IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
28. Il Rinascimento - Caratteri generali
1. IL RINASCIMENTO
Il Rinascimento comprende il Quattrocento (transizione e fioritura) e il Cinquecento
(maturità e decadenza o manierismo): anche se alcuni storici lo suddividono in tre
periodi:
1.Periodo di formazione (inizio XV se. -metà XV sec.)
2.Periodo aureo: metà XV sec. – primi 25 anni del XVI se.
3.Periodo finale: dal primo all’ultimo quarto del secolo XVI (1525-1575 circa).
L’architettura del Rinascimento ha inizio e sviluppo in Toscana.
Firenze ne è il centro principale, da cui il nuovo stile passa alle altre regioni d’Italia.
A Firenze, in un breve arco di anni, un architetto - Brunelleschi - uno scultore -
Donatello - ed un pittore - Masaccio - attuano una rivoluzionaria trasformazione
della concezione e delle funzioni dell'attività creativa.
In campo artistico il Rinascimento è ripresa degli ideali e delle forme classiche, dopo
la frattura medioevale, in una ideale continuità culturale col mondo antico.
L’architettura del Rinascimento si rivolge all’architettura greca e, soprattutto, a
quella romana, di cui trasforma, in un primo tempo, l’imponenza e la monumentalità
in opere spazialmente ridotte, ma dotate di armonici rapporti e di perfette
proporzioni.
La distribuzione delle masse è il risultato di un più razionale impiego della
geometria, e il classicismo vi assume forme di linearità, di semplicità, di eleganza.
L’Italia è il centro dello sviluppo del Rinascimento proprio perché è il luogo più
permeato di tradizioni classiche, dove la ricchezza e la volontà di mecenati
sollecitano gli artisti alla realizzazione di opere mirabili e durevoli per esaltarle la loro
potenza, per attestare la loro autorità, e lusingare il proprio amor proprio. Papi,
imperatori, principi, famiglie facoltose, diedero tutti grande impulso all’arte, come
per esempio la Corte pontificia a Roma – che rientra da Avignone a Roma - i Medici
a Firenze, gli Estensi a Ferrara, i Visconti e gli Sforza a Milano, ecc.
Nel Quattrocento scompaiono le maestranze e le corporazioni medievali delle arti e
dei mestieri: si accentua l’individualismo, si afferma il senso della personalità,
emerge il valore dei singoli, i quali danno il nome alle opere, che sono creazione del
loro ingegno e risultato della loro abilità tecnica.
Così, lo stile oltre a rispecchiare i tempi, rispecchia le speciali doti degli artisti
che ne creano le forme, nella ricerca della perfetta espressione estetica e nel
tentativo di dominarla.
2. La riscoperta dei classici permise anche il recupero dei risultati tecnici raggiunti dagli
antichi nella rappresentazione della realtà naturale.
Il classicismo perciò fu anche la chiave che aprì la porta a un più moderno
naturalismo, a una corretta rappresentazione del corpo umano e dei suoi
movimenti.
Le prime scoperte scientifiche infatti avvengono attraverso l’arte e sarà un artista
ad aprire, alla fine del secolo, il corso di una scienza autonoma: Leonardo da Vinci,
che avvierà anche gli studi sull’anatomia del corpo umano.
Il concetto chiave di "imitazione del naturale" basato sulla tradizione classica
contrapposta a quella bizantina, è anche da intendersi come organizzazione
matematico -geometrica dei dati visivi.
L'arte, infatti, in generale, non è più soltanto attività "mechanica", cioè manualità
artigianale, ma è anche attività "liberalis", cioè intellettuale.
Questo passaggio è sancito dalla pubblicazione delle opere teoriche di Leon Battista
Alberti: "De pictura" (1436) dedicata a Filippo Brunelleschi, "De re aedificatoria"
(1452) e "De statua" (1464).
L'arte diviene strumento di conoscenza e di indagine della realtà; scienza vera e
propria su fondamenti teorici razionali, come le leggi della prospettiva.
Il pensiero umanistico, di cui l’arte è parte essenziale, modifica profondamente le
concezioni dello spazio e del tempo.
Gli infiniti e diversi aspetti del reale si classificano e ordinano in un sistema
razionale, si manifestano in una forma unitaria e universale: lo spazio.
La forma o rappresentazione secondo ragione dello spazio è la prospettiva: questa
dà il vero spazio.
La prospettiva costruisce razionalmente la rappresentazione della realtà naturale.
L’artista rinascimentale era teso a rappresentare la realtà, ma altrettanto forte
sentiva l’esigenza di dominare la forma, di comporre in modo armonioso: mentre
osservava empiricamente il mondo, cercava anche di scoprire le regole
universali per poterlo meglio raffigurare.
Di fondamentale importanza fu dunque proprio la scoperta della PROSPETTIVA,
come metodo scientifico per la rappresentazione, su due dimensioni, dello
spazio tridimensionale.
3. La prospettiva è una straordinaria costruzione intellettuale, una geniale
astrazione matematica, che consente di concepire lo spazio come se fosse
infinito ed omogeneo e di rappresentare gli oggetti che contiene, in maniera
unitaria, come se potessimo osservarli attraverso un unico occhio immobile.
L’applicazione delle leggi proporzionali ad una porzione di spazio è resa possibile
a livello progettuale solo da uno strumento di rappresentazione capace di rendere
costanti i rapporti dimensionali e posizionali di più oggetti. Tale strumento è la
prospettiva, metodo di rappresentazione su di un piano di uno spazio
tridimensionale, secondo le regole della geometria proiettiva.
Con la prospettiva non si vedono più le cose come cose in sé, si vede tutto per
rapporti proporzionali: la realtà non si presenta più come un inventario di cose ma
come un sistema di relazioni metriche.
In architettura vi è rapporto proporzionale tra l’altezza delle colonne e
l’apertura dell’arco, tra il diametro medio della colonna e la sua altezza, tra
base, fusto e capitello; vi è rapporto proporzionale tra i piani dell’edificio, tra i
vuoti e i pieni, tra larghezza e altezza delle superfici.
Una precisa relazione si stabilisce anche tra il sistema proporzionale
dell’architettura e quello del corpo umano, assunto come perfezione formale e
misura delle cose.
La concezione architettonica del Quattrocento è insieme naturalistica o spaziale e
antropomorfica; e la stessa architettura si pone come fattore di equilibrio o di
mediazione proporzionale tra l’uomo e la natura, tra la scala umana e la scala
naturale o cosmica.
La prospettiva è la rappresentazione di uno spazio pensato come dimensione della
relazione e quindi dell’azione dell’uomo. E, infine, il rapporto dell’uomo col mondo.
La proporzionalità quattrocentesca si oppone quindi alla dimensionalità gotica,
oscillante tra massimi (le moli immense delle cattedrali) e minimi (la decorazione
minutissima).
L’interesse degli artisti del Quattrocento è orientato anche verso la rappresentazione
del corpo in movimento. Dallo studio della proporzione del corpo in moto si giunge
allo studio dell’anatomia, come apparato motorio della persona e principio attivo del
suo mettersi in relazione con il mondo.
La scoperta e la prima formulazione della prospettiva sono opera di Filippo
Brunelleschi; la teorizzazione è dovuta all’Alberti (Trattato della pittura, 1436).
4. Fig. 1. Misure proporzionali del corpo umano (da Vitruvio, 1521)
Fig. 2. Studi sulle relazioni tra le proporzioni umane e l’architettura: colonna
rapportata alle proporzioni della donna. Disegno di Fra Giocondo, Firenze, Uffizi.
Fig. 3. Studi del rapporto fra il capitello e la testa umana. Disegno di Fra Giocondo,
Firenze, Uffizi.
Fig. 4. Piante di chiesa in rapporto al corpo umano. Disegno di P. Cataneo, Firenze,
Uffizi.
10. LEONARDO DA VINCI
Leonardo da Vinci comprese l'importanza della sperimentazione scientifica meglio di
ogni altro scienziato del suo secolo. Le sue teorie scientifiche, così come le sue
innovazioni artistiche, erano basate su un'attenta osservazione e una precisa
documentazione.
Purtroppo, come accadde spesso per i progetti artistici, molti suoi trattati scientifici
non furono mai portati a termine. I suoi manoscritti constano di cinquemila pagine di
appunti, molti dei quali sono leggibili soltanto allo specchio poiché furono scritti alla
rovescia, da destra verso sinistra.
Anticipando numerose scoperte dell'era moderna, Leonardo studiò, nel campo
dell'anatomia, la circolazione sanguigna e il movimento degli occhi, fece
scoperte sia di meteorologia sia di geologia, studiò l'effetto della luna sulle
maree, presagì alcune concezioni moderne riguardo alla formazione dei
continenti e approfondì lo studio delle origini dei fossili.
Fu anche uno degli iniziatori della scienza dell'idraulica e il primo a considerare la
botanica una scienza autonoma. Progettò un efficace sistema di canalizzazione dei
fiumi e inventò molte macchine ingegnose, tra le quali lo scafandro.
Fino all'ultimo studiò e analizzò il volo degli uccelli, e le sue scoperte sul volo
comprendono princìpi tuttora validi di aerodinamica.
Maestro in tutte le arti, ricercatore in molti campi della scienza, Leonardo è
sicuramente degno dell'appellativo di Homo Universalis, Uomo Universale.
Gli studi di Leonardo affrontano ogni campo dello scibile, dalla scienza alla pittura,
all’urbanistica, all’ingegneria, riscontrando in ognuno grande successo : in quello
scientifico la sua opera richiama il metodo galileiano, in quello artistico la rivoluzione
caravaggesca..
Leonardo interroga tutto: "Io domando", scrive spesso nei suoi quaderni.
Ma questa sua grande curiosità è accompagnata da un altrettanto grande desiderio
di concretizzare le sue conoscenze: scienza e pratica sono quindi indissolubili:
"Quelli che si innamorano della pratica senza la scienza sono come il nocchiero che
monta sulla nave senza il timone o la bussola, e non ha mai la certezza di dove va".
Da questo punto di vista si possono analizzare i vari schizzi e progetti di Leonardo.
11. Da questo punto di vista si possono analizzare i vari schizzi e progetti di
Leonardo.
Importanti furono gli studi di Leonardo riguardo all’urbanistica: durante il periodo
della peste a Milano, elaborò un progetto di città ideale, che teneva conto dei
problemi e delle esigenze cittadine.
Per primo infatti capì la necessità di decentrare la popolazione, che si ritrovava
ammassata entro le mura, costretta in lugubri vicoli e abitazioni: nel suo disegno il
popolo risiedeva in campagna, mentre ai nobili era riservata la città.
Questa aveva una pianta a scacchiera, senza mura, nella quale compariva una
rete di canali per lo smaltimento dei rifiuti.
C’erano inoltre sopraelevate per il passeggio dei pedoni e scale a chiocciola che
collegavano i vari piani.
Oltre all’elaborazione teorica, Leonardo si applicò in Francia nella bonifica di paludi
ed acquitrini.
Lo spirito ingegneristico di Leonardo si applicò anche nella creazione di nuove
tecnologie: profondamente affascinato dal volo, passò interi anni a costruire
macchine per volare che, dapprima simili ad uccelli, diventano pian piano vere e
proprie antenate dei nostri aereoplani.
Abbandonata infatti l’idea di azionare queste macchine con la sola forza muscolare,
inserì congegni meccanici, dando vita a due diversi progetti: uno in cui l’uomo stava
disteso, l’altro in cui era in piedi.
LEONARDO ARCHITETTO E URBANISTA
Nel periodo milanese ebbe modo di indagare su problemi di architettura, ingegneria
militare e civile, meccanica dei fluidi acustica, balistica, ottica e statica.
Dopo il 1500 dedicherà la sua attenzione allo studio delle acque, trascurando la
produzione di modelli meccanici.
Affiancò all'analisi del corpo umano lo studio di altre entità naturali: monti, valli e
terremoti.
Uomo di scienza perfeziona progetti ingegneristici coevi, come quelli di Francesco di
Giorgio o del Brunelleschi, forte dell'aiuto del Pacioli e della conoscenza di testi
classici e contemporanei a cui può accedere durante il soggiorno milanese.
L'obbiettivo delle sue macchine filatrici, dei suoi torcitoi, binatoi, telai meccanici,
affilatoi di lime e aghi è quello di unire le forze dell'uomo a quelle della natura.
12. STUDI DI ANATOMIA
Essendo un appassionato indagatore di nuovi strumenti di rappresentazione,
Leonardo non si accontentò di apprendere le leggi dell'anatomia dalla scultura antica
o da fonti di seconda mano, e anche in questo caso ribadisce il primato
dell'esperienza.
Praticò la dissezione dei cadaveri, umani e animali, ebbe modo di accedere negli
ospedali di Santa Maria Nuova a Firenze e Santo Spirito in Sassia a Roma.
Gli studi anatomici vinciniani sono sia topografici che fisiologici; le indagini vengono
condotte in situazioni normali e patologiche sull'apparato muscolare, circolatorio,
genito-urinale, sui nervi , sulle cartilagini, sugli strati della pelle e sullo scheletro. Gli
organi cavi vengono studiati mediante l'iniezione di masse solidificabili.
Degli studi di anatomia leonardeschi farà tesoro il fiammingo Andrea Vesalio,
studioso di anatomia a Padova e autore del "De humani corporis fabrica", primo
trattato di anatomia moderna.
STUDI DI OTTICA E PROSPETTIVA
Leonardo è uno dei più significativi interpreti della scienza prospettica, aggiornato
sulle novità scientifiche di Piero, del Brunelleschi e dell'Alberti e informato sulla
trattatistica araba e medievale di Alhazen, Viterio, Ruggero Bacone, Pecham, pur
accettando i contributi, propone una revisione critica di quella tradizione.
Anche se Leonardo condivide con i fiorentini i fondamenti matematici e geometrici
della prospettiva, è cosciente che le teorie nascono da un processo di astrazione,
che vuole la prospettiva monoculare con un osservatore fisso.
La sua proposta individua ben tre tipi di prospettiva: alla prospettiva lineare e
matematica gli affianca altri due strumenti per lo scandaglio della terza dimensione,
la "prospettiva dei perdimenti", che valuta l'incidenza del mezzo atmosferico nella
nostra visione, e quella cromatica, o "di spedizione".
Muovendo dall'ottica approda a un ambito artistico, quello della prospettiva.