati sulle nuove tecnologie. •Necessità di investimenti e di un impegno da parte delle istituzioni. 6
  • 7. Nascita dell’NRG La Commissione Europea chiede agli Stati membri di nominare ufficialmente dei rappresentanti nazionali per la digitalizzazione. L’insieme di tali rappresentanti costituisce il Gruppo dei Rappresentanti Nazionali (NRG - National Representatives Group). 7
  • 8. Compiti dell’NRG Il NRG si riunisce ogni 6 mesi, ospite della Presidenza di turno dell’Unione. Compiti del NRG: •garantire una stretta collaborazione tra i Ministeri e le istituzioni governative e la Commissione Europea; •essere portavoce delle politiche e dei programmi nazionali e assicurare la diffusione delle politiche e dei programmi comunitari a livello locale; •dare visibilità alle iniziative nazionali; •promuovere e monitorare l’attuazione dei principi di Lund. 8
  • 9. Il progetto Minerva MINERVA è lo strumento operativo del NRG. •progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma IST (Information Society Technologies) nel 5° PQ. •supporta l’attuazione del Piano di azione di Lund MINERVA ha costituito una rete dei ministeri della cultura europei. Ne sono membri tutti e 15 (e poi vi aderiscono tutti gli altri) gli Stati dell’Unione. L’Italia coordina il progetto. 9
  • 10. La rete MINERVA (2002-2008) • MINERVA − finanziamento IST - FP5 − 2002-2005 • MINERVAeC − 7 paesi europei − finanziamento eContentplus •MINERVAplus − 2006-2008 − finanziamento IST – FP6 − 21 paesi europei −2004-2006 − 14 paesi europei www.minervaeurope.org −+ Russia e Israele 10
  • 11. Parole chiave MINERVA Condivisione di buone pratiche di digitalizzazione Rete di centinaia di esperti Stretto legame con i programmi nazionali di digitalizzazione Coordinamento tra Stati membri Monitoraggio dei progressi Promozione degli standard di digitalizzazione 11
  • 12. Parole chiave MINERVA APPROCCIO CROSS DOMAIN Interscambio tra ambiti differenti (archivi, biblioteche, musei) 12
  • 13. Strumenti e pubblicazioni • MINERVA – MINERVA Plus – MINERVA EC BP: più di 150.000 download!  Buone pratiche di digitalizzazione  Cost reduction in digitisation  Multilinguismo  Qualità, accessibilità, usabilità dei contenuti  Linee guida tecniche  relazione annuale sulla digitalizzazione  Museo & Web  Linee guida sull’IPR Disponibili su 13 www.minervaeurope.org
  • 14. La Carta di Parma (2003) Riprende e rinforza e i Principi di Lund. “Il Gruppo dei Rappresentanti Nazionali (NRG) nominati dalle Autorità nazionali si è riunito a Parma il 19 novembre 2003 e si è accordato sulle seguenti premesse ed articoli, che tutti insieme costituiscono il Documento. La Carta va intesa come un documento in evoluzione. La sua attuazione sarà portata avanti nel quadro fornito dal Piano di Azione di Lund e dagli incontri regolari dell'NRG, 14 con il supporto operativo della Rete europea di Minerva.”
  • 15. La Carta di Parma (2003) • L'enorme ricchezza del patrimonio culturale e scientifico europeo richiede che si rivolga la massima attenzione alla sua conservazione e valorizzazione. L'avvento della società dell'informazione e la diffusione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione influenzano fortemente le politiche degli Stati Membri per quanto attiene alle iniziative nel settore del patrimonio culturale e scientifico. • La digitalizzazione è un passo essenziale che le istituzioni culturali europee devono compiere, allo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale comune dell'Europa, di salvaguardare la diversità culturale, di fornire ai cittadini un migliore accesso a quel patrimonio, di sviluppare la formazione e il turismo e contribuire allo sviluppo delle imprese nel settore 15 dei nuovi contenuti digitali e dei servizi.
  • 16. La Carta di Parma (2003) Articolo 10 - Costruire il futuro insieme: in prima linea verso la società della conoscenza Gli emergenti portali culturali on-line rappresentano un elemento di grande importanza nello sviluppo di una società dell'informazione inclusiva. Occorre che questi portali vengano progettati sulle solide fondamenta offerte da siti web culturali di buona qualità, interoperabili, sviluppati per incontrare le reali esigenze dei cittadini europei. […] Il Gruppo dei Rappresentanti Nazionali svolgerà un ruolo guida/centrale in questo processo, incoraggiando e supportando iniziative mirate a: • promuovere la collaborazione fra servizi nazionali e regionali, • incoraggiare l'adozione di modelli di successo in altri Paesi e regioni, • sviluppare servizi on-line (e-services) per la cultura che soddisfino esigenze di studio, del turismo e dei cittadini, nonché delle imprese del settore culturale e creativo; • avviare portali culturali e scientifici transeuropei basati su sistemi distribuiti. 16
  • 17. MICHAEL (2004-2008) Multilingual Inventory of Cultural Heritage in Europe Censimento delle collezioni culturali di musei, biblioteche e archivi Creazione di servizi di accesso nazionali Creazione del portale europeo 17
  • 18. Una rete, 20 nodi, migliaia di istituzioni culturali •20 portali nazionali che condividono la stessa filosofia •Invio automatico dei dati al portale europeo •Condivisione della piattaforma open source e degli standard •Campagne nazionali e locali per il censimento e la catalogazione delle collezioni digitali •Coinvolgimento di istituzioni culturali di ogni settore e livello 18
  • 19.
  • 20. La rappresentazione di un documento presente in biblioteca è unica, ma essa può essere ricuperata in vari modi. Nell’universo delle schede cartacee questo dava origine a più cataloghi. Nel catalogo elettronico invece, una Oltre 10.000 collezioni digitali di 4.000 sola registrazione può essere istituzioni culturali europee individuata attraverso più opzioni di ricerca. http://www.michael-culture.org 20
  • 21. Un modello di collaborazione su tre livelli Coordinamento europeo Europeana Coordinamento Aggregatore nazionale nazionale Servizio tematico Coordinamento regionale Servizio regionale Servizio locale 21
  • 22. MICHAEL: il modello dei dati Descrive la collezione e il suo contesto   • Collezione digitale • Istituzione (che crea, conserva e gestisce la c.d.) • Progetto / programma (finanziamento) • Servizio / prodotto (che rende possibile l’accesso alla c.d.) • Collezione fisica (rappresentata in tutto o in parte) 22
  • 23. Accesso multilingue   Traduzione delle pagine statiche e dei contenuti editoriali. Traduzione delle terminologie standard: gli utenti possono navigare nel portale europeo nella loro madrelingua. Strumenti di traduzione automatica dei campi a testo libero. 23
  • 24. MICHAEL-IT: la struttura organizzativa • Coordinamento • MiBAC • Collaborazioni • 20 Regioni • Conferenza dei Rettori Italiani (CRUI) • Istituzioni coinvolte • Oltre 600 istituzioni culturali afferenti al MiBAC (biblioteche, musei, archivi, siti archeologici, uffici di tutela, istituti centrali… • 20 Regioni: migliaia di musei, biblioteche e archivi di interesse locale • Biblioteche e musei delle 77 università italiane (CRUI) 24  
  • 25. http://www.michael-culture.it Presenti nel sistema: (dati 2013) • 4039 collezioni digitali • 1932 istituzioni • 2292 servizi/prodotti • 1957 collezioni • 591 progetti 25
  • 26. Le Istituzioni presenti in MICHAEL - IT Per comprendere la portata dei cambiamenti proposti da REICA e FRBR, occorre visualizzare il tipo di catalogo che si intende ottenere. Quando si esegue una ricerca nei cataloghi attuali, considerato che si tratta ormai di cataloghi collettivi di grosse dimensioni, quello che si ottiene il più delle volte è una gran quantità di record fra i quali è difficile districarsi. Esempio: cercando Goffredo Parise nel catalogo SBN si ottengono 304 risultati, in ordine di titolo, senza distinzione fra le opere vere e proprie di Parise e opere in cui Parise è autore secondario perché parte del suo materiale è stato usato in saggi di varia natura o 26 perché ha dato un contributo secondario in opere di altri autori.
  • 27. MICHAEL IT Benefici per ministeri e enti locali MICHAEL è uno strumento efficace per: • costruire una mappa del digitale • pianificare attività di digitalizzazione • monitorare lo stato di avanzamento dei programmi • valorizzare i risultati della digitalizzazione in un contesto europeo 27
  • 28. MICHAEL – IT: BENEFICI Benefici per le istituzioni culturali • raggiungere un pubblico più vasto, nazionale e internazionale • ampliare le modalità di accesso alle proprie collezioni 28
  • 29. MICHAEL – IT Benefici per gli utenti Raggiungere informazioni • di ogni settore culturale: archivi, biblioteche, musei, patrimonio, audiovisivo, paesaggio… • di istituzioni di ogni tipo: nazionali, regionali, locali, piccole e grandi, pubbliche e private • su base multilingue • per soggetto, periodo, copertura geografica, tipo di istituzione, full text 29
  • 30. MICHAEL & Culturaitalia MICHAEL livello collezione digitale (mappa del digitale) CulturaItalia livello oggetto digitale 30
  • 31. Gli STANDARD APERTI • Piattaforma Open source • Modello dati allineato al Dublin Core metadata element set e al Dublin Core Collection Description Application Profile • Data base XML • Harvesting dei metadati attraverso OAI-PMH • Terminologie basate su standard internazionali (ISO, UNESCO, Dublin Core, W3C…) • I record sono pubblicati su licenza Creative Commons ‘Attribution Non-commercial’ 31
  • 32. Open source CODICE SORGENTE APERTO software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l'applicazione di apposite licenze d'uso. Permette a programmatori geograficamente distanti di lavorare allo stesso progetto. Alla filosofia dell’open source si ispira il movimento open content (contenuti aperti): in questo caso ad essere liberamente disponibile non è il codice sorgente di un software ma contenuti editoriali quali testi, immagini, video e musica. Wikipedia è un esempio dei frutti di questo movimento. 32
  • 33. Gli standard 1 – Il modello dei dati Dublin Core metadata element set e Dublin Core Collection Description: sistema di metadati costituito da un nucleo di elementi essenziali ai fini della descrizione di qualsiasi materiale digitale accessibile via rete informatica. 33
  • 34. Gli standard 1 – Il modello dei dati: Il Dublin Core Il nucleo, proposto nel dicembre 1996, era costituito da quindici elementi di base e si è poi esteso anche a sottoelementi o qualificatori, pur mantenendo, nonostante gli sviluppi, una struttura stabile. Titolo (Title) Autore (Creator) Soggetto (Subject) Descrizione (Description) Editore (Publisher) Autore di contributo subordinato (Contributor) Data (Date) Tipo (Type) Natura o genere del contenuto della risorsa. L'elemento "Tipo" include termini che descrivono categorie generali, funzioni, generi, o livelli di aggregazione per contenuto presi generalmente da un vocabolario controllato. Formato (Format) Manifestazione fisica o digitale della risorsa. 34
  • 35. Gli standard 1 – Il modello dei dati Il Dublin Core Identificatore (Identifier) Riferimento univoco alla risorsa. Solitamente le risorse sono identificate per mezzo di una sequenza di caratteri alfa- numerici. Esempi di tali sistemi di identificazione: l’Uniform Resource Identifier (URI) (incluso l’Uniform Resource Locator o URL), il Digital Object Identifier (DOI) e l’International Standard Book Number (ISBN). Fonte (Source) Riferimento a una risorsa dalla quale è derivata la risorsa in oggetto. La risorsa in questione potrebbe derivare, in tutto o in parte, da un’altra risorsa fonte. Lingua (Language) Relazione (Relation) Riferimento ad una risorsa correlata. Copertura (Coverage) Estensione o scopo del contenuto della risorsa. Include la localizzazione spaziale (il nome o le coordinate geografiche di un luogo), il periodo temporale (l’indicazione di un periodo, una data o una serie di date) o una giurisdizione (ad esempio il nome di un’entità amministrativa). Gestione dei diritti (Rights Management) Informazione sui diritti esercitati sulla risorsa. Normalmente un elemento "Diritti" contiene un’indicazione sulla gestione dei diritti sulla risorsa, o un riferimento al servizio che fornisce questa informazione. Questo campo comprende gli Intellectual Property Rights (IPR), il copyright, e vari diritti di proprietà. 35
  • 36. Gli standard 2 – Data base XML In seguito alla guerra dei browser (negli anni '90 tra Microsoft e Netscape) si diffondono diverse versioni del linguaggio HTML. Il World Wide Web Consortium (W3C), definisce un linguaggio HTML standard e si crea un linguaggio di markup che dia maggiore libertà nella definizione dei TAG, pur rimanendo all’interno di uno standard. Nel 1998 le specifiche prendono il nome di Extensible Mark-up Language. L'XML è oggi molto utilizzato come mezzo per lo scambio di dati tra diversi DBMS (Database Management System). 36
  • 37. TAG ? 37
  • 38. TAG Il tag è un testo racchiuso tra ‘<‘ e ‘>’ che contiene informazioni circa il testo, costituisce quindi un meta-dato circa il dato vero e proprio che è nel testo 38
  • 39. HTML : scrivere con le tag <html> <body> Note: <br> To: <i> Mario</i><br> From: <i> Luca</i><br> Title: <b>Appuntamento</b><br> Ci vediamo domani </body> </html> Note: To: Mario from: Luca Title: Appuntamento Ci vediamo domani 39
  • 40. Dall’HTML all’XML XML (eXtensible Markup Language) nasce dall’intento di applicare il paradigma dei tag in campi diversi dalla presentazione di ipertesti •Si basa sul markup in modo simile ad HTML •XML è pensato per descrivere dati •I tag XML non sono predefiniti •XML non è un linguaggio, ma un insieme di regole per costruire particolari linguaggi (metalinguaggio) 40
  • 41. Gli standard 2 – XML L’HTML definisce una grammatica per la descrizione e la formattazione di pagine web e di ipertesti L’XML è un metalinguaggio utilizzato per descrivere documenti strutturati. Mentre l'HTML ha un insieme ben definito e ristretto di tag, con l'XML è invece possibile definirne di propri a seconda delle esigenze L’XML può essere usato nella definizione della struttura di documenti, nello scambio delle informazioni tra sistemi diversi, nella definizione di formati di dati. 41
  • 42. Gli standard 3 – OAI - PMH OAI-PMH (Open Archives Initiative Protocol for Metadata Harvesting o Protocollo per il raccoglimento dei metadati dell'Open Archive Initiative) La Open Archives Initiative, nota anche con l'acronimo OAI, nasce come idea di rendere facilmente fruibili gli archivi che contengono documenti prodotti in ambito accademico. L'intento è di promuovere strumenti semplici per consentire di ricercare e creare servizi che rendano utilizzabili tutti i contenuti dell'attività di ricerca. Dopo alcuni anni lo schema OAI è stato generalizzato anche per altri tipi di materiali digitali non strettamente legati alla ricerca accademica. 42
  • 43. Gli standard 3 – OAI - PMH Il modello OAI può essere descritto a due livelli: 1) Modello funzionale che ha a sua volta due componenti: data provider: gestiscono uno o più archivi (repositories) di collezioni di oggetti digitali e sono responsabili del loro mantenimento e della generazione dei metadati che li caratterizzano. Supportano il protocollo OAI per consentire l'accesso ai metadati sul contenuto. Il data provider, al tempo stesso, mette a disposizione i metadati e ne cura la qualità e la completezza. service provider: gestiscono i servizi a valore aggiunto per l'aggregazione e l'indicizzazione dei metadati (ricerca, scoperta, localizzazione degli oggetti digitali) e interrogano gli archivi dei data provider usando le richieste del protocollo OAI per catturarne i 43 metadati.
  • 44. Gli standard 3 – OAI - PMH 2) Modello tecnico o "Harvesting di metadati“ I service provider interrogano i data provider da cui prelevano i metadati tramite il protocollo OAI-PMH, ("Protocol for Metadata Harvesting") e confezionano servizi di valore aggiunto ponendosi più vicino all'utente finale perché ne facilitano la ricerca, l'individuazione e la localizzazione di oggetti digitali in rete. L'informazione digitale viene vista su tre livelli: risorsa: è l'oggetto contenuto nei digital repository mantenuti dai data provider; item: contenitore di tipo logico a partire dal quale vengono diffusi i metadati; record: sono i metadati espressi in sintassi XML secondo lo schema DUBLIN CORE 44