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Sociologia della
comunicazione
La comunicazione
• Perché studiare i media ?
• Il Sé mediale (non più Soggetto e
  ambiguamente Sé ideale) in una Società
  mediale (e la sua cultura della
  contemporaneità)
• Studiare i media è studiare la società
  contemporanea (la società post-moderna)
  (vedi figura)
• I media danno (la parte prevalente) il “materiale grezzo”
  per la costruzione del Sé: i “frammenti” come
  suggerimenti-suggestioni (continui e suggestivi) per la
  costruzione “in fieri” della personalità individuale.

• Essere “attivi” o “passivi”: cosa scegliere, come
  interpretarla e che uso farne.
• L”entropia” da troppa comunicazione
• La personalità polimorfa e ambigua dell’attore (poco)
  sociale contemporaneo: “clone” vs. “esploratore del
  presente”
• I “frammenti” parlano al singolo, ma si
  riferiscono al “mondo; ne sono un
  riferimento importante (l’individuo se ne è
  fatto coinvolgere).
• Per questa via ogni individuo si costruisce
  (molto o poco) come un “particolare”
  attore sociale
• I media “danno voce” ad alcuni fatti-personaggi
  (o tematiche), altri non li considerano.
• Emerge “spontaneamente” una particolare
  rappresentazione del mondo, diversa nel tempo
  ne per ogni grupposociale/individuo; qualcosa si
  deposita nel tempo….cosa? Valori, credenze
  collettive…….
• Unja rappresentazione parziale, sommaria,
  provvisoria, impressionistica, di parte…….
• I frammenti che si depositano nel tempo (a livello individuale o
  collettivo) vanno a depositarsi nella “memoria”.
• I frammenti si “accumulano” senza ordine (rilevanza), sulla base di
  un soggettivo “universo simbolico” (le passioni sostituiscono la
  ragione o gli “schemi” appresi nella socializzazione “formale”)

• La memoria (“mediale”) come “immaginario” collettivo (le foto e le
  storie) che conserva solo una minima parte di ciò che è accaduto
  (ed è stato importante) nel sociale “di riferimento”.
• Esempio i “150” della storia d’Italia.
• (esercitazione)
• (cosa domina, cosa “manca”, la costellazione complessiva)
La comunicazione (2)
• La comunicazione tra “testo” e “processo” (l’atto
  del comunicare
• Il sociale (networking) come rete di
  comunicazioni tra individui “in relazione”
• Il sociale si fonda sulla comunicazione
• Ogni comunicazione è uno “scambio” di
  informazioni-significati, ad alto tasso emotivo-
  simbolico (si vive di comunicazione)
  (saluto, dialogo tra amici-parenti, discorso di un
  leader, pubblicità, reality, fiction…. )
• Le (principali) funzioni della
  comunicazione
• collante sociale (diversi tipi di “relazioni)
• problem solving
• performativa-manipolativa(a livello
  individuale, persuasione-convincimento)
• Dai media si ricevono tutte le informazioni
  necessarie per vivere in un sociale
  “organizzato”, ma anche tutti i
  suggerimenti che “guidano” ai significati
  più profondi e al “non già detto” o all’ignoto
  (l’inconscio e il fantastico)
• La comunicazione è sempre razionale (un
  aspetto tipico della razionalità limitata
  dell’agire individuale-sociale) e
  intenzionale
• esempi: convincere un amico (perché e
  come) un tentativo non sempre riuscito,
  studiare per un esame, “guardarsi dentro”
I due principali tipi di
            comunicazione
• Consideriamo inizialmente
  la comunicazione interpersonale.
  Essa avviene quando:
  Q1 dice qualcosa a Q2
  Q1 e Q2 sono “socialmente” caratterizzati
  (hanno uno status sociale), hanno
  particolari motivazioni e scopi, una
  maggiore o minore abilità-capacità
  comunicativa
• La CtM
• Analisi dello skema relativo e di quelli attinenti
  all’incrocio tra CI e CtM.
• In particolare
• Analisi degli incroci tra CI e CtM (vedi skemi
  relativi)
• CI e CtM si incontrano:
• nella quotidianità
• come (prima) verifica e “valutazione” della CtM
La comunicazione come processo
           cognitivo
• Il lavoro del ricevente “attivo” è entrare nel
  testo (o in suo frammento)
• Processare un testo (o un suo frammento)
  è indiduare-raccogliere-connettere
  informazioni (utili per un particolare scopo
  o circostanza)
• (la comunicazione o, meglio, il suo “uso” è
  sempre finalizzata)
• Il “processamento” parte dall’attenzione-
  coinvolgimento del ricevente (“attivo”)
• Nella sequenza:
• attenzione-interesse
• riconoscimento di rilevanza
• coinvolgimento
• comprensione-interpretazione
• valutazione
• accettazione-resistenza
• Il “processamento” è l’attività di decodifica,
  come attività organizzata razionale
• Che si realizza come:
• individuazione dei “tratti salienti” (o U.E.S.)
• “inferenza” con esperienze precedenti
  (testali o extratestuali)
• tradotte in skemi
• (esercitazione “lago”)
• Uno skema va inteso come “una struttura
  (mentale) adeguata a descrivere una sequenza
  appropriata di azioni (o elementi) in un dato
  contesto”
• E sono:
• modelli interpretativi
• “generalizzanti”
• non neutrali
• guida o orientamento per interpretazioni
  successive
•   I principali skemi sono:
•   categorie-concetti
•   script o piani
•   processi
• Per interpretare il sociali sono necessari skemi più
  complessi come: le “rappresentazioni sociali” o le “storie-
  narrazioni”
• Le R.S.
• Sono costrutti che nascono e si modificano nel sociale
  (sono una componente fondamentale del “senso
  comune”
• Si “leggono” attraverso:
• “oggettivazione” (figurativizzazione)
• “ancoraggio”
• Si compongono come un “nucleo” e una “periferia”
Le cerimonie dei media
• Le GCM hanno il potere di “trasformare” la
  natura del coinvolgimento degli spettatori
  con il mezzo
• come coinvolgimento (e attese)
• come lavoro sulla testualità del prodotto e
  dei suoi contenuti simbolici (alla ricerca
  dei messaggi simbolici latenti)
• Trasformano l’”audience” in una comunità
  virtuale ad alto tasso di comunicazione
  simbolica (come in una celebrazione
  religiosa partecipata).
• “Arrestano la quotidianità” e trasportano
  l’audience in una particolare dimensione
  con un proprio spazio-tempo
• Sono particolarmente prossime ad una
  cultura “neo-romantica” (dove
  predominano i sentimenti e la “fuga dalla
  realtà”)
• E’ la “realtà felice dei sentimenti”
• Appartengono ad un genere particolare di
  “infotainment”: la storia “popolare”.
• La tradizione “riconsiderata” (specialmente
  se “legittimata” da una lunga storia e da
  un carisma narrativo consolidato)
• (la famiglia reale inglese e la Religione-
  Chiesa cattolica, come personaggi-
  precedenti)
• La comunità si “costruisce” nella negoziazione dei
   significati attribuiti alla storia (vedere le stesse cose, i
   particolari come UES, e darvi uno stesso significato)
• “Cenerentola” come schema narrativo condiviso (“ogni
   coppia di sposi è una coppia regale…..)
• Isolare i particolari e “ricostruire” la storia
   (decontestualizzare e ricontestualizzare)
  (soggettivamente e collettivamente) con quali schemi
   ulteriori isolare alcuni particolari-significativi (e non altri)?
  (Pippa, i capellini, la folla composta e devota, i
   personaggi famosi, ….)
• La “mediazione” (televisiva) è un “guida-aiuto)
  per la “decodifica”, sia come particolari-
  angolature della ripresa, sia come intervento del
  conduttore ed esperti (significati aggiunti,
  contestualizzazione, ecc.)
• La decodifica (cosa si è visto, ricostruzione della
  storia, partecipazione-commenti, “valutazione”)
  resta pur sempre personale e “deriva” da
  biografia-competenze del singolo soggetto.
• “Resta” comunque una “lettura collettiva” e
  “mediaticamente” accettata e trasmessa nel
  tempo.
Ancora sugli effetti dei media
• Abbiamo visto come gli effetti dei media
  possano essere considerati “forti e potenti”
  anche senza abbandonarsi ad un totale
  “neo-apocalittismo”
• Per riprendere il nostro discorso,
  riprendiamo tre concetti o parole-chiave:
• Mainstream
• Frames interpretativi
• egemonia
• Ricordiamo che la fruizione mediale è un aspetto
  (sempre più importante) della “razionalità limitata”
  dell’attore (sempre meno) sociale.
• La fruizione mediale avviene, in tempo reale con il
  coinvolgimento dell’”interprete-performer” (si pensi ad
  altre sue attività come nel caso dello lo spettacolo, lo
  sport, il teatro, ecc.)
• I personaggi e le situazioni che “attraggono” (il piacere)
  innescano processi di “identificazione”, “imitazione”,
  proiezione”
• sulla base di “lavoro sul frammento” ad alto tasso
  emotivo-estetico
• specialmente sui frammenti che attraggono, fanno
  spettacolo (piacciono)
• Cosa è il “piacere”?
• “involvement” su “usi e gratificazioni”?
• La “cultura del tempo” è “costruire egemonia”
  sull’efficacia (subdola ma potente) del Mostro Mite
  (evasione e consumi)
• accettarla senza “resistere”, altrimente le alternative
  sono:
• tentare di costruirsi un percorso “virtuoso” multimediale
  ( il palinsesto soggettivo)
• la fuga nel webb
• vivere le proposte dello spettacolo continuo (lasciarsi
  andare all’attimo fuggente e “catturante”)
• Il senso di vuoto e di inautenticità nascono anche così.
• (ecco perché si deve passare, almeno a
  livello teorico, dall’”exposure”
  all’”involvement” lavorando sul “lavoro di
  interpretazione-decodifica di un particolare
  testo da parte di un particolare lettore in
  una determinata situazione)
Il Se mediale/mediato
• Viviamo in una società dove il ruolo e l’impatto
  mediale diventano sempre più importanti (la
  politica, i consumi, il tempo libero…..) fino al
  punto che gli stili di consumo m/m tendono a
  diventare la nuova e più significativa forma di
  stratificazione sociale.
• Tradizionalmente i media riflettevano i “valori”
  della società: oggi non avviene il contrario?
• Il mutato contesto: la società degli individui dove i singoli
  sono “obbligati” ad un forte impegno autoriflessivo (a
  maggiore-minore responsabilità) in una “società liquida”
  dove valori e modelli di comportamento collettivi sono in
  profonda crisi.
• Il “mondo del privato” può essere la tentazione di una
  moderna forma di alienazione o essere il laboratorio di
  una grande trasformazione culturale.
• (per Touraine è nel “privato” che si “sta facendo” la
  “rivoluzione” in una società senza classi e “sfruttati”)
• Tra i due estremi (rinuncia o rivoluzione) si gioca
  lo spazio (i contenuti e gli attori….)
  dell’”egemonia”.
• E. come capacità di imporre le cose di cui si
  parla e si presentano come importanti,
  “lasciandone in ombra” o svilendone altre più
  rilevanti e che potrebbero contribuire ad una
  “riflessione comune”
• I media “danno voce” e legittimano, non creano
  ma impongono nuovi valori e modelli in
  mancanza di alternative (eppure a volte…….)
• Le mille e mille “piccole storie”, alcuni frammenti,
  “suggeriscono” significati utilizzati,
  soggettivamente, per la costruzione del Sé
  individuale……
• E’ un “gioco” (prendi e lascia, accetta o
  trasforma….) o un “processo autoriflessivo” che
  procede per prove ed errori?
• Come vengono isolati i frammenti e come
  vengono ricomposti? (l’”immaginario”)
• Ipotesi:
• La voglia (oscura) di essere liberi e consapevoli
  vs. il disimpegno e/o il “sogno ad occhi aperti”
• Il Sé multiplo e flessibile è una conquista
  (personale) o una “debolezza”?
• I frammenti (a forte tasso emotivo e
  prevalentemente “iconici”) sono la nuova forma
  della “memoria”
• (esercitazione)
• Nella “società dello spettacolo” tutti “recitano una
  parte”
• Scelgono un “character” e/o indossano una
  “maschera” (il Carnevalòe mediatico di Fiske)
• Anche per questa “scelta comune” si dice che,
  nella società contemporanea, l’”estetica” vince
  sull’”etica” (conta ciò che è bello, che piace
  “soggettivamente” non ciò che è importante o
  utile collettivamente.
• L’esasperato gusto estetico trasforma gli
  attori (sempre meno) sociali) in Narcisi
  che si “specchiano negli altri”, che li
  spiano per rubare loro qualche “tratto
  vincente”.
• Conta cosa “sembra essere di moda” o
  “vincente”: non cosa si “sente dentro”.
• E’ la nuova e più attuale forma di
  “eterodirezione”
• I fruitori mediali si trasformano in “performer”:
  vivono la loro vita come se assistessero ad uno
  spettacolo (i tifosi, le mode e gli eventi….).
• L’”art of acting” (dare una immagine di se.
  Fornire impressioni, cercare di sedurre più che
  convincere……
• Lo stesso avviene nella fruizione mediale, dove
  si catturano emotivamente frammenti
  “suggestivi” che vengono tradotti in significati
  “passionali”
• E’ la “quasi realtà” che sostituisce la “realtà” e i
  “rapporti quasi reali” suggeriscono (come
  comportarsi) quelli “reali” (il “character”).
• Dove si vive “come se…” (il sogno ad occhi
  aperti), in “temporeale” senza spazio per
  l’autoriflessione (la valutazione, l’accettazione o
  il rifiuto)
• Si “naviga a vista”, forse senza una meta o dei
  traguardi (il porto è più un rifugio che il luogo
  dove si traccia la nuova rotta…..)
• Il “disincanto del mondo” (reale) si traduce
  nell’incanto del mondo quasi reale……….
  …..scelto o subito?
  Perché si accetta questa realtà senza
  cercare di crearne un’altra (la “rivoluzione
  nel privato”)?

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  • 3. • Perché studiare i media ? • Il Sé mediale (non più Soggetto e ambiguamente Sé ideale) in una Società mediale (e la sua cultura della contemporaneità) • Studiare i media è studiare la società contemporanea (la società post-moderna) (vedi figura)
  • 4. • I media danno (la parte prevalente) il “materiale grezzo” per la costruzione del Sé: i “frammenti” come suggerimenti-suggestioni (continui e suggestivi) per la costruzione “in fieri” della personalità individuale. • Essere “attivi” o “passivi”: cosa scegliere, come interpretarla e che uso farne. • L”entropia” da troppa comunicazione • La personalità polimorfa e ambigua dell’attore (poco) sociale contemporaneo: “clone” vs. “esploratore del presente”
  • 5. • I “frammenti” parlano al singolo, ma si riferiscono al “mondo; ne sono un riferimento importante (l’individuo se ne è fatto coinvolgere). • Per questa via ogni individuo si costruisce (molto o poco) come un “particolare” attore sociale
  • 6. • I media “danno voce” ad alcuni fatti-personaggi (o tematiche), altri non li considerano. • Emerge “spontaneamente” una particolare rappresentazione del mondo, diversa nel tempo ne per ogni grupposociale/individuo; qualcosa si deposita nel tempo….cosa? Valori, credenze collettive……. • Unja rappresentazione parziale, sommaria, provvisoria, impressionistica, di parte…….
  • 7. • I frammenti che si depositano nel tempo (a livello individuale o collettivo) vanno a depositarsi nella “memoria”. • I frammenti si “accumulano” senza ordine (rilevanza), sulla base di un soggettivo “universo simbolico” (le passioni sostituiscono la ragione o gli “schemi” appresi nella socializzazione “formale”) • La memoria (“mediale”) come “immaginario” collettivo (le foto e le storie) che conserva solo una minima parte di ciò che è accaduto (ed è stato importante) nel sociale “di riferimento”. • Esempio i “150” della storia d’Italia. • (esercitazione) • (cosa domina, cosa “manca”, la costellazione complessiva)
  • 8. La comunicazione (2) • La comunicazione tra “testo” e “processo” (l’atto del comunicare • Il sociale (networking) come rete di comunicazioni tra individui “in relazione” • Il sociale si fonda sulla comunicazione • Ogni comunicazione è uno “scambio” di informazioni-significati, ad alto tasso emotivo- simbolico (si vive di comunicazione) (saluto, dialogo tra amici-parenti, discorso di un leader, pubblicità, reality, fiction…. )
  • 9. • Le (principali) funzioni della comunicazione • collante sociale (diversi tipi di “relazioni) • problem solving • performativa-manipolativa(a livello individuale, persuasione-convincimento)
  • 10. • Dai media si ricevono tutte le informazioni necessarie per vivere in un sociale “organizzato”, ma anche tutti i suggerimenti che “guidano” ai significati più profondi e al “non già detto” o all’ignoto (l’inconscio e il fantastico)
  • 11. • La comunicazione è sempre razionale (un aspetto tipico della razionalità limitata dell’agire individuale-sociale) e intenzionale • esempi: convincere un amico (perché e come) un tentativo non sempre riuscito, studiare per un esame, “guardarsi dentro”
  • 12. I due principali tipi di comunicazione • Consideriamo inizialmente la comunicazione interpersonale. Essa avviene quando: Q1 dice qualcosa a Q2 Q1 e Q2 sono “socialmente” caratterizzati (hanno uno status sociale), hanno particolari motivazioni e scopi, una maggiore o minore abilità-capacità comunicativa
  • 13. • La CtM • Analisi dello skema relativo e di quelli attinenti all’incrocio tra CI e CtM. • In particolare • Analisi degli incroci tra CI e CtM (vedi skemi relativi) • CI e CtM si incontrano: • nella quotidianità • come (prima) verifica e “valutazione” della CtM
  • 14. La comunicazione come processo cognitivo • Il lavoro del ricevente “attivo” è entrare nel testo (o in suo frammento) • Processare un testo (o un suo frammento) è indiduare-raccogliere-connettere informazioni (utili per un particolare scopo o circostanza) • (la comunicazione o, meglio, il suo “uso” è sempre finalizzata)
  • 15. • Il “processamento” parte dall’attenzione- coinvolgimento del ricevente (“attivo”) • Nella sequenza: • attenzione-interesse • riconoscimento di rilevanza • coinvolgimento • comprensione-interpretazione • valutazione • accettazione-resistenza
  • 16. • Il “processamento” è l’attività di decodifica, come attività organizzata razionale • Che si realizza come: • individuazione dei “tratti salienti” (o U.E.S.) • “inferenza” con esperienze precedenti (testali o extratestuali) • tradotte in skemi • (esercitazione “lago”)
  • 17. • Uno skema va inteso come “una struttura (mentale) adeguata a descrivere una sequenza appropriata di azioni (o elementi) in un dato contesto” • E sono: • modelli interpretativi • “generalizzanti” • non neutrali • guida o orientamento per interpretazioni successive
  • 18. I principali skemi sono: • categorie-concetti • script o piani • processi
  • 19. • Per interpretare il sociali sono necessari skemi più complessi come: le “rappresentazioni sociali” o le “storie- narrazioni” • Le R.S. • Sono costrutti che nascono e si modificano nel sociale (sono una componente fondamentale del “senso comune” • Si “leggono” attraverso: • “oggettivazione” (figurativizzazione) • “ancoraggio” • Si compongono come un “nucleo” e una “periferia”
  • 20. Le cerimonie dei media • Le GCM hanno il potere di “trasformare” la natura del coinvolgimento degli spettatori con il mezzo • come coinvolgimento (e attese) • come lavoro sulla testualità del prodotto e dei suoi contenuti simbolici (alla ricerca dei messaggi simbolici latenti)
  • 21. • Trasformano l’”audience” in una comunità virtuale ad alto tasso di comunicazione simbolica (come in una celebrazione religiosa partecipata). • “Arrestano la quotidianità” e trasportano l’audience in una particolare dimensione con un proprio spazio-tempo
  • 22. • Sono particolarmente prossime ad una cultura “neo-romantica” (dove predominano i sentimenti e la “fuga dalla realtà”) • E’ la “realtà felice dei sentimenti”
  • 23. • Appartengono ad un genere particolare di “infotainment”: la storia “popolare”. • La tradizione “riconsiderata” (specialmente se “legittimata” da una lunga storia e da un carisma narrativo consolidato) • (la famiglia reale inglese e la Religione- Chiesa cattolica, come personaggi- precedenti)
  • 24. • La comunità si “costruisce” nella negoziazione dei significati attribuiti alla storia (vedere le stesse cose, i particolari come UES, e darvi uno stesso significato) • “Cenerentola” come schema narrativo condiviso (“ogni coppia di sposi è una coppia regale…..) • Isolare i particolari e “ricostruire” la storia (decontestualizzare e ricontestualizzare) (soggettivamente e collettivamente) con quali schemi ulteriori isolare alcuni particolari-significativi (e non altri)? (Pippa, i capellini, la folla composta e devota, i personaggi famosi, ….)
  • 25. • La “mediazione” (televisiva) è un “guida-aiuto) per la “decodifica”, sia come particolari- angolature della ripresa, sia come intervento del conduttore ed esperti (significati aggiunti, contestualizzazione, ecc.) • La decodifica (cosa si è visto, ricostruzione della storia, partecipazione-commenti, “valutazione”) resta pur sempre personale e “deriva” da biografia-competenze del singolo soggetto. • “Resta” comunque una “lettura collettiva” e “mediaticamente” accettata e trasmessa nel tempo.
  • 26. Ancora sugli effetti dei media • Abbiamo visto come gli effetti dei media possano essere considerati “forti e potenti” anche senza abbandonarsi ad un totale “neo-apocalittismo” • Per riprendere il nostro discorso, riprendiamo tre concetti o parole-chiave: • Mainstream • Frames interpretativi • egemonia
  • 27. • Ricordiamo che la fruizione mediale è un aspetto (sempre più importante) della “razionalità limitata” dell’attore (sempre meno) sociale. • La fruizione mediale avviene, in tempo reale con il coinvolgimento dell’”interprete-performer” (si pensi ad altre sue attività come nel caso dello lo spettacolo, lo sport, il teatro, ecc.) • I personaggi e le situazioni che “attraggono” (il piacere) innescano processi di “identificazione”, “imitazione”, proiezione” • sulla base di “lavoro sul frammento” ad alto tasso emotivo-estetico • specialmente sui frammenti che attraggono, fanno spettacolo (piacciono)
  • 28. • Cosa è il “piacere”? • “involvement” su “usi e gratificazioni”?
  • 29. • La “cultura del tempo” è “costruire egemonia” sull’efficacia (subdola ma potente) del Mostro Mite (evasione e consumi) • accettarla senza “resistere”, altrimente le alternative sono: • tentare di costruirsi un percorso “virtuoso” multimediale ( il palinsesto soggettivo) • la fuga nel webb • vivere le proposte dello spettacolo continuo (lasciarsi andare all’attimo fuggente e “catturante”) • Il senso di vuoto e di inautenticità nascono anche così.
  • 30. • (ecco perché si deve passare, almeno a livello teorico, dall’”exposure” all’”involvement” lavorando sul “lavoro di interpretazione-decodifica di un particolare testo da parte di un particolare lettore in una determinata situazione)
  • 31. Il Se mediale/mediato • Viviamo in una società dove il ruolo e l’impatto mediale diventano sempre più importanti (la politica, i consumi, il tempo libero…..) fino al punto che gli stili di consumo m/m tendono a diventare la nuova e più significativa forma di stratificazione sociale. • Tradizionalmente i media riflettevano i “valori” della società: oggi non avviene il contrario?
  • 32. • Il mutato contesto: la società degli individui dove i singoli sono “obbligati” ad un forte impegno autoriflessivo (a maggiore-minore responsabilità) in una “società liquida” dove valori e modelli di comportamento collettivi sono in profonda crisi. • Il “mondo del privato” può essere la tentazione di una moderna forma di alienazione o essere il laboratorio di una grande trasformazione culturale. • (per Touraine è nel “privato” che si “sta facendo” la “rivoluzione” in una società senza classi e “sfruttati”)
  • 33. • Tra i due estremi (rinuncia o rivoluzione) si gioca lo spazio (i contenuti e gli attori….) dell’”egemonia”. • E. come capacità di imporre le cose di cui si parla e si presentano come importanti, “lasciandone in ombra” o svilendone altre più rilevanti e che potrebbero contribuire ad una “riflessione comune” • I media “danno voce” e legittimano, non creano ma impongono nuovi valori e modelli in mancanza di alternative (eppure a volte…….)
  • 34. • Le mille e mille “piccole storie”, alcuni frammenti, “suggeriscono” significati utilizzati, soggettivamente, per la costruzione del Sé individuale…… • E’ un “gioco” (prendi e lascia, accetta o trasforma….) o un “processo autoriflessivo” che procede per prove ed errori? • Come vengono isolati i frammenti e come vengono ricomposti? (l’”immaginario”)
  • 35. • Ipotesi: • La voglia (oscura) di essere liberi e consapevoli vs. il disimpegno e/o il “sogno ad occhi aperti” • Il Sé multiplo e flessibile è una conquista (personale) o una “debolezza”? • I frammenti (a forte tasso emotivo e prevalentemente “iconici”) sono la nuova forma della “memoria” • (esercitazione)
  • 36. • Nella “società dello spettacolo” tutti “recitano una parte” • Scelgono un “character” e/o indossano una “maschera” (il Carnevalòe mediatico di Fiske) • Anche per questa “scelta comune” si dice che, nella società contemporanea, l’”estetica” vince sull’”etica” (conta ciò che è bello, che piace “soggettivamente” non ciò che è importante o utile collettivamente.
  • 37. • L’esasperato gusto estetico trasforma gli attori (sempre meno) sociali) in Narcisi che si “specchiano negli altri”, che li spiano per rubare loro qualche “tratto vincente”. • Conta cosa “sembra essere di moda” o “vincente”: non cosa si “sente dentro”. • E’ la nuova e più attuale forma di “eterodirezione”
  • 38. • I fruitori mediali si trasformano in “performer”: vivono la loro vita come se assistessero ad uno spettacolo (i tifosi, le mode e gli eventi….). • L’”art of acting” (dare una immagine di se. Fornire impressioni, cercare di sedurre più che convincere…… • Lo stesso avviene nella fruizione mediale, dove si catturano emotivamente frammenti “suggestivi” che vengono tradotti in significati “passionali”
  • 39. • E’ la “quasi realtà” che sostituisce la “realtà” e i “rapporti quasi reali” suggeriscono (come comportarsi) quelli “reali” (il “character”). • Dove si vive “come se…” (il sogno ad occhi aperti), in “temporeale” senza spazio per l’autoriflessione (la valutazione, l’accettazione o il rifiuto) • Si “naviga a vista”, forse senza una meta o dei traguardi (il porto è più un rifugio che il luogo dove si traccia la nuova rotta…..)
  • 40. • Il “disincanto del mondo” (reale) si traduce nell’incanto del mondo quasi reale………. …..scelto o subito? Perché si accetta questa realtà senza cercare di crearne un’altra (la “rivoluzione nel privato”)?