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Gabriele D’Annunzio:
l’ultimo esteta
Una vita ‘‘inimitabile’’
UNA VITA SEMPRE IN SCENA
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / UNA VITA ‘‘INIMITABILE’’
Facendosi interprete dell’estetismo D’Annunzio concepisce la sua
stessa vita come opera d’arte.
Ogni sua azione, così come ogni suo componimento, deve essere
votato al criterio della bellezza.
L’autore vive con l’ossessione dell’esibizione di sé e, con la sua
condotta, riesce ad attrarre l’attenzione del pubblico.
Nelle opere traspone ogni impresa che vive.
GABRIELE D’ANNUNZIO: DA PESCARA A ROMA
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / UNA VITA ‘‘INIMITABILE’’
Nasce a Pescara nel 1863.
Studio al prestigioso collegio
Cicognini di Prato. Riceve
un’educazione di ottimo livello.
Nel 1881 torna a Pescara e
stringe amicizia con un
gruppo di artisti legati a
Francesco Paolo Michetti.
Nel 1883 organizza una fuga
d’amore con la contessina Maria
Hardouin di Gallese, che sfocia
inevitabilmente con il matrimonio,
osteggiato dal padre della donna.
Nel 1884 diventa padre di Mario,
poi di Gabriellino e Veniero.
1 2 3
LE ORIGINI
E LA FORMAZIONE
LA VITA
MONDANA
GLI
AMORI
Nel 1889 dà alle stampe Il
piacere, che riscontra un
enorme successo.
Continua a scrivere in
versi e in prosa; continua
a collaborare con
numerose riviste, tra cui
‘‘Cronaca bizantina’’, che
propone un seduttivo
rimando all’Oriente, e ‘‘Il
Convito’’, che ospiterà la
prima puntata del romanzo
Le vergini delle rocce.
4 IL
SUCCESSO
Scopre la sua vocazione poetica
leggendo le Odi barbare di
Carducci.
Si trasferisce a Roma, dove
inizia a frequentare i salotti
mondani, le feste, le redazioni
giornalistiche. Si trasforma in
un perfetto esempio di dandy,
immerso nel lusso, corteggiato
dalle donne e dai giornali.
Inizia a comporre poesie: del
1879 è la raccolta Primo vere,
che incontra il favore del pubblico
anche grazie alla sua intuizione
di accompagnare la
pubblicazione con un ‘‘lancio
pubblicitario’’, in cui fa circolare
la notizia della sua morte.
Pubblica i versi Canto novo
(1882), le novelle di Terra
vergine (1882), la raccolta
Intermezzo di rime (1883).
Si dedica al giornalismo.
Si separa nel 1890.
Nel 1886 pubblica Isaotta
Guttadàuro.
Tra le relazioni extraconiugali la
più intensa è quella con Barbara
Leoni.
GABRIELE D’ANNUNZIO: DA NAPOLI ALLA GRECIA
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / UNA VITA ‘‘INIMITABILE’’
Nel 1891 raggiunge Napoli e
inizia una relazione con la
principessa Maria Gravina,
ancora sposata. Ciò gli costa un
processo per adulterio.
Rientra in Abruzzo, porta a
compimento Trionfo della
morte e pubblica Le vergini
delle rocce (1895).
Nel 1895 compie una crociera in
Grecia, da cui scaturirà la
composizione della tragedia La città
morta (1898).
Inizia la relazione con Eleonora
Duse, per la quale compone
Francesca da Rimini (1901) e La
figlia di Iorio (1904).
1 2 3
LA FASE DELLA
BONTÀ
IL
SUPERUOMO
IL TEATRO E LA
RELAZIONE CON LA DUSE
Influenzato dagli scritti di
Nietzsche, elabora una nuova
figura di intellettuale: quello
dell’individuo eccezionale che
si afferma attraverso l’azione.
A Napoli frequenta un ambiente
vivace, aperto alle correnti
europee. È la fase produttiva
della ‘‘bontà’’, caratterizzata da
contenuti intimistici.
Pubblica i romanzi Giovanni
Episcopo, L’innocente e l’opera
in versi Poema paradisiaco.
Nel 1897 si presenta alle
elezioni come candidato alle
forze di destra; al termine del
mandato, che dura pochi anni,
passa clamorosamente alle
forze di sinistra. Inizia la sua
attività di oratore pubblico.
Stringe amicizia con Matilde
Serao, una delle prime donne
giornaliste.
Si trasferisce nella villa della
Capponcina, vicino alla proprietà
della Duse. La loro relazione è
molto chiacchierata.
Nel 1903 compone Maia, Elettra
e Alcyone, primi tre libri del ciclo
delle Laudi.
GABRIELE D’ANNUNZIO: AZIONE POLITICA E NUOVI MODELLI DI SCRITTURA
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / UNA VITA ‘‘INIMITABILE’’
A seguito della morte di
Carducci, si proclama suo erede.
Nel 1915 rientra in Italia e
inizia un’accesa campagna a
favore dell’intervento in
guerra.
Nel 1919 conquista la città
di Fiume e ne assume il
controllo. L’impresa si
conclude con il ‘‘Natale di
sangue’’: la città viene
bombardata dal mare.
1 2 3
A PARIGI IL RIENTRO
IN ITALIA
L’IMPRESA
DI FIUME
Sorvola, gettando volantini
propagandistici, Trieste, Trento e
Vienna. Compie incursioni aeree e
per mare, partecipa a
bombardamenti e combattimenti.
Per gli ingenti problemi
economici, nel 1910 si trasferisce
a Parigi.
Qui sperimenta le ‘‘faville’’, prose
brevi e di carattere autobiografico
e si misura con nuove forme,
come quella librettistica o
cinematografica. Nel 1916 subisce un grave
trauma all’occhio destro, che
comporterà la perdita parziale
della vista. Scrive uno dei suoi
libri più innovativi, il Notturno.
Si stabilisce sul Lago di
Garda, nella villa che
trasforma nel Vittoriale degli
Italiani.
Riprende a scrivere, senza
abbandonare la politica.
Ogni iniziativa è però
bloccata dalla marcia su
Roma.
Stringe rapporti ambigui col
fascismo, che, di fatto, lo
sorveglia: da un lato ne
sfrutta la celebrità, dall’altro
contiene la sua
esuberanza, isolandolo.
Chiuso nei confini del
personaggio che ha creato,
trascorre gli ultimi anni nel
Vittoriale, isolandosi dalla
realtà esterna.
4 IL RAPPORTO
CON IL FASCISMO
Nel 1935 si schiera a
favore della Guerra
d’Etiopia. Muore nel 1938.
I mille volti di D’Annunzio
IL PERSONAGGIO CHE PROMUOVE SE STESSO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO
La bellezza è il criterio guida alla base della vita e dell’opera letteraria
di D’Annunzio. Vita e opera d’arte sono un tutt’uno: ogni esperienza
vissuta diventa materia di scrittura. Complementare alla ricerca della
bellezza è, per il poeta, la costruzione della propria immagine in
chiave eroica. D’Annunzio diventa personaggio, unico, inimitabile, in
continua esibizione. Promuove se stesso anche ricorrendo alle nuove
risorse comunicative: sceglie le copertine dei suoi volumi e
accompagna i lanci con la diffusione di aneddoti della sua vita privata.
LA PRODUZIONE DI D’ANNUNZIO: LE FASI
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO
Lettore informato e aggiornato, D’Annunzio coglie sul nascere le
nuove tendenze, sul piano letterario, musicale e artistico.
Conosce la tradizione classica, quella moderna, gli scrittori italiani e
gli stranieri. Nella sua produzione è possibile individuare diverse fasi
narrative:
fase
giovanile-
Simbolismo
fase
dell’Estetismo
fase
della poetica
della bontà-
superuomo
fase
del ‘‘notturno’’
LA FASE GIOVANILE FINO AL SIMBOLISMO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO
CARATTERISTICHE
influenza di Carducci, Verga, confronto con la letteratura classica (poesia erotica latina), modelli romantici
(Novalis, Hugo) e del Decadentismo (Baudelaire, Mallarmé), Simbolismo (artista come demiurgo, la realtà
ha un senso solo se a decifrarla è l’immaginazione dell’artista)
COMPOSIZIONI
PRINCIPALI
Primo vere (1879) • uso del metro barbaro
Canto Novo (1882)
• natura esuberante e solare
• accentuato vitalismo
opere in prosa
Terra Vergine (1882)
• influenza di Verga: paesaggi campestri, uso del discorso indiretto libero,
personaggi ai margini della libertà
• universo agreste dominato da pulsioni e sensualità
• descrizioni con taglio evocativo
fase
giovanile-
Simbolismo
fase
dell’Estetismo
fase
della poetica
della bontà-
superuomo
fase
del ‘‘notturno’’
LA FASE DELL’ESTETISMO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO
CARATTERISTICHE
• contrapposizione del culto della bellezza all’inciviltà della moderna società borghese e capitalistica
• arte inserita in una sfera autonoma, svincolata da economia, politica, società
• intellettuale assorbito dal culto del bello, in una dimensione privilegiata e intoccabile
COMPOSIZIONI
PRINCIPALI
Intermezzo di rime (1883) • tematiche decadenti, di disfacimento e corruzione
Isaotta Guttadàuro (1886)
• opera ispirata al testo di Basinio da Parma, celebrativo di Isotta degli Atti
• ispirazione dal gusto preraffaelita
• citazioni da testi antichi del Duecento
Il piacere (1889)
• opera che testimonia la crisi dell’Estetismo del poeta
• il protagonista, Andrea Sperelli, cerca rifugio nel godimento di una raffinata
dimensione estetica, ma è costretto ad assistere al fallimento dei suoi amori e
a patire le conseguenze della sua debole volontà
fase
giovanile-
Simbolismo
fase
dell’Estetismo
fase
della poetica
della bontà-
superuomo
fase
del ‘‘notturno’’
LA FASE DELLA POETICA DELLA BONTÀ, FINO A QUELLA DEL SUPERUOMO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO
CARATTERISTICHE
poetica
della bontà
• dolore di umili e inermi come principio ispiratore
• tematiche più intime
modello del
superuomo
• artista dotato di forte volontà, interviene con energia sul presente per modificarlo
• superuomo (condensato di forza e bellezza) che interviene sulla realtà e la domina
secondo la sua volontà; azione pratica, eroica e politica
• influenza di Nietzsche, il cui pensiero viene forzato in direzione antiborghese e
antidemocratica
COMPOSIZIONI
PRINCIPALI
poetica
della bontà
Giovanni Episcopo (1892)
L’innocente (1892) • influenza de La confessione di Guy de Maupassant
Poema paradisiaco (1893) • tema del silenzio
modello del
superuomo
Libro ascetico della
giovane Italia (1926)
Trionfo della morte (1894)
Le vergini delle rocce (1895)
Il fuoco (1900)
Forse che sì forse che no (1910)
opere teatrali
Novelle della Pescara (1902)
fase
giovanile-
Simbolismo
fase
dell’Estetismo
fase
della poetica
della bontà-
superuomo
fase
del ‘‘notturno’’
LA FASE DEL ‘‘NOTTURNO’’
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO
CARATTERISTICHE • nuova tappa del percorso poetico
COMPOSIZIONI
PRINCIPALI
Laudi (1903-1904)
• Maia
• Elettra
• Alcyone
• superomismo innestato sul motivo della fusione panica con la natura
• unione elemento umano-elemento naturale
• influenza di simbolismo e tradizione classica
Notturno (1921)
• composto durante il periodo di cecità e convalescenza dell’autore
• introspezione e autobiografia
• forma stilisticamente perfetta
fase
giovanile-
Simbolismo
fase
dell’Estetismo
fase
della poetica
della bontà-
superuomo
fase
del ‘‘notturno’’
LE ‘‘COSTANTI’’ DI D’ANNUNZIO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO
Nonostante le metamorfosi che lo scrittore attraversa nel corso della
sua esistenza, è possibile individuare nella sua produzione letteraria
alcune tematiche costanti:
• un’accesa sensualità
• una sensibilità di tipo decadente, che si manifesta con la crisi
d’identità del soggetto e dell’intellettuale, e che determina una
costante ricerca di un ruolo per l’arte e per la poesia
• i temi della morte, della malattia, del disfacimento.
IL PRIMATO DELLO STILE
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO
LO STILE DI
D’ANNUNZIO
LA CURA DELLA FORMA
Lo stile prevale sul contenuto, affidandosi all’onnipotenza del linguaggio poetico.
La forma espressiva ha un posto in primo piano rispetto all’eventuale trasmissione di
contenuti. La scrittura letteraria è autonoma, non condizionata da vincoli.
LA PROSA LIRICA
La prosa è ricca di vocaboli preziosi, poco comuni, arcaici.
La sintassi è paratattica, percorsa da un filo melodico, da un ritmo musicale.
La parola si dissolve in musica.
LA SCRITTURA IPERRETORICA
Lo stile dell’autore rimane pressoché immutato (monostilismo); è caratterizzato da:
tendenza all’enfasi e all’amplificazione, artificiosità, abbondanza di figure retoriche,
uso di perifrasi, ripetizione.
IL LESSICO
L’autore coltiva un vero e proprio culto della parola: le scelte sono attente,
studiate, il lessico è colto, raffinato, prezioso ed erudito. Le parole sono
utilizzate in tutte le loro sfumature, il loro significato originario viene rinnovato.
Fondamentale il suono delle parole, evocativo e ricco di significati.
L’estetismo e i suoi limiti
IL PIACERE
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ESTETISMO E I SUOI LIMITI
Il primo romanzo di D’Annunzio è Il piacere, pubblicato nel 1889 e poi
riunito, con L’innocente e Trionfo della morte, nel ciclo I romanzi della
rosa (il fiore simboleggia l’amore sensuale).
Nella struttura, Il piacere si mantiene fedele alla tradizione realistica,
ma lo studio dei personaggi rivela un’analisi delle loro personalità
ambigue, delle loro pulsioni e manie. Di fatto, ciò denota un
abbandono di Verga e un’adesione al Simbolismo europeo, a cui si
aggiungono le influenze di Wilde, Huysmans, Péladan.
IL PIACERE: LA TRAMA IN SINTESI
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ESTETISMO E I SUOI LIMITI
Andrea Sperelli, che incarna la figura dell’esteta, è un dandy raffinato, elegante, circondato dal lusso e
amante del bello.
Tuttavia, è un uomo debole: manca di una personalità marcata ed è incapace di prendere decisioni.
Si tratta di un personaggio ‘‘malato’’, che porta in sé i segni della decadenza.
Prova attrazione per due donne, che rappresentano le due caratteristiche opposte, ma inscindibili,
dell’amore:
• Elena Muti, incarnazione della donna fatale, sensuale e voluttuosa, simbolo dell’erotismo che porta
alla perdizione
• Maria Ferres, donna innocente e casta, simbolo di un sentimento puro che può salvare.
L’opposizione, però, è solo apparente, in quanto il protagonista prova per entrambe le donne solo un
sentimento di profonda seduzione sensuale.
Infatti Maria, quando comprende le intenzioni del protagonista, lo abbandona.
ANDREA SPERELLI: IL FALLIMENTO DELL’ESTETA
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ESTETISMO E I SUOI LIMITI
Il protagonista del romanzo rappresenta il fallimento della figura
dell’intellettuale-esteta, inadeguato rispetto al mondo moderno.
Nei suoi confronti, l’autore mantiene un atteggiamento ambivalente:
lo giudica, condannandone debolezza, lussuria, eccessiva sensibilità;
contemporaneamente, però, ne rimane affascinato, identificandosi
nella sua sensualità, o nella sua lotta contro una donna ‘‘nemica’’.
Le vicende di Sperelli sono narrate con una lirica preziosa, con parole
ricercate, immagini evocative, descrizioni suggestive.
Il Poema paradisiaco
Il POEMA PARADISIACO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL POEMA PARADISIACO
Nel 1893 D’Annunzio pubblica Il poema paradisiaco, una raccolta
poetica che nasce dalle suggestioni del suo soggiorno napoletano,
oltre che dall’influenza dei poeti simbolisti.
I versi di questa poetica presentano un andamento melodico e
cantilenante, ottenuto mediante l’uso di riprese foniche, lessicali e di
sintagmi, ma anche di frequenti interrogative e puntini di sospensione.
I versi sono artificiosi e il lessico prezioso.
toni estenuanti e
malinconici
I TEMI DE IL POEMA PARADISIACO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL POEMA PARADISIACO
IL POEMA
PARADISIACO
figura
materna
morte
malattia
stanchezza
nostalgia
temi
decadenti
purezza
ritorno alla
semplicità
affetti familiari
pentimento
pazienza
sentimenti:
lontananza e separatezza
tema ambiguo
rievocazione nostalgica
MA ANCHE
perdita irrevocabile
Le contraddizioni del
superuomo
VERSO IL SUPERUOMO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO
Nel 1892, D’Annunzio dichiara in un articolo il progressivo
allontanamento dalla maniera che aveva ispirato i romanzi appena
pubblicati (Giovanni Episcopo e L’innocente).
L’autore intende ora utilizzare figure positive, forti, potenti: non più la
bontà, ma l’energia del superuomo che si oppone alla decadenza del
suo tempo. Il Trionfo della morte ben rappresenta questa fase
transitoria verso il superuomo, che si compie nei romanzi Le vergini
delle rocce, Il fuoco, Forse che sì forse che no.
TRIONFO DELLA MORTE
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO
Trionfo della morte
• contenuto: l’opera narra le vicende di Giorgio Aurispa, discendente di una nobile famiglia
abruzzese a cui lo zio ha lasciato una buona eredità.
Giorgio intreccia una relazione con la sensuale Ippolita Sanzio, che per lui lascia il marito.
I due lasciano Roma e si trasferiscono in Abruzzo, nel tentativo di recuperare insieme una
vita sana e vitale.
Giorgio però rimane un uomo inetto, debole, sogna di diventare un uomo sicuro, energico,
deciso, ma la sua rimane solamente un’aspirazione vana.
• influenze: scritti di Nietzsche (in particolare Così parlò Zaratustra); temi comuni sono:
- il rifiuto del conformismo borghese
- l’esaltazione dello spirito dionisiaco, inteso come vitalismo pieno che innalza l’uomo
sopra la massa
• atmosfera: il romanzo è pervaso da un’atmosfera lugubre; sono frequenti le immagini e i
simboli di morte.
L’opera si apre e si chiude con una scena di suicidio. Il romanzo diventa simbolico, oggetti
particolari e fatti rimandano alle angosce del protagonista.
LE VERGINI DELLE ROCCE: LA TRAMA IN SINTESI
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO
Claudio Cantelmo racconta in prima persona la sua vicenda.
In polemica con la realtà politica e sociale che lo circonda, Claudio vuole realizzare in sé il concetto di
superuomo e generare il dominatore che ricondurrà l’Italia all’antica gloria.
Lascia Roma e torna nella sua terra di origine. Qui va alla ricerca della donna che possa generare con lui
il nuovo superuomo.
Fa visita ai Montaga, famiglia aristocratica in decadenza, e decide che la prescelta deve essere una delle
tre sorelle.
Anatolia è maestosa e forte, Violante è affascinante e sensuale: Claudio è indeciso tra le due.
Alla fine sceglie Anatolia che, però, lo rifiuta in quanto deve prendersi cura del padre vecchio e malato,
della madre, condannata alla follia e dei fratelli anch’essi malati.
LE VERGINI DELLE ROCCE
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO
Le Vergini delle rocce
• parallelismo con pittura: l’opera richiama il quadro La Vergine delle rocce di Leonardo
da Vinci; il quadro ritrae la Madonna: il parallelismo conferisce quindi un significato sacro
alla vicenda narrata
• temi:
il superuomo
L’opera celebra la figura del superuomo che, forte, vigoroso, deciso, utilizza la sua
energia per dominare il mondo. Questa nuova figura di intellettuale non nega il bello, ma
lo ingloba in sé: ad esso associa una volontà sicura, energica e potente.
la polemica culturale e sociale
La società borghese si è ormai imbarbarita: ne è simbolo la condizione di Roma,
deturpata dalla ricostruzione postunitaria. Spetta al superuomo ricondurre Roma, e l’Italia
intera, all’antica potenza.
il fallimento del superuomo
Il progetto del protagonista del romanzo, alla fine, fallisce. D’Annunzio teorizza il ruolo del
nuovo intellettuale, ma ne registra subito l’impossibilità di agire.
Simbolo del decadimento è il giardino in cui si rifugiano le donne: anche in questa opera
gli oggetti sono simboli che rimandano a verità nascoste.
IL FUOCO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO
Il fuoco
• trama: l’opera, ambientata a Venezia, descrive la relazione tra il giovane scrittore Stelio
Èffrena e Foscarina, donna affascinante, ma ormai matura, ossessionata dal proprio
declino fisico. Sarà lei a lasciarlo, nonostante il sentimento di gelosia che prova per lui:
comprende che la relazione ostacola la realizzazione dell’opera artistica vagheggiata da
Stelio. È netto il parallelismo con la relazione tra D’Annunzio e la Duse.
• temi:
il nuovo superuomo
È una figura forte e solare, un artista, che vuole comunicare con le masse popolari,
trasmettere loro la bellezza ed elevarle dalla mediocrità in cui si trovano.
la bellezza per tutti
Non più limitata ad una èlite privilegiata, la bellezza è per tutti.
gli ostacoli del superuomo
Il nuovo artista non ha solo un compito estetico, ma anche politico: deve riportare l’Italia al
suo passato glorioso. Intervengono però molteplici ostacoli: la realtà, meschina e
mediocre, la sua insicurezza, l’amore di Foscarina, la ‘‘stanca’’ città di Venezia.
• lingua e stile: la scrittura ha una forte componente lirica e musicale; la prosa dà
l’impressione di un continuo rincorrersi di echi musicali.
FORSE CHE SÌ FORSE CHE NO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO
Forse che sì forse che no
• trama: le vicende ruotano attorno a:
- una coppia di amici, Paolo Tarsis e Giulio Cambiaso, che hanno rinsaldato il loro
rapporto in una serie di viaggi in Estremo Oriente
- una coppia di donne, Isabella e Vana, che incarnano i due volti opposti della
femminilità (passione morbosa e sentimento salvifico).
• temi:
il superuomo borghese
A vestire i panni del superuomo questa volta è un borghese: Paolo Tarsis è concreto,
pragmatico, audace. Non è in contrasto con la realtà, ma la domina.
il fascino della decadenza
Il superuomo contrasta e vince la decadenza, che continua comunque a esercitare un
fascino malato: lo testimonia la presenza di passioni torbide e ambigue, dell’amore
sensuale e della follia, dei paesaggi che richiamano simbolicamente i pensieri più intimi
dei personaggi.
• miti: D’Annunzio si confronta con i nuovi miti della modernità, come la macchina e la
velocità, predicati dal nascente Futurismo.
Il teatro come arte totale
IL RUOLO DEL TEATRO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL TEATRO COME ARTE TOTALE
D’Annunzio presta particolare attenzione al rapporto con il pubblico,
sia per ragioni economiche sia perché il canale gli permette di
diffondere le proprie teorie.
Il teatro diventa lo strumento con cui l’intellettuale può agire nella
realtà, modellando la società secondo i propri valori. L’autore intende
scalzare il teatro borghese, a favore di un ‘‘teatro di poesia’’.
Il racconto dovrebbe purificare lo spirito del pubblico, ambizione che
si scontra con la realtà ostile.
LA PRODUZIONE TEATRALE
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL TEATRO COME ARTE TOTALE
La città morta
tragedia in prosa, scritta dopo una crociera in Grecia e ispirata alle scoperte
dell’archeologo Schliemann
1896
La gloria, Più che l’amore
tragedie in prosa, non apprezzate dal pubblico
1899-1906
Francesca da Rimini
• tragedia in versi, ispirata alla vicenda narrata da Dante nel V canto dell’Inferno
• ambientazione abruzzese, contrapposizione tra amore come sogno e come violenza
1901
Figlia di Iorio
• tragedia pastorale, narra l’amore di Mila, considerata una strega, per il pastore Aligi
• ambientazione abruzzese, arcaica e superstiziosa
1904
La fiaccola sotto il moggio tragedia di matrice classica: Angizia uccide la padrona per sposarne il marito. La figlia
Gigliola decide di vendicare la madre uccidendo Angizia con dei serpenti, noncurante
del fatto che morirà anche lei; la trova però già morta, uccisa dal padre.
1905
La nave, Fedra
• La nave: ambientata a Venezia, unisce tema amoroso e politico
• Fedra: tema dell’amore incestuoso della protagonista per il figliastro Ippolito
1908-1909
Il ciclo delle Laudi
IL CICLO DELLE LAUDI
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI
Il progetto delle Laudi nasce nel 1899: l’autore intende produrre
un’opera in grado di celebrare ogni aspetto del reale; prevede sette
libri intitolati alle sette Pleiadi, ma si arresta ai primi cinque:
• Maia
• Elettra
• Alcyone
• Merope
• Asterope.
MAIA
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI
Maia compare nel 1903: è il primo volume delle Laudi.
Sezione Titolo Contenuto
INTRODUZIONE
Componimento
d’esordio
Alle Pleiadi e ai fati
celebra il mito di Ulisse, guidato dal desiderio
di oltrepassare i limiti umani
Seconda lirica L’Annunzio inno alla pienezza della vita
POEMA
Poema di 21 canti
(8.400 versi)
Laus
Vitae
ispirato al viaggio in Grecia del 1895, ma alimentato da
letture classiche e moderne guide di viaggio
Canti I-II
celebrazione della vita, immersione nella
natura
Canti IV-
XIX
• tappe del viaggio in Grecia, ripresa di un
passato mitico ed eroico, inno a una vita
sublime e titanica
• il viaggio si conclude con l’approdo nel
Deserto e il raggiungimento della Felicità
• visione della modernità come negatività con
possibilità di riscatto
CONCLUSIONE ripresa della figura di Ulisse
motivo
dell’impresa
eroica e
titanica
ELETTRA
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI
Elettra risale al 1903: è il secondo volume delle Laudi.
ISPIRAZIONE
civile
politica
TEMI
mito del superuomo
celebrazione dei modelli che hanno incarnato la virtù italiana:
• Dante, Garibaldi, figure eroiche, Leonardo Da Vinci
• Victor Hugo, Giovanni Segantini, Friedrich Nietzsche
attesa di una nuova guida, l’eroe per la nuova Italia
Si attende uno ‘‘Spirito ignoto’’ (Alle montagne), un ‘‘Risvegliatore’’ (A Dante) che ridesti un’Italia sonnolente.
ALCYONE
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI
Viene pubblicato insieme ad Elettra, nel 1903: è il terzo volume delle Laudi.
ISPIRAZIONE
eroico-civile
lirica
TEMI
contemplazione della natura come fonte di rigenerazione
diversi scenari geografici e diversi momenti
alternanza tra atteggiamento apollineo (atmosfere solari e profonda serenità) e dionisiaco (scatenarsi di forze
istintive e irrazionali)
STRUTTURA
• diario in versi, cinque sezioni inframmezzate da quattro ditirambi
• 88 poesie, poi riunite in una struttura organica
STILE
• scrittura pacata, evocativa, suggestiva, musicale
• attenzione all’aspetto fonico delle parole, presenza di analogie e sinestesie
TEMPO: non è quello reale, ma quello del ciclo del mito. L’estate è il tempo dell’esaltazione; è seguita nella sua parabola:
preludio
Lungo l’Affrico
La sera fiesolana
esplosione
Furit aestas
declino
Madrigali dell’estate
presagi
dell’Autunno
Novilunio
LUOGO: il paesaggio si antropomorfizza, la sera diventa una figura femminile, l’estate una donna nuda.
La figura umana si trasforma in elemento naturale (le parole diventano ‘‘gocciole’’).
La poesia mira a creare le realtà rappresentate, non solo a descriverle.
MEROPE E ASTEROPE
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI
Dopo Maia, Elettra e Alcyone il ciclo delle Laudi sembra interrompersi.
Il quarto libro, Merope, vede la luce solo nel 1912 ed è ispirato alla
guerra di Libia. Celebra infatti l’impresa militare italiana.
Asterope comprende invece scritti composti tra il 1914 e il 1918,
ispirati alla Prima guerra mondiale e pubblicati postumi nel 1949.
La guerra è celebrata come sacrificio per la patria: i caduti sono
venerati come santi.
L’ultima stagione:
la prosa ‘‘notturna’’ e gli
scritti autobiografici
UN NUOVO TIPO DI SCRITTURA
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ULTIMA STAGIONE: LA PROSA ‘‘NOTTURNA’’ E GLI SCRITTI AUTOBIOGRAFICI
L’ultima produzione di D’Annunzio utilizza una scrittura autobiografica
e introspettiva, con la volontà di tracciare la propria storia interiore.
La dimensione prescelta è quella breve, a volte brevissima, fino ad
arrivare al frammento.
La scrittura rimane enfatica, preziosa, aristocratica.
Nel 1911 D’Annunzio inizia a pubblicare le ‘‘faville’’, brevi prose di
carattere lirico che nascono da un’ispirazione autobiografica e
memorialistica. Allo stesso genere di scrittura appartengono:
Queste prose sono definite ‘‘di ricerca’’, perché si presentano come
una serie di ricordi e visioni in un libero divagare.
LE PROSE DI ‘‘RICERCA’’
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ULTIMA STAGIONE: LA PROSA ‘‘NOTTURNA’’ E GLI SCRITTI AUTOBIOGRAFICI
Contemplazione della morte
opera scritta in occasione della morte di Giovanni Pascoli
1912
La Leda senza cigno
opera incentrata su una torbida storia d’amore che si conclude con il suicidio
della donna
1916
IL NOTTURNO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ULTIMA STAGIONE: LA PROSA ‘‘NOTTURNA’’ E GLI SCRITTI AUTOBIOGRAFICI
Notturno
• antefatto: nel gennaio 1916 D’Annunzio riporta un grave trauma all’occhio destro
durante un ammaraggio di fortuna.
Gli viene prescritto un periodo di totale immobilità, al buio. Assistito dalla figlia Renata,
scrive su delle piccole strisce di carta.
2.500 di questi cartigli vengono riuniti a formare il Notturno, pubblicato del 1921.
• temi:
- tema funebre (predominante), con la meditazione intorno alla morte di amici e
compagni di guerra, la descrizione di corpi e animali straziati
- descrizione delle esperienze sensoriali che sostituiscono la vista
- la memoria (intreccio dei piani temporali).
Gli episodi del passato si caricano di valori simbolici: l’infanzia viene ricordata in una
prospettiva mitica.
• scrittura:
- visionaria, allucinata
- nella prosa vengono inserite delle poesie (il Notturno diventa prosimetro)
- si procede per frammenti
LE FAVILLE DEL MAGLIO E IL LIBRO SEGRETO
GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ULTIMA STAGIONE: LA PROSA ‘‘NOTTURNA’’ E GLI SCRITTI AUTOBIOGRAFICI
Faville del maglio
• obiettivo: nel 1924 D’Annunzio intende raccogliere le faville già pubblicate sui giornali
in un’unica raccolta; ad esse ne aggiunge altre, appositamente scritte: nasce le Faville
del maglio
• tomi: dei sei previsti, ne vengono pubblicati due
• temi: la scrittura autobiografica si intreccia con la volontà di costruire un mito attorno
alla propria figura
Libro segreto
• anno: 1935
• obiettivo: lasciare un testamento poetico ai posteri attraverso un’autobiografia
• narrazione:
- manca una narrazione ordinata e conseguente
- immagini, ricordi, annotazioni sono accostati per analogia
- la scrittura è astratta, frammentaria, breve (fino all’aforisma)
• forma: prosimetro

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  • 3. UNA VITA SEMPRE IN SCENA GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / UNA VITA ‘‘INIMITABILE’’ Facendosi interprete dell’estetismo D’Annunzio concepisce la sua stessa vita come opera d’arte. Ogni sua azione, così come ogni suo componimento, deve essere votato al criterio della bellezza. L’autore vive con l’ossessione dell’esibizione di sé e, con la sua condotta, riesce ad attrarre l’attenzione del pubblico. Nelle opere traspone ogni impresa che vive.
  • 4. GABRIELE D’ANNUNZIO: DA PESCARA A ROMA GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / UNA VITA ‘‘INIMITABILE’’ Nasce a Pescara nel 1863. Studio al prestigioso collegio Cicognini di Prato. Riceve un’educazione di ottimo livello. Nel 1881 torna a Pescara e stringe amicizia con un gruppo di artisti legati a Francesco Paolo Michetti. Nel 1883 organizza una fuga d’amore con la contessina Maria Hardouin di Gallese, che sfocia inevitabilmente con il matrimonio, osteggiato dal padre della donna. Nel 1884 diventa padre di Mario, poi di Gabriellino e Veniero. 1 2 3 LE ORIGINI E LA FORMAZIONE LA VITA MONDANA GLI AMORI Nel 1889 dà alle stampe Il piacere, che riscontra un enorme successo. Continua a scrivere in versi e in prosa; continua a collaborare con numerose riviste, tra cui ‘‘Cronaca bizantina’’, che propone un seduttivo rimando all’Oriente, e ‘‘Il Convito’’, che ospiterà la prima puntata del romanzo Le vergini delle rocce. 4 IL SUCCESSO Scopre la sua vocazione poetica leggendo le Odi barbare di Carducci. Si trasferisce a Roma, dove inizia a frequentare i salotti mondani, le feste, le redazioni giornalistiche. Si trasforma in un perfetto esempio di dandy, immerso nel lusso, corteggiato dalle donne e dai giornali. Inizia a comporre poesie: del 1879 è la raccolta Primo vere, che incontra il favore del pubblico anche grazie alla sua intuizione di accompagnare la pubblicazione con un ‘‘lancio pubblicitario’’, in cui fa circolare la notizia della sua morte. Pubblica i versi Canto novo (1882), le novelle di Terra vergine (1882), la raccolta Intermezzo di rime (1883). Si dedica al giornalismo. Si separa nel 1890. Nel 1886 pubblica Isaotta Guttadàuro. Tra le relazioni extraconiugali la più intensa è quella con Barbara Leoni.
  • 5. GABRIELE D’ANNUNZIO: DA NAPOLI ALLA GRECIA GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / UNA VITA ‘‘INIMITABILE’’ Nel 1891 raggiunge Napoli e inizia una relazione con la principessa Maria Gravina, ancora sposata. Ciò gli costa un processo per adulterio. Rientra in Abruzzo, porta a compimento Trionfo della morte e pubblica Le vergini delle rocce (1895). Nel 1895 compie una crociera in Grecia, da cui scaturirà la composizione della tragedia La città morta (1898). Inizia la relazione con Eleonora Duse, per la quale compone Francesca da Rimini (1901) e La figlia di Iorio (1904). 1 2 3 LA FASE DELLA BONTÀ IL SUPERUOMO IL TEATRO E LA RELAZIONE CON LA DUSE Influenzato dagli scritti di Nietzsche, elabora una nuova figura di intellettuale: quello dell’individuo eccezionale che si afferma attraverso l’azione. A Napoli frequenta un ambiente vivace, aperto alle correnti europee. È la fase produttiva della ‘‘bontà’’, caratterizzata da contenuti intimistici. Pubblica i romanzi Giovanni Episcopo, L’innocente e l’opera in versi Poema paradisiaco. Nel 1897 si presenta alle elezioni come candidato alle forze di destra; al termine del mandato, che dura pochi anni, passa clamorosamente alle forze di sinistra. Inizia la sua attività di oratore pubblico. Stringe amicizia con Matilde Serao, una delle prime donne giornaliste. Si trasferisce nella villa della Capponcina, vicino alla proprietà della Duse. La loro relazione è molto chiacchierata. Nel 1903 compone Maia, Elettra e Alcyone, primi tre libri del ciclo delle Laudi.
  • 6. GABRIELE D’ANNUNZIO: AZIONE POLITICA E NUOVI MODELLI DI SCRITTURA GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / UNA VITA ‘‘INIMITABILE’’ A seguito della morte di Carducci, si proclama suo erede. Nel 1915 rientra in Italia e inizia un’accesa campagna a favore dell’intervento in guerra. Nel 1919 conquista la città di Fiume e ne assume il controllo. L’impresa si conclude con il ‘‘Natale di sangue’’: la città viene bombardata dal mare. 1 2 3 A PARIGI IL RIENTRO IN ITALIA L’IMPRESA DI FIUME Sorvola, gettando volantini propagandistici, Trieste, Trento e Vienna. Compie incursioni aeree e per mare, partecipa a bombardamenti e combattimenti. Per gli ingenti problemi economici, nel 1910 si trasferisce a Parigi. Qui sperimenta le ‘‘faville’’, prose brevi e di carattere autobiografico e si misura con nuove forme, come quella librettistica o cinematografica. Nel 1916 subisce un grave trauma all’occhio destro, che comporterà la perdita parziale della vista. Scrive uno dei suoi libri più innovativi, il Notturno. Si stabilisce sul Lago di Garda, nella villa che trasforma nel Vittoriale degli Italiani. Riprende a scrivere, senza abbandonare la politica. Ogni iniziativa è però bloccata dalla marcia su Roma. Stringe rapporti ambigui col fascismo, che, di fatto, lo sorveglia: da un lato ne sfrutta la celebrità, dall’altro contiene la sua esuberanza, isolandolo. Chiuso nei confini del personaggio che ha creato, trascorre gli ultimi anni nel Vittoriale, isolandosi dalla realtà esterna. 4 IL RAPPORTO CON IL FASCISMO Nel 1935 si schiera a favore della Guerra d’Etiopia. Muore nel 1938.
  • 7. I mille volti di D’Annunzio
  • 8. IL PERSONAGGIO CHE PROMUOVE SE STESSO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO La bellezza è il criterio guida alla base della vita e dell’opera letteraria di D’Annunzio. Vita e opera d’arte sono un tutt’uno: ogni esperienza vissuta diventa materia di scrittura. Complementare alla ricerca della bellezza è, per il poeta, la costruzione della propria immagine in chiave eroica. D’Annunzio diventa personaggio, unico, inimitabile, in continua esibizione. Promuove se stesso anche ricorrendo alle nuove risorse comunicative: sceglie le copertine dei suoi volumi e accompagna i lanci con la diffusione di aneddoti della sua vita privata.
  • 9. LA PRODUZIONE DI D’ANNUNZIO: LE FASI GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO Lettore informato e aggiornato, D’Annunzio coglie sul nascere le nuove tendenze, sul piano letterario, musicale e artistico. Conosce la tradizione classica, quella moderna, gli scrittori italiani e gli stranieri. Nella sua produzione è possibile individuare diverse fasi narrative: fase giovanile- Simbolismo fase dell’Estetismo fase della poetica della bontà- superuomo fase del ‘‘notturno’’
  • 10. LA FASE GIOVANILE FINO AL SIMBOLISMO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO CARATTERISTICHE influenza di Carducci, Verga, confronto con la letteratura classica (poesia erotica latina), modelli romantici (Novalis, Hugo) e del Decadentismo (Baudelaire, Mallarmé), Simbolismo (artista come demiurgo, la realtà ha un senso solo se a decifrarla è l’immaginazione dell’artista) COMPOSIZIONI PRINCIPALI Primo vere (1879) • uso del metro barbaro Canto Novo (1882) • natura esuberante e solare • accentuato vitalismo opere in prosa Terra Vergine (1882) • influenza di Verga: paesaggi campestri, uso del discorso indiretto libero, personaggi ai margini della libertà • universo agreste dominato da pulsioni e sensualità • descrizioni con taglio evocativo fase giovanile- Simbolismo fase dell’Estetismo fase della poetica della bontà- superuomo fase del ‘‘notturno’’
  • 11. LA FASE DELL’ESTETISMO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO CARATTERISTICHE • contrapposizione del culto della bellezza all’inciviltà della moderna società borghese e capitalistica • arte inserita in una sfera autonoma, svincolata da economia, politica, società • intellettuale assorbito dal culto del bello, in una dimensione privilegiata e intoccabile COMPOSIZIONI PRINCIPALI Intermezzo di rime (1883) • tematiche decadenti, di disfacimento e corruzione Isaotta Guttadàuro (1886) • opera ispirata al testo di Basinio da Parma, celebrativo di Isotta degli Atti • ispirazione dal gusto preraffaelita • citazioni da testi antichi del Duecento Il piacere (1889) • opera che testimonia la crisi dell’Estetismo del poeta • il protagonista, Andrea Sperelli, cerca rifugio nel godimento di una raffinata dimensione estetica, ma è costretto ad assistere al fallimento dei suoi amori e a patire le conseguenze della sua debole volontà fase giovanile- Simbolismo fase dell’Estetismo fase della poetica della bontà- superuomo fase del ‘‘notturno’’
  • 12. LA FASE DELLA POETICA DELLA BONTÀ, FINO A QUELLA DEL SUPERUOMO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO CARATTERISTICHE poetica della bontà • dolore di umili e inermi come principio ispiratore • tematiche più intime modello del superuomo • artista dotato di forte volontà, interviene con energia sul presente per modificarlo • superuomo (condensato di forza e bellezza) che interviene sulla realtà e la domina secondo la sua volontà; azione pratica, eroica e politica • influenza di Nietzsche, il cui pensiero viene forzato in direzione antiborghese e antidemocratica COMPOSIZIONI PRINCIPALI poetica della bontà Giovanni Episcopo (1892) L’innocente (1892) • influenza de La confessione di Guy de Maupassant Poema paradisiaco (1893) • tema del silenzio modello del superuomo Libro ascetico della giovane Italia (1926) Trionfo della morte (1894) Le vergini delle rocce (1895) Il fuoco (1900) Forse che sì forse che no (1910) opere teatrali Novelle della Pescara (1902) fase giovanile- Simbolismo fase dell’Estetismo fase della poetica della bontà- superuomo fase del ‘‘notturno’’
  • 13. LA FASE DEL ‘‘NOTTURNO’’ GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO CARATTERISTICHE • nuova tappa del percorso poetico COMPOSIZIONI PRINCIPALI Laudi (1903-1904) • Maia • Elettra • Alcyone • superomismo innestato sul motivo della fusione panica con la natura • unione elemento umano-elemento naturale • influenza di simbolismo e tradizione classica Notturno (1921) • composto durante il periodo di cecità e convalescenza dell’autore • introspezione e autobiografia • forma stilisticamente perfetta fase giovanile- Simbolismo fase dell’Estetismo fase della poetica della bontà- superuomo fase del ‘‘notturno’’
  • 14. LE ‘‘COSTANTI’’ DI D’ANNUNZIO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO Nonostante le metamorfosi che lo scrittore attraversa nel corso della sua esistenza, è possibile individuare nella sua produzione letteraria alcune tematiche costanti: • un’accesa sensualità • una sensibilità di tipo decadente, che si manifesta con la crisi d’identità del soggetto e dell’intellettuale, e che determina una costante ricerca di un ruolo per l’arte e per la poesia • i temi della morte, della malattia, del disfacimento.
  • 15. IL PRIMATO DELLO STILE GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / I MILLE VOLTI DI D’ANNUNZIO LO STILE DI D’ANNUNZIO LA CURA DELLA FORMA Lo stile prevale sul contenuto, affidandosi all’onnipotenza del linguaggio poetico. La forma espressiva ha un posto in primo piano rispetto all’eventuale trasmissione di contenuti. La scrittura letteraria è autonoma, non condizionata da vincoli. LA PROSA LIRICA La prosa è ricca di vocaboli preziosi, poco comuni, arcaici. La sintassi è paratattica, percorsa da un filo melodico, da un ritmo musicale. La parola si dissolve in musica. LA SCRITTURA IPERRETORICA Lo stile dell’autore rimane pressoché immutato (monostilismo); è caratterizzato da: tendenza all’enfasi e all’amplificazione, artificiosità, abbondanza di figure retoriche, uso di perifrasi, ripetizione. IL LESSICO L’autore coltiva un vero e proprio culto della parola: le scelte sono attente, studiate, il lessico è colto, raffinato, prezioso ed erudito. Le parole sono utilizzate in tutte le loro sfumature, il loro significato originario viene rinnovato. Fondamentale il suono delle parole, evocativo e ricco di significati.
  • 16. L’estetismo e i suoi limiti
  • 17. IL PIACERE GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ESTETISMO E I SUOI LIMITI Il primo romanzo di D’Annunzio è Il piacere, pubblicato nel 1889 e poi riunito, con L’innocente e Trionfo della morte, nel ciclo I romanzi della rosa (il fiore simboleggia l’amore sensuale). Nella struttura, Il piacere si mantiene fedele alla tradizione realistica, ma lo studio dei personaggi rivela un’analisi delle loro personalità ambigue, delle loro pulsioni e manie. Di fatto, ciò denota un abbandono di Verga e un’adesione al Simbolismo europeo, a cui si aggiungono le influenze di Wilde, Huysmans, Péladan.
  • 18. IL PIACERE: LA TRAMA IN SINTESI GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ESTETISMO E I SUOI LIMITI Andrea Sperelli, che incarna la figura dell’esteta, è un dandy raffinato, elegante, circondato dal lusso e amante del bello. Tuttavia, è un uomo debole: manca di una personalità marcata ed è incapace di prendere decisioni. Si tratta di un personaggio ‘‘malato’’, che porta in sé i segni della decadenza. Prova attrazione per due donne, che rappresentano le due caratteristiche opposte, ma inscindibili, dell’amore: • Elena Muti, incarnazione della donna fatale, sensuale e voluttuosa, simbolo dell’erotismo che porta alla perdizione • Maria Ferres, donna innocente e casta, simbolo di un sentimento puro che può salvare. L’opposizione, però, è solo apparente, in quanto il protagonista prova per entrambe le donne solo un sentimento di profonda seduzione sensuale. Infatti Maria, quando comprende le intenzioni del protagonista, lo abbandona.
  • 19. ANDREA SPERELLI: IL FALLIMENTO DELL’ESTETA GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ESTETISMO E I SUOI LIMITI Il protagonista del romanzo rappresenta il fallimento della figura dell’intellettuale-esteta, inadeguato rispetto al mondo moderno. Nei suoi confronti, l’autore mantiene un atteggiamento ambivalente: lo giudica, condannandone debolezza, lussuria, eccessiva sensibilità; contemporaneamente, però, ne rimane affascinato, identificandosi nella sua sensualità, o nella sua lotta contro una donna ‘‘nemica’’. Le vicende di Sperelli sono narrate con una lirica preziosa, con parole ricercate, immagini evocative, descrizioni suggestive.
  • 21. Il POEMA PARADISIACO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL POEMA PARADISIACO Nel 1893 D’Annunzio pubblica Il poema paradisiaco, una raccolta poetica che nasce dalle suggestioni del suo soggiorno napoletano, oltre che dall’influenza dei poeti simbolisti. I versi di questa poetica presentano un andamento melodico e cantilenante, ottenuto mediante l’uso di riprese foniche, lessicali e di sintagmi, ma anche di frequenti interrogative e puntini di sospensione. I versi sono artificiosi e il lessico prezioso.
  • 22. toni estenuanti e malinconici I TEMI DE IL POEMA PARADISIACO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL POEMA PARADISIACO IL POEMA PARADISIACO figura materna morte malattia stanchezza nostalgia temi decadenti purezza ritorno alla semplicità affetti familiari pentimento pazienza sentimenti: lontananza e separatezza tema ambiguo rievocazione nostalgica MA ANCHE perdita irrevocabile
  • 24. VERSO IL SUPERUOMO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO Nel 1892, D’Annunzio dichiara in un articolo il progressivo allontanamento dalla maniera che aveva ispirato i romanzi appena pubblicati (Giovanni Episcopo e L’innocente). L’autore intende ora utilizzare figure positive, forti, potenti: non più la bontà, ma l’energia del superuomo che si oppone alla decadenza del suo tempo. Il Trionfo della morte ben rappresenta questa fase transitoria verso il superuomo, che si compie nei romanzi Le vergini delle rocce, Il fuoco, Forse che sì forse che no.
  • 25. TRIONFO DELLA MORTE GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO Trionfo della morte • contenuto: l’opera narra le vicende di Giorgio Aurispa, discendente di una nobile famiglia abruzzese a cui lo zio ha lasciato una buona eredità. Giorgio intreccia una relazione con la sensuale Ippolita Sanzio, che per lui lascia il marito. I due lasciano Roma e si trasferiscono in Abruzzo, nel tentativo di recuperare insieme una vita sana e vitale. Giorgio però rimane un uomo inetto, debole, sogna di diventare un uomo sicuro, energico, deciso, ma la sua rimane solamente un’aspirazione vana. • influenze: scritti di Nietzsche (in particolare Così parlò Zaratustra); temi comuni sono: - il rifiuto del conformismo borghese - l’esaltazione dello spirito dionisiaco, inteso come vitalismo pieno che innalza l’uomo sopra la massa • atmosfera: il romanzo è pervaso da un’atmosfera lugubre; sono frequenti le immagini e i simboli di morte. L’opera si apre e si chiude con una scena di suicidio. Il romanzo diventa simbolico, oggetti particolari e fatti rimandano alle angosce del protagonista.
  • 26. LE VERGINI DELLE ROCCE: LA TRAMA IN SINTESI GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO Claudio Cantelmo racconta in prima persona la sua vicenda. In polemica con la realtà politica e sociale che lo circonda, Claudio vuole realizzare in sé il concetto di superuomo e generare il dominatore che ricondurrà l’Italia all’antica gloria. Lascia Roma e torna nella sua terra di origine. Qui va alla ricerca della donna che possa generare con lui il nuovo superuomo. Fa visita ai Montaga, famiglia aristocratica in decadenza, e decide che la prescelta deve essere una delle tre sorelle. Anatolia è maestosa e forte, Violante è affascinante e sensuale: Claudio è indeciso tra le due. Alla fine sceglie Anatolia che, però, lo rifiuta in quanto deve prendersi cura del padre vecchio e malato, della madre, condannata alla follia e dei fratelli anch’essi malati.
  • 27. LE VERGINI DELLE ROCCE GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO Le Vergini delle rocce • parallelismo con pittura: l’opera richiama il quadro La Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci; il quadro ritrae la Madonna: il parallelismo conferisce quindi un significato sacro alla vicenda narrata • temi: il superuomo L’opera celebra la figura del superuomo che, forte, vigoroso, deciso, utilizza la sua energia per dominare il mondo. Questa nuova figura di intellettuale non nega il bello, ma lo ingloba in sé: ad esso associa una volontà sicura, energica e potente. la polemica culturale e sociale La società borghese si è ormai imbarbarita: ne è simbolo la condizione di Roma, deturpata dalla ricostruzione postunitaria. Spetta al superuomo ricondurre Roma, e l’Italia intera, all’antica potenza. il fallimento del superuomo Il progetto del protagonista del romanzo, alla fine, fallisce. D’Annunzio teorizza il ruolo del nuovo intellettuale, ma ne registra subito l’impossibilità di agire. Simbolo del decadimento è il giardino in cui si rifugiano le donne: anche in questa opera gli oggetti sono simboli che rimandano a verità nascoste.
  • 28. IL FUOCO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO Il fuoco • trama: l’opera, ambientata a Venezia, descrive la relazione tra il giovane scrittore Stelio Èffrena e Foscarina, donna affascinante, ma ormai matura, ossessionata dal proprio declino fisico. Sarà lei a lasciarlo, nonostante il sentimento di gelosia che prova per lui: comprende che la relazione ostacola la realizzazione dell’opera artistica vagheggiata da Stelio. È netto il parallelismo con la relazione tra D’Annunzio e la Duse. • temi: il nuovo superuomo È una figura forte e solare, un artista, che vuole comunicare con le masse popolari, trasmettere loro la bellezza ed elevarle dalla mediocrità in cui si trovano. la bellezza per tutti Non più limitata ad una èlite privilegiata, la bellezza è per tutti. gli ostacoli del superuomo Il nuovo artista non ha solo un compito estetico, ma anche politico: deve riportare l’Italia al suo passato glorioso. Intervengono però molteplici ostacoli: la realtà, meschina e mediocre, la sua insicurezza, l’amore di Foscarina, la ‘‘stanca’’ città di Venezia. • lingua e stile: la scrittura ha una forte componente lirica e musicale; la prosa dà l’impressione di un continuo rincorrersi di echi musicali.
  • 29. FORSE CHE SÌ FORSE CHE NO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / LE CONTRADDIZIONI DEL SUPERUOMO Forse che sì forse che no • trama: le vicende ruotano attorno a: - una coppia di amici, Paolo Tarsis e Giulio Cambiaso, che hanno rinsaldato il loro rapporto in una serie di viaggi in Estremo Oriente - una coppia di donne, Isabella e Vana, che incarnano i due volti opposti della femminilità (passione morbosa e sentimento salvifico). • temi: il superuomo borghese A vestire i panni del superuomo questa volta è un borghese: Paolo Tarsis è concreto, pragmatico, audace. Non è in contrasto con la realtà, ma la domina. il fascino della decadenza Il superuomo contrasta e vince la decadenza, che continua comunque a esercitare un fascino malato: lo testimonia la presenza di passioni torbide e ambigue, dell’amore sensuale e della follia, dei paesaggi che richiamano simbolicamente i pensieri più intimi dei personaggi. • miti: D’Annunzio si confronta con i nuovi miti della modernità, come la macchina e la velocità, predicati dal nascente Futurismo.
  • 30. Il teatro come arte totale
  • 31. IL RUOLO DEL TEATRO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL TEATRO COME ARTE TOTALE D’Annunzio presta particolare attenzione al rapporto con il pubblico, sia per ragioni economiche sia perché il canale gli permette di diffondere le proprie teorie. Il teatro diventa lo strumento con cui l’intellettuale può agire nella realtà, modellando la società secondo i propri valori. L’autore intende scalzare il teatro borghese, a favore di un ‘‘teatro di poesia’’. Il racconto dovrebbe purificare lo spirito del pubblico, ambizione che si scontra con la realtà ostile.
  • 32. LA PRODUZIONE TEATRALE GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL TEATRO COME ARTE TOTALE La città morta tragedia in prosa, scritta dopo una crociera in Grecia e ispirata alle scoperte dell’archeologo Schliemann 1896 La gloria, Più che l’amore tragedie in prosa, non apprezzate dal pubblico 1899-1906 Francesca da Rimini • tragedia in versi, ispirata alla vicenda narrata da Dante nel V canto dell’Inferno • ambientazione abruzzese, contrapposizione tra amore come sogno e come violenza 1901 Figlia di Iorio • tragedia pastorale, narra l’amore di Mila, considerata una strega, per il pastore Aligi • ambientazione abruzzese, arcaica e superstiziosa 1904 La fiaccola sotto il moggio tragedia di matrice classica: Angizia uccide la padrona per sposarne il marito. La figlia Gigliola decide di vendicare la madre uccidendo Angizia con dei serpenti, noncurante del fatto che morirà anche lei; la trova però già morta, uccisa dal padre. 1905 La nave, Fedra • La nave: ambientata a Venezia, unisce tema amoroso e politico • Fedra: tema dell’amore incestuoso della protagonista per il figliastro Ippolito 1908-1909
  • 33. Il ciclo delle Laudi
  • 34. IL CICLO DELLE LAUDI GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI Il progetto delle Laudi nasce nel 1899: l’autore intende produrre un’opera in grado di celebrare ogni aspetto del reale; prevede sette libri intitolati alle sette Pleiadi, ma si arresta ai primi cinque: • Maia • Elettra • Alcyone • Merope • Asterope.
  • 35. MAIA GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI Maia compare nel 1903: è il primo volume delle Laudi. Sezione Titolo Contenuto INTRODUZIONE Componimento d’esordio Alle Pleiadi e ai fati celebra il mito di Ulisse, guidato dal desiderio di oltrepassare i limiti umani Seconda lirica L’Annunzio inno alla pienezza della vita POEMA Poema di 21 canti (8.400 versi) Laus Vitae ispirato al viaggio in Grecia del 1895, ma alimentato da letture classiche e moderne guide di viaggio Canti I-II celebrazione della vita, immersione nella natura Canti IV- XIX • tappe del viaggio in Grecia, ripresa di un passato mitico ed eroico, inno a una vita sublime e titanica • il viaggio si conclude con l’approdo nel Deserto e il raggiungimento della Felicità • visione della modernità come negatività con possibilità di riscatto CONCLUSIONE ripresa della figura di Ulisse motivo dell’impresa eroica e titanica
  • 36. ELETTRA GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI Elettra risale al 1903: è il secondo volume delle Laudi. ISPIRAZIONE civile politica TEMI mito del superuomo celebrazione dei modelli che hanno incarnato la virtù italiana: • Dante, Garibaldi, figure eroiche, Leonardo Da Vinci • Victor Hugo, Giovanni Segantini, Friedrich Nietzsche attesa di una nuova guida, l’eroe per la nuova Italia Si attende uno ‘‘Spirito ignoto’’ (Alle montagne), un ‘‘Risvegliatore’’ (A Dante) che ridesti un’Italia sonnolente.
  • 37. ALCYONE GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI Viene pubblicato insieme ad Elettra, nel 1903: è il terzo volume delle Laudi. ISPIRAZIONE eroico-civile lirica TEMI contemplazione della natura come fonte di rigenerazione diversi scenari geografici e diversi momenti alternanza tra atteggiamento apollineo (atmosfere solari e profonda serenità) e dionisiaco (scatenarsi di forze istintive e irrazionali) STRUTTURA • diario in versi, cinque sezioni inframmezzate da quattro ditirambi • 88 poesie, poi riunite in una struttura organica STILE • scrittura pacata, evocativa, suggestiva, musicale • attenzione all’aspetto fonico delle parole, presenza di analogie e sinestesie TEMPO: non è quello reale, ma quello del ciclo del mito. L’estate è il tempo dell’esaltazione; è seguita nella sua parabola: preludio Lungo l’Affrico La sera fiesolana esplosione Furit aestas declino Madrigali dell’estate presagi dell’Autunno Novilunio LUOGO: il paesaggio si antropomorfizza, la sera diventa una figura femminile, l’estate una donna nuda. La figura umana si trasforma in elemento naturale (le parole diventano ‘‘gocciole’’). La poesia mira a creare le realtà rappresentate, non solo a descriverle.
  • 38. MEROPE E ASTEROPE GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / IL CICLO DELLE LAUDI Dopo Maia, Elettra e Alcyone il ciclo delle Laudi sembra interrompersi. Il quarto libro, Merope, vede la luce solo nel 1912 ed è ispirato alla guerra di Libia. Celebra infatti l’impresa militare italiana. Asterope comprende invece scritti composti tra il 1914 e il 1918, ispirati alla Prima guerra mondiale e pubblicati postumi nel 1949. La guerra è celebrata come sacrificio per la patria: i caduti sono venerati come santi.
  • 39. L’ultima stagione: la prosa ‘‘notturna’’ e gli scritti autobiografici
  • 40. UN NUOVO TIPO DI SCRITTURA GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ULTIMA STAGIONE: LA PROSA ‘‘NOTTURNA’’ E GLI SCRITTI AUTOBIOGRAFICI L’ultima produzione di D’Annunzio utilizza una scrittura autobiografica e introspettiva, con la volontà di tracciare la propria storia interiore. La dimensione prescelta è quella breve, a volte brevissima, fino ad arrivare al frammento. La scrittura rimane enfatica, preziosa, aristocratica.
  • 41. Nel 1911 D’Annunzio inizia a pubblicare le ‘‘faville’’, brevi prose di carattere lirico che nascono da un’ispirazione autobiografica e memorialistica. Allo stesso genere di scrittura appartengono: Queste prose sono definite ‘‘di ricerca’’, perché si presentano come una serie di ricordi e visioni in un libero divagare. LE PROSE DI ‘‘RICERCA’’ GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ULTIMA STAGIONE: LA PROSA ‘‘NOTTURNA’’ E GLI SCRITTI AUTOBIOGRAFICI Contemplazione della morte opera scritta in occasione della morte di Giovanni Pascoli 1912 La Leda senza cigno opera incentrata su una torbida storia d’amore che si conclude con il suicidio della donna 1916
  • 42. IL NOTTURNO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ULTIMA STAGIONE: LA PROSA ‘‘NOTTURNA’’ E GLI SCRITTI AUTOBIOGRAFICI Notturno • antefatto: nel gennaio 1916 D’Annunzio riporta un grave trauma all’occhio destro durante un ammaraggio di fortuna. Gli viene prescritto un periodo di totale immobilità, al buio. Assistito dalla figlia Renata, scrive su delle piccole strisce di carta. 2.500 di questi cartigli vengono riuniti a formare il Notturno, pubblicato del 1921. • temi: - tema funebre (predominante), con la meditazione intorno alla morte di amici e compagni di guerra, la descrizione di corpi e animali straziati - descrizione delle esperienze sensoriali che sostituiscono la vista - la memoria (intreccio dei piani temporali). Gli episodi del passato si caricano di valori simbolici: l’infanzia viene ricordata in una prospettiva mitica. • scrittura: - visionaria, allucinata - nella prosa vengono inserite delle poesie (il Notturno diventa prosimetro) - si procede per frammenti
  • 43. LE FAVILLE DEL MAGLIO E IL LIBRO SEGRETO GABRIELE D’ANNUNZIO: L’ULTIMO ESTETA / L’ULTIMA STAGIONE: LA PROSA ‘‘NOTTURNA’’ E GLI SCRITTI AUTOBIOGRAFICI Faville del maglio • obiettivo: nel 1924 D’Annunzio intende raccogliere le faville già pubblicate sui giornali in un’unica raccolta; ad esse ne aggiunge altre, appositamente scritte: nasce le Faville del maglio • tomi: dei sei previsti, ne vengono pubblicati due • temi: la scrittura autobiografica si intreccia con la volontà di costruire un mito attorno alla propria figura Libro segreto • anno: 1935 • obiettivo: lasciare un testamento poetico ai posteri attraverso un’autobiografia • narrazione: - manca una narrazione ordinata e conseguente - immagini, ricordi, annotazioni sono accostati per analogia - la scrittura è astratta, frammentaria, breve (fino all’aforisma) • forma: prosimetro