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PERCORSO SU GESU’
L’UOMO DELLA SINDONE E’
DAVVERO GESU’?
Nonostante i vari studi fatti, a
volte contraddittori, il Telo
continua ad interrogare studiosi e
persone comuni su molti aspetti
che ad oggi non hanno ancora
trovato spiegazioni sufficienti e
convincenti.
Un po’ di storia
• Verso il 1350: prime notizie storicamente certe attestano la presenza del telo vicino Troyes in
Francia. Un feudatario del luogo fa costruire una chiesa per sciogliere un voto , alla quale
affida anche la Sindone per offrirla alla venerazione dei fedeli. La Sindone viene ritirata, per
essere di nuovo esposta alla fine degli anni ’80 del trecento. La singolarità dell’oggetto, e
soprattutto dell’immagine che racchiude, turba il vescovo, allarmato dall’accorrere della folla:
teme si tratti di un inganno pericoloso per i fedeli. decide di proibire le ostensioni. il papa
Clemente VII, stabilisce la liceità dell’ostensione,. Intanto la chiesa non è più sicura e la Sindone
viene messa al sicuro, .
• 1453 viene portata a Chambéry, capitale del ducato.
• I Savoia la collocano nella Cappella del castello di Chambéry,.
• 1532, le fiamme divorano la sacrestia e raggiungono la cassetta che conserva il lenzuolo .una
goccia di metallo liquefatto del reliquiario cade sul tessuto, danneggiandolo. Anche l’acqua
usata per contenere le fiamme lascia visibili aloni. Due anni dopo, le suore di Chambéry
mettono delle toppe triangolari di lino e applicano una tela sotto al lenzuolo,.
• 1578, Il lenzuolo, viene trasferito a Torino da Emanuele Filiberto duca di Savoia che la fa
arrivare per un gesto di cortesia verso il cardinale di Milano, Carlo Borromeo.
• 1694, trova definitiva sistemazione. Il Telo Sarà ancora oggetto di due temporanei
spostamenti.Umberto II di Savoia, ultimo re d’Italia muore nel 1983 lasciando la Sindone in
eredità alla Santa Sede,.
1898 : Secondo Pio, avvocato
appassionato di fotografia,
fotografa la Sindone. Una delle
prime volte in cui era usata
l’illuminazione elettrica in
foto.
Impressionante: il negativo
mostra un uomo martoriato e
crocifisso
• Le
C’è un rimando con
precisione
impressionante ai
racconti dei vangeli
Le percosse subite da Gesù durante gli
interrogatori
La brutale flagellazione
La crocifissione con chiodi
Colpo di lancia nel costato per
verificarne con certezza la morte
L’avvolgimento in un lenzuolo e la sua
breve permanenza in esso
Molti altri particolari
TUTTO CIO’ TROVA CONFERME
NELL’ANALISI DETTAGLIATA DELLA
SINDONE
E’ POSSIBILE CHE L’UOMO
DELLA SINDONE SIA
VERAMENTE GESU’?
ANALIZZIAMOLA
PARTE FRONTALE
PARTE POSTERIORE
L’uomo della s. presenta
ematomi sulla parte
destar del volto
Ferite sulle arcate
sopraccigliari
Il setto nasale è deviato a
causa di una frattura
Sono le selvagge
percosse ricevute
Sulla fronte e sulla nuca
e sui capelli si contano
una 30ina di ferite
provocate da oggetti
appuntiti che fanno
pensare a un vero e
proprio casco di spine
Il corpo è completamente
segnato da circa 120 COLPI
DI FLAGELLO
COS’E’ UN FLAGELLO?
LA CROCIFISSIONE
ALL’ALTEZZA delle spalle si
osservano 2 GRANDI
ESCORIAZIONI dovute
probabilmente allo
sfegamento del patibulum
che a volte il condannato
portava fino al luogo
dell’esecuzione
Sulle ginocchia vi sono
delle escoriazioni con
tracce di terriccio , forse
dovute a cadute
Sul dorso della mano sinistra ,
all’altezza del polso. C’è una
grande chiazza di sangue dovuta a
ferita per oggetto appuntito, come
un chiodo, che è penetrato nella
mano dall’interno ed è uscito dal
dorso (la ferita non si trova nel
palmo della mano ma nel polso).
La penetrazione del chiodo
potrebbe aver provocato la lesione
del nervo mediano, con
conseguente flessione del pollice
all’interno del palmo: ciò
spiegherebbe l’assenza
dell’immagine dei pollici sulla S.
Ci sono due colature di sangue divergenti visibili
sul polso perché ci sono state 2 diverse posizioni
assunte dal condannato sulla croce: quella
accasciata e quella sollevata che era obbligato
ad assumere per continuare a respirare .
Anche i piedi sono stati
inchiodati, am utilizzando u
unico chiodo e
sovrapponendo il piede sx
al dx
Le gambe non presentano
fratture. Si può perciò dedurre
che la morte venne abbastanza
velocemente e non fu necessaria
anticiparla.
Una ferita nel costato con
fuoriuscita di sangue già
separato in siero, di colore
giallino, e parte di colore rosso, è
la prova che essa è stata
provocata da un colpo inferto a
morte già avvenuta
Costato
La crocifissione al tempo dei romani
• La morte per crocifissione era una tortura atroce e umiliante,
riservata agli schiavi e ai sovversivi, non ai cittadini romani. L’agonia
era esemplare, lenta e dolorosa; a volte durava più giorni. Sul luogo
delle crocifissioni c’era già il palo verticale (stipes). Il condannato si
avviava al luogo dell’esecuzione portando a volte, legato sulle
spalle, il palo orizzontale, (patibulum). Lì veniva legato o inchiodato
nei polsi (la mano si sarebbe lacerata) e issato sullo stipes. Infine
venivano legati o inchiodati i piedi. La morte sopravveniva
probabilmente per collasso cardiocircolatorio o per asfissia. Infatti,
per respirare il condannato doveva fare leva sulle gambe e sul
chiodo infisso nei piedi; quando, per la stanchezza, o per il i forti
dolori, il condannato non poteva più risollevarsi, moriva soffocato.
Per questo motivo, a volte, per accelerare la morte, i carnefici
rompevano le gambe del condannato, e il soffocamento arrivava in
breve. Gli ultimi spasmi erano dolorosissimi.
TUTTI I PARTICOLARI PRESENTANO DETTAGLIATE
ANALOGIE CON I RACCONTI DELLA SEPOLTURA DI
GESU’
-ANNI ‘60: prelievi di campioni
-1973: i prelievi individuarono pollini
di specie caratteristiche delle regioni
palestinesi ed anatolica. Con
altissima probabilità, oltre che in
Europoa, al s. è rimasta per molto
tempo in quei luoghi
-1978: si dimostro’ che le zone
ematiche sono relmente sangue
umano di gruppo AB. Si accertò che
non è un dipinto, pe la mancanza di
pigmenti e coloranti, e per l’estrema
superrficiaslità dell’impronta.
-1988: metodo del radiocarbonio
(C14), in contarsto con tutti i dati
precedentemente raccolti, indicò un
periodo compreso tra uil 1260 e
1390 d.C.
I giornali
ipotizzarono un
falso del medioevo.
Si scatenarono
contestazioni
intorno al
programma di
datazione,
alimentato da
leggerezze,
imprudenze, e
comportamenti
poco corretti. I
dubbi non furono
mai completamente
fugati e sono
tuttora oggetto di
dibattito tra studiosi
Anche la
datazione c14
va
armonizzata
con il resto
delle
acquisizioni
scientifiche e
non può
essere
risolutiva
circa
l’autenticità
La nostra fede poggia
non su questa immagine,
ma sulla solida roccia
della TESTIMONIANZA
DEGLI APOSTOLI affidata
ai Vangeli e vivificata dal
dono dello Spirito Santo.
Tuttavia questo prezioso lino
può esserci d’aiuto per
meglio capire il mistero
dell’amore del Figlio di Dio
per noi
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché
chiunque creda in Lui non muoia ma abbia la vita eterna”
Nel suo silenzio ci
parla di vita e di luce
che dona forza ai
deboli, serenità agli
sfiduciati, gioia per
sempre.
Una ricostruzione

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  • 1. PERCORSO SU GESU’ L’UOMO DELLA SINDONE E’ DAVVERO GESU’?
  • 2.
  • 3. Nonostante i vari studi fatti, a volte contraddittori, il Telo continua ad interrogare studiosi e persone comuni su molti aspetti che ad oggi non hanno ancora trovato spiegazioni sufficienti e convincenti.
  • 4. Un po’ di storia • Verso il 1350: prime notizie storicamente certe attestano la presenza del telo vicino Troyes in Francia. Un feudatario del luogo fa costruire una chiesa per sciogliere un voto , alla quale affida anche la Sindone per offrirla alla venerazione dei fedeli. La Sindone viene ritirata, per essere di nuovo esposta alla fine degli anni ’80 del trecento. La singolarità dell’oggetto, e soprattutto dell’immagine che racchiude, turba il vescovo, allarmato dall’accorrere della folla: teme si tratti di un inganno pericoloso per i fedeli. decide di proibire le ostensioni. il papa Clemente VII, stabilisce la liceità dell’ostensione,. Intanto la chiesa non è più sicura e la Sindone viene messa al sicuro, . • 1453 viene portata a Chambéry, capitale del ducato. • I Savoia la collocano nella Cappella del castello di Chambéry,. • 1532, le fiamme divorano la sacrestia e raggiungono la cassetta che conserva il lenzuolo .una goccia di metallo liquefatto del reliquiario cade sul tessuto, danneggiandolo. Anche l’acqua usata per contenere le fiamme lascia visibili aloni. Due anni dopo, le suore di Chambéry mettono delle toppe triangolari di lino e applicano una tela sotto al lenzuolo,. • 1578, Il lenzuolo, viene trasferito a Torino da Emanuele Filiberto duca di Savoia che la fa arrivare per un gesto di cortesia verso il cardinale di Milano, Carlo Borromeo. • 1694, trova definitiva sistemazione. Il Telo Sarà ancora oggetto di due temporanei spostamenti.Umberto II di Savoia, ultimo re d’Italia muore nel 1983 lasciando la Sindone in eredità alla Santa Sede,.
  • 5. 1898 : Secondo Pio, avvocato appassionato di fotografia, fotografa la Sindone. Una delle prime volte in cui era usata l’illuminazione elettrica in foto. Impressionante: il negativo mostra un uomo martoriato e crocifisso
  • 6. • Le C’è un rimando con precisione impressionante ai racconti dei vangeli Le percosse subite da Gesù durante gli interrogatori La brutale flagellazione La crocifissione con chiodi Colpo di lancia nel costato per verificarne con certezza la morte L’avvolgimento in un lenzuolo e la sua breve permanenza in esso Molti altri particolari TUTTO CIO’ TROVA CONFERME NELL’ANALISI DETTAGLIATA DELLA SINDONE E’ POSSIBILE CHE L’UOMO DELLA SINDONE SIA VERAMENTE GESU’?
  • 9. L’uomo della s. presenta ematomi sulla parte destar del volto Ferite sulle arcate sopraccigliari Il setto nasale è deviato a causa di una frattura Sono le selvagge percosse ricevute Sulla fronte e sulla nuca e sui capelli si contano una 30ina di ferite provocate da oggetti appuntiti che fanno pensare a un vero e proprio casco di spine
  • 10. Il corpo è completamente segnato da circa 120 COLPI DI FLAGELLO
  • 12. LA CROCIFISSIONE ALL’ALTEZZA delle spalle si osservano 2 GRANDI ESCORIAZIONI dovute probabilmente allo sfegamento del patibulum che a volte il condannato portava fino al luogo dell’esecuzione Sulle ginocchia vi sono delle escoriazioni con tracce di terriccio , forse dovute a cadute
  • 13. Sul dorso della mano sinistra , all’altezza del polso. C’è una grande chiazza di sangue dovuta a ferita per oggetto appuntito, come un chiodo, che è penetrato nella mano dall’interno ed è uscito dal dorso (la ferita non si trova nel palmo della mano ma nel polso). La penetrazione del chiodo potrebbe aver provocato la lesione del nervo mediano, con conseguente flessione del pollice all’interno del palmo: ciò spiegherebbe l’assenza dell’immagine dei pollici sulla S. Ci sono due colature di sangue divergenti visibili sul polso perché ci sono state 2 diverse posizioni assunte dal condannato sulla croce: quella accasciata e quella sollevata che era obbligato ad assumere per continuare a respirare .
  • 14.
  • 15. Anche i piedi sono stati inchiodati, am utilizzando u unico chiodo e sovrapponendo il piede sx al dx
  • 16. Le gambe non presentano fratture. Si può perciò dedurre che la morte venne abbastanza velocemente e non fu necessaria anticiparla. Una ferita nel costato con fuoriuscita di sangue già separato in siero, di colore giallino, e parte di colore rosso, è la prova che essa è stata provocata da un colpo inferto a morte già avvenuta Costato
  • 17. La crocifissione al tempo dei romani • La morte per crocifissione era una tortura atroce e umiliante, riservata agli schiavi e ai sovversivi, non ai cittadini romani. L’agonia era esemplare, lenta e dolorosa; a volte durava più giorni. Sul luogo delle crocifissioni c’era già il palo verticale (stipes). Il condannato si avviava al luogo dell’esecuzione portando a volte, legato sulle spalle, il palo orizzontale, (patibulum). Lì veniva legato o inchiodato nei polsi (la mano si sarebbe lacerata) e issato sullo stipes. Infine venivano legati o inchiodati i piedi. La morte sopravveniva probabilmente per collasso cardiocircolatorio o per asfissia. Infatti, per respirare il condannato doveva fare leva sulle gambe e sul chiodo infisso nei piedi; quando, per la stanchezza, o per il i forti dolori, il condannato non poteva più risollevarsi, moriva soffocato. Per questo motivo, a volte, per accelerare la morte, i carnefici rompevano le gambe del condannato, e il soffocamento arrivava in breve. Gli ultimi spasmi erano dolorosissimi.
  • 18. TUTTI I PARTICOLARI PRESENTANO DETTAGLIATE ANALOGIE CON I RACCONTI DELLA SEPOLTURA DI GESU’
  • 19. -ANNI ‘60: prelievi di campioni -1973: i prelievi individuarono pollini di specie caratteristiche delle regioni palestinesi ed anatolica. Con altissima probabilità, oltre che in Europoa, al s. è rimasta per molto tempo in quei luoghi -1978: si dimostro’ che le zone ematiche sono relmente sangue umano di gruppo AB. Si accertò che non è un dipinto, pe la mancanza di pigmenti e coloranti, e per l’estrema superrficiaslità dell’impronta. -1988: metodo del radiocarbonio (C14), in contarsto con tutti i dati precedentemente raccolti, indicò un periodo compreso tra uil 1260 e 1390 d.C. I giornali ipotizzarono un falso del medioevo. Si scatenarono contestazioni intorno al programma di datazione, alimentato da leggerezze, imprudenze, e comportamenti poco corretti. I dubbi non furono mai completamente fugati e sono tuttora oggetto di dibattito tra studiosi Anche la datazione c14 va armonizzata con il resto delle acquisizioni scientifiche e non può essere risolutiva circa l’autenticità
  • 20. La nostra fede poggia non su questa immagine, ma sulla solida roccia della TESTIMONIANZA DEGLI APOSTOLI affidata ai Vangeli e vivificata dal dono dello Spirito Santo. Tuttavia questo prezioso lino può esserci d’aiuto per meglio capire il mistero dell’amore del Figlio di Dio per noi “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque creda in Lui non muoia ma abbia la vita eterna” Nel suo silenzio ci parla di vita e di luce che dona forza ai deboli, serenità agli sfiduciati, gioia per sempre.
  • 21.